From the moment I met you everything's changed

-Non sapevo che si potesse guidare col foglio rosa, mia madre non mi ha comprato la Vespa fino a quando non le ho sventolato la patente sotto il naso- rido a quel ricordo, sembra passato tanto tempo, invece è trascorso poco più di un anno. Il motorino era stata la condizione per farmi rimanere calma, non sopportavo il fatto che a me non avesse comprato la macchina per i sedici anni e invece a Stella sì.

-Beeeeh in teoria bisognerebbe avere accanto qualcuno che guida da almeno dieci anni- mi volto lentamente verso di lui e Shawn sfodera un sorriso imbarazzato. Lo uccido.

-Perfetto, oggi moriamo- scoppia a ridere accendendo la radio, la musica si diffonde nell'abitacolo e lui comincia a battere le mani sullo sterzo. –Però, non avrei mai pensato di essere accompagnata a scuola da una celebrità- mi getta un'occhiata furba, io canticchio a bassa voce la canzone che stanno passando in quel momento. –E' rosso-

-Rose stai tranquilla, mio padre mi ha insegnato a guidare quando sono tornato a casa ad agosto...poi sono sopravvissuto a te, quindi sono praticamente immortale-

-Ah ah- gli faccio la linguaccia per poi tirargli uno schiaffo sul braccio, lui sorride divertito. –Okay adesso devi girare a destra-

-Subito signorina- sorrido mentre il mio liceo compare dal finestrino. Sospiro, devo proprio andare? –Va tutto bene?-

-Sì, è solo che non ho tanta voglia di entrare in quell'edificio oggi-

-Vorresti restare con me?- sento il volto andare in fiamme, dannato ragazzo, mi mette in difficoltà.

-Sì ma, purtroppo, adesso devo andare, quindi ci vediamo più tardi- sgancio la cintura di sicurezza e prendo la tracolla che avevo malamente gettato sul sedile posteriore.

-Perfetto, ti vengo a prendere io- mi sorride, io scuoto la testa e mi sporgo verso di lui, stampandogli un bacio sulla guancia.

Scendo dall'auto, il sole è alto nel cielo oggi a Los Angeles, gli uccellini cinguettano e nessuno, dico nessuno, riuscirà a rovinare il mio umore.

-Non ci posso credere, non ci posso credere, ti hanno preso- Daisy mi salta letteralmente in braccio, tutte le discussione delle scorse settimane sembrano essere state definitivamente accantonate.

-E' assurdo anche per me, te lo giuro...ma tu? Notizie?-

-Arrivano prima a quelli a cui vengono assegnate le borse di studio, noi comuni mortali le riceviamo per metà novembre, più o meno-

-Che cosa state festeggiando?- Nate e Alex ci raggiungono, starebbero bene insieme.

-Rose è stata ammessa alla Columbia con una borsa di studio-

-Cosa?- dicono contemporaneamente. –Rose sono felicissimo per te- Nate mi abbraccia e mi solleva, facendomi girare. Spero che Shawn se ne sia andato, o darebbe di matto.

-Wow complimenti...quindi ti trasferirai a New York-

-Ci puoi scommettere Alex, non vedo l'ora-

-Tanto per farmi i fatti tuoi, chi ti ha accompagnato questa mattina a scuola con una grande Range Rover nera?- riconosco quello sguardo sul suo volto, e non promette niente di buono, lo dico per esperienza. Anche se, conoscendo Daisy, lei non promette mai nulla di buono.

-Shawn, era quasi più contento di me per l'ammissione-

-Chissà perché mi immaginavo che lo avesse saputo prima lui- sputa acido Nate ed io sospiro, questa storia non può più andare avanti.

-Glielo avevo promesso-

-Certo- fa lui con la testa, cosa avevo detto prima sul farmi rovinare la giornata?

-Okay, ragazze potete lasciarci soli un attimo?-

-Ricevuto, è l'ora del discorsetto, andiamo Alex, le cose stanno per mettersi davvero male- Daisy trascina via l'altra ragazza, sono sicura che si stia seriamente pentendo di aver sbattuto con me il suo primo giorno di scuola, non facciamo che metterla nei nostri casini ogni giorno.

-Nate qual è il problema? E' un mese che non facciamo che litigare per Shawn, dopo il ballo dell'homecoming, poi, non mi hai parlato per due settimane. Che sta succedendo? Non ti piace? Vuoi conoscerlo meglio? Dimmi tu-

-Sai Rose, io a volte mi chiedo se tu sia davvero cieca o se, semplicemente, tu faccia finta di non vedere. E' dalla prima media che ti vengo dietro, e tu non te ne sei mai accorta. Ho dovuto sopportare quando mi parlavi di Will, quando ti sei messa con lui, quando ti trattava male. Io l'ho picchiato quando ho sentito le voci sul tuo conto, io ti ho difeso con lui quando ho saputo che aveva osato farti del male e cosa ci ho guadagnato? Che tu vada dietro ad una sottospecie...-

-Ti prego, non dire di Justin Bieber-

-Dannazione Rose! E' davvero questo ciò di cui ti importa?-

-No, stavo solo cercando di sdrammatizzare un pochino- alzo una mano in alto e lui sbuffa, non sta funzionando. –Ascolta Nate, io ti voglio un bene dell'anima, ci conosciamo dall'asilo e sai che ti difenderei a spada tratta da qualsiasi cosa. Tu non hai idea di quanto mi dispiaccia che tu stia soffrendo per me in questo modo, davvero, mi sento uno schifo, ma non posso fingere che le cose tra me e Shawn non siano come siano-

-E cosa dovrei fare allora? Rimanere a guardare mentre ti imbarchi in una relazione che potrebbe distruggerti totalmente?-

-Restare mio amico, perché sei importante per me, non ho nessuna intenzione di perderti-

-Beh mi dispiace Rose, è troppo tardi- si volta lasciandomi lì, imbambolata, mentre lo guardo sparire nei meandri della scuola. Il mio cuore viene schiacciato da un macigno, non credevo che sarebbe mai potuto succedere, non dopo tutti questi anni.

-Fantastico, mi sono appena rovinata la giornata!- sollevo le braccia al cielo, gemendo dalla rabbia. Cosa ho fatto di male? Ho appena perso un amico.



-Che succede Rose? Sei silenziosa-

-Cosa?- la voce di Shawn mi sveglia dal mio torpore temporaneo. I suoi occhi saettano da me alla strada in continuazione mentre io, ancora presa dalla sparata di Nate, guardo fuori dal finestrino con la guancia appoggiata sulla mano. –Scusa è solo che...- sospiro scuotendo la testa, non posso dirglielo, darebbe di matto. –Niente-

-Rose non eravamo d'accordo sul fatto che ci saremmo confidati ogni cosa?-

-Lo so, ma ho paura delle ripercussione che potrebbe avere sul nostro rapporto- prendo a giocherellare con l'orlo della gonna. Ho provato a far pace con Nate in tutti i modi ma nessuno di essi ha funzionato. So cosa vorrebbe sentirsi dire, ma non posso perdere Shawn, non posso proprio.

-Sei tornata con Will?- il moro pianta una frenata, il mio corpo viene sbalzato in avanti e la mia povera testa sbatte contro il cruscotto.

-Porca troia Shawn! Ma ti pare il caso? Come faccio a dirti le cose se rischi di uccidermi?- mi massaggio la parte dolorante, lui prende un respiro profondo e riprende a camminare.

-Scusa io...credevo che fosse a Chicago e...-

-Ma sei scemo? Non sono tornata con Will!- urlo, forse un po' troppo forte. Scuoto la testa e mi costringo a prendere un respiro profondo. E' troppo tardi per prendersi un anno sabbatico dai ragazzi?

-E allora cosa c'è? Cosa ti turba?-

-Nate mi ha confessato di essere innamorato di me sin dalla prima media, prima di decidere di non volermi più parlare a causa tua-

-Ed ora che c'entro io scusa?-

-Perché ha capito che mi piaci tu genio!- Shawn frena di nuovo ed io sono pronta ad aggredirlo, quando mi accorgo di avergli appena confessato ciò che provo per lui.

-Cosa hai appena detto? E non usare di nuovo la carta del 'yo sono una dura e non esprimo i miei sentimenti', perché sappiamo entrambi che non sei per niente così- impreco mentalmente in almeno venti lingue diverse, mannaggia alla mia boccaccia. Odio esprimere i miei sentimenti, mi sento vulnerabile.

-Che mi piaci, credevo che la cosa fosse ovvia, soprattutto con soliloquio del mese scorso-

-Oh sì lo era, ma sentirtelo dire chiaro e tondo lo rende più vero- gli do una leggera spinta e lui scoppia a ridere sonoramente. Lo odio. –Vuoi andare a prendere un gelato?-

-Shawn di questo passo diventerò una botte-

-Meglio, così sono sicuro che non ti guarda nessuno- sfodera un sorriso a trentadue denti, come fa a far sembrare ogni cosa adorabile?

-A parte gli scherzi, devo studiare Shawn, lunedì ho un test di biologia-

-E l'uscita di sta sera?-

-Usciamo, tranquillo, ma devo fare qualcosina oggi, anche perché sappiamo entrambi che, come ogni weekend, ti pianterai a casa mia- le sue guance si colorano di un rosso acceso, è assurdo il modo in cui, entrambi, arrossiamo per ogni singola cosa che dice l'altro.

-Se vuoi rimango dai Jack- borbotta quasi arrabbiato, fortunatamente non ha piantato più frenate, la testa mi fa ancora male.

-Finiscila, anzi, mi aiuterai, così, l'anno prossimo, sarai avvantaggiato-

-Sì infatti non vedevo l'ora di studiare Charles Dickens la scorsa settimana- arriviamo, infine, nei pressi di casa mia. Shawn accosta e butta un'occhiata verso la porta. –Bene, a che ora passo a prenderti questa sera?-

-Ah, quindi guidi tu?-

-Sì dai, devo solo stare molto attento...e poi solo così tu smetterai di pensare che sono un bambino-

-Andiamo Shawn, non fare lo stupido, sai che non lo penso più-

-Davvero? Il fatto che sia un anno più piccolo non ti pesa più?-

-Beh...- lui sbuffa e sbatte le mani sul volante, infastidito. –Non più così tanto, almeno- mi guarda con quegli occhi da Bambi che riuscirebbero a sciogliere il cuore di chiunque. Lo odio. –Dai, levati quel muso lungo, ci vediamo alle otto- mi sporgo verso di lui e gli stampo un bacio sulla guancia, le sue labbra sembrano curvarsi leggermente.

-Ciao Rose- scendo dalla macchina, lui rimane fermo lì, senza muoversi di un centimetro, fino a che non entro. Will, di solito, mi lasciava e se ne andava.

-Stella sono a casaaaaaaaa- urlo, dirigendomi verso camera mia.

-Ehi ehi uragano, fermati un attimo- mi blocca mia sorella, seduta sul divano col computer sulle gambe e gli occhiali inforcati sul naso. –Hai parlato con mamma?-

-Per tutta la pausa pranzo, non la smetteva di piangere-

-E' dai lei- si chiude nelle spalle senza staccare gli occhi dallo schermo, la luce le si riflette sugli occhi. –Comunque volevo dirti che Toby mi ha fatto una sorpresa e mi ha regalato un weekend alla SPA con lui. Posso lasciarti da sola o dovrò tenere il cellulare costantemente acceso?-

-Puoi stare tranquilla, sta sera esco con Shawn e, sicuramente, domani e dopodomani si fermerà in pianta stabile qui da noi...però, fossi in te, cercherei di essere sempre reperibile, non si sa mai-

-Va bene, dovrei darti qualche avvertimento da sorella maggiore ma tanto so che tu non fai sesso, quindi non dovremmo avere sorpresine-

-Ti ho già spiegato che è colpa tua, mi hai scioccato da piccola-

-Ancora con quella storia! Rose sono passati nove anni...-

-Beh metti in conto che ho anche beccato il mio ragazzo due volte con la mia migliore amica e tutti quei ragazzi che alla feste...-

-Okay, okay okay- si porta le mani sulla testa e la scuote, esasperata. –Perché, ogni volta che parlo con te, dopo mi sento confusa?-

-Si pone lo stesso interrogativo anche Shawn, a dir la verità-

-Fatti due domande allora, sorellina- le faccio la linguaccia e salgo, finalmente, nella mia stanza. Mi aspettano due ore e mezza di studio davvero intense. Slaccio la cravatta gettandola malamente sul letto e mi libero delle Converse, ho sempre amato camminare scalza per la casa.

Prendo dalla libreria il volume di biologia e il mio quaderno degli appunti e li poso sulla scrivania. Odio studiare lì, il tavolo è troppo piccolo e, fissare il muro dinanzi a me, cercare di schivare il computer e la tastiera, e non avere abbastanza spazio per mettere tutti i libri, mi mette ansia.

Mentre mi destreggio tra cellule e vari tipi di anemie, la mia testa, qualche volta, si ferma a pensare a come riuscire a sistemare le cose con Nate senza, per forza, perdere Shawn. Perché non posso avere entrambi nella mia vita?

Dopo due ore e mezza di full immersion nel mondo della biologia che, tutto sommato, è molto interessante, decido che è arrivato il momento di prepararmi. Se conosco bene Shawn, sarà qui alle sette e cinquantanove e aspetterà un minuto fuori in attesa che diventino le otto precise.

Apro l'acqua della vasca e spalanco l'armadio, indecisa su cosa mettermi. Scruto un paio di volte i miei vestiti prima di puntare su una gonna rosa con i motivi neri, una maglietta bianca e un cardigan nero, con un paio di stivaletti dello stesso colore.

Ritorno in bagno, collego l'iPhone alle Beats pill e lascio che la musica si diffonda lì dentro, mentre mi libero dei vestiti e mi immergo nella vasca, circondata dalle bollicine e dall'acqua azzurra, colorata dalla bath bomb.

Appoggio la testa al muro e socchiudo gli occhi, devo trovare un modo per sistemare ogni cosa. E poi, voglio smettere di preoccuparmi sempre di tutto, di crearmi mille problemi per sciocchezze, voglio solo far passare quest'ultimo anno di liceo nel migliore dei modi e poi ricominciare una nuova vita a New York, come dice la canzone di Taylor Swift che, in questo momento, sta inondando il mio bagno.

-Rose capisco che ami i concerti e tutto il resto, ma io stavo lavorando ad una causa importante- mia sorella fa capolino nel bagno, lamentandosi, come al solito, della musica troppo alta. Sai che novità.

-Oh andiamo Stella, sta sera andrò al mio primo appuntamento con Shawn, sii clemente, non vorrai mica rovinare la mia giornata, vero?- sbatto le ciglia dei miei grandi occhi verde-ambrati, lei sospira e si passa una mano tra i capelli biondi.

-Quando Regina ti ha trovato, quel giorno, c'era Demons che si riproduceva in continuazione-

-Lo so, la facevo cantare sempre a Shawn quando ero ancora alla Constance, non so bene perché-

-Tutto quello che fai tu, spesso e volentieri, non ha una spiegazione razionale. Quindi, se non ti dispiace, vorrei rimanere qui fin quando non uscirai, e non ti inventare scuse, visto che, quando mamma ha ripreso a lavorare dopo la tua nascita, ero io quella che ti faceva il bagnetto, cercando sempre di affogarti, ovviamente-

-Ovviamente- mi alzo e lei mi porge l'accappatoio, la soffice lana viola avvolge e asciuga il mio corpo bagnato. –Visto che sei in vena, non è che mi aiuteresti ad asciugare i capelli? Sai che non riesco a mai a farli lisci-

-Sei un disastro sorellina, non capisco come tu possa avere tutti questi ragazzi che ti vanno dietro- in genere, me la prenderei a morte per la sua battuta, scoppiando a piangere e, successivamente, facendomi del male. Ma lei, adesso, sta ridendo, e so che sta scherzando. Ed io non mi tocco dall'incidente, sarebbe da stupidi, soprattutto ora che le cicatrici non si vedono più. –Però approvo la scelta del tuo outfit, potrei anche rubarti quella gonna un giorno di questi-

-Ti starebbe troppo larga, lo sai benissimo-

-Finiscila- mi fa sedere davanti allo specchio e comincia ad asciugarmi i capelli, borbottando di tanto in tanto sul fatto che siano troppo lunghi e con due colori diversi. –Dovevi lavarti prima Rose, di questo passo non ci arriverai mai, e Shawn è puntuale come un orologio svizzero-

-Dovevo studiare...e vuol dire che, per una volta, lo farò aspettare-

-Sei tremenda Rose- quando finisce anche di lisciarmeli, sono le otto meno un quarto, ed io sono ancora in mutande e reggiseno. –Okay, ora direi che devi correre-

-Sì, lo credo anch'io- mi vesto velocemente, cadendo per terra un paio di volte. Ma tanto, livido in più, livido in meno.

-Vieni adesso, ti aiuto a truccarti, o ci metterai una vita- non faccio nemmeno in tempo a replicare che lei mi mette immediatamente le mani in faccia. –Perché non abbiamo mai fatto queste cose prima d'ora?-

-Perché tu eri troppo impegnata ad odiarmi, non abbiamo mai fatto tutte quelle cose che caratterizzano un rapporto tra sorelle-

-Beh possiamo rimediare, abbiamo ancora tanti anni davanti, soprattutto quando ci trasferiremo a New York-

-Già tremo- in quel momento sentiamo il campanello suonare e noi due ci guardiamo negli occhi, prima che Stella corra giù ad aprire. Io, nel frattempo, prendo la borsa nera, vi getto dentro il portafoglio e le chiavi e scendo, stando attenta a non cadere. –Te l'avevo detto che ce l'avrei fatta- sfodero un sorriso a trentadue denti, mia sorella, invece, mi tira uno schiaffo sulla nuca. –Auh!-

-Mi raccomando, state attenti-

-Tranquilla Stella, la porterò a casa in tempo per il coprifuoco-

-Divertitevi e basta, ciao ragazzi-

-Ciao- usciamo, finalmente, di casa, Shawn mi guarda e sorride.

-Quindi questo è un appuntamento, giusto?-

-Sì, penso proprio di sì-

-Oggi deve essere la giornata delle confessioni, due in un giorno, potrei emozionarmi- gli faccio la linguaccia mentre lui, da bravo gentiluomo qual è, mi apre la portiera della macchina.

-Tu preoccupati di non ucciderci tutti, signor guidocolfogliorosa-

-Dettagli, dettagli- sventola una mano in aria prima di prendere posto accanto a me e mettere in moto. –Quindi, dove andiamo a cena?-

-Decidi tu, te lo avevo promesso-

-Uhm- si massaggia il mente riducendo gli occhi a due fessure. Shawn, ti hanno detto che entrambe le mani devono stare sul volante? –E se andassimo al ristorante giapponese? Dopotutto sono mesi che non fai altro che ripetermi quanto tu abbia voglia di sushi-

-Siiii- gli getto le braccia al collo, lui ride prima di spostarmi delicatamente. –Scusa-

-Sarebbe un buon modo di morire, questo lo ammetto, ma preferirei pubblicare un paio di album prima-

-Idiota-

-Ehi, sei tu che ti sei gettata tra le mie braccia! Ammettilo che, ormai, non mi puoi più stare lontana- per tutta risposta io allungo un braccio e accendo la radio, cominciando a canticchiare. –Non sei male, alza un po' il tono della voce, voglio sentirti bene-

-Accontentati Mendes, non sono io quella che deve dare concerti-

-E' sempre per la storia di Pyper, vero?-

-Sì- ammetto chinando la testa, il dolore alle costole, quando entra in un discorso, lo sento ancora, forse un po' meno forte ma è ancora lì, che cerca di penetrarmi dentro. –Ma non mi va di parlarne, sai che divento triste ogni volta che la si nomina-

-Va bene, ricevuto, solo cose belle questa sera, dopotutto, la mia ragazza preferita è appena entrata alla Columbia con una borsa di studio, cosa potrebbe andare storto?-

-Camila che spunta al ristorante anche questa volta, hai avvertito Andrew di tenere la bocca chiusa, vero?-

-Tranquilla, mi sono fatto promettere che non le avrebbe detto più niente, o tu lo avresti ucciso-

-Dammi il tuo iPhone-

-Cosa?-

-Dammelo e basta-

-Okay, okay- infila una mano in tasca e me lo porge, io poggio un dito sul tastino centrale ed ecco che il cellulare si sblocca. –Quando hai messo la tua impronta?-

-Non appena lo hai comprato ed io ti ho aiutato a configurarlo, hai messo la mia data di nascita come codice di sblocco, sei così prevedibile-

-Grazie- mormora lui rosso in viso, mentre io mi destreggio tra le impostazioni.

-Il mio si sblocca col tuo nome, idiota-

-Non lo sapevo- non lo sto guardando ma posso giurare che stia sorridendo con il suo solito sorriso da bambino.

-Perché mia madre me lo ha comprato nuovo la settimana scorsa, prima era la password era 'ashton'-

-Chissà perché lo sospettavo-

-Gne gne- gli faccio il verso e gli ridò il cellulare, lui mi guarda confuso. –Ho disattivato il 'trova il mio iPhone', così non ti potrà rintracciare neanche con l'ID Apple-

-Siete diaboliche-

-Scusa se non voglio che spunti al nostro appuntamento come ha già fatto tre volte- sbotto esasperata, ho visto più lei nell'ultimo periodo che Nate.

-Hai davvero detto 'il nostro appuntamento'?-

-Oddio- mormoro, poggiando la testa sulla mani. –E' meglio che taccia, oggi ne sto sparando anche troppe-

-Sai, mi piaci di più quando fai così-

-Ti odio Mendes, è tutta colpa tua- scoppia a ridere mentre parcheggia la macchina proprio di fronte al ristorante giapponese.

-Non ti muovere adesso, devo fare il gentiluomo- scende velocemente dalla macchina e, in un batter d'occhio, è già dall'altra parte che mi apre la portiera. –Madame-

-Grazie- salto giù, sta sera fa caldo, le luci sono tutte accese a Los Angeles e l'aria, intorno a noi, è frizzante, esattamente come quel lontano otto agosto, quando eravamo ancora a Pickering.


Sbaaam!

okay, Starlight è finita da quasi un settimana e Changes è diventata il centro del mio universo. Questo capitolo è, beh, è abbastanza strano, credo di averlo scritto in un periodo di poca ispirazione ma va bene, fa niente.

Anyway, grazie a tutti quelli che votano, leggono e commentano la storia, mi farebbe molto piacere se passaste anche dalle altre.

Detto questo devo proprio scappare, domani ho un esame di spagnolo da cui dipenderà metà del mio anno prossimo.

Grazie di tutto,

un bacio

Rose xx

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