36- It has begun.

'Anche un luogo ben illuminato può nascondere la salvezza.
Una mappa per un labirinto solitario che non vede mai la luce del sole.
In cui i perduti sono gli eroi ed i ladri vengono lasciati ad annegare.
Ma ormai tutti sanno che le fiabe non si trovano in giro, sono scritte nei muri.
Mentre camminiamo in fila, inginocchiati nel fango, mentre una frana si avvicina, ma niente potrebbe impedirci di strappare il nostro posto alla luce del sole.
Affronteremo le avversità davanti a noi e ci getteremo nella paura da cui fuggiamo.
Ha avuto inizio, nelle tenebre sottostanti, eludendo le ombre, ciechi nell'abisso dell'ignoto cadiamo nella profondità della terra.'

It Has Begun - Starset.

Il freddo era calato intorno a loro, costringendoli a rabbrividire all'improvviso cambio di temperatura. La grotta si presentava palesemente scura e tetra, un leggero gocciolare metteva tutti in allerta, mentre gli occhi vagavano ovunque. Non avevano mai visto un luogo del genere e quello fu una spina nell'orgoglio di Hermione Granger.

Aveva sempre creduto di sapere ogni cosa, aveva studiato cosí tanto per imparare qualsiasi argomento riguardasse il mondo magico, ma quel posto era la prova che si sbagliava di grosso. Capitava fin troppo spesso in quell'ultimo anno, tutte le sue certezze erano decisamente crollate e sotto i suoi piedi sentiva il vuoto assoluto. Pregò che qualcuno si accorgesse di lei in caso di precipitazione, ma semplicemente sentiva un'incertezza che la stava costringendo a vacillare.

Possibile che aveva sempre pensato cose sbagliate? A quella domanda il suo sguardo si posò inevitabilmente su Draco, che teneva gli occhi attenti e davanti a sé per ogni evenienza. La sua testa non faceva altro che indurla a ripensare ai vecchi ricordi che la legavano a lui, quelli che avrebbe volentieri chiuso in un cassetto per poi buttare la chiave chissà dove.
Quel ragazzo biondo e la convinzione di non poter mai provare per lui nulla oltre all'odio, era stata la prima a crollare e lasciarla in balia di mille emozioni contrastanti che l'avevano portata ad innamorarsi di lui senza remore.

Si sentiva cosí inutile che non riuscì ad aprire bocca nemmeno quando sfociarono in un'ambiente nettamente diverso a quello che si erano ritrovati a percorrere; uno spazio immenso si estendeva lungo una circonferenza grande tanto quanto il loro campo di quiddich. Il soffitto era simile al cielo di notte, ma quando quei puntini luminescenti, che avevano dato l'impressione di essere milioni di stelle, si mossero verso di loro si resero conto che si trattava di semplici gocce d'acqua.

Vennero circondati dai una pioggia fluttuante che li rese visibilmente fradici, ma non ci badarono molto. Gli occhi di tutti e quattro erano fissi sulla grande cascata luminosa che sfociava in un piccolo laghetto. La tonalità dell'acqua non era quella che erano abituati a vedere, era particolarmente blu e marcava tutto il territorio intorno di riflessi a onde, come per magia. Quella era pura e vera magia che li stava incantando, ma la prima ad interrompere quel contatto visivo fu Ginny che con le dita andò a sfiorare una delle tante gocce.

«Non ho mai visto una cosa simile.» osservò la sua pelle colorarsi di un azzurro chiarissimo, per poi ritornare normale dopo pochi istanti. «Credo che nessuno abbia mai visto una cosa simile.» rettificò avanzando di qualche passo per osservare meglio.

Con un semplice movimento estrasse la collana con il ciondolo e lo sollevò fino a poterlo avere ad un metro dal proprio viso, constatando che il liquido che conteneva era uguale a quelle cascate che scorrevano lente ed ammalianti. Erano nel posto giusto, ne avevano la certezza. Forse una delle poche che avevano in quel momento. Ognuno di loro aveva una paura nascosta nel cuore e dei pensieri che frullavano ininterrottamente.

Draco, dopo aver distolto lo sguardo da Ginny, prese a camminare con il suo solito fare sicuro e spavaldo. Iniziò a percorrere uno dei lati che circondava la grande fossa piena d'acqua ed i suoi occhi furono attratti dalle tante incisioni sui muri perfettamente intatti, ma ricchi di polvere bianca. Non aveva mai visto nessuno di quei disegni, eppure nel suo subconscio sentiva qualcosa che rendeva tutto quello tremendamente familiare.

«Quindi é questa la destinazione a cui voleva portarci quella chiave.» anche la voce di Blaise si fece sentire, mentre guardava la grifondoro secchiona imitare il migliore amico.

Scosse il capo e sorrise nel vedere Hermione dalla parte opposta di quella di Draco, i loro gesti erano cosí simili che si chiese come avevano fatto ad odiarsi per anni e restare lontani, quando la scarica di adrenalina che emanavano insieme, riusciva a colpire chiunque li affiancasse. Arrivò all'unica conclusione plausibile e sicura; erano due stupidi in campo amoroso. Non c'era alcun dubbio.

«Le rocce sono antichissime, sono fatte di un materiale che non riesco a definire bene.» la grifondoro continuò il suo giro di perlustrazione mentre parlava. Non avrebbe mai dimenticato un luogo del genere.

«C'é qualcosa che riusciamo a definire qui dentro?» sorprendentemente fu Draco a seguire quella sua affermazione, attirando il suo sguardo su di sé in meno di un secondo.

Possibile che il cuore le battesse per una semplice frase? Come si era ridotta la grifondoro per eccellenza? Si era sempre convinta che non avesse bisogno di quel tipo di attenzioni per andare avanti, gli amori struggenti preferiva leggerli invece di viverli. Lei non voleva essere la Belle delle favole, che trasforma la bestia in un principe e finisce col vivere la vita che sognava sin da bambina. Eppure... Si era innamorata di lui con tutta se stessa, ma non aveva abbastanza coraggio per dichiararsi apertamente davanti a quegli occhi glaciali; un vero e proprio paradosso, visto che i grifondoro avevano sempre coraggio da vendere.

«Herm, non ti allontanare troppo! Ci manca solo che ci perdiamo di vista ed il gioco é fatto!» Ginny si piegò sulle ginocchia ed immerse le dita nelle acque chiare. Nella sua voce c'era quel fare materno ereditato da Molly.

«Che Salazar ce la scampi! Tesoro, credo che tu dovresti essere più ottimista.» il sorrisetto di Blaise fu sarcastico e la raggiunse con la sua dose di allegria, ma la ragazza era fin troppo occupata a cercare chissà che cosa nella propria borsa.

Dall'altro lato della grande caverna, un'enorme roccia si estendeva lungo tutta l'altezza, sorpassandoli in una maniera disarmante e dando l'impressione di arrivare davvero alle stelle e alla luna, in quel momento coperta dal cielo azzurro e dal sole.
Hermione osservava la pietra con curiosità ed un cipiglio che quasi tutta la scuola conosceva fin troppo bene; c'era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione. Difatti, non appena si avvicinò e passò le dita affusolate in modo da togliere i granelli di polvere, delle incisioni comparvero davanti ai suoi occhi facendola sussultare.

Estrasse dalla borsa una boccetta dal contenuto viola e né versò sul palmo qualche goccia, subito dopo si calò a soffiare sulla propria mano, facendo sí che la polvere sull'intera pietra scomparisse, rivelando a lei il testo di chissà quale antichità. Ripose la boccetta al sicuro e con gli occhi si guardò indietro per controllare se qualcuno avesse avuto le sue stesse intenzioni, ma Ginny e Blaise sembravano troppo occupati ad analizzare le acque e Draco... Lui era a pochi passi e la guardava con adorazione, impossibile non esserne contenta ed arrossire sotto i suoi occhi cristallini.
In fondo, niente avrebbe impedito ai due di amarsi, nemmeno se a dividerli c'era un sorco insormontabile.

«Qui c'é qualcosa!» deglutì nel vederlo semplicemente annuire e raggiungerla a passi fin troppo lenti.

Gli diede di nuovo le spalle per distogliere lo sguardo, era troppo carico di emozioni che la mandavano in confusione, ma fu inutile non guardarlo quando la sua presenza la sentiva perfettamente dietro di sé. Un calore la invase rendendola poco lucida e non andava affatto bene, avrebbe dovuto prestare tutta la sua attenzione a ciò che si trovava davanti a lei e non al troppo tempo che era passato da quando lui le era stato cosí vicino. Scosse il capo a quel pensiero, doveva togliersi tutte quelle sciocchezze dalla testa, non era il momento per pensarci. Non avrebbe permesso che la storia si ripetesse, non di nuovo.

«É una lingua molto antica, greco sembrerebbe.» aguzzò gli occhi per leggere. «Dall'acqua sapienza noi draghi sveliamo, il falso silenzio ognor combattiamo. Della luna noi siamo guerrieri valenti, siam draghi di luce da sempre presenti. Tra il vento e le nubi voliamo maestosi, guardarci negli occhi il vile non osi. Custodiamo nel tempo tesori celati da oscure caverne e monti assolati. L'anti-...» venne interrotta dalla voce del biondo dietro di sé.

«L'antica saggezza portiamo nel cuore, forza, fierezza, coraggio ed onore... Alla vita e alla morte doniamo valore.» continuò per lei, senza nemmeno guardare le scritte.

Hermione si voltò a guardarlo di scatto, non capendo come avesse fatto a sapere il finale di quella strana filastrocca, che le aveva messo una bella dose di ansia. Draco aveva il volto basso e le mani strette in un pugno. Non capiva che cosa stesse succedendo, perché conosceva quelle parole senza averle lette?
Senza pensarci si avvicinò a lui con la stessa naturalezza che aveva usato in quegli ultimi mesi, era diventata un'abitudine che avrebbe fatto fatica a dimenticare, allungò una mano per afferrare quella di lui, che al suo tocco alzò gli occhi nei suoi; confusi, spaesati e sorpresi.

«Draco, come...» provò a chiedere qualche informazione, ma lui delicatamente si ritrasse dalla sua presa e si avvicinò alle incisioni. «Mi spieghi che sta succedendo?»

«Ora ricordo... Ora ricordo tutto... » lasciò scorrere le dita impregnandole di polvere. «Era tutto cosí confuso, ma ora é cosí tremendamente chiaro.» ritirò la mano e si voltò a guardare di nuovo Hermione, che intanto attendeva una risposta comprensibile.

«Continuo a non capire! Spiegati meglio, che cos'é che ora ricordi?» lanciò un'occhiata veloce per controllare Blaise e Ginny, quest'ultima stava prendendo appunti sul luogo in cui si trovavano, mentre il primo le diceva cosa scrivere.

«Le parole della sirena del lago nero! Mi ha trascinato lungo il fondo, non riuscivo a respirare e lei mi ha toccato il petto. D'un tratto vedevo, sentivo e respiravo come se stessi sulla terra ferma. Mi ha parlato di una profezia legata al mio nome, che non é stato scelto dai miei genitori, ma da qualcuno di cui non mi ha rivelato l'identità. In qualche modo sapevano che un giorno sarei dovuto andare contro la volontà di mio padre e quel giorno é arrivato! Devo assolutamente parlare con mia madre e noi dobbiamo andarcene da qui, subito!» le afferrò un polso e prese a camminare con passo svelto, senza lasciarle la possibilità di ribattere a quella vaga e confusa spiegazione.

«Tutto questo é assurdo! Di che profezia stai parlando? E perché la sirena del lago conosce tutte queste cose su di te? Pensi abbia qualche legame con tua madre?» con fatica sparò a raffica tutte le domande che le frullavano in testa, venendo completamente ignorata.

Con uno sbuffo di frustrazione si fermò, costringendo Draco ad arrestare il passo e voltarsi per l'ennesima volta a guardarla. Odiava non essere messa al corrente, era giusto che tutti sapessero che cosa stesse succedendo, la storia non si sarebbe ripetuta. Nessuno si sarebbe fatto male e sarebbero tornati al castello sani e salvi. Non c'era niente che Hermione desiderasse di più in quel momento. Perché lui sembrava non capirlo?
Semplicemente, stava cercando di portarla lontano da quel luogo, di proteggere l'unica cosa che gli aveva permesso di vivere negli ultimi mesi, di vivere davvero come non aveva mai fatto.

«Non é il momento delle domande. Ti spiegherò tutto quando saremo al Manor.» le assicurò, ma non si perse un lampo di vuoto che passò negli occhi della ragazza. «Devi fidarti di me, Hermione. Questo é il momento in cui devi farlo davvero, dovete farlo tutti.» si lasciò andare in una carezza leggera sul suo viso e lei non ebbe dubbi nel lasciargli le redini della situazioni, anche se avrebbe significato lanciarsi nel vuoto senza precauzioni. In fondo era stato cosí fin dall'inizio con lui e di certo non si sarebbe tirata indietro arrivata a quel punto.

Annuí semplicemente e ripresero la loro camminata veloce, fino a raggiungere Ginny e Blaise che nel vederli mano nella mano, sorrisero appena. Sorriso che sparí non appena si focalizzarono sul volto di Draco; Blaise conosceva bene quell'espressione e non stava a significare nulla di buono.
Ginny chiuse il suo blocchetto che aveva riempito di appunti e lo ripose in borsa, avvicinandosi subito dopo ad Hermione.

«Che succede? Perché quelle facce preoccupate?» si perse lo sguardo di Blaise che saettò lungo l'entrata, che avevano usato per raggiungere il luogo.

«Vi spiegheremo tutto quando ce ne saremo andati via da qui.» la grifondoro rassicurò l'amica e prese a trafficare nella propria borsa per afferrare la bacchetta. «Usiamo la smaterializzazione per andare a Malfoy Manor.» la sua voce si spense nel pronunciare le ultime due parole.

«Troppo tardi.» la voce di Blaise attirò la loro attenzione prima che la sua fidanzata potesse aprire bocca. «Non siamo soli.» asserì con la bacchetta alla mano ed il ghigno di un vero serpeverde.
Gli occhi di Draco Malfoy si strinsero appena, saettando da una parte all'altra, intento a controllare ogni punto che li circondava. Istintivamente strinse le mani intorno alla bacchetta e fece un passo avanti, non avrebbe permesso a nessuno di torcere anche solo un capello alla ragazza dietro di sé. Non si era mai trovato in una situazione del genere ed il cuore gli batteva a mille, ma non doveva perdere il controllo e la concentrazione.

Un rumore arrivò ovatto alle loro orecchie, un ticchettio che rimbombava per tutto il passaggio che avevano usato. Si misero tutti in allerta e con la propria bacchetta alzata in segno di difesa.
Improvvisamente il ticchettio venne rimpiazzato da una risata agghiacciante, una risata che parve pietrificare Hermione più di tutti e la quale entrò sotto la pelle di Draco; una risata impossibile da dimenticare.

Dall'ombra una figura si fece largo ed avanzó verso di loro con un sorrisetto spietato dipinto in volto e gli occhi scruri scavati nella pelle bianca. Avvolto in un completo nero come la pece, si mosse elegante e sicuro di sé, mentre gli occhi non si staccavano un secondo da quelli argentei di Draco.
Rabastan Lastrenge odiava profondamente quel ragazzo, forse era invidia la sua, visto che il biondo portava la fama del più giovane seguace di Voldemort in tutta la storia dei mangiamorte. Oh, era sicuramente l'invidia.

«Giovane Draco Malfoy, finalmente ci rivediamo.» alzò l'angolo delle labbra all'insù, in una sorta di saluto.

«Lastrange, che onore.» sputò il suo nome con controllata rabbia nel tono, ma le sue iridi erano iniettate di sangue.

«Vedo che hai portato degli amici con te, ma non mi stupisco, sai? Non sei mai riuscito ad adempire ai tuoi compiti da solo.» lo provocò, ma stranamente il biondo rimase dov'era, con l'autocontrollo perfettamente intatto.

«Già, tu eseguivi gli ordini di Voldemort come un cagnolino. Patetico.» ghignò in modo prepotente e soddisfatto, sapeva bene in quali punti colpire e forse parlare avrebbe donato loro tempo e modo per riuscire a scappare.

I pugni di Rabastan si strinsero senza remore, ma ad attirare l'attenzione dei ragazzi fu il cenno che fece nel vuoto, che li costrinse ad indietreggiare di poco.
Subito dopo altre due figure comparvero alle spalle dell'uomo, stessi occhi scuri e stessa malvagità sul volto.
Draco non fece fatica a riconoscerli e come lui nemmeno le due grifondoro, l'unico a guardarli con superbia ed indifferenza era Blaise, pronto a qualsiasi attacco da sferrargli contro.

Alla sua destra se ne stava Antonin Dolohow nel suo solito pallore bianco, il volto lungo e spigoloso ed il ghigno spietato che ebbe anche quando assassinò i fratelli di Molly Weasley, senza pietà.
Hermione nel guardarlo poteva sentire ancora le vene esplodere per il troppo dolore ed i sensi abbandonarla del tutto, cosí come accadde al loro ultimo incontro; l'attacco nei dipartimento dei misteri.

Alla sua sinistra invece, con un sorriso rozzo e prepotente, si fece avanti Amycus Carrow. Passò lentamente la lingua sulle proprie labbra in modo disgustoso, quando posò il proprio sguardo sulla bella Ginny e sorrise prepotente nel ricordare la maledizione cruciatus che le lanciò contro mesi e mesi prima.

«Pensate di spaventarci in questo modo?» la domanda arrivò da Blaise, che prontamente coprì la sua fidanzata con il proprio corpo e si fece avanti. «Non siete altro che un trio di falliti.»

«Il tuo amico non é molto cortese, Draco. Dovrebbe avere una bella lezione, non credi? Magari, come quelle che ti dava tuo padre.» il più giovane dei Lastrange afferrò la sua bacchetta con maestria, ma fermò il suo intento quando si accorse che nemmeno quella provocazione fu capace di smuovere la calma del ragazzo.

«Io credo che ad avere una bella lezione sarete voi, nessun altro.» si complimentò con se stesso per la calma mantenuta, in fondo sapeva che l'amico era un ottimo duellante.

«Magari... Il dolore colpirà quegli occhi ambrati che ti guardano di continuo. Sono molto deluso da te, una sporca mezzosangue. Sul serio?» fu Dolohow a sollevare la bacchetta quel tanto che bastava per puntarla contro Hermione.

Quest'ultima non si fece attendere e ricambiò il favore, sorprendendolo. Aveva quasi dimenticato il coraggio che possedeva quella ragazza, capace di tener testa alle torture di Bellatrix e di alzare il capo contro il signore oscuro nella grande guerra. Era sicuro che non avrebbe spento la sua determinazione facilmente, aveva già fallito una volta.

«Hermione Granger, come sta la tua cicatrice?» il suo tono divenne rabbioso, sprezzante. D'altronde era considerata una sangue sporco.

«Fai troppe domande per i miei gusti, falla finita e lasciaci passare.» non si nascose dietro il serpeverde, anzi. Avanzò fiera e coraggiosa come una vera leonessa.

«Stanno cercando di prendere tempo, sanno che perderanno.» Ginny esordí con un sorriso felice sulle labbra, anche se dentro di sé la paura di perdere anche un solo componente di quello strano gruppo che si era formato, la costringeva a tremare.

«Eppure io ci sono andato vicino, stavo per mettere fine alla tua sporca vita indegna.» un ultimo ghigno, un'ultima provocazione per scatenare il delirio più totale.

Era bastata quella semplice frase a far crollare il muro fatto di cemento e magia che si era creato Draco Malfoy. Era bastata quella semplice affermazione a far sí che perdesse quel suo sorprendente controllo, che ormai era scivolato via insieme ai buoni propositi di evitare lo scontro. Il solo pensiero che un essere come lui avesse tentato di mettere fine alla vita di Hermione gli faceva pulsare il sangue in modo più repentino, gli faceva battere il cuore dalla rabbia e lo costringeva a respirare con fatica. Fu quella la causa che lo spinse ad alzare la bacchetta contro il mangiamorte alla sua destra.

«Sectumsempra!» la voce del biondo risuonò rabbiosa e vendicativa contro di lui, mentre un sorrisetto soddisfatto nasceva sulle labbra di Rabastan, che era riuscito nel suo intento; scoprire il suo tallone d'Achille.

Un fascio di luce rossa lasciò la punta della bacchetta di Draco, nell'intento di colpire il diretto interessato, ma l'uomo fermò senza alcuno sforzo l'incantesimo, lanciando a sua volta un 'crucio' ma verso Hermione, che lo schivò prontamente con un incantesimo di protezione. Il serpeverde parve scoppiare in una crisi di nervi, strinse i pugni con gli occhi iniettati di sangue e scagliò più di un incantesimo contro i tre mangiamorte.

«Stupeficium!» anche la bacchetta di Blaise fece il suo lavoro in aiuto dell'amico, ma contro Carrow, che riuscí a schivare l'incantesimo per un soffio di piume.

Ginny osservò rapidamente i movimenti dei tre mangiamorte, prima di afferrare Hermione per un braccio e trascinarla con sé verso l'uscita. Dovevano andarsene da quel posto, aveva capito benissimo le intenzioni dei tre, probabilmente l'unica a non averle capite era proprio la stessa Hermione, che protestò animatamente e si dimenò subito dalla presa dell'amica.
Non aveva nessuna intenzione di lasciare Draco e Blaise nel bel mezzo di uno scontro, per di più in netto svantaggio.

«Ginny, non possiamo abbandonarli qui! Sei impazzita? Fermati!!!» cercò con tutta se stessa di arrestare il suo passo e tornare indietro.

«Sei tu quella pazza, Hermione! Possibile che non ti rendi conto che ti hanno presa di mira? Vogliono colpire Draco nel profondo e l'unico modo per farlo é fare del male a te!» si fermò giusto il tempo per spiegarle la situazione, ma vide che negli occhi di Hermione nulla era cambiato; non se ne sarebbe andata da lì senza i due serpeverde.

Il suo sguardo cercò immediatamente quello di Draco, che era intento a scagliare Amycus dall'altra parte della caverna, per poi lanciare un incantesimo al furbo Lastrenge, che avanzava verso di lui sempre di più. Fu una semplice frazione di secondo, in cui anche Draco la guardò e tutto intorno a loro sembrò esplodere e sparire, lasciandoli da soli nel loro piccolo mondo; la presunzione di due sguardi che si sfidavano senza temere le conseguenze, non esisteva altro.

«Vattene, Granger!» urlò distogliendo lo sguardo dal suo. «Andatevene via, immediatamente!» ordinò perentorio, non avrebbe accettato una sfida da parte della grifondoro, non in un momento come quello.

Eppure Hermione non riusciva a muoversi da lì, nonostante le suppliche di Ginny che riuscì, anche se distratta, a schivare un incantesimo di Antonin. Subito agitò la bacchetta e riuscì a disarmare il mago con un semplice 'expelliarmus'. Nemmeno lei avrebbe voluto lasciare i due in quel momento, ma la rabbia di Rabastan era stata cosí evidente da temere il peggio, in cuor suo c'era una Ginny piccola e fragile che pregava incessantemente sperando che tutto andasse per il meglio e non ci sarebbe stata nessuna perdita, ma quella ragazza doveva lasciare spazio al coraggio.

«Povero, piccolo Malfoy... Innamorato di una mezzosangue che non esegue i suoi ordini.» si scagliò contro di lui con un politio.

«Lei non c'entra niente in tutto questo! Riferisci pure a Lucius che deve vedersela con me, non con altri!» mandò all'aria l'incantesimo dell'avversario. «Incendio!» urlò ancora e riuscì ad appiccare un muro di fuoco che gli diede abbastanza tempo da raggiungere Hermione e Ginny. «Blaise!» richiamò anche l'amico che aveva appena eseguito uno schiantesimo.

«Agli ordini!» corse da loro ed afferrò la sua fidanzata per mano. «Forza, Granger! Portaci via di qui e preferibilmente tutti interi, grazie!» sorrise sarcastico.

Draco le afferrò la mano con forza e lo sguardo che le rimediò fu in grado di incenerirla sul posto, era furioso con lei per non essersene andata. Era furioso con lei perché aveva scelto di rimanere in pericolo, piuttosto che mettersi al sicuro come lui le aveva espressamente richiesto.
Era furioso con lei e con quel suo coraggio grifondoro che per poco non l'aveva fatta ammazzare davanti ai propri occhi... Oh, il solo pensiero gli provocava un enorme buco nel petto, all'altezza del cuore.

«Non cantate vittoria, ragazzini!» la voce di Rabstan li colpì ancora una volta, mentre Hermione prese le mani di Draco e Ginny per prepararsi alla smaterializzazione. «Avada kedavra!» puntò la bacchetta contro il biondo nello stesso momento in cui i quattro ragazzi sparirono, lasciandosi dietro una luce abbagliante che costrinse i mangiamorte a chiudere gli occhi.

Che cosa era successo?

_Angolo Autrice_

Woooo, mi sembra passata un'eternità da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo. XD Perdonatemi, ma ci sono state le vacanze estive che mi hanno tenuta lontana dai social per un bel po'. In fondo me la meritavo una pausa xD
Comunque, finita l'estate, finita la pacchia! Ripartiranno gli aggiornamenti settimanali, solo che saranno di venerdí! Quindi aspettatevi un capitolo nuovo ogni fine settimana. *-*

Ma bando alle ciance! Ce ne siamo andati finalmente da questo luogo strano e sconosciuto, anche se faticando. XD Draco ha ricordato la conversazione con la famosa sirena e non mi sembrano buone notizie.
Voi che pensate?

E poi ecco che arrivano i tre mangiamorte spietati come non mai! Chissà che cosa sarà stato quel bagliore di luce e se avranno evitato il pericolosissimo avada kedavra. :O
Che dite? Ce l'hanno fatta? :) Speriamo di sí, o mi ammazzate. XD

Detto questo, vi do appuntamento alla prossima settimana, venerdí ci sarà un nuovo ed infuocato capitolo che non so se vi renderà felici...*-*
Come sempre, vi ringrazio per il tanto affetto che mi dimostrate, siamo a 42k nonostante nessun aggiornamento! Non potrei essere più fiera di voi. *-*

Inoltre, come molti già sanno, la storia é nella Longlist dei Wattys2018 e ne sono onorata. *-* Ce l'abbiamo fatta, potterhead. *-* Ancora grazie.♡

Un bacio, Lys.♡

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