2. Two.

UShugs_

Scusatemi per il ritardo, ma questa storia, come vi avevo già detto mi sembra, andrà avanti  lentamente, almeno finchè non avrò terminato l'altra. 

Comunque volevo dirvi che ho cambiato un paio di cose nel prologo, quindi vi consiglio di rileggerlo.

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, alla prossima e buona lettura.

Mxx


2. TWO

Joy

"Non mi sento a mio agio Vane, voglio tornare a casa" mormorai davanti alla porta della villa nella quale si sarebbe svolta la festa

Sistemai nervosamente la mia maschera sugli occhi. Si, Vanessa si era ricordata di questo dettaglio mentre stavamo uscendo di casa: era una festa in maschera.

"Smettila, poche storie ormai siamo qui" disse lei in risposta spingendo quel rettangolo di legno

Subito l'odore di sudore ed alcool mi invase le narici. La mia maschera copriva i miei occhi ed arrivava fino al naso. Seguii Vanessa che era avvolta nel suo abito corallo che le evidenziava le curve. Io mi sentivo scomoda per via dei tacchi e nuda per via del vestito troppo corto. A causa della maschera non avevo potuto indossare gli occhiali da vista, per cui sentivo come se le persone potessero vedere dentro i miei occhi, li usavo come barriera. Non avevo mai indossato le lenti a contatto proprio per quel motivo e invece stasera avevo ceduto miseramente ad un capriccio della diciassettenne che aveva cominciato a ballare con un ragazzo che, a causa della maschera, non riuscii ad identificare.

Decisi di continuare il mio giro per cercare un posto in cui sedermi ed arrivai fino alla cucina, dove trovai qualche ragazzo davanti ad un bancone, dietro al quale un altro stava versando del liquido trasparente in alcuni bicchieri.

Mi accomodai su una delle poltroncine marroni che vi erano in un angolo ed osservai i quadri pieni di fotografie appesi al muro. Quanto amavo la fotografia.

I miei pensieri furono interrotti da una mano che posò sul tavolino che avevo davanti, un bicchiere con un liquido azzurro.

"Si intona al vestito" sorrise il ragazzo che poco prima avevo visto dietro al bancone degli alcolici

"Grazie ma non bevo" abbassai il volto timidamente

"Astemia?" chiese curioso

"No, solo non.. non mi piace"risposi

"L'hai mai provato?" continuò

"In realtà no" lo guardai sorridendo appena

"Posso?" chiese indicando la poltroncina accanto alla mia

Annuii. Non sembrava avere cattive intenzioni, anzi, sembrava anche abbastanza simpatico ed era davvero carino, per quel che potevo vedere, siccome anche lui portava una maschera.

"Allora provalo. Solo un goccio, se non ti piace lo lasci lì" aveva sempre quel sorriso sul volto

Lo ascoltai, in fondo non avevo nulla da fare. Magari l'alcool mi avrebbe reso più coraggiosa e mi sarei buttata nella mischia. Presi il bicchiere con la mano sinistra e lo portai alla bocca. Ne bevvi un sorso, forse troppo grande e anche troppo in fretta. La gola cominciò a bruciare e probabilmente feci una faccia di disgusto. Il ragazzo si mise a ridere infatti.

"Bevilo più lentamente e assaporalo bene. Non avere fretta"

Annuii e bevvi un altro sorso. La gola stavolta bruciò leggermente di meno, ma cercai di concentrarmi sul gusto, piuttosto che sulle fiamme che sembravano esserci nella mia gola.

"Allora?" chiese speranzoso

"È buono" annunciai

Sorrise vittorioso.

"Si chiama 'Angelo Azzurro'" disse dopo attimi di silenzio "A me non piace molto" mi confidò sorridendo di nuovo

"E perché mi hai portato proprio questo allora?" chiesi curiosa e confusa

"Beh, il nome mi sembrava adatto a te" disse convinto

Ok, ci sapeva fare con le parole, davvero. E poi io ero una di quelle inguaribili romantiche, che solo al sentire una frase del genere si sarebbero sciolte immediatamente. Sentii le guance diventare improvvisamente calde ed abbassai di scatto lo sguardo.

"Luke comunque" disse porgendomi la mano

"Joy" risposi stringendo la mia nella sua

Parlammo ancora per un po', io sempre nascosta dietro la mia maschera e lui dietro la sua, e alcuni bicchieri dopo, mi impose di fermarmi anche se probabilmente ero già parecchio andata.

Continuavo a ridere, ma ciò che mi stupì di più fu che lui non ci provò con me. Continuò a parlare, senza toccarmi, senza provare a baciarmi. Era dolce, davvero.

"Colton, torna a fare il tuo lavoro" una voce che non riuscii a riconoscere parlò dietro di noi

Mi voltai per ammirare la figura di un ragazzo con un paio di jeans neri, una maglietta bianca e una maschera che gli copriva tutta la faccia. I capelli castani erano alzati in una cresta scombinata dal troppo ballare e forse anche da qualcos'altro.

"Certo amico" disse sorridendo al ragazzo "Scusami" si rivolse poi a me "Cosa ti posso offrire?" continuò ridendo andando verso il bancone

"Ho appena finito la prima scopata, per cui direi un 'Sex on the beach'. Tu dolcezza cosa vuoi?" lo sentii dire verso la mia direzione, ma non mi voltai

"No per lei niente" rispose Luke con una punta di durezza nella voce

Dopo di lui arrivò altra gente, per cui Luke ebbe del lavoro da fare.

Il ragazzo dalla maglia bianca si sedette di fronte a me e cominciò a bere il suo drink, puntando i suoi occhi marroni nei miei. Il suo sguardo mi metteva soggezione, ma sbagliai a spostarlo, perché dopo quel mio gesto i suoi occhi percorsero il mio corpo.

"Direi che forse ho trovato anche la seconda" sussurrò, mentre prese un altro sorso di quella sostanza dal colore rosso arancione

Capendo che si riferì alla scopata, mi sentii in dovere di andarmene, questione di orgoglio e rispetto femminile.

"Direi di no" risposi alzandomi

Lo vidi sorridere da dietro il suo bicchiere. Salutai Luke e gli promisi di passare più tardi e mi diressi verso la pista da ballo.

Mi sentii prendere per un braccio e mi voltai. Ancora quel ragazzo dalla maglia bianca.

"Balla con me" disse vicino, troppo, al mio viso

Sorrisi solamente, forse prendendola come una sfida. Oh, l'alcool aveva effetti decisamente adrenalinici sul mio corpo.

Presi un po' della stoffa della sua maglia e lo tirai con me, in mezzo alla mischia e cominciai a ballare con lui. Le sue mani rimasero sui miei fianchi per tutto il tempo, le tolse alcune volte, ma non scese mai oltre ad essi, il che mi sorprese parecchio, visto che poco prima aveva detto di volermi portare a letto, ma forse era solo una tattica.

Ad un certo punto, fu come un lampo, sentii le sue labbra sulle mie. 





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