Capitolo 9 - Arrivano

Il giorno seguente fu forse l'unico sabato della mia vita che mi svegliai presto.

Anche tutte le altre erano già in piedi, e per la prima volta ci fu un bel po' di chiacchiericcio nel nostro dormitorio. Lacy stava punzecchiando Rose sul suo appuntamento con Scorpius (il quale, lei mi aveva assicurato, era stato molto più blando di qualunque cosa mi aspettassi), mentre Iris in qualche modo aveva convinto Wren a permetterle di farle le trecce ai capelli. Io mi limitai a dare una spazzolata ai miei e corsi di sotto. Elcie aveva chiesto a me, nello specifico, di aiutarla a trovare il punto migliore per appendere lo stendardo di benvenuto.

Le altre scuole sarebbero arrivate alle cinque e un quarto, ma nessuno sembrava in grado di aspettare tanto a lungo. Mentre aiutavo Elcie e River a portare lo stendardo di sotto, incrociammo parecchi studenti che vagavano senza meta nei corridoi, parlavano con i quadri, o scappavano da Pix (solo una delle quali era una cosa normale). Ci mettemmo un po' ad andare di sotto, perché stavamo evitando i professori. Questa era un'iniziativa di noi studenti, gli insegnanti potevano tranquillamente rimanerne sorpresi a cosa fatta.

Elcie aveva deciso che il punto migliore per mettere lo stendardo era in Sala Grande, dove poteva rimanere almeno per qualche giorno senza paura di vento o pioggia, ma al tempo stesso senza preoccuparci che non si notasse in mezzo al caos di dipinti dell'ingresso. Una volta entrati in Sala Grande, non fu difficile scegliere il punto perfetto. Proprio di fronte alle porte, sul muro dietro al tavolo degli insegnanti.

"Dovremmo usare un incantesimo di adesione permanente," suggerì River, sorridendo orgogliosa allo stendando mentre io usavo Wingardium Leviosa senza parlare. Molti professori ci guardavano curiosi, ma nessuno provò a fermarci.

"No!" Elcie disse, fissandola. "Quelli sono permanenti!"

"Noo?! Davvero?" River chiese. "Gli incantesimi di adesione permanente sono permanenti? Chi l'avrebbe mai detto?" Sorrise ad Elcie. "Sto solo scherzando, Els. Relaxati."

Elcie non sembrò gradire il nomignolo "Els," ma non fece commenti, perché proprio in quel momento avevo bisogno che entrambe piazzassero un incantesimo di adesione temporaneo mentre io tenevo lo stendardo in alto. Altri studenti si ammassarono dietro di noi, e molti si complimentarono con Elcie per l'idea (perché River fu la prima ad ammettere di non essere stata lei ad avere la visione).

Appena smise per un attimo di ringraziare tutti, tirai Elcie in un abbraccio. "Ottimo lavoro, Elcie. Sul serio, tu da sola hai unito le Case come mai nessuno aveva fatto."

Elcie non riuscì a smettere di sorridermi.

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Quel giorno sembrò più lungo del tempo che ci avevo messo ad imparare l'Incanto Patronus. Forse perché stavo provando ad insegnare ai miei amici proprio quello. Enfasi su provando.

Colette, per esempio, aveva ottenuto un buon Patronus incorporeo molto in fretta (perché li aveva studiati, prima di rivolgersi alla creazione di incantesimi), ma si scocciò in fretta quando non riuscì a dargli una forma. La scocciatura, a sua volta, le rese difficile ottenere perfino un Patronus incorporeo. La Stanza delle Necessità non fu di grande aiuto, perché a quanto pareva a lei servivano parecchi cuscini da prendere a calci, che vennero in qualche modo forniti, e ciò non la aiutò minimamente a concentrarsi su un ricordo felice.

James continuava a dire che non ne capiva la necessità, e sbirciava invidioso la pallina di nebbia di Albus che a tratti sembrava quasi prendere una forma. Sembrava bloccato allo stesso punto di Colette, e molto geloso di Albus, il quale era del tutto ignaro di ciò e molto emozionato della sua pallina di Patronus, e si chiedeva quale animale sarebbe stato. Iniziai a chiedermi se fosse stata una buona idea, dopo i primi tentativi.

Wren (che guardava male James ogni volta che si lamentava e diceva che quando avrebbe incontrato un vero Dissennatore, lo avrebbe capito) passò quasi tutto il tempo a trovare un ricordo adatto. Non è che fosse stata infelice prima che suo zio entrasse nella sua vita, spiegò lei, ma era sempre rimasta sola quando era piccola, essendo l'unica streghetta nella sua città e con solo i suoi nonni come compagnia. E quasi tutti i suoi ricordi ad Hogwarts erano macchiati da tutto ciò che era successo al primo anno. Ma lei, almeno, era determinata a non arrendersi.

"Ricordate, adesso è più facile," dissi, guardando Wren produrre una pallina di luce per qualche secondo. "Non voglio scoraggiarvi, ma se ci fosse un Dissennatore sarebbe molto più difficile."

Wren mi guardò. "Lo so." Per un breve momento incrociammo lo sguardo, e nei suoi occhi vidi ogni genere di dolore e paura che non potevo comprendere. Poi, lei guardò via, chiudendo gli occhi e facendo un profondo respiro.

"Sai, non deve essere per forza un ricordo felice," dissi, facendo roteare la bacchetta tra le mie dita. "Io penso a voi quattro. Ed è molto più bello di qualunque ricordo mi venga in mente."

"Funziona davvero?" Wren stava guardando la sua bacchetta.

"Certo che sì. Dai, provaci."

Feci un passo indietro, dandole spazio. Wren chiuse gli occhi, alzò la bacchetta, ed urlò, "Expecto Patronum!"

Un getto di luce bianca uscì dalla sua bacchetta. Un Patronus incorporeo. Wren aprì gli occhi, poi si girò verso di me, in cerca di approvazione. C'era un sorriso emozionato sul suo volto, però. Io le sorrisi.

"Ottimo lavoro, Wren!" James esultò, distogliendo lo sguardo dalla sua pallina di luce. "Sei grande!"

"Sono le cinque!" Albus esclamò all'improvviso. Metà della luce nella stanza sparì mentre i miei amici smettevano di concentrarsi sui Patronus. Non mi sembrava vero che fossero le cinque. Anche se era sembrata un'eternità, il tempo non era passato troppo lentamente.

Albus era terrorizzato all'idea di fare tardi (e che razza di figura avremmo fatto?) quindi corremmo giù per le scale ed uscimmo. Quasi tutti gli altri studenti erano già assembrati sulle scale, in attesa. Lacy ci chiamò da lei, sbirciando nervosamente verso il signor Potter, che sembrava stesse facendo l'appello. James si mise vicino a Marcus Dillam (che mi salutò timidamente) e Colin Canon, mentre noialtri ci infilammo in mezzo agli altri del quarto anno.

"Dove siete stati?" Sussurrò Lacy. "Vi abbiamo cercati dappertutto!"

Non volevo parlarne, perché dire a Lacy che sapevo fare un Patronus e che lo stavo insegnando ai miei compagni equivaleva a dirlo a tutta la scuola. Feci spallucce e chiesi se ci eravamo persi qualcosa.

"No. Pouri ci ha detto di dare una buona prima impressione di Hogwarts, e Potter ci ha detto la stessa cosa di Grifondoro, ma questo lo sapevamo già."

Annuii, poi mi girai verso Albus. "Secondo te come vengono qui?"

"Non lo so..."

"Beauxbatons ha una carrozza volante," Colette disse indifferente dalla fila avanti alla nostra.

"Oh, giusto!" Albus sussurrò. "Zia Fleur me l'aveva detto..." Lanciai uno sguardo stranito ad entrambi.

"Guardate!" Urlò uno del secondo anno. "Il lago!"

Dalle scale, era facile vedere la liscia superficie del lago. Solo, in quel momento non era molto liscia. No, si stava agitando come se la piovra gigante avesse deciso di imparare la break-dance assieme a una cinquantina di suoi parenti. Prima che potessi chiedere cosa stesse succedendo, l'agitazione divenne un mulinello, e una nave venne sputata fuori.

Guardai Al con occhi sgranati. "Non ci credo che tu ti sia scordato di quello." Albus si limitò a fissare a bocca aperta mentre una passerella veniva abbassata e gli studenti iniziavano a sbarcare.

Guardammo in silenzio gli studenti di Durmstrang attraversare il prato fino all'entrata della scuola. Nella luce del tramonto, non si distinguevano molti dettagli, finché non arrivarono sotto agli scalini. Tutti gli studenti indossavano grossi cappotti di pelliccia, ma alcuni se li stavano togliendo, come se per loro facesse troppo caldo. Non capivo come mai. Io ero uscita senza mantello ed avevo qualche brivido. Forse a Durmstrang faceva più freddo.

Il preside di Durmstrang, un uomo alto e magro con sopracciglia spesse quanto i suoi baffoni grigi, era in testa agli studenti. Quando si avvicinò a Pouri e al signor Potter, lui annuì. "Brutus, Harry, che onorre."

"È bello rivederti, Fredrik," Rispose Pouri. Si girò verso di noi. "Studenti, date il benvenuto al preside Eide e ai suoi studenti." Non sapevo di preciso cosa fare, ma tutti gli altri presenti esultarono.

Albus mi diede un colpetto e indicò gli studenti di Durmstrang. "Fanno un po' paura, non pensi?"

Era vero. Tutti e dodici gli studenti sembravano belli robusti, e tutti erano alti almeno quanto il loro preside. Quasi tutti sorrisero leggermente verso di noi, e qualcuno salutò timidamente. Tuttavia, la ragazza vicino ad Eide stava guardando quelli del settimo anno con le sopracciglia alzate. A dirla tutta, lei era la più spaventosa di tutti. Mi aspettavo che tutti gli studenti di Durmstrang fossero freddi e burberi e in generale proprio come Albus aveva descritto l'esperienza di suo padre. Tuttavia, a guardarli, l'unica che rispondeva alla descrizione era quella ragazza.

Eide e Pouri si scambiarono qualche altra formalità prima che Eide dicesse che Kirsten (la ragazza di fianco a lui) aveva bisogno di entrare dentro per non raffreddarsi. Considerando che anche lei si era tolta la pelliccia, mi pareva improbabile, ma in ogni caso il professor Paciock portò il gruppo dentro.

"Chissà chi è la favorita," Albus sussurrò.

"Strano, visto che è quella che fa più paura."

"Forse è quello il piano. Spaventare gli altri concorrenti fino a farli arrendere."

Iniziai a ridere, e Albus fu rapido a coprirmi la bocca con la mano per non farmi fare rumore. Non aiutò, ovviamente. Nel frattempo che mi tolsi di bocca la sua mano, qualcuno urlò di guardare verso la foresta.

Questa volta fui io a rimanere a bocca aperta. Beauxbatons aveva davvero una carrozza volante. Somigliava ad una casa che veniva trascinata per aria da enormi cavalli volanti. Perlomeno, ne aveva le dimensioni. Quando si avvicinò, distinsi la forma di una gigantesca carrozza color del cielo.

Quando si avvicinò al terreno, le prime file di studenti fecero qualche passo indietro, impaurite. Non sembrava un asso negli atterraggi. Quando colpì il terreno, le ruote rimbalzarono su e giù e immaginai tutto ciò che c'era dentro venir sbattuto in tutte le direzioni, persone e bagagli inclusi. Tutti saltammo all'indietro quando controsterzò davanti a noi, e si fermò proprio di fronte alle porte.

Le porte si spalancarono, degli scalini dorati si aprirono, e la donna più grossa che avessi mai visto scese dalla carrozza. La sua stazza era paragonabile solo a quella di Hagrid, che, parli del diavolo, lei salutò immediatamente. "'Agrid! È passato così tonto tempo!"

Vidi il signor Potter sorridere alla vista dei due giganti che si abbracciavano, prima che la donna (che Albus mi disse essere madame Maxime) si girò verso di lui e Pouri. "Ah, 'Arry, che piascere! E Professor Pourì, che gioia poterti finalmente incontrare!"

Pouri annuì, offrendo il braccio alla preside. Mentre gli studenti attorno a me accoglievano il gruppo di Beauxbatons con un'esultanza, gli studenti iniziarono a scendere dalla carrozza, in fila per due. Quasi tutti si stringevano i mantelli attorno a sé, per proteggersi dal freddo. Alla fine delle due file c'erano due ragazzine molto più piccole. Erano identiche, a quanto riuscivo a vedere, con lunghi capelli biondi e cappelli inclinati sulla testa giusto un po' di più degli altri.

Sentii Colette gemere.

"Che c'è?" Sussurrò Albus.

"Niente," disse lei, ma la sua espressione funerea contraddiceva questo pensiero.

Mentre Pouri portava gli studenti dentro, fissai le due ragazzine finché non sparirono dietro le porte, chiedendomi per quale diamine di motivo madame Maxime avesse permesso a due ragazze all'incirca della mia età di venire fin qui. Quando se ne andarono, il signor Potter ci mandò dentro per cenare, dopo averci fermamente ricordato di essere gentili con i nostri ospiti.

Gli studenti di Durmstrang e Beauxbatons erano tutti ammassati nei loro gruppetti vicino alle porte, guardandosi intorno mentre noi ci sistemavamo attorno ai nostri tavoli. Molti indicavano lo stendardo, e vidi Drake Baston vicino a loro fissare gli studenti che passavano per le porte; ad un certo punto tirò via Elcie dalla fila. Lei ne sembrò sorpresa, ma lo seguì verso gli studenti stranieri. Lui disse qualcosa, e immediatamente, quasi tutti stavano facendo le fusa a mia cugina. Sorrisi e mi sedetti, incrociando lo sguardo di Scorpius dall'altro lato della sala ed indicando la scena.

Appena ci sedemmo, le due ragazzine di Beauxbatons puntarono verso di noi, e squittirono. Colette sospirò mentre le ragazze portarono l'intero gruppo di Beauxbatons verso il tavolo di Grifondoro, con Drake ed Elcie ad accompagnarli.

Le due ragazze si piazzarono proprio di fronte a noi, con l'entusiasmo che quasi irradiava dalla loro pelle. "Colette!" Esclamarono allo stesso tempo le ragazze, apparentemente gemelle.

Colette alzò un sopracciglio. "Non siete maggiorenni." A quanto sembrava, le conosceva.

"No, ma madame Maxime ponsa che Étienne sarà campione di Beauxbatons," disse una delle gemelle.

"Quindi l'abbiamo implorata di venire onche noi," spiegò l'altra. "E finalmonte ha detto sì! Non è fontastico?"

"Meraviglioso," Colette disse arida.

Albus ed io ci scambiammo uno sguardo. Per il momento non sapevo cosa pensare. A giudicare dalla reazione di Colette, poteva odiarle, o potevano essere le sue migliori amiche. Onestamente non lo sapevo. Dopo un minuto, Colette alzò gli occhi al cielo. "Queste sono Françoise e Amélie Dubois. Erano con me a Beauxbatons. E questi sono Astra Lestrange, Wren Predatel, e Albus Potter."

Françoise o Amélie, non capii quale delle due, sussultò. "Potter? Come 'Arry Potter?"

"Mio padre." Albus indicò il tavolo degli insegnanti, dove il signor Potter stava conversando con un'insegnante di Beauxbatons che somigliava vagamente a Victoire. "Insegna qui."

Le gemelle si scambiarono uno sguardo meravigliato. "È davvero... Come si disce? Bigo?"

"Figo," Albus corresse, sorridendo.

In quel momento, Elcie si infilò sulla panca tra me e James. "Ci credete che a tutti piace tantissimo lo stendardo?" Sembrava al settimo cielo.

Françoise e Amélie si scambiarono uno sguardo emozionato, poi squittirono. "Sei adorabile!" Esclamarono. Elcie si girò a fissarle con espressione leggermente spaventata.

"Lo hai fatto tu quello stondardo?" Una, credo Amélie, chiese.

Elcie fece spallucce. "Ho solo avuto l'idea..."

"Bravissima!" Françoise, forse, esclamò. La sua gemella si unì a lei nel dire, "szei molto piccola e adorabile."

"Um... Grazie." Elcie sorrise leggermente, poi si girò verso di me e sussurrò. "Ma i gemelli sono costretti a parlare in contemporanea? I miei non lo fanno..." Mi misi a ridere e le spiegai che era una cosa che facevano i gemelli identici.

In quel momento, Pouri si alzò. Gli studenti di Durmstrang erano andati a sedersi coi Serpeverde, mentre noi eravamo i fieri ospiti di Beauxbatons. Il silenzio cadde subito mentre tutti ci giravamo per sentire Pouri.

"Benvenuti ad Hogwarts!" Sorrise ad entrambi i gruppi di visitatori. "Abbiamo atteso il vostro arrivo con grande emozione, e siamo onorati di condividere con voi questi corridoi. Speriamo che nel corso dell'anno vi sentirete a vostro agio, e stringerete amicizie che dureranno per tutta la vita."

Vidi una delle ragazze di Beauxbatons, che ancora tremava, ridacchiare leggermente e sussurrare qualcosa al ragazzo di fianco a lei, il quale si limitò ad accigliarsi e a scuotere la testa. In effetti, somigliava vagamente alle gemelle...

"Le iscrizioni al torneo saranno aperte dopo il banchetto," Pouri continuò. "Mangiate pure!"

Il cibo apparve nei piatti d'oro, e quasi tutti gli studenti di Beauxbatons sussultarono, apparentemente controvoglia. Sembravano esserci più piatti del normale quella sera. Alzai un sopracciglio verso una cosa che sembrava una zuppa di crostacei. "Quella cos'è?"

"Bouillabaisse," le gemelle risposero insieme.

Albus si accigliò. "Um... Che?"

"L'ho assaggiata in vacanza!" Esclamò Elcie. "È francese, ed è molto buona."

"Sei stata in Francia?" Chiese Amélie, con gli occhi che le luccicavano. Elcie annuì lentamente. "Che bello! Mi piaci tonto tonto."

"Non quanto a me," Françoise disse, accigliandosi.

"Per favore non iniziate a litigare," disse Colette, guardandole male.

Nel frattempo che finimmo di mangiare, imparai un bel po' di cose sulle gemelle. Erano venute per supportare il loro fratello maggiore, Étienne, che mi indicarono come quel ragazzo dai capelli neri che pensavo somigliasse a loro. La ragazza di fianco a lui era la sua petite amie, che Colette tradusse come fidanzata. Ma, Amélie mi disse in un sussurro cospiratorio, sembrava che lui non apprezzasse tanto la compagnia di lei. Erano cresciuti nel sud della Francia, e Françoise era senza ombra di dubbio la più piccola. Ebbi l'impressione che Amélie non glielo facesse dimenticare mai.

Quando finalmente notarono Wren, che non aveva detto molto durante la cena per il semplice motivo che non aveva avuto modo di farlo, le gemelle sembrarono riconoscerla. Ovviamente, nessuno di noi le aiutò (forse l'avevano vista su un giornale?), e loro decisero che Wren doveva avere semplicemente quel tipo di viso. Gli stava simpatica, però, ci dissero.

Dopo che le cibarie sparirono, Pouri si alzò. L'intera sala si zittì all'istante, aspettando le sue prossime parole. "Studenti, è giunto il momento! Il Torneo Tremaghi sta per iniziare! Ma prima di ciò, vorrei dire due parole per spiegare la procedura per quest'anno. Come prima cosa, vi presento la signorina Felicity Eastchurch, Capo dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, il signor Roger Davies, Capo dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, e il signor Harry Potter, Capo dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia e responsabile della sicurezza per quest'anno."

Gli ultimi due ricevettero un bel po' di applausi. Albus sussurrò che Roger Davies era stato un giocatore di Quidditch in tempi remoti, ma non si ricordava la squadra. Felicity Eastchuch, però, aveva un'aria antipatica, e nessuno la conosceva, quindi gli applausi furono scarsi.

"Queste tre persone hanno passato parecchi mesi a preparare questo torneo, e la signorina Eastchurch e il signor Davies si uniranno a me, al professor Eide, e a madame Maxime come giudici del torneo."

In quel momento, la nostra attenzione fu catturata da un'altra cosa. Gazza stava attraversando la sala tra due tavoli, trasportando una grossa cassapanca di legno dall'aria antichissima.

"Come tutti ben sapete, ci saranno tre prove," Pouri disse mentre Gazza piazzava con cautela la cassapanca su un tavolino di fronte a lui. "Saranno distribuite durante l'anno scolastico, e metteranno alla prova i nostri tre campioni in modi diversi. I campioni verranno selezionati da un giudice imparziale - Il Calice di Fuoco."

Pouri agitò la bacchetta, e la cassapanca si aprì con un cigolio. Sollevò ciò che c'era dentro: una grossa coppa di legno del tutto anonima. O meglio, del tutto anonima se si escludevano le fiamme bluastre che vi danzavano all'interno.

"Chiunque desideri iscriversi come campione scriverà il proprio nome e quello della scuola su un pezzo di pergamena, e lo getterà dentro," annunciò Pouri. "Esattamente tra un giorno, il Calice sceglierà i tre campioni che riterrà più meritevoli per rappresentare le rispettive scuole."

Pouri fece un passo indietro, e con la bacchetta tracciò un cerchio attorno al Calice, mormorando sottovoce un incantesimo. Quando finì, raddrizzò la schiena. "Questa, studenti, è una Linea dell'Età. Proibirà a tutti gli studenti al di sotto dei diciassette anni di inserire il proprio nome nel Calice."

Ci fu un forte gemito a quelle parole, ma io ero sollevata. Se era così pericoloso da vietare ai minorenni di partecipare, ero contenta di rimanere nelle retrovie a guardare gli altri competere.

Pouri alzò le mani ottenere silenzio. "Infine, studenti, voglio ricordare a chiunque desideri iscriversi che questo torneo non va preso alla leggera. Una volta che i campioni vengono scelti, non si torna indietro. Mettere il proprio nome nel Calice costituisce un contratto magico vincolante. Vi prego di essere assolutamente sicuri delle vostre capacità e del vostro desiderio di gareggiare prima di inserire il vostro nome. Ora, penso abbiate avuto tutti una lunga giornata, e che sia ora di dormire. Buonanotte, studenti."

Gli studenti di Beauxbatons si misero in fila dietro madame Maxime, proprio nel momento in cui Fred e James ci raggiunsero. "Una Linea dell'Età? Tutto qui?" Fred chiese, sorridendo. "Sarà uno scherzetto superarla."

"Tuo padre non ci riuscì," disse Albus. "Ci racconta sempre di quella volta che rimase con una barba bianca tutto il giorno."

"Sì, beh, anche se mi becco la barba, metterò il mio nome prima che venga cacciato via."

"Fred, non è affatto una buona idea," dissi, accigliandomi. "Deve esserci un buon motivo se non fanno partecipare i minorenni-"

"Rilassati, Astra," James disse, alzando gli occhi al cielo. "Insomma, mio padre ce l'ha fatta, e lui aveva appena la tua età."

"È stato aiutato da un Mangiamorte," Wren disse a bassa voce, con occhi sgranati.

"Irrilevante. Sentite, tanto non verrò scelto in ogni caso, ma non voglio che accada perché non ci ho provato."

"James Sirius Potter, se anche solo provi a superare quella Linea dell'Età, lo dirò a tuo padre," dissi, arrangiando la mia migliore imitazione di Lucy Weasley.

James mi fissò. "Non lo faresti."

"Puoi scommetterci che lo farei. Anzi, vado proprio ora." Feci finta di tornare indietro per andare dal signor Potter.

"No! Ferma!" James sospirò quando mi girai di nuovo verso di lui, con un sopracciglio alzato. "Sei impossibile."

"Grazie, è un talento naturale."

"E poi, il Calice sarà sorvegliato," disse Colette.

"E tu che ne sai?"

Colette indicò il Calice. C'erano due auror, il padre di Lacy e il signor Ron Weasley, che facevano già la guardia mentre qualcuno del settimo anno stava mettendo il proprio nome. Uno di essi fu Drake Baston, in mezzo agli assordanti applausi di Grifondoro. Anche Faith Lindsey mise il suo nome, ottenendo la stessa reazione dai Serpeverde.

"Immagino faranno la guardia tutta la notte. Non vorranno fare il bis dell'altra volta. E probabilmente bloccheranno qualunque minorenne che ci proverà."

Fred era già andato a congratularsi con Drake, quindi James fu l'unico rimasto a guardare male Colette e a lamentarsi della sua stupida logica mentre salivamo le scale della Torre di Grifondoro.









Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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