Capitolo 32 - La furia di un padre

La mattina della terza prova si rivelò nuvolosa e tetra, il che non mi diede grandi speranze per il resto della giornata. Ero stata svegliata da due incubi di Wren, ma a prescindere da quello, non avrei dormito bene. Non vedevo l'ora che finisse tutto. Era come se poche ore potessero stabilire il mio destino, anche se era ridicolo. Con ogni probabilità avrei vagato a caso nel labirinto finché qualcuno non avesse trovato la Coppa Tremaghi, e lì sarebbe finito tutto. Mi stavo solo impressionando.

Non riuscii a mangiare nulla a colazione. O a pranzo. Per quanto Wren ed Albus insistessero, io sapevo che probabilmente avrei vomitato tutto.

Appena prima di cena, Kirsten venne da me. "Nervosa?" Chiese, lei stessa con un'espressione impaurita.

Mi presi un momento per decidere se mentire o no. "Beh, sì. Perché non dovrei?"

"Devi stare attenta in labirinto," Kirsten disse a bassa voce, con occhi sgranati.

Mi accigliai. Va bene che ero al quarto anno, ma chi era lei per dirmi di stare attenta? In passato avevo affrontato un basilisco. E avevo vinto. Ero piuttosto sicura di potermela cavare. "Non dovresti stare attenta anche tu?" Sbottai. "Perché solo io?"

Kirsten ridacchiò. "Beh, sei più piccola. Penso che tu non conosci molti incantesimi." Mi sorrise per un secondo, poi annuì come se avesse preso una decisione. "Suppongo che starai bene, sì? Sei stata bene prima. Buona fortuna."

"Buona fortuna," dissi distrattamente mentre lei si girava e andava via. Distrattamente, perché notai una cosa insolita. Haverna stava uscendo dall'ingresso, guardandosi attorno. Si poteva solo descrivere come sospetta. Ora o mai più, pensai. Possiamo coglierla con le mani nel sacco! Mi girai e corsi di sopra per cercare Albus e Wren.

Quasi mi schiantai contro di loroa loro sul pianerottolo del quarto piano. "Per la barba di Merlino, Astra!" Albus esclamò, facendo un passo indietro. "Perché-"

"Svelto, di sopra a prendere il mantello dell'invisibilità di James," dissi senza fiato; mi ero appena fatta quattro rampe e mezza di scale, cosa non facile se non ti curi di cose come, boh, respirare.

"Perché?" Albus chiese.

"Dopo. Ora corri."

Albus non perse tempo, per fortuna. Mi appoggiai al muro, cercando di riprendere fiato. Troppe scale. Wren si accigliò, ma non fece domande. Neanche due minuti dopo sentii dei passi correre giù per le scale, e Albus fece l'ultima curva in sbandata, col mantello avvolto attorno al braccio.

"Andiamo, dobbiamo correre," dissi, scendendo le scale.

"Correre dove?" Wren chiese mentre i miei amici mi seguivano.

"Fuori. Ho visto Haverna sgattaiolare fuori. Possiamo seguirla e vedere che succede."

Riuscii a percepire Albus e Wren che si scambiavano uno sguardo dietro di me. "Uhm, non dovresti prepararti per la prova ora?" Wren chiese. "Non mangi da ieri."

"Non ho fame," dissi. "E poi, questo è più importante. E se stesse uscendo per fare qualcosa al labirinto?"

Albus sospirò. "Forse dovresti far andare me e Wren, e tu dovresti prepararti."

Gli rivolsi uno sguardo che sperai dicesse in modo inequivocabile sei scemo? "Sto bene. Questo è più importante."

"Va bene..." Albus mi lanciò il mantello. "Allora sbrighiamoci."

Corremmo giù per le scale di marmo fino all'ingresso, evitando vari gruppi di studenti. Potrei o non potrei aver sbattuto contro Eris Prince di proposito, ma non mi girai quando mi urlò contro. Ero già fuori dalla porta.

Il parco sembrava vuoto nella cupa luce serale. Mi guardai attorno, maledicendo la mia fortuna. Ovviamente se n'era già andata.

"Potremmo controllare attorno al labirinto," Albus suggerì, ed io annuii. Forse era l'opzione migliore.

In quella situazione di stallo, sentii il bisogno di sussurrare mentre camminavamo lentamente. La mia fretta era sparita, rimpiazzata dalla cautela. "Se fa qualcosa, io dico di Schiantarla. Wren può correre al castello per chiamare il signor Potter."

"E se non la vediamo?" Wren chiese.

Non lo sapevo. Speravo che l'avremmo vista, ma in caso contrario, non potevamo fare molto. "Immagino che possiamo solo tenere gli occhi aperti."

All'improvviso, Albus mi afferrò il braccio. Lo guardai, e lui aveva un dito sulle labbra. Fissava in direzione del labirinto, che si notava a malapena nella luce sempre più fioca. Mi accigliai verso di lui, poi verso l'oscurità, cercando di capire cosa avesse visto.

Lo notai all'improvviso, e mi si gelò il sangue.

Laggiù c'era qualcuno che si muoveva. E non un solo qualcuno. Due figure a testa bassa stavano percorrendo il bordo del labirinto.

"Il mantello," Albus si girò. "Se si girano ci vedranno." Annuii, svolgendo il mantello e buttandocelo sulle teste. Percorremmo il sentiero, andando più velocemente possibile senza che il mantello ondeggiasse attorno ai nostri piedi. Entro pochi minuti eravamo arrivati dietro alle due figure, e rallentammo il passo.

I due erano vestiti da auror, ma non credevo che lo fossero davvero. Degli auror non sarebbero stati così furtivi. Avevano i cappucci alzati, quindi non capii chi erano, e nemmeno se fossero uomini o donne.

Girarono attorno al labirinto, fino a trovarsi a pochi metri tra le siepi e la foresta. C'era pochissima luce qui, ma i cappucci rimasero alzati, e i due ci davano le spalle.

Dopo averli seguiti per una decina di minuti, mi fermai. Mi aspettai che uno dei due dicesse qualcosa, ma a quanto pare sapevano già cosa fare. In silenzio, alzarono le bacchette e iniziarono a scavare un buco nel lato del labirinto.

Non mi arrischiai a dire nulla, ma volevo disperatamente sussurrare una cosa ai miei amici. Dovevamo dire al signor Potter cosa stava succedendo, ma ce ne saremmo dovuti andare tutti e tre, e non volevo rischiare nemmeno quello.

Un uccello atterrò sul prato lì vicino. Per molti sarebbe stato un evento insignificante, ma io dovetti sforzarmi di non emettere suoni. Sentii Wren soffocare un singhiozzo, mettendosi una mano sulla bocca e afferrandomi la manica con l'altra.

Quando i primi due secondi di terrore passarono, avrei voluto avvicinarmi, ma non era possibile. L'uccello si trasformò in Isaac Predatel, ed io dovetti soffocare il mio disgusto. Non lo vedevo in persona, come umano, da due anni. Due anni che avevo sperato durassero in eterno perché lo odiavo a morte.

"Sono gli ultimi preparativi?" Chiese lui.

I due falsi auror continuarono il loro lavoro, ma uno si girò per guardare Isaac. "Ma certo." Nella fioca luce, vidi il suo volto. Era familiare, ma non sapevo chi fosse.

"Alistair Hellion," Wren sussurrò; il suo respiro mi solleticò l'orecchio.

"Entrerà lui," disse il compagno di Alistair, ancora al lavoro sulla siepe. "Poi io chiuderò tutto prima che gli Auror se ne accorgano."

"Tu assicurati di fare la tua parte in tempo," Alistair disse ad Isaac.

"E se vedi la tua mocciosa, lasciala perdere," disse l'altro uomo con una risata. "Oppure prendila. Lascia che se ne occupi Caymus."

Isaac afferrò il colletto dell'uomo e lo trascinò a sé. Era più alto di almeno mezza testa, e quando lo sollevò per guardarlo degli occhi, l'uomo non toccava terra coi piedi. "Chiudi quella fogna o mi assicurerò che non parlerai mai più."

L'uomo si dimenò sotto la presa di Isaac, con occhi sgranati. Isaac sogghignò, poi lo lasciò. L'uomo si accasciò ai suoi piedi e subito strisciò via.

"Al diavolo tua figlia," Alastair disse, alzando gli occhi al cielo. "Hai cose più importanti di quella mocciosa di cui occuparti."

"Lascia che ci pensi io," Isaac ringhiò. "Io so quello che faccio."

Alistair sembrava voler replicare, ma proprio in quel momento Albus si mosse. Un rametto si spezzò sotto ai suoi piedi, e Isaac si immobilizzò.

"C'è qualcuno."

Trattenni il fiato, pregando che Isaac pensasse di essersi sbagliato. Albus si era immobilizzato sul posto, e sentii la presa di Wren sul mio braccio stringersi. Faceva male, ma non osai muovermi.

Alistair e il suo compare fissavano Isaac come se fosse pazzo. Dopo un minuto di niente, Alistair alzò gli occhi al cielo. "Tu e i tuoi istinti da pennuto. Cos'era, un gatto?"

Isaac lo guardò male, poi si girò verso di noi. Non poteva vederci, ma ebbi quasi la sensazione che potesse mentre i suoi occhi passavano sugli alberi e ci superavano. Lentamente, cercando di essere silenziosa, feci un passo indietro. Albus e Wren seguirono il mio esempio. Facemmo due passi prima che Isaac stringesse gli occhi e mormorasse, "Quei dannati mocciosi hanno un mantello dell'invisibilità."

"Come?" Chiese l'uomo senza un nome.

"Hanno un mantello dell'invisibilità!"

"Accio mantello," Alistair disse, alzando gli occhi al cielo.

Strinsi forte il bordo del mantello, ma per fortuna non successe nulla.

"Idiota!" Isaac esclamò. "E' quello che cerca lui!"

"Oh..." I due uomini si guardarono l'un l'altro, mentre raggiungevano la stessa conclusione. Entrambi si misero dietro ad Isaac, pronti ad afferrarci appena ci avrebbero individuati.

Diamine. Eravamo in trappola. Ora sapevano chi di chi si trattava. Io, ed almeno uno dei Potter. E Wren. Isaac lo avrebbe saputo. Wren stava tremando, ed io le presi la mano. Albus alzò la bacchetta con mano tremante, rivolgendola verso i tre uomini da sotto al mantello.

Non avevamo speranze in un duello. Isaac ed Alistair, almeno, erano assassini. Ora sapevo dove avevo visto Alistair Hellion: una foto segnaletica nello stesso articolo che descriveva l'arresto di Isaac dopo lo sterminio di una famiglia intera. Tutti e tre quegli uomini avrebbero usato tattiche crudeli e illegali in caso di duello.

Doveva esserci un altro modo. Non potevo cedere al panico. Ero una Grifondoro, dannazione. A quel punto dovevano farmi diventare la mascotte, con tutto il coraggio che avevo mostrato in situazione di pericolo. Anche se stavo per perdere la testa dalla paura, avevo bisogno di rimanere lucida. 

Isaac iniziò ad avvicinarsi, lentamente, fermandosi ad ascoltare. Se avessimo arretrato avrebbe sentito i passi, ma sembrava la nostra unica opzione. Feci un passo, stando attenta a dove mettevo il piede, e tirai Wren indietro con me.

Isaac si stava muovendo più velocemente di noi, ovviamente. Incrociai lo sguardo di Albus. Dovevamo fare qualcosa. Isaac era diretto proprio verso di noi. Prima che potesse venirmi un'idea, Albus si piegò all'improvviso. Prese una pietra da terra, poi alzò l'orlo del mantello di qualche centimetro. Osservando Isaac, buttò la pietra verso la foresta.

Atterrò parecchi metri più in là, e attirò l'attenzione desiderata. Isaac si fermò, guardando incerto la foresta. "Voi due. Di là." Alistair e l'altro uomo corsero verso il sottobosco, braccia in avanti per afferrare qualcosa di invisibile. Sfortunatamente, Isaac rimase dov'era, con gli occhi fissi sul punto dove eravamo noi.

Guardai Albus, e subito mi abbassai e presi un'altra pietra. La tirai nella direzione opposta. Colpì le siepi del labirinto qualche passo più dietro rispetto a dove stava Isaac. Per un momento infinito, trattenni il fiato, supplicando silenziosamente che Isaac si girasse e controllasse lì.

Isaac fece un passo in quella direzione, ed Albus ed io avemmo la stessa idea. Ci girammo e corremmo, tirandoci Wren dietro. Mi tenni stretto il mantello dell'invisibilità, ma potevano vederci e lo sapevo. Sentii urla dietro di noi e girai verso la foresta. Un uccello avrebbe avuto più difficoltà a volare lì, e sarebbe stato più duro inseguirci. Albus seguì, lanciandosi uno Schiantesimo alle spalle.

Sentii Alistair e il suo amico lanciarci maledizioni, e provai ad evitarle. Dopo qualche secondo, c'era la voce arrabbiata di Isaac che gli diceva di non mirare alla ragazza bionda (chi se ne frega degli altri, supposi). Da quel momento non prestai attenzione a nulla tranne correre via.

Corremmo per parecchi minuti prima che Albus urlò senza fiato che avevano smesso di inseguirci. Mi fermai, di nuovo coi polmoni che chiedevano pietà, e mi accasciai contro un albero. "Oh Merlino, la situazione è pessima."

"Dobbiamo trovare il signor Potter," Wren disse. "Subito, prima della prova."

"Che ore sono?" Chiesi. "Mancava un'ora prima della prova quando siamo usciti."

Albus controllò l'orologio. "E' passata mezz'ora. Non abbiamo molto tempo."

"Non ne abbiamo proprio." Gemetti. "Cosa facciamo?"

"Qualunque cosa succeda, tu non devi entrare in quel labirinto," Albus disse, scuotendo la testa. "Come minimo rimanderanno la prova."

"Dovremmo andare ora," Wren disse nervosa, guardando la strada da cui eravamo venuti.

"Già, andiamo." Albus mi offrì la mano per aiutarmi. Mentre mi alzavo, lui incrociò il mio sguardo con un sorriso preoccupato. "Andrà tutto bene, ok? Pensiamo a trovare mio padre."

Sorrisi, ma avevo la sensazione che avrei vomitato all'improvviso. Wren aveva ragione. Stava succedendo qualcosa. E se non avessimo trovato il signor Potter in tempo, ed io fossi stata costretta ad entrare in quel labirinto, c'era un'alta probabilità che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita. Rifiutai di considerare quell'opzione mentre correvamo fuori dalla foresta.

Quando uscimmo dalla Foresta Proibita, vidi gli ultimi ritardatari della processione di studenti che si dirigevano verso il campo-da-Quidditch-ora-labirinto-temporaneo. Parlottavano emozionati, beatamente ignari di ciò che stava succedendo. Cercai il signor Potter nella folla, ma non lo vidi.

La professoressa Patil ci intercettò mentre andavamo verso la folla. "Astra, eccoti qui! Dove sei stata?" Aprii la bocca, ma lei scosse la testa. "Lascia perdere, dovresti essere già pronta! Ti stanno aspettando! Vieni." Mi portò con sé, ed io mi girai inerme verso Albus e Wren.

"Troveremo papà!" Promise lui.

"Tu non entrare nel labirinto!" Wren aggiunse.

Annuii, poi guardai la professoressa Patil. "Professoressa, devo-"

Lei scosse la testa. "Non ora, cara, sbrigati!"

Mi si torse lo stomaco. Ero seconda ai punti, alla pari con Faith. Sarei entrata per seconda. Kirsten e Faith non mi avrebbero permesso di tergiversare. Il nodo di paura nel mio stomaco si allargò quando capii che sarei entrata in quel labirinto e avrei dovuto affrontare qualunque cosa Henry Stillens e i Predatel avessero in serbo per me.

Buon Dio, fa che Albus e Wren si sbrighino.





Spigolo autore

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Alla prossima!

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