Capitolo 35 - Un pazzo

"Professore!" Corsi verso di lui, poi mi fermai. Un pensiero terribile mi attraversò la mente. "Come... Come sapeva di dover venire qui?"

Pouri venne avanti. "Harry aveva detto che ci sarebbero potuti essere guai qui. Non poteva risparmiare auror, quindi ho pensato... Non mi aspettavo di trovare te, ovviamente. Stai bene?" Si accigliò verso Stillens e Katreena dietro di me. Annuii, guardandomi alle spalle. Entrambi sembravano molto confusi, e vagamente all'erta. "Quello è Stillens?"

Annuii. "Lui... Lui ha la Bacchetta di Sambuco..."

"Chi sei?" Stillens urlò, con la confusione che stava facendo spazio alla rabbia. Almeno sapevo che non si aspettavano di vederlo lì.

Pouri sorrise amabilmente, camminando davanti a me, facendomi scudo da Stillens. "Brutus Pouri. Che piacere incontrarti finalmente, Henry. Sai, andavo a scuola con tua sorella."

Katreena sbarrò gli occhi, e si avvicinò a Stillens. "È il preside di-"

"Lo so chi è, Katreena," Stillens disse gelido, girandosi di scatto verso di lei. Quando Katreena si allontanò, lui rivolse di nuovo l'attenzione a noi. "Hai detto che Potter ti ha mandato? Come fa a sapere? Quanto sa?"

Pouri mise le mani dietro la schiena, che doveva essere sembrato un gesto naturale da dove si trovava Stillens. Solo io potevo vederlo indicare il carrello, poi alzare la mano per dirmi di aspettare. "Tutto," Pouri rispose.

Stillens rise. Strinsi ancora di più la bacchetta, quel suono mi irritava i nervi come unghie su una lavagna.

"Stai mentendo, Brutus," Stillens disse. "E temo di non poter lasciare testimoni. Spero che per Hogwarts non sarà un problema eleggere un nuovo preside."

La mano di Pouri si mosse così velocemente che quasi non la vidi, ma neanche un secondo dopo, lui e Stillens avevano entrambi lanciato un incantesimo. Si scontrarono a metà strada, creando un'esplosione che ci scaraventò tutti a terra. Mi rimisi in piedi a fatica e corsi al riparo dietro una roccia che spuntava lungo il percorso per il carrello, poi mi rimisi a guardare.

Tutti e tre si rialzarono. Katreena attaccò, ed io trasalii, ma Pouri lo bloccò. L'incantesimo colpì il suo scudo e rimbalzò via, colpendo la parete rocciosa sopra di me e mandando giù una pioggia di massi. Il rumore quando colpirono il terreno parse assordante.

Katreena tentò di nuovo. Non avevo idea di che maledizione stesse lanciando, ma non doveva essere piacevole. Pouri la bloccò di nuovo, rispedendola contro di lei. Mentre lei lo evitava, lui agitò la bacchetta, ed un getto di luce blu volò verso di lei, colpendola in pieno petto. Katreena crollò, priva di sensi. Stillens sembrò notarlo a malapena.

"Astra, vai!" Pouri urlò dietro di sé, ma io non potei muovermi. Mi girai indietro, e vidi solo un carrello. Quell'altro stava probabilmente correndo più in fondo ai binari dopo il colpo. Se me ne fossi andata, il professor Pouri sarebbe rimasto bloccato. Non potevo andarmene.

Quando mi girai di nuovo, Stillens stava sollevando i grossi massi caduti a terra. Sorrise a Pouri, poi mosse la bacchetta nella mia direzione. Mi scappò un grido dalle labbra quando mi abbassai e le rocce mi volarono sulla testa, schiantandosi a terra dietro di me e buttando il carrello fuori dai binari. Opzione persa.

"Morirai," Stillens urlò, evitando una maledizione lanciata da Pouri. "Sei pronto a morire?"

"Vai, Astra!" Pouri urlò di nuovo mentre Stillens iniziava a lanciare maledizioni a raffica. Lo scudo di Pouri si ricostituì, ma ogni incantesimo che lo colpiva lo indeboliva. "Vai!"

Stillens era più potente di lui. Lo avrebbe sopraffatto, mi era già chiaro. Non me lo sarei mai perdonata se io fossi scappata in qualche modo, per poi scoprire il giorno dopo che il corpo mutilato di Pouri era stato trovato nella Gringott da un gruppo di auror.

A proposito degli auror, perché non erano venuti? Pouri aveva detto che il signor Potter non aveva potuto risparmiarne nessuno. Cosa intendeva dire?

Il suono di un forte schianto rimosse quel pensiero dalla mia testa. Mi concentrai su cosa stava succedendo lì, di fronte a me, dove lo scudo di Pouri era stato appena infranto e Stillens sembrava prepararsi al colpo finale.

"No!" Urlai, saltando fuori dal riparo e correndo in avanti. Lanciai un Sortilegio Scudo, preparandomi ad incassare quando l'Avada Kedavra di Stillens lo colpì in pieno. Pouri mi sorrise gramo, prima di alzare la bacchetta e lanciare un incantesimo suo.

Stillens era un mago molto potente, ma io ero una strega molto potente. Non potevo sconfiggerlo da sola, era ovvio, ma insieme, Pouri ed io sembravamo avere una possibilità. Le sorti dello scontro sembravano in procinto di cambiare.

Pouri mi fece segno di muovermi da una parte, mentre lui si spostava dall'altra. Avremmo intrappolato Stillens tra di noi. Iniziai a spostarmi pian piano, e Pouri fece lo stesso, mantenendo una pioggia di incantesimi costante. Io concentrai quasi tutte le mie forze sul mio scudo, ma se avessi potuto colpirlo con un semplice Stupeficium, avremmo risolto tutti i nostri problemi.

Anche lottando contro due persone in direzioni opposte, Stillens rimase calmo. Bloccava un mio incantesimo un momento, e quello dopo ne lanciava uno a Pouri. Poi ne evitava uno di Pouri e si lanciava un incantesimo alle spalle, indebolendomi lo scudo.

Il signor Potter diceva sempre che Expelliarmus era l'opzione migliore. Togli la bacchetta ad un mago e hai praticamente vinto la battaglia. In questo caso, le battaglie vinte sarebbero state due. La battaglia per la Bacchetta di Sambuco, e quella per le nostre vite.

Chiusi gli occhi, concentrando tutta la mia energia in quell'unico incantesimo. Non aveva mai tradito il signor Potter. Sperai che funzionasse anche per me. Spalancai gli occhi. Agitai il braccio, urlando le parole a squarciagola. "Expelliarmus!"

Il tempo rallentò mentre il mio incantesimo attraversava l'aria. Vidi Stillens girarsi, trovandosi di fronte il mio incantesimo in arrivo. La mira era perfetta. Sentivo i battiti del cuore nelle orecchie mentre l'incantesimo avanzava. Stillens mi fece un occhiolino.

E si tolse di mezzo.

Il tempo accelerò mentre il mio incantesimo volava verso il professore. Non lo vide arrivare, quel bagliore rosso rispetto a quello verde che stava venendo da Stillens. Lo colpì proprio nel momento in cui mi lanciai in avanti, sperando in qualche modo di annullare l'azione. La sua bacchetta volò in aria.

Non ebbe nemmeno il tempo di capire cos'era successo.

Vidi la sua bacchetta cadere a terra, ma non la sentii. Vidi Stillens lanciare un incantesimo, ma non lo registrai. Vidi il bagliore verde mentre Pouri veniva colpito dalla realtà un attimo prima che lo facesse l'incantesimo.

Non riuscivo a sentire le mie stesse urla.

Non mi interessava cosa mi avrebbe fatto Stillens. Non aveva più importanza. Lo superai di corsa, cadendo in ginocchio di fianco al corpo inerte di Pouri. Era steso a terra, con gli arti ad angoli innaturali. La sua mano era a pochi centimetri dalla bacchetta.

Ritornarono i suoni, ma quasi non me ne accorsi. Stavo piangendo. Stavo scuotendo le sue spalle. Stavo implorando che si svegliasse. Era colpa mia. Un uomo era morto. Non un uomo qualunque, il mio preside. Ed era colpa mia.

Sentii i passi di Stillens arrivare dietro di me, ma non alzai lo sguardo. Stavo singhiozzando. Era troppo. Non riuscivo a respirare bene. Provai a calmarmi, provai a pensare, provai a respirare.

Alla fine, alzai gli occhi su Stillens. "Perché?" Mi si fermò il fiato in gola mentre sopprimevo un singhiozzo. "Perché fai tutto questo?"

"Perché la gente non sa stare al suo posto, Astra." Stillens abbassò lo sguardo sull'uomo che aveva appena ucciso, senza mostrare alcuna emozione. "Questo mondo è caduto nel caos, ed io voglio salvarlo. Voglio essere la forza che porterà la pace. Alcune persone non comprendono questa visione, Astra. Quelle persone devono essere rimosse."

"No. È una pazzia. Tu sei pazzo."

Stillens scosse la testa, sospirando. "Perché non capisci? Con una sola potenza al comando, Astra, potremmo garantire l'armonia tra tutti. Non ci sarebbe corruzione. Non dovremmo nasconderci dai Babbani. Useremmo la magia per aiutarli. Per governarli. È l'unico modo."

"Hai torto."

"Capirai a tempo debito." Stillens si piegò in avanti e prese la bacchetta di Pouri. "Un giorno, capirai perché ne sarà valsa la pena."

"Preferisco morire." Strinsi il pugno attorno alla bacchetta.

Stillens mi fissò apatico. "Così dici. Tuttavia, ho scoperto che le persone farebbero di tutto per evitare di morire."

Non risposi, approfittandone per asciugarmi rabbiosamente le lacrime.

"Io potrei, naturalmente, garantire protezione a chiunque tu desideri. E quando sarà tutto compiuto, avrai il mondo intero ai tuoi piedi, per fargli fare ciò che vuoi." Si infilò la bacchetta di Pouri in tasca.

"Sarà come nel comunismo?" Strinsi gli occhi, alzandomi lentamente. Una fredda paura mi stava investendo. Quest'uomo aveva appena ucciso qualcuno. Dovevo andarmene da lì. E al momento, per far ciò avevo bisogno di continuare a parlare. "Tutti uguali, quindi tutti poveri? Tranne per quelli al vertice?"

Stillens alzò un sopracciglio, tentando ovviamente di nascondere l'emozione di fronte al fatto che finalmente  sembravo mostrare interesse. "Non sono cose che ti riguardano. Sappi solo che se ti unisci a me ora, la tua vita d'ora in avanti sarà libera da ogni dolore e rimpianto."

Un solo sguardo al corpo di Pouri ai miei piedi mi suggerì il contrario, ma non dissi nulla. Mi allontanai di qualche passo da Stillens. "Anche se ti chiedessi di proteggere Wren?"

Il viso di Stillens si alterò per il disgusto, ma subito sorrise accomodante. "Ma certo," disse lui, mentendo come un professionista. "Perché non dovrei volere la sicurezza di mia nipote?"

"Beh, Henry, tu la odi," puntualizzai, allontanandomi lentamente.

"Idiozie." Quel suo sguardo gelido sembrava una finestra sulla sua fredda e morta anima.

"Sei una persona troppo logica per non odiarla," spiegai. "So che è così. Fin dall'inizio ha dato un sacco di problemi, e ora è scappata via, e ha spifferato tutti i tuoi segreti, vero?" Stillens parse sorpreso che ne parlassi in quei termini, e leggermente compiaciuto che finalmente stessi facendo la ragionevole. Quasi mi fece venir voglia di vomitare. "Ma... Voglio dire, è mia amica..."

"A volte, il bene superiore è più importante di frivolezze simili," Stillens disse lentamente, mettendomi alla prova. Lo fissai a mia volta, chiedendomi se continuare a reggere il gioco o se scappare via. Ora ero molto più vicina all'uscita, ma Stillens mi avrebbe raggiunta subito. E non sapevo neanche come avrei fatto a tornare in superficie. Avrei potuto disarmarlo, ovviamente, ma non mi piaceva l'idea di arrivare ad una colluttazione.

"Io... Suppongo sia vero," dissi tremando, iniziando a cedere. "Ma non hai mai avuto un amico?"

In quel momento capii che stavo parlando con uno psicopatico.

Lui sbatté gli occhi, ed io capii che non aveva mai avuto una relazione emotiva di alcun tipo in vita sua. Non capiva il senso delle mie parole. Perché pensavo che un'amicizia valesse il mondo intero.

"Tu... Non hai..." Mi allontanai, neanche provando a nascondere il fatto che fossi terrorizzata. Più che terrorizzata. Non mi importava della Bacchetta di Sambuco. Volevo scappare.

"Ma certo che sì." Stillens sorrise, e quella finta sincerità quasi mi fregò.

"Stai mentendo," dissi a bassa voce. "So che menti. L'ho capito."

"Oh, davvero?" Stillens alzò una mano in aria, ed io sbattei contro qualcosa di solido. Di certo non potevo essere già arrivata al muro di roccia... Mi guardai alle spalle e non vidi niente di niente, ma potevo sentirlo. Il muro invisibile che aveva piazzato lì. Sgranando gli occhi, mi girai lentamente per fronteggiarlo.

"Che tu lo voglia o no, mi aiuterai," Stillens disse, agitando la bacchetta e mandandomi una scossa di dolore per tutto il corpo. "Ti suggerisco di farlo di tua volontà, però." Di nuovo un'ondata di dolore mi invase, ed io caddi in ginocchio, sentendomi come se mi stesse strappando le forze dal corpo.

Pensavo di essere pronta, ma quando la maledizione Cruciatus mi colpì, fu come le volte precedenti. O forse peggio. Urlai, contorcendomi a terra, desiderando solo che quell'agonia si fermasse.

Successe, all'improvviso. Stillens era parecchi metri più in là, ed io non avevo la forza di alzare la testa per vedere più in alto delle sue gambe .

"Astra, la scelta è tua. Unisciti a me e crea un nuovo, perfetto ordine, o vivi una vita di dolore. Una breve vita di dolore, colma di rimpianti."

Per un solo, terribile istanti, ci pensai. Avrei potuto salvare Wren. Albus. Colette. Marcus. James. E tutti quelli a cui volevo bene. Potevo salvare me stessa. Non ero abbastanza forte per sopportare quel dolore eterno. Ma in quel modo, sarei stata una delle streghe più potenti del mondo. Forse avrei persino potuto usare i metodi terribili di Stillens per fare qualcosa di buono al mondo.

Vidi il corpo del professor Pouri dietro le gambe di Stillens, ancora disteso a terra. Lo avevo deluso. Potevo essere il motivo per cui milioni di persone sarebbero morte? O anche una sola?

Non avrei mai potuto farlo. Non sarei mai stata d'accordo. Andava contro la mia stessa natura.

"Beh? Diventerai parte del futuro?" Stillens mi chiese.

"Mai," ringhiai, e alzai debolmente la bacchetta, stretta ancora saldamente nella mia mano, per puntarla contro di lui.

Non ebbi modo di lanciare un incantesimo prima che lui mi colpisse di nuovo con la maledizione Cruciatus. Volevo morire, mi sentivo come se stessi morendo, ma c'era qualcosa di diverso. Ormai avevo preso una decisione. E la mia mente sembrava essere dalla mia parte.

Senza alcuno sforzo cosciente, mi sentii bloccare lentamente il dolore. Non capii se era un'allucinazione, se stessi impazzendo, o se stesse succedendo davvero, ma il dolore sembrava diminuire. Quando aprii gli occhi, riuscii a vedere. Vedevo Stillens, con la bacchetta puntata verso di me ed uno sguardo di odio intenso negli occhi. Stava ancora lanciando la maledizione, ma...

Non sentivo un bel niente.

Non sapevo cosa stesse succedendo. Non sapevo come. Ma sentii le forze ritornarmi, e mi alzai lentamente, senza che la maledizione avesse alcun effetto su di me.

Stillens mi fissò sconvolto. "Come? Crucio!"

Niente. Sentivo la maledizione attraversarmi la pelle, ma nient'altro. In quella strana situazione, mi venne un'idea.

La Gringott aveva protezioni contro chi cercava di Materializzarsi dentro la banca. E se uno avesse voluto Smaterializzarsi fuori? 

Non mi ero mai Smaterializzata prima, ma non avevo il pieno controllo di me stessa. La mia mente era in sovraccarico e stava facendo tutto da sola, senza alcuno stimolo da parte mia. Mi figurai in mente il campo di Quidditch, e girai su me stessa.




Spigolo autore

Via alle teorie! Cosa è successo, secondo voi?

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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