37- The other side.
'Non voglio sapere chi siamo l'uno senza l'altra, é troppo difficile. Non voglio mollare qui senza di te, non voglio perdere una parte di me.
Ricostruirò quel pezzo rotto? Lasciar andare e lasciar scappare tutti i sentimenti, l'abbiamo mai visto arrivare? L'abbiamo mai lasciato andare? Siamo sepolti da sogni distrutti, siamo inginocchiati senza un motivo.
Non voglio sapere com'è vivere senza di te, non voglio conoscere l'altra parte di un mondo senza di te.
È il giusto o è il fato? Nessuno lo sa.
Le stelle scelgono i loro amanti, salva la mia anima... Fa male lo stesso e non posso strapparmi via. Non voglio sapere...
Non voglio sapere com'è vivere senza di te, non voglio conoscere l'altra parte di un mondo senza di te.
Non posso vivere senza di te.'
The Other Side - Ruelle.
La stanza di Draco Malfoy era enorme e ricca di quell'eleganza che Hermione gli aveva sempre associato. Non si sarebbe mai aspettata una camera diversa da quella in cui si trovava. Il Malfoy Manor aveva perso quell'oscurità che l'aveva sempre caratterizzato, nonostante un forte brivido era corso lungo la schiena della grifondoro non appena avevano attraversato il salone di fretta e furia. Non aveva dimenticato le urla ed il dolore che aveva provato in quella casa, la paura, l'angoscia e la rabbia verso una donna dallo sguardo folle che l'aveva torturata in modo spietato e facile.
Questa volta, era stato Draco a crollare nel grande salone di casa sua, la ragazza non sapeva spiegarsi in che modo l'incantesimo del mangiamorte era riuscito a scalfire in quel modo il biondo. Erano fin troppe le cose che non sapeva spiegarsi in quei giorni, era stanca mentalmente ed arrabbiata con quel pazzo di Lucius, per aver anche solo pensato di rovinare la pace che regnava nel mondo magico e ad Hogwarts. Ma in fondo doveva aspettarselo, non avrebbe mai potuto passare un anno in quella scuola nella totale tranquillità, solo che innamorarsi di Malfoy l'aveva già presa come un'ardua sfida.
Il diretto interessato se ne stava disteso nel suo letto, le palpebre chiuse ed il respiro lento... Hermione non staccava gli occhi dalla sua figura, sembrava un dejavu. In un baleno un vuoto al petto la colpì senza preavviso, ricordando l'incidente al lago nero e si rese conto che ancora non le era chiara nemmeno quella situazione.
Sospirò e portò una mano alla fronte, aveva rischiato di perderlo ancora ed era stata un ennesima pugnalata al cuore. Perché non riusciva ad esprimere i propri sentimenti? Lo amava, non c'era molto altro da dire, eppure quelle due parole le si fermavano in gola e non trovava alcun modo per lasciarle venire fuori.
Un ticchettio proveniente dalla porta la costrinse a sollevare lo sguardo. Pochi attimi dopo la figura di Narcissa Malfoy si fece avanti in tutta la sua eleganza e aristocrazia; il volto era preoccupato e qualche ruga era presente sotto gli occhi scuri da madre apprensiva. Camminava lenta e controllata, ma lo sguardo era dritto sul figlio, che dormiva ancora come un bambino e probabilmente quello fu lo stesso pensiero della donna, visto che gli si avvicinò e posò la mano, sottile e bianca, sulla fronte del ragazzo.
Hermione si accigliò quando la vide lasciare il viso del figlio e sedersi accanto a lei. Si sentiva inadeguata alla situazione, forse di troppo, o semplicemente sentiva ancora quel brivido correre lungo la schiena al solo starle accanto. Quei lineamenti cosí simili a Bellatrix, anche se più addolciti ed aggraziati, le ricordavano un'immagine che stava cercando con tutte le forze di dimenticare. E decise di sforzarsi, aveva perdonato suo figlio, perché non perdonare anche lei? In fondo li aveva aiutati predicando la morte di Harry davanti al signore oscuro.
«A salvarlo é stato solo il tempismo. La smaterializzazione ha fatto sí che solo alcune scaglie dell'avadakedavra lo colpissero, salvandolo da morte sicura. Tutto questo grazie all'incantesimo non verbale di Blaise, che ha rallentato il tempo affinché la maledizione non riuscisse a seguirvi.» le spiegò con voce neutra, ma ricca di emozioni nascoste e lei si limitò ad annuire. «Ha rischiato molto, ma per fortuna si trovava con tre menti brillanti come le vostre. Pare che fosse troppo stanco, il sonno spiegherebbe il suo dormire per giorni interi. Ha esposto il suo corpo a sforzi che andavano oltre i suoi limiti, quindi non dobbiamo preoccuparci. Dovrebbe svegliarsi a breve.» sorrise sollevata, e la ragazza si sorprese nel vederla gentile. Faceva uno strano effetto.
Rivolse anche lei lo sguardo su Draco, sicuramente non sapeva quanto amore provasse la madre verso di lui o non avrebbe mostrato quelle lacrime sotto lo scenario di una Hogwarts ridotta in macerie. Semplicemente si sarebbe lanciato tra le sue braccia e come un bambino avrebbe pianto sfogando tutte le sue frustrazioni. Quel pensiero la fece rattristare cosí tanto che dovette trattenere le lacrime agli occhi; un Draco impaurito e solo in preda alle lacrime era un immagine che la lacerava dentro.
«Io... Ti devo delle scuse, Hermione.» la voce della donna la fece sobbalzare e spalancare gli occhi. Mai si sarebbe aspettata quelle parole da una come lei.
«Oh no... No, la prego. Non é necessario, signora Malfoy.» provò a dissuaderla, ma lei sembrava intestardita a continuare e lo capiva dallo sguardo sottile, uguale a quello del biondo.
«Avrei potuto aiutarti, aiutarvi. Avrei potuto fermare quella folle di mia sorella, ma sono stata al mio posto senza fare nulla.» allungò una mano e strinse quella della ragazza. «Io vorrei che tu comprendessi il motivo, tutto ciò che ho fatto é stato solo per salvaguardare Draco. L'ho protetto sin da quando é nato ed ho tentato cosí tante volte di strapparlo dalle grinfie di Lucius che porto ancora i segni sulla pelle.» si lasciò andare contro la poltrona a due posti ed Hermione poté notare quanto fosse davvero stanca.
«Anche lui... Anche lui ne ha.» trovò il coraggio di parlare, ricordava aver visto le cicatrici del serpeverde quella notte in infermeria, graffi che rovinavano la sua pelle di porcellana.
«Ero cosí impotente e sola.» annuí in procinto di piangere, ma riuscí a trattenersi. «Ho cercato di dargli tutto l'amore che possedevo, ma eravamo soli in un mondo contro di noi. Crescendo si é adattato alle regole di suo padre e per un lungo periodo ho temuto che sarebbe potuto diventare come lui. Ma Draco non é mai stato d'accordo con Lucius, é stato solo bravo a mascherarlo perché temeva che le sue azioni potessero ritorcersi su di me.» chiuse gli occhi dispiaciuta e lasciò andare un lungo sospiro, sembrava quasi portare un grosso peso sulle spalle.
«Cercavate di proteggervi a vicenda...» accennò un lieve sorriso pensando a quel suo lato premuroso, quello che aveva mostrato a Daphne in quell'ospedale, qualche mese prima.
«Il mio dolore non poteva essere più grande quando cercava di difendermi da suo padre. Oh, Hermione... Il mio cuore ne risentiva ad ogni frustata, pregavo un Dio che mi voltava le spalle ogni volta.» una lacrima solitaria scese dal volto regale della donna e subito la raccolse, per nasconderla. «Draco é la persona più importante della mia vita, ho tentato di proteggerlo in tutti i modi, e lo farò per sempre... Finché mi sarà possibile. Tu mi comprendi, vero? Hai sacrificato la tua vita per salvare i tuoi genitori una volta!» le rammentò aggrappandosi ad ogni sua convinzione, il ragazzo era davvero l'unica luce che era rimasta nella sua vita fatta di oscurità. Per anni intrappolata in un matrimonio che non voleva, che non amava.
Hermione sentí gli occhi pizzicare e le lacrime lasciarsi andare lungo le guance pallide. Ricordava ogni emozione provata in quello straziante oblivion e non voleva ricordarne nemmeno una. Aveva cancellato la sua vita per salvare quella dei propri cari e sapeva che l'avrebbe fatto altre mille volte, se solo ce ne fosse stato bisogno. Non avrebbe potuto sopportare una vita senza i suoi genitori, aveva preferito la loro vita senza di lei.
«Non mi deve alcuna spiegazione, signora Malfoy... Nessuno può capirla più di me.» annuí tristemente. «Il bene é perdonare il male.» aggiunse, liberandosi dalla presa della donna ed asciugandosi le copiose lacrime.
Narcissa riuscí a prendere un respiro di sollievo e pace, aveva liberato il cuore di un ennesimo peso. L'unico rimasto, in quel momento, erano gli occhi di Draco ancora serrati e contornati da occhiaie violacee. Aveva chiesto alla preside McGranitt di tenerlo sotto osservazione, ma mai avrebbe pensato che l'anziana donna l'avrebbe messa al corrente di un sentimento che lo legava alla ragazza seduta al suo fianco. Quella era stata l'ennesima conferma che tutto poteva davvero cambiare, che gli artigli di Lucius non avevano provocato ferite gravi, il veleno non era arrivato al cuore ed il suo amato ed unico figlio si sarebbe salvato da una vita ingiusta, per percorrere la via di un futuro felice.
Negli occhi della grifondoro c'era grande coraggio, ma regnava indiscutibilmente l'amore, mentre gli occhioni grandi e scuri si posavano sulla figura del biondo. Oh, non desiderava altro per lui, l'amore di quei due ragazzi era una benedizione dal cielo per Narcissa.
Non si considerava una brava madre, Draco aveva sofferto e forse la vicinanza di Hermione avrebbe guarito una volta e per tutte quelle ferite cicatrizzate.
Lo sguardo delle due venne attirato da un piccolo movimento di Draco, che strinse gli occhi impercettibilmente e mugugnò qualcosa di incomprensibile. La prima a muoversi fu la madre, ma non andò incontro al grande letto del ragazzo, bensí si avvicinò alla porta e l'aprì senza soffermarsi molto. Solo la voce di Hermione la constrinse a fermarsi sulla soglia.
«Signora Malfoy, che fa? Draco vorrà vederla!» si sollevò anche lei e la raggiunse con poche falcate.
«Se puoi, chiamami Narcissa.» si voltò a sorriderle calma e tranquilla. «E poi... Credo che voglia vedere te per prima, fate con comodo.» si lasciò scappare una risatina ed abbandonò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando la ragazza con un sopracciglio alzato e tanti dubbi.
Non ebbe molto tempo di rimuginare sulla strana frase della donna, quando si voltò venne colpita dagli occhi glaciali di un serpeverde già sveglio e vigile. Hermione rimase immobile, di colpo sentí le gambe fatte di gelatina ed il cuore impazzire per la frequenza dei battiti fin troppo veloce, quegli occhi la fissavano con la stessa intensità di sempre, la scrutavano arrivando dritto all'anima per scorgere chissà quale elemento che potesse aiutarlo. La grifondoro provò a prendere un lungo respiro, ma anche quel gesto sembrava banale davanti al suo sguardo curioso e disperso.
Non era il Draco di sempre; aveva i capelli arruffati e sempre di quel biondo tanto caratteristico, indossava un pigiama di seta scuro che sicuramente aveva scelto Blaise per lui, aveva lo sguardo stanco e fiacco, quasi pigro. Lo vide allungare una mano dalle dita affusolate e posizionarla all'altezza del collo, iniziando una sorta di massaggio. Fu in quel momento che Hermione sorrise riconoscendo il solito furetto spocchioso, proprio quando sul suo viso di porcellana comparve la smorfia infastidita, che costringeva le labbra a storcersi ed il naso ad arricciarsi senza un senso.
«Perché te ne stai lì impalata a ridere?» la sua voce roca ruppe il silenzio della stanza e mise la ragazza in difficoltà.
Draco non capiva che cosa le prendesse, questa volta aveva rischiato davvero grosso e non sapeva nemmeno come aveva fatto a cavarsela, se doveva essere sincero. Però sul volto della grifondoro regnava un sorrisetto che gli era nuovo. Che cosa c'era mai da sorridere in un momento come quello? Era curioso di saperlo, ma quando alzò di nuovo gli occhi su di lei si concesse qualche minuto per osservarla e perdersi nei pensieri più oscuri e nascosti.
«Perché finalmente ti sei svegliato, finalmente sei di nuovo tu.» ammise spostando lo sguardo intorno a sé. «Non mi piace per niente vederti privo di sensi, mi mette i brividi a dire il vero.» aggiunse mordendosi le labbra in forte disagio.
«In parole povere: la mia lingua pungente ed io ti siamo mancati.» la scherní di punto in bianco. Gli erano mancate da morire quelle provocazioni e ne approfittò subito.
«Sí, decisamente mi siete mancati.» lo sorprese di non poco, non era solita ammettere i propri pensieri e sentimenti in modo cosí aperto, ma aveva rischiato di perderlo fin troppe volte per reprimere quelle parole che se ne stavano sulla punta della lingua, in attesa di essere espresse.
«In questo caso, mi vedo costretto a riformulare la mia domanda: che cosa ci fai lì, Hermione?» parlò piano e rimase ad osservarla per istanti che parvero durare anni.
Quest'ultima fece qualche passo verso di lui e sentí il respiro mancare. Si diede della stupida mentalmente, possibile che una ragazza brillante ed intelligente come lei, non riuscisse a farsi avanti e pronunciare quelle due paroline magiche? Ma se c'era una cosa che aveva imparato sull'amore, era proprio il fatto che essere intelligenti non serviva a niente, i sentimenti le offuscavano qualsiasi tipo il giudizio o ragionamento.
Non c'erano altri pensieri da fare, scuse da trovare o modi di scappare... Andò incontro a quelle braccia che l'avrebbero accolta nel modo più caloroso.
Il serpeverde sollevò le coperte dalle gambe e si sistemò sulla sponda del letto, ignorando il contatto dei piedi con il freddo del pavimento. Il suo unico pensiero era stringerla forte e dimenticare tutto l'astio che aveva provato nei suoi confronti in quei giorni. Non gli importava se non aveva il coraggio di dirgli che lo amava, lo aveva visto nei suoi occhi. Senza pensarci troppo si allungò verso di lei con fare sbrigativo e l'avvicinò a sé, poggiò il volto contro il suo grembo e la strinse forte, sotto il sorriso bonario di lei che lo abbracciò a sua volta.
«La prossima volta che mi spaventi cosí, giuro che ti ammazzo io e la facciamo finita!» lo avvertí e lasciò scivolare le mani tra i suoi capelli, in modo cosí naturale che ormai non la sorprendeva più di tanto.
«Tzé, tenti di uccidermi dal primo anno e non ci sei mai riuscita. Nemmeno Hermione Granger riesce a mettermi al tappeto, devo considerarmi un portento o devo dubitare della tua bravura?» si allontanò appena solo per bearla del più bello e raffinato dei ghigni.
«É incredibile, ti amo anche se sei un tale idiota.» si finse sorpresa e sconfortata, ma non si perse l'espressione sul volto di lui. «Come hai fatto a farmi innamorare di te, furetto? Devo dare orgoglio al tuo incredibile fascino o c'é sotto qualche inganno da infida serpe?» lo ripagò con la stessa moneta, ma la voglia di scherzare era sparita, lasciando spazio ad una nuova luce nei suoi occhi grigi.
La reazione del serpeverde fu immediata, senza darle alcun preavviso la tirò sul grande letto e la sovrastó con la sua imponenza. Non c'era alcuna malizia nel suo gesto, i suoi occhi erano gioiosi e brillavano di una luce meravigliosa, Hermione ci stava annegando completamente in quell'azzurro; il ghiaccio si era sciolto, lasciando una distesa d'acqua chiara.
Lui la guardava, si stava godendo ogni dettaglio della ragazza e senza vergogna allungò una mano, accarezzandole il viso in modo lento e delicato. Le sue parole gli rimbombavano in testa ed avevano un suono cosí melodioso, che non poté fare a meno di sorridere.
«Ripetilo!» le ordinò pretenzioso, con la voglia di sentirlo ancora ed il cuore in preda ai battiti inrefrenabili.
Hermione rise cristallina, in quel momento ogni problema sembrava essere sparito. Si guardavano, si cercavano con lo sguardo e si perdevano ognuno nei dettagli dell'altro. Finalmente aveva avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti, si sentiva leggera e felice, nonostante tutto. L'espressione di Draco era una delle più belle che gli avesse mai visto indossare; sorrideva felice e non lo nascondeva, gli brillavano le iridi e lei se ne innamorò ancora una volta.
«Non essere avido, Malfoy.» lo provocò con una scintilla maliziosa nello sguardo. «Non ti é bastata una volta?» socchiuse appena gli occhi quando lui le accarezzò ancora il volto.
«Non basta mai... Tu non mi basti mai.» lasciò le dita scivolare sulle labbra di lei e le aprì appena, soffermandosi sul labbro inferiore. «Ripetilo ancora, Hermione! Non costringermi a tirartelo dalla bocca con la forza!» provò con tutto se stesso a ghignare, ma la voglia di sorridere era più forte di lui.
«Mi sei mancato, Draco.» per la prima volta allungò la mano e gli accarezzò il volto, senza le solite insicurezze.
Il biondo si limitò a guardarla incantato, aveva tra le braccia il rubino più pregiato e ne era consapevole. Non c'era nient'altro che potesse fare per scappare dalle fiamme ardenti delle iridi della sua piccola grande leonessa, sentiva il calore avvolgerlo completamente e si stava cosí bene che si spinse ancor più verso di lei, vietando anche all'aria di separarli.
Si calò a baciarla frettolosamente, aveva bisogno di quel contatto per continuare a respirare e lo sapeva, ne era dipendente.
Le lingue giocavano e si univano nella solita danza paradisiaca, erano schiavi di quella passione che sprigionavano con un semplice bacio. Draco approfittò della loro posizione e si sistemò tra le sue gambe, le mani esperte vagarono lungo i fianchi di lei, scendendo sempre di più e portandosi le sue ginocchia all'altezza del bacino. La ragazza sospirò nell'avvertire il contatto con la sua erezione, che già spingeva impaziente, proprio come lui. Hermione lo baciava con una passione incandescente, una sicurezza del tutto nuova che la stava trasportando in un modo fatto di fuoco ardente e che mandava in fumo il controllo del serpeverde.
Quel ti amo risuonava nella sua testa in mille tonalità diverse e lo amava in ognuna di esse, cosí come amava il profumo della pelle di lei, quella che con cura e desiderio stava baciando ripetutamente, lasciandola in balia di sospiri accellerati e voglie nascoste. Era un perfetto amatore, l'amante per cui si perderebbe la testa e l'uomo che stordisce con il semplice tocco delle dita, ma questa volta fu Hermione stessa a prendere le redini del gioco e senza perdere tempo accarezzò con lentezza il tessuto della camicia, giocherellando con i bottoni. Pian piano, guardandolo con sensualità, allentò quella sottile prigione di seta.
Il ghigno che nacque sul volto del biondo fu indescrivibile; un misto di sorpresa e lussuria, pura passione nelle iridi azzure che non smettevano di osservarla nemmeno un momento. Ad ogni bottone i loro respiri acceleravano all'unisono e la voglia cresceva sempre di più, fino a trascinarli giú, come l'indumento che scivolò via dalle braccia di lui.
«Da quando la bacchettona Granger é diventata cosí intraprendente?» la prese in giro con una risata sensuale e provocatoria.
«Da quando un furetto tutto fumo e niente arrosto é diventato cosí rammollito da costringermi a prendere l'iniziativa.» ribatté senza peli sulla lingua, sapendo di cogliere nel punto vivo del suo ego sconfinato.
La reazione fu immediata e prevedibile. Un ennesimo ghigno arrogante e lui la sollevò senza sforzo alcuno, sistemandosela sulle gambe e afferrandole i fianchi nella maniera più rude che conosceva. Lentamente e di proposito la strusciò sulla propria pertuberanza, costringendola a gemere piano nell'incavo del collo a cui Hermione si era aggrappata. Sentí le labbra di lui sfiorarle l'orecchio e faticò a respirare nel sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
«Fammi vedere che sai fare, grifona.» sorrise sornione e senza darle altro tempo, le sfilò la maglia gettandola lontano da loro. «Dimmi che mi ami!» le chiese ancora come un bambino bisognoso di tanto affetto.
Quest'ultima lo guardò stordita e confusa, stare sotto il suo sguardo lussurioso non era semplice, ma lei era Hermione Granger e poteva benissimo reggere le pressioni di uno come lui. Non aveva ragioni per tirarsi indietro o trattenere quello che sentiva, lo voleva, lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo e non importava se il mondo fuori da quella stanza sarebbe caduto a pezzi, per una volta nella vita voleva essere egoista e pensare al suo cuore che batteva forte ad ogni suo tocco leggiadro. Lo sentiva sulla pelle, nel sangue e nell'anima.
Senza pensarci due volte si spinse contro di lui e lo baciò con tutta la passione che possedeva, graffiando le sue spalle nude ed aggrappandosi a lui come se fosse l'unica ancora immersa nel mare in piena tempesta. Draco di tutta risposta catturò la lingua di lei e la fece sua, sfiorando con le mani ogni pezzetto di pelle lasciato libero, accendendo il desiderio ancor più del normale. Sentiva il membro pulsare in modo incontrollato e sentiva la mente annebbiarsi, vedeva solo lei e sentiva solo il suo corpo muoversi su di sé.
Hermione lo spinse verso il basso, costringendolo a poggiare la testa sul cuscino e lasciarsi osservare dal basso. Cercò con tutta se stessa di imitarlo nei movimenti, scese a baciargli il collo lentamente perdendosi nel profumo di menta, lasciò una dolce scia di baci lungo il petto sul quale si soffermò con carezze leggere, sfiorò l'accenno di muscoli che lui stava contraendo per trattenersi dal farla sua subito, fino ad arrivare al bordo del pigiama di seta, che oltrepassò sfidando i limiti del paradiso.
Draco fu costretto a chiudere gli occhi e stringere quei pugni come non aveva mai fatto, le mani della grifondoro sembravano muoversi esperte e capaci, lo stavano mandando in confusione. Nessuno gli aveva mai fatto quell'effetto e non aveva nessun dubbio al riguardo, solo lei ci riusciva e dopo essersene perdutamente innamorato, ancora non ne capiva la ragione; quegli occhi da gatta ammaliatrice le donavano, quella sensualità che era ignara di possedere lo seducevano fino ai limiti dell'impossibile.
Si muoveva lenta e sinuosa mentre gli sfilava i pantaloni e li gettava ai piedi del grande letto, era una visuale meravigliosa che avrebbe ricordato per tutta la vita.
Hermione ritornò su di lui lentamente, voleva godersi ogni piccola cosa del loro amore, persino la più piccola delle scosse che la colpiva ogni volta che sfiorava la sua pelle con la propria. Non l'avevano fatto la prima volta, la voglia di aversi e la gelosia di lui avevano preso il sopravvento sulla tenerezza, voleva donargli amore, quello che avrebbe dovuto avere sin da bambino. Era cosí difficile reggere quello sguardo sicuro e forte; lame incandescenti, nascoste tra i biondi capelli, la stavano trafiggendo. Le mani erano suoi suoi fianchi e la stringevano forte, mentre sentiva il respiro di lui farsi sempre più irregolare.
«Sei di una bellezza disarmante, Draco Malfoy.» sentí la presa aumentare e sorrise sentendo le guance andare in fiamme, nonostante tutto.
«Fai un complimento a me e sei tu quella ad arrossire?» si sollevò quello che bastava per averla ad un palmo dal viso. «Sei sempre la solita, Granger...» le accarezzò la guancia arrossata e finí con lo sprofondare con le dita nei suoi capelli ribelli.
Quest'ultima chiuse gli occhi e sorrise a quella frase, senza nemmeno rendersi conto che lui le aveva sganciato il reggiseno. Scattò a guardarlo non appena se ne accorse e lo ritrovò a ridacchiare soddisfatto, mentre lo sventolava vittorioso davanti al volto. Perdersi in ogni suo gesto era un danno collaterale del suo amore, ormai non poteva più fare niente per evitarlo. Cosí come non poteva evitare i gemiti che fu costretta ad esternare non appena il biondo afferrò il seno tra le mani e lo strinse con bramosia innata, succhiando la punta del capezzolo come un ossesso.
Il piacere che usciva dalle labbra della ragazza era musica per le sue orecchie da serpe, non voleva sentire altro. Il sapore della sua pelle non lo aiutava a trattenersi, era cosí buono da stordirlo e renderlo incapace di fermare quelle torture e lei ne era estasiata, si spingeva contro le sue labbra con bisogno... Le era cosí mancato che nemmeno la vergogna o l'imbarazzo riuscivano a fermare la voglia che aveva di lui.
Con un gesto repentino Draco ribaltò la situazione, ritrovandosi su di lei ed avendo più dimistichezza nei movimenti. Si spostò da un seno all'altro, mentre con la mano destra scese nell'intimo della ragazza, invadendo in modo prepotente la sua entrata, trovandola fradicia al suo tocco. Non c'era soddisfazione più bella di trovarla pronta e bagnata per lui e per saziare quella costatazione, ritornò a baciarla con tanto di morsi. Le dita del serpeverde si muovevano veloci in modo circolare e calcolato, donandole un piacere immenso. Hermione sentiva il basso ventre andare in fiamme e si dimenava per averne sempre di più, stringendo le gambe intorno al bacino di lui e stringendo i capelli tra le dita.
«Draco, ti prego!» piagnucolò davanti alla risata del biondo, gemendo subito dopo. «Voglio sentirti adesso, subito, non torturarmi in questo modo.» lo baciò nel vano tentativo di convincerlo.
«Non essere avida, Granger!» la imitò, spingendo in lei due dita e riuscendo a strapparle un urlo strozzato. «Non ti é bastata una volta?» continuò a prenderla in giro, ma sapeva che avrebbe resistito poco, la desiderava troppo per riuscire a trattenersi ancora.
«Bastarmi? Io vorrei che tutto questo non finisse mai!» rispose del tutto sincera, incatenando il suo sguardo al proprio, ammaliatore come pochi.
L'ennesima frase inaspettata che scatenò nel serpeverde un tornado di emozioni, si stava lasciando andare completamente a lui, come non aveva mai fatto prima. Aveva messo tra le sue mani il libro dei suoi pensieri e gli stava concedendo di leggere ogni pagina, di ammirarne il contenuto ed amare ogni singola parola non detta per paura di esporsi troppo.
Perché non ricambiarla con la stessa moneta? In fondo le aveva confessato i suoi sentimenti cosí tante volte, che poteva risultare banale qualsiasi parola avesse usato.
Hermione se ne stava in attesa, la ragazza più brillante della sua generazione non aveva vergogna di pendere dalle labbra del serpeverde per eccellenza, bella come poche al mondo, Draco era folgorato dalla sua immagine; i capelli castani ricadevano scompigliati sul cuscino bianco latte, le guance erano arrossate, gli occhi lucidi e le labbra piene. Chiedeva di più, chiedeva ogni cosa e lui non poteva negarle quella richiesta, volevano le stesse cose.
Baci roventi, carezze decise e pensieri diretti verso la stessa direzione. Il biondo fu il primo a liberarsi dei boxer, troppo stretti da fin troppo tempo, poi con un sorrisetto provocatore afferrò il bordo delle mutandine di lei e le calò giù fino a trovarsele tra le mani. Gli occhi di Hermione brillavano sotto la visuale di Draco Malfoy che le portava al volto ed inspirava il suo profumo, come se fosse la sua droga preferita.
«Hai un profumo bellissimo, Hermione...» strinse gli occhi per poi tirarla contro di sé, costringendo le loro intimità a scontrarsi. «Anch'io sono stanco di aspettare.» si calò su di lei, annullando ogni distanza tra i loro corpi.
«Ti amo, Draco.» ripeté finalmente, provocandogli un sorriso felice. Avrebbe voluto vedere quell'espressione per tutto il restante della propria vita, per sempre.
E ci avrebbe fantasticato ancora se lui non l'avesse penetrata con tutta la forza che possedeva, costringendola a lasciar andare un urlo sconnesso e ad aggrapparsi alle sue spalle, graffiandole per controbattere a quella spinta esagerata. Era straordinario il loro modo di sfidarsi anche quando l'unico intento era fare l'amore e amarsi in ogni modo possibile. Si stringevano le mani, si baciavano ovunque, le loro labbra si cercavano e l'avrebbero fatto sempre. I loro corpi si fondevano con forza e prepotenza, tanta da riuscire a colmare la mancanza che avevano sentito l'uno dell'altra.
Un momento del tutto sbagliato, un mondo che al di fuori di quella stanza stava per cadere nel caos più totale, le forze delle tenebre stavano avanzando nella luce con un piano ben elaborato. Degli occhi chiari, gemelli di quelli di Draco, brillavano sicuri e ricchi di una malignità superiore, diversa.
Le labbra dei suoi seguaci si bagnavano tutte nello stesso momento di un sapore strano, rendendoli inattaccabili e vuoti, come i loro occhi.
Una nuova guerra era alle porte.
_Angolo Autrice_
Quanto avete aspettato per leggere tutto ciò? Tantissimo! E mi scuso per questo, ma credetemi se vi dico che Dio sembra essersi accanito contro di me, visti i mille problemi che sto affrontando! Faccio quel che posso per aggiornare, non ho assolutamente intenzione di lasciare la storia incompleta, siamo agli sgoccioli ed é giusto che voi abbiate un finale, cosí come lo meritano i protagonisti ed io stessa!
Quindi, bando alle ciance! Come vi é sembrato questo capitolo? Narcissa sembra avere tutti i buoni propositi per un futuro matrimonio xDxD E Draco ed Hermione sembrano accontentarla e fare addirittura le prove per un piccolo Malfoy! XD
Ma ricordate che si sta avvicinando la guerra! Momenti bui e difficili li attendono. Presto dovranno affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile... Ricordate, no? *-*
Ma cos'é che Silente dice sui momenti bui e tenebrosi? U.U
Susu, rispondete...u.u
Intanto, volevo ringraziarvi per tutto l'amore che dimostrate per questa storia, siamo a ben 49k, senza di voi non so se riuscirei a farcela, quindi é giusto che anche voi festeggiate con me per la grande vittoria; per chi si fosse perso il mio messaggio, vi annuncio che il cinque ottobre 2018 sono stati pubblicati i risultati dei Wattys! Ed io sono lieta ed orgogliosa di dirvi che Change My Life faceva parte di questi vincitori. *-*
Ha ricevuto il premio nella categoria 'I Maghi Del Fandom' e beh... Quale nome più azzeccato di questo? *+*
Quindi, grazie ancora a tutti, ce l'abbiamo fatta... ABBIAMO VINTO. *-*
Detto ciò, vi lascio, prometto di pubblicare presto il prossimo capitolo, ma non posso promettervi che sarà dolcioso come questo...u.u
Un bacio, Lys.♡
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