Capitolo 22 - L'appuntamento di San Valentino

Gennaio divenne Febbraio, e il mio umore era costantemente in calo. Albus sembrava non volevmi parlare mai più, e forse era in parte colpa mia, ma mi aggrappavo ad ogni grammo di amarezza che avevo e pensavo che se voleva rovinare la nostra amicizia, lo avrei lasciato fare. Wren passava più tempo con Rose che con ciascuno di noi, e sapevo che era perché odiava rimanere neutrale e amichevole con entrambi, ma iniziai a portare rancore anche verso di loro, come se Wren cercasse di rimpiazzarmi. Colette, ovviamente, era la stessa di sempre, e questo non aiutava.

Ora non avevo nemmeno gli allenamenti di Quidditch per distrarmi. Uscivo comunque a volare, perché era rilassante dopo una giornata particolarmente tetra. Marcus veniva a guardarmi a volte, ma quando gli offrivo di fare un giro, dichiarava di essere una schiappa su una scopa e che preferiva rimanere a terra.

San Valentino si avvicinava, mi accorsi, e c'era una gita ad Hogsmeade programmata per quel giorno. L'occasione perfetta per non pensare a nulla. Forse sarei riuscita anche a rimanere in quello stato mentale.

A San Valentino, Hogsmeade era innevata e pittoresca più che mai. Fece sparire perfino il mio solito malumore. Non è possibile rimanere giù di corda quando sei fuori dalla scuola, circondata da amici. Anche se, ovviamente, Marcus ed io ci staccammo da loro quasi subito.

"Allora, qual è il piano?" Chiesi mentre passeggiavamo per la via principale insieme. Era il nostro primo appuntamento ufficiale, e mi sentivo un po' su di giri.

Marcus sorrise. "In realtà non lo so. Ma so che a molte ragazze piace andare da Madame Piediburro, quindi se a te va..."

Non ero mai stata da Madama Piediburro, ma avevo visto innumerevoli coppie andare e venire. Quando James ci aveva portato Mackenzie, l'anno prima, e noi li avevamo salutati dalla finestra, avevo avuto l'impressione che la gente andasse lì solo per pomiciare. Non avevo alcuna intenzione di baciare qualcuno, e in questa situazione diventa piuttosto scomodo stare in mezzo ad un sacco di persone che vogliono baciarsi. Guardai Marcus incerta. "Beh... Cioè, non è proprio nelle mie corde, ma se a te fa piacere..."

Marcus sembrò sollevato. "Non se ne parla nemmeno. Francamente, quel posto lo odio. Ci sarei andato solo per te."

"Aw, che dolce," dissi, ridendo.

"In tal caso, che ne dici dei Tre Manici di Scopa?" Chiese lui, indicando l'affollato pub.

"Molto meglio." Marcus sorrise mentre ci incamminavamo.

Camminando, notai Albus, Colette, e Wren più avanti. Ovviamente sarebbero andati tutti insieme. Perché no? Rose era con Scorpius, senza dubbio. Mi sentivo ancora un po' esclusa, e fu difficile rimanere allegra. Marcus sembrò notarlo, e mi mise un braccio attorno alle spalle.

"Hey, forse Albus non è un amico adatto a te," suggerì lui. "Odio vederti così, e se è colpa sua..."

"Albus è il mio migliore amico," dissi con enfasi. "Solo perché sta facendo lo stupido non significa che non sia un buon amico per me."

Marcus annuì subito. "Ma certo, hai ragione. Scusami, non volevo insinuare nulla."

Sorrisi leggermente. "Tutto a posto. Solo, evitiamo di parlarne."

I miei tre amici entrarono nei Tre Manici di Scopa prima di noi, ma ignorai quel pensiero. Dovevo solo smetterla di pensare ad Albus per un po'. Sorrisi a Marcus, il quale sembrava stesse ignorando cattivi pensieri tutti suoi.

Mentre ci avvicinavamo alla porta, vidi Kirsten sul lato, con quello che sembrava un cellulare.

"Certo che andrà tutto bene. Guarirà. Non avere paura." Kirsten mi notò e sorrise leggermente mentre sentiva l'altro lato della conversazione. "Mamma starà bene, Klaus. Sì. Proprio qui." Salutai con la mano prima di entrare.

"Io ordino le Burrobirre, se vuoi prendere un tavolo," Marcus disse quando entrammo. Annuii e mi guardai intorno alla ricerca di un tavolo libero.

Gli unici due disponibili erano abbastanza vicini a dove si erano seduti i miei amici. Da un lato, sarebbe stato bello poter parlare con Wren o Colette in caso esaurissi gli argomenti con Marcus. Dall'altro lato, c'era Albus, e questo era ovviamente un problema. Non c'erano altri posti liberi, per sfortuna, quindi scelsi il tavolo leggermente più lontano e pregai che Marcus tornasse prima che mi notassero.

Marcus tornò abbastanza in fretta, con due Burrobirre in mano. Si sedette vicino a me e me ne diede una. "Bello prendersi una pausa, non credi?" Disse, appoggiandosi all'indietro sullo schienale.

"Sì, suppongo." Sbirciai verso Albus con la coda dell'occhio. Da come mi sentivo, non stavo prendendo una pausa da un bel niente, tranne forse dannarmi su quell'indizio.

Quandi guardai di nuovo Marcus, sembrava un po' preoccupato, ma sorrise in fretta. "Giusto. Beh, io mi sento come se studiassi da un'eternità, francamente."

"I G.U.F.O. sembrano uno spasso," scherzai, alzando gli occhi al cielo e cacciando via Albus dalla mia mente.

"Oh, certo," Marcus disse, ridendo. "Avere così tanti compiti da non riuscire nemmeno a scrivere a mia madre è bellissimo. Lo consiglio a tutti." Sorrise. "Non ti ho parlato molto della mia famiglia, giusto?"

Scossi la testa, e permisi a Marcus di parlare un po' di sua madre, che lavorava in un negozio a Diagon Alley, e a suo padre, che faceva l'editore alla Gazzetta del Profeta. Era figlio unico, ed era sempre stato un po' viziato, anche se non a me sembrava troppo snob o cose del genere. Erano una famiglia molto unita, e mentre ascoltavo quasi mi sentii gelosa. Amavo la mia famiglia, ma non ero cresciuta con loro. Ero stata con loro una sola estate, e comunque c'erano così tante cose che non sapevo. E poi c'erano i Potter, che per tanto tempo erano stati la cosa più vicina ad una vera famiglia. Non sapevo cosa pensava di me la signora Potter ormai; di certo Albus le aveva raccontato che razza di cretina ero...

E rieccoci, stavo di nuovo pensando ad Albus. Spinsi via quel pensiero e provai a concentrarmi su Marcus.

"Sai, ho scritto a mamma di te," stava dicendo lui. "Dice che sembri molto simpatica. Le piacerebbe incontrarti."

"Magari in estate?" Suggerii. "Così tu puoi incontrare Teddy e Victoire e zia Andromeda."

Marcus sorrise. "Mi piacerebbe. Teddy e Victoire sembravano piuttosto interessanti quando li vedevo ad Hogwarts."

"Lo erano, quando non pomiciavano," dissi. "A Toire piaceva anche urlarci contro quando perdevamo punti."

"Brava Caposcuola," disse lui, annuendo. "A proposito, vorresti provare a diventare prefetto l'anno prossimo?"

Quasi iniziai a ridere, immaginando che stesse scherzando. Per fortuna, notai il suo sguardo serissimo e riuscii a trattenermi. "Um... No... Non credo..."

"Oh, perché no?"

"Beh, probabilmente il posto andrà a Rose. O forse Wren o Colette. Francamente, sono la meno adatta nel nostro anno."

"Non è vero!" Marcus esclamò. "Non può essere!"

"Non sono proprio la persona più responsabile della scuola, se non lo avessi notato," puntualizzai.

"Suppongo tu abbia ragione... Però sarebbe stato figo essere prefetti insieme. Magari avremmo fatto le ronde insieme."

Non sapevo come rispondere (avrei preferito cadere nel Tartaro piuttosto che fare il prefetto), quindi cademmo in silenzio per un minuto. Osservai il pub. Haverna guardava male tutte le coppiette attorno a noi, e solo per farle un dispetto mi avvicinai a Marcus. Faith ed Étienne  erano abbracciati in un angolino e in qualche modo stavano avendo una conversazione molto animata. Sentii Albus e Wren ridere, e provai a convincermi di non essere un'esclusa.

Quando guardai di nuovo Marcus, capii che mi stava guardando. Sentii la sua mano sulla mia mentre si avvicinava.

Mi allontanai, spaventata, realizzando all'improvviso cosa stava succedendo. Marcus si accigliò, confuso, mentre anche lui si allontanava a disagio.

"Scusa, è che... Non sono nemmeno due mesi, capisci cosa voglio dire? Preferisco rallentare un po'..."

Marcus annuì rapidamente, arrossendo. "Giusto. Scusa. Dovevo chiedertelo. Mi dispiace..."

Ci fu un silenzio molto imbarazzato. Non mi sentivo molto a disagio, anche se forse avrei dovuto; non avevo intenzione di baciare nessuno, e ora Marcus lo sapeva. Fissai fuori dalla finestra, non sapendo cosa fare ora. 

Marcus sospirò. "Beh... Io adesso devo andare. Non volevo... Mi dispiace davvero. Ci vediamo stasera."

Si alzò e se ne andò. Prima che potessi fare qualcosa che fermarlo (non che fossi sicura di doverlo fare; non mi era mai capitata una situazione più imbarazzante), fui interrotta da una musica partita all'improvviso, e Luke e River saltarono su uno dei tavoli lunghi e iniziarono a ballare un tango. Per fortuna, sembrava che tutti quelli attorno lo sapessero in anticipo, e avevano tolto le Burrobirre dal tavolo.

Subito si formò una gran folla attorno a loro mentre Marcus sgattaiolava fuori, ed io cercai on lo sguardo Madama Rosmerta. Non le sarebbe piaciuto tutto ciò. La trovai dietro al bancone e scoprii di aver ragione. Sembrava piuttosto stizzita quando superò il bancone e andò verso il tavolo. Tuttavia, anche Luke la notò, e saltò giù per ballare il tango con lei, e River tirò su un altro ragazzo per ballare al posto di Luke. Ben presto, l'intero pub si riempì di risate e balli.

Non ero dell'umore adatto per risate e balli, quindi finii in fretta la Burrobirra e me ne andai. Non sapevo dove andare, perché i miei amici più cari erano tutti al bar, a godersi la giornata. Ma c'era anche Albus. Sentii una tale solitudine che quasi tornai indietro a scusarmi, ma venni fermata prima di averne l'occasione.

"Oh, Astra, ciao!" Mi girai e vidi Kirsten avvicinarsi, sorridente. "Come stai?"

"Bene," dissi in automatico. "E tu?" ricordai la conversazione che avevo sentito. "Tua madre sta bene?"

Kirsten sbatté gli occhi, poi sussultò. "Oh! Sì, quasi dimenticavo! Ha solo un... Come si dice, un freddo?"

"Un raffreddore?"

"Sì, quello. Mio fratello ha paura, ma starà bene."

"Ottimo. Non sapevo avessi un fratello," dissi."

"Molto piccolo. Solo dieci anni." Sorrise. "Devo andare. Ciao, Astra!"

La salutai mentre se ne andava, poi mi guardai intorno. Ancora non sapevo che fare, ma almeno non ero più di cattivo umore.  Anche se i miei migliori amici non erano un'opzione, avevo altri amici. Decisi di farmi un giro e di guardare i vari negozi.

Dopo un po', mi fermai davanti alla vetrina del Negozio di Animali di Pedolian, in cui c'era una mezza dozzina di gattini neri che giocavano. Guardai quei batuffolini picchiarsi con le loro minuscole zampette. Non dissi nulla quando Wren mi venne vicino.

"Ciao," disse piano. Non la stavo guardando, quindi non sapevo se lei guardava i gattini o me.

"Ciao. sei qui per dirmi che devo chiedere scusa?"

"No. Mi sembravi sola," Wren disse. "Va tutto bene?"

La guardai. Lei mi fissava di rimando. "Sì. Bene."

"Non mentire." Devo ammettere, era tutto abbastanza snervante. Wren si accigliò con una disapprovazione che non vedevo da tanto tempo. Prima che me ne accorgessi, tutta la storia di Marcus che tentava di baciarmi saltò fuori.

Wren ascoltò con empatia. "Mi dispiace..."

"Sto bene, davvero. Mi sento solo imbarazzata." Sospirai. "Non pensi che l'imbarazzo rimarrà, vero?"

"Probabilmente starà pensando la stessa cosa," Wren disse. "Dovresti andare a parlargli."

"Dai quel consiglio per tutto, eh?" Chiesi, sorridendo. "Prima Albus, ora lui?"

"Evidentemente è un buon consiglio," Wren disse, con un minuscolo sorriso in volto. "E se vuoi sapere la mia, dovresti seguirlo per entrambi. Per favore..."

"Non con Albus. Non nominarlo nemmeno." Wren sospirò, ma io scossi la testa. Io non sarei mai stata la prima a scusarmi. Lui aveva iniziato, quindi lui poteva anche finirla.

Wren sembrò sapere cosa pensavo. "Astra, questo non è il modo migliore di tenersi gli amici."

"Forse no. O forse Albus non è un amico adatto a me," suggerii, ripetendo le parole di Marcus. Non sapevo se ci credevo, ma volevo, se ciò mi avrebbe aiutato a non farmi venire gli sforzi di vomito per la vergogna e il risentimento e un mix di tante altre cose ogni volta che pensavo a lui.

Wren sbattè gli occhi, poi si accigliò. "In realtà, secondo me è proprio il tipo di amico di cui hai più bisogno. Chiunque vi abbia visti insieme può dirlo.

Scossi la testa. "Non capisci."

"Forse no. Non penso di volerlo." Prima che dicessi altro, Wren si girò e se ne andò. Sbirciai dietro di me e vidi Colette ed Albus dall'altro lato della strada che fingevano di essere immersi nella lettura di un giornale. Incrociai lo sguardo di Albus per un secondo, e subito lo distolsi. Prima ancora che Wren attraversasse la strada, corsi via, dicendo a me stessa che Albus non era un amico adatto a me, consapevole nel profondo che quella era la più grande bugia che avessi mai provato a dirmi.





Spigolo autore

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Alla prossima!

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