5- On my own.

Dev'essereci un'altra via di fuga.
Sono rimasto imprigionato nei miei dubbi.
É da sempre provo ad uscirne, con le mie forze ma ogni volta che faccio alla mia maniera, vengo ingannato dalle menzogne del nemico.
Metterò da parte i miei problemi, sono pronto per te ora.
Liberami, vieni e trovami nelle tenebre ora.
Ogni giorno passato da solo, mi sta sgretolando.
Non voglio più lottare da solo.
Liberami dalla prigione del mio stesso orgoglio.
Mio Dio, mi serve una speranza, non posso negarlo.
E alla fine comprendo che non sono in grado di lottare con le mie forze.
Ogni piccola cosa che ho conosciuto é una cosa che devo lasciar andare.
Sei molto più grande del mondo che ho costruito, per cui cedo la mia anima.
Sto tendendo le braccia verso la tua speranza.
Non voglio essere incompleto, ricordo cosa mi dicesti: "Non devi lottare da solo".

On My Own - Ashes Remain.

I timidi raggi di un sole mattutino illuminavano i corridoi della scuola di Hogwarts già da un po'. Gli studenti, frettolosamente, si dirigevano nelle appropriate aule per la prima lezione del giorno, anche se in volto si leggeva benissimo che probabilmente, se avessero potuto, se ne sarebbero tornati a letto all'istante. Tra tutti, l'unica che sembrava contenta delle lezioni di prima mattina non poteva che essere la grifondoro per eccellenza, che lanciava sorrisi gioiosi a chiunque passasse al suo fianco. Aveva qualcosa nel suo viso, un qualcosa che nessuno riusciva bene a decifrare quella mattina. Ignoravano la decisione che aleggiava nella mente di Hermione. Aveva passato gran parte della notte a pensare, a rimuginare su tutto quello che coinvolgeva un furetto biondo dagli occhi magnetici e alla fine aveva scelto, o meglio, i suoi occhi tristi si erano impadroniti della mente della ragazza e lei aveva deciso di arrendersi. Solcò l'entrata dell'aula di pozioni ritrovandosi un allegro Lumacorno ad armeggiare con una fialetta tra le dita. Sorrise. Probabiomente l'avrebbero ritenuta pazza se l'avesse detto ad alta voce, ma sì, Hermione aveva ben definito degli odori diversi per ogni aula di quel castello che amava tanto. Nell'aula di pozioni, per esempio, aleggiava un profumo che nel mondo babbano avrebbe associato alla cera e al legno fresco.

«Signorina Granger! Buongiorno!» l'allegria del professore era sotto gli occhi di tutti e questo servì ad alleggerire i primi minuti.

«Buongiorno, professore!» lo salutò con un sorriso incerto, quasi imbarazzato ed impacciato.

Si diresse verso il suo posto ed il sorriso si spense nel vedere Ginny. Non avevano ancora chiarito e non aveva intenzione di farlo finché la rossa non avrebbe ammesso di essere nel torto; le voleva un bene dell'anima, ma mai si sarebbe sottomessa alla parte sbagliata.
Ginny, dal canto suo, si sentiva in colpa per essersela presa con Hermione. Odiava con tutte le sue forze Draco e non riusciva a reprimere quei sentimenti, che tanto la riportavano alla morte di Fred.

«Tutto bene, Herm?» le chiese in un sussurro, si sentiva tremendamente in colpa nei suoi confronti.

«Benissimo! Tutto bene! Perfettamente bene.» il suo tono stonava di gran lunga con quello che aveva appena detto.

«Sei sicura? Sembri agitata.» provò ad indagare notando, con una nota di disappunto, le teste di Ron ed Harry porsi verso di loro per origliare.

Lei scosse impercettibilmente il capo mettendola a tacere, ma sapeva che avrebbe di sicuro continuato con l'interrogatorio da perfetta detective se il professore non avesse oltrepassato la cattedra, alzando con soddisfazione la fiala che le aveva visto prima tra le mani. Lo ringraziò mentalmente, i suoi occhi avevano preso una direzione troppo pericolosa per i suoi gusti, posandosi sul fondo dell'aula; quelle iridi la rendevano agitata.

«Bentornati, miei baldi giovani!» li salutò brevemente. «Chi sa dirmi che cos'é questa?» piegò il capo di lato in attesa di qualche mano svolazzante.

Ovviamente, il professore si aspettava la mano di una certa grifondoro alzarsi per prima, ma questo non successe e ben presto tutti gli sguardi furono sul viso di Hermione, che esistante si torturava le mani con enfasi. Aveva così tanti pensieri per la testa, pensieri a cui aveva ragionato per tutta la notte, che proprio non riconosceva la pozione tra le dita di Lumacorno. Era consapevole di non eccellere in pozioni, ma sapeva anche di conoscere quel liquido biancastro che fluttuava nella piccola fiala. Pensa, Hermione! Pensa! Si ripeté per qualche minuto e quando finalmente le arrivò la risposta come una lampadina accesa al momento giusto, in una lunga notte di buio totale, una voce echeggiò nell'aria.

«É la bevanda della pace!» Blaise, soddisfatto di aver attirato lo aguardo del professore su di sé, continuò con superiorità. «É una pozione molto difficile da preparare, non per me, certo! Aiuta la pace dei sensi, rilassa completamente e può essere molto pericolosa! Se la dose degli ingredienti é maggiore a quella richiesta, chi la beve potrebbe cadere in un sonno profondo, spesso senza uscirne mai.» ghignò sapiente, ricevendo un assenso sorpreso dal medesimo professore.

«Molto bene, signor Zabini. Dieci punti a serpeverde!» finì per sorridere. «Dovete sapere che, spesso, questa pozione viene anche usata per l'esame dei M.A.G.O. così ho pensato che avreste potuto fare pratica, siete all'ultimo anno e indugiare ancora mi sembra inutile.» spiegò loro con pazienza. «Formerete un gruppo da due di casate diverse e mi aspetto da voi la massima collaborazione e soprattutto, la massima attenzione nella preparazione!» li congedó ritornando al proprio posto. «Ovviamente... Chi riesce a preparare la pozione in modo perfetto, non rimarrà a mani vuote. Non me ne dimenticherò.» aggiunse, poggiando le mani sul torace e passando lo sguardo su ogni espressione ebete dipinta sul volto degli studenti presenti.

«Non vantarti, Blaise. Te l'ho suggerito io.» borbottò Draco alle sue spalle, facendolo accigliare.

«Io preferisco definirlo 'aiutare un'amico in difficoltà'» lo punzecchiò e posò lo sguardo oltre il serpeverde.

Un sorrisetto spietato torreggiava sul volto bruno di Blaise Zabini, la concessione di Lumacorno era arrivata da lui come un raggio di sole dopo una settimana di pioggia. Poteva compiere i suoi piani, a detta degli altri assurdi, senza interruzione alcuna. Con quei pensieri rivolse un leggero sguardo d'intesa a Draco e corse verso il tavolo di Ginny ed Hermione con estrema eleganza. Il ragazzo lo guardò ed aggrottò le sopracciglia bionde, poi scosse il capo come se l'avesse abbandonato al suo destino. Un po' come aveva fatto con se stesso, era consapevole che avrebbe fatto quella pozione da solo e anche se nel profondo gli dispiaceva non lo dava a vedere.
Portò una mano esasperata nei capelli e li tirò indietro, allentò la cravatta legata al collo e si sentí improvvisamente oppresso da tutti quei pensieri che lo attanagliavano.

«Merlino! Smettila di fare quella faccia da attore melodrammatico. Nessuno ha tentato di ucciderti... Ancora.» sbuffò con aria saccente, non curandosi di qualche sguardo in più su di sé.

Hermione con disinvoltura gli si sedette accanto e aprì un libro che dava tutta l'aria di un vecchio tomo da biblioteca, uno di quelli che Draco le aveva visto tra le braccia la maggior parte delle volte. Quest'ultimo non riusciva a spiaccicare una parola, la guardava inebedito, come probabilmente ogni studente in quell'aula. Ghignò a quel pensiero, sapendo che sicuramente anche Potter e Weasley avevano gli occhi incollati su di lei, al suo fianco.

«Che cosa hai intenzione di fare, Granger?» il suo sguardo era guardingo mentre scivolava sulla sua figura.

«Questa dannata pozione, Malfoy.» Hermione incrociò le braccia sotto il seno, dopo aver sbuffato all'ennesima lettura degli ingredienti. «E adesso dove li prendiamo dei fiori di valeriana?» si morse il labbro nervosamente.

Si guardò intorno preoccupata, le altre coppie si stavano già dando da fare mentre lei e il serpeverde non avevano nemmeno cominciato, eppure Hermione sapeva che Draco Malfoy era considerato lo studente che più eccelleva in pozioni. I suoi occhi ambrati si posarono sulla figura del soggetto in questione e lo scoprì a fissarla, aveva l'aria circospetta, era evidente che non si fidava e non sapeva perché tutto ad un tratto Hermione Granger si fosse seduta accanto a lui per aiutarlo a creare una pozione, come se fossero amici da anni. Realizzò che probabilmente l'aveva presa per una fuori di zucca. Tuttavia, i pensieri di Draco non erano esattamente quelli. Non poteva negare che quella era la cosa più strana che gli fosse capitata in sette anni di scuola, ma allo stesso tempo la confusione stava aleggiando nella sua mente. Perché non l'aveva ancora cacciata da quel minuscolo banco? Non lo sapeva.

«Okay, Malfoy.» lui la osservò girarsi completamente verso la propria figura. «Probabilmente tu e l'intera classe pensate che sia sotto incantesimo.» restò con gli occhi nei suoi, non voleva incontrare lo sguardo di nessun altro o presa dall'imbarazzo si sarebbe persa d'animo. «Tranquillo. Non per vantarmi, ma qui dentro nessuno può fregarmi con stupidi incantesimi. Voglio solo aiutarti, farti capire che non tutti giudicano a spada tratta, che sì, sei maledettamente frustrante, egocentrico, prepotente, idiota, deficiente e... Normale. Come lo siamo tutti. Quindi, non fare di tutta l'erba un fascio!» sfoderò lo sguardo fierissimo, contenta di essere cresciuta nel mondo babbano; i detti dei babbani erano piuttosto utili.

Il rumore intorno a loro era assordante. C'era chi stava cercando di creare una pozione perfetta come Harry e Theo, chi battibeccava sul galateo e le maniere poco garbate come Daphne insieme a Ron e chi come Ginny e Blaise che, in sintonia perfetta, aggiungevano gli ingredienti in un recipiente per mescolarli. Il mondo andava avanti eppure non sentivano tutto quel fracasso, c'era solo l'argento in procinto di mischiarsi all'ambrato.
Il biondo sbatté le palpebre per qualche istante, poi la sua mano si posò sulla bacchetta che strinse tra le dita tanto da fiar sbiancare le nocche. Stava gettando via l'orgoglio ancora una volta per dimostrare a se stesso che lui non era come suo padre, che aveva sempre considerato le sue scelte folli e che non avrebbe mai voluto stare dall'altra parte.

«Davvero? Non ti sembra un po' esagerata come reazione?» Hermione lo guardò con il solito sopracciglio alzato.

«Chiudi quella boccaccia da saccente so tutto io, Granger.» l'ammonì facendo spuntare dei fiori profumati sul banco. «Volevi dei fiori di valeriana o sbaglio?» l'occhiataccia che lei gli riservò lo costrinse ad alzare le spalle con fare innocente, anche se il suo sguardo di innocente non aveva nulla.

«Cerca di non vantarti con me, Malfoy. Ci metto due secondi a schiantarti fuori dall'aula.» lo riprese incrociando le braccia al petto.

«Non credo che schiantarmi fuori dall'aula sia considerato 'collaborazione tra case' secondo la tua adorata preside.» si beffò della ragazza deliberatamente.

Hermione prese un lungo respiro per calmarsi. Il biondo era capace di farle saltare tutti i nervi con poche parole, nessuno riusciva a farla arrabbiare così, nemmeno Ron. Non aveva ancora capito la ragione che scatenasse tutto quel nervosismo; forse erano i suoi occhi tremendamente grigi e sfacciati a farla innervosire oppure quel ghigno di superiorità che le aveva rivolto per anni, ma che in quel momento era privo d'odio.

«Diamoci una mossa.» finì per dire, alla fine, evitando di essere espulsa per averlo colpito e Draco ghignò ancora, un ghigno diverso dai suoi soliti. C'era un sano divertimento e la sorpresa nel suo sguardo, in quel momento parve essere quasi uno studente normale. Quel pensiero la costrinse a scuotere il capo, aiutarlo sarebbe stata un'esperienza strana.

**

«Se continui così ti esploderà tutto in faccia!» picchiettava le dita sul banco, impaziente.

«Se continui a parlare ti uccido.» ribatté lei, girando il contenuto della pozione nel piccolo calderone scuro, al centro del tavolo.

Tutti gli altri studenti avevano già terminato la propria pozione ed aspettavano impazienti di poter uscite dall'aula. Gli sguardi erano sui due insistenti, si erano stancati persino di ascoltarli. Avevano ottenuto solo battibecchi continui che non l'avevano portati da nessuna parte, a causa della grifondoro che zittiva Draco ad ogni minimo intervento.

«Credimi, mi viene voglia di uccidermi da solo in questo momento.» sbuffò portando una mano sulla fronte. Si stava innervosendo non poco.

«Sei libero di farlo.» aggiunse l'ennesimo ingrediente con non curanza; odiava il continuo borbottare del biondo al suo fianco.

«Non posso. Hogwarts perderebbe il più carismatico degli studenti, sarebbe un peccato privarli di tale privilegio.» ghignò divertito, gli occhi puntati sul soffitto dell'aula.

Uno schiaffo arrivò dietro la sua testa, facendolo traballare sulla sedia e il grigio delle sue iridi diventò furente nei confronti di Hermione, che lo guardò con sufficenza. La scenetta non era estranea al resto della classe, in fondo quei due si erano sempre odiati e disprezzati l'un l'altro, ma era davvero l'odio a prevalere su tutto? Nessuno notava il sorrisetto che piegava le labbra della grifondoro, nessuno notava lo sguardo limpido di Draco Malfoy privo di qualsiasi forma di disprezzo. Non sarebbero mai andati d'accordo, quello sì, ma l'odio... Sembrava essere sparito insieme a quella guerra.

«Ben ti sta!» riuscì a dire prima che del fumo, troppo fumo, iniziò a fuoriuscire dal calderone. «Malfoy?» lo richiamò preoccupata, ma il diretto interessato aveva serrato le palpebre per calmare l'ira che le avrebbe sicuramente reversato addosso se solo non avesse fatto appello al proprio autocontrollo, poi portò una mano a tirare i capelli indietro, ignorandola. «Malfoy?» provò di nuovo ad attirare la sua attenzione. «Qualcosa é andato storto qui.» lo avvisò lasciando il mestolo.

Di tutta risposta il biondo aprì gli occhi, spalancandoli a dismisura non appena osservò la 'pozione' che la grifondoro aveva creato. Prese la bacchetta giusto in tempo per fermare l'esplosione che avrebbe sicuramente colpito l'intera aula.

«Ma che Salazar ti salta in mente?!» le urlò contro. «Stavi per farci saltare in aria tutti!» la mise al corrente.

«Beh, avresti potuto darmi una mano invece di startene senza fare niente!» lo rimproverò mordendosi il labbro inferiore con insistenza.

Gli occhi del serpeverde si focalizzarono sul movimento della ragazza; le sue labbra erano diventate piú chiare sotto i denti e venivano ripetutamente morse dal nervosismo.
Senza che potesse evitarlo, si ritrovò a dover respirare profondamente, ancora una volta, per evitare di scagliarsi contro di lei. Com'era possibile che riuscisse a farlo infuriare in quel modo in pochi istanti e far scemare tutto allo stesso tempo?

«Se non mi avessi zittito tutte le volte, avremmo finito per primi.» l'ammonì, facendo sparire il contenuto della pozione con un colpo di bacchetta e cominciando la preparazione da capo.

«Gli ultimi saranno sempre i primi.» alzò gli occhi su di lui con aria spavalda. «Non le segui le lezioni di babbanologia? Ah, che te lo chiedo a fare.» scosse il capo guardando attentamente quello che stava facendo.

«Taci per una buona volta e fai quello che ti dico!» sbuffò alzando gli occhi al cielo.

«Ma chi me l'ha fatto fare?!» borbottò Hermione, stando agli ordini del serpeverde.

**

Dopo la prima lezione del mattino, Hermione camminava per i corridoi con il suo amato libro di rune antiche tra le mani. Era già pronta ad affrontare la lezione seguente, o almeno voleva provarci. Non aveva rivolto più la parola né a Ginny né ad Harry e Ron, anzi, la rossa l'aveva guardata per un tempo che le era sembrato infinito quando lei e Malfoy avevano consegnato la pozione. Un brivido percorse la sua schiena, stava forse sbagliando ad aiutare un ragazzo come lui? Stava forse sbagliando a vederci qualcosa di buono in un ragazzo dagli occhi spenti? Probabilmente per il resto della scuola la risposta non sarebbe stata difficile, in fondo non avevano visto ciò che lei si era ritrovata a vedere nel silenzio più totale. Si sentiva tremendamente confusa, Draco Malfoy l'aveva derisa per sette anni, senza sosta, senza alcun motivo valido e lei gli aveva offerto il proprio aiuto come se niente fosse. Non sapeva se continuare a vivere nel passato o pensare al futuro.

Il resto della scuola sembrava inerme a quelle scelte, il mondo stava andando avanti senza rendersi conto di niente; degli occhi spenti di Ginny e Ron che finivano col pensare al proprio fratello ogni volta che si ritrovavano in un luogo preciso della scuola, di Harry e alla sua cicatrice sbiadita, che sembrava essere più taciturno quell'anno, tanto da aver lasciato andare Ginny nelle mani di una delle serpi, anche se quel particolare era ben sconosciuto al salvatore del mondo. Non facevano molto caso a quanto Neville fosse cresciuto e si sentisse finalmente sicuro di sé, dopo l'essere stato l'unico ad aver affrontato Voldemort quando tutti avevano creduto che Harry fosse morto. Niente era cambiato, eppure era tutto così tremendamente diverso.

«Troppi pensieri, mia cara?» una voce spensierata e candida arrivò alle orecchie di Hermione costringendola a fermarsi.

«Luna!» sorrise non appena la vide. «Oh, no... Sono solo impaziente di studiare il programma di quest'anno!» mentì con un sorriso tirato. Luna sembrava l'unica ad essere sempre la solita; i ricci biondissi saltellavano con lei incorniciandole il viso di porcellana, alla divisa aveva aggiunto delle piccole farfalle che cambiavano colore ad ogni spostamento d'aria e la cravatta dai colori della casata corvonero terminava in piccoli piegamenti sulla punta.

«Probabilmente sei l'unica, Hermione.» le sorrise con aria spensierata. «Anzi, no! A quanto pare Malfoy ha la tua stessa voglia di studiare.» lo indicò alle sue spalle.

La grifondoro sussultò nel sentire quel nome e si voltò per seguire la scia immaginaria data dalle dita affusolate della corvonero, ma non ebbe il tempo di alzare lo sguardo che qualcosa di duro la colpì sulla testa, facendola barcollare e costringerla ad aggrapparsi alla prima cosa che la sua mano riuscì ad afferrare. Dopo qualche secondo, aprì gli occhi ambrati e si ritrovò una cravatta verde-argento a qualche centimetro da lei, tra le sue dita. Un forte profumo di menta fresca la colpì annebbiandole i sensi, aveva paura di alzare lo sguardo e scoprire chi ci fosse davanti a lei, tanto lo sapeva benissimo.

«Ti piace la mia cravatta, Granger?» il sorrisetto divertito che gli comparì sul viso avrebbe potuto renderlo un giovane ragazzo babbano dall'aria serena, se non ci fossero stati i lineamenti principeschi a tradirlo e a renderlo quello che era; uno dei rampolli più ambiti ed in vista delle famiglie purosangue del mondo magico, nonostante tutto.

«Che cosa ti salta in mente, Malfoy? Vuoi per forza che ti schianti?» la ragazza lo guardò con aria truce, lasciò immediatamente la cravatta del biondo ed indietreggiò di qualche passo, stringendo il suo libro al petto, poi passò all'attacco senza guardarlo bene negli occhi. Quel profumo l'aveva confusa.

«Calmati, piccola gallina starnazzante.» la sfidò sapendo di mandarla su tutte le furie. «Per quanto mi appassioni leggere, non mi piacciono le tue noiose letture.» si allontanò da lei con le mani nelle proprie tasche e l'aria spavalda di chi si stava divertendo molto.

La grifondoro rimase imbambolata nel vederlo andare via in quel modo, non capiva a cosa si riferisse, poi tutto all'improvviso strinse i pugni dalla rabbia.

«Purosangue dei miei stivali, che hai detto?!» gli urlò dietro, ma già era troppo tardi. La sua figura si era già dispersa tra le tante, lasciandole il proprio profumo sulla pelle delle dita strette in un pugno, si ritrovò ad osservare la propria mano con il respiro accelerato. Non sapeva per quale ragione riusciva ancora a sentire quel profumo, sapeva solo che era stato capace di scacciare via ogni pensiero aleggiasse nella propria mente.

«Credo che quello sia tuo, Hermione.» la voce di Luna, ancora al suo fianco, la riportò alla realtà... Se quella poteva considerarla tale.

Alzò lo sguardo e vide un libro fluttuare poco distante dalla sua testa. Quello con cui, probabilmente, il serpeverde l'aveva colpita. Con estrema lentezza le si adagiò tra le braccia, anche quello sembrava avere un profumo diverso. Le sembrò di stare impazzendo, rivolse di nuovo lo sguardo dove era scomparso il ragazzo e scosse il capo immediatamente, per scacciare i suoi pensieri sotto lo sguardo divertito e curioso di Luna.

_Angolo Autrice_

Eccoci qui con un nuovo e, devo dire, simpatico capitolo!
Hermione nonostante i pregiudizi di Ginny, Harry e Ron, oltre a tutta la scuola, ha deciso di aiutare Draco nel diventare migliore. *-*
Riuscirà nell'impresa o il serpeverde combinerà una delle sue?
Staremo a vedere! *-*
Ce ne saranno delle belle e non mancheranno i misteri. ;) Se siete curiosi, non vi resta che aspettare al prossimo martedì. *-*

Prima di lasciarvi, vi annuncio che ho iscritto 'Change My Life' ad un concorso che porta il nome di 'Wttprosé' *-* Credo sia un ottima iniziativa da parte degli autori, che hanno l'intento di far emergere le belle storie. *-* Potete trovarlo sul loro profilo :) 👉 wttprose
Passate a dare un'occhiata. ;)

Come sempre vi ringrazio di tutto, visualizzazioni, voti e commenti. Ve ne sono grata, tantissimo! ❤

-Un bacio, Lys.♡

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