Capitolo 24 - Preparativi

"Aspetta, dillo di nuovo."

Ripetei l'indizio mentre Colette si affrettava a scriverlo. Meno male che ero brava a memorizzare le cose in fretta, perché mi ero scordata di portare un altro foglio di carta con me sulla Torre di Astronomia la notte prima. Ora eravamo nella Stanza delle Necessità, sperando di avere un po' di privacy.

Colette, ovviamente, insistette sullo scriverlo, dichiarando che sarebbe stato più semplice decifrarlo avendolo a vista. Secondo me era totalmente inutile. Avevo capito cosa diceva l'indizio, ma il suo significato rimaneva un mistero, e guardarlo avrebbe aiutato tanto quanto studiare la teoria di un incantesimo invece che provarlo.

"Tu ne capisci di poesia?" Colette chiese, dopo aver fissato le parole per più o meno un minuto.

"No. E tu?"

"Non molti incantesimi si scrivono in forma di poesie, Astra."

"Oh. Quindi è un no?"

Colette alzò gli occhi al cielo, poi si guardò intorno. "Allora chi conosciamo che ne capisce qualcosa? Perché questa mi sembra tanto una poesia."

"Um..." Sorprendentemente, Non avevo avuto molte conversazioni a tema poesia con i miei compagni. Di solito parlavamo di cose più importanti, come il Quidditch e le lezioni e ogni cosa che non avesse a che fare con vecchi libri polverosi pieni di versi.

"Va bene," Colette sussurrò. "Forse Wren, Albus e James sapranno aiutarci."

"Non Albus," dissi, incrociando le braccia.

"Va bene. Solo Wren e James, se vuoi continuare a fare la bambina." Colette alzò gli occhi al cielo. "Datti una regolata."

"Dattela tu," fu la mia sagace replica. Colette borbottò qualcosa sull'essere circondata da idioti, poi andò alla ricerca di Wren e James mentre io rimasi seduta a fissare l'indizio.

Nel calore del giorno, il caldo aumenta.

Acqua, vita, più preziosa, più sprecata.

Trova i tuoi tesori ed esci in vita,

O in neri resti sarai demolita.

Nel calore del giorno? Era Marzo. Faceva ancora freddo. Forse era solo una 'licenza poetica'. E il caldo aumenta? Al massimo le giornate diventavano più fredde a Marzo. C'era ancora la neve a terra.

Prima che tirassi l'indizio nel camino per la frustrazione, Colette tornò, seguita dai miei due amici. Wren si sedette vicino a me, prese l'indizio, e iniziò a leggerlo rapidamente ad alta voce.

"Neri resti?" James chiese. "Significa... Significa che morirai?"

"Considerando che subito prima dice 'esci in vita', direi proprio di sì," Colette disse sarcastica.

"Il tuo atteggiamento non aiuta," James disse indignato.

"Cosa può significare 'trova i tuoi tesori'?" Wren si chiese.

"Forse prenderanno qualcosa di tuo," James suggerì. "Quando toccò a papà, nascosero zio Ron nel lago. Papà dovette salvarlo."

"Non penso che lo faranno adesso," dissi, accigliandomi. "Fare del 'tesoro' una persona?"

"Non lo so." Si sporse sulla spalla di Wren per vedere meglio l'indizio. "Un attimo, se l'acqua è 'più preziosa', perché è 'più sprecata'?"

Mi accigliai. "Mi sembra ridicolo..."

"Forse puntano sul fatto che siate maldestri," Colette disse facendo spallucce. "Ma sarebbe un po' contraddittorio."

"A meno che..." Wren lasciò la frase in sospeso, corrucciandosi per la concentrazione. Scambiai uno sguardo con James e Colette, che sembravano confusi quanto me. Evidentemente Wren aveva notato qualcosa che a noi era sfuggito.

"Dite che parla di un incendio?" Wren chiese  dopo parecchi momenti di silenzio. "Voglio dire, in un incendio, l'acqua è preziosissima, ma la sprechi per spegnere il fuoco. Questo spiega anche il primo rigo. E anche l'ultimo: se non ne esci viva, rimarranno solo resti neri."

Fissai lei, poi Colette e James, mentre un sorriso mi nasceva in volto. "Sei un genio, Wren!" Esclamai, saltando in piedi e abbracciandola. "Un genio assoluto!"

Le guance di Wren avevano preso fuoco. "Beh, dai, non era così difficile..."

"Sì, certo," James disse, sorridendo. "Non ci saremmo mai arrivati, o almeno ci avremmo messo delle ore.

"Quindi, si tratta di un incendio," Colette disse, annuendo. "E suppongo che Astra dovrà trovare qualcosa di suo."

"A quanto pare."

"Esistono incantesimi per sopravvivere al fuoco?" James chiese. "Non ne ho mai sentito parlare, e ti aspetti che una cosa del genere te la facciano studiare ai G.U.F.O."

"Ho sentito parlare di un paio molto complicati," Colette disse, accigliandosi. "Non ho fatto molte ricerche al riguardo. Mai avuta la necessità di sopravvivere ad un incendio."

"Non potresti crearne uno?" Chiesi speranzosa. Conoscevo Aguamenti, ovviamente, ma se dovevo affrontare un incendio, sicuramente mi ci sarebbe voluto molto di più per spegnerlo. Forse sarebbe stato magico. Forse avrei potuto usare la magia per spegnere le braci direttamente di fronte a me, ma ciò non mi avrebbe evitato una scottatura. Non mi andava di bruciarmi tutta la pelle.

"Creare un incantesimo simile richiederà molto più di una settimana," Colette disse, sospirando. "Posso provarci, ma secondo me è meglio provare a cercarne uno simile. O magari qualcosa di completamente diverso."

"Di certo non ti lasceranno a morire," disse James, sbirciando il foglietto di carta a disagio. "Cioé, se non ce la farai, sono certo che verranno a salvarti."

"Non ci scommetterei," risposi, provando a non immaginare cosa sarebbe successo se non lo avessero fatto.

"In biblioteca, allora?" Wren chiese dopo un paio di minuti di silenzio. Noialtri annuimmo, e andammo in gruppo in biblioteca.

Esattamente sei giorni passarono senza alcun risultato eccetto un sacco di stress in più per noi quattro. Anche Marcus aiutava quanto poteva, ma sua madre aveva messo bene in chiaro in una lettera che doveva pensare ad avere voti alti soprattutto quest'anno. James non si faceva simili scrupoli, e lasciò perdere i suoi compiti e passò quasi tutto il tempo ad aiutarci.

I miei sogni erano pieni di fiamme ed urla, e quasi rinunciai a dormire. Anche gli incubi di Wren erano più frequenti - un altro effetto collaterale dello stress. Spesso mi svegliavo e la trovavo urlare o piangere. Un paio di notti dormii addirittura nel suo letto, dopo essere riuscita a calmarla.

Cosa sconvolgente, James stava studiando per davvero. In qualunque momento lo trovavi col naso seppellito in qualche libro per incantesimi, e pensavo che suo padre sarebbe stato molto fiero se lo avesse saputo. Tuttavia, fu tutto invano, perché non trovò nulla. Nemmeno Colette o Wren, nelle loro ore di ricerca. Io saltavo le lezioni per cercare nei manuali di incantesimi della biblioteca, ma ogni incantesimo, maledizione, o addirittura pozione che aveva a che fare col fuoco o lo creava o causava una sensazione di scottatura o ne guariva una o causava esplosioni. Nulla di tutto ciò era minimamente d'aiuto. Cercai anche forme più potenti di Aguamenti, ma erano tutte così potenti che i libri riportavano un'avvertenza: il getto era abbastanza forte da buttare a terra un mago adulto. Io non ero né adulta né un mago, e non ci tenevo a provare la versione più potente in un inferno di fuoco dove essere lanciata all'indietro poteva voler dire cadere in mezzo alle fiamme.

Lo stress si faceva sentire per tutti. Colette addirittura rispose male alla professoressa Patil, che tolse dieci punti a Grifondoro e la mandò fuori dalla classe. James urlò contro le gemelle a pranzo, che erano venute solo a salutare (anche se si erano effettivamente messe a ridacchiare e avevano detto qualcosa in francese). Quasi mi misi a piangere ad Incantesimi quando Haverna fece il suo classico discorso da "Che razza di vanitosa affamata di attenzioni che sei" (e non perché non potevo sopportare il discorso). Wren era tornata ad essere chiusa come all'inizio dell'anno.

L'ultima cosa era quella che mi preoccupava di più, in effetti. Chi se ne frega di morire bruciata o no, se tutto questo avrebbe fatto tornare Wren alle stesse condizioni in cui era stata in vacanza, non le avrei permesso di stressarsi così. Il pomeriggio prima della prova, decisi di dirglielo.

Alzai lo sguardo dal libro di incantesimi che stavo leggendo. Wren era quasi nascosta dalla pila di fronte a sé (e Colette era andata a prenderne ancora altri), ma mi alzai e feci il giro così da essere di fronte a lei. Aveva delle brutte occhiaie, testimoni delle notte insonni che sapevo stava passando.

"Wren, puoi prenderti una pausa se serve," sussurrai.

"Sto bene," disse in automatico, mentre leggeva ancora l'indice del libro.

"No, non stai bene. Non dormi da tre giorni."

"Nemmeno tu, in caso non lo avessi notato," Wren disse, alzando lo sguardo su di me. Quando vide la mia espressione preoccupata, scosse la testa. "Sto bene."

"Per favore, riposati."

"No, va tutto bene," Wren disse. "Voi state ancora lavorando. Perché io non dovrei?"

Ora stava sentendo anche James, dall'altro lato. Ci guardammo, incastrati. Perché non sei forte quando noi, volevo dire. Possiamo sopportare stress e stanchezza meglio di te. Ma non potevo certo dire una cosa del genere. Potevo mettere in mezzo i suoi incubi come prova che doveva riposarsi, ma lei li avrebbe liquidati come cose da poco.

"Perché ne hai bisogno," James disse dopo un minuto. "Io sono abituato a non dormire per finire i compiti quest'anno, Colette sta sempre a studiare qualcosa, e Astra è campionessa. Ma tu dovresti riposarti."

Wren sospirò, poi chiuse il libro e si alzò, facendo stridere la sedia sul pavimento. "No. Lasciate perdere. Per favore."

"Wren, sei sotto stress," dissi, mettendole una mano sulla spalla. "Ti serve solo una bella dormita tranquilla."

Wren mi guardò. "Non... Non credo che sia possibile."

"Io dico di sì," dissi, sentendomi incoraggiata. "Provaci. Secondo me non avrai incubi..."

Wren non rispose per qualche attimo. Non capii se stesse radunando i pensieri per poter replicare, o se stesse riflettendo sulla situazione per poi accettare, ma sperai che fosse la seconda.

Alla fine, sospirò. "Astra, io... Io penso che... A volte... Forse me li merito. Gli incubi. Dopotutto, è colpa mia se è successo tutto questo."

"Wren, no, non è colpa tua," dissi con fermezza, pensando che avevo già ripetuto quelle parole centinaia di volte. Perché non riusciva a capirlo?"

"Invece ," Wren disse, sguardo fisso a terra. "E' colpa mia. Lo sai tu, e lo sa James. Lo sanno tutti.

"Wren, per favore smettila di dirlo," James disse in tono frustrato. Si era alzato anche lui, ma sembrava riluttante ad avvicinarsi, come per paura che Wren si allontanasse.

"Non capite," disse lei, guardandoci entrambi.

"No, Wren, ti capiamo-"

"No! Non sapete cosa vuol dire torturare i vostri amici. Non sapete cosa vuol dire fare del male a qualcuno. Voi..." Singhiozzò. "Non sapete cosa significa uccidere. I-io ho fatto cose terribili, cose con cui non riesco a convivere. Non riesco a convivere con me stessa! V-voi non capite!"

Ormai stava piangendo, e James era al suo fianco, con un braccio attorno alle sue spalle. Io rimasi a bocca aperta, non riuscivo a muovermi. Far del male alle persone. Uccidere. Ma non era stata lei. Non lo aveva fatto di sua volontà. Ma per la prima volta, capii che questo per lei non faceva alcuna differenza. Comunque lo aveva fatto. Aveva... Aveva ucciso qualcuno. Non riuscivo nemmeno ad immaginare.

"Va tutto bene," James stava sussurrando. "Shhhh. Va tutto bene. Sei al sicuro." Ora Wren respirava in modo più regolare, e dopo un minuto, James si allontanò mentre lei si risiedeva lentamente.

Mi inginocchiai di fronte a lei per incontrare il suo sguardo, rivolto a terra. "Wren, mi dispiace così tanto. Non ne avevo idea."

"Non voglio parlarne," sussurrò lei, evitando il mio sguardo.

"Va bene così." Provai a sorridere, ma non riuscii. "Lascia che parli io allora. Io non capisco. Non sapevo di cosa stavo parlando, giusto? Non lo capirò mai. Ma so che la persona seduta di fronte a me non farebbe mai del male a nessuno. Ed è questo che importa, giusto? Non cosa è successo in passato, ma chi sei ora. Sei la mia migliore amica. Non importa ciò che hai fatto, io ti voglio bene."

Wren sorrise leggermente, poi mi abbracciò. "Grazie..."

Non dissi nulla, mi limitai a ricambiare l'abbraccio. Ancora non sapevo come evitare di finire carbonizzata, ma questo era mille volte meglio. Non lo avrei scambiato con tutta la sicurezza del mondo.

~~~~

Quella notte, Lucy venne a dire a Wren che il signor Potter voleva vederla. Immaginai che James gli aveva raccontato ciò che era avvenuto. Conoscendo il signor Potter, avrebbe fatto i salti mortali per assicurarsi che Wren si sentisse al sicuro e a suo agio. Forse sarebbe riuscito a parlarle, addirittura. Me lo avrebbe detto lei quando ci saremmo viste, forse al mattino, o dopo la prova. Per il momento, dovevo concentrarmi.

Mi ero appena rassegnata all'idea di morire giovane. Stavo scrivendo mentalmente il mio testamento (in cui lasciavo la mia scopa ad Albus (nonostante la sua cretinaggine), la mia civetta a Lily, e i miei libri a Wren, più inclusa una richiesta per Teddy e Victoire di chiamare uno dei loro futuri figli in mio onore) quando Elcie mi raggiunse di corsa.

"Astra, c'è Faith Lindsey fuori al ritratto. Dice che è urgente."

Mi accigliai. Che accidenti voleva Faith? Dopo aver ringraziato, Elcie, andai di corsa al ritratto.

Faith era nel corridoio, un bel po' a disagio. Prima ancora che potessi dire ciao, disse, "Ti prego, dimmi che hai scoperto l'indizio!"

Annuii. "Una settimana fa, ma sì."

"Meno male. Non mi pare di averne mai sentito parlare prima del sesto anno, quando studiammo la storia della magia in Africa, quindi mi sono preoccupata." Si prese un momento per respirare. "Stai avendo problemi a capire come rimanere viva?"

"Beh... In effetti sì," ammisi. "Giusto un pochino."

Faith controllò tutto il corridoio vuoto, come per scongiurare la presenza di spie. "Ho sentito che sei una che impara in fretta, Lestrange. Spero che sia vero. C'è questo incantesimo che si impara al settimo anno. Se fanno domande, dì che hai visto un Grifondoro più grande allenarsi, chiaro?"

Annuii, intrigata. Faith mi stava aiutando. Okay, le avevo detto dei Dissennatori, ma mai mi sarei aspettata che una Serpeverde ricambiasse un favore. Evidentemente mi sbagliavo.

Faith mi fece tenere una mano in alto, la chiuse a coppa, e vi accese dentro una minuscola fiammella innocua. "Fumarenam," disse a bassa voce, e la lingua di fuoco si sciolse in un mucchietto di sabbia.

"Wow," Sussurrai. "Fantastico!"

"E io non ne so niente," Faith disse, sbirciando dietro di se. "Buona fortuna, Astra."

"Anche a te." Lei si girò per andarsene, e io mi ricordai delle regole dell'educazione. "Grazie!" Faith si limitò a farmi un rapido sorriso guardandosi indietro, poi corse via.

Corsi di nuovo in sala comune, quasi facendo strike con un gruppetto di primini in piedi vicino al ritratto. Colette e James erano rimasti al tavolino nell'angolo di prima, ma all'improvviso la pila di libri sembrava molto meno deprimente. "Ragazzi! Ho un incantesimo!"

James quasi saltò in piedi, ma Colette si accigliò solamente. "Come? Quale incantesimo?"

Puntai la bacchetta alla candela appoggiata su una delle pile di libri. "Fumarenam." La fiammella divenne sabbia che cadde lungo i fianchi della candela e aderì alla cela calda.

Colette sgranò gli occhi. "Non lo avevo mai visto questo! Trasforma il fuoco in sabbia?" Si accigliò verso la sabbia, poi verso il cerino fumante della candela. Lo riaccese, poi alzò la bacchetta. "Mi chiedo se... Fumarenaris."

Il fuoco sembrò sparire.

"Questo cosa ha fatto?" James chiese. "Almeno con quell'altro ottieni sabbia. Può calciarla sul resto del fuoco.

"Vero, ma avrebbe comunque il problema del fuoco. In questo modo, non sarà un problema." Colette sorrise. "Il fuoco diventa aria pulita.

Fu il mio turno di sgranare gli occhi. "Ma è perfetto!"

"Lo so," Colette disse, annuendo. "Speriamo che funzioni su fiamme più grandi..."

"Provalo col camino," James suggerì.

"No! Si arrabbieranno tutti!"

"Va bene, faccio io," disse lui, facendo spallucce. Senza attendere le nostre proteste, James si alzò e andò verso il grosso camino. Vi puntò contro la bacchetta, e vidi le sue labbra muoversi mentre sussurrava l'incantesimo. All'improvviso la stanza piombò nella semi-oscurità quando il fuoco sparì. Molti primini urlarono. Il fuoco riapparve subito, ma James ricevette parecchie occhiatacce rabbiose mentre tornava, tutto sorridente, verso il nostro tavolo. "Funziona!"

Colette alzò gli occhi al cielo. "Imbecille."

"Beh, non è che potevamo appiccare il fuoco al tavolo," James disse, indicando le pile di libri che celavano il tavolino. "Era l'unico modo.

Passai il resto della notte a perfezionare l'incantesimo. Quando andai a letto ero così stanca che dormii per tutta la notte, senza svegliarmi mezza volta.




Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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