3. Three

UShugs_

Volevo slamente scusarmi per il ritardo, ma, come avevo detto all'inizio, questa storia andrà abbastanza lentamente. Ora tra l'altro ricominciano i corsi in uni, ma farò del mio meglio. Il capitolo è più lungo degli altri, perchè spezzandolo non avrebbe avuto molto senso. 

Buona lettura, spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate!

M xx



3. Three

Joy

I miei occhi si chiusero contro la mia volontà e le mie mani andarono da sole verso le sue spalle, mentre sentii le sue stringere i miei fianchi ed avvicinare il mio corpo al suo.

Aveva qualcosa di strano, qualcosa di misterioso, qualcosa che mi attirava talmente tanto da non riuscire a staccarmi dalle sue labbra. O forse era tutto l'alcool che c'era in circolo dentro di me.

Passò la sua mano su tutta la mia schiena, sfiorandola appena con i polpastrelli, per poi scendere nuovamente alla base di essa. Sentii una scia di brividi formarsi dove passavano le sue dita.

Mi aggrappai di più a lui, portando le mie braccia attorno al suo collo, spinta da non so quale desiderio. Lo sentii sorridere sulle mie labbra.

Forse proprio per quel sorriso realizzai ciò che stava accadendo.

Mi staccai da lui, non molto dolcemente, ma nemmeno in modo troppo brusco e cercai di riprendere fiato. Sentii il suo sguardo addosso, mentre io cercavo di guardare altrove, ma mi prese il mento che le dita e incastrò i suoi occhi con i miei.

"Che c'è piccola?" sussurrò abbastanza forte perché potessi sentirlo anche con quella musica assordante

"Nulla.. io.. mi dispiace ma devo andare" tentai di sottrarmi dalla sua presa, ma sentii le sue dita avvolgersi attorno al mio braccio

Andai a sbattere contro il suo petto, mentre sentii le sue labbra sfiorarmi l'orecchio.

"Almeno dimmi chi sei" sentii il suo fiato caldo sbattere contro la mia pelle

Ringraziai il fatto di indossare una maschera e che in questo modo non potesse vedere il rossore sulle mie guancie.

"Devo davvero andare" strattonai il mio braccio più forte

Mi affrettai a sparire dalla sua visuale in mezzo a quella folla. Cercai Vanessa con lo sguardo ma non la trovai.

'Sono tornata a casa non mi sentivo molto bene, ci vediamo domani. Joy'

Inviai il messaggio e mi affrettai ad uscire da quella villa. Mentre stavo per aprire la porta però mi sentii chiamare. Mi voltai e vidi Luke mentre si infilava la giacca.

"Te ne vai?" chiese guardandomi

"Si, non mi sento molto bene e preferisco andarmene e tu invece?" chiesi osservandolo bene

La giacca di pelle fasciava perfettamente quelle braccia muscolose, che prima erano invece scoperte dalla maglietta a maniche corte bianca che portava.

"Io ho finito il 'turno' e siccome domattina devo alzarmi presto, vado a casa anche se sarei voluto rimanere" disse quasi dispiaciuto, ma sempre sorridendo

Ricambiai il sorriso abbassando lo sguardo. Lui mi aprì la porta e mi fece uscire.

"Ehm.. ti serve un passaggio?" chiese abbastanza imbarazzato grattandosi la testa

"No tranquillo chiamo un taxi" risposi io

"Sul serio non ho cattive intenzioni, solo non voglio che tu vada a casa da sola, per me non è un problema"

Lo guardai bene, non sembrava davvero che volesse farmi del male, in più ero stanca e non avevo voglia di aspettare il taxi e poi pagarlo pure. Alla fine accettai e lo seguii verso la sua auto.

"Però ti tratti bene" mi lasciai sfuggire osservando la sua BMW bianca

"Si beh, diciamo che è da quando sono bambino che ho una particolare passione per le macchine costose e lussuose, soprattutto per le BMW, per cui ho praticamente risparmiato fino ad adesso per comprarmela" sempre con le sue labbra curvate in su mi aprì la portiera dell'auto, per permettermi di salire "Prego"

"Grazie" sorrisi

Aspettai che facesse il giro e poi lo guardai sedersi di fianco a me. Una volta seduto si tolse la maschera e titubante lo feci anche io. Sentii il suo sguardo addosso, così cominciai a guardarmi attorno leggermente a disagio. Avrei dovuto tenere il mio viso coperto.

"Comunque risparmio ancora ora, nel senso ho cercato e trovato lavoro solo per continuare a pagarmela" continuò inserendo la chiave nel cruscotto e girandola

"Ti brillano gli occhi" risi prendendolo un po' in giro

"Beh, è come se mi fossi innamorato" rispose lui dedicandomi una veloce occhiata per poi portare lo sguardo sulla strada ed uscire dal parcheggio

Gli indicai la via di casa mia e lui prese subito la direzione.

"Allora, quanti anni hai?" chiese curioso

"18, quasi 19 in realtà. Tu?" domandai

"20, quasi 21 in realtà" mi fece il verso

"Molto simpatico e maturo devo dire" incrociai le braccia mettendo il broncio

"Anche tu vedo" lo vidi sorridere di nuovo con la coda dell'occhio

Mi presi del tempo per osservarlo meglio. Gli occhi chiari erano concentrati sulla strada e la poca luce che lo illuminava faceva confondere le sfumature verdi con quelle azzurre. I capelli perfettamente sistemati in una cresta erano castani, nè troppo chiari nè troppo scuri ed incorniciavano perfettamente il suo viso. Era un bel ragazzo.

"Se continui così mi consumi" rise lui risvegliandomi dal mio stato di trans

"I-io.." balbettai, ma lui fermò la macchina e mi guardò

"Ehi stavo scherzando, se una ragazza bella come te mi guarda in questo modo, vuol dire che devo essere davvero carino anche io" sorrise, facendomi arrossire

Abbassai la testa in modo che i miei capelli scuri mi coprissero il viso e riuscissi a nascondere il mio rossore.

"Ti ho fatta arrossire" potei sentire dal suo tono il sorriso vittorioso che aveva stampato in faccia

"No" risposi arrossendo ancora di più e voltandomi verso sinistra

In quel momento mi accorsi che eravamo proprio davanti a casa mia.

"Grazie" sorrisi guardandolo

"È stato un piacere" disse avvicinandosi al mio viso

Sentii le sue labbra entrare in contatto con la mia guancia. Mi toccò appena, ma sentii una scossa elettrica attraversare la mia schiena. Gli sorrisi di nuovo sussurrando un 'buonanotte' e scesi dall'auto.

Lo vidi guardarmi finchè non fui entrata in casa, dopodiché lo sentii andarsene.

Sorrisi toccandomi la guancia. Tolsi i tacchi e andai in camera mia, facendo piano per non svegliare i miei genitori. Dopo essermi tolta il vestito andai in bagno, mi struccai e legai i capelli in una coda. Lavai i denti e tolsi le lenti infilando gli occhiali.

Spensi la luce e mi infilai sotto le coperte per poi chiudere gli occhi, ma le immagini di quella sera non volevano andarsene. Il viso sorridente di Luke restava davanti ai miei occhi, in una sola sera ero stata a stretto contatto con ben due ragazzi. Ripensai alla scossa che mi avevano dato le labbra del biondo sulla mia guancia e mi resi conto che non era stato niente in confronto ai brividi provati con il bacio del ragazzo mascherato.

-

"Joy" urlò qualcuno

Mugolai qualcosa rifugiando la testa sotto il mio cuscino, mentre la porta venne aperta bruscamente da una persona che era conosciuta per la sua innata delicatezza da elefantessa che sta per partorire.

"Spiegami perché te ne sei andata ieri!" sentii lo sguardo inquisitore di mia cugina addosso, ma non mi mossi "So che sei sveglia! Alzati e dammi un buon motivo"

"Ho mal di testa Vane, smettila di urlare!" borbottai con la faccia ancora sotto il cuscino bianco

La sentii sbuffare così mi tolsi il cuscino e la guardai storto. Non la vedevo molto bene in realtà, così mi allungai sul comodino per prendere i miei occhiali.

"Cosa c'è?" chiesi abbastanza infastidita dal brusco risveglio

"Dimmi a che ora, con chi e perché te ne sei andata" disse sedendosi sul letto

"Me ne sono andata verso.. non lo so, quando ti ho scritto stavo uscendo. Mi ha accompagnato un ragazzo e non stavo molto bene" spiegai in fretta, sorvolando volutamente su chi fosse il ragazzo

"Frena, frena, frena, cos'hai detto?"

"Che me ne sono andata quando ti ho scritto" dissi guardando altrove

"Dopo?" disse lei

"Che non stavo molto bene?" tentai ancora sorridendo speranzosa

"Joy" disse seria

"Mi ha accompagnata un ragazzo" abbassai lo sguardo sussurrando

"Oddio chi?"

"Il ragazzo del bar" sospirai

"Luke?" chiese sorridendo "È nel mio corso di disegno tecnico all'università, è un bravo ragazzo. Uff, avevo sperato che fosse Gennell" si lasciò scappare, forse volutamente

"Cosa centra Simon ora? Non l'ho nemmeno visto ieri sera" alzai le spalle, poi scesi dal letto e mi diressi verso il bagno

"Certo, come no" mi guardò mia cugina con lo sguardo di chi la sa lunga

"Non scherzo Vane, non l'ho visto e non mi interessa nemmeno sapere se c'era o no" dissi guardandomi allo specchio e rifacendomi la coda

"Chiedilo alla tua lingua se l'ha visto" rise poi

Sentii qualcosa dentro di me, come una brutta, bruttissima sensazione.

"Cosa vorresti dire con questo?" chiesi infastidita, cercando di nascondere il mio turbamento

"Che vi ho visti ieri mentre vi baciavate, non sono stupida Joy" alzò le spalle, mentre il mio respiro si bloccò per un secondo

"Vanessa, credo che l'alcool che hai bevuto ieri non abbia ancora finito il suo effetto su di te. Io e Simon non ci siamo baciati ieri" dissi più a me che a lei

"Tu hai baciato un ragazzo ieri, che non era Luke, ti ho vista non puoi negarlo" disse allora lei "Aveva dei jeans neri, una maglia bianca e una maschera che gli copriva tutta la faccia giusto?" annuii "Era Simon, se non te ne sei accorta non è colpa mia ma ti assicuro che era lui Joy" sorrise, mentre io mi sentii sprofondare

Non poteva essere vero. Avevo baciato Simon Gennell e la parte peggiore era che mi era pure piaciuto. 

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