Capitolo 18 - Prima di ballare

La mattina dopo, James decise che il giorno del Ballo del Ceppo si sarebbe sentito male con una delle Merendine Marinare di Fred, ed era di umore decisamente migliore a colazione. Certo, avevo la sensazione che Pouri non ci sarebbe cascato, ma non glielo dissi. Non c'era motivo di rovinargli il buon umore.

"Dite che dovrei provare a convincere anche lei ad ammalarsi?" James chiese. "Così Pouri non potrà nemmeno mettere in mezzo la storia del 'Devi andarci per non deludere la tua compagna'."

"Dirà di no, anche se è una buona idea," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Ciara fa la testarda per principio, non per un vero motivo."

"E poi, Pouri si insospettirebbe se tutti e due vi ammalaste allo stesso momento," Albus fece notare.

James sospirò. "Hai ragione. Mi sa che mi resta solo da scegliere di quale malattia ammalarmi. Stavo pensando-"

James non riuscì mai a finire. Fu interrotto da un sussulto collettivo della sala. La posta era arrivata, e fin qui tutto normale, ma stamattina, quando alzai lo sguardo, vidi una lettera scarlatta tra le altre.

"Qualcuno ha ricevuto una Strillettera..." Albus disse, guardandola percorrere la sala.

Il gufo che la portava scese verso il tavolo di Grifondoro, e James gemette. "No, mamma..."

L'uccello posò elegantemente la lettera in grembo a James. La Sala Grande era muta, tranne che l'occasionale risatina o sussurro. James fissò la lettera con disgusto. "Dite che posso ignorarla?" Chiese lui, prendendola rassegnato.

"Certo, se vuoi che ti esploda in faccia."

La Strillettera iniziò a emettere fumo, e James fece un respiro profondo prima di aprirla.

"JAMES SIRIUS POTTER!" Tuonò la Strillettera con la voce di sua madre, talmente amplificata che i piatti e i bicchieri tremarono. Mi coprii subito le orecchie, ma non aiutò molto.

"-DOVUTO ESPELLERTI, QUINDI CONSIDERATI FORTUNATO, SOLO UNA PUNIZIONE E DOVER PORTARE LA FIGLIA DEI MALFOY AL BALLO-"

James stava affondando sempre più sulla panca mentre le persone nella sala si allungavano per fissarlo, ma davvero non valeva la pena nascondersi. Tutti sapevano che la Strillettera era sua, perché tutti sapevano cosa era successo il giorno prima.

"-PERFINO TUO PADRE NON HA MAI FATTO UNA COSA SIMILE, POTEVI FARTI MALE, POTEVI FAR MALE A QUALCUN ALTRO, SONO VERAMENTE DISGUSTATA-"

Sbirciai verso il tavolo di Serpeverde, e vidi Ciara guardare male James, come se fosse colpa sua se aveva ricevuto una Strillettera sul litigio di loro due.

"-SE MAI SAPRÒ CHE L'HAI FATTO DI NUOVO, TI RIPORTERÒ A CASA E NON TORNERAI MAI PIÙ AD HOGWARTS!"

La Sala Grande sembrò quasi rimbombare nel silenzio che ne seguì. La lettera scarlatta prese fuoco, lasciando un mucchietto di cenere di fronte a James. Partirono varie risate sparse, e gradualmente le conversazioni tornarono alla normalità. James si limitò a fissare quel mucchietto di cenere, col volto in fiamme.

I gufi avevano interrotto la consegna della posta, perché un tale rumore che rimbombava per la sala sarebbe stato sufficiente a farli sbattere contro i muri, quindi ripresero anche loro.

"Non penso fosse così arrabbiata nemmeno quando abbiamo rubato la macchina al secondo anno," Albus disse, alzando un sopracciglio.

"Quando avete che cosa?" Wren chiese, girandosi verso Albus con occhi sgranati.

Albus non ebbe modo di rispondere, perché giusto in quel momento, ci fu un altro sussulto collettivo che fece eco per la Sala, e alzando lo sguardo vidi un altro gufo con un'altra Strillettera.

Questo gufo, per fortuna, superò il nostro tavolo. Superò anche quelli di Corvonero e Tassorosso e si fermarono di fronte a Ciara. Mia cugina fissò la lettera scarlatta finché non iniziò ad emettere fumo nel becco dell'uccello, poi la prese e la aprì.

"CIARA AURELIA MALFOY!" Tuonò per la Sala Grande la voce del signor Malfoy. Non lo avevo mai sentito arrabbiato, ed ora ne ero felice. Faceva paura.

"SEI STATA FORTUNATA CHE IL PROFESSOR POURI SIA STATO COSÌ TOLLERANTE, PERCHÉ SE FOSSE STATO PER ME E PER TUA MADRE TI ASSICURO CHE SAREBBE STATO MOLTO PEGGIO-"

Ciara era rossissima in viso, e quasi mi dispiacque per lei. Tuttavia, dovevo ammettere che lei e James se le meritavano quelle Strillettere.

"-PENSAVO CHE TI AVESSIMO CRESCIUTA MEGLIO DI COSÌ, USARE QUELLA ORRIBILE, OSCENA PAROLA, COME HAI POTUTO? SIAMO PROFONDAMENTE DELUSI-"

A quelle parole, Ciara si irrigidì, e vidi Scorpius metterle un braccio attorno alle spalle. Nico stava ridendo, come se fosse tutto un gioco, e non potei non chiedermi quanto dovesse essere stupida Ciara per essere amica un essere senza cuore come lui.

"-SE MAI SENTIRÒ DI NUOVO CHE HAI DETTO QUELLA PAROLA, ASPETTATI QUALCOSA DI MOLTO PEGGIO DI UNA PUNIZIONE E DI UNA SERATA CON JAMES POTTER. CI VERGOGNAMO."

Le ultime parole fecero eco nella Sala mentre la Strillettera prendeva fuoco. Non sapevo se Ciara avrebbe pianto, o avrebbe urlato a tutti di smettere di guardarla. Dopo un secondo, si alzò di scatto e se ne andò di corsa dalla Sala, seguita da Scorpius e Adalyn. Mi girai di nuovo verso i miei amici.

"Wow..." Albus disse, sgranando gli occhi. "Mamma non sembrava tanto arrabbiata."

"Non lo era," James disse, guardando male la porta. "I genitori di Ciara non si sono arrabbiati solo per la rissa in Sala Grande. Sono furiosi perché ha detto che zia Hermione è una....Una tu-sai-cosa."

Volevo dire che pensavo che sua madre si fosse arrabbiata perché aveva chiamato Ciara Mangiamorte, ma in tutta onestà, non ero sicura che fosse così. Era come aveva detto Ciara: andava bene giudicare le persone in base alle famiglie, se queste erano state dalla parte di Voldemort.

Sospirai, decidendo di fare un tentativo. "Dici che si è arrabbiata perché... Beh, perché hai dato della Mangiamorte a Ciara?"

"Non credo. È vero. Sa com'era quella famiglia," James disse, senza guardarmi.

Sbattei gli occhi. "James, quella è anche la mia famiglia..."

Tutti si girarono per guardarmi. James sembrava un animale in gabbia. "Um... Beh, per te è diverso..."

"Perché?"

"Perché non sei cresciuta con dei Mangiamorte, suppongo," James disse, stringendosi nelle spalle e agitandosi a disagio sulla panca. "Semplice."

"Nemmeno Ciara e Scorpius ed Elcie. Loro nonno è in prigione, e lui era l'unico vero Mangiamorte." Incrociai le braccia.

"Astra, calmati, lo sai che non mi riferisco a te quando lo dico a lei."

"Non ti riferisci nemmeno a Scorpius e ad Elcie, giusto? Ma loro rimangono coinvolti. E anche io. E anche tutti quelli che devono convivere con le conseguenze delle azioni della loro famiglia. Tu non te ne accorgi, ma mi dà tanto fastidio quando lo sento. Perché allora dovresti chiamare anche me Mangiamorte, anzi sarebbe ancora più giustificato che nel caso di Ciara. Sai una cosa, James? E' grave tanto quanto un Purosangue che dà del Sanguemarcio a qualcuno. Forse anche peggio, perché chiamare qualcuno Mangiamorte sembra essere normale e accettabile."

James guardò i nostri amici per avere supporto, ma nessuno incrociò il suo sguardo. Wren mi fissava, e quando la notai mi fece un rapido, leggerissimo sorriso. Albus girava i suoi cereali nella ciotola senza mangiarli, e fissava il tavolo. E Colette sembrava solo divertita, ma questa non era una novità.

"Astra, Io..." Lui scosse la testa, non trovando le parole. "Che cosa dovrei dire?"

"'Mi dispiace' sarebbe un buon inizio."

"Beh, allora mi dispiace," disse lui, abbassando lo sguardo sul mucchietto di cenere nel suo piatto. "È solo... Cioè, è una tale idiota... Non ho potuto..."

Strinsi gli occhi. "James Sirius, guardami negli occhi e dimmi le stesse cose che hai detto a Ciara."

James mi guardò negli occhi, ma sembrò sconvolto. "Cosa? No!"

"Se non riesci a dirlo a me, come puoi dirlo a mia cugina? La odio anch'io, ma fa parte della famiglia. Se lei è una Mangiamorte, lo sono anch'io. Dillo."

James scosse la testa, sopraffatto. "Io...Non posso."

"Fai finta che sia Ciara, James," dissi, accigliandomi.

"Non posso," disse di nuovo, scuotendo la testa. "Non lo farò."

"James Sirius Potter!"

"Non posso! Smettila!" Urlò. Per un attimo, le persone attorno a noi si girarono per fissarci, ma subito tornarono alla loro colazione.

Sorrisi, finalmente soddisfatta. "Bene. Non voglio più sentirti dirlo a nessuno."

"Non lo dirò..." James si guardò intorno. Albus e Wren sembravano un po' storditi, e Colette stava chiaramente trattenendo le risate. Un angolo della bocca di James si alzò in un sorriso. "Sembravi mamma."

"In effetti è vero," Albus disse, accigliandosi. "È stato... Wow..."

Sorrisi. Il messaggio era stato recepito, almeno da loro. Ovviamente, non potevo mettermi a urlare contro tutta la scuola, ma era un inizio. Piccolo, ma a volte basta poco.

~~~~

La settimana successiva sembrò non passare mai. Senza lezioni e compiti ad occupare il nostro tempo, non avevamo molto da fare eccetto pensare al ballo. Zia Andromeda mi aveva mandato un bellissimo vestito rosa che aveva fatto per la madre di Teddy, la quale però non era tipa da vestiti, e quindi lo aveva indossato solo una volta perché era stata costretta. Quando lo tirai fuori in dormitorio, Lacy lo dichiarò stratosferico e finse di svenire.

La signora Potter aveva un bel completo elegante per Albus, ed un vestitino blu carinissimo per Wren, e venne addirittura a scuola di persona per darglieli. All'inizio rimasi sorpresa, e confusa sul perché avesse chiesto proprio a me di seguirli nell'ufficio del signor Potter, finché non vidi l'orrore che aveva in serbo per James.

"Questo era di tuo zio Ron," disse la signora Potter, sorridendo mentre tirava fuori da una scatola quello che sembrava un abito da donna del diciannovesimo secolo. James sgranò gli occhi quanto tirò fuori merletti di pizzo e un collare, e un orripilante tessuto marrone pieghettato sul retro.

"Stai scherzando..." disse, scuotendo la testa. "Dimmi che stai scherzando..."

"Temo di no," disse la signora Potter, porgendoglielo. "Mi sembrava fosse adatto all'occasione."

Albus si piegò in due dalle risate, e dovette sedersi. Io ci provai a non ridere, giuro, ma non riuscii a non immaginare James ballare con Ciara in un vestito più frivolo del suo. Solo Wren riuscì a mantenere un'espressione neutrale, ma con enorme difficoltà.

"Mamma, io quello non lo indosso," James disse, scuotendo l testa. "Non esiste proprio."

"che lo indosserai," disse la signora Potter, accigliandosi. "O ti toglierò scopa e mantello per il resto dell'anno. Non puoi andarci con la divisa per la scuola."

"Già devo andarci con Ciara Malfoy-"

"James Sirius Potter, non osare lamentarti," disse la signora Potter, incrociando le braccia. "Te lo meriti, e ti meriti anche questo."

"Papà..." James piagnucolò, girandosi verso il padre. "Davvero devo indossarlo?"

Il signor Potter si tolse subito il sorrisetto dal volto, e tentò di assumere un tono serio. "Beh, considerate le circostanze, credo che sia la cosa migliore."

James si girò di nuovo verso la madre con uno sguardo scettico. Guardò suo padre senza parole, poi il vestito, poi di nuovo sua madre. "Tu... Insomma, non posso... Come puoi... Non puoi aspettarti che io..." Balbettò, poi alzò le mani in aria. "Non è giusto!"

"Hai ragione. Dovevo trovarne uno più brutto," disse la signora Potter, stringendo gli occhi. "Sei stato fortunato a non essere espulso. Non azzardarti a lamentarti di questo vestito, quando hai imbarazzato l'intera scuola più di chiunque altro nella storia di Hogwarts."

James guardò male il vestito, poi sua madre, poi uscì sbattendo i piedi. La signora Potter sorrise, poi ripiegò il vestito e lo rimise nella scatola. "Farai meglio a fare delle foto, Harry."

"Fidato, le farò," disse il signor Potter, sorridendo e scuotendo la testa. "E' stata un'idea fantastica, Ginny."

La signora Potter sorrise. "Lo so."

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La sera prima della Vigilia, Wren ed Albus ancora non avevano confessato di piacersi, e stavo iniziando a dubitare della mia deduzione. Forse mi sbagliavo, e Albus mi aveva detto la verità, che chiunque fosse avesse già un cavaliere. Se fosse stato quello il caso, veniva da chiedersi come mai non mi aveva detto chi era. Forse non voleva che lo prendessimo in giro come avevamo fatto con James e Mackenzie.

In ogni caso, decisi di parlarne con Wren. Dopo colazione, il giorno della Vigilia, le suggerii di andare in dormitorio ad allenarci a fare le acconciature dei capelli (una cosa che non avrei mai suggerito se avessi potuto evitarlo, ma non mi veniva in mente nessun altro modo per essere sicura che Albus non ci fosse). Colette andò a provare il suo ultimo incantesimo (uno che incarta in automatico i suoi regali di Natale), quindi Albus ci seguì fino in sala comune e andò a guardare una partita di scacchi tra Rose e Scorpius mentre Wren ed io salivamo le scale.

"Credo che dovremmo chiedere aiuto a Lacy," disse Wren, mentre io rovistavo nel mio baule alla ricerca di una spazzola. "Ci tiene tanto."

Lacy si era offerta di prepararci tutte prima del ballo, e io avevo intenzione di accettare l'offerta, dato che non sapevo come prepararmi per il ballo. Stranamente, mi resi conto che ora mi importava di come apparivo, e non ero sicura del perché. Feci spallucce. "Mi sa che è una buona idea."

"Quindi, possiamo tornare di sotto?" Disse Wren, tremando. "Fa freddo quassù."

"Tra un attimo. Volevo chiederti una cosa..."

Mi alzai, giudicando la sua reazione. Wren si era accigliata in modo quasi preoccupato. "Okay..."

"Hai detto che Albus ti ha invitata al ballo come amici."

Wren annuì, confusa, poi sgranò gli occhi quando capì. "Lo giuro, davvero siamo solo amici, Astra."

Alzai un sopracciglio. "Davvero? Non gli piaci? Pensavo di sì..."

"Pensavi che gli piacessi io?" Wren disse, mordendosi il labbro come per trattenere una risata. "Sei seria?"

"Sì," dissi, leggermente offesa. Ai tempi sembrava un'ipotesi valida. Non c'era bisogno di mettersi a ridere. "Ha detto che gli piaceva una, e ho pensato che dovevi essere tu."

"Tu... Wow, okay," disse la mia amica, scuotendo la testa. "Fidati, sei completamente fuori strada."

Mi accigliai. Se non era Wren, chi poteva essere? Colette, forse... Ma no, non ce li vedevo per nulla. All'improvviso, capii una cosa. Da come parlava Wren, lei doveva saperlo... "A te lo ha detto?"

"Beh, insomma..." esitò. "Sì. Lo ha fatto. Ma mi ha fatto giurare di non dirlo, mi dispiace!"

"Lo ha detto a te e non a me? Perché?" Scossi la testa. "Non fraintendermi, non dico che non avrebbe dovuto dirtelo, ma perché non anche a me?"

Wren si mosse a disagio. "Mi sa che è meglio se lo chiedi ad Albus..."

Annuii, ma sapevo che probabilmente non glielo avrei chiesto. Me lo avrebbe detto lui quando avrebbe voluto (sperai presto). Forse lo aveva detto solo a Wren perché aveva meno possibilità di lasciarselo sfuggire con un amico, visto che non aveva tantissimi.

"Possiamo scendere, per favore?" Wren chiese, strofinandosi le braccia. "Fa freddo."

"Sì. Okay."

Scendemmo di sotto, e non dicemmo un'altra parola sull'argomento. Anzi, nel pomeriggio me ne ero praticamente dimenticata, perché Marcus si era unito a noi e avevamo passato tante ore a giocare a Monopoly con River e Luke, che finalmente avevano ultimato i preparativi per sabotare la musica al ballo e si godevano una meritata pausa.

Mentre scendevamo verso la Sala Grande per cena quella sera, uno dei ragazzi di Beauxbatons venne da Colette. Parlando velocissimo in francese, disse, "Je ne voudrais pas demandé à quelqu'un je ne connais pas, et toutes les filles que je connais, a demandé tout de suite, mais je connais toi, donc tu veux aller dans le bal avec moi?"

Wren ed io ci scambiammo uno sguardo confuso. Colette alzò solamente un sopracciglio. "Sul serio?" Alzò gli occhi al cielo. "Sono lusingata," disse sarcastica.

Il ragazzo si accigliò, un po' deluso. "È un non?"

"Beh, Pierre, sono più piccola di te di due anni. E la mia idea era di andarci da sola. Sempre ammesso che ci vada."

"Oh..." sussurrai. L'aveva invitata al ballo. Dovetti ammettere che ero un po' sorpresa. Lui era al settimo anno, e Colette al quarto, anche se aveva già quindi anni, e non era proprio un tipo approcciabile. Parecchi ragazzi l'avevano già invitata invano.

"Hai quindi anni, non quattordici, vero?" Pierre chiese. "S'il vous plaît... Colette, non posso andarsci da solo, Madame Máxime disce che dobbiamo tutti avere una compagna, e non posso chiedere ad una che non conosco... Fidati, sci ho provato!"

Colette sospirò. "Va bene. Solo per non farti finire nei guai."

Pierre sorrise. "Merci! Merci, Colette! Sci vediamo domani sera!" A quel punto, corse via per raggiungere i suoi ridacchianti compagni.

Colette alzò gli occhi al cielo. "Perfetto."

"Che ti ha detto?" Wren chiese.

"Pierre mi ha invitata al ballo. Ha detto che aveva troppa paura di chiedere ad una che non conosceva, ma tutte le ragazze di Beauxbatons avevano già trovato qualcun altro." Colette sospirò. "Secondo voi quanto dovrei aspettare domani prima di scaricarlo?"

"Non puoi scaricare il tuo cavaliere!" Lacy esclamò, arrivando dietro di noi. "E poi, è così bello. Perché vorresti farlo?"

"Perché non mi interessa," Colette disse in tono piatto. "Perché non ci vai tu con lui se è 'così bello'?"

Lacy sospirò. "Ci vado con Henry... Avrei voluto essere invitata da uno di quelli di Beauxbatons, però. I ragazzi francesi sono bellissimi."

Colette alzò gli occhi al cielo e andò via, ed Albus, Wren, ed io la seguimmo. Per quanto Lacy mi piacesse, non volevo rimanere incastrata in una conversazione sui ragazzi con lei. Non erano mai breve. Se avesse iniziato in quel momento, non c'era la certezza che avrebbe finito prima dell'inizio del ballo ventiquattro ore dopo.




Spigolo autore

Hey ragazze pazze ;) È l'ora di una storiella!

Avete conosciuto il nome completo della nostra Ciara. "Aurelia" in realtà non è l'originale secondo nome, ma una sostituzione che ho concordato con l'autrice. Perché ho cambiato il nome? Perché la povera Ellie, quando ha cercato un nome di costellazione per il suo personaggio, non ha pensato, giustamente, che quel nome avesse anche un altro significato moderno. Per cui, il nome completo originale è

Ciara Ascella Malfoy

Ovviamente non potevo lasciarlo nella traduzione, ed è per questo che abbiamo pensato insieme alla sostituzione, ma lei mi la letteralmente implorato di raccontarvi questa storia, dunque eccovi qui: ora potete non prendere mai più sul serio Ciara per i prossimi 3 libri e mezzo circa!

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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