Capitolo 36 - Tornata

La mia schiena colpii qualcosa di duro. Avevo gli occhi chiusi, e il mio primo pensiero fu che avevo sbattuto di nuovo contro il muro di Stillens. Ma non sembrava questo il caso. La spalla mi faceva molto più male di quanto ricordassi, ma c'era tempo per occuparsene dopo. C'era un sacco di rumore attorno a me, e anche se non ero in condizioni di distinguere i vari suoni, sapevo che non era rumore da Gringott. E che ero appoggiata su qualcosa di freddo, e soffice.

Erba.

Aprii gli occhi. Ero stesa a pancia in su, fissando il cielo notturno. Prima che potessi muovere un solo muscolo, il viso del signor Potter apparve sopra di me.

"Astra?" Mi tirò su gentilmente in posizione seduta, ma nei suoi occhi vidi un miscuglio selvaggio di panico e sollievo. "Cos'è successo?"

Realizzai che stavo piangendo di nuovo. Quello strano, elevato stato mentale era sparito, lasciandomi vuota ed esausta. "Il p-professor Pouri... La mia camera blindata... Stillens..."

"Come? Astra, dimmi cos'è successo," disse lui, circondandomi con le braccia mentre gli piangevo sulla spalla.

"L'ha presa. Ha preso la bacchetta," gemetti. "E il professor Pouri... È... È morto..."

Sentii il signor Potter irrigidirsi. "Lui..." Scosse la testa, poi sentii il suo peso spostarsi quando si girò. "Ron! Vai alla Gringott! Ora!"

"Harry, non c'è te-" Il signor Weasley si interruppe a metà frase. Dopo un secondo lo sentii dire, "Va bene. Vado subito, allora."

Aprii gli occhi, guardandomi intorno. Stavo iniziando a calmarmi. Ero al sicuro. Ero esausta. Non avevo nemmeno la forza di piangere. E mi sentivo la spalla bruciare.

Il signor Potter me la controllò. "Cosa ti è successo alla spalla?" Chiese lui.

"Io... Non lo so..."

"Ti sei Smaterializzata, giusto?" Il signor Potter non attese la risposta. "Si sarà Spaccata. Qualcuno mi porti del dittamo!" Urlò dietro di sé.

Non vidi chi l'aveva portato, quello che vidi fu la signora Paciock correre da me e farmi appoggiare gentilmente a terra, con la testa sul mantello di qualcuno. Mi spostò la maglietta dalla spalla e mise qualcosa di freddo sulla ferita. Mi fece ancora più male, ma anche mentre urlavo, il dolore iniziò a diminuire. Aprii di nuovo gli occhi quando il dolore era sparito quasi del tutto. Usando l'altro braccio, provai a mettermi seduta.

Finalmente ebbi modo di guardarmi intorno. Per farla breve, regnava il caos. Ero in mezzo al campo di Quidditch, e sugli spalti c'erano studenti che urlavano e correvano alla ricerca degli amici. Dei maghi stavano spegnendo degli incendi. Da un lato del campo, Faith ed Étienne abbracciavano le famiglie. Gli auror cercavano di calmare tutti. Non avevo idea di cosa fosse successo, ma sembrava ci fosse stata una battaglia.

"Cosa è successo?" Girai la testa e vidi Kirsten fissarmi, orripilata. Quasi con paura. Il signor Potter e la signora Paciock la guardarono dubbiosi.

"Sta bene?" Kirsten chiese con più urgenza ancora. Quando nessuno dei due adulti rispose, si inginocchiò vicino a me. "Cosa è successo, Astra? Stai bene?"

La fissai, un po' sorpresa, poi scossi lentamente la testa. Di certo non potevo sembrarle messa peggio del prefetto di Tassorosso appeso per il maglione al palo di una bandiera.

Kirsten non riusciva a respirare, e si allontanò lentamente da me, quasi senza volerlo. "Io... Io..." Guardò il signor Potter con espressione terrorizzata. "Non sapevo, non ho pensato..."

Il signor Potter si alzò lentamente. "Che cosa non sapevi?"

"Lui aveva detto solo che doveva andare avanti..." Kirsten scosse la testa. "Non sapevo sarebbe successo. Pensavo... Non lo so... Ho fatto un grave errore..."

Il signor Potter le mise una mano sulla spalla con atteggiamento deciso. "Quale errore?"

"Un ragazzo, quel Magnus Caldvell che avete arrestato, ha detto che era uno scherzo. Non sapevo... Mi ha fatto vedere come truccare il Calice, e mi ha promesso che se l'avessi fatta andare avanti nel torneo fino alla terza prova, avrei vinto." Kirsten stava trattenendo le lacrime, e se non fossi stata così sconvolta forse mi sarebbe dispiaciuto per lei. "Non sapevo cosa sarebbe successo nel labirinto. Non pensavo sarebbe successo tutto questo. Quando ho capito che qualcosa non andava, era troppo tardi."

Il signor Potter rimase accigliato per un lungo momento, poi annuì lentamente. "E come hai fatto?"

"Lui... Lui mi ha insegnato un Confundus più potente," Kirsten rispose. "Non so perché gli auror non ci fossero quella notte. Mi ha detto che non ci sarebbero stati, e non c'erano. Dopo quella volta, ci incontravamo ad Hogsmeade; io gli parlavo dei progressi di Astra, lui mi diceva il tipo di prova e come prepararmi, e come aiutare Astra senza che lei lo sapesse. C'era anche al ballo del Ceppo."

"E poi Magnus Caldwell è stato catturato a Gennaio," intervenne il signor Potter.

"Sì." Kirsten si asciugò le lacrime in modo quasi rabbioso. "Non sapevo lavorasse per i Predatel. Ma ormai era tardi per fermarsi, e quindi dovevo incontrarmi con Isaac Predatel quando era uccello, e dire tutto a lui. Mi lasciava istruzioni. Volevo smettere, ma non me lo permetteva. Ha minacciato il mio padrino. Mi è rimasto solo lui, e io non potevo..."

Il signor Potter annuì con empatia quando Kirsten cedette, facendo fatica a mantenere un tono di voce stabile.

"Non mi interessava vincere. Volevo solo far finire questo torneo. Avevo troppa paura di parlare, ma ora... Dovevo... Non volevo causare tutto questo..." Cadde in ginocchio vicino a me. "Astra, ti chiedo scusa. Non lo sapevo, e non volevo, ma è colpa mia."

Sbattei gli occhi verso il signor Potter. Kirsten stava chiaramente dicendo la verità. Nemmeno Wren avrebbe potuto simulare tutte quelle emozioni.

Il signor Potter sembrava altamente perplesso, ma aiutò delicatamente Kirsten a rimettersi in piedi. "Credo che dovremmo parlare col tuo padrino. Sai dov'è il professor Eide?"

Kirsten annuì, indicando il punto in cui erano raccolti gli altri campioni. Si asciugò le lacrime con la manica. "Mi dispiace..."

Dopo qualche carezza sulla schiena, il signor Potter guardò me, poi la signora Paciock. "Per favore, non tenerla qui. Non mi interessa se sta arrivando la Ministra. Porta Astra in infermeria."

La signora Paciock sorrise caldamente mentre il signor Potter e Kirsten se ne andavano. "Credi di poterti alzare?"

Ma certo, pensai in automatico, poi però mi colpì un'altra ondata di stanchezza, e capii che non sarei mai riuscita ad alzarmi, figuriamoci a camminare fino al castello. "No..."

Lei annuì. "In barella, allora." Un colpo di bacchetta, e ne apparve una di fianco a me. "Resisti ancora qualche minuto, e ti porteremo dentro."

Sentii i sensi abbandonarmi prima ancora che mi levitasse in aria. Prima di aver raggiunto il castello ero già svenuta, figuriamoci in infermeria. Un perfetto sonno senza sogni per cancellare per qualche ora il ricordo di tutto.

~~~~

Mi svegliai parecchie ore dopo, in infermeria. Il mio letto era nascosto al resto dell'ambiente da dei separé, quindi non avevo idea di quante altre persone ci fossero, o di chi fosse rimasto ferito in qualunque evento fosse capitato lì.

Teddy era su una sedia vicino a me, e dormiva. Ne approfittai per mettermi lentamente seduta e guardarmi intorno. Non c'era molto da vedere attorno al mio letto. Avevo la spalla in una stretta benda, e me la sentivo indolenzita, ma a parte ciò sembrava stare bene.

Teddy si svegliò di  soprassalto. "Oh, hey." Sorrise timidamente. "Non pensavo ti saresti svegliata così presto."

Mi guardai intorno. "Dove... Cioè, tu..." Sospirai. "Dove sono tutti gli altri?"

"Interrogati da ufficiali del Ministero, nel bel mezzo di una medicazione, e forse a dormire," Teddy disse, stringendosi nelle spalle. "Nonna e Victoire sono state vicino a te prima. Albus e James e tutti quei ragazzi..." Scosse la testa. "Alcuni aspettano fuori. C'è un sacco di gente in infermeria e la signora Paciock non li lascia entrare."

"Cos'è successo?" Chiesi, iniziando a preoccuparmi.

Teddy perse il sorriso. "Tranquilla, nessuno si è fatto troppo male. Isaac Predatel ha lanciato un attacco su larga scala sulla folla. Non so come. C'erano gli auror di guardia. Albus ha detto che avete visto degli impostori?" Teddy scosse la testa. "Quasi tutti qui però hanno qualche graffio o scottatura. Niente di troppo grave, tranne uno che è caduto da un'asta della bandiera, ma pure lui si è solo rotto una gamba. Il signor Potter ha detto che sarebbe potuta andare molto peggio." Teddy si guardò alle spalle verso l'apertura nei separé. "Sta parlando con la Ministra da un sacco di tempo, però. Potrebbe essere nei guai."

"Spero di no," dissi, sgranando gli occhi. "Io... Ho davvero tanto bisogno di parlare con lui."

"Certo che sì," Teddy disse, rivolgendomi un sorriso triste. "Prima di tutto, però, stai bene?"

"Insomma, mi fa male la spalla," dissi, facendo spallucce, poi sussultando.

"No, intendevo mentalmente e emotivamente e tutto il resto."

"Oh." Abbassai lo sguardo sulle mie lenzuola. "Uhm... Non ne sono sicura."

Teddy annuì. "Va bene così. Non hai avuto tempo per pensarci, dopotutto." Mi accarezzò la mano. "Vuoi che vada a chiamare zio Harry?"

Annuii. "Grazie."

Teddy se ne andò, ed io rimasi sola per la prima volta. Provai a pensare. Un attacco contro la folla? Il signor Potter nei guai col Ministero? Kirsten Sorensen era stata la responsabile di tutto? Beh, era la prima volta che esageravo sulla cattiveria di Haverna, perlomeno.

Oltre a tutto ciò, era colpa mia se il professor Pouri era morto. Se non lo avessi disarmato - se il mio incantesimo avesse colpito Stillens, invece - sarebbe ancora qui. Stillens non avrebbe la Bacchetta di Sambuco.

La preoccupazione più grande di tutte, però, era quella che mi riguardava in prima persona. Mi sentivo un po' stupida, ma comunque spaventata. La nipote di Voldemort? Era una pazzia. Doveva esserlo. Stillens non poteva avere ragione. Ma il dubbio persisteva.

Passò un po' di tempo prima che il signor Potter entrasse dall'apertura nei separé. Non abbastanza da chiarirmi tutte le idee, ovviamente, ma abbastanza da pensare ad alcune domande da rivolgergli.

"Devo avvisarti, Astra," disse il signor Potter, "La Ministra insiste per parlarti appena io ho finito."

Sospirai. "Non voglio vederla."

"Mi dispiace. Suppongo che tu abbia una storia importante da raccontare. Non penso che tu dovresti parlarne con chiunque finché non ti sentirai meglio, ma al momento la mia opinione conta ben poco."

"È nei guai? Teddy ha detto che potrebbero esserci problemi."

Il signor Potter sospirò e si sedette sulla sedia di fianco a me. "È complicato. Nessuno sa davvero come abbiano fatto ad entrare, ovviamente. Tu eri con Albus quando lui e Wren hanno visto gli impostori?"

Annuii. "Noi... Abbiamo provato a raggiungerla... Nulla di tutto ciò sarebbe accaduto-"

"Non iniziare," Il signor Potter disse con fermezza. "Non hai colpa di niente." Si rilassò leggermente. "Puoi dirmi esattamente come è andata?"

Non ero sicura di farcela, ma una volta iniziato a parlare, venne tutto fuori. Anche la parte in cui disarmavo Pouri. L'unica cosa che non menzionai fu ciò che Stillens aveva detto su Voldemort.

Il signor Potter ascoltò silenzioso, con espressione grave. Quando finalmente finii, gli ci vollero molti tentativi prima di riuscire a parlare, apriva la bocca per poi richiuderla subito dopo. Passarono un paio di minuti prima che alzasse lo sguardo su di me e disse, "Non è colpa tua, chiaro? Non è colpa tua se tutto questo è successo, e di certo non è colpa tua se il professor Pouri è morto. Stavi affrontando un pazzo. Ciò che è accaduto è stato un puro caso, e tu non hai colpe."

Distolsi lo sguardo. Non riuscivo a guardarlo negli occhi; già così faticavo a trattenere le lacrime. "Io... Comunque..." Scossi la testa. "Non riesco a convincermi."

Il signor Potter annuì. "Va bene anche così. Io... So che non vuoi sentirlo, ma io ti capisco, davvero."

"Come?" Mica era colpa del signor Potter se il suo preside era morto. Tutti sapevano che era stato Severus Piton ad ucciderlo, su ordine di Silente stesso.

"Quando avevo quindici anni," disse il signor Potter a bassa voce, "Avevo una connessione con Voldemort. Ed io a volte riuscivo a vedere nella sua mente." Si fermò un attimo, stringendo le labbra. "Voldemort la scoprì. E la usò per attirarmi al Ministero della Magia, convincendomi che il mio padrino fosse prigioniero lì, in pericolo mortale. Non ho fatto tutto ciò che potevo per controllare che fosse vero; sono corso al Ministero e basta. E a causa di ciò, il mio padrino e l'Ordine della Fenice dovettero venire a salvare me e i miei amici. E il mio padrino morì quella sera."

Il signor Potter si appoggiò la testa sulle mani. "Astra, mi sono dato la colpa di tutto ciò per tanto tempo. Sapevo che se non fossi andato, Sirius non sarebbe stato in pericolo. È stato molto difficile." Alzò lo sguardo. "Ma col tempo, ho capito che ciò che è successo era al di fuori del mio controllo, e l'ho accettato. Ci riuscirai anche tu, Astra. Anche tu."

Mi rigirai l'orlo del lenzuolo tra le mani, evitando lo sguardo del signor Potter. Lui mi rivolse un sorriso stanco. "Per favore, non darti la colpa, va bene?"

Annuii piano, e lasciai che ci fosse silenzio per qualche minuto. Non avevo molti pensieri in mente. Provai a pensare all'accaduto in modo logico, ma non riuscivo a non sentirmi responsabile. Per il momento, poteva bastare. E poi, un altro pensiero mi premeva in mente.

"Quindi... Cosa succederà ora?" Mi sentii come se avessi avuto di nuovo undici anni, e fossi entrata in un mondo tutto nuovo. Ma questo mondo non era meraviglioso. Ne ero sull'orlo da tutto l'anno, ma non me ne ero resa conto. In questo mondo, le persone morivano. Le persone uccidevano. Le persone erano corrotte e false e assetate di potere e disposte a tutto per ottenere ciò che volevano. Guarda caso io ero ciò che quelle persone volevano. Ed avevo paura.

"Non lo so," disse il signor Potter. "Non so se Hestia ti crederà. I Doni della Morte sono ancora considerati una leggenda dalla stragrande maggioranza delle persone, e non so se la Ministra si fiderà della tua parola."

"Perché no?" Chiesi indignata.

Lui scosse la testa. "Per molte persone, la parola di un'adolescente è inaffidabile nel migliore dei casi. Non c'è alcuna prova che la Bacchetta di Sambuco fosse nella tua camera blindata, o addirittura che esista. Certo, sapranno che qualcuno è entrato nella Gringott, e tu ovviamente eri lì, visto che sapevi della morte di Brutus, ma... Il Ministero sa inventarsi storielle molto convincenti. Spero solo che non succeda di nuovo ciò che successe quando avevo la tua età."

"Intende dire... Potrebbero provare a screditarmi? E far sembrare che Stillens non esista?"

Il signor Potter annuì. "Spero però che non succeda. Io ti credo, e la mia parola ha un certo peso."

"Anche quella di Silente. E screditarono anche lui," io puntualizzai.

"Vero." Il signor Potter si passò una mano tra i capelli. "Ma non credo succederà. Hestia è testarda, ma non stupida."

"Devo parlarle per forza?"

"Temo di sì. Sei pronta?"

"No."

Il signor Potter alzò un sopracciglio, divertito. "C'è altro?"

"Kirsten era l'unica che lavorava per loro da dentro il castello?"

Il signor Potter annuì. "Non sapeva in che guaio si stava cacciando, ma è stata lei."

"Cosa le succederà?"

"Ancora non è stato deciso."

"Non finirà ad Azkaban, vero?" Chiesi, accigliandomi. Kirsten mi aveva mentito per tutto l'anno, ma non volevo che venisse rinchiusa lì.

"Improbabile. L'unico vero crimine che ha commesso è stato manomettere il Calice di Fuoco. Per il resto, è stata costretta a tenerlo segreto. Credo che la corte sarà clemente, soprattutto con suo zio a difenderla."

Sbuffai. "Ero sicura che fosse stata Haverna."

Il signor Potter iniziò a tossire, ma ero sicura che stesse tentando di nascondere una risata. "Tu... Pensavi che fosse stata Elaine Haverna?"

Annuii. "Non l'ha sentita? Ha passato l'anno intero a tormentare Wren e me per il torneo. Per quale altro motivo avrebbe dovuto farlo?"

"Francamente, io non la capisco quella donna," ammise il signor Potter. "È molto perfida. Non le sono mai piaciuto, e suppongo che la cosa si sia trasferita ai miei figli. Anche quelli onorari."

Sorrisi, riflettendoci ancora. "Ne ero così sicura, però. Insomma, Sulcan le ha fatto avere il lavoro."

"E questo come lo hai scoperto?" Il signor Potter scosse la testa, sorridendo. "Lascia stare. Ma lo sapevo. Ho anche indagato. A quanto sembra, hanno frequentato la scuola più o meno nello stesso periodo, e lui l'ha sentita parlare di quanto non le piacessi." Ridacchiò. "Per questo motivo ha pensato che lei stesse dalla parte di Voldemort, e per tutti questi anni l'ha tenuta in mente come una possibile alleata."

Non riuscii a non ridacchiare. Era bello sapere che i cattivi potessero sbagliarsi fino a questo punto. Forse... Anche Stillens aveva sbagliato...

Il dilemma su Voldemort mi tornò alla mente. Sentii a malapena il signor Potter chiedermi se fossi pronta per vedere la Ministra. "Uhm... In realtà, c'è ancora un'altra cosa." Mi morsi il labbro, chiedendomi come affrontare la questione. "Henry Stillens... Mi ha detto... Ha detto che sono la nipote di Voldemort." Mi preparai a qualunque reazione potesse avere il signor Potter.

Si trattò di shock. "Lui... Che?"

"Ha detto che sono la nipote di Voldemort."

Il signor Potter sbatté gli occhi. "È..." Scosse la testa. "Astra, sul serio, ti assicuro che è una pazzia." Sembrava trattenere a malapena una risata, e meno male, perché a me non veniva da ridere. "Te lo dico onestamente, per Voldemort Bellatrix non era niente di più che una specie di animaletto buffo. Non avrebbe mai avuto un figlio da lei. Fidati di me, Caymus Stillens non ha idea di ciò che dice."

Sorrisi, fingendo che avesse calmato le mie paure. In realtà, il dubbio rimaneva. Sembrava una pazzia; questo lo sapevo. Ma se fosse stato vero?

"Sei pronta per la Ministra, ora?" Chiese il signor Potter. "Rimarrò io, così non starai da sola, ma forse è meglio non farla aspettare troppo."

Sospirai e annuii. Il signor Potter uscii per un minuto. Cercai di prepararmi mentalmente per la conversazione con la Ministra. (Ma quale onore immenso! Wow, quanto potevo odiarla), ma i miei pensieri continuavano a rimbalzare sulla questione Voldemort. Un attimo prima, mi ero convinta: di certo era un'assurdità. Voldemort non avrebbe voluto un figlio. Un attimo dopo, piombavo di nuovo nel dubbio. Lo odiavo. Non avevo mai affrontato nulla di simile, e non sapevo cosa fare.

Quasi fu un sollievo veder tornare il signor Potter con Hestia Carrow. Almeno venni distratta da me stessa.

"Quindi," Carrow disse seccamente, sedendosi, "dimmi cosa è successo."

Sbirciai verso il signor Potter, che annuì discretamente, poi ricominciai a raccontare la storia, spiegandole in breve i dettagli di cosa era successo, a cominciare da ciò che io, Albus, e Wren avevamo visto nella foresta.

Carrow ascoltò fredda, con un'espressione indecifrabile che durò per tutto il racconto. Quando finalmente finii, rimase in quel modo per quasi un minuto intero, poi si girò verso il signor Potter, alzando un sopracciglio incredula. "Ti aspetti che io creda che questo Caymus Stillens sia entrato nella Gringott e abbia attaccato Hogwarts perché voleva una bacchetta?"

"Non una qualunque, Hestia, è-"

"Lo so, lo so." Alzò gli occhi al cielo. "È la Bacchetta di Sambuco. Come fai ad essere certo che quel mito sia vero?"

"Perché ho posseduto tutti e tre i Doni della Morte," il signor Potter disse calmo.

Carrow lo fissò come se fosse impazzito. "Dunque possiedi ancora gli altri due? Il, come si chiama, mantello dell'invisibilità e la pietra della resurrezione?"

"Mio figlio, James, ha il mantello. È stato tramandato nella mia famiglia per generazioni."

"E quella pietra?"

Il signor Potter sospirò. "Persa nella Foresta Proibita."

Carrow alzò gli occhi al cielo. "Ma certo che lo è, e con essa la prova che tutto ciò sia vero. Ti aspetti che io creda che questo Stillens stia facendo tutto questo per delle leggende vecchie di mille anni? Leggende che nessuno può dimostrare siano vere?"

"Lo so che sembra assurdo, Hestia, ma Astra può dirti-"

"Per quanto ne sappiamo, Astra potrebbe mentire," disse la Ministra, stringendo gli occhi verso di me. "Forse Wren l'ha reclutata alla sua causa?"

"Non sto mentendo! E Wren non è una traditrice, quindi-"

"Astra, per favore," disse il signor Potter, lanciandomi uno sguardo di avvertimento.

"Come facciamo ad essere sicuri che questo Stillens sia reale?" Carrow chiese. "Per quanto ne sa il Ministero, Astra potrebbe essersi inventata tutto."

"Wren vi ha detto di Stillens," feci notare. "Mesi fa."

"Allora forse se lo è inventato lei, e tu le stai reggendo il gioco," sbottò Carrow. "Sto dicendo solo che non abbiamo alcuna prova ad eccezione della parola di due ragazzine, una delle quali è strettamente connessa con le due persone che di certo sono dietro tutto ciò!"

"Wren non ha niente a che fare con ciò che è successo!" Esclamai. "Avrebbe dovuto vedere quanto era spaventata prima!"

Hestia si accigliò. "Ho già parlato con lei, e con Albus Potter, riguardo ciò che è successo prima della prova. Non c'è bisogno di urlare, Astra." Sbuffai e alzai gli occhi al cielo, trattenendo il desiderio di dire una cosa di cui mi sarei sicuramente pentita.

"Come stavo dicendo, semplicemente non penso sia possibile che esista questa cospirazione gigantesca," disse lei, scuotendo la testa mentre si girava di nuovo verso il signor Potter. "Lo sapremmo se fosse successo qualcosa al MACUSA, Harry. Il mondo lo saprebbe."

"No, evidentemente non lo saprebbe," contrattaccai. Hestia Carrow mi ignorò.

"Hestia, mi rendo conto che è difficile da credere," disse il signor Potter. Capii che stava avendo difficoltà a rimanere calmo e razionale, una battaglia che avevo perso già tempo prima ma che comunque riconoscevo. "Ma devi crederle. Fidati di me. Io mi fido di lei. Il destino del mondo potrebbe dipendere da questo. Ricordi cos'è successo l'ultima volta che il Ministero non mi ha creduto?"

"Non osare, Harry Potter," disse la Ministra, avvicinandosi minacciosamente a lui. "Non puoi usare il passato per fare come ti pare! Contrariamente a quanto credono in molti, tu puoi sbagliare, e credo che ieri sera lo dimostri!"

Il signor Potter la guardò male. "Te l'ho detto, non sappiamo ancora come sono entrati!"

"Sei fortunato ad avere ancora il tuo lavoro, Potter, quindi non venire a parlarmi di una cosa successa venticinque anni fa come se avesse alcuna influenza sul presente!"

Se non mi trovassi in un letto d'ospedale me ne sarei andata da quella stanza (per origliare da fuori, ovviamente). Il signor Potter era almeno una quindicina di centimetri più alta della Ministra, ma lei sembrava altrettanto spaventosa mentre si trovavano faccia a faccia.

Dopo un po', Hestia Carrow sbuffò e si pulì i vestiti. "Si consideri sotto esame, signor Potter."

Il signor Potter strinse la mascella, ma non reagì in altri modi mentre Hestia Carrow dava una rapida ispezione al piccolo ambiente prima di rivolgersi al me. "Mi aspetto che tu tenga per te le cose che hai detto finché il Ministero non rilascerà la storia ufficiale, sono stata chiara?" La guardai male, e lei sembrò ritenere ciò una risposta sufficiente. "Sono certa che rivedrò entrambi molto presto. Buona giornata." E se ne andò.

Il signor Potter si rilassò leggermente quando sparì. Ma non sembrava incline ad iniziare una conversazione, quindi chiesi, "Cosa significa? Che è sotto esame?"

Sospirò e si accasciò sulla sedia di fianco al mio letto. "Fino a nuovo ordine, che sarebbe un'esame del Ministero, di fatto è come se fossi sospeso."

"Ma è terribile!" Senza volerlo mi guardai alle spalle, fuori dalla finestra. "Ma è proprio ora che hanno bisogno di lei. Deve trovare Stillens!"

"Lo so." Annuì, all'improvviso determinato. "Ma non ci riuscirò attraverso il Ministero."

"Cosa-"

"Le cose stanno per cambiare, Astra," disse serio il signor Potter. "Cambieranno del tutto. Il Ministero non ti crederà, ormai lo so per certo."

"Perderà il lavoro?"

"Non lo so. Spero di no. Credo che riuscirò a tenerlo, facendo qualche manovra e riscattando qualche favore. Ma le cose si faranno più difficili."

"Come?"

"Non ne sono sicuro." Sorrise amaramente. Non lo avevo mai visto così serio, e mi stava spaventando. "Ma tu sei forte. Credo che tu possa sopportarlo."

"Spero di riuscirci."





Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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