Capitolo 9

Due settimane dopo, abbiamo vinto anche contro l'Inter e siamo secondi a 4 punti nel girone, dietro solo al Manchester United, che si trova a punteggio pieno. I risultati utili consecutivi incentivano il clima di spogliatoio e la fiducia nei ragazzi.
Sono passate tre settimane da quella bella nottata di passione: sì, ho un bellissimo ricordo di quella sera, ma ho il terrore che mi abbia lasciato un regalino...come posso spiegare...ho un ritardo di cinque giorni! Mannaggia! Ho pure meno fiato ed energie e non riesco a gestire l' allenamento come vorrei. Lascio un attimo la squadra al mio vice con la scusa di dover andare in bagno un attimo, ma in realtà ho detto una mezza verità perché ho omesso il fatto di dover effettuare un test di gravidanza. "Se sono incinta sono finita!" penso tra me e me. Mi chiudo nel bagno, apro la scatola dello stick e lo pongo nel vasetto della pipì che ho appena raccolto. Ho paura, ma anche tanta! Quanto vorrei che Aimee-Lynn fosse qui: sarebbe l' unica persona che potrebbe calmarmi e con cui potrei confidarmi su questo argomento. Passano i consueti due minuti. Tre, quattro. Al quinto minuto, ho finalmente il coraggio di guardare. Tiro un sospiro di sollievo: è negativo. Posso tornare ad allenare! Quando torno al campetto, il mio vice mi prende in disparte. "Ti vedo stanca: anche Aleksej, Alexis e Sandro si sono preoccupati per te, mi hanno detto. Senza contare che loro percepiscono una certa chimica tra te e Lennart, state per caso insieme?" mi chiede sospettoso. Io, improvvisamente, spalanco gli occhi e rispondo con un secco: "Nono! È solo che dormo poco negli ultimi giorni...e poi...sanno tutti che io tengo alla mia carriera e non mi interessano i ragazzi!" concludo guardando il mio vice con aria quasi di sfida. Sono risultata credibile, per fortuna, quindi ho potuto continuare la sessione di oggi. Ma io, dentro di me, sento che c'è qualcosa di strano. A fine allenamento, faccio il consueto cerchio magico finale. Sento delle chiacchiere che non mi piacciono, del tipo: "Lennart è un grande, ma non vi sembra sia un po' troppo attaccato ad Arya". Mi sale il nervoso ma ho imparato a gestire le critiche ed ignoro la faccenda. Senza contare, che Lennart ed io passiamo questo fine settimana insieme nel nuovo attico a noi riservato. Quando torno a casa, mi trovo il pranzo pronto con due calici di vino. "Non penso sia una grande idea brindare con il vino" sussurro io. Il mio ragazzo mi guarda storto, così gli spiego che mi sento incinta, nonostante il test fosse risultato negativo. A quel punto, ho un leggero calo di zuccheri e mi stendo sul divano. Dico a Lennart che va tutto bene, ma continua a chiedermi se dentro di me non ci sia la nostra Champions League personale. Poi lo guardo e gli chiedo: "Amore...mi prendi del gelato? Ho voglia di coccolare il mio palato!" "Tu che vuoi del gelato!?!? Ma seria?!?!" urla. "Mi sa che dev' essere andato storto qualcosa quella sera e voi siete in due, a volere il gelato!" continua. Insisto. Lennart si arrende e si reca in gelateria a prendermi una bella vaschetta. Nel mentre, chiamo Aimee-Lynn e le dico che devo assolutamente spiegarle una cosa importante. Lei non sta più nella pelle, ma rimane sconvolta quando le confesso che penso di aspettare un bambino e che Lennart è più felice di me. Mi fa le congratulazioni, ma le ricordo di non montarsi la testa perché niente è certo. Poco dopo, il mio fidanzato è ritornato a casa e io mangio direttamente dalla vaschetta fino a riempirmi in maniera tale da scoppiare. Il pomeriggio mi porta a fare un po' di shopping, ma non sono ispirata e sono tentata anche dalla pizza: grazie a questo fenomeno, Lennart inizia a pensare ai nomi sia maschili che femminili. Io continuo a ripetermi che la famiglia non si allargherà, ma il ciclo continua a non arrivare e io penso sempre al cibo. Così, la mattina del martedì della terza giornata di Champions, dopo aver collezionato anche un' altra vittoria in campionato, ripeto il test...questa volta è positivo, ma io confido sul falso positivo. Non è possibile mettere al mondo un figlio in questo periodo a causa del mio essere molto ambiziosa. Mi fermo a pensare ad occhi aperti. Mi appare un' immagine di una creatura strana che inizia a parlare. "Mamma! Perché non mi vuoi?" mi domanda. Non so come reagire. Di solito un istinto femminile ha sempre ragione: qualcosa mi spinge a credere che sia così anche questa volta. Mi devo rassegnare, tra nove mesi avrò una creaturina tra le braccia. E se non dovessi essere una brava mamma? Sono assalita dai dubbi esistenziali.
La sera stessa, non riesco a dirigere i miei ragazzi nella partita contro il Manchester United, a causa della mia testa incasinata e del mio essere stanca. Qui, il mio vice mi richiede se sto bene, ma non faccio nemmeno in tempo a dare una risposta affermativa, che inizia a fornire indicazioni lui e mi fa sedere in panchina con i sostituti. Che mi succede: di solito sono grintosa e rompiscatole! In quel momento, mi sale un' acidità di stomaco pazzesca e mi reco in bagno a vomitare, sperando di riuscire a raggiungerlo in tempo. Mi guardo allo specchio: sono più pallida di quando mi sono ammalata e risento la vocina di oggi pomeriggio, che dice: "Scusa mamma se ti faccio stare male!". Penso di essere impazzita completamente. Perché un essere mi sta parlando in questi termini?! Mamma non è un termine che mi si addice. A quel punto, scopro che è stato espulso Aleksej, ma che almeno stiamo vincendo, anche se di misura. Aleksej mi chiede se può parlarmi e ci sediamo un attimo sulle panchine fuori dallo spogliatoio. "Ho fatto una cazzata enorme, non so come scusarmi! Ho disonorato la squadra, me stesso, ho deluso te e soprattutto Dirk. Non so davvero come farmi perdonare" singhiozza. Gli pongo una mano sulla spalla e gli consiglio di respirare a fondo. Una volta calmato, gli chiedo come si sente e di descrivere in breve ciò che è successo. Mi spiega che oggi è stata una brutta giornata e che è sceso in campo molto nervoso, tanto da procurare un brutto infortunio all' avversario. Cerco di tranquillizzarlo e di ricordargli la persona che è veramente: sportiva, solare e corretta. Non ho dubbi che lui e la povera vittima risolveranno il conflitto, magari diventando anche amici. Io e Aleksej ci abbracciamo e torno in panchina, sebbene mi giri la testa. "Ma sei incinta?!" mi chiede il mio vice quando riprovo a riprendere il mio ruolo di allenatrice titolare. Nego. Mi sottolinea che ho gli occhi lucidi e sostiene che sua moglie li avesse anche lei e fosse molto stanca quando era incinta dei suoi figli gemelli. "Se sei incinta devi dirlo alla dirigenza, io ti difendo, in ogni caso" mi rassicura. Sto in silenzio perché ormai mi aveva beccata e mi chiede di quanto sono. Credo di una ventina di giorni. Poi, si congratula con me, ma anche con i ragazzi perché sono riusciti ad incassare i tre punti, nonostante l' inferiorità numerica per circa venticinque minuti del secondo tempo.
Nel post partita, quando i miei ragazzi non ci vedono, ho una crisi di panico e scoppio a piangere tra le braccia di Lennart che cerca di calmarmi. "Che succede? Abbiamo vinto, perché stai piangendo, dovresti essere felice!" mi dice in maniera molto dolce. "Sono incinta ed ho paura" confesso tutto ad un fiato. "Sei incinta?! Ci avevo visto giusto?! Sei davvero incinta?! Ma com'è potuto accadere, abbiamo usato tutte le precauzioni quella sera!" grida preoccupato. "Si ho ripetuto il test stamattina ed era positivo! Aiutami, questo bambino non rientra nei miei piani, come ci sono finita in questo disastro!? Lo so che volevi fare una battuta con l' episodio del gelato, ma i miei sospetti si sono rivelati veri: a Parigi abbiamo concepito un bimbo e non sono pronta per questo. Non so spiegarti come sia accaduto: o durante il bagno, o il preservativo era rotto! Aiutami sono in crisi!" spiego sempre più velocemente ed ansimando in maniera tale di andare a corto di fiato. "Respira lentamente e in maniera profonda" mi consiglia, esattamente come avevo fatto io prima con Aleksej. "Sei in stato di crisi, quindi ne parliamo dopo a mente fredda e razionale. Ora non sei lucida e so che stai sparando sentenze affrettate e che ami quella creatura che crescerà dentro di te. Intanto io non raggiungo il resto della squadra in spogliatoio fino a quando non ti sarai tranquillizzata e sfogata a sufficienza" continua. Io mi limito ad un leggero "Grazie!" perché non so pronunciare altro nelle condizioni mentali in cui mi trovo. Pensandoci, in effetti, nessun contraccettivo ha il 100% di sicurezza ed efficacia, quindi mi sa che siamo nella piccola percentuale di sfortunati che hanno subito gli effetti collaterali. Alla fine di questo mio momentaccio, Lennart mi accarezza il viso e mi dice di non preoccuparmi perché lui mi sarebbe sempre rimasto accanto.
Due settimane dopo, la dirigenza mi convoca per fare il punto della situazione e mi auguro che riservino parole d' oro per me, dal momento che sto infrangendo ogni record e, in occasione della sosta nazionali, ne ho approfittato per chiamare non solo il mio fidanzato ed Aimee-Lynn, ma anche Robin in qualità di supporto morale. Entro nell' ufficio del presidente: macabro e poco accogliete. Mobili in legno e retró e poca illuminazione. Sono in soggezione come non mai. Per fortuna, il discorso sembra andare per il verso giusto, ma io devo confessare di essere in dolce attesa ed essere a metà del secondo mese. Lo butto fuori dai denti. Silenzio di tomba. Come pensavo, pensano di esonerarmi. Allora, entrano in azione i miei amici e il mio fidanzato. Cercano di far ragionare la dirigenza, che in un primo momento sembra inamovibile. "Pensate che messaggio potente state trasmettendo a tutto il mondo, ad avere una donna che mostra capacità calcistiche. In più, se le offrite l' opportunità di proseguire sulla panchina, mostrate che carriera e maternità possono coesistere" spiega Robin, con una calma che io posso solo invidiare. I dirigenti si riuniscono in gruppo per consultarsi. Alla fine il verdetto è positivo e non so proprio come ringraziare Robin: penso che offrirò una cena sia a lui che alla sua famiglia. No, questo non è sufficiente: devo anche ricompensare il fatto che sta salvando la mia amica. Davvero, mi sento in debito con lui fino al collo. Aimee-Lynn, invece, mi salta addosso e mi dice sia quanto è fiera di me, sia che non conosce donna più forte al mondo. A quelle dichiarazioni mi sento in imbarazzo ed arrossisco. Dulcis in fundo, Lennart mi bacia in bocca, avvolgendomi i fianchi con le sue mani, sussurrandomi: "Finalmente sono tornato al goal dopo anni, ma questo è il goal più importante della mia vita!".
"Ah sei tu il compagno di Arya e futuro padre? Proprio come sospettavo!" commenta il patron della squadra. "Bene! Anche se non puoi ancora giocare, nel contratto di gennaio ti scrivo la possibilità di scendere in panchina anche da non convocato, per stare vicino alla tua ragazza. Se, quando sarà nato il piccolo, tu dovessi riprendere a giocare perché hai risolto i tuoi problemi di salute, invece, tu ed Arya potrete concordare i cambi e i minutaggi delle tue partite, in modo da accudire vostro figlio entrambi." spiega sempre lui. Sono al settimo cielo, davvero e non vedo l' ora di festeggiare con i miei genitori e mio fratello il grande lieto evento. Mamma, papà, voi non avete mai desiderato che noi ci addentrassimo nel mondo del calcio. Soprattutto io, per via del mio carattere sensibile e perché pensavate non mi potesse offrire un lavoro, ma guardate un po' dove sono arrivata: non temete, ancora più orgogliosi e a voi sono molto devota e lo stesso sono sicura che valga per Lenny. Grazie infinite davvero per il vostro supporto: siete degli angeli e sarete sicuramente dei nonni fantastici. Ps. Lenny, piccola peste, ricordati che a volte mi fai arrabbiare, ma sono orgogliosa di te, di ciò che hai realizzato e so che sarai lo zietto che vizierà il mio bimbo o bimba che sta per venire al mondo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top