32- If I only could.
'Non mi ferisce vuoi provare come ci si sente?
Vuoi sapere che non mi ferisce? Vuoi sapere qualcosa del patto che sto facendo?
Quello che riguarda me e te.
E se solo potessi, farei un patto con Dio.
Farei in modo che lui invertisse i nostri ruoli, risalendo per quella strada, risalendo quella collina, risalendo quell'edificio.
Se solo potessi...
Non vuoi ferirmi, ma guarda quanto è andato in profondità il proiettile, inconsapevolmente ti sto spingendo lontano.
C'è una minaccia nei nostri cuori, tesoro cosi tanto odio per la persona che amiamo?
Dimmi, importa ad entrambi, vero?
Dai amore, dai tesoro, lascia che io ti rubi questo momento, ora. Dai angelo, dai, dai tesoro, scambiamoci le esperienze.
Oh... e se solo potessi, farei un patto con Dio, e farei in modo che lui invertisse i nostri ruoli.'
Running up that hill - Plecebo.
Intorno a sé l'unico rumore udibile era il silenzio assordante. Il fruscio dell'acqua aveva lasciato spazio a quello che associò a delle tende. Il freddo che si era impossessato delle sue ossa prima di perdere conoscenza, era praticamente sparito, così come il dolore lancinante che aveva sentito al petto, come se gli avessero perforato la pelle e stretto il cuore in una morsa ferrea.
Tutto sembrava essere tornato alla normalità e quando riuscì ad aprire gli occhi senza che il bruciore glielo impedisse, ne ebbe la più totale conferma.
Le sue iridi scrutarono il soffitto con curiosità e subito dopo con rassegnazione, avendo capito di trovarsi in uno dei letti dell'infermeria, recintato dalle tende bianchissime e profumate.
Con estrema lentezza si tirò a sedere e rivolse il suo sguardo alle grandi vetrate oscurate da un cielo stellato e corrucciò le labbra nel constatare che fosse notte fonda. Ad attirare la sua attenzione però, fu la figura che rivolgeva il proprio sguardo allo stesso cielo; le spalle erano coperte dai ricci impertinenti e ribelli scuri come non mai, le mani erano unite e parevano tentare di fermare il tremolio che le stava smuovendo. La divisa aveva lasciato spazio ad un paio di jeans e ad una felpa di un semplicissimo azzurro chiaro.
Il suo viso, che riusciva ad intravedere appena, sembrava preoccupato ed il solo pensiero che fosse lui la causa di quello stato in cui sembrava essere caduta la ragazza, desiderò di abbracciarla con tutte le proprie forze.
Come se avesse espresso quel desiderio ad alta voce, pochi istanti dopo si ritrovò gli occhi di lei nei suoi; lucidi come non aveva mai visto, rossi come il sangue ed illuminati da una luce indescrivibile.
Hermione rimase a fissarlo per qualche istante, voleva solo avere la certezza che si fosse davvero svegliato e non fosse stata solo la sua fervida immaginazione a giocarle quell'ennesimo scherzo di cattivo gusto. Ma no, Draco ricambiava quello sguardo profondo e serio, quasi sembró incitarla a raggiungerlo e lei non se lo fece ripetere una seconda volta. I metri che li dividevano non poterono nulla contro la corsa di lei, che raggiunse il lettino dove se ne stava seduto il biondo, con una velocità allarmante.
L'ultima volta non si erano lasciati benissimo ed il serpeverde desiderava solo di sentirla addosso, di annusare il suo profumo e sfiorare la sua pelle calda, ma quello che ricevette mando in fumo quella sua nuvoletta sognante e gli fece tremare le labbra.
Hermione presa dalla furia e la preoccupazione che aveva avuto nei suoi confronti, gli aveva sferrato uno schiaffo letale sul volto, tanto da costringere lui a voltare il capo e la sua pelle ad arrossarsi violentemente.
«Ma che diavolo ti salta in mente?!» le urlò contro senza capire il motivo di quel gesto tanto doloroso. «Sei per caso impazzita?» invieì ancora, portando la propria mano sulla guancia.
«Non azzardarti mai più a farmi una cosa del genere, stupido, idiota di un serpeverde, egocentrico e testardo!» strinse i pugni tremanti tanto da far sbiancare le nocche. «Non ti azzardare mai più!» ripeté con maggior enfasi, infuriandosi ancora di più di fronte al suo sguardo accigliato e confuso.
Lo guardava e sentiva la rabbia ribollire nel sangue. Le emozioni che aveva provato in quelle tante, troppe, ore d'attesa l'avevano distrutta emotivamente e dentro sentiva solo ed esclusivamente il cuore che batteva a cento all'ora. Mentre lui non accennava a svegliarsi, lei non aveva fatto altro che distogliere lo sguardo dalla sua figura in quel letto. Non riusciva a guardarlo in quello stato, aveva rischiato la vita per una sciocchezza di quel calibr e non poteva che attribuire la colpa al sentimento più sciocco che esisteva: l'orgoglio.
«Ma guarda, mi ero immaginato una scena del tutto diversa, ovviamente superi sempre le mie aspettative, Granger.» sorrise amaramente, portando la mano candida a sfiorarsi il volto con un ghigno di frustrazione.
«Sei la persona più arrogante, irritante, cocciuta, snervante, esasperante e fastidiosa che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita, Draco Malfoy!» gli urlò contro con gli occhi iniettati di sangue. Non l'avrebbe passata liscia, non dopo tutto quello che le aveva provocato a causa di quella stupida scenata.
«Contento di mantenere il primo posto, mi appartiene sempre e comunque. Siamo in vena di sputare aggettivi?» non distolse lo sguardo da quello di lei, non aveva alcun motivo per farlo visto che, secondo il suo pensiero, non aveva fatto nulla per scatenare quell'ira folle e quegli insulti gratuiti.
«Oh, nessuno riuscirà mai a soffiartelo via, se é questo che ti preoccupa!» portò entrambe le mani sul lettino bianco, senza perdere il suo sguardo furente e di sfida.
In fondo gli anni erano passati, le cose erano cambiate, ma gli sguardi che si opponevano l'un l'altro erano uguali e persistenti. La testardaggine era un dono che possedevano entrambi e questo provocava scontri decisi e seri, anche per una semplicissima frivolezza.
In quel caso la ragione di Hermione prevaleva su quella di lui, che non riusciva a comprendere quanta preoccupazione avesse provocato alla grifondoro.
La stessa che nel sentire le parole di Blaise aveva sentito la terra tremare sotto i piedi ed esplodere come se fosse dinamite, lasciandola in balia dell'incertezza, della paura e dello più totale smarrimento.
Che cos'avrebbe fatto se il peggiore dei suoi pensieri avesse preso il sopravvento sulla situazione? Con quale coraggio avrebbe vissuto una vita senza chi la stava aiutando a vivere davvero?
Hermione a quei pensieri scosse velocemente il capo più e più volte, le lacrime minacciavano di uscire dalla corazza che si era imposta di avere davanti a lui. Non voleva mostrargli la sua debolezza, non voleva dargliela vinta in un gioco che in realtà nemmeno esisteva.
Stava semplicemente impazzendo.
«Non capisco tutta questa collera nei miei confronti e sinceramente sta iniziando a spazientirmi questo tuo tono saccente e superiore.» lanciò ai piedi del letto il lenzuolo bianco diventato ingombrante e si mise subito in piedi.
«Ma certo che non capisci! Come potresti? Sei così stupido da non capire mai lo stato d'animo di chi ti circonda, no? Sì, é proprio così!» sbraitò stringendo la stoffa delle lenzuola tra le mani, in preda ad una crisi di nervi che non riusciva a fermare nemmeno con tutta la volontà che possedeva.
Draco si voltò di scatto verso di lei e imitò la sua posizione, con gli occhi furiosi e fiammeggianti seppur tremendamente chiari. La sua pazienza era arrivata a limite e nonostante amasse la ragazza di fronte a sé, quel suo lato impertinente lo mandava in bestia come pochi esseri al mondo.
In fondo non solo le belle parole fanno battere il cuore.
Hermione ci stava riuscendo in tutti i modi possibili, la furia che sentiva dentro stava costringendo quel cuore a pulsare più del dovuto ed avrebbe tanto voluto zittirla nel modo più rude che conosceva.
«Mi stai facendo perdere la pazienza, Granger. Quante volte ti ho detto che non devi giocare troppo col fuoco? Sembri una bambina che ama cacciarsi nei guai e sappi che lo stai facendo benissimo!» un ghigno furente comparve sul suo volto rendendolo, agli occhi di Hermione, spietato.
«Che cos'avresti provato tu?» sussurrò quel poco che bastava per farsi sentire da lui, ottenendo un'occhiata confusa. «Se avessi visto Blaise correrti in contro, cosa già strana vista la sua compostezza in ogni situazione, ed invitarti a seguirlo in infermeria, dove avresti trovato la persona a cui appartiene questo tuo cuore avvelenato... priva di conoscenza?» aggiunse colpendolo laddove era intenzionata a farlo.
Riuscì a scorgere le iridi di Draco rimpicciolirsi per la consapevolezza di chissà quale pensiero appena fatto.
Il serpeverde parve boccheggiare per qualche istante, la sensazione di essere stato colpito con una lama in pieno petto s'irradiò dentro di lui facendolo rabbrividire.
Le parole di Hermione gli risuonavano nella mente come una melodia macabra e cantilenante, facendolo rimanere senza alcuna possibilità di parlare, sentiva la gola bruciare ed il respiro quasi mancare.
Stava provando una sensazione del tutto nuova e sconosciuta. Riusciva a scorgere la preoccupazione negli occhi della ragazza e si sentì tremendamente insignificante di fronte a quei sentimenti che di certo avrebbe provato anche lui al suo posto. Il solo pensiero di lei priva di sensi o in qualsiasi scenario di questo tipo, gli fece gelare il sangue nelle vene e di colpo la visuale di qualche mese prima gli balenò nella mente come un fulmine a ciel sereno.
Nonostante a quei tempi ancora non provasse nessun tipo di emozione per lei, vederla in quello stato gli aveva provocato brividi lungo tutto il corpo ed il forte desiderio di aiutarla. Sua madre gliel'aveva impedito furbamente ed in quel momento sentì la rabbia persino contro di lei.
Era stato davvero uno stupido, idiota... Gli aveva urlato contro con la convinzione di avere chissà quale ragione piantata nel cervello ed invece se fossero stato l'uno al posto dell'altra probabilmente lui avrebbe reagito anche peggio.
«Se solo potessi fare un incantesimo per farti capire tutte le emozioni che mi hanno attraversato in queste ore, avrei già fatto uso della mia bacchetta.» gli diede le spalle ed incroció le braccia al petto con fare pretenzioso ed ancora infuriato.
Era vero, ogni emozione esistente le aveva attraversato il corpo anche se dominava la paura, quella di perderlo. Non si era mai sentita così per qualcuno che non fossero Harry, Ron o Ginny, era stato spaventoso ed al tempo stesso bellissimo constatare che lui avesse raggiunto tale importanza nel proprio cuore, anche se ormai non ci faceva quasi più caso. Si era arresa all'idea di amarlo in modo così incondizionato che per niente e nessuno si sarebbe allontanata da lui, era indissolubilmente legata a quegli occhi chiari che la stavano scrutando senza che lei se ne rendesse conto.
«Dannato furetto, tu e quella tua avversione contro Ron! Scappare in quel modo poi, ma che razza di comportamento é quello? Toh, vatti a fidare del principe delle serpi.» parlava da sola come se fosse impazzita del tutto, era arrabbiata con lui e non poteva farci niente.
Draco la raggiunse lentamente e senza proferire parola, non ne sentiva il bisogno o semplicemente non sapeva che cosa dire. Il suo orgoglio gli impediva di ammettere quest'ennesimo sbaglio, così senza preavviso la prese per le braccia e l'attirò a sé senza darle tempo di respingerlo. Chiuse gli occhi a quel contatto, dopo tanti anni passati a renderle la vita un inferno, ebbe la consapevolezza di volerla proteggere da chiunque, anche da se stesso se fosse stato necessario ed Hermione poggiò la fronte sul petto di lui. Non ricambiò l'abbraccio per la troppa rabbia, ma si aggrappò al tessuto della maglietta come se fosse un'ancora che la stesse riportando a galla dal fondo.
«Sono arrabbiata con te, comunque. Non credere di passarla liscia e di mettermi a tacere così!» la sua voce tentennò, anche se lei avrebbe voluto farla uscire in modo più deciso.
«Lo so, niente ti farà cambiare idea.» ghignò consapevole della sua testardaggine, così simile alla propria. «Fortunatamente per me però, conosco il modo giusto per farti tacere.» portò le mani a contornare il viso di lei, era la prima volta che approcciava in quel modo.
Le guance di Hermione si colorarono di un leggero rossore che tentava inutilmente di nascondere. Draco non l'aveva mai scrutata in modo così profondo e comprensivo, inoltre la dolcezza non gli era mai appartenuta nei baci, eppure i suoi occhi ed il suo tocco sembravano la cosa più bella e dolce del mondo.
Tutti i pensieri della ragazza volarono via quando sentì le labbra del serpeverde premere contro le sue con una pressione pari a zero, le sentiva soffici e leggere e non resistette all'impulso di iniziare lei quel gioco di lingue che sprigionava passione da ogni poro.
Le mani del serpeverde tracciarono le linee della figura di lei in modo lento e fatale, provocandole brividi lungo tutto il corpo e risvegliando quella sua parte proibita e nascosta agli occhi di tutti, tranne che a lui.
Oh, lui le leggeva il desiderio negli occhi scuri e penetranti, lucidi come ogni volta che osava sfiorarla con un tocco più intimo. Sentiva il corpo della ragazza reagire contro il proprio, con fremiti inconfondibili e lui non era da meno, anzi; una serpe completamente impotente, schiavo delle carezze di una donna che lo aveva incosciamente stregato.
«Non puoi nemmeno lontanamente immaginare la voglia che ho di prenderti ora e qui, su questo dannatissimo lettino.» aumentò la presa sulle gambe di lei sentendo il respiro smorzarsi ad ogni bacio. «Tuttavia, credo che se sentissero urla provenire da questa stanza si precipiterebbero dentro e non mi va' di condividere tale visuale con qualcuno. Con nessuno, in realtà.» ghignò spudoratamente, alludendo alla figura di una Hermione eccitata e folle.
«Co... Come fai a sapere che sono fuori ad aspettare?» si ricompose quel poco che bastava per sembrare ancora strettamente autoritaria.
«Conosco i miei amici, Granger. Blaise starà delirando come una femminuccia in questo momento.» fece scivolare la mano lungo tutta la lunghezza della sua gamba. «Purtroppo abbiamo cose importanti di cui discutere, ma stasera potrei fare un salto da te... Anche se ho l'impressione che sarai tu quella a saltare.» ennesimo ghigno, seguito da un bacio rubato ed un sorrisino sfacciato.
«Ma che cosa dici?!» arrossì violentemente. «Semmai, sarai tu a saltare... Sulla tua scopa, per andartene nella tua tana, stupido furetto!» sfuggì dalla sua presa e si sistemó la felpa azzurra che aveva indossato di fretta ore prima.
Non ci fu tempo di altre repliche, la porta dell'infermeria venne spalancata, o meglio buttata giù, dall'esuberanza e la preoccupazione di Blaise che attraversò la grande stanza in penombra con grandi falcate.
Il sorriso bianchissimo illuminò il suo volto color cioccolato e subito raggiunse l'amico, stringendolo in un abbraccio fraterno e caloroso, che tuttavia fece irritare Draco per la troppa vicinanza e le pacche poco eleganti che gli stava dando sulla schiena.
«Il mio principino sta bene!» urlò senza smettere di sorridere. «Come avrei fatto senza la tua acidità ed arroganza a vivere il resto dei miei giorni?» portò una mano alla fronte con drammaticità.
«Le tue scenate mi fanno saltare i nervi, Blaise. Piantala!» trattenne un grugnito contro di lui, ma sapeva quando quelle battute stupide fossero la prova che il suo migliore amico si era preoccupato e non poco. «Piuttosto, non avrete detto qualcosa a Daphne, spero!» li guardò senza accorgersi della figura bionda tanto quanto lui, che si stava avvicinando.
Sul volto c'era dipinto un cipiglio fin troppo familiare, quasi ricordava quello di Hermione. La mano destra era sul fianco, l'altra sul ventre che si notava vista la sua solita figura snella e stava beatamente lasciando il piede ticchettare sul pavimento per la frase appena detta dal biondo. Non voleva restare fuori da niente, lei era una strega che avrebbe protetto il figlio che portava in grembo ad ogni costo.
«Spero di aver sentito male, Draco!» gli puntò un dito contro non appena lui si girò. «Non provarci a nascondermi le cose, non te lo permetto! Sei un testone!» lo rimproverò ed osò tirargli un ceffone dietro la testa che le rimediò un'occhiataccia furente.
«Sfortunato chi ti avrà, Greengrass.» sputò con la lingua velenosa e pungente.
Avrebbe aggiunto sicuramente qualche altra frecciatina se le figure che stavano attraversano la grande infermeria non avessero attirato la sua attenzione. Harry Potter era al centro come sempre, con quei suoi occhi verdi e ricchi di un coraggio spropositato.
Quel Weasley era al suo fianco, quei capelli rossi li avrebbe riconosciuti a chilometri di distanza talmente era alto l'odio verso di lui. Accanto alla sua figura fin troppo alta, spiccava il vestito arancione di Luna Lovegood, quella ragazza l'aveva sempre considerata strana eppure in quegli occhi chiari poteva scorgerci un vasto campo di fiducia che non aveva mai percepito con nessuno della scuola, tolti i suoi migliori amici.
Dopo quel pensiero il suo sguardo confuso si posò proprio su uno dei suoi amici, quello che portava il nome di Theodore Nott. Il suo sguardo sembrava offeso ed in un certo senso lui gli diede tutte le ragioni, viste le mille cose nascoste.
A seguire c'erano un fiero Neville Paciock che lo guardava in modo diverso dal solito, sembrava quasi alzare l'angolo delle labbra all'insù nella sua direzione e Draco aggrottò le sopracciglia per quella situazione troppo strana e del tutto nuova; gli studenti dietro il grande eroe erano all'incirca venti o trenta.
«Scusate il ritardo! Ho incontrato un po' di gente per strada.» si scurò il grifondoro, grattandosi il capo con fare innocente. «Tra una chiacchiera e l'altra ci siamo ritrovati tutti quanti qui.» sorrise benevolo verso la sua amica d'infanzia che scosse il capo incredula.
«Si può sapere che cosa pensate di fare tutti quanti qui?» il serpeverde mantenne quella sua aria scontrosa e diffidente come suo solito, ma non poteva negare a se stesso di essere sorpreso e rincuorato.
«Si sono offerti di proteggere il castello in nostra assenza.» la voce che prese parola soprese il biondo e lo costrinse a voltarsi alla sua destra.
Ginny Weasley si fece avanti con una sicurezza negli occhi che lui pensò di non riuscire mai a raggiungere. Quella ragazza era l'opposto del fratello sciocco, eccelleva in tutte le materie e silenziosamente provava una sorta di rispetto verso di lei che ricopriva il ruolo di compagna del suo migliore amico. Ovviamente non erano solo quelle le ragioni e quando la piccola rossa prese dalla tasca il ciondolo che lui aveva esaminato per mesi, capì immediatamente che qualcosa brillava nella sua mente.
«A causa del tuo piccolo sonnellino ti sei perso alcune cosucce.» gli diede conferma e gli si avvicinò inaspettatamente, sollevando la collana all'altezza del viso. «Questo liquido bluastro non é altro che acqua!» scosse appena l'oggetto per costringere il liquido a saltare da una parte all'altra.
«Mi stai prendendo in giro, Weasley?» strinse i pugni a quella confessione. Possibile che avesse perso tempo dietro una collana che non serviva a niente? Impossibile.
«Per niente, furetto! É acqua. Il punto é che quest'acqua appartiene alle cascate lunari che risiedono in una catena di montagne rocciose, vengono chiamate così perché i raggi della prima eclissi lunare della storia colpì esattamente queste acque che adesso definiscono miracolose, in grado di trasformare una persona in una specie di creatura mitologica.» spiegò nel modo più chiaro possibile e nel vedere gli occhi del serpeverde attenti e seri continuò. «Non riuscivamo a trovare niente perché semplicemente stavamo cercando nel posto sbagliato! I libri di stregoneria, oggetti magici ed incantesimi non servono a niente! Questi sono ambienti strettamente naturali e protetti, bisognava solo studiare per bene i vecchi libri di scienze della natura, geologia ed immergersi nei luoghi più importanti del mondo magico!» si guardò intorno notando lo sguardo di ogni presente su di sé.
«Quindi la fonte di queste acque sono state la prima cosa che la luce della prima eclissi ha toccato? Magico!» la voce sognante di Luna fece sorridere la ragazza in modo genuino, adorava la stranezza tenera di lei.
«Sì, sono state illuminate per prime! E c'é di più: per chi non sapesse che cos'é un eclissi lunare, si tratta di un fenomeno che avviene quando la terra si trova tra il sole e la luna, avviene solo al plenilunio e due volte all'anno perché l'orbita della luna é più inclinata in confronto a quella della terra. A causa dell'inclinazione dell'orbita lunare rispetto al piano dell'eclittica, l'allineamento di sole, terra e luna é possibile solo quando quest'ultima si trova ad uno dei suoi nodi, questo rende possibile un eclissi lunare. Ci sono diversi modi per manifestare il piano lunare e per completare l'intero ciclo di processione impiega ben diciotto anni e sei mesi, e tra due mesi questo ciclo sarà completo, terminando proprio con il mese draconico. Nome molto sospetto e familiare, non trovate?» terminò la sua spiegazione con un sorriso ed un'occhiata verso il diretto interessato della domanda appena fatta.
«Non vi sembra strano che la fine del ciclo di processione dell'orbita lunare, coincida con la data di nascita di Hermione?» la voce che si unì alla vicenda sorprese molti dei presenti.
Ron arrossì sotto tutti quegli sguardi e cercò di nasconderlo spostando lo sguardo sulla sorella che lo guardava pensierosa ed accondiscendente. Troppi misteri e collegamenti stavano saltando fuori e lei proprio non riusciva a riempire certi buchi neri che, era sicura, centrassero anche con Lucius e con Draco stesso.
«In effetti, tra due mesi, sono esattamente diciotto anni e sei mesi che é nata Hermione!» Harry diede ragione all'amico e nemmeno lei poté negare l'evidenzia davanti a quei calcoli così visibili.
La mente di Draco era in continua lavorazione, stava cercando di assimilare ogni scoperta di cui era venuto a conoscenza e provava a collegare ogni cosa, ma anche lui si stava sforzando inutilmente. Non riusciva a capire che cosa centrasse suo padre in tutta quella storia e perché fosse interessato alla collana. Forse per quella leggenda della trasformazione o forse per qualcosa che ancora stava sfuggendo alle loro abili menti. Stava iniziando a spazientirsi e di scatto alzò lo sguardo su Hermione, oggetto dell'ultima osservazione. Era chiaro che anche lei centrasse qualcosa in quella faccenda che lo stava tormentando, che centrasse anche lui? Senza dubbio, c'era solo una cosa da fare.
«Non ci resta che metterci alla ricerca di questo fantomatico luogo protetto.» esordì ricevendo stranamente l'assenso di molti dei presenti, che lui puntualmente ignorò. «Avete trovato qualche mappa? Qualcosa che ci conduca da quest'ammasso di rocce ed acqua magica?» si rivolse a Ginny e Daphne con un tono misto di sarcasmo e scetticismo.
«Qui arriva il bello: i libri mostrano il luogo, ma non il modo per arrivarci! Nessuna strada, nessun sentiero o portale, nemmeno la smaterializzazione funziona!» Blaise mise al corrente il biondo di quel piccolo inconveniente, che però fece sì che sul volto del serpeverde comparve un ghigno di frustrazione e rabbia.
La voce di Hermione risuonò tra tutti quanti e di nuovo Draco fu costretto a guardarla, come se fosse una calamita. Erano fin troppo distanti per i suoi gusti, lei se ne stava poggiata alla finestra come poco prima che lui si svegliasse e quest'ultimo si era seduto sul lettino bianco che lo aveva ospitato.
Si scompigliò i capelli biondissimi in un gesto di pura stizza nel pensare che lei ancora non si sentisse pronta a mostrare agli altri quanto loro fossero legati, ma indulgiarci troppo e soprattutto in quel momento sembrava inutile, così si limitò a guardarla e sperare in una sua soluzione.
«In realtà io e Ginny abbiamo una teoria.» lanciò uno sguardo all'amica. «La chiave indicatrice sotto il nostro tocco non sembra dare segni di magia, ma quando la tocchi tu la senti vibrare, riconosci l'oggetto magico.» Ginny prese la chiave in questione e se la rigirò tra le mani. «É possibile che sia stata stregata per rispondere solo al sangue dei Malfoy e questo spiegherebbe il perché tuo padre la tenesse, credo fosse a conoscenza del luogo da cui proviene quell'acqua e per raggiungerlo voleva servirsi di quella chiave. Quindi se sarai tu a portarla, magari ti condurrà nel luogo che vuoi raggiungere!» lo guardò con il cuore in gola, percepiva il suo sguardo glaciale sulla pelle e stava riuscendo a gelare ciò che prima aveva incendiato con pochi tocchi.
«Credeva di potersi trasformare e fare chissà che cosa, ma ha tralasciato che l'acqua dona la mutazione solo a chi é puro d'animo e Lucius non lo é nemmeno un po'! Senza offesa!» aggiunse con un sorrisino smaliziato e genuino, poggiandosi contro la spalla del fidanzato.
Draco non l'aveva nemmeno ascoltata, i suoi occhi erano fermi in quelli di Hermione e non gli importava che qualcuno potesse notarlo. Quella situazione incominciava a stargli stretta, se prima non sopportava la sua presenza nemmeno a chilometri di lontananza, adesso non riusciva a starsene tranquillo se lei non si trovava al suo fianco.
Eppure la sua amichetta non mascherava i sentimenti che provava per Blaise, non si curava degli sguardi su lei ed Harry, amava liberamente chi desiderava.
Scosse il capo a quegli sciocchi monologhi, ancora una volta si era lasciato sopraffare dai sentimenti per lei ed aveva dimenticato il problema principale; la minaccia contro Hogwarts.
Non era il momento di pensare a cose del genere, quando in ballo c'era l'incolumità delle persone che amava. Finalmente capiva il significato di quella guerra passata tanto atroce, capì i sacrifici e l'ardore con cui tutti quanti proteggevano quelle murs che cadevano a pezzi intorno a loro; venivano spinti dall'amore, quel sentimento che aveva imparato a conoscere, ad apprezzare e accettare.
Adesso aveva anche lui qualcuno da proteggere ed amare.
«Prepariamoci per la piccola gita, allora.» ghignò in modo sfacciato e superiore.
_Angolo Autrice_
Woooo, ce l'ho fatta finalmente! Scusate il ritardo, ma ho avuto un brutto lutto in famiglia e mi é stato impossibile scrivere prima di adesso! :(
Comunque, spero che le spiegazioni in questo capitolo siano abbastanza chiare, in ogni caso se avete qualche domanda non esitate a contattarvi e vi spiegherò tutto. :)
Finalmente i misteri sulla collana sono stati svelati, altri invece no, come il quasi annegamento di Draco xD
Tranquille, avrete tutte le rigsposte a tempo debito...u.u Ci vuole solo pazienza...u.u
Non abbiamo mai visto Hermione così arrabbiata con Draco, anche se poi si é lasciata andare un po', tuttavia andiamo sempre più avanti nella costruzione del loro rapporto... Riuscirà Hermione a mostrare apertamente i propri sentimenti verso Draco, come Ginny? Speriamo! XD
In tutto ciò, io spero tanto che vi sia piaciuto e che continuate quest'ardua salita verso il finale. *+* Sapete che senza di voi, non c'é storia.❤ Ed é per questo che vi ringrazio per le ventisettemila visualizzazioni superate, i tanti voti, i commenti bellissimi e tutto l'affetto che mi dimostrate! Siete davvero speciali. *-*
E vi ricordo che c'é un gruppo whatsapp proprio per unire la grande passione per questa coppia! *-* Se volete unirvi non vi resta che mandare il numero...u.u
E mi raccomando, noi ci ritroviamo qui la settimana prossima con un nuovissimo ed avvincente capitolo! *-*
Grazie di tutto.❤
Ps: Se ci sono errori, segnalatemeli pure, ho scritto di notte e suppongo qualche svista ci sia nonostante io l'abbia riletto cento volte. xD
Un bacio, Lys.♡
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