Capitolo 31 - L'amore di una madre
Le settimane successive furono un turbinio di lezioni di Occlumanzia per Wren e i miei incontri di allenamento con Albus. Colette usò una sorta di incantesimo del silenzio così che lei e Wren potessero concentrarsi in un angolo della Stanza delle Necessità mentre io ed Albus ci allenavamo dall'altro lato, facendo rumore e ridendo e provando a non pensare al fatto che Wren fosse così brava perché era abituata a nascondere il dolore. Anche a sé stessa.
Dopo circa una settimana passata così, qualcuno pensò di dire a James cosa stava succedendo. Lui ripeté parola per parola tutto ciò che io ed Albus avevamo detto inizialmente riguardo la sicurezza di Wren, e chiese perché. Wren non gli aveva detto nulla che non avesse già detto a noi. O, se lo aveva fatto, James non ce lo disse.
Una sera, Albus ed io stavamo studiando un libro di incantesimi difensivi insieme, e Wren e Colette si stavano allenando per l'ennesima volta. James alzò gli occhi dai suoi appunti di Storia della Magia con un sospiro. "È pazza. Ecco come la penso."
"Pazzo sarai tu," Albus disse senza alzare gli occhi dal libro.
"No dico sul serio. Non è che tutta questa paura l'ha spinta oltre il limite?" Alzai gli occhi e vidi che James era serissimo. Vedevo la sincerità nei suoi occhi.
"Non penso," dissi lentamente. "Sarebbe stato più... Ovvio, credo."
"Già." James scosse la testa, osservando le due ragazze. Fece una smorfia quando Colette lanciò l'incantesimo un'altra volta. "Sono solo preoccupato. Sto cercando di capire per quale motivo..." James lasciò la frase in sospeso, fissando il vuoto. "Alcune persone ci riescono e basta. A usare la Legilimanzia. Non devono nemmeno lanciare un incantesimo."
"Legilimens naturali," Albus disse, annuendo. "Credo che suo zio sia uno di quelli."
"Voi non pensate che lei voglia tornare, vero?"
Alzai di nuovo gli occhi dal libro, poi guardai Albus. Voler tornare? Wren? Impossibile. Ma... Se non era per questo, allora per quale motivo? L'espressione di Albus quando incrociò il mio sguardo mi disse che stava facendo lo stesso pensiero.
"Perché dovrebbe?" Albus disse dopo un minuto.
"Non lo so. Ma... Era un'idea..." James si strinse nelle spalle.
"Un'idea stupida."
"Chiudi il becco, Astra." Alzò gli occhi al cielo e tornò ai suoi appunti.
I giorni volarono, ma non provavo la stessa paura che avevo provato prima delle altre due prove. Questa sembrava proprio alla mia portata, bastava solo un po' di lavoro di bacchetta. Gli altri erano più preoccupati, però. Wren in particolare. Alla fine rinunciai a provare ad assicurarle che sarei stata bene. Lei lo sapeva, avevo questa sensazione. Era solo come la storia dell'Occlumanzia.
Il sabato prima dell'inizio degli esami facemmo l'ultima gita ad Hogsmeade dell'anno. Ero grata per la pausa, ma non quanto quelli del quinto anno. Neanche lontanamente. Anche i più studiosi erano così stufi dei libri che lanciarono tutto in aria e corsero fuori dal castello. Letteralmente, in alcuni casi. James addirittura gettò dalla finestra tutti i suoi appunti di Storia della Magia.
Marcus non sembrò entusiasta all'idea che Albus e Wren venissero con noi, ma per fortuna non fece storie. Noi quattro andammo al villaggio insieme.
"Tre Manici di Scopa?" Marcus suggerì mentre superavamo i primi edifici di periferia.
"Ma sì," concordai. Cinque minuti dopo eravamo seduti ad un tavolino d'angolo, ridendo di James e Fred che quando eravamo passati stavano cercando di convincere madama Rosmerta a vendergli del Whisky Incendiario.
Ciara ed Adalyn erano al tavolo affianco con qualche altra ragazza Serpeverde. Salutai mia cugina con un cenno del capo quando incrociammo gli sguardi, lei fece lo stesso, e tornammo entrambe alle rispettive conversazioni. Non avevo mai avuto un'interazione così civile con lei.
"Non capisco come hai fatto a perdonarla," Marcus borbottò.
"Per la storia di Nico?"
"Per tutto." La chiamò in modo non molto civile. "Se non fosse stata una ragazza le avrei dato un pugno."
Mi accigliai. "Stai parlando di mia cugina."
"Lo so. Scusami. Comunque, però..."
Mi strinsi nelle spalle. "E' mia cugina. La famiglia perdoni. E per la storia di Nico, lei non ha fatto nulla. Nico è il colpevole. Lui puoi picchiarlo quanto vuoi."
Marcus sospirò. "Come dici tu. Ma non penso che riuscirò a farmela piacere." Albus alzò gli occhi al cielo, ed io dovetti trattenere un sorriso.
Scorpius e Rose si stavano dirigendo verso un tavolo vuoto vicino. Quando passarono di fianco al gruppo di Serpeverde di fianco a noi, vidi Ciara sorridere al fratello e la sentii salutare. Scorpius la guardò con sdegno, poi marciò ancora più velocemente verso il tavolo vuoto.
Sbattei gli occhi. Ma che... Questo non era normale. Però... In effetti... Ora che ci pensavo, negli ultimi due mesi non avevo mai visto i gemelli insieme. Fin dalla litigata di quella sera in infermeria, quando pensavano che stessi dormendo. Davvero Scorpius non aveva ancora perdonato sua sorella? L'avevo perdonata io, che la odiavo a morte. Distrattamente, dissi a Marcus che sarei tornata subito, poi mi alzai e andai al tavolo di Scorpius.
Rose e Scorpius stavano conversando a bassa voce quando arrivai, ma si interruppero per sorridermi. "Hey, Astra," disse Rose coi boccoli rossi le rimbalzavano mentre girava la testa.
"Come va?" Scorpius chiese, un po' più all'erta. Aveva notato la determinazione nei miei occhi.
"Mi presteresti Scorpius per un minuti?" Chiesi a Rose, tirando il braccio di mio cugino. Rose sbatté gli occhi, poi fece spallucce. "Torniamo subito," dissi, sorridendo dolcemente.
Scorpius si accigliò ancora di più quando andammo in direzione della sorella. "Astra, non so a che gioco stai giocando, ma-"
"Chiudi il becco, Scorp."
Scorpius chiuse il becco.
Ci fermammo al tavolo di Ciara, proprio a fianco a lei. Lei rimase perplessa vedendoci, ma si alzò lentamente e mi seguì fuori. Scorpius lo dovetti praticamente trascinare.
"Si può sapere di che si tratta?" Scorpius brontolò quando ci fermammo all'imbocco di un vicolo di fianco al pub.
"Per favore, voi due dovete appianare le vostre divergenze," dissi, incrociando il braccio. "O quest'estate sarà anche peggio dell'anno scorso quando sono venuta io, e quella è stata una tortura."
Ciara era arrossita. "Non so cosa ti aspetti che faccia, Astra..."
"Oh, qui dipende tutto da Scorpius."
"Certo che sì." Anche lui incrociò le braccia.
"Scorpius Malfoy, tu e Ciara siete migliori amici da quando eravate minuscoli. Vi state comportando come abbiamo fatto io ed Albus, cioè da stupidi."
"Albus non ha lasciato che il suo amico usasse Sectumsempra su tua cugina, Astra."
"Dettaglio irrilevante. E poi, io l'ho perdonata, e ti ricordo che quella cugina sono io."
"Te l'ho detto, non conoscevo le sue intenzioni," Ciara disse a bassa voce.
Scorpius stava cedendo. Lo vidi nei suoi occhi, che si alternavano tra noi due ad una velocità sorprendente. Non mi aspettavo che ci sarebbe voluto molto, visto che erano sempre stati vicinissimi e che per questo motivo gli ultimi due mesi dovevano essere stati orribili.
"Non parlo con Nico Jasper da allora," Ciara continuò. "Non voglio averci mai più a che fare."
"Puoi odiare lui, Scorp. Non tua sorella."
Scorpius studiò Ciara per un momento. "Io... E' solo... Te l'ho sempre detto che era un poco di buono, Ciara."
"Lo so. Avrei dovuto ascoltarti."
Per un istante fece un sorriso. "E' tutto a posto. Io avrei dovuto ascoltare te riguardo al non tingermi i capelli di viola quando avevamo otto anni." Ciara sorrise, e i gemelli corsero ad abbracciarsi. Io sbattei gli occhi, chiedendomi come fosse venuta a Scorpius l'idea di tingersi i capelli di viola in primo luogo, ma lasciai perdere.
"Perfetto," dissi, battendo le mani e raddrizzando la schiena. "Il mio lavoro di consulente familiare è finito."
"Il tuo cosa?"
"Roba da babbani, suppongo." Sorrisi. "Ci vediamo, ragazzi." Tornai dentro al pub, dando tempo ai miei cugini di parlare in privato. Almeno quel problema era stato risolto.
Nel frattempo che tornai al tavolo, i miei amici avevano finito le loro Burrobirre. Nessun parlava, il che mi fece pensare che o c'era stata una grossa litigata o un silenzio imbarazzato per tutto il tempo, cosa che avrei saputo da Albus in entrambi i casi. Feci finta di nulla e tornai al mio posto. "I Malfoy vanno di nuovo d'accordo."
"Oh, bene. Rose era preoccupata," Wren disse, sorridendo.
"Mi sorprende che Elcie non abbia detto nulla," Albus rifletté.
"Forse non sapeva che era andata avanti così a lungo. Conoscendoli, Ciara e Scorpius molto probabilmente hanno fatto finta di nulla."
Da Mielandia era affollatissimo. Ci dividemmo, dirigendoci tutti verso i nostri dolci preferiti. Io e Wren ci trovammo vicine alla vetrina a guardare un'esposizione di bastoncini di zucchero cambia-colore che sembravano buonissimi, anche se non era Natale. Escludendo la strega che leggeva il retro di una confezione di Cioccorane qualche metro più in là, sembrò che avessimo trovato un angolino di pace nel caos del negozio.
"Pronta per gli esami?" Chiesi a Wren.
Lei annuì. "Ovviamente."
"Suppongo fosse inutile chiederlo, giusto? Dovevo aspettarmelo."
Wren sorrise. "Ho più ansia per Colette ed Albus che per me stessa."
Sbattei gli occhi. Albus me lo aspettavo, perché sulla scuola era come me. Ma Colette? "Perché lei?"
"Non studia le materie in cui non è interessata," Wren disse, guardandomi sorpresa. "Non hai visto i suoi voti in Cura delle Creature Magiche?"
Scossi la testa, accigliandomi. Avevo sempre dato per scontato che le persone intelligenti avessero sempre voti alti, e Colette lo era molto. In effetti, però, suppongo fosse 'intelligente' in un modo ben specifico.
La strega aveva posato la scatola di cioccorane e venne vicino a noi per vedere l'esposizione, quindi tirai via Wren. "Suppongo abbia senso. Ma a lei non importerà se avrà un voto basso, no?"
"Le importerà eccome se verrà bocciata," Wren disse, poi sorrise. "Ma non è messa così male."
"Non credo." Guardai l'esposizione. "Non ti sembra strano che vendano bastoncini di zucchero a Giugno?"
"Forse è una marca nuova," Wren suggerì, avvicinandosi alla vetrina per leggere l'etichetta. La strega si fece da parte per lei, guardandoci nel frattempo.
"Oh, che bei capelli che hai," commentò la strega con nonchalance. La sua voce, anche se molto roca, sembrava familiare; forse era un'impiegata all'ufficio postale.
Wren sbatté gli occhi, girandosi verso di lei. Quasi tutto il viso della strega era nascosto da uno scialle, ma si vedeva il suo sorriso gentile.
"Um, grazie," Wren balbettò.
"Somigli tantissimo ad una bambina che conoscevo un tempo," disse la strega, ed io gemetti interiormente. Perfetto. Ora questa donna avrebbe fatto tutta la nostalgica sulla sua ormai adulta figlia per le prossime ore. Sentii il tocco leggero di Wren sul mio braccio, ed io annuii leggermente, senza guardarla. Dovevamo andarcene da qui prima che quella donna iniziasse a parlare.
"La mia piccola mi ha abbandonata," la donna disse a bassa voce, alzando la mano fin quasi alla guancia di Wren, ma senza toccarla. "Mi ha abbandonata. Quest'estate."
La presa di Wren sul mio braccio si fece così stretta che quasi urlai. La guardai, e notai che era raggelata, quasi come quando aveva affrontato suo zio come Molliccio.
"Sai quanto è importante la famiglia?" la donna sussurrò. "Fanne tesoro." All'improvviso afferrò il braccio di Wren, e notai che era decisamente troppo giovane per avere una figlia adulta, e a quel punto riconobbi la voce.
"Non avresti dovuto scappare," Katreena sussurrò, avvicinandosi abbastanza a Wren e me che riuscii a vederle gli occhi da sotto lo scialle. "Sei una ragazza degenerata. Ogni momento che aspetti a tornare renderà la tua punizione di gran lunga peggiore quando tuo zio perderà la pazienza."
Wren provò a tirarsi indietro, ma la stretta della madre era troppo forte. Wren tirò il braccio di Wren verso di sé, strattonando la mia amica in avanti. "Ascoltami. Torna. Non voglio che ti venga fatto del male, figlia mia. Io e tuo padre ti amiamo. Non vogliamo che ti succeda nulla."
"E' una bugia," dissi col mio tono di voce normale, che sembrò fortissimo.
"Ah sì?" Vidi il suo ghigno. "E tu che ne sai dell'amore di una madre, Astra Lestrange?"
"Più di te."
Katreena fece un verso di disapprovazione. "Ti prego, tesoro. Vieni con me." La sua voce tremò leggermente, come se fosse davvero in pensiero per Wren.
Wren fece dei respiri, tremando come una foglia. Chiuse gli occhi, come per raccogliere le forze, e con voce molto più ferma di quanto la ritenevo capace disse, "Sta' alla larga da me."
Katreena indietreggiò, colpita nel profondo. Si guardò attorno. Nessuno si era accorto di niente, ma non sarebbe durato a lungo. Con un ghigno, si girò e scattò verso la porta. Nel frattempo che le corremmo dietro, si era tolta lo scialle e si stava preparando a Smaterializzarsi. Per un attimo la vidi farmi un occhiolino mentre spariva con un forte schiocco.
Sentii la campanella del negozio tintinnare dietro di noi e la voce preoccupata di Albus. "Cos'è successo? Perché siete corse fuori?"
Girai la testa per guardarlo. "Dobbiamo chiamare tuo padre."
~~~~
Ci fu una ricerca su larga scala in tutta Hogsmeade. Tutti gli studenti, loro malgrado, tornarono al castello, tranne Wren, Albus, e me. Il signor Potter ci fece sedere ai Tre Manici di Scopa sotto le attente premure di madama Rosmerta. Marcus voleva rimanere, ma il signor Potter lo mandò al castello. Fece rimanere Albus solo perché era amico di Wren, e le sarebbe servito avere amici attorno.
La ricerca fu inutile. Il signor Potter tornò, chiedendoci esattamente cos'era successo. Wren descrisse tutto con solo qualche intervento occasionale da me. Fui piacevolmente sorpresa da quanto sembrasse calma e composta.
"Non ha fatto nulla?" Chiese il signor Potter, accigliandosi. "Ha solo parlato?"
"Beh, mi ha preso il braccio," Wren disse. "Ma a parte quello nulla."
"Forse era lì solo per spaventare Wren," dissi, sospirando.
"Meno male che non ci è riuscita," Wren disse, sorridendo.
Albus ed io la guardammo sorpresi. "N-No?" Albus farfugliò.
"No. Cioè, ai tempi sì, ma... Non credo di avere ancora tanta paura." Wren fece spallucce.
Strinsi gli occhi. L'unico cambiamento avvenuto di recente era che aveva iniziato ad imparare l'Occlumanzia. Davvero le aveva dato tutta questa fiducia? Sbirciai furtivamente verso il signor Potter, chiedendomi se non fosse il caso di dirlo.
Anche lui si era accigliato. "Devo dirlo, Wren, sono sorpreso."
"Anche io," ammise lei, mentre un leggero sorriso le attraversava il volto.
Lui sbirciò verso di me. "Voi tre non state nascondendo nulla, vero?"
La mia reazione immediata fu di dire no, ma mi trattenni e sbirciai verso Wren. Lei scosse la testa con espressione neutrale. L'abilità per le bugie le era rimasta, dunque. A volte dimenticavo quanto era brava.
Il signor Potter ci scrutò un'altra volta, poi si alzò. "Va bene. Dirò a Macmillan di riaccompagnare voi tre al castello. Sei sicura di stare bene?"
Wren annuì. "Sì, signore."
Il signor Potter fece un sorriso quasi triste. "Bene. Se a voi due vengono in mente dettagli che avete dimenticato, venite da me. Per ora, sembra che dovrò organizzare altre pattuglie."
Quando se ne andrò, Albus si girò accigliato verso Wren. "Non hai più paura? Sul serio?"
Il suo sorriso sparì. "In realtà sono terrorizzata. Ma va bene così."
Sbattei gli occhi. "Cosa? Allora perché hai negato?"
"Non voglio che mia madre sappia che ha ancora effetto su di me. Di certo c'è una spia qui, qualcuno che ti ha messa nel torneo."
"Quella è Haverna," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Ne abbiamo già parlato."
Wren fece spallucce. "Comunque, non voglio che il signor Potter si preoccupi per me, oltre a tutto il resto."
"Papà vuole preoccuparsi per te," Albus disse, scuotendo la testa. "Non credo che tu lo abbia capito. Sei parte della famiglia ormai. Mamma e papà sono i tuoi tutori, Wren. Papà vorrebbe sapere se qualcosa ti spaventa, tanto quanto vorrebbe saperlo di me o di Lily o di James. Lui vuole essere sicuro che tu stia bene."
"E starò bene." Ci fece un sorriso, ma lo vidi tremolare. "Ho voi due, no?"
"Ma certo," dissi, mettendo un braccio attorno alle sue spalle quando ci alzammo. "Per sempre."
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Mentre tornavamo al castello, parecchi passi avanti a Macmillan, mi trovai a pensare se tutto ciò che avesse detto al signor Potter non fosse solo un trucco. Wren non ci stava nascondendo delle cose in un malaccorto tentativo di non farci preoccupare per lei, giusto? Sperai di no. Osservando la mia amica, non mi sembrava quello il caso. Aveva perso la sicurezza con cui aveva parlato al signor Potter. Si vedeva che incontrare sua madre l'aveva scossa.
"Quindi, Wren, perché vuoi imparare Occlumanzia, di preciso?" Albus chiese a voce bassa per non far sentire a Macmillan. "Stai bene?"
Wren guardò Albus, poi me. "Sono solo... Ho paura che succederà qualcosa. Con la terza prova e tutto... Ho paura da quando il Calice di Fuoco ha dato il tuo nome, Astra. Deve esserci un motivo se è accaduto."
Mi corrucciai. "Voglio dire... Forse... Ma credo di potermela cavare. Che c'è, pensi che il signor Potter gli permetterà di trasformare di nuovo la coppa in una Passaporta?"
Wren scosse la testa, senza ridere alla battuta. "Sono seria. Nessuno farebbe tutto questo per un semplice scherzo. Se ti volevano morta, allora saresti già morta. Quindi ho paura."
"Andrà bene, Wren," Albus disse allegro. "Sono certo che andrà tutto liscio. E se non sarà così, papà saprà gestirla, non credete? Andrà tutto bene."
Wren non rispose, e camminammo in silenzio per qualche minuto. Quando ci avvicinammo al castello, la mia amica alzò lo sguardo su di me. "Astra, sto imparando l'Occlumanzia perché non voglio essere il motivo per cui ti cattureranno."
"Perché mai dovresti essere tu il motivo per cui mi catturerebbero?" Chiesi, sbattendo gli occhi.
"Se mai dovessi essere costretta a tornare, non voglio che mio zio scopra da me qualcosa che possa portarlo a te."
Albus incrociò il mio sguardo da sopra la sua testa. Aveva un'espressione grave, e capii che lui era d'accordo. Francamente, lo ero anch'io. Per quanto odiassi ammetterlo, l'apparizione della madre di Wren dimostrava che non era perfettamente al sicuro. A Katreena sarebbe bastato trascinare Wren con sé, e la mia amica sarebbe sparita.
"Beh, allora..." dissi lentamente. "Spero non ti servirà mai."
"Anche io," sussurrò lei, annuendo.
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Arrivarono gli esami. Vagavo senza meta per i corridoi mentre gli altri studenti li facevano. Occasionalmente trovavo Faith in biblioteca, a leggere. Il castello era strano con i corridoi vuoti durante il giorno. Di notte li sopportavo. Di giorno, faceva un effetto quasi inquietante.
Lillie Collins fu la prima del quinto anno a scoppiare in lacrime durante i G.U.F.O. secondo James. Era Storia della Magia, quindi non la biasimai. Nelle due settimane successive da alcuni Tassorosso e Serpeverde con attacchi di panico e da un Corvonero che svenne prima ancora che venisse distribuito l'esame di Trasfigurazione. Marcus e James rimasero lucidi, per fortuna, ma smisi di provare a parlare con loro. Se non c'era un libro di fronte al loro naso, voleva dire che stavano dormendo.
Noi del quarto anno osservammo tutto questo con orrore. L'anno successivo sarebbe toccato a noi. Io non riuscii a preoccuparmi. Non ancora. Dovevo ancora finire quest'anno. Le parole di Wren mi avevano messo una certa ansia di finire il torneo. Non mi importava di vincere. Bastava che sopravvivessi alla prova senza incidenti, e tutto sarebbe andato alla grande.
L'unica cosa davvero interessante in quelle due settimane fu Fred che ottenne una punizione per aver fatto esplodere una cosa che si può descrivere solo come una specie di bomba da bagno gassosa nel bel mezzo dell'esame di Incantesimi del sesto anno. La chiamo così perché era proprio come una bomba da bagno, solo che agiva a contatto con l'aria invece che con l'acqua. Riempì l'aula di polvere blu brillante e scombussolò completamente l'esame. Fred ebbe una punizione, cosa di cui lo sentii lamentare in sala comune quella sera. Disse che aveva modificato qualcosa da una confezione di Merendine Marinare e che aveva intenzione di metterglielo nella colazione prima o poi.
E così i giorni passarono finché gli esami non finirono, quelli del quinto anno rimasero annientati fisicamente, mentalmente, ed emotivamente, e venne la vigilia dell'ultima prova. Più pronta di così non potevo essere. Se solo avessi saputo che sarebbe stato appena sufficiente.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
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