10- A beautiful lie.
'Qui disteso, sveglio nel letto, durante la notte.
E pensi alla tua vita, vuoi essere diverso?
Cerca di lasciar uscire la verità e le battaglie della tua gioventù. Perchè questo è solo un gioco.
É una bella bugia, è la smentita perfetta.
Una così bella bugia in cui credere.
Così bella che mi rende bello.
É tempo di dimenticare il passato, per spazzar via quello che è successo ultimamente. Nascondersi dietro ad una faccia vuota non é chiedere troppo.
Tutti mi stanno guardando.
Sto correndo in cerchio, una disperata calma si sta espandendo.
Devo ricordare che questo è solo un gioco.
É una bella bugia, una così bella bugia in cui credere.
Così bella che mi rende bello.
Così bella, bella...'
A beautiful Lie - Thirty Seconds To Mars.
Dopo un'intera notte di pioggia finalmente il sole splendeva chiaro e forte nel cielo, illuminando i lunghi corridoi del castello. L'aria era ancora un po' fredda, ma i raggi che penetravano dalle grandi vetrate riscaldavano quel poco che bastava per donare un leggero senso di calore e serenità. Le gocce di rugiada scivolavano con estrema lentezza dalle verdi foglie e quel movimento era osservato dagli occhi nocciola di una giovane donna, con zero attenzione e pensieri che frullavano ovunque nella sua testa. Se ne stava seduta su una delle panche presenti nel giardino della scuola, mentre ignorava le chiacchiere dei propri compagni al suo fianco.
Hermione aveva smesso di ascoltare la voce squillante di Ron non appena si era ritrovata al centro dell'argomento. Non amava avere tutti gli sguardi addosso, soprattutto se si trattava di compleanni.
Il suo sarebbe stato circa una settimana dopo, da quella conversazione aveva colto che Ginny voleva organizzare una grande festa e la grifondoro si chiese se avrebbe portato Blaise Zabini con sé o avrebbe lasciato che la terza guerra magica scoppiasse in un altro momento, ma non disse nulla. Il sorriso della rossa era troppo grande e contagioso per essere infranto con quel cinismo.
Quella mattina, doveva ammettere, aveva l'umore sottoterra. Non sapeva spiegarsi bene il motivo, magari era tutta colpa di un serpeverde dai capelli biondissimi che era scomparso la mattina dopo quella notte in infermeria, senza farsi più vedere. Non aveva più avuto sue notizie, non sapeva nemmeno se la febbre fosse passata o quell'enorme livido sulla costola destra fosse sparito del tutto, a lui non l'aveva detto, ma era stata presente per tutto il tempo insieme a Madama Chips mentre lo medicava. Non l'aveva lasciato solo un attimo e lui, a quando pareva, non faceva complimenti a rimanerla in quel modo. In fondo era Draco Malfoy, no? Che cosa mai doveva aspettarsi da lui?
«Insomma, mi dici che ti prende?» un sussurro di Ginny attirò la sua attenzione, lasciando cadere tutti gli insulti babbani che conoscesse contro il furetto biondo... Almeno per il momento.
«Hai visto Blaise in questi giorni?» le chiese senza farsi sentire, si sorprese da sola di quella domanda.
«Proprio stamattina. É esasperato perché quell'idiota di Malfoy gli sta addosso con i suoi drammi da mangiamorte!» sputò con indifferenza, dopo tutto non riusciva a tollerare uno come lui. Troppo grande era il dolore nel suo cuore.
Hermione annuí semplicemente, ignorando gli ultimi commenti dell'amica sul conto di Draco. Ne aveva avuto già abbastanza quella mattina, difendere una reputazione del genere non era affatto facile, proprio qualche ora prima aveva dato contro a due primini per averli sentiti parlare in un modo atroce alle spalle del ragazzo. Non capiva nemmeno lei perché, tutto ad un tratto, lo difendeva da tutti. Capiva solo il dolore che si era irradiato nel proprio petto nel vederlo sudato, in quel letto, in preda a chissà qualche ricordo ricco di terrore.
«Hermione? Hermione che succede?» la voce di Harry le perforò un timpano. «Sei pallida come una mozzarella!» le fu accanto in meno di un secondo.
«Sto bene, ho solo bisogno di bere qualcosa di fresco.» si alzó
sfuggendo alla presa del suo migliore amico. «Non vi preoccupate troppo.» scosse il capo per convincerli.
Una mano più forte e più calda si posò sulla sua spalla. Sapeva a chi appartenesse quella presa, l'aveva avuta sulla propria pelle milioni di volte, l'aveva desiderata così tanto in tantissime occasioni ed anche a distanza di tempo aveva il suo dolce effetto; quello di calmarla.
Si voltò quel tanto che bastava per sprofondare negli occhioni blu di Ron. Erano di poco coperti dai capelli rossi, quelli che aveva accarezzato ogni notte, incapace di dormire senza di lui a causa degli incubi.
«Ti accompagno io, tranquilla.» fece scivolare la mano lungo il braccio della ragazza, quasi a prenderle la mano.
«Ron, davvero! Sto benissimo, rimani pure qui con loro.» si ritrasse al gesto, erano mesi che non voleva più quel tipo di contatto con lui. «Io torno subito.»
«Herm ti prego! Lascia che ti accompagni, starò al mio posto. Te lo prometto.» la supplicò e, come sempre, la grifondoro cedette davanti al suo sguardo da amico protettore.
**
Le cucine del castello non erano lontane dal corridoio che portava alla sala comune dei tassorosso. Hermione e Ron si avviarono in silenzio, senza nemmeno lasciar sfiorare le proprie spalle lungo il breve tragitto. I loro respiri erano gli unici a regnare nel silenzio, non c'erano sguardi furtivi da parte di nessuno dei due, né tentativi di instaurare un possibile discorso che li avrebbe tenuti occupati. Dopo la loro rottura il rapporto fraterno che avevano sempre avuto non era stato più lo stesso, almeno per Hermione. Tollerava la presenza di Ron solo perché gli voleva un bene dell'anima ed avrebbe potuto essergli amica, ma niente di più mai più. Aveva concesso troppo a quel ragazzo dagli occhi rassicuranti. I suoi pianti, i suoi sorrisi e persino i suoi successi. Gli aveva donato anima e corpo, rendendolo onorato di averla per la prima volta, ma soprattutto gli aveva dato fiducia, quella che lui aveva buttato chissà dove.
«É fresca abbastanza?» gli porse un bicchiere colmo d'acqua con un sorriso che probabilmente, anni prima, avrebbe classificato come amorevole. «A quest'ora gli elfi non ci sono, saranno già iniziate le lezioni.» si guardò intorno.
Hermione bevette tutto d'un sorso, non si era minimamente accorta che Ron aveva solleticato la pera dell'entrata nel giusto modo e che già si trovavano all'interno delle cucine. Aveva bisogno di raffreddare quel motore che era il suo cervello per poter ragionare a mente lucida su ogni cosa, stavano succedendo troppe cose insieme e sentiva che prima o poi sarebbe esplosa. La cosa più brutta di quella situazione era il non poter parlarne con i suoi amici di sempre, perché sapeva che non avrebbero mai capito. Persino Ginny, nonostante la sua relazione con un serpeverde, non aveva capito il suo aiutare Malfoy.
«Sì, grazie.» restituì il bicchiere che il rosso, goffamente, fece volare nel lavandino. «Possiamo tornare, Ronald.» gli diede le spalle per tornare indietro.
Il suo movimento venne bloccato, il suo polso era stretto tra le dita grandi di Ron e questo fece sembrare, improvvisamente, quel luogo troppo stretto per contenere tutti e due. L'aria era decisamente cambiata e non servì molto tempo ad Hermione per capire il perché di quel gesto.
«Herm, so di averti detto che sarei stato al mio posto, ma... Io vorrei parlarti.» posò gli occhi sulla propria presa, deluso dal non voltarsi di lei. «Sono successe tante cose dall'ultima volta in cui ti tenevo stretta così, ricordi?» le chiese ed ancora non ebbe alcun cenno. «Hermione ti prego. Mi dispiace per aver... Per aver fatto quello che ho fatto, non ero pronto. Tu... Tu... Sembravi già programmare tutto ed io mi sono sentito soffocato da ogni cosa...!» si interruppe sentendo la mano di lei ritrarsi dalla propria.
La ragazza scattó a guardarlo con le lacrime agli occhi; l'ambrato delle sue iridi luccicava tanto da farli sembrare oro puro. Aveva portato la mano tremante al petto e doveva ammettere a se stessa che sentiva ancora tantissimo dolore se solo pensava a tutto quello che era successo, quel muscolo nessuno riusciva a controllarlo ed una lacrima sfuggì al suo controllo, era frustrata per non poter lanciare un incantesimo anche al suo cuore, per farlo finalmente tacere.
«E così sarebbe colpa mia, Ron? Vuol dire che io ti ho indotto a comportarti come un bambino stupido e senza coraggio? Un biglietto! Mi hai lasciata con un biglietto! Hai idea di come mi sia sentita umiliata da te? Hai idea di quante lacrime abbia versato per un idiota senza cervello?» finì per urlare e sputargli contro tutto quello che aveva trattenuto. «Io non programmavo le cose. Io sognavo una vita insieme a te perché ti amavo, ma tu non sai cos'é l'amore... Sai solo tirarti indietro senza neanche guardarmi negli occhi.»
E quegli occhi erano lucidi e carichi di lacrime, il vetro si era rotto lasciando spazio ad un'infinita distesa di dolore per un amore in procinto di fallire ancor prima di iniziare. Si era illusa troppo con il suo migliore amico, aveva avuto tanti avvertimenti negli anni prima e da sciocca aveva fatto finta di non vederli, credendo in Ron, credendo nel suo coraggio da grifondoro, credendo nel profondo affetto che c'era stato tra di loro e che probabilmente, per sua sfortuna, ci sarebbe stato sempre.
«Mi dispiace, okay? Mi dispiace per essermi comportato in quella maniera, come dici tu, sono stato un idiota senza cervello! Lo ammetto, ma tu non mi hai mai dato la possibilità di rimediare. Mi hai gettato nel fuoco dopo un solo errore! Uno solo!» la sovrastó con la sua stazza, intrappolandola tra sé ed il muro.
«Ronald ti prego... Lasciami andare.» voltò il capo per evitare il suo respiro. Odiava sentirlo sulla sua pelle, odiava stare tra le sue braccia dopo tutto quello che era accaduto. Puntò i suoi occhi sulla porta della cucina, per un momento aveva giurato di vedere la maniglia abbassarsi, ma quella era rimasta al suo posto, ferma ed immobile.
«Riproviamoci, Herm. Ritorniamo io e te, i vecchi Ron ed Hermione.» le posó un bacio sulla tempia assaporando, seppur per poco, il dolce sapore della sua pelle. «Ricordi quando provasti a fare la torta con la ricetta della mamma? Oh, era durissima ed aveva un sapore orrendo. Nessuno la mangiò, avevano paura di prendere l'ebola o qualsiasi malattia babbana.» ridacchiò appena, riuscendo a strappare anche a lei l'ombra di un sorriso.
Sentì i muscoli della ragazza rilassarsi contro il proprio corpo. Le mani di Hermione scivolarono sul suo petto, smettendo di fare pressione per staccarlo e lanciarlo chissà dove. La luce della speranza si accese nelle sue iridi blu, desiderava con tutto se stesso poter stare con lei per tutta la vita, si era dannato l'anima ogni giorno per aver dato ad Harry quello stupido biglietto. Si era sentito libero solo per qualche giorno, poi l'aria aveva cominciato a mancare ed il cuore aveva cominciato a sgretolarsi senza di lei.
«Tu... tu la mangiasti, però.» gli ricordò lei, alzando lo sguardo per incrociare quello del rosso. «Dicesti che aveva un sapore buonissimo, anche se io sapevo quanto facesse schifo.» si abbandonó ad una risata leggera.
«Io ti amavo, avrei mangiato cento di quelle torte per farti felice. Anzi, no! Mille! E lo farei ancora adesso, perché ti amo più di quanto io non ti abbia mai amata.» si ritrovò ad accarezzare un ricciolo sfuggito dalla coda.
Hermione poté sentire di nuovo il suo fiato caldo sfiorarle le labbra, i dettagli di Ron che aveva sempre osservato sembravano diversi a distanza di mesi, solo la solita rughetta era presente all'angolo della bocca come sempre. Vide le palpebre di lui chiudersi lentamente, come se dopo averla osservata la stesse immaginando ed amando anche nella mente. Un secondo dopo sentì le sue labbra contro le proprie in modo irruente e famelico. La mano del grifondoro finì dietro la schiena di lei, voleva stringerla a sé ancor di più, se quello non era abbastanza. Stava, finalmente, ritornando a respirare e grazie ad Hermione i pezzi del suo cuore stavano tornando ognuno al proprio posto.
**
Un rumore rimbombò nel silenzio dei sotteranei. L'ingresso della sala comune dei serpeverde si spalancò dopo la parola d'ordine pronunciata dal principe della casata in questione. La sua figura attirò l'attenzione dei due presenti, che lo raggiunsero non appena la parete in pietra si richiuse alle loro spalle. Il riflesso della lunga fila di torce accese dava al volto di Draco Malfoy un aspetto tetro ed inquietante. Le occhiaie erano oscurate dal buio che regnava nei corridoi e l'oro dei suoi capelli era l'unica cosa a brillare in quell'oscurità.
«Finalmente ti sei degnato di uscire dalla tana.» con il cipiglio simile a quello di Hermione, Daphne incrociò le braccia al petto con superiorità e fece battere la punta del piede ripetutamente.
«Daphne! Non é così che avevamo intenzione di iniziare, ricordi?» Blaise si fece avanti, sfoggiando la mano con un imponente anello sul dito medio.
«Non sono affari tuoi, anatra petulante.» la replica del biondo non tardò ad arrivare, facendo innervosire l'amica di non poco.
«Draco, sbaglio o ti avevo detto che non si parla in questo modo alle donne?» la serpe mora intervenì con pazienza ed efficenza.
«Sta' zitto!» esclamarono in coro i due prefetti. La loro calma continuava a trapelare dalla loro voce, ma riuscirono comunque a zittire l'amico con dei semplici sguardi, facendolo restare di sasso.
Lo sguardo di Daphne si addolcì dopo alcuni secondi, il suo braccio circondò quello di Draco e non perse altro tempo; lo abbracciò affettuosamente, erano rari quei gesti da parte sua, ma sapeva che in un brutto momento come quello ne aveva più che bisogno.
«Stai bene?» il suo fu un lieve sussurro che arrivò all'orecchio del biondo forte e chiaro.
Quest'ultimo annuí semplicemente, portandola con sé sotto braccio. Si sentiva meglio quella mattina, dopo esser stato in infermeria era riuscito a dormire per due notti di fila senza incubi. Non sapeva a che cosa fosse dovuto, anche se ne aveva una mezza idea, il suo cervello non aveva fatto altro che pensare a quel piccolo frangente con lei. Si era dato del pazzo per ore, aveva persino pensato di prendersi a pugni al solo pensiero di Hermione Granger. Il suo tocco era stato fatale per la sua pelle, l'aveva mandato in fiamme, nel vero e proprio inferno.
Eppure avrebbe bruciato volentieri in quelle fiamme, se lei fosse stata al suo fianco.
Per la prima volta si era sentito uno stupido di fronte alla ragazza. L'aveva insultata per anni, denigrandola in un modo estenuante e ripetitivo, disprezzando anche il solo passarle accanto ed ora... Ed ora scopriva che la sua pelle era capace di incendiarlo tanto quanto curarlo. Aveva scoperto che non c'era pelle più liscia della sua, perché sì, non aveva resistito ed aveva sfiorato la sua guancia mentre dormiva profondamente al suo capezzale. Aveva scoperto che probabilmente, farsi aiutare da Hermione, sarebbe stata la cosa più sensata che avrebbe mai fatto nella sua vita.
«Ma insomma! Non lasciatemi indietro!» la voce di Blaise lo riportò alla realtà, mentre stava salendo l'ultimo scalino che portava ai corridoi della scuola.
«Blaise abbassa la voce!!» lo rimproverò la bionda. «Piuttosto, dimmi come va' con la piccola Weasley.» si appropriò anche del suo braccio.
«Abbiamo rischiato di schiantarci a vicenda ieri, ma tutto sommato... Credo vada bene.» alzò le spalle con nochalace. «Siamo gli opposti, i nostri caratteri non sempre coincidono e scattano liti anche per una sciocchezza.» confessò con un sorrisetto divertito.
Draco lo guardò senza capire. Gli era sconosciuto come potesse sorridere di una cosa del genere, aveva sempre creduto che nelle relazioni ci dovesse essere calma e razionalità, non che ne avesse mai avuto una vera e stabile, ma perché sorrideva se avevano rischiato di ammazzarsi?
«In fondo é bello essere diversi. Sai che pluffe amare le stesse cose? L'amore é amare la diversità e renderla nostra proprio per questo. É quando ti fiondi contro di lei, quando ti viene voglia di ucciderla perché sei un pazzo geloso anche dell'aria che la sfiora, tanto da scagliare mille incantesimi, ma quest'ultima ti terrà sempre testa, visto che é molto più brava di te e perché non le faresti mai del male, quindi manchi ogni incantesimo e lei si incazzerà con te ancora di più per questo.» le parole uscirono dalle labbra di Blaise con così tanta calma che i due al suo fianco si fermarono.
Daphne con gli occhi lucidi sognava un amore simile, magari folle, che l'avrebbe portata via dalla sua torre di vetro in cui la sua famiglia l'aveva imprigionata e la conducesse in mille avventure, proteggendola sempre. Sognava l'eroe che l'avrebbe salvata dal rivoltante mondo in cui si trovava.
«Oh, Blaise! Sono così contenta per te. E poi Ginevra mi sembra una tipa in gamba!» lo abbracciò dolcemente, aveva passato anni ad odiare Blaise ed il suo narcisismo verso le donne.
Quest'ultimo li osservava interdetto, le parole di Blaise gli rimbombavano in testa senza lasciargli un attimo di pace.
Era quello l'amore? Lui non lo sapeva, ma avrebbe tanto voluto provarlo, anche solo assaggiarlo per rendersi conto di cosa si trattasse. Draco si ritrovó invidioso del suo migliore amico e per poco non prese a sbattere la testa contro la colonna di marmo, non appena la sua mente si era indirizzata verso una certa grifondoro.
«Io... Vado a prendere qualcosa nelle cucine. Ho un mal di testa che mi sta uccidendo.» li liquidò in fretta, dileguandosi in meno di un secondo.
A passo svelto si diresse verso le cucine, magari uno di quegli elfi avrebbe potuto dargli qualche infuso efficace. Sentiva la testa scoppiare per i troppi pensieri che la occupavano; i sussurri nelle tenebre, le notti insonni, quella notte in infermeria, la pelle di Hermione, il suo prendersi cura di lui ed ora le parole di Blaise che l'avevano perforato. Non poteva sopportare tutto questo, non riusciva a sopportarlo. Sentiva le forze abbandonarlo, insieme alla sua sanità mentale che già non era delle migliori. Aveva bisogno di staccare la spina da ogni cosa, magari... Magari un suo tocco sarebbe bastato a calmarlo di nuovo. Portò una mano alla testa per calmare il dolore lancinante e non appena vide la porta ci si fiondò contro. Sfregò appena la pera che magicamente si trasformò in una maniglia e fece per abbassarla, quando udì delle voci provenire dall'interno.
«Riproviamoci, Herm. Ritorniamo io e te, i vecchi Ron ed Hermione.» la voce del rosso lo costrinse ad indietreggiare di qualche passo.
Stava ascoltando ogni parola nel silenzio più totale, lentamente e senza alcuna ragione, una strana rabbia si stava insinuando nelle sue viscere. Sentiva il suo sangue puro ribollire nelle vene, quasi gli stesse bruciando la pelle di nuovo.
«... Perché ti amo più di quanto io non ti abbia mai amata.» fu fatale ascoltare quella frase. Tanto che con rabbia strinse forte la maniglia, aprendola quel poco che bastava per osservare la scena.
Si era illuso ancora una volta. Draco Malfoy era cascato nell'inganno di Hermione Granger. Era tutta una bugia, era stato tutto una stupida bugia. E realizzò che lei non aveva mai avuto intenzione di aiutarlo, ma solo di prenderlo in giro.
Sarebbe stata la smentita perfetta, e doveva ammettere che sarebbe stata una bellissima bugia, ma che sarebbe restata tale.
_Angolo Autrice_
Dooolci fangirl innamorate dei nostri adorabili Draco ed Hermione...*-* Bentornate! *-*
Volevo scusarmi per l'immenso ritardo, ma ce l'ho messa tutta e spero che il capitolo vi piaccia, anche se credo vi sia partito un PORCO SALAZAR al bacio Romione. XD
Chiedo infinitamente perdono. :(
Però la nostra grifondoro sta gia facendo breccia nei pensieri del principino e viceversa. Come andranno avanti le cose? Draco avrà cambiato idea sul serio? Ed Hermione come la prenderà, essendo ingnara della presenza del ragazzo? U.U
A voi i commenti, le idee ed i pareri! *-*
Io sono qui ad ascoltarvi tutte!!! *-*
Come sempre vi ringrazio per il grande affetto che dimostrate sempre, per le tante visualizzazioni che mai mi sarei aspettata, per ogni voto e commento! Davvero grazie, grazie, GRAZIE! *-*
Detto questo, volevo parlavi di un concorso a cui sto partecipando con questa storia: nuovitalenti !
Si tratta di un'iniziativa messa in piedi da alcuni ragazzi per aiutare, appunto, i nuovi talenti di wattpad! Io adoro queste cose, credo sia un'ottima opportunità per gli scrittori di mettersi in gioco in una sana e bella competizione! Per chi volesse iscriversi, o seguire il percorso di questa Dramione nel concorso, basta andare sul profilo, seguire e aspettare gli aggiornamenti!!🖤
Un bacio, Lys. ♡
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