Capitolo XXI: I thought I was a fool for no one, oh, baby, I'm a fool for you.


Spero solo che questo capitolo iper lunghissimo e denso di cose riesca a farmi perdonare per la 'latitanza ' XD

grazie per i voti <3 ma se anche volete provare a dirmi qualcosa... non vi mangio, lol XD

Sowwy per erroracci eventuali (e ce ne saranno , lo so) poi rileggo e sistemo per bene...

Capitolo XXI: I thought I was a fool for no one, oh, baby, I'm a fool for you.

Lui odia quel posto, odia quella situazione, odia il fatto che sia dovuto ricorrere a tali misure, ma soprattutto odia riconoscere per chi lo stia facendo.

- Però quel Mille-piume ha ragione: una volta che trovi la balla giusta da raccontare, non è affatto difficile varcare gli stupidi confini!- pensa con aria soddisfatta mentre si incammina, quasi schifato quando il suo piede poggia su una soffice e candida nuvola ... e accade spesso.

Un'altra cosa che odia è il fatto che, arrivato al cancello, ha dovuto chiedere informazioni per poter raggiungere l'ufficio interessato.
Deve ammetterlo a se stesso, da solo non ce l'avrebbe mai fatta: in quel posto ogni angolo sembra identico all'altro, è un vero labirinto.

- Deve aver pensato la stessa cosa anche lui quando è venuto a trovare me!- pondera con un sorrisetto, mentre si avvicina sempre più alla meta designata, seguendo le dovute indicazioni.

Ormai, sotto gli occhi increduli di qualche angelo che ha incrociato il suo sentiero, lui è finalmente davanti alla porta azzurrina di quell'agognato ufficio,con una targhetta fatta di un fluttuante frammento di nuvola, sopra la quale può leggere quel nome.
Non gli resta che bussare.

"Sei... chi penso che tu sia?" esclama Glen, sbalordito, aprendogli.
"Sì, lo sono proprio. E ora, dimmi, lui dov'è?"

*********************** (Contemporaneamente)

"Ma sono le nove di sera ormai!" esclama Dom, alzandosi dal letto e cominciando a rivestirsi.
"Hey, angioletto, che ne è del tuo 'star qui a farci le coccole è la cosa più bella del mondo!'?" protesta Matt, facendogli il verso.

Non glielo dirà mai, ma quell'attività così insolita per lui, gli stava piacendo un sacco.

"Primo, io non parlo affatto così!" ribatte l'angelo, un po' offeso. "E secondo, è anche giusto che tutte le cose belle prima o poi abbiano una fine."

"Anche io e te?" gli domanda il diavolo, imbronciandosi.

L'angelo gli sorride, avvicinandosi a lui.

"Tu ed io non siamo una cosa." sentenzia, dandogli un bacetto veloce. "Che ne dici di andare a vedere che combina Chris?" gli propone.

"Okay." approva Matt, alzandosi dal letto.

"Sì, ma prima va' a vestirti! Così non andrai proprio da nessuna parte!" commenta Dominic e Matthew si riveste controvoglia.

"E da quando io seguo i tuoi ordini?" borbotta il moro, alzando gli occhi.
"Da quando sei caduto alla mia mercé, diavoletto mio!" replica prontamente il biondo, ammiccando e facendolo sorridere.

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"Ancora un po' di zuppa Inglese, caro?" chiede affabile la Sig.ra Wellington, passando fra i posti a tavola per il bis del dolce.

"Volentieri, Madame, grazie." sorride Chris, porgendole il piatto.

Tutte le preoccupazioni del musicista si sono rivelate infondate.

Quella famiglia lo adora, letteralmente.

Paul non fa che decantare il successo della sua band nel proprio locale, la madre non ha mai visto un altro ospite far così tanto onore alla propria cucina e, da quando ha scoperto che il padre di Kelly è un appassionato di motori e quattro ruote, gli spunti di conversazione non gli mancano.

Tutto ad un tratto, Chris sente un tintinnio crescente, fin troppo familiare, seguito da uno zampillare di fiamme. Tuttavia, non si scompone più di tanto, poiché ha ormai imparato da tempo che si tratta solo di illusioni ottiche e uditive.

Nel giro di pochi secondi, quei singoli di avvertimento lasciano il posto a chi ne è stata la causa scatenante, che si materializzano davanti agli occhi del loro assistito come se niente fosse.

"Ragazzone, non credi sia ora di tornartene a casa?" esordisce Matt, mentre Dom ha approfittato della propria invisibilità per farsi un giro della casa, apprezzandone il raffinato arredamento.

Per tutta risposta, Chris estrae il cellulare dalla sua tasca.

"Scusatemi, ho dimenticato di fare una telefonata importante." comunica ai suoi commensali che annuiscono.

Componendo un numero a caso che non esiste, Chris fa finta che qualcuno risponda alla sua chiamata.

"Dico è il modo di fare? Sparite tutto il giorno, quando vi avevo espressamente detto di aver bisogno di voi, e solo adesso vi ricordate qual è il vostro compito?" finge di parlare al telefono., quando in realtà si sta chiaramente rivolgendo a Matthew e Dominic, che ha ultimato il suo giretto e ha nuovamente raggiunto la sua nemesi.

"Sì, ma." azzarda Dom.
"Niente ma! Ultime notizie, miei cari: non potete fare il bello e il cattivo tempo, ci sono regole a cui attenersi e se non lo fate voi non vedo perché lo dovrei fare io!" prosegue nel suo sproloquio Chris.

"Però, che piglio deciso ha il tuo uomo!" commenta la madre di Kelly con la figlia.

"Mi piace chi si fa rispettare e non si fa mettere mai i piedi in testa!" commenta sorridente il capofamiglia.

"Pertanto, così come voi avete fatto aspettare me, io farò aspettare voi. Potete anche tornarvene a casa!" chiude la chiamata, osservando vittorioso i suoi custodi svanire nello stesso modo in cui sono comparsi.

"Perdonatemi, ma questi tecnici del suono pretendono orari assurdi e ti fanno ammattire, come se io potessi andare allo studio alle nove di sera passate, senza nemmeno un preavviso!" si giustifica prontamente il bassista, prima di venir abbracciato da Kelly.

"L'avete visto come si fa valere il mio Christopher?" sorride la ragazza, guancia contro guancia.

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"Ma ti sei accorto di come ci ha trattato? Chi si crede di essere? Me?" borbotta Matt, atterrando sul divano del garage.

"In un certo senso tu dovresti esserne contento. Almeno a te gli insolenti piacciono!" gli fa presente Dom, atterrando placido al suo fianco e strappandogli un sorriso.

"Questo è vero, ma... non lo giustifica comunque. Avrei dovuto usare uno dei miei spaventosi effetti speciali, allora sì che ci avrebbe obbedito come un cagnolino addestrato!" ridacchia il diavolo.
"Sai, io credo che anche se avessimo inscenato un'Apocalisse davanti ai suoi occhi lui non avrebbe comunque battuto ciglio." replica l'angelo.

"La vuoi smettere di avere sempre ragione?" alza gli occhi il moro, facendolo ridere. "Ad ogni modo, stamattina diceva di aver un bisogno disperato di noi a tutti i costi e faceva i capricci peggio di un poppante e poi? L'hai visto com'era a suo agio?"

"Oh sì, ma non avevo dubbi a riguardo, sapevo che il nostro ragazzone li avrebbe conquistati tutti con il suo cuore d'oro e le sue virtù." sorride il biondo.

"Semmai con la sua furbizia e le sue arti ruffiane!" dice la sua il moro, ghignante.

"Pensala un po' come ti pare!" fa spallucce Dom. "Però, la ramanzina che ci ha fatto prima Chris mi ha ricordato un po' quelle di Morgan. Ma dove sarà finito? E' tanto che non mi sgrida... e ultimamente me lo meriterei davvero." sospira un po' nostalgico.

"Quanto allo sgridare non saprei... ma se hai fatto il cattivo angioletto e vuoi essere punito, io sarei più che felice di sculacciarti quel bel culetto che ti ritrovi, finché cambia colore." mormora voglioso Matthew, con una voce profonda come il suo sguardo, per poi leccarsi lentamente il labbro superiore.

"Accidenti, ma come ci riesci?" domanda Dom, in evidente difficoltà.

"A fare cosa?"

"Questo: ogni volta che fai così mi aumentano le palpitazioni, la testa mi gira, sudo e ho i brividi allo stesso tempo e... fatico a reggermi in piedi!" confessa Dom, facendosi aria con le mani, ringraziando il fatto di essere ancora seduto.

"Significa solo che so ancora come si fa il diavolo della Lussuria!" ridacchia lusingato il fascinoso diavolo.

"Dovrebbero darti una promozione laggiù!" riconosce Dom, facendolo sorridere. "Ad ogni modo, il punto è che siamo qui di nuovo soli per un po'. Che vogliamo fare?" domanda l'angelo. "E 'punirmi' è fuori discussione!" mette subito in chiaro.

"Lo immaginavo." sbuffa Matthew. "Però potresti farmi vedere cosa stavi facendo nella vasca quella mattinata in hotel." propone Matt, accarezzandogli una coscia attraverso i pantaloni attillati.
Un altro attacco di brividi e un nuovo senso di vertigine per il bell'angelo, che però trova la forza di reagire.

"Oppure potremmo guardarci un po' di TV!" controbatte Dom, accendendo quella che al momento è ancora l'ultimo ritrovato della tecnologia e appoggiando la testa sul grembo di Matt, lasciando le gambe ciondolare dal bracciolo del divano.
"Beh, sì, anche questo..." mormora il diavolo, mettendosi più comodo e guardando la TV con il suo angioletto, mentre gli accarezza distrattamente i capelli.

Devono attendere almeno un'ora e mezza prima che Chris faccia ritorno e appena varca la porta Dom ritrasforma istantaneamente la TV nel consueto rudere, prima che l'umano se ne possa rendere conto.

"A quanto pare, non avevo bisogno di voi!" incalza Chris, con fare altezzoso.
"Tecnicamente, non sei tu ad aver bisogno di noi, ma siamo noi che ti dovremmo assistere, sia che tu lo richieda o no." replica Dominic.

"Già, ma tanto la notizia che oggi né io né lui abbiamo mosso un dito si è sparsa. Almeno, io la mia dose di cazziatone l'ho già ricevuta!" borbotta Matt, senza che nessuno dei due custodi si schiodi dal divano.

"Kelly mi ha chiamato mentre tornavo e mi ha detto che i suoi le hanno confessato che sono il miglior ragazzo che lei abbia mai portato loro in casa!" svela Chris, con un gran sorrisone compiaciuto.
"Che lieta notizia, figliuolo!" si congratula Dominic, mentre Matthew emette un grugnito borbottante non ben definito.

Il loro assistito si reca di sopra, in camera sua, mentre Dom si ricorda che cos'è ancora presente in cucina.
Infatti, sparisce prima che il diavolo abbia anche solo il tempo di capacitarsene.

Dominic si rimaterializza in cucina, afferrando il vassoio delle cupcakes, col preciso intento di sbarazzarsene.
Sa bene che, anche se lui è riuscito a mangiare una di quelle 'cose' e ad affermare addirittura che fosse molto buona, Chris non potrebbe mai fare altrettanto e di conseguenza, anche se non lo darebbe a vedere, è sicuro che Matthew ci rimarrebbe male.

"Dom! E quelle cosa sono? Cupcakes, vero? Hanno un così bell'aspetto!" lo raggiunge in cucina Chris, guardandole con l'acquolina in bocca.

Evidentemente, un pranzo e una cena a casa della famiglia della sua ragazza non gli hanno ancora chiuso lo stomaco definitivamente.

- Dici così perché vedi solo la glassa e non sai come sono sotto... ma soprattutto perché non le hai assaggiate!- rimugina Dom, cercando di prendere tempo.

"Sfido che hanno un bell'aspetto, le ho fatte io!" si pavoneggia Matthew, comparendo davanti a loro.

Mentre regge saldamente il vassoio, Dominic sa che c'è solo una cosa da fare.

"Ne vuoi una, Chris?" finge di offrirgliele, per poi rovesciare rovinosamente a terra il vassoio, con le cupcakes che si capovolgono.
"Addio cupcakes..." sospira infelice Chris, guardando desolato quel devastato spettacolo.

"Dannazione, Dom! Sei un totale incapace, il re incontrastato degli imbranati!" sbraita furente Matt, ma Dom è ben lieto di prendersi tutti quegli improperi anche se, ovviamente, si finge rammaricato.
"Hai ragione, sono davvero imperdonabile. Ti eri impegnato tanto..." mormora l'angelo, raccogliendo i dolcetti distrutti dal pavimento e buttandoli via.
"Non è un problema, li posso rifare anche adesso!" dichiara il diavolo, che ormai ci ha preso gusto nelle attività culinarie, mentre riagguanta fiero il suo sgargiante grembiulino.
"Okay, ma stavolta ti aiuto anch'io!" si prodiga Dom, ma il suo è quasi un ordine perentorio.

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Nel giro di tre quarti d'ora le cupcakes, stavolta preparate come si conviene, riposano tranquille nel frigo, mentre Dom e Matt hanno raggiunto Chris, vicino al divano, a guardar la TV.
All'improvviso, a breve distanza dal televisore, si innalza un'imponente fiammata, che ha il solo scopo di annunciare l'arrivo di Tom.

"E tu che ci fai qui? Non ti è bastato darmi l'assillo con la chiamata di prima?" gli domanda Matthew, ma il suo capo non sembra nemmeno sentirlo.

"Lui è qui, vero? Ditemi dove l'avete nascosto. Del resto non è che questa catapecchia sia così immensa... " esordisce l'arcidiavolo, guardandosi attorno.

"Hey!" sbotta Chris, offeso, per poi accorgersi di qualcos'altro. "Tom, dimmi un po', com'è che stavolta non hai ridotto metà della mia 'catapecchia ' a un mucchietto di ceneri?" lo interroga.
"Non ho tempo per quegli stupidi trucchetti!" fa spallucce l'arcidiavolo. "E non provare a cambiare argomento. Vi ho chiesto dov'è!" insiste.

"Intendi Morgan, vero?" intuisce Dominic.
"Finalmente mi rivolge la parola uno intelligente!" commenta Tom.
"Hey!" sbottano in unisono Matt e Chris, risentiti.

"Guarda che è inutile cercarlo qui, non c'è. E nemmeno mi chiama, ormai da settimane." riferisce l'angelo, con aria preoccupata.
"Ma come? Davo per scontato che almeno con il suo tirapiedi rimanesse in contatto!"
"Hey!" sbotta offeso Dominic.

"Tom, sei qui da solo un minuto e hai già fatto irritare tre persone." riepiloga Matthew. "Dici che un giorno ci riuscirò anch'io?" domanda speranzoso, guardandolo con devota ammirazione e strappando al suo capo un sorriso.
"Fidati, Matt, sei sulla strada per raggiungerlo!" alza gli occhi Chris e questo fa sorridere il fascinoso diavolo.

"Ad ogni modo, Tom, è così carino da parte tua stare in pensiero per il mio capo..." gli sorride Dom, già dimentico dell'offesa subita.
"Eh già, il nostro Tom ha il cuoricino tenero e sotto , sotto gli manca il suo amichetto!" aggiunge Matt sornione.

"Ma..ma che state dicendo?" bofonchia l'arcidiavolo, allibito.

"Beh, Tom, un po' apprensivo dai l'idea di esserlo." dice la sua Chris.

"Ma quale stare in pensiero? Cuore tenero un accidenti! E non sono affatto apprensivo, non potrebbe fregarmene di meno, smettetela di dire tutte queste cazzate!" sbotta innervosito, torturandosi la coda con le dita. "Semmai mi manca insidiarlo e litigare con lui. Adoro essere il suo tormento!" si giustifica prontamente, ma sia Matthew che Dominic lo osservano con lo sguardo di chi sa.
Del resto, loro ci sono già passati e ormai si sentono grandi esperti in materia.

"Non so nemmeno che ci sono venuto a fare qui, perdo solo il mio tempo!" borbotta l'arcidiavolo, in evidente disagio, scomparendo così com'è apparso.

"Oh no, se si fermava almeno una mezz'oretta potevo fargli assaggiare una mia cupcake!" si lamenta Matthew. "Anche se il vero intenditore da consultare è Adam, forse gli dovrei far visita... " medita ad alta voce il moro, con un tono che a Dom non piace affatto.

Ma tutti quei mesi sulla Terra gli hanno insegnato una cosa importante: la gelosia si può combattere con altra gelosia.

"Oh sì, che bella idea, così io posso tornare da Nic, è tanto che non intreccio ghirlande insieme a lui!" ribatte Dom, con un'aria sognante che a Matthew dà solo sui nervi, mentre improvvisamente intrecciare ghirlande gli appare come il più erotico dei passatempi.

"Ripensandoci, è meglio che ognuno rimanga dov'è." sentenzia il diavolo, con aria casuale.

"Se lo dici tu..." si gode la sua vittoria il bell'angelo.

***************************** (Contemporaneamente)

Tornato agli Inferi, anziché puntare dritto al suo ufficio, Tom devia strada e si incammina verso gli uffici di un altro Girone, bussando a una porta che gli è familiare.

"Tommy! Qual cattivo vento?" esordisce spiritosamente Anderson, il suo collega, nonché uno dei suo amici di più lunga data.
"Beh, non ci si è più visti dopo quella riunione..." borbotta l'arcidiavolo più giovane, mentre prende posto di fronte alla sua scrivania, mentre l'altro si riprende il proprio posto.
"Oh sì, quella che ha scombinato tutti i piani che avevi col tuo dolce arcangeluccio... non credere che non lo sappia!" ridacchia il più grande.
Tom sussulta, drizzando la coda.
"Ma che idiozie vai dicendo? Quali piani? Io stavo solo opportunamente distraendo la mia odiata Nemesi, di modo che non potesse interfacciarsi col suo sottoposto, lasciando così il mio piccolo bastardo libero di agire!" si giustifica Tom, mantenendo i nervi saldi.

Per tutta risposta, Anderson scoppia in una fragorosa risata.
"E sentiamo, libero di agire in che modo? Facendo gli occhi dolci a quello che dovrebbe essere il suo nemico giurato? Lo sai meglio di me come come si è rammollito il tuo Matthew. Qui non si fa che parlare delle sfere, tutti sanno che sta succedendo. E pensare che era la miglior freccia della tua faretra..." commenta indignato l'arcidiavolo brizzolato.
"Ma no, lui è ancora il migliore. Tu non capisci, voi non capite.. quella è tutta tattica!" ribatte Tom, con quanta più convinzione riesce a mettere nel suo tono.

"Oh sì, certo!" fa finta di dargli ragione l'altro. "Lo vuoi sapere invece chi non mi ha mai dato una delusione? Adam, lui sì che sa fare il suo lavoro, non hai idea di quante anime mi consegna quando chiudiamo il bilancio. E si serve solo dei dolci, non ricorre mai a fumo o droghe come fanno la maggior parte dei suoi colleghi per andare sul sicuro... giusto l'alcool in alcuni casi. Ah beh, sì ovvio, e il sesso. Soprattutto il sesso!" ridacchia Anderson, alzandosi e camminando verso Tom.

"Quello è sempre un'ottima scelta, anche se è il mio Girone a detenerne l'esclusiva!" puntualizza Tom.
"E dai, dovresti saperlo meglio di me, spesso c'è un labile confine fra Gola e Lussuria." mormora Anderson, sedendosi sul bracciolo della poltrona del moro, accarezzandogli una coscia. "A volte proprio non esiste." continua languido, mentre la mano sale fino al cavallo dei pantaloni del moro.
Tom gli blocca il polso, con una presa salda.
"A volte è meglio che i confini restino ben delineati." sentenzia con tono freddo e distaccato, spostandogli la mano.
"Uh! Questa mi giunge nuova!" borbotta Anderson, stupito.
"Normalmente non disdegno la compagnia di almeno tre quarti dell''Inferno... e tu lo sai bene!" ammicca verso lui il moro. "Ma adesso non è uno di quei momenti." mette in chiaro.
"E va bene!" si arrende Anderson, smettendo le sue avances e tornando alla sua poltrona. "Se non posso essere il tuo amante, allora sarò solo il tuo amico." gli sorride. "Coraggio, racconta al vecchio Ander cosa non va!"
"Ma.. non c'è niente che non va!" protesta Tom, ma evitando il suo sguardo indagatore.
"Hey, Tom, guarda che il Girone dei Bugiardi sta a due isolati da qui e poi non sarebbe comunque il posto giusto per te. E' palese che c'è qualcosa che non va." insiste il brizzolato.
"In effetti..." farfuglia il moro.
"Ah-ah, lo sapevo! E lasciami indovinare, non ti va di sballare, non vuoi del fumo... ma un goccetto te lo fai con me?" gli propone il più grande, facendo magicamente apparire due eleganti bicchieri ricolmi di Margarita on the rocks.
Tom prende il suo, senza fare troppi complimenti.
"Non è per me ... è una cosa che è successa a un dannato di un mio sottoposto. Lui..."

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"... Ed è da allora che lui non ha dato più segni di vita... e il dannato del mio sottoposto non sa più che fare!" termina il suo racconto Tom, alla fine del terzo cocktail.
E' una fortuna per lui che i diavoli reggano l'alcool in maniera eccellente.
"Uhmm, secondo me il dannato del tuo sottoposto deve solo attendere e quell'altro che adesso fa tanto il prezioso prima o poi si rifarà vivo..." dice la sua Anderson, mentre si accorge di come Tom continui a sbirciare il proprio i-Phone con la coda dell'occhio. "Ma soprattutto digli che non dovrebbe fissare il suo iPhone in modo così ossessivo!"
Tom finisce per ingoiare il cubetto di ghiaccio che stava succhiando.
"Ma... come hai fatto?" domanda, dopo che ha finito di tossire in modo indecoroso.
"Suvvia, amico mio, ti riaccompagno al tuo ufficio e nel mentre ti spiegherò una o due cosine sull'arte dell'Antisgamo!" ridacchia il brizzolato.

"Hey, Tom, lo sai che ti dico?" incalza Anderson, a pochi passi dall'ufficio del moro, mentre quest'ultimo è impegnato a fissare invano il suo cellulare.
"Cosa?" domanda distrattamente.
"Che forse non dovrai nemmeno attendere così tanto..." commenta sornione, lasciando il suo amico e tornando verso il suo ufficio.
Non appena Tom mette a fuoco la visuale davanti a sé, un po' incredulo comprende il senso delle parole del suo amico.
Appoggiato con le ali contro la porta, seduto a terra e sonnecchiante non c'è altri che Morgan.
"Oh cazzo, Ander mi ha fregato e mi avrà messo una pasticca delle sue nei cocktail ... e ora sono in trip e ho le dannatissime allucinazioni!" sbotta ad alta voce il moro.
Basta questo a svegliare il biondo, che non è affatto un'allucinazione.

"Uh, Tom, finalmente! Ce ne hai messo di tempo, saranno due ore che ti aspetto qui... e stavolta la strada l'ho trovata da me!" esclama Morgan, stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi, prima di alzarsi.
"Uh? Vuoi dirmi che non sei un'allucinazione?" sussulta Tom, avvicinandolo con prudenza.
"Niente affatto!" ridacchia l'arcangelo.
"Ma... ci si comporta così? Sei sparito per settimane, non una chiamata, non un..."
"Sì, Tom, lo so. E' che avevo bisogno di starmene solo, per riflettere e capire delle cose ... e ora che le ho capite... dovevo proprio ringraziarti di persona!" sorride il biondo, con aria festosa.
"E sentiamo, cosa avresti capito?" nasconde tutte le sue aspettative in quella domanda l'arcidiavolo.
"L'ultima volta che ci siamo visti, mi hai procurato un grande, enorme shock." comincia Morgan.
"In effetti sì, fra le mie gambe ho qualcosa di enorme, lo so!" si vanta Tom, facendo arrossire visibilmente il suo ospite.
"NON ho detto questo e ora chiudi il becco e lasciami finire di parlare!" sbotta Morgan, con un piglio deciso che solitamente non lo contraddistingue.
Tom rimane in silenzio, consentendogli di proseguire.
"Come dicevo, mi hai scioccato al punto che... ormai ho perso il vizio del gioco, definitivamente, il solo pensiero mi dà avversione. Non capisci? Mi hai liberato da quest'orribile brutta abitudine, il merito è solo tuo!" gli sorride riconoscente.
Inutile dire che per l'arcidiavolo quella notizia è una pugnalata in pieno petto.
"Basta, taci, smettila di ripetermelo!Ti rendi conto che se si viene a sapere una cosa del genere.. io vengo degradato a diavoletto apprendista?" commenta disgustato.
"Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno, Il tuo segreto è al sicuro. Solo che... vorrei fare di più, in qualche modo io voglio ringraziarti e ... chiedertelo per telefono non sarebbe stata la stessa cosa." replica il biondo.
"Chiedermi cosa?" aggrotta le sopracciglia il moro.
"Di uscire con me. Domani sera, a cena. Non prendere impegni. Ci vediamo alle otto in Purgatorio." lo invita l'arcangelo, con una naturalezza impressionante.
"Mi stai chiedendo un appuntamento?" sorride divertito Tom.
"Vedila come ti pare, basta che accetti. Ora però devo lasciarti, ho un sacco di faccende da sbrigare, tra le quali tirare le orecchie a un certo mio sottoposto che nelle ultime settimane è stato un po' troppo negligente." commenta Morgan. "Ci vediamo domani?" gli chiede un po' titubante, a mo' di conferma.
"Ci vediamo domani." assicura il moro, ancora un po' frastornato.
"E' proprio quel che volevo sentire." sorride soddisfatto il biondo, svanendo in un'abbagliante luce azzurra e lasciando al suo posto solo una decina di piume svolazzanti.

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La sera successiva Tom si presenta al Purgatorio alle otto e venti, ma solo perché essere in ritardo fa più figo.
La verità è che ha speso buona parte della giornata davanti allo specchio a fare tutte le prove possibili, optando alla fine per un sobrio completo nero con sotto una maglietta bianca e nera.
Gli è costato molto anche prolungare volutamente l'attesa, impaziente com'era.

"Confessa, il tuo vero Girone è quello dei Ritardatari!" sbuffa Morgan, vedendolo finalmente comparire.
"Perché sei vestito così?" domandano l'uno all'altro in perfetta sincronia.
In effetti, Tom è tanto elegante quanto Morgan è vestito alla buona, nei suoi blue jeans sbiaditi dall'uso e nella sua felpa grigia dall'aria molto vissuta.

- Dannazione, non è possibile che stia un incanto anche conciato così!- rimugina Tom, incapace di staccargli gli occhi di dosso.

"Beh, tu hai parlato di portarmi fuori a cena. Voi arcangeli siete noti per il vostro buon gusto, quindi pensavo, non lo so, a un ristorante chic, magari nel cuore di Parigi..." risponde il moro.
"Sei del tutto fuoristrada, temo che tu abbia travisato le mie parole." borbotta Morgan. "Intanto, accetta un consiglio. Per quanto tu stia benissimo... cambiati." lo sprona.
"Nel senso di 'resta solo in boxer così facciamo prima'?" ridacchia Tom, inarcando il suo sopracciglio con fare sexy.
"No, nel senso.. 'mettiti qualcosa di più sportivo, come me'!" distrugge le sue fantasie il biondo.
Tom segue il suo consiglio, optando per dei bermuda marroncini e una maglietta fantasia.
"Sì, così è molto meglio. Ora possiamo andare." gli tocca una spalla Morgan, avvolgendo entrambi in una luce celeste.
Quando giungono a destinazione e si rendono visibili e umani, Tom non crede ai suo occhi.
Sono a Londra e lui conosce quella città talmente bene da poter decretare anche in che quartiere sono, uno dei più poveri di Westminster.
Ma quello che lo sconvolge è l'edificio in cui l'ha portato Morgan, che invece fischietta tutto contento, infilandosi un blando grembiule bianco, pronto ad accogliere i loro visitatori, che si prospettano essere molti.
"Mi stai fottutamente prendendo per il culo, vero?" ringhia l'arcidiavolo.
"Nessuno scherzo. Mio appuntamento, mie regole!" ribatte l'arcangelo, infilandogli a forza un grembiule identico e mettendogli in mano un mestolo.
"Ma mi hai portato a una schifosissima mensa dei poveri!" si lagna Tom, profondamente disgustato.
"Tu adori socializzare con la gente!" gli fa notare Morgan.
"Sì, ma non certo così!" ribatte l'altro, togliendosi il grembiule e gettandolo a terra in segno di stizza.
"E dai, ti faccio fare qualcosa di diverso! E poi non puoi lasciarmi da solo. Ho chiesto appositamente agli altri volontari di non venire stasera, per starcene per conto nostro, ma non ce la farò mai a servire i miei fratelli bisognosi da solo."
"Non è un problema mio! Te lo puoi scordare che io mi metta a fare una cosa simile!" sbraita Tom, in procinto di andarsene.
"Nemmeno se ti do un bacio a fine serata?" gli propone Morgan.
Tom torna immediatamente sui suoi passi.
"Ho capito bene?" lo scruta diffidente.
"Hai la mia parola." assicura il biondo.
L'arcidiavolo raccoglie nuovamente da terra il suo grembiule, indossandolo.
"Okay, biondino, diamo il via a questa patetica pagliacciata!" si posiziona col mestolo davanti al minestrone caldo.

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"Scroccone che non sei altro, mangia fino ad esplodere!" grugnisce Tom, scorbutico, servendo l'ennesima ciotola della serata.
Il povero lo guarda impaurito, portando il vassoio dalla parte di Morgan, che invece serve lo spezzatino.
"Guarda che scherzava! Lui è fatto così. E nessuno qui pensa che tu sia uno scroccone, caro." lo rincuora Morgan, dandogli una porzione abbondante e sfoderandogli un sorriso così caldo da poter sciogliere un ghiacciaio.

"Cerca di trattare meglio queste persone!" rimbecca la sua Nemesi Morgan non appena riescono a starsene un attimo per conto loro.
"Cos'è? Ti sembra che abbia due alucce bianche e un'aureola scintillante in testa? Se volevi qualcuno di gentile tanto valeva portarti appresso quella testa d'uovo del tuo collega!" sbotta Tom.
"Lascia fuori Glen da questa storia. Ma... aspetta un momento! Tu come fai a sapere chi è Glen?" lo interroga Morgan, scrutandolo con aria indagatrice.
"Oh beh... ho solo tirato a indovinare... tra tutti voi noiosissimi piumati una testa d'uovo ci sarà di sicuro!" cerca di depistarlo Tom, ma il suo è un clamoroso buco nell'acqua.
"Tu sei stato in Paradiso a cercarmi!" deduce Morgan, in un bisbiglio.
"D'accordo, si, è vero, l'ho fatto, ma solo per vedere se era tanto facile come dicevi tu... e lo è per davvero. Forse pure troppo!" risponde con finto fare indifferente Tom.
"Oppure siamo noi ad essere molto convincenti!" ridacchia il biondo.
"Sì, ma ora torniamo a noi. Perché prima parlavi di quei volontari come se tu li conoscessi di persona?" lo interroga il moro.
"Perché è così. Vengo sempre qui una volta a settimana a lavorare in questa mensa. E' uno dei mie hobby preferiti." confessa l'arcangelo.
"E pensare che fino a qualche settimana fa ne avevi un altro di hobby... che includeva carte da gioco, corse dei cavalli, slot machine, roulette..."
"Acqua passata ormai!" lo frena sul nascere l'altro.
"Mi dispiace così tanto che tu abbia perso quel gran bel vizio, Morgy. Posso fartelo tornare... o fartene venire un altro?" gli domanda suadente, sfiorandogli l'orecchio con la bocca.
Morgan reclina il viso di lui, sorridendo. "Ci puoi sempre provare, Tommy!" ammicca, prima che entrambi tornino alle loro faccende.

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"C'è un brutto mondo là fuori, vero, amico?" incalza Tom, mentre serve la minestra all'ennesimo disadattato della serata.
"Sì, un giorno hai un lavoro, dei progetti... e poi più niente!" sibila l'interpellato, con una rabbia che Tom è ben lieto di percepirgli.
Dal canto suo, Morgan si compiace che finalmente Tom stia comportandosi più affabilmente con quella gente.

"Oh, lo capisco benissimo. E tutto questo ti lascia dentro un profondo desiderio di rivalsa e vendetta verso chi ti ha fatto questo?" domanda l'arcidiavolo a quella che ha già catalogato come una potenziale anima da carpire.
"Puoi dirlo forte!" approva l'altro, già vittima del suo forte ascendente.
"E non vorresti che chi sta meglio di te si ritrovasse a stare anche peggio? Non vorresti riacquisire i tuoi averi? Anzi, meglio ancora, non vorresti triplicarli, avere ricchezza, potere e gloria? Io posso aiutarti..." lo persuade , mellifluo.
"Ma... tu chi sei?" si inquieta il suo interlocutore.
"Oh, è soltanto il solito spaccone a cui piace parlare esagerato! Non dar retta a una sola parola di quello che dice! E non dubitare mai della strada che il destino ha scelto per te, può riservarti sorprese meravigliose che nemmeno ti immagini!" interviene prontamente Morgan.
Ancora più confuso di prima, l'umano prende il resto delle sue porzioni e si allontana da quegli individui troppo bizzarri per i suoi gusti.

"Sentiamo, Thomas, ti ho forse detto che eravamo qui per del lavoro extra?" lo fulmina con lo sguardo il bel biondo.
"No, ma cercavo di unire l'utile al dilettevole..." sbuffa Tom.
"Beh, non lo fare!" si impunta l'altro.
"Beh, adesso che ho scoperto questo terreno fertile chi può impedirmi di mandare qui in missione i miei addetti?" sogghigna l'arcidiavolo.
"Io, mandando in missione i miei!" spergiura l'arcangelo.
"Noioso!" alza gli occhi Tom, tornando a servire.

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"Questi erano gli ultimi, abbiamo finito." dichiara Morgan, quando ormai si son già fatte le undici e mezza.
"Sono a pezzi, è stata una serata massacrante!" si lamenta Tom, levandosi il grembiule e uscendo dall'edificio.
"Ma non senti la gioia di aver aiutato quella povera gente!"
"Oh sì, sono talmente gioioso che potrei vomitare da qui all'alba!" replica velenoso Tom, per poi addolcirsi. "Ad ogni modo, Tommy, la serata è finita, tu sai dove siamo diretti ora!" aggiunge, mettendogli un braccio attorno alla vita e svanendo in una grossa fiamma rossa, nascosti alla vista di tutti.

Riatterrano in Purgatorio in men che non si dica.
"Forza, Mille Piume, io sto aspettando." lo incita Tom,
"Hai ragione. Chiudi gli occhi." lo esorta Morgan, con voce suadente.
Tom obbedisce e protende le labbra.
Morgan gli si avvicina, ma soltanto per posargli un casto bacio sulla guancia.
Tom riapre gli occhi, fissandolo contrariato.
"E questo che cazzo significa?"
"Ti ho detto che ti avrei dato un bacio. Ed è quello che ho fatto. Non ho mai specificato di che bacio si sarebbe trattato." precisa Morgan.
"Ma... così è scorretto!" si lagna il moro.
"E chi lo dice? Sei tu che hai dato troppe cose per scontate. A proposito, grazie a te ho vinto!" sorride il biondo.
"Hai vinto cosa?" domanda Tom, capendoci sempre meno.
"Ormai posso anche dirtelo. Tutta questa serata è stata una mia tattica. Per indurti a fare un'opera di carità ... e non pensavo che ci sarei riuscito così facilmente! Anzi, Glen diceva che non avevo speranze!" gli svela l'arcangelo.

"Non mi dirai che..." comincia ad intuire Tom.
"Oh sì, ho scommesso con lui, abbiamo messo in palio i nostri uffici e finalmente potrò avere il suo, è più grande, spazioso e con una vista migliore." fa un sorriso furbetto il biondo.
"E come gli dirai che ci sei riuscito? Hai registrato la serata col tuo telefonino?" viene colto da quell'orribile sospetto Tom.
"Oh no, molto meglio! Le sfere sono state attive tutta sera, così che tutti potessero essere testimoni." lo informa sfrontato il suo interlocutore.
"Quindi... altro che perdere il vizio del gioco, semmai ti è aumentato.. e l'hai pure trasmesso a Glen!"
"E chi credi che l'abbia trasmesso a me?" lo stupisce Morgan con la sua risposta.
"Resta il fatto che mi hai mentito!" lo accusa Tom.
"Io ho subito un grave shock sul serio!" si difende l'interpellato. "Solo che... ho ingigantito un po' le cose, rendendole più preoccupanti di quanto effettivamente fossero, dovevo convincerti del mio cambiamento."

"Tu! Tu sei un ..." ringhia furente Tom.
"Me lo dirai la prossima volta.. notte-notte, Tommy!" lo saluta Morgan, svanendo davanti ai suoi occhi.

-Quell'arcangelo da quattro soldi mi ha mentito. Mi ha ingannato. In qualche modo mi ha pure usato... - riflette Tom, rimasto solo.
E poi sorride
-Se solo ne fossi capace, me ne innamorerei!-

Tuttavia, giunge subito a conclusioni di tutt'altro genere

- Un momento. Ha detto che le sfere erano attive... e se ci hanno visto dal Paradiso, allora... –

Non ha nemmeno il tempo di rendersene conto, perché il suo i-Phone comincia a squillare in modo insistente, con il display che gli mostra chiaramente il lampeggiante nome di Anderson.

"Sì?" lo affronta Tom.
"Ciao, mia bella crocerossina dal cuore d'oro che aiuta i bisognosi..." sghignazza il suo collega dall'altro lato del ricevitore, prima che Tom riattacchi bruscamente.
"Eh no, questa me la paga!" spergiura, usando l'i-Phone per comporre un altro numero.

"Pron..to?" bofonchia una voce annoiata al quinto squillo.
"Matthew, sono io!"
"Lo so che sei tu, sei l'unico che può far comparire questo dannato i-Phone!" alza gli occhi il diavolo. "Ma è quasi mezzanotte!"
"E allora? Ho forse disturbato il sonno a te e al tuo prezioso angelo?" replica piccato l'arcidiavolo.
"No, non è quello, figurati, tanto siamo qui a lavorare a una canzone e Chris non ci lascerà dormire finché non l'avremo conclusa!" brontola Matt, alzandosi per appartarsi in un angolo e parlare con più libertà.

"Pare che il bamboccione ormai vi comandi a bacchetta!" se la ride Tom.
"Solo perché noi glielo lasciamo fare!" si giustifica Matt.

- Ma soprattutto perché ho un terrore cieco di Emma se non rispettiamo i tempi di consegna!- rimugina fra sé e sé.

"Allora, perché mi hai chiamato?"
"Morgan stasera ha superato ogni limite, tu non hai idea di quel che ha fatto... ma non serve che stia qui a raccontartelo. Quello che voglio è vendetta!"
"E io che c'entro? Fagli telefonate anonime e tienilo sveglio tutta la notte, quella sarebbe una bella vendetta!" lo consiglia Matt. "L'ho fatto una volta a Billie Joe ed è impazzito!" ridacchia al ricordo.
"No, Matt, quella non sarebbe una vendetta. Io devo colpirlo nel punto che più gli fa male. E lo sai qual è? Il suo pupillo!" gli spiega il suo capo.
"Vuoi far del male a Dom?" si allarma Matthew, mantenendo comunque i nervi freddi.
"No,pezzo d' idiota, non hai capito niente! Voglio solo che corrompi la sua innocenza." chiarisce Tom.

Matt getta uno sguardo al suo angioletto, che giace stravaccato su una sedia, con la testa appoggiata allo schienale e gli occhi che fanno sempre più fatica a restare aperti.
"Beh, sì, io accetto l'incarico." afferma.
" Se non ti fosse chiaro, non te lo sto certo chiedendo, te lo sto ordinando! E non mi riferisco alle cosette da principiante che hai già iniziato a fargli.."
"Ma.. ma t-tu.. tu co-come... " balbetta Matt, incoerente, strabuzzando gli occhi.
"Oh andiamo, Matt, non ho certo bisogno di vederle certe cose per saperle già. Tu e Dom che vi credete tanto furbi però siete un vero spettacolo!" ridacchia Tom.
"Tu e Morgan siete meno fessi di quel che credessi, allora!"
"Matthew, non ti permetto! " ringhia in ammonimento il boss. "Occupati del tuo bel Cento-Piume, portalo sulla via della perdizione. Sporcagli quelle sue immacolate alucce bianche... in ogni senso!" gli ordina.
Matthew si pregusta già quel momento.
"Ti stai rivolgendo al diavolo più adatto." sogghigna.
"Oh, lo so." sorride Tom, riattaccando.

- E so anche quando agirò.- stabilisce l'ammaliante diavolo, guardando il suo i-Phone svanire nel nulla.

TBC

Eh già... si prospetta altro rating rosso #soon XP

Nel frattempo spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, anche se di rosso non aveva proprio nulla XD

ah, non ho idea di quale sia il cognome da Signorina di Kelly, ma Wellington aveva un bel suono, quindi l'ho scelto XD

Quanto ai 'viaggetti' da un Regno all'altro... confesso che il Prequel Natalizio mi ha ispirato l'idea.. o forse avevo già quest'idea e questo ha ispirato il Prequel, boh, non ricordo XD

Ora posso dirlo, prima avrebbe spoilerato troppo: un grosso grazie a Calliopee, perché tempo fa, con questo suo commento 'Però sono malvagia, per ora percepisco gli angeli in perenne ed arrancante difficoltà. ..che ne dici di far dare una bella sederata anche ai diavoli??? 'mi ha ispirato parte di questo capitolo. Dear, spero di aver fatto un buon lavoro ^^

un appunto personale: in qualunque veste o contesto , Dominic che casca dal sonno è sempre amore puccioso.

okay, basta ciance, domani è lunedì (ormai oggi) .. e ho pure il controllo dentista :/ , quindi se volete allietarmi la giornata, è semplice: pwetty please, se non vi chiedo troppo, lasciatemi un commentino, anche uno piccino picciò o anche pieno di critiche, of course!

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