Capitolo 19 - Spionaggio e segreti

Lacy a malapena ci fece uscire dal dormitorio il giorno dopo. Dopo essere scesa a colazione e dopo aver aperto i regali di Natale con Albus, insistette a rimanere di sopra per lavorare, facendo solo una piccola pausa pranzo. E che lavoro che fece. Non so se avesse usato la magia o no, ma il prodotto finito era strabiliante. Quasi non mi riconobbi.

I miei capelli biondo sporco, solitamente piatti, erano impilati sulla mia testa, e non capii se era solo un effetto di luce, oppure se Lacy in qualche modo li avesse fatti scintillare. Il mio vestito era stupendo, e volteggiava quando facevo una piroetta (il che mi fece girare ancora di più, finché non persi l'equilibrio e cadi su Iris, e Lacy mi fece sedere, così da non rovinare il suo "capolavoro").

Non avrei mai pensato di essere così emozionata per un ballo, ma mentre Lacy spingeva a forza Colette su una sedia per sistemare i capelli anche a lei, sentii le farfalle nello stomaco. Mi piaceva ballare, grazie a Marcus. Non ritengo di essere il tipo di ragazza che pensa solo a ragazzi e vestiti e capelli, ma quel pomeriggio lo feci, e devo ammettere che fu divertente.

Lacy insistette che era meglio farsi attendere, e anche se non riuscì a impedire a Colette di sgusciare fuori dalla porta alle 6:30, molto prima dell'inizio del ballo, riuscì a trattenere tutte noi fino alle 7:55, tra risatine emozionate.

"Un po' mi dispiace di aver detto sì ad Henry," Lacy disse, sospirando e piombando sul suo letto. "Avrei dovuto aspettare; c'era un ragazzo di Beauxbatons che ieri sera continuava a sbirciare verso di me."

"Henry non è tanto male," Iris disse. "Okay, non sa ballare, ma almeno sa che non gli piaci, e non farà storie se vuoi ballare con altri."

"Facile dirlo per te," Lacy disse, riprendendosi. "Oh, devi raccontarci come va con Eric! Ovviamente, vi lascerò soli."

Iris sbatté gli occhi. "Um... Non penso che faremo nulla di strettamente privato..."

"Certo che no, avete quattordici anni," dissi, alzando gli occhi al cielo.

"Non intendevo quello! Intendevo conversazione e roba simile," Lacy disse, scuotendo la testa. "Quello sarebbe scandaloso."

"Possiamo andare ora?" Wren chiese. Guardava l'orologio, silenziosa come sempre. "Non voglio arrivare in ritardo..."

"Non possono iniziare senza Astra," Lacy disse tranquilla. "E poi, preferisci scendere ora e farti guardare da tutti, o essere in mezzo agli altri?"

"No," Wren disse. "Le persone mi fissano già abbastanza."

Lacy sbirciò verso di me. "Um... Direi che tra cinque minuti andrà bene."

E così scendemmo. La sala comune era vuota, ad eccezione dei più piccoli. Le ragazze ci guardarono con desiderio quando passammo. Catturai lo sguardo di Elcie e sorrisi, e lei ricambiò e mimò con la bocca, Non inciampare!

Gli studenti stavano già entrando in sala quando scendemmo le scale, ma Lacy fu accolta da parecchi sussulti e un sacco di sguardi. Strinsi la mano di Wren mentre scendevamo, e lei mi rivolse un debole sorriso.

"Astra, dove sei stata?" Il professor Paciock venne da noi appena scendemmo le scale. Sembrava a disagio, e mi chiesi per quale motivo avessero dato a lui l'incarico di raccogliere i campioni, come evidentemente era avvenuto.

"Mi dispiace, professore," dissi, sbirciando verso Lacy. "Siamo state trattenute..."

"Beh, almeno ora sei qui. I campioni devono aspettare lì mentre tutti gli altri entrano." Indicò verso le porte. Raccolti da un lato c'erano Étienne, Faith, Kirsten, e Matthew Hopkins, il Caposcuola.

Mi girai per salutare le mie amiche, ma Lacy ed Iris erano già svanite. Wren si era alzata sulle punte, cercando di vedere oltre la massa di gente. "Vedi Albus da qualche parte?"

"Eccomi qui," disse Albus mentre si faceva strada in mezzo a un gruppo di Tassorosso alla nostra destra. Ci sorrise. "Siete stupende, tutte e due."

Wren fece un largo sorriso e sbirciò verso di me, con uno sguardo che diceva che lei sapeva qualcosa che io non sapevo. Prima che potessi chiedere, Marcus apparve giusto dietro di me.

"Ah, eccoti qui." Sorrise. "Più bella che mai, aggiungerei."

Mi sentii arrossire, leggermente su di giri per qualche motivo. "Grazie..." Mi ci volle un secondo per riordinare i pensieri. "Um... Il professor Paciock ha detto che dobbiamo aspettare lì..."

Marcus annuì, e mi offrì il braccio. "Andiamo?"

Presi il suo braccio, sorridendo verso Wren ed Albus. "Ci vediamo dopo!" Per qualche motivo, i loro sorrisi non sembravano molto sinceri.

Ci unimmo agli altri campioni, e il professor Paciock finalmente tirò un sospiro di sollievo. "Ottimo, ottimo. Ora, dobbiamo solo aspettare che tutti gli altri si sistemino."

L'ingresso si svuotò in fretta. Vidi passare molti dei miei amici. River e Luke portavano in due una grossa borsa dall'aria pesantissima. River mimò con la bocca Musica verso di me, e si mise un dito sulle labbra. In un modo a me sconosciuto, Luke Castel e River Towning avevano intenzione di prendere il controllo dell'orchestra. Non sapevo come, ma volevano iniziare con la Macarena, e poi da lì avrebbero improvvisato, e per me era meglio farmi tutti i balli prima di quel momento.

Notai Pouri parlare con James e Ciara in un angolino lontano. Li fece tenere per mano (o almeno ci provò; ci vollero vari tentativi), poi gli lanciò una sorta di incantesimo. Alla fine li lasciò andare.

"Pouri ci ha messo un incantesimo addosso," James si lamentò mentre passava. "Non possiamo essere a più di tre metri di distanza l'uno dall'altra fino a che non finisce il ballo. Non è orribile?"

"Andiamo, Potter," Ciara disse, guardandolo come se volesse scioglierlo con lo sguardo. "È già abbastanza brutto andare con te, ci manca solo essere fissati da tutti quando entriamo."

"Troppo tardi," James disse, guardandola male di ritorno. Se ne andò comunque, però.

Mi guardai intorno. Per la prima volta notai che gli unici extra erano Marcus e Matthew Hopkins, che stava vicino a Kirsten e sembrava indeciso se sorridere per la sua fortuna o se avere paura di lei. Étienne e Faith sembravano essere soli. Mi avvicinai a Faith. "Ci vai con Étienne?"

Lei annuì, avvicinandosi, e in un sussurro cospiratorio disse, "La sua ragazza di Beauxbatons lo ha lasciato perché era gelosa, quindi lui ha pensato di trovare una che non lo sarebbe stata, hmm?" Lei fece un occhiolino, e non riuscii a non ridacchiare.

"È ora!" Annunciò finalmente il professor Paciock. "Mettetevi in fila e seguitemi."

Gli studenti applaudirono quando superammo le enormi porte della Sala Grande. Sembravamo dirigersi verso il tavolo circolare in fondo alla Sala, Dove Felicity Eastchurch, Roger Davies, e i presidi delle scuole erano già seduti. Mi guardai intorno e notai James, Ciara, Wren, ed Albus seduti con altri Grifondoro ad un tavolo vicino.

La Sala in sé toglieva il fiato. I muri erano coperti di brina argentea che brillava quasi quanto le stelle in alto. Ghirlande di edera e vischio erano appese al soffitto. I lunghi tavoli delle Case erano stati rimpiazzati da tavoli circolari più piccoli.

Marcus sorrideva a tutti, e un colpetto al fianco mi ricordò di fare lo stesso. Potevo ammirare la Sala anche da seduta, evitando di essere fissata da tutti mentre rimanevo a bocca aperta come una scema.

Finii seduta vicino a Pouri, e andava benissimo così. In questo modo non dovevo fingere di essere un'esperta su argomenti di cui forse non sapevo niente con dei completi sconosciuti. Quando mi sedetti, lui si avvicinò e disse, "Se dovesse succedere qualcosa con James e Ciara, potresti farmelo sapere, per cortesia?"

"Certo, professore," dissi, accigliandomi. "Pensa che possa succedere qualcosa?"

"Quando metti insieme due personalità come le loro, non si è mai troppo sicuri," disse lui, sorridendo. "E poi, hai una certa influenza su tutti e due."

"Non su Ciara," dissi scettica.

"Ne rimarresti sorpresa." Dopo quella risposta criptica, l'attenzione di Pouri fu attirata da Davies che chiedeva se il menu funzionasse allo stesso modo dell'ultimo Ballo del Ceppo che si era tenuto ad Hogwarts.

Guardai il mio piatto. C'era un menu, ma nessun cameriere in giro. Sbirciando verso Pouri, lo vidi sfogliare il menu e poi dire al suo piatto, "Bistecca, media cottura." Apparve all'istante. Guardai Marcus, che pareva sorpreso quanto me. Entrambi ci gettammo subito sul menu.

Quando ebbi scelto finalmente un piatto, prestai di nuovo ascolto alla conversazione. Il professor Eide stava chiedendo se ci fossero le cipolle nella zuppa, perché Kirsten non le digeriva e non voleva che succedesse qualcosa alla sua studentessa modello.

"Lei è la mia figlioccia, sa," disse lui. "Brava studentessa, abile con la bacchetta."

"Anche il mio Étienne è molto bravo," Madame Máxime disse subito, sorridendo in modo materno Étienne. "Mi ricorda mon frère quando era giovane."

"In formato ridotto, però," Marcus sussurrò, ed io dovetti far finta di essermi strozzata con le patate per non far capire a madame Maxime che ridevo di lei.

Faith ed Étienne ignoravano tutti, e stavano già conversando. "Beauxbatons, non è così. Abbiamo statue di ghiascio a Natale in sala da pranso, e non fa così freddo. Qui ad Hogwarts ho sempre freddo." 

"Nei sotterranei è peggio," Faith, disse, annuendo. "Fa così freddo che al primo anno chiedi a mia madre di mandarmi delle coperte in più per dormire. Ma è anche piacevole, quando fa freddo dappertutto, ma la sala comune è bella calda."

"Noi non abbiamo 'sale comuni' come voi qui. Ogni hanno ha un dormitorio, e ragazzi e ragazze sono in... Come si disce? Ali separate?"

Kirsten stava bellamente ignorando il suo cavaliere, essendo molto più interessata alle conversazioni dei giudici. Io le trovavo noiose, un sacco di chiacchiere sulla cooperazione magica internazionale e Ministeri e roba simile. Invece di ascoltarli, mi girai verso Marcus.

"È fantastico..."

"Lo so," Marcus disse, fissando il soffitto. "Non credo di aver mai visto la Sala Grande così bella da... Beh, non credo di averla mai vista così bella."

"Nemmeno io." Sorrisi. "Se solo potessimo avere un ballo ogni anno."

Marcus ridacchiò. "Sarebbe fantastico. Le lezioni di mia madre servirebbero a qualcosa, no?"

"Almeno puoi goderti stasera," feci notare. "Prima che Luke e River prendano il controllo dell'orchestra."

"Vogliono farlo davvero?" Marcus sembrò sorpreso. "Pensavo fossero solo chiacchiere."

"Quei due non fanno mai chiacchiere," dissi seria.

Alla fine, il cibo sparì, e il professor Pouri si alzò, dopodiché chiese a tutti di fare lo stesso. Con un colpo di bacchetta, tutti i tavoli volarono verso i muri, creando un grosso spazio al centro per ballare. Una piattaforma rialzata venne eretta, e apparvero gli strumenti. Un'orchestra salì sul palco, e Marcus mi offrì il braccio. "I campioni aprono le danze. Andiamo?"

Insieme a Faith ed Étienne, e Kirsten e Matthew, andammo in mezzo alla pista. Le farfalle nel mio stomaco si scatenarono, e mi pentii di aver mangiato così tanto. E se fossi caduta? Non solo avrei fatto brutta figura io, l'avrei fatta fare anche a Marcus. Poi, l'orchestra iniziò a suonare e il nervosismo scivolò via.

Volteggiammo sulla pista, e quasi mi sembrò di non toccare terra. Danzammo per tre canzoni prima di fare una pausa, e mi sedetti ad un tavolo vicino dove Wren e Albus guardavano, mentre Marcus prendeva da bere.

"Ti diverti?" Wren chiese.

Annuii. "È meraviglioso!"

"Guardare gli altri è più divertente," Albus disse. "Per esempio, scommetto che non hai notato Henry Tinter inciampare sul piede di Lacy e cadere addosso a mio padre."

"Ti sei persa anche il ballo di James con Ciara. Sembrava che li stessero torturando..." Wren fece una smorfia per pietà. "Povero James."

"ben gli sta," dissi, facendo spallucce.

"Secondo Pouri non poteva scegliere una punizione migliore," Albus disse, sorridendo. "Nessun'altra cosa sarebbe stata tanto divertente."

"Ora dove sono?" Chiesi, osservando le coppie danzanti, sperando di vedere i due sfortunati tra di loro. "Non ditemi che hanno già finito?"

"Pouri li ha fatti ballare solo per tre canzoni," Wren disse.

"Dannazione."

Marcus ritornò in quel momento con due bicchieri in mano. "Heylà, bello rivedervi," disse a Wren ed Albus, passandomi un bicchiere." Piaciuta la cena?" Wren annuì, ma Albus sembrava perso nei propri pensieri. Forse stava cercando un modo per riportare James e Ciara sulla pista da ballo.

Per la successiva mezz'ora o giù di lì, Marcus ed io ballammo e ridemmo e parlammo. Tenni d'occhio River e Luke, che per il momento sembravano aspettare l'attimo giusto. Quando sarebbero passati all'azione, la mia serata di balli sarebbe finita, me lo sentivo.

Quando la Macarena partì in Sala Grande, fece tremare i muri. Come se non bastasse, molti nati babbani urlarono, "Evvai!" Quando riconobbero il ritmo e iniziarono a ballare. A malapena sentivo i miei pensieri mentre la musica veniva sparata a tutto volume e Marcus ed io ci facemmo strada verso un tavolo vicino alle porte.

"Vuoi andare a fare un giro?" Marcus urlò per sovrastare il rumore, quando divenne chiaro che River e Luke non avrebbero tolto la loro musica. Annuii e lo seguii. Superammo James e Ciara, che erano seduti vicini e guardavano in direzioni opposte. Wren e Albus uscirono dietro di noi, notai. Fuori faceva freschetto, e Marcus mi mise un braccio attorno alle spalle mentre passeggiavamo per il prato.

"Bella serata," disse lui dopo un minuto.

"Alzai un sopracciglio. "Sei fuori, da solo con una ragazza, e l'unica cosa che ti viene in mente è 'Bella serata'?"

Marcus sorrise. "Scusa. Ti è piaciuto il ballo?" 

"Il migliore a cui sia mai stata," dissi, con un sorrisetto in volto."

"Oh, haha, molto divertente," Marcus disse, alzando gli occhi al cielo. Sorrideva ancora, però. "Sul serio, ti è piaciuto?"

"È stato fantastico," dissi seria. "Sul serio, l'ho adorato. Anche la Macarena."

Marcus ridacchiò, poi fece un respiro profondo. "Senti, Astra, volevo chiederti-"

"Chiedimelo dopo." Avevo appena sentito qualcuno parlare, e si stava avvicinando. Normalmente non sarebbe stato un buon motivo per interrompere Marcus, ma quel qualcuno sembrava Haverna. Non sembrava che stesse rimproverando uno studente, quindi dovetti chiedermi cosa ci facesse fuori, quando poteva essere dentro a sorprendere coppie in atteggiamenti poco consoni. Anche se non aveva cattive intenzioni, si stava comunque avvicinando, e non volevo incrociarla.

Mettendomi un dito sulle labbra per indicare che dovevamo fare silenzio, tirai velocemente Marcus nei cespugli vicino a noi, mentre Haverna girò l'angolo con nientemeno che Pouri.

"-Ecco perché non può stare qui." Haverna si fermò proprio di fronte a noi. Avrei potuto allungarmi e toccarla. Trattenni il fiato, sperando che iniziasse a parlare in fretta. 

"Elaine, mi chiedo solo come mai hai un tale... risentimento verso Wren Predatel. So che tu ritieni che non dovrebbe stare a scuola, ma la sua innocenza è stata dimostrata," Pouri disse. Mi accigliai. Ovviamente, odiava Wren perché era una traditrice della sua causa.

Pouri sospirò. "Devi ricordarti che ti ho dato questo lavoro su raccomandazione di Sulcan. Non gioca molto a tuo favore."

"Non sono coinvolta in niente, se è questo che stai insinuando," Haverna disse freddamente. "Odio la Predatel perché non ha avuto ciò che meritava."

Avevo voglia di saltare fuori dal cespuglio e di difendere la mia amica, ma ebbi la sensazione che non sarebbe finita bene. Mentre cercavo di rimanere ferma, la mia mente viaggiava a velocità assurde. Cosa voleva dire Haverna esattamente quando ha detto che Wren "non aveva avuto ciò che meritava?" Che doveva essere punita per aver tradito la sua famiglia?

"Posso ricordarti, Brutus, che Sulcan ha provato svariate volte a iniziare conversazioni sulle Arti Oscure con me, ed io mi sono sempre rifiutata di parlarne," Haverna continuò.

"Presumibilmente, sì." Pouri si accigliò. "Comunque, non vedo perché suggerire te, se non ne avrebbe tratto alcun vantaggio."

"I farfugliamenti di un pazzo," disse Haverna, ricominciando a camminare, "Non dovrebbero essere esaminati per un ragionamento logico."

Appena furono fuori portata d'orecchio, uscii dal cespuglio. Marcus mi seguì, altamente confuso. Forse non aiutò che Wren ed Albus arrivarono qualche secondo dopo, con occhi sgranati tanto quanto dovevano esserlo i miei.

"Avete sentito tutto?" Chiesi, anche se sapevo già la risposta.

Albus annuì, guardando indietro nella direzione in cui se ne erano andati Pouri ed Haverna. "Sulcan l'ha raccomandata... Deve essere stata lei a mettere il tuo nome, allora."

"Aspettate, cosa?" Marcus chiese. "Intendete nel Cal-"

"Ma perché Pouri non fa niente?" Chiesi, scuotendo la testa. "Se sa che è grazie a Sulcan se lei ha avuto il lavoro, perché non ha preso provvedimenti?"

"Non è una prova sufficiente," Wren puntualizzò. "Non possiamo dimostrare che abbia fatto nulla di male."

"Almeno Pouri sospetta," aggiunse Albus "Siamo sulla pista giusta."

"Di cosa state parlando?" Marcus chiese. Gli avrei spiegato tutto, ma per sfortuna non c'era tempo in quel preciso istante.

"Dobbiamo trovare Colette e James." Iniziai a correre, con Wren ed Albus ed un allibito Marcus subito dietro.

Lasciate che vi dia un consiglio: se potete evitarlo in qualunque modo, non correte in un vestito da ballo. È la cosa più frustrante che farete mai, senza contare la paura costante di macchiarlo o di strapparlo o di qualcosa del genere, e poi la vostra prozia si infurierà perché avete rovinato il vestito.

Certo, probabilmente avrei potuto evitare di correre nel vestito. Una camminata rapida sarebbe stata sufficiente. Non c'era motivo di correre. Tuttavia, ero così sovra-eccitata per la notizia che camminare e basta mi avrebbe fatta impazzire. Tutto questo per dire che mi misi a correre, superando di volata un sacco di coppie e interrompendo le loro potenti sessioni di pomiciate. Superammo pure Kirsten Sorensen, che interruppe subito la conversazione con un ragazzo che non riconobbi, forse uno di Durmstrang, anche se non ricordavo di averlo mai visto.

Girai un angolo, e all'improvviso mi trovai qualcuno avanti e lo buttai a gambe all'aria.

"Oi! Astra, ma che-"

Era James. Albus mi aiutò subito a rimettermi in piedi mentre James si sedeva, massaggiandosi il retro del cranio e imprecando sottovoce. "Dov'è l'incendio?"

Mi controllai subito il vestito. Se lo avessi strappato... Per fortuna, sembrava a posto. Wren guardò dietro ed annuì. "Ottimo, è a posto..."

"Sì, certo, quel dannato vestito è a posto, ma al tuo amico non ci pensi?" James chiese. 

Lo ignorai, togliendomi dei capelli dalla faccia. "Lacy non ne sarà felice," Colette disse. A quanto pare era con James. Vidi una scocciatissima Ciara in piedi dietro di lei. Ovvio, James era riuscito a portarla fuori. "Hai rovinato il suo capolavoro."

"Ma insomma! Io sono ancora a terra!" James esclamò. "Credo di esser un po' più importante dei capelli di Astra!"

Marcus ed Albus lo guardarono dall'alto in basso e dissero allo stesso momento, "Io non credo proprio." Si guardarono l'un l'altro, sorpresi, ma Marcus sorrise e diede il cinque ad Albus. "Bella questa."

James sbuffò mentre Wren andava ad aiutarlo a rialzarsi. "Oh, sì, che genialata."

"Piuttosto, perché correvi?" Colette chiese. "Marcus non è stato un granché alla fine?"

"Direi che stava andando bene," Marcus disse indignato.

"No, è stato fantastico. Sentite, abbiamo origliato Pouri ed Haverna parlare e-"

"E possiamo aspettare finché Malfoy non se ne va," James disse ad alta voce, sovrastandomi. Ciara lo guardò male."

"Va bene, d'accordo," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Perché siete fuori?"

"Provavamo a scappare dalle gemelle. Sono arrabbiate con Malfoy, ovviamente, e sono arrabbiate per me. È una tortura."

"Volevano addirittura provare ad avvelenare Ciara," Colette ci informò. "Cioè, non so se intendessero sul serio, ma le ho sgridate, e loro si sono riprese. Prego, a proposito," disse a Ciara che alzò gli occhi al cielo.

Marcus aveva un'espressione terrorizzata in volto. "Loro... Cosa?"

"Calmati, probabilmente stavano solo scherzando," Colette disse, quasi esasperata. "Erano solo arrabbiate perché Ciara gli ha 'rubato il cavaliere'."

"Come se avessi voluto andare con loro," James disse, tremando. "Quasi preferisco te, Malfoy."

"Va' a quel paese."

Eravamo ancora raccolti in una curva delle siepi, e all'improvviso capii che forse stavamo disturbando un sacco di coppie che volevano un bel momento privato prima di essere scoperti dai professori. Ew.

"Fa un po' freddo..." Wren disse dopo un po'. "Possiamo tornare dentro?"

Ciara borbottò qualcosa tipo, "Congela pure," ma scelsi di ignorarla. "Sì... Buona idea." James diede a Wren il suo cappotto, e tornammo al castello.

Sbirciai verso mia cugina. "Quindi, i tuoi scagnozzi ti hanno lasciata da sola?"

Ciara mi guardò male. "A differenza di te, cuginetta cara, i miei amici hanno degli standard."

"Standard secondo cui stanno solo con altri idioti?" James suggerì subito.

"Le canaglie stanno con le canaglie," Colette ragionò. "Capisco che non si trovino bene con gente civile come noi."

"Ha senso che anche tu stia con loro," James continuò. Abbassò la voce, e non sentii cosa disse dopo. Wren sussultò, e mi girai e vidi che Ciara era impallidita, e stava per prendere la bacchetta.

"Cosa?" Mi ero fatta un'idea ben precisa delle sue parole, perché anche lui sbiancò quando mi vide guardarlo, ma volevo dargli il beneficio del dubbio.

"James, hai detto che non avresti..." Wren sussurrò con occhi sgranati."

Ciara ci guardò male tutti. "Ora capite perché non vi sopporto? Siete solo un branco di ipocriti. Astra, come fai a sopportarli? Se odiano la tua famiglia, prima o poi odieranno te."

"Non è vero," James disse sulla difensiva. "Astra, non volevo, mi è sfuggito, giuro."

"Lo stavi pensando, anche se non volevi dirlo," dissi, scuotendo la testa. "James, sul serio?"

"Io..."

Mi accigliai. "Chiedile scusa."

"Cosa? No."

"James..."

Guardò male Ciara, poi me, poi a terra. "Mi dispiace."

"Non dirlo mai più." Sbirciai verso Ciara, che mi fissava, ovviamente sorpresa. Appena mi notò guardarla, strinse gli occhi, ma io non ricambiai l'occhiataccia. La rivolsi invece a James, poi mi girai e me ne andai a testa alta. Marcus era rimasto così sorpreso che dovette correre per raggiungermi.

~~~~

Il ballo si stava calmando quando rientrammo. Luke e River avevano finito con la loro musica, sembrava, perché suonava una canzone delle Sorelle Stravagarie, e i balli erano passati da balli da sala ai tipici balli da liceo, esclusi gli atteggiamenti poco consoni (a causa dei professori). Molte coppie si erano già spostate in angoli appartati del castello e del prato, e molte se ne stavano andando quando entrammo. Notai le gemelle sedute con fare abbattuto attorno ad un tavolino in un angolo, ma si ripresero appena James rientrò. Sia lui che Ciara gemettero.

"Presto, Wren, balla," James disse, tirandola verso la pista, e trascinando con sé Ciara per la forza dell'incantesimo. lei rimase lì a guardarli sgarbatamente mentre James la ignorava completamente, facendo volteggiare Wren come se non avesse la più pallida idea di come ballare (perché non ce l'aveva) ma non gli importava. Ben presto, entrambi ridevano molto più di quanto ballavano.

Marcus ed io ci sedemmo ad un tavolo. Colette era andata a trattenere le gemelle, e Albus era sparito da qualche parte, quindi eravamo finalmente soli.

"Cos'era tutta quella storia della professoressa Haverna?" Marcus chiese a bassa voce.

Sospirai. "Beh..." Non sapevo se potevo dirglielo o no. I miei amici sarebbero stati d'accordo? Sfidando la sorte, gli feci un riassunto generale dei nostri sospetti.

"Oh. Oh, capisco..." Marcus si accigliò. "Immagino abbia senso... È terribile. Davvero è così cattiva con Wren?"

Annuii. "La odio."

"Capisco il perché." Marcus si accigliò. Rimanemmo in silenzio per un po' mentre pensavo a questo nuovo sviluppo.

"Wow. Questa serata non è andata affatto come immaginavo," Marcus chiese dopo un minuto.

"Che intendi?" Chiesi, concentrandomi di nuovo su di lui.

"Beh... Appena prima che arrivassero il professor Pouri e la professoressa Haverna, stavo per chiederti qualcosa."

"Sì?"

Lui si accigliò. "Okay. Mi chiedevo se, magari, ti andasse di... Se tu volessi... Sai... Se tu volessi andare da qualche parte con me?"

Sbattei gli occhi. "Mi stai chiedendo se voglio uscire con te? O se voglio mettermi con te?"

"Um... Tutte e due...?"

Lo fissai. Volevo mettermi insieme a Marcus Dillam? Riflettei sull'idea... Non sembrava poi tanto male, in effetti. Marcus mi piaceva un sacco, ora, in effetti. Romanticamente? Non ne ero del tutto sicura, ma avevo la sensazione che poteva piacermi in senso romantico. Un piccolo sorriso mi nacque in volto. "Volentieri."

"Davvero? Cioè, okay, magnifico!" Marcus mi fece un enorme sorriso, con gli occhi scuri che gli si illuminarono.

Prima che potessi dire altro, venni interrotta dalla Macarena che partì di nuovo (ma non così forte stavolta), e dalle imprecazioni a voce alta di qualche Purosangue infastidito. I nati babbani rimasti in Sala Grande smisero subito di fare ciò che stavano facendo e iniziarono a ballare, lasciando alcuni Purosangue e Mezzosangue allibiti, e altri pronti a partecipare, anche se non conoscevano bene la coreografia. James era uno di quei Mezzosangue; si inventò una propria versione della Macarena e provò a convincere Wren ad unirsi a lui. Sbirciai verso Marcus, alzando un sopracciglio. "Ti va di imparare?"

Lui scosse la testa, sorridendo. "Sicuro."

~~~~

In sala comune quella sera non riuscii a togliermi il sorriso dalla faccia mentre mi preparavo a dormire. Colette non se ne accorse o non gliene importava, non capii quale era delle due. Wren lo notò, ne ero sicura, ma non disse nulla. Ottimo, perché volevo dire cosa era successo a lei e ad Albus nello stesso momento. Dopotutto, erano i miei migliori amici. Lacy ed Iris non erano ancora salite, quindi nessuno mi chiese il perché del mio sorriso.

"Quindi, Colette, com'è andata col tuo cavaliere?" La presi in giro quando il silenzio mi sembrò troppo pesante. "Sai, in effetti non mi pare di avervi visto molto insieme..."

Colette fece spallucce. "Beh, lui voleva ballare, e io non volevo ballare, quindi l'ho presentato a Lacy e loro si sono messi a ballare. A quanto sembra, è molto più bravo di Henry Tinter."

"Sono abbastanza sicura che chiunque sarebbe più bravo di Henry Tinter," Wren disse, scuotendo la testa.

Mi accigliai. "Hai permesso a Lacy di rubarti il compagno?"

"Perché no?" Colette fece spallucce. "A lei interessa più di me."

La fissai. Va bene, aveva solo quattordici anni, ma a quasi tutte le ragazze piacevano i ragazzi e i balli, a quest'età. "Ti... Ti piacciono i ragazzi, sì?"

"Beh, le ragazze non mi piacciono, se era quello che volevi dire," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Non mi piace nessuno al momento."

Ripensai alla mia serata. A quel punto, avevo davvero iniziato a provare qualcosa per Marcus, in effetti. Si era reso completamente ridicolo insieme a me ballando la Macarena, ed è difficile non apprezzare qualcuno disposto a farlo per te. Mi sembrava strano che qualcuno potesse non provarlo mai. Nemmeno una cottarella. Leggermente distratta, chiesi, "Perché no?"

"Forse perché non voglio rimanere bloccata in una relazione?" Colette disse con tono infastidito.

"Cosa?" La guardai, ritornando al presente. "Non vuoi rimanere 'bloccata'?"

Colette mi guardò male. "Non voglio mai avere una relazione, o sposarmi, niente del genere. Non voglio fare la fine dei miei genitori, va bene? Non posso farlo ad un bambino. Lascia stare."

Stordita, aprii la bocca, ma non trovai le parole. Apparentemente soddisfatta, Colette si mise nel suo letto a pancia in giù, girando la testa dall'altro lato. Mi infilai lentamente nel mio, di letto. Non ci avevo mai pensato. Avevo avuto dei pessimi modelli di comportamento, ovvio, ma nulla a confronto con la famiglia di Colette, da quel poco che ne sapevo. Sua madre l'aveva mandata a Beauxbatons praticamente solo per liberarsi di lei. Non riuscivo a immaginare come fossero stati i primi dodici anni della sua vita. Pensavo che vivere con genitori adottivi che mi odiavano fosse terribile. Non potevo nemmeno immaginare la mia stessa madre che mi odiava a tal punto da mandarmi via in quel modo, per poi non rivedermi mai più. All'improvviso, l'opinione di Colette sulle relazioni acquistò molto più senso, e mi dispiacque non averlo capito prima.









Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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