Capitolo 6 - Professori bigotti

La mattina dopo, Lacy ed Iris se ne erano già andate quando mi svegliai. Tutte le altre erano sveglie; Colette organizzava i suoi libri nella mensola sopra al letto, Rose sistemava quel poco che c'era da sistemare, E Wren si limitava a guardarsi intorno nella stanza, come per convincersi che sì, era vero, era di nuovo qui.

Mi alzai e in fretta mi vestii. "Chi è pronta per il quarto anno?"

"Tu forse no, dato che non ci sarà il Quidditch," Rose disse, spostando lo sguardo su di me.

"Cosa? Perché?"

"Beh, chiaramente per il-"

La porta si aprì di nuovo, e Rose smise di parlare quando entrò Lacy. La guardammo silenziosamente mentre andava verso il suo letto, completamente ignorando tutte noi. Prese un libro, e poi uscì, senza nemmeno un "Buongiorno".

"Beh, che maleducazione." Alzai gli occhi al cielo, ma in verità ci ero rimasta male. Lacy ed io non eravamo mai state migliori amiche, ovviamente, ma c'era sempre stata una certa intesa. Davvero avrebbe smesso di parlare a tutte noi a causa di Wren? Quel pensiero mi rese ancora più determinata a convincere tutti dell'innocenza di Wren.

"Andiamo, scendiamo a colazione e basta," disse Colette, scuotendo la testa. "Tu ignorala."

Noi quattro scendemmo di sotto e trovammo Al in sala comune. Quando ci avvicinammo, molti ragazzi del terzo anno con cui stava parlando, inclusi Cedric Rogers e Dean Malfoy, si alzarono e andarono via, con aria piuttosto spaventata. Li guardai male prima di girarmi di nuovo verso i miei amici.

Scendemmo a colazione, ed ebbi l'impressione che tutt'ad un tratto l'intera scuola avesse deciso di andare in giro con dei magneti delle tasche. Dove andavamo noi, lì la gente si allontanava, come respinti magneticamente, e nel frattempo che raggiungemmo la Sala Grande il mio umore era peggiorato parecchio. 

"Andiamo," dissi, prendendo Wren per mano e portandola al tavolo dove erano seduti Lacy e gli altri del quarto anno. "Buongiorno. Possiamo sederci qui?"

Lacy ed Iris si guardarono l'un l'altra. "Non c'è posto," Iris disse debolmente.

"E quelli?" Indicai uno dei parecchi posti vuoti vicino a loro.

"Li teniamo per... Qualcuno," disse Eric.

Strinsi gli occhi. "Voi tre siete assurdi."

"Non sono io quella che chiede ad una vittima di accettare e basta quella che l'ha aggredita!" Iris esclamò. "Lacy ha perfettamente ragione!"

Wren mi picchiettò sul braccio, girandosi verso Al e Colette. "Astra, non potremmo-"

La ignorai. "Beh, Iris, se solo poteste credermi-"

"Su cosa?" Lacy chiese. "Che è cambiata? Dove sono le prove? Ha già mentito una volta, chi ci dice che non lo farà di nuovo? Chi ci dice che non lo sta già facendo?"

"Esattamente! Perché dovremmo credere che è cambiata?" Chiese Eric Finnegan, sbirciando a disagio verso Wren, che fissava il pavimento.

"Credevo vi fidaste del mio giudizio," dissi, indicando Colette. L'anno prima mi avevano creduto riguardo a lei.

"Beh..." Lacy si morse il labbro. "Ci fidiamo, Astra... Ma nemmeno tu puoi convincermi di certe cose. Questo è troppo." Wren alzò minimamente lo sguardo, e Lacy si fece più indietro.

"E poi, non sta parlando lei," Eric fece notare. "Come sappiamo che non ti ha lanciato la maledizione Imperius o roba simile?"

"Io..." Lo fissai. Si era rimbecillito tutto ad un tratto? "Non sono sotto la maledizione Imperius!"

"Perché dovrei lanciarle la maledizione Imperius?" Wren disse a bassa voce. Tutti si girarono verso di lei, sorpresi. "Insomma, sapevo che non le avreste creduto, quindi perché perder tempo?"

"E come facevi a sapere che non le avremmo creduto?" Eric chiese testardamente.

"Perché avete ragione voi, non mi merito la vostra fiducia," disse lei. "Sono stata una codarda. E mi dispiace..."

Tutti la fissarono. Poi, Lacy parlò a nome del gruppo. " Un 'mi dispiace' non basta per rimediare a certe cose." E così, tutti iniziarono ad ignorarla, il che sembrava ciò che lei si aspettava. Io, da parte mia, ero oltraggiata. Prima che potessi fare qualcosa, però, Colette ed Al mi trascinarono via.

Passai quasi tutta la colazione a lamentarmi di loro, perché davvero non capivo come facessero ad ignorare ciò che era davanti ai loro occhi. Mi fermai solo quando capii che Wren era ancora più triste di prima, e che era meglio starmi zitta.

Il signor Potter passò ad ognuno di noi l'orario. "Erbologia alla prima ora, con i Tassorosso," annunciò Albus. "Poi Cura delle Creature Magiche."

"Quali lezioni extra hai scelto?" Chiese Colette a Wren, una cosa della quale di solito se ne fregava, ma probabilmente stava solo cercando un qualunque altro argomento di conversazione.

"Cura delle Creature Magiche, Aritmanzia, e Rune Antiche," stava dicendo Wren. "Rose ha detto che mi avrebbe aiutato a recuperare."

"Cura delle Creature Magiche è la migliore," Albus disse, sorridendo. "Stiamo con Hagrid!"

"Ti dirò di più, è il miglior orario che abbiamo mai avuto per il primo giorno della settimana," dissi, leggendolo. "Cioè, c'è doppia Aritmanzia nel pomeriggio, ed è terribile, ma il professor Paciock ed Hagrid sono fantastici."

"La prima lezione di Pozioni è domani mattina," Rose disse, guardando il tavolo degli insegnanti. "Speriamo che il professor Lockley sia bravo..."

"Almeno sembra più gentile di Sulcan." Lockley stava parlando animatamente col professor Paciock, sorridendo e agitando le sue sottilissime braccia. "Sa come si sorride, è già qualcosa."

"Andiamo, dobbiamo muoverci o faremo tardi," disse Rose, alzandosi. "Serra 7, non so nemmeno dov'è."

"Forse vicino alla Serra 6?" Colette suggerì sarcastica.

Rose alzò gli occhi al cielo. "Non ci sarei mai arrivata. Andiamo."

Colette, Rose, ed Albus fecero strada fuori dalla Sala Grande, ma Wren rimase leggermente indietro. Rallentai per camminarle accanto, e finimmo per uscire dalle porte da sole.

Wren si guardò attorno, come per essere sicuro che fossimo sole. "Astra, non ti capisco."

"Come?"

"Perché ti fidi di me? Non me lo merito."

"Certo che sì!"

"No, Astra, non me lo merito. Non puoi arrabbiarti con gli altri se la pensano così." Abbassò lo sguardo. "Astra, è tutta colpa mia, e lo s-"

"No, sei stata costretta!" Esclamai.

"Ho scelto di continuare a farlo, sono stata una codarda, e non mi merito la fiducia di nessuno, men che meno la tua!" Stava stringendo la bretella della sua borsa, come se così facendo si trattenesse dal piangere o roba simile.

"Non è vero."

"Lo è. E tu lo sai. Tutto questo è colpa mia. Non vorrei mai essere venuta qui. Vorrei essere andata ad Ilvermorny, o essere rimasta a casa. Niente di tutto ciò sarebbe successo."

"Wren..." La fissai impotente. Cosa potevo fare?

"Sei una pazza a fidarti di me. E lo sai anche tu, ma sei troppo testarda per ammetterlo. Staresti molto meglio se non mi avessi conosciuto, Astra."

Mi fermai, pensando a cosa rispondere. "Forse. Forse sono pazza. Ma considerando che tu mi stai dicendo che non dovrei fidarmi, non credo che tu abbia niente da nascondermi. Altrimenti, faresti di tutto per convincermi a fidarmi di te. Insomma, non stai nascondendo nulla, giusto?" Wren scosse la testa con occhi sgranati. "Esatto. Quindi non ho motivo per non fidarmi di te. Non c'è nemmeno Sulcan per metterti sotto Imperius." Mi fermai di nuovo, in cerca delle parole giuste. "E... E forse davvero starei meglio se non ti avessi mai conosciuta. Ma non sarei nemmeno chi sono ora, e questo non lo scambierei con tutta la sicurezza, con tutta la comodità, con tutta la... migliorità del mondo!"

Wren mi stava fissando, ed ebbi il timore di essere stata troppo brusca, come James mi aveva detto di non fare, ma un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto. "Stai dicendo sul serio."

"Beh, ovviamente..."

Sorprendendomi, Wren fece un passo avanti e mi abbracciò. Fu rapidissima, ovviamente, si staccò prima ancora che registrassi l'evento, ma comunque era successo. "Grazie," disse lei, con un gran sorriso. "Penso ancora che tu sia pazza, ma grazie."

Rimasi col sorriso in volto per tutta Erbologia.

~~~~

Il resto della giornata andò praticamente allo stesso modo della colazione. In Erbologia, il professor Paciock dovette separare a forza i gruppetti di persone ammassate ad un solo posto, per poi costringere qualcuno a sedersi vicino a noi. In Cura delle Creature Magiche, Hagrid perlomeno sembrò felice di vedere Wren, e le disse, "Harry mi ha detto che tu sei innocente, e se ce lo dice Harry, possiamo stare sicuri." Poi la abbracciò, ed ebbi paura che potesse stritolarla.

La mattina dopo, eravamo tutti un po' in ansia per Pozioni, anche senza contare tutta la storia di Wren. Nessuno di quelli che conoscevo aveva detto una parola sul professor Lockley, e anche se James aveva detto che non era tanto male, perché aveva avuto Pozioni il giorno prima, non ci avrei creduto finché non lo avessi visto.

Entrammo a Pozioni, e Rose sbirciò timorosa verso Lockley prima di andare al tavolo di Scorpius, di fronte ad altre due Serpeverde. Lockley nemmeno commentò, il che lo rese automaticamente migliore di Sulcan, che non permetteva mai a Rose e Scorpius di mettersi vicini perché erano di Case diverse. Colette, Albus, Wren ed io andammo ad un altro tavolo.

Lockley era in piedi dietro la cattedra e ci osservava entrare. Appena l'ultimo prese posto, il professore alzò le mani per ottenere silenzio. "Benvenuti al corso di Pozioni del quarto anno! Sono il professor Lockley, e devo dire che è un onore poter insegnare a tutti voi. Tanti anni fa, ero seduto in quei banchi, ed osservavo il lavoro del grande pozionista Horace Lumacorno, il Capo della mia Casa." Ci sorrise a tutti. "Oggi, è una bella sensazione essere qui di fronte a voi. Sono sicuro che quest'anno frequenterete il miglior corso di Pozioni della vostra vita." 

"Ne dubito," disse qualcuno che suonava tanto come Nico Jasper. Lockley fece finta di non aver sentito ed andò avanti.

"Oggi, preparerete una Pozione Aguzza-Ingegno." Lockley agitò la bacchetta verso la lavagna, e quelle parole apparirono, seguite da un numero di pagina. "Lavorate in coppia, seguite le istruzioni del libro, e non esitate a chiedere se vi serve qualcosa."

Tirai fuori il libro e lo piazzai tra Colette e me. Wren era sempre stata brava a Pozioni, e Albus non lo era mai stato. Al primo anno avevano lavorato spesso in coppia, quindi per stavolta andava bene non stare incollata alla mia migliore amica. E poi, a Colette importava molto dei voti e si sarebbe impegnata, quindi probabilmente anche la nostra pozione sarebbe venuta bene.

Seguii le istruzioni di Colette, che avevano più senso di quelle del libro, e quasi non mi accorsi quando Lockley mi venne dietro, dopo circa venti minuti.

"Ottimo lavoro, ottimo davvero. Lestrange, dico bene?" Lockley sorrise. "La sua pozione sembra assolutamente perfetta."

"Oh, beh, il merito è soprattutto di Colette..." Mi sentii arrossire. Non avevo fatto granché, in realtà, avevo solo seguito le indicazioni di Colette (e finora mi aveva detto solo di tritare gli scarabeidi e di agitare la pozione). Lei aveva fatto tutto il vero lavoro, sia pratico che mentale. "È stata lei a pensare ai dettagli e a tutto il resto."

"Oh, andiamo, non faccia la modesta." Lockley mi diede una pacca sulla spalla, diede un altro sguardo di approvazione alla nostra pozione, poi passò a Wren ed Albus. Colette rimase a fissarlo, chiaramente un po' stizzita.

"Hey, sono convinta che cambierà idea," dissi, facendo spallucce. "Appena ci assegna una pozione da fare da soli, capirà che quella brava sei tu."

Colette scosse la testa. "Non ci hai fatto caso? Fa complimenti solo ai Purosangue."

"Io però non sono Purosangue."

"Vero, ma sei una Lestrange, suppongo vada bene lo stesso. Non hai notato? Prima è passato da Rose e da Scorpius, e si è comportato come se Rose fosse solo una bimba carina che non sapeva cosa faceva, come se fosse Scorpius il vero genio."

"Lei è più Purosangue di me! Almeno sua madre è una strega."

Colette si accigliò. "Non funziona così. I Weasley sono sempre stati considerati dei traditori, ricordi? Non so nemmeno come ci siano finiti sulla lista delle famiglie purosangue. Quindi immagino che Lockley veda Rose come inferiore rispetto a sé e agli altri Purosangue. Intanto trattava Scorpius come se fosse suo figlio perduto e ora ritrovato."

Mi accigliai. "Che strano."

"Forse mi sbaglio. Ma secondo me, è un imbecille pieno di pregiudizi." Colette fece spallucce. "Immagino lo scopriremo."

"Facciamo un tentativo," dissi prendendo la boccetta di bile di armadillo. Prima che Colette potesse fermarmi, svuotai l'intera boccetta nel nostro calderone.

"Perché lo hai fatto?" Sibilò Colette, fissando orripilata il calderone mentre questo iniziava a bollire, e il liquido rovente schizzò in aria.

"Oh no! Ho versato tutta la bile di armadillo nel calderone!" Urlai.

Lockley alzò lo sguardo dal calderone di Lacy ed Iris, e lo vidi sgranare gli occhi mentre correva da noi. "Cosa.... Per la barba di Merlino, come..."

"Per sbaglio ho versato tutta la bile di armadillo," ripetei, sollevando la boccetta vuota come prova. Colette mi stava fissando scioccata, così come molti altri studenti nel sotterraneo.

Lockley estrasse la bacchetta e mormorò un incantesimo, e la pozione evaporò all'istante,  il che fu un bene, perché gli schizzi avevano raggiunto il soffitto. Feci del mio meglio per sembrare colpevole (ma fu difficile viste le espressioni esilaranti degli altri, e non mi dispiaceva più di tanto), poi abbassai lentamente la boccetta sul tavolo. "Chiedo scusa."

"Affatto," disse lui, accigliandosi verso il calderone. "Sono sicuro che non sia colpa sua. Forse la sua compagna le ha urtato il braccio." Colette rimase a bocca aperta. "Nessun danno, eccetto questo casino." Alzò lo sguardo verso il soffitto. "Non ci dovrebbe volere molto. Una punizione e via." Si accigliò verso Colette. "La attendo dopo la fine delle lezioni."

Raggelai. Non era affatto questo che avevo in mente. E nemmeno Colette. "Cosa? Non ho fatto niente!"

"È vero, signore, è stata tutta colpa mia, lei era da tutt'altra parte, lo giuro!" Mi guardai attorno in cerca di aiuto. "Se qualcuno merita la punizione sono io, perché-"

"Che audace sentimento," disse Lockley, sorridendomi dolcemente. "Che gentile da parte sua cercare di proteggere la sua amica. Temo, però, che la punizione vada assegnata a chi ha la colpa, e lei non ne ha alcuna, signorina Lestrange." Si girò di nuovo verso Colette, e sia il volto che il tono della voce divennero freddissimi "La aspetto per le cinque. Venga pronta a pulire."

Mentre andava via, Colette mi guardò malissimo, poi si preparò per ricominciare la pozione. La guardai per un attimo, incapace di muovermi, poi iniziai subito ad aiutarla. "Mi dispiace un sacco, non pensavo punisse te, non volevo-"

"Zitta."

"Davvero, mi disp-"

Colette si girò verso di me. "Senti, quello verrà a darmi un'altra punizione perché parlo, e farà orecchie da mercante quando parlerai tu. Quindi chiudi il becco."

Sospirai ed iniziai a tritare altri scarabeidi, mentre Wren ci passava in silenzio la loro boccetta di bile di armadillo. A parte la parolina occasionale di Albus e Wren sulla loro pozione, il nostro tavolo rimase silenzioso. Provai di continuo ad intercettare lo sguardo di Colette, perché mi sentivo uno schifo e volevo scusarmi, ma lei mi stava ignorando.

Per il resto dell'ora, guardai Lockley interagire con i miei compagni. Colette aveva ragione; davvero preferiva i Purosangue. E me. Non capivo bene il meccanismo, ma sapevo che i Lestrange e i Black erano state famiglie molto prestigiose. Forse stava solo ignorando il fatto che avessi una madre babbana.

Fin qui mi andava anche bene. Non trattava male Rose, ovviamente, così come gli altri Mezzosangue. Il vero problema era il modo in cui trattava i nati babbani. Luke, per esempio, non era mai stato scarso in Pozioni, ma oggi sembrava non azzeccarne una. Lockley lo inquadrò subito come una mina vagante, solo perché si era messo a parlare, e ben presto Colette ebbe un compagno per la punizione. Lei pure se la passava male, essendo figlia di una babbana e di un nato babbano. Forse se avessi tentato il mio trucco con Albus, Lockley sarebbe stato più buono. Per questo, non mi piaceva per niente. Anche se Colette era arrabbiata con me, ero comunque indignata per lei e per Luke.

Come se non bastasse, sembrava spaventato da Wren. Lei non rientrava nella sua gerarchia di studenti, dato che i Predatel erano americani. Per questo, non poteva giudicarla allo stesso modo, e tutto ciò su cui poteva basarsi erano gli articoli di giornale e le opinioni degli altri professori. E ovviamente sui giornali c'era scritto che Wren era una minaccia per la società, che i Predatel erano terroristi che avevano ucciso il Ministro della Magia, e più di recente, che la povera Wren non aveva avuto scelta. Con idee così conflittuali, non potevo biasimarlo per il suo atteggiamento cauto, ma nemmeno lo apprezzai.

Entro la fine di Pozioni, tutti erano già stufi di Lockley. Lockley era felicemente ignaro di tutto ciò, però, e predisse che saremmo diventati migliori amici entro la fine del trimestre. Appena ci trovammo fuori portata d'orecchio, esplose l'indignazione dei Grigondoro. Addirittura si dimenticarono che metà di loro evitavano Wren a tutti i costi.

"Avete visto come ha trattato Eric?" Chiese Iris, guardando male in direzione del sotterraneo. 

"Ma che pretende da noi?" Le fece eco Luke. "Punizione! Ci ha messi in punizione, e Colette non ha fatto niente!"

"Nemmeno tu hai fatto niente che meritasse una punizione," Albus disse accigliandosi. "Ma ovviamente non può favorire Serpeverde."

"Ovviamente." Mi girai verso Colette, a disagio. "Mi dispiace davvero..."

"Va bene," disse lei freddamente. "Non fa nulla."

"Quindi qual è il suo problema?" Chiese Lacy.

"Colette ha una teoria, ho sentito che la diceva ad Astra," disse Albus. 

Immediatamente, tutti guardarono Colette, che alzò gli occhi al cielo. "Favorisce i Purosangue. Non è ovvio?"

Tutti ci pensarono per un secondo, poi lentamente Eric annuì. "Ha senso. Ecco perché ama i Malfoy. E Lacy ed Iris."

"Ma, aspettate, Astra è una Mezzosangue," Iris puntualizzò.

"Astra è una Lestrange."

"Oh. Vero."

"Quando abbiamo di nuovo Pozioni?" Luke chiese. "Ho una scatola di Torrone Sanguinolento, potete averne tutti un po'."

Lacy si girò verso Rose, che camminava dietro di me con Wren. "Dici che annulleranno Pozioni per il..." Appena notò Wren, lasciò la frase in sospeso, poi si mise a braccetto con Iris. "Andiamo. Faremo tardi a pranzo." Lei ed Iris corsero via, seguite da Eric, Henry, e Luke.

Rimanemmo immobili nel corridoio per qualche secondo, guardandoli andare via, poi Wren mi guardò. "Sei una Lestrange?"

Mi girai verso di lei, un po' sorpresa. "Sì... non lo sapevi?"

Wren scosse la testa. "Ti avevano chiamata così al... Al processo, ma poi mi sono dimenticata di chiedere."

"Oh. Beh, mio padre è Orion Lestrange, il figlio di Bellatrix," spiegai mentre ci incamminavamo verso la Sala Grande. "Ha disertato dai Mangiamorte prima della Battaglia di Hogwarts e ha sposato mia madre, una babbana. Il Ministero però lo ha catturato, e lo ha mandato ad Azkaban prima che nascessi." Feci spallucce, cercando di fingere che fosse tutto a posto.

"Oh... Wow, mi dispiace..."

"Va tutto bene. Ormai mi ci sono abituata." Sorrisi. "E poi, così sono cugina di Teddy Lupin, quindi sono molto più figa di Albus."

"Hey!" Albus incrociò le braccia. "Sei anche la cugina di Ciara Malfoy, quindi si annulla tutto." 

"Ma è anche mia cugina," disse Scorpius, sorridendo. "Ed essere miei parenti rende fantastico chiunque, non credete?"

Wren non sembrava sapere come rispondere, e Colette alzò gli occhi al cielo. "Mettiamoci d'accordo che fate tutti schifo, che ne dite?"

"A me va bene," disse Rose, poi si piegò in due dalle risate. Scorpius finse di essere profondamente offeso, poi iniziammo tutti a ridere.

Per il resto della giornata, continuai la mia crociata per convincere i miei compagni che Wren era a posto. Nella strada verso Erbologia, ci trovammo a camminare davanti a Lacy e al suo gruppetto, quindi rallentai apposta finché non ci raggiunsero. Sfortunatamente, loro accelerarono. Trasfigurazioni fu altrettanto deludente, anche se la professoressa Patil trattò Wren come ogni altro studente. 

La lezione che mi spaventata tanto era Incantesimi. Il giorno dopo avevamo doppia lezione, ed io sapevo già che Haverna sarebbe stata, per dirla come i babbani, una strega. Già odiava me ed Albus, e non osavo immaginare cosa avrebbe pensato di Wren, soprattutto considerando che era stato il signor Potter a difenderla.

In effetti, tutti i Grifondoro avevano paura di Incantesimi. A lei non piaceva molto la nostra Casa. Era stata una Corvonero, avevo sentito, e pensava che le altre case fossero al di sotto di lei (non che fosse particolarmente amata dai Corvonero, anzi). In ogni caso, sembrava odiare Grifondoro più delle altre, e tirando a indovinare, era perché il signor Potter era il Capo della nostra Casa.

Arrancammo verso l'aula di Incantesimi dopo la lezione, per niente entusiasti di fronte alla prospettiva di affrontare Haverna per due ore di prima mattina. Per fortuna non era in classe quando entrammo, ma pochi istanti dopo che mi sedetti vicina ad Albus, apparve dietro ad Eric ed Iris.

"Siete in ritardo," sbottò lei, e loro si sbrigarono a sedersi. "Dieci punti in meno a Grifondoro." Ci fu un gemito collettivo, ma un solo sguardo di Haverna ci zittì tutti.

"Prendete i vostri libri," disse lei, agitando la bacchetta verso la lavagna. "Oggi studieremo la storia dell'Incantesimo di Appello." Mentre sfogliavamo i nostri libri in cerca della pagina giusta, Haverna scandagliò la classe. Iniziò a camminare in mezzo ai banchi, lentamente, ed io mandai un rapido sguardo a Wren, seduta vicino a Colette nell'altra fila.

Continua a camminare, non fermarti, continua, pensai mentre si avvicinava alla nostra fila. Mentre camminava, gli altri si giravano per vedere, fiutando guai. Continua. Non fermarti. Indovina cosa fece?

Si fermò proprio di fianco a Wren, che fissava il libro, tesissima. Colette guardò male la nostra professoressa, ma Haverna fece finta di nulla. Disse invece, "Ah. La piccola criminale. Perfetto."

Nessuno fiatò. Haverna strinse gli occhi. "Guardami mentre ti parlo."

Wren alzò lentamente lo sguardo. "S-sì, professoressa?"

"Divertente come il Ministero si sia fatto fregare da una bambina. Se fosse per me, in questo momento saresti ad Azkaban."

"Meno male che non dipende da te," borbottai.

Haverna si girò verso di me. "Chiedo scusa, non mi ero accorta che questa fosse la sua classe, signorina Lestrange."

"Non mi ero accorta che fosse incapace di vedere la verità anche quando è di fronte al suo naso," dissi, spingendo via la mano di Al quando provò a coprirmi la bocca.

Haverna mi guardò male, poi guardò Wren, poi di nuovo me. "Non voglio guai quest'anno. Per niente. Non mi farò scrupoli a mandarvi entrambe dal preside al minimo sgarro, sono stata chiara? Voi due portare tipi molto diversi di guai, ed io non voglio nessuno dei due."

Volevo protestare che forse, va bene, io davo problemi. Ma Wren no, e lei non poteva trattarla così, e poi gli insegnanti non erano obbligati a trattare tutti ugualmente? Tuttavia, i miei occhi incrociarono quelli di Wren, e lei scosse impercettibilmente la testa, intuendo cosa volevo fare. Non avrei cambiato l'opinione di Haverna protestando. Forse ci avrei messe entrambe nei guai. Sentii Albus rilassarsi quando incrociai le braccia e mi sedetti di nuovo, rivolgendo la mia rabbia al libro. Non avrei protestato, ma non per questo me lo sarei fatto piacere.





Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top