Taking every breath away, with all the mistakes I've made,

*, from all the letters that I've saved, this is everything I didn't say* (il titolo era troppo lungo e l'ho dovuto tagliare)


Guardo la gente davanti a me, e prendo un respiro profondo.

Ho sempre odiato parlare davanti a tutti, e credo che continuerò a farlo in eterno.

-Però, siete davvero tanti- mormoro davanti al microfono, una risata timida si alza dal pubblico. –Sapete, ho cercato per un mese intero il modo in cui cominciare il mio discorso ma, alla fine, non ne ho trovato uno che non mi avrebbe fatto cadere in uno di quei soliti cliché da film americano- Shawn, dalla sua posizione, mi fa l'occhiolino. Davanti a me posso vedere Pyper sorridere. Solo in quel momento i accorgo che, nelle retrovie, ci sono anche Cameron e i ragazzi. Non posso credere che sia venuti davvero. –Quando si arriva al diploma, quando si arriva a momenti come questi, si prova una sensazione strana, come se si stesse dicendo addio alla propria adolescenza, e per certi versi è così. College, appartamenti, prime bollette da pagare, responsabilità...cavolo un mondo totalmente nuovo- Nonna Besty sta riprendendo ogni cosa, sicuramente accamperà la scusa di volerla mostrare ai miei figli, se mai ne avrò. -A quanto pare, anche la classe del duemila undici è riuscita ad arrivare al diploma, e non mi sprecherò a dire che 'sembra ieri che abbiamo varcato la porta della Venice per la prima volta' perché non è affatto così. Quel primo giorno di scuola, nella mia testa, è etichettato come un evento molto lontano, forse perché, da quel momento, ne è passata di acqua sotto i ponti. Ed è vero. Queste mura sono praticamente state testimoni dei momenti salienti dei nostri ultimi quattro anni, hanno fotografato e impresso una parte della nostra storia, una parte davvero importante. Eppure, alla consueta domanda 'come è stata la tua esperienza al liceo?', io non riesco a rispondere con un semplice aggettivo che la classifichi in 'bella' o 'brutta'. Così, scervellandomi a lungo, mentre fissavo il soffitto di camera mia, si è fatta strada nella mia mente una parola che, generalmente, non è associata al quesito che mi veniva posto- qualcuno sbadiglia, qualcuno si scatta le foto, ma già me lo immaginavo. –Cambiamento. E più ci pensavo, più mi rendevo conto che non ero la stessa ragazza che si guardava sperduta in un giorno di settembre di quattro anni fa. Insomma, alzino la mano quanti di voi pensano di essere rimasti uguali a quando hanno cominciato il liceo- i presenti si lanciano delle occhiate curiose, e solo pochi tra di loro fanno quel che ho detto. –Avete visto? La maggior parte di noi ha subito dei cambiamenti, forse senza che nemmeno se ne accorgesse. Perché il liceo è anche questo, alla fine- Nate mi sorride, contento. Ricordo quando portava ancora l'apparecchio e si rifiutava di sorridere nelle foto. –Hai l'opportunità di scoprire te stesso anche se, spesso e volentieri, sono gli altri a decidere chi sei- gli occhi di Shawn hanno un guizzo, sa benissimo che ero indecisa sull'inserire questa parte. –Quando sei al liceo, non dosi sempre le parole, non pensi all'effetto che potresti avere sugli altri e, per questo, ci ritroviamo a dipingere una persona in un determinato modo quando, in realtà, a volte è totalmente l'opposto- e molti di loro lo sanno, visto che sto parlando ai miei ex carnefici. –Ma una delle tante lezioni di vita che ho imparato in questi quattro lunghi anni è πάντα ρέι, tutto scorre. Perché, inevitabilmente, ci saranno dei giorni brutti, dei momenti in cui penserai che non c'è via di scampo, attimi in cui vedrai tutto nero, privo di qualsiasi luce- mia madre, inevitabilmente, scoppia a piangere, non si può ancora toccare questo argomento con lei, diventa troppo sensibile. –Però, all'improvviso, avverrà qualcosa che cambierà nuovamente le carte in tavola, che porterà ad una nuova metamorfosi e, alla fine, tutto si aggiusterà, e lo dico per esperienza personale- vedo ancora Pyper di fronte a me, il suo sguardo si addolcisce. –E poi non dimentichiamoci che, al liceo, nascono e si consolidano le amicizie, quel rapporto tra un gruppo di persone con cui si condividono le proprie esperienze e che diventa una seconda famiglia. Ed è questo il bello della scuola superiore, oltre alle feste, ai balli con i relativi after e le gite, si intende- tutti ridacchiano, almeno un punto su cui siamo comunemente d'accordo. –E so che molto probabilmente non dovrei farlo, ma vorrei spendere poche parole su una persona che, qui dentro, la maggior parte di voi conosceva- Diana si sporge verso una delle sue nuove amiche, articolando con le labbra il nome 'Will'. Ma si sbaglia di grosso. –Pyper Harrington era una delle mie migliori amiche, e il vuoto che ha lasciato con la sua scomparsa credo che non potrà mai essere colmato, in nessun modo- la visione della ragazza rotea gli occhi al cielo, senza nascondere una lacrimuccia che riga il suo volto pallido. –E questo mi ha dato un'altra lezione di vita: niente è per sempre, i momenti che viviamo adesso non torneranno mai più, quindi carpe diem, cogliamo l'attimo, assaporiamo ogni momento della nostra vita, senza aver paura, senza temere niente. Sono questi gli anni in cui dobbiamo sbagliare, provare qualsiasi cosa, pentirci il giorno dopo di una scelta che abbiamo fatto poche ore prima. Sono questi gli anni per viaggiare, girare il mondo, partire senza una destinazione, innamorarsi ancora e ancora- Shawn mi guarda con un sorriso compiaciuto, incrociando le braccia al petto. –Ma mi sto dilungando troppo, quindi, tutto ciò che adesso vi domando è: quanti di voi sanno cosa appena finito il college?- un brusio si alza da ogni fila di studenti, poche mani si alzano. –Beh questo è naturale, dannazione, abbiamo solo diciotto anni!- cominciano ad applaudire, lasciandosi andare a schiamazzi e gridolini. –Quindi, miei cari compagni di classe, per aspera ad astra, e che il futuro sia roseo e pieno di successi per voi!- l'applauso diventa più forte, e tutti si alzano in piedi. E poi c'è nonna Betsy, che comincia a fischiare contenta. Non cambierà mai.

Sorrido e mi alzo leggermente il lungo vestito blu, scendendo le scale, per dirigermi verso il mio posto.

-Grazie Rosebelle, adesso possiamo procedere alla cerimonia della consegna dei diplomi-

-Sei stata bravissima!- Daisy mi getta le braccia al collo, stringendomi. I suoi occhi sono lucidi, il che è strano, lei non si commuove mai. Anche al funerale di Pyper, Daisy è stata l'unica a non battere ciglio, a non versare una lacrime.

-Diventerai un'ottima scrittrice- Nate mi sorride, abbracciandomi. –E sei bellissima, sembra che ti abbiano cucito addosso il vestito- scuoto la testa sorridendo, mentre il preside Gibson comincia a chiamare in ordine alfabetico i vari ragazzi.

-Nathan Thomas Godwin- io e Daisy battiamo le mani, mentre qualche ragazza urla il nome del mio amico. E' sempre stato abbastanza popolare col genere femminile ma, dopo quello che mi ha confidato qualche mese fa, capisco perché le sue ultime relazioni non sono durate un granché. –Columbia University, borsa di studio per il football, facoltà di medicina-

-Tante storie per un pezzo di carta che, probabilmente, entro sta sera avrò già perso- entrambe gli tiriamo un colpo sulla nuca, rischiando di fargli cadere il tocco. E la cosa bella è che gli aspettano altri cinque anni di noi.

-Daisy Elizabeth Green- ci lasciamo andare agli schiamazzi, mentre la mia migliore amica si incammina elegantemente verso il palco. Spero che sua madre non sia imbottita di pillole, perché deve essere davvero fiera di sua figlia. –New York University, moda-

-Tra qualche anno tutti voi indosserete mie creazioni, non c'è dubbio- si sistema la gonna bianca del vestito e ritorna a sedersi, composta ed elegante come sempre.

-Rosebelle Beatrice Greyson-

-Vai Rose!- mi volto, sentendo Cameron e Nash urlare e fischiare. Rido, ho come l'impressione che mi ricorderò questa giornata per sempre.

Stando ben attenta a non inciampare, mi dirigo verso il palco, maledicendo i tacchi in mille lingue diverse.

-Complimenti signorina Greyson, so quanto è stato duro per lei lo scorso anno, e sono orgoglioso dei risultati che ha raggiunto-

-La ringrazio- mi porge la pergamena e mi stringe nelle mani, mentre io mi volto a ringraziare gli altri professori.

-Columbia University, borsa di studio per la scrittura, facoltà di Scienze politiche- scendo giù, il nastro del tocco mi cade davanti agli occhi, dannazione, è una tortura medievale.

-Non vedo l'ora che sia il mese prossimo, New York stiamo arrivandoooo- Daisy allaccia un braccio intorno alle mie spalle, euforica. Ma io sono davvero pronta a lasciare Los Angeles? A lasciare Pyper?

Una ventina di nomi dopo, ci ritroviamo nuovamente tutti alzati, una bandiera bianca e azzurra, con i cuori che battono all'unisono. Il mio, per quel che mi riguarda, sta per esplodermi nel petto, e spero che non sia per la malattia.

-Ecco a voi la classe duemila quindici della Venice High School. Complimenti ragazzi, siete ufficialmente diplomati!- un coro comune si solleva, mentre i nostri tocchi volano nel cielo, quasi oscurandolo.

E' finita, è finita definitivamente. Una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco, un po' come quando, in High School Musical, i protagonisti si diplomano e cominciano a cantare, ma se lo facessimo noi, probabilmente, ci prenderebbero per pazzi.

Ecco come mi sento. Come Troy Bolton che lancia, per l'ultima volta, la palla nel canestro della palestra della East High School. We are all in this together...


-Mamma mi si sta atrofizzando la faccia- sibilo, mentre la mia genitrice scatta l'ennesima foto che, ha detta sua, finirà nell'album dei ricordi.

-Oh tesoro mio, sono tanto orgogliosa di te. L'anno scorso temevo che non saresti mai arrivata a questo giorno-

-Adesso sei fin troppo melodrammatica- Stella sta cominciando a dire cose troppo sensate, mi spaventa.

-Una foto con me, quindi, è fuori discussione?- ci voltiamo entrambe, notando Shawn con mazzo di rose, peonie e margherite. Questo ragazzo mi conosce fin troppo bene.

-Dovrei essere io a chiedertelo, in realtà- mi porge i fiori, per poi scoccarmi un bacio sulla guancia. –Piaciuto il mio discorso?-

-Scherzi? Lo stavo praticamente recitando a memoria, parola per parola. Praticamente lo conosco meglio del testo di qualche mia canzone-

-Oh allora la faccenda diventa seria- sorridiamo ma mia madre, che non ha mai perso il vizio di mettermi in imbarazzo, tossicchia, richiamando l'attenzione su di lei. –La foto, giusto-

-Sorridete- Shawn porta un braccio intorno ai miei fianchi, stringendomi a sé. Mi trovo così bene accanto a lui, perché non può rimanere? –Siete bellissimi-

-La coppia dell'anno- ridacchia Cameron, beccandosi un'occhiataccia da parte mia e dal ragazzo accanto a me. –Siete davvero sensibili su questo punto- scuotiamo la testa e, in quel momento, una voce inconfondibile richiama la mia attenzione.

-Bella biondaaaaa- Daisy si avvicina saltellando verso di me, seguita a ruota da Alex e da Nate. –Dobbiamo fare una foto anche noi, i tre moschettieri-

-In realtà erano quattro, sai, c'era anche D'Artagnan che...- mi guarda con un sopracciglio alzato. Ops. So cosa vuol dire quando mi fissa in questo modo. –Okay, non importa-

-Leggi un po' troppo- borbotta, spostando bruscamente Shawn. –Scusami faccia d'angioletto, ti adoro lo sai, ma ora dovresti farti da parte-

-Oh vedo che sei di ottimo umore oggi- le sorride in modo canzonatorio, mi sono persa il momento in cui hanno cominciato ad odiarsi.

-Ehi, accuccia, tutti e due- Daisy rotea gli occhi al cielo, abbracciandomi e mettendosi in posa. Mi sembra assurdo che, in una foto del genere, manchi Pyper. E anche Will. Ma semplicemente perché eravamo un gruppo di amici molto uniti, abbiamo cominciato quest'avventura in sette e l'abbiamo terminata in tre, se escludiamo Alex, che è arrivata solo quest'anno, e quindi è estranea alla maggior parte dei drammi passati. Sia ben chiaro che, comunque, continuo ad odiare Will con tutta me stessa, mi ha quasi rovinato la vita, e spero di non doverlo mai più rivedere. Eppure la sua presenza, insieme a quella di Pyper, si sente in questa foto.

-Rose? Va tutto bene?- la voce di Nate, seguita da Stella che batte le mani di fronte al mio viso, mi riporta alla realtà.

Scuoto la testa e sbatto un paio di volte le palpebre, spero che nessuno si sia accorto del perché io mi sia isolata.

-Che? Sì, sì, sono semplicemente un po' frastornata, ecco tutto- mi stringo nelle spalle, il tocco mi cade davanti agli occhi, dannazione. –Comunque ci siamo quasi dimenticati di una delle più importanti tradizioni della Venice- mi libero della toga e di tutto il resto, mia sorella sorride, porgendomi la felpa che le avevo affidato prima.

-La festa post diploma con le felpe delle università a cui siamo stati accettati- Nate mi imita, indossando quella della Columbia, uguale alla mia. –Devo dire che, con il vestito lungo, sta molto bene-

-Idiota- gli tiro un colpo sullo stomaco, ma lui continua a ridere. -A meno che non avessi indossato un paio di jeans, avrei fatto schifo lo stesso-

-Non posso crederci che non vi rivedrò più- Alex si getta tra le braccia mie e del mio migliore amico. Poco dopo, anche Daisy si unisce a noi, commossa. –Volevo ringraziarvi. Siete riusciti a farmi sentire parte di qualcosa sin dal primo momento, e mi avete fatto trascorrere l'ultimo anno di scuola in maniera straordinaria. Senza contare che ho conosciuto Shawn Mendes e gli altri ragazzi del Magcon!- mi volto verso i diretti interessati, che sorridono come dei bimbi. –Grazie davvero ragazzi, so che non uscivate da una situazione facile, con tutta quella storia di Pyper, di Will e di Rose, ma siete stati fantastici. Spero che questo non sia un addio-

-Certo che no- affermo, con le lacrime che rigano le mie guance. –Ti verremo a trovare a Berkeley e tu verrai alla settimana della moda a New York tanto, grazie a Daisy, avremo sicuramente un lascia passare- ridiamo tutti, non pensavo che sarebbe stato così difficile.

-Giusto. Ma vedi che voglio una copia del tuo primo libro, ci conto- mi scompiglia i capelli mentre io, come al solito, continuo a piangere. –E non escludo che potrei chiamare te, se avrò difficoltà con qualche materia-

-Puoi contarci- Nate sorride come un bambino, ma le lacrime rigano anche il suo di viso. –Ora dovreste smetterla, o diventerete tre panda per il trucco sciolto-

-Idiota!- diciamo noi, tirandogli una spinta. Allora è vero quel che si dice. Quando ti diplomi e saluti i tuoi amici, ti sembra di aver appena detto addio alla tua adolescenza.

-Smettetela di fare così, non state mica andando in guerra!- Stella ci dà uno schiaffo sulla nuca ciascuno, roteando gli occhi al cielo. –Il college è anche più figo del liceo, soprattutto se entrate a far parte di qualche confraternita-

-E tu ne sai qualcosa, vero sorellona?- riduco le palpebre a due fessure. Pensa che ci siamo dimenticati dei tempi delle sue scorribande con i suoi amici, e con quel poveretto di Toby. Sempre detto che si è liberato di una bomba ad orologeria.

-Non sono io quella che, la notte prima del suo sedicesimo compleanno, ha cercato di uscire dalla finestra della sua camera da letto e, inevitabilmente, si è ritrovata con le chiappe al vento, visto che la sua gonna era rimasta attaccata al ramo dell'albero-

-Ancora con questa vecchia storia- borbotto, sentendo le guance andare a fuoco. Non sono mai stata il massimo dell'agilità, ma non vedo perché girare il coltello nella piaga.

-Rose, puoi venire qui un attimo?- Shawn richiama la mia attenzione e la mia bocca si asciuga in un secondo. Ha intenzione di partire ora?

-Sì- mi libero della felpa della Columbia, gettandola malamente su mia sorella. –Credevo che te ne andassi dopo la festa-

-Cosa? Oh no no, volevo semplicemente darti il regalo, dopo sarei troppo impegnata-

-Devi seriamente smetterla di farmene, il mio compleanno è stato due settimane fa- prendo il pacchetto che mi porge, con il cuore chiuso in una morsa. Darei tutto quello che mi ha regalato, pur di averlo qui ancora un po'.

-Aprilo e basta. Voglio che pensi a me, quando sarò via-

-Dubiti che non sarei un pensiero fisso nella mente fin quando non ci rivedremo?-

-Quindi mi stai dicendo che ti passerò per la testa?- lo incenerisco con lo sguardo, aprendo la scatolina azzurra che mi ritrovo davanti.

-Shawn ti avverto, se è qualche altra cosa di Tiffany la puoi riportare indietro, hai speso già abbastanza per me-

-Sta' tranquilla, non l'ho presa lì- sospiro, finendo di scartare il regalo. Fortunatamente, ha ragione lui, e mi rigiro tra le mani il braccialetto d'argento, con una medaglietta rotonda come ciondolo e una più piccola con disegnato un tocco.

-'But she knew that she would be okay, so she didn't let it get in her way'-

-Nelle condizioni in cui eri lo scorso anno, quando ci siamo rincontrati, avevo paura che non ti saresti mai ripresa. Avevi così tanti sogni quando ci siamo conosciuti, puntavi ad università come Yale, la Columbia appunto, Berkeley, eppure, la ragazza con cui ho passato tre settimane alla Constance, non era quella che ambiva ad un college dell'Ivy League. Ma tu sapevi che le cose sarebbero migliorate, che ce l'avresti fatta, e questa ne è la prova. Ti sei diplomata col massimo dei voti, hai avuto una borsa di studio per la Columbia e hai tenuto un discorso emozionante, e penso che il futuro ti riserverà molto altro, Rosebelle Beatrice Greyson- lo guardo con gli occhi pieni di lacrime e il sorriso sulle labbra. Allaccio il bracciale al mio polso, o meglio, in uno di quei pochi lembi di pelle ancora non coperti da uno di essi, per poi abbracciare Shawn.

-Come farò io senza di te?-

-Come hai fatto fino ad ora- poggia il mento nell'incavo delle mie spalle, stringendomi di più al suo petto. –Non hai bisogno di me Rose, e lo sai benissimo, come non hai bisogno di nessuno. Sei forte, caparbia, testarda, cocciuta, ma con un cuore d'oro e un'intelligenza superiore alla media, senza contare che sei particolarmente bella, e se mi rispondi di no giuro che mi metto ad urlare-

-Si vede che hai passato l'ultimo anno a stretto contatto con me- ci stacchiamo, ed io gli passo una mano tra i capelli castani. –Non sarà un addio, vero?-

-Non posso mandare tutto all'aria, non dopo essere arrivata ad un pelo dal tuo cuoricino-

-Non sono una principessa di ghiaccio- mormoro, sentendomi improvvisamente triste.

-Lo so, sei troppo sensibile, e me lo hai dimostrato in molte occasioni-



-Così, però, mi rendi tutto più difficile- mi volto, sentendo la voce di Shawn alle mie spalle. –Sembra che ti abbiano cucito quel vestito addosso- si morde il labbro ed io scuoto la testa, sicuramente rossa in viso.

-Finiscila- mi liscio la gonna bianca dell'abito, sentendomi fortemente in imbarazzo.

-Guardo che dico sul serio, sei davvero wow-

-Smettila, dico sul serio- ridacchio, cercando di nascondere il colorito roseo delle mie guance. Non sono abituata ai complimenti, o meglio, ai complimenti che non siano da parte della mia famiglia.

-Guarda che non sono l'unico. Nate è mezz'ora buona che ti fissa il seno- istintivamente, mi copro davanti, non mi piace la piega che sta prendendo questa discussione.

-Possiamo parlare di altro? Grazie-

-Sei bellissima, pensavo fosse giusto dirtelo, e non mi rispondere 'non è vero'- imita la mia voce ed io scuoto la testa, tirandogli una leggera spinta.

-Io non parlo in questo modo-

-Ne sei davvero sicura?- gli faccio la linguaccia. Shawn sorride, e mi attira tra le sue braccia, stringendomi contro il suo petto. –Questo mi mancherà davvero tanto-

-Beh non è detto che io non possa farti qualche sorpresa mentre sei in tour-

-Rose...- lo sento sospirare tra i miei capelli. Quando è diventato così alto. –Renderebbe tutto più difficile-

-Certo, perché vivere nella stessa casa ci semplificherà la vita- mi stacco da lui, guardandolo negli occhi. –Io davvero non riesco a capire dove tu voglia arrivare con tutta questa storia-

-A non dover dipendere più da te Rosebelle- sbotta, allargando le braccia. –Nell'ultimo anno ho passato così tanto tempo con te che mi sono assuefatto al tuo mondo. Sono innamorato di te, questo non lo negherò mai, ma non posso continuare ad essere totalmente sotto il tuo controllo, perché, in questo modo, non riuscirò più a starti lontano. Tu mi hai chiesto del tempo per capire chi fossi dopo la fine della tua relazione con Will, ed io adesso ti sto dando la possibilità di capire che cosa provi per me-

-Lo sai benissimo Shawn-

-No invece- il tono della sua voce si alza notevolmente, attirando le occhiate di Daisy e di Alex. –Io non ti piaccio quanto ti piaceva Will e, a dir la verità, non sono nemmeno sicuro che senta qualcosa per me oppure no-

-Adesso stai esagerando- gli punto un dito contro, stiamo dando spettacolo, grandioso.

-E invece no. Tu hai bisogno di sentirti amata dopo quello che hai passato, hai bisogno che qualcuno ti dimostri il suo affetto. E, per quel che mi riguarda, visto il cuore grande che hai, potresti anche aver pensato che noi due, il nostro rapporto, fosse la cosa giusta da fare- gli occhi mi pizzicano per le lacrime. Non posso credere che mi stia facendo un discorso del genere. –Dimostramelo Rose, dimostrami che ci tieni a me-

-Ti ho detto cose che non ho mai detto a nessuno- le mie guance si bagnano, adesso chi la sente mia sorella, che avrò sicuramente rovinato il trucco. –E se tu non ci credi, posso solo essere delusa-

-Rose...-

-Mi hai appena spezzato il cuore, Shawn Peter Raul Mendes. Il cuore che tu stesso avevi attaccato con lo scotch e la colla-


Sbaaaam!

okay, la frase finale è un colpo al cuore, visto per rimanere in tema, ma dovevo peggiorare le cose visto che IL PROSSIMO CAPITOLO E' L'ULTIMO. *cries in canadian*.

anyway, ho notato che la storia, ultimamente, è stata seguita sempre meno, quindi non so se pubblicherò il seguito o lascerò che le cose si concludano qui per rose e shawn, a cui ormai mi sono affezionata.

ringrazio comunque tutti quelli che ancora leggono, votano e commentano, vi adoro.

a presto,

un bacio

rose xx

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