31- Capture life again.

'Lascia perdere, questa volta è diverso.
Sto bruciando, sto per raggiungere il limite, vedi? Tormentato all'infinito da questo fuoco al mio interno.
Sta interferendo con il richiamo del destino, sta strisciando fuori da te ed ora sta trovando conforto negli spazi più ristretti. Lo so che ho detto, spero di non turbare la luce che tu difendi, ma questa volta è diverso.
Annienta il mio dolore poi conquista nuovamente la vita. Annienta la mia vergogna, non posso vivere la mia vita in questo modo.
Sto per arrendermi, sto vivendo ma sono debole, sento voci dalle ombre dentro di me.
Non dormo mai, miei occhi sono troppo fissi, troppo senza speranza, troppo infranti, troppo aperti.
Apro gli occhi, una voce é dentro di me.
Apro la mia mente, ma questa volta è diverso, annienta il mio dolore, annienta la mia vergogna. Non posso vivere la mia vita in questo modo.'

This Time It's Different - Evans Blue.

La quiete che regnava al castello era maledettamente frustrante. I corridoi erano troppo silenziosi anche che se le prime luci del mattino erano sorte dal un bel po' ed il fatto che una riccia grifondoro non si fosse fatta viva per ben tre giorni, lasciandolo da solo persino la notte di capodanno, influiva sui suoi nervi di non poco. Aveva dovuto sopportare Blaise e le sue chiacchiere inutili sul suo amore plateale verso Ginevra Weasley finché quest'ultima, stranamente, l'aveva salvato richiamando a sé il proprio ragazzo.

Aveva aspettato con incessante attesa il suo arrivo a colazione, pranzo e cena, ma di lei neanche l'ombra se non le avvertenze di uno stupido Harry Potter che l'aveva intravista in biblioteca giorno e notte.
Aveva riso a quella confessione, sapeva benissimo che una volta scoperto tutto sulla minaccia che incombeva su di loro e quel fantomatico attacco al castello quella notte, lei non avrebbe fatto altro che tentare di trovare una soluzione che aiutasse tutti. Era il primo ad essere preoccupato per le follie di suo padre, ma non voleva che lei si annullasse ancora una volta per evitare uno scontro che, inevitabilmente, ci sarebbe sicuramente stato.

I suoi occhi si scurirono a quel pensiero, aveva finalmente qualcuno da proteggere, anche se sapeva bene che lei non gliel'avrebbe mai lasciato fare.
Ed ancora una volta, grazie a lei, un accenno di un sorriso piegò il suo volto nell'esatto momento in cui svoltò l'angolo che gli permise di guardare l'entrata della casa dei grifondoro, dove il ritratto della signora grassa se ne stava in un'insolito silenzio.

Si poggiò alla grande colonna con tranquillità e le proprie mani riposte nelle tasche dei pantaloni scuri. Sapeva benissimo che da lì a qualche minuto Hermione sarebbe uscita da quella porta per raggiungere la solita biblioteca in cui si era ormai rifugiata. Harry gli aveva spifferato l'ora in cui la ragazza sarebbe uscita, anche lui la pensava proprio come il serpeverde e fu contento quando lo sentì fare lo stesso discorso che l'amica aveva ignorato per giorni.


Aveva gli occhi chiusi quando sentì il suono della porta aprirsi e dei passi bloccarsi di colpo. Non ebbe di certo bisogno di aprirli per sapere che lei si trovasse a pochi metri di distanza, il suo profumo l'aveva già colpito fin troppo ed il suo mutismo provocarono in lui un senso di divertimento.
Tuttavia, la voglia di guardarla era troppo forte per resistere e non perse tempo a rivolgere le sue iridi in quelle di lei rigorosamente scure.

«Ehylà, Granger!» sollevò la mano per accennare un saluto. «Stavi andando da qualche parte?» inclinò il capo in modo da guardarla al meglio delle sue possibilità.

Hermione rimase paralizzata nel trovarselo lì davanti, era riuscita ad evitarlo per giorni con successo, ma in realtà sospettava che fosse stata anche una scelta di Draco lasciarla fare per capire fino a che punto si sarebbe spinta.
In fondo non stava facendo altro che ricerche su ricerche per il bene di tutti, sapeva che lui l'avrebbe fermata subito e così non ci aveva pensato due volte a sfuggirgli, eppure rivederlo in quel momento le fece capire quanto le fosse mancato.

«Che crudeltà, dopo tutto quello che c'é stato tra di noi mi riservi questo trattamento.» la prese palesemente in giro. «Lasciato solo la notte di capodanno! Potevi venire a farmi una visitina, sarei stato lieto di accoglierti. Anche se credo che la biblioteca ti abbia strappato via da me, ormai.» si allontanò dalla parete e fece qualche passo verso di lei, l'emozione di trovarsela davanti non era cambiata nemmeno un po'.

«Malfoy io... Mi dispiace, é che...» indietreggiò istintivamente nel vederlo avanzare verso di lei. «So che mi avresti fermata dal catapultarmi nelle ricerche in biblioteca, ma ho trovato cose utili che potrebbero aiutarci!» si difese sperando di attirarlo su quel discorso.

«Non posso darti torto, lo ammetto. Ti avrei fermata anche solo se tu avessi pensato di andare a vivere in quella topaia.» portò l'indice alle labbra con fare pensieroso.

«Non chiamarla in quel modo, Malfoy! La biblioteca é la cosa più preziosa di questo castello e dovresti riconoscerne l'importanza!» gli puntò contro un dito, rimproverandolo con la sua solita indole da secchiona ed amante dei libri enormi. «Quindi ora scusami, ma devo continuare a cercare qualcosa che possa fermare quel pazzo di tuo padre dal distruggerci tutti!» lo sorpassò con aria di sfida e con un sospiro che lo fece innervosire di non poco.

La ragazza riuscì a svoltare l'angolo e ritrovarsi nel corridoio principale prima di sentire una stretta sulla sua spalla che l'aveva costretta a fermarsi. Non fu difficile capire a chi appartenesse, al contrario la difficoltà si palesò nel momento in cui Draco la intrappolò al muro, sovrastandola con la sua imponente altezza e quello sguardo orgoglioso e pretenzioso.

«Che cosa credi di fare, furetto? Incatenarmi al muro con qualche incantesimo?» lo sfidò ancora una volta, provocandogli un sorriso.

«Stai stuzzicando troppo la pazienza della serpe, fossi in te la smetterei subito.» le soffiò il proprio respiro sulle labbra, incatenandola con un solo sguardo chiaro.

«Sai che non mi fai paura.» deglutì guardandolo, sentendo improvvisamente il suo cuore battere all'impazzata.

Draco la zittì spingendosi contro le sue labbra, producendo un'esplosione dentro che nessuno dei due seppe descrivere.
Quel sapore unito che era mancato per fin troppo tempo lo stava mandando fuori di testa, il solo toccarla aveva acceso il fuoco che in quei tre giorni aveva tenuto a bada a causa della sua assenza e subito le mani di lui si strinsero nel capelli di lei. Hermione rimase sorpresa per qualche istante, ma era inutile negare che tenerlo a distanza aveva scaturito in lei un forte bisogno di sentirlo ancora più vicino, era stata una stupida a sprecare quel tempo, ma era consapevole che stare insieme a lui non le avrebbe dato alcun vantaggio sul nemico.

«Mi hai fatto arrabbiare, Granger.» si allontanò da lei solo per mordere le sue labbra. «Ora ne pagherai le conseguenze.» la guardò con un ghigno dipinto sul volto ed gli occhi di un azzurro scuro.

«Draco, non mi sembra né il luogo e né il momento!» riuscì a dire prima che le labbra del sepreverde scesero lungo il suo collo, provocandole brividi in tutto il corpo. «Malfoy...» strinse le dita sulla sua spalla.

Lui sorrise sulla sua pelle e continuò la sua scesa lungo lo scollo della camicia, sentendo le mani della ragazza raggiungere i suoi capelli e stringerli per fermarlo. Ci riuscì solo per qualche istante, costringendolo a guardarla dal basso, ma permettendogli di scorrere con le mani lungo le gambe coperte dalle calze scure. Risalì lungo tutta la lunghezza fino ad arrivare all'orlo della gonna e sorpassarlo senza esitazione, voleva vendicarsi per bene di lei che l'aveva lasciato da solo in balia della voglia di averla con sé anche solo per qualche minuto, voleva vendicarsi di lei per averlo costretto ad immaginarla solo nei propri pensieri e voleva farla impazzire come era successo a lui nei tre giorni appena passati.

«Sei l'unica ad indossare già questa dannata divisa, Granger. Incredibile.» raggiunse il bordo delle mutandine a fatica, vista la gonna maledettamente ingombrante. «Ma é così da te che non mi sorprende.» gli sorrise sornione.

«Che vuoi fare, Draco? Punirmi per averti lasciato solo qualche giorno?» trattenne un sospiro che sicuramente gli avrebbe dato solo soddisfazione. «Non qui, potrebbe vederci qualcuno! Stiamo violando un sacco di regole e non vorrai rischiare di essere espulso!!» provò a farlo desistere, ma in cuor suo sapeva di non volere che lui si fermasse, il rischio le stava dando una scarica di adrenalina pazzesca.

«Vediamo se riesco a trovare il pulsante per spegnerti!» introdusse la mano tra le sue gambe trovandoci una dolce intimità già pronta per essere presa da una serpe dagli occhi glaciali.

Un sorriso da parte di Draco e la vista di Hermione sembrò vacillare per istanti che parvero eterni. Le sue mani si strinsero sulle spalle di lui in modo irruento ed impetuoso, non avrebbe mai pensato che fosse stato capace di una cosa del genere, in modo così scoperto e sotto gli occhi di qualsiasi passante si fosse trovato nei paraggi. Il solo pensiero resero le sue guance di un rosso porpora acceso e fecero sì che mordesse le labbra per trattenere i gemiti dovuti al piacere che, suo malgrado, il biondo le stava provocando.

Una passione che era difficile trattenere visto il troppo tempo passato senza nemmeno sfiorarsi. Hermione stava capendo che lui non aveva altro scopo che la vendetta e strinse gli occhi nell'immaginare quanto grande fosse stata la frustrazione della serpe quando non l'aveva vista arrivare nemmeno la notte di capodanno, o quella dopo... Spalancò gli occhi di colpo e li puntò in quelli di lui; lucidi di passione e ricchi di un amore che era difficile contenere.

«Allora é questo il modo per farti stare zitta.» sorrise e continuò la sua dolce tortura con le dita, sfiorando il punto più proibito, di cui si era ormai appropriato. «Tranquilla, manterrò il segreto.» le rubò un bacio a fior di labbra che la rese ancor più vulnerabile.

«Perdonami, non avrei... Non avrei dovuto evitarti.» trattenne i gemiti e lui prontamente la sollevò, tenendola con un braccio incollata alla parete della colonna.

«Credo sia troppo tardi per le scuse.» le sussurrò nell'orecchio, in modo suadente e la sua voce si perse insieme al rumore del grande orologio che con un rintoccò segnò l'ora. «Hai sentito, Hermione? Mi dispiace, ma a quanto pare devi venire per me prima del previsto.» con i denti mordicchiò l'incavo del suo collo.

La ragazza avrebbe voluto ribattere e magari insultarlo come suo solito, ma era troppo occupata a trattenere i gemiti che erano fin troppo forti, sentiva le dita del serpeverde andare sempre più veloci, sempre più in profondità. Sentiva i muscoli contrarsi fino all'estremo e stringersi a lui, come se fosse la cosa più importante della sua vita. Ed in fondo lo stava diventando, con la sua prepotenza e la sua dolcezza celata da un meraviglioso ghigno, era diventato indispensabile per la sua vita tanto quanto l'ossigeno che l'aiutava a respirare.
E fu proprio quello a mancarle quando arrivò all'apice del piacere; il respiro.

Si lasciò andare contro la parete e tentò invano di riprendere a respirare in modo regolare, ma Draco non glielo permise e rubò un ennesimo bacio che le prosciugò quel poco di energia che le era rimasta.
Si allontanò da lei solo per permetterle di poggiare i piedi a terra, ma tenne comunque un braccio stretto intorno alla sua vita per aiutarla a non vacillare.

«Hai il sapore più buono che abbia mai assaggiato, Hermione.» portò le dita alle labbra e ne leccò l'estremità. «Ed io ne sono innamorato.» cedette alla voglia che aveva di vedere i suoi occhi illuminarsi.

«Sei il solito egocentrico, idiota, furetto platinato, Draco Malfoy.» riprese un po' di quel respiro che lui le aveva rubato, riuscendo a parlare di nuovo.

Lui sorrise in modo sfacciato davanti a quell'affermazione, ma Hermione non poté goderselo perché dopo l'ennesimo rintocco i primi studenti iniziarono ad uscire dalle proprie sale comuni per raggiungere le tavole già sicuramente imbandite di ogni prelibatezza mattutina.
Il respiro era ancora poco e lo risparmiava, limitandosi a guardarlo dall'altra parte del corridoio, dove lui si era allontanato. Nessuno notava i loro sguardi incollati seppur separati di qualche metro, nessuno faceva domande sul respiro accellerato, le guance rosse e le labbra gonfie di Hermione o chiedeva il motivo di quel sorriso spietato sul volto del serpeverde; erano sicuramente coincidenze di due mondi in perenne collisione.

La verità era che da mesi a questa parte gli occhi chiari di Draco non avevano fatto altro che accarezzare la figura di Hermione in ogni momento della giornata. Era l'unica ad avere la sua totale attenzione quando si trovavano nella sua stessa stanza, la seguiva in ogni suo piccolo movimento ed aveva imparato a conoscerla nei piccoli gesti. L'aveva studiata così avidamente che sapeva riconoscerla anche a kilometri di distanza, aveva recuperato tutto quello che si era perso in quegli anni passati ad insultare ciò che adesso amava.

Hermione non era stata da meno, si perdeva nel guardarlo perso nei suoi oscuri pensieri. Spesso l'aveva sorpreso a guardare il vuoto e quell'espressione triste le aveva lacerato il cuole riducendolo in mille pezzetti, che puntualmente solo lui poteva rimettere insieme. Aveva imparato a conoscere la sua calma, la sua pacatezza e le sue dimostrazioni celate da un orgoglio fatto di cemento.
Dopo tutto quel tempo aveva capito che non sarebbe mai sopravvissuta ad una vita senza di lui, aveva capito che il biondo era la sua metà, la parte mancante che la rendeva finalmente completa e stava continuando a capirlo in quel corridoio con gli occhi puntati in quelli di lui.

Ad interrompere quel contatto tanto profondo quanto semplice, fu un fascio di luce bianca dalle esembianze di un cavallo, che li abbagliò più del dovuto. Il patronus di Ginny vagò per il corridoio con agilità e maestria, girando prima intorno ad Hermione e subito dopo intorno a Draco che lo squadrò con uno sguardo curioso e rapito.

«So che siete insieme voi due, raggiungeteci nella stanza delle necessità! Dobbiamo discutere di alcune novità che sono sorte.» la voce della rossa li colpì facendoli sobbalzare. «Ah, mi dispiace avervi interrotti, ma vi sbaciucchierete più tardi.» aggiunse prima di cavalcare lungo tutto il corridoio e sparire nel nulla.

Hermione arrossì violentemente dopo quell'affermazione, era così nuovo per lei avere i suoi amici a conoscenza dei suoi sentimenti per Draco. Inoltre era stata fortunata che nessuno dei pochi studenti che camminavano da quelle parti avesse sentito la voce squillante di Ginny o a quest'ora sarebbe già andata a staccarle la testa, magari avrebbe fatto compagnia al povero Sr.Nicholas.

Il solo pensiero di esporre la sua relazione davanti a tutti le faceva salire il sangue al cervello ed arrossare ancor di più le guance. Era consapevole che lei e Draco non avevano mai affrontato quel discorso per bene, quindi non sapeva nemmeno se definirla una vera relazione, ma non voleva pensarci troppo o sapeva che avrebbe creato problemi anche dov'era inutile creali.

«Tu vai avanti, io ti raggiungo poi.» la sua voce la riportò con i piedi per terra e con lo sguardo di nuovo su di lui.

«Perché? Non credo possano capire qualcosa se camminiamo nella stessa direzione, in fondo stiamo parlando anche adesso e nessuno ci fa caso.» si guardò intorno con fare tranquillo, ma c'erano solo un gruppetto di Corvonero in ritardo per la colazione già cominciata.

«Granger, perché vuoi sapere sempre tutto?» alzò gli occhi al cielo, ma poi cedette alla pressione degli occhi di lei. «Non mi sembra opportuno presentarmi in queste condizioni... poco consone.» rimase basito nel vederla confusa.

«Di quali condizioni parli, Malfoy?» inclinò il capo ingenuamente.

«Vorrei fartele tanto sentire, ma c'é gente intorno a noi.» chiuse gli occhi per la troppa esasperazione. «Salazar, Granger sei dannatamente snervante ancora adesso! Sbaglio o ti sei sfogata solo tu pochi minuti fa?» scosse il capo e le diede le spalle per allontanarsi, sapendo che finalmente aveva capito a che cosa servissero quei pochi minuti di ritardo.

Con il volto in fiamme, la libertà di parola completamente nulla ed un sorriso, tuttavia, contento ed innocente dipinto sulle labbra, la grifondoro non aggiunse altro e si diresse verso la stanza delle necessità per riprendere le sue amate ricerche, che a quanto pare avevano coinvolto anche gli altri e di questo non poteva che esserne assolutamente contenta.
Sperava solo di riuscire a risolvere ogni cosa, non potevano aver vinto una guerra di quel calibro e lasciarsi spazzare via dalla pazzia di un folle dei livelli di Lucius Malfoy.

**

La stanza delle necessità evocata era di media grandezza e comprendeva un lungo tavolo con delle sedie, grandi finestre oscurate da tende argento e rosso, librerie stracolme di vecchi libri, un camino scoppiettante e poltrone colorate.
La prima cosa che Hermione notò, suo malgrado, fu la presenza di un nuovo membro aggiunto allo strano gruppeto di grifondoro/serpeverde, presenza che avrebbe sicuramente provocato l'ira di Draco.

Ron se ne stava in piedi, accanto ad una delle tende rosse. Gli occhi blu concentrati e persi in chissà quale discorso di scuse che stava costruendo nella sua mente e le mani unite tra di loro che giocherellavano con la catenina che prima apparteneva a suo fratello Fred, come se volesse chiedere aiuto al fratello su cosa dire e cosa fare; la cosa giusta, quello sarebbe stato il consiglio del gemello andatosene in quella tragica guerra.

La ragazza avanzò solo di qualche passo e lui subito sobbalzò dinnanzi alla sua presenza. Oh, Hermione poteva finalmente vedere il blu acceso dei suoi occhi puramente ingenuo e buono, quello di cui si era innamorata un tempo.
Aveva già capito ogni cosa, era già passato tutto se solo lui avesse promesso di smetterla, però sapeva che per Draco non sarebbe stato altrettanto facile.

«Hermione prima che tu dica qualcosa voglio che... Che tu sappia quanto ci sono stato male in questi giorni!» la raggiunse con due grandi falcate e prese le sue mani. «Ti ho fatto così male, non meriterei nemmeno che tu mi salutassi o mi guardassi, ma egoisticamente insisto nel volerti essere amico perché sei una delle persone più importanti della mia vita! Ho già perso Fred, non voglio perdere anche te, probabilmente una parte di me non smetterà mai di amarti, ma prometto di accettare qualsiasi cosa pur di starti accanto e lo farò in qualsiasi veste tu voglia!» parlò a raffica e le sue guance si arrossarono tanto quanto i suoi capelli.

«Quante volte ti ho detto di non parlare a raffica, Ronald?» accennò un sorriso, era completamente impotente davanti alla bontà del suo sorriso infantile.

«Troppe! Ti prometto che proverò a fermarmi, ma vedi che non é facile quando si compie un errore gravissimo! Perdo la testa ed il controllo, spero solo che tu non abbia alcun rancore verso di me, certo non sopporterò mai l'idea che tu stia con uno come Malfoy, ma sono consapevole che si tratta della tua vita e voglio aiutare nella salvaguardia del mondo magico!» il suo tono era sicuro di sé, ma il solo nominare il serpeverde mise la ragazza in uno stato di agitazione.

«Ron, lo stai facendo di nuovo. Calmati, é tutto chiarito.» si lasciò stringere in un forte abbraccio, che come sottofondo ebbe le voci di Ginny ed Harry più contenti che mai.

Voci che si bloccarono all'istante, non appena il rumore della porta lì colpì e la figura di un Draco tranquillo e rilassato fece capolinea nella stanza. Negli occhi c'era ancora la voglia di stare con lei, in bocca ancora il suo sapore e sul volto ancora quel sorriso che si tramutò in un ghigno sprezzante non appena posò lo sguardo sulla figura di Ron accanto ad Hermione.
La rabbia era così tanta nei suoi confronti che i pugni già si strinsero, costringendo Blaise ad alzarsi dalla poltrona e raggiungerlo in meno di un secondo. Lo stesso fece Harry, che abbandonò il suo posto accanto a Daphne e raggiunse il suo migliore amico.

«Non mi serve la balia, Zabini.» sputò in modo acido e gelido. «Che ci fa qui?» rivolse la domanda a tutti, ma i suoi occhi non si staccavano dalla figura del rosso ancora accanto a lei.

«Calma i tuoi bollenti spiriti, principino da strapazzo! Ron é uno di noi ed ha sempre partecipato alle missioni di salvataggio, quindi siediti e ascolta che cosa abbiamo scoperto!» Ginny fece qualche passo avanti e poggiò sul tavolo in legno scuro il grande libro che aveva scovato nella sezione proibita.

«Non m'interessa che cos'avete da dire, non accetterò mai l'aiuto di un pezzente!» avanzò con il sangue quasi al cervello, ma prontamente Hermione si sovrappose tra i due e fermò il biondo.

«Me ne frego di aiutare te, se fosse stato per me saresti morto in quell'ardemonio, ma questa é una situazione che va' oltre alle nostre divergenze! Io aiuto la mia gente.» replicò a denti stretti, trattenendo tutta la rabbia che anche lui sentiva nei suoi confronti.

«Ron ha ragione.» la grifondoro quasi si stranì della sua stessa frase. «Mettete da parte i vostri problemi per una giusta causa, sai anche tu che più siamo contro tuo padre, più non avrà alcuna possibilità di mettere in atto qualsiasi suo piano folle!» provò a farlo desistere, stringendo la mano fredda e bianca del serpeverde nella sua, ma lui si ritirò al tocco.

«Il famoso trio delle meraviglie, no?» ghignò gelosamente. «Se voi volete far parte di questa pagliacciata, fate pure. Io mi chiamo fuori, posso fermare mio padre da solo. » si rivolse ai suoi amici per qualche secondo prima di voltare le spalle ed uscire da quella stanza che lo stava soffocando dentro.

Attraversò il corridoio con la furia che gli scorreva nelle vene, nessuno studente osava sfidare quello sguardo da mille schegge affilate e lui la prese come una benedizione.
Odiava il dover competere sempre con il fatidico golden trio, odiava il fatto che nonostante tutto Hermione volesse un bene dell'anima a Ron e soprattutto odiava vederlo toccare la sua pelle, guardare il suo volto ed anche solo respirare la sua stessa aria.

Sentiva la voglia di prendere a pugni qualcosa, gli sarebbe andato bene anche il muro, ma sentiva uno strano calore avvolgerlo e non perse tempo ad uscire dal castello per sentire l'aria fresca accarezzargli la pelle.
Il cielo era di un grigio stabile, i primi giorni dell'anno erano passati con la stessa velocità di uno schiocco delle dita e nessun altro attacco si era verificato.

Forse doveva concentrarsi sui problemi che affliggevano la sua famiglia, anziché perdere tempo dietro al grifondoro, infondo Hermione gli aveva dimostrato più volte di essersi davvero legata a lui ed al suo brutto carattere. La rabbia parve scemare al quel pensiero, così come l'irruenza del suo passo. Senza volerlo si era ritrovato nei pressi del lago nero ed il buon senso gli gridò di allontanarsi subito da quel posto, ma la voglia di indagare sull'ultima volta che ci era stato prese il sopravvento e così riprese a camminare verso le acque scure.

Il silenzio che regnava intorno agli alberi che circondavano il lago era snervante. Draco camminava a passo lento, con gli occhi puntati verso le acque e l'udito ben teso, ma nessun suono arrivò alle sue orecchie. Avanzò ancora nella vana speranza che quella sera, stordito dalle nuove emozioni per Hermione si fosse immaginato tutto, ma per sua sfortuna non fu accontentato; un tremolio delle acque lo costrinse ad aguzzare gli occhi, finché qualcosa sembrò emergere dall'acqua solo di qualche centimetro.

«Ma che diavolo...» la sua mano destra subito raggiunse la propria bacchetta e la puntò contro quella strana creatura.

Rimase spiazziato dalla figura che gli si palesò a pochi metri; il corpo era per metà immerso nell'acqua e lasciava intravedere solo una grande coda scura, l'altra metà del corpo era gracile ed anch'esso scuro. Il viso sembrava detorpiato ed i lunghissimi capelli somigliavano a mille tentacoli in procinto di afferrare la preda, ma la cosa che colpì Draco più di tutto, furono gli occhi grandi e lucenti che lo stavano risucchiando. Si trovava davanti ad una sirena che lo stava apparentemente impnotizzando.

I suoi piedi si mossero senza che potesse protestare, avanzarono verso quella creatura con decisione e si piegò nelle ginocchia una volta arrivato al suo cospetto.
Si trovava faccia a faccia con quegli occhi grandi ed improvvisamente un freddo gelido gli gelò persino il cuore o forse erano semplicemente le dita affusolate che la sirena aveva poggiato sulla sua guancia ormai bagnata. Avrebbe tanto voluto urlare a squarcia gola, ma la voce sembrava sparita chissà dove e nella sua testa sentiva solo le urla di qualcuno che implorava il suo nome.
Provò con tutto se stesso a tirarsi indietro ed interrompere il tocco gelato che gli stava provocando mille brividi, ma nessun muscolo rispondeva al comando, non riusciva a staccare lo sguardo da quello profondamente scuro della creatura.

Sentì la bacchetta cadere dalla sua mano ed il panico prese possesso del suo corpo non appena anche l'altra guancia ospitò la seconda mano della sirena, che in pochi secondi riuscì a trascinarlo con sé sott'acqua.
Sentiva la gola bruciare e gli occhi divagare lungo una luce sconosciuta, mentre tentava di liberarsi dalla presa fin troppo ferrea che lo tratteneva nel fondo, ma sembrava tutto tremendamente inutile e le forze stavano iniziando a scemare sempre di più, fino ad esaurirsi completamente.

La superficie del lago sembrava così calma sotto il leggero venticello che tirava, la bacchetta era annodata dai fili d'erba scura che circondavano la riva delle acque; un'apparenza meravigliosa che nascondeva agli altri la vista di un corpo che annegava, un cuore che batteva in modo lento ed un'anima che stava sprofondando sempre di più nelle acque scure.

_Angolo Autrice_

Fiuuuuuu, ce l'ho fatta finalmente! U.U In realtà ho finito di scriverlo ben tre ore fa, ma le ho perse per cercare la canzone ed il titolo; Ero disperata. >.<
Inoltre ho avuto tantissimi problemi con questo capitolo, perché iniziano davvero le compicazioni vere nella storia! E credo l'abbiate capito!

L'inizio vi ha fatto sperare in un capitolo tranquillo, eh? E invece no, ancora problemi per i nostri protagonisti!
Dopo una dolce e spudorata vendetta del serpeverde nei confronti della grifondoro, arrivano nuove scoperte da parte di Ginny ed una nuova alleanza: Ron!

Il nostro biondino non accetta la sua presenza, oh! Gelosia, portami via! La rabbia, si sa, non porta a nulla di buono e come abbiamo visto l'ha portato al lago nero...u.u
Che docili le sirenette, eh? Eppure Ariel non era così pericolosa! XD
Che cosa vorrà mai una sirena dal nostro povero Draco? Gli altri scopriranno che il biondo sta annegando beatamente nelle acque?
Lucius si farà sentire ancora? E quali saranno queste nuove scoperte di Ginny? U.U

Vedremo, vedremo! Siete curiosi? *-*-* Spero di sì! Non vi resta che aspettare la settimana prossima per un nuovo ed interessante capitolo! :)

Intanto, volevo ringraziarvi per aver superato le 25k di visual, siamo quasi a 26 ed io vi adoro più di ogni altra cosa al mondo! *-*-*-*-*
Inoltre volevo rendervi partecipi di una piccola cosuccia: In settimana ho creato una playlist su spotify contenente tutte le canzoni usate per questa storia, quelle che metto ad ogni capitolo insomma! Quindi se vi va' di ascoltarle o altro, vi allego la foto della playlist qui sotto! *-*

Inoltre, stavo pensando di aggiungere ad ogni capitolo, oltre ad una canzone straniera, anche una italiana. *-* Fatemi sapere se l'idea vi piace e consigliatemene pure qualcuna! *-*-*
Per il resto, non credo ci sia molto altro da dire, se non... STAY TUNED! *-*

Playlist: 👇

PS: Sono in procinto di cambiare copertina in questi giorni, ogni tanto controllate la storia e se trovate una copertina diversa fatemi sapere in privato che cosa ne pensate, mi farebbe tanto piacere scambiare qualche parola con voi! *-*-*

Un bacio, Lys.♡

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