Capitolo 80

Heron è tornato a scuola ed è felicissimo. Dopo le difficoltà iniziali, sta iniziando a integrarsi in classe e il suo rendimento sta superando ogni aspettativa. È curioso e adora imparare cose nuove, soprattutto perché così si sente più grande e vicino al mondo degli adulti. E poi c' è Leah che, non appena lo ha visto, è corsa ad abbracciarlo e le ha presentato un altro amichetto che si chiama Peter. Heron saluta, ma sembra non proprio contento di conoscerlo. Sembra gelosetto all' idea di condividere la sua amica con un altro bimbo, ma cerca di non farlo trasparire e gli stringe la mano lo stesso. I tre, a ricreazione, giocano insieme, ma Heron non parla per tutto il tempo e si limita, al massimo, a qualche monosillabo. "Tutto bene Heron?" gli chiede Leah sospettosa di aver fatto qualcosa di brutto. Lui si limita a rispondere con il capo, ma Leah vorrebbe che si aprisse. Al contrario, Heron incrocia le braccia e abbassa lo sguardo. "Brutta giornata?" continua a domandare la sua amica. Heron annuisce di nuovo. A fine giornata, quando Syria va a prenderlo, lui le viene in contro e inizia a contrarre i pugnetti come se volesse prendere a botte qualcuno o qualcosa. Syria lo vuole prendere per mano, ma non sembra voler ricambiare il gesto. "Leah altro amico... altro bimbo!" si lamenta lui con tono furioso e lasciando uscire i fumi di rabbia dal cervello. "Heron... tesoro... capisco che è la tua prima amica, ma perché non provare anche a conoscere l' altro bimbo?" gli chiede Syria, cercando di fargli capire che non per forza deve essere negativo che lei abbia conosciuto un altro bambino. "No! Heron e Leah amici!" esclama Heron sembre più arrabbiato. "Dai piccolino, cerca di ragionare: Leah è un essere umano proprio come me e te! E nessuno di noi è fatto per stare solo. Abbiamo bisogno per natura di legarci ad altri" gli spiega con un tono il più pacato possibile. Una volta caricato in auto, capisce subito che non stanno andando a casa ed inizia a fare un sacco di domande. Ebbene sì, Syria sta accompagnando il nostro Heron al controllo dalla neuropsichiatra che si tiene ogni due o tre mesi. Non appena lui capisce, inizia a lamentarsi, ma la sua mamma non vuole sentire ragioni. Heron si arrende solo una volta giunti in sala d' attesa anche perché il suo turno arriva quasi subito. "Uh nervosetto il ragazzo oggi!" esclama la dottoressa non appena lo vede e fa accomodare lui e Syria, che inizia a spiegare che è un po' tanto geloso della sua migliore amica e ha paura che possa prendersela anche quando nascerà la loro nipotina. "Congratulazioni a tutti! Aspetta... come vostra nipotina?" domanda la dottoressa che è rimasta un po' spiazzata. "Sì, Heron sta diventando zio e io nonna... una delle mie figliastre di ventidue anni è incinta" risponde Syria chiarendo il tutto. "Ora capisco... congratulazioni di nuovo a tutta la famiglia" conclude lei, prima di iniziare la visita. La dottoressa, non appena Syria esce, si concentra su Heron che, per tutto il tempo, non ha mai rilassato le sue braccia che sono sempre state incrociate. "Leah non mi vuole più bene" sentenzia lui. La dottoressa gli chiede come mai dicesse questo. "Leah ha nuovo amico. Amico Peter" esclama lui in maniera molto tagliente, quasi come non ne volesse proprio parlare. "Ma è bello che Leah abbia un altro amico e che te lo abbia presentato. Potresti conoscerlo meglio anche tu e magari fare un gruppetto per giocare e fare i compiti insieme" propone la dottoressa. Heron entra in silenzio stampa perché ha la sensazione di non essere capito. Allora, lei prova a parlargli della nipotina. "Mami papi nonni no" dice lasciando trasparire l' umore alterato anche in questo argomento. Purtroppo, la seduta di controllo è finita e ci sono notizie sia buone che cattive: quelle buone riguardano i miglioramenti sul suo lieve ritardo cognitivo, le altre, invece, sono a proposito della sua gelosia che è abbastanza morbosa e che, essendo un bimbo molto fragile, ha una paura amplificata di sentirsi abbandonato. Proprio per questo motivo, consiglia di riempire Heron di coccole e usare estrema calma per rivolgersi a lui, soprattutto quando si parla di rapporti umani di qualsiasi genere perché deve abituarsi al fatto che sono normali, naturali e possono anche sfociare in benessere per lui.
Il giorno dopo, prima di entrare a scuola, Heron, spinto dalla sua mamma, va a scusarsi con Leah e Peter per il suo comportamento e promette di fare il bravo le prossime volte.
Intanto, trasferiamo la narrazione a casa di Kamala e Achraf, in quanto lei è alle prese con un altro attacco di false contrazioni e questo fa pensare che la piccola possa nascere leggermente prima rispetto a quanto previsto. Senza contare che, questa volta sono più forti e lei è a casa da sola perché il suo ragazzo sta lavorando. Non sa assolutamente come calmarle visto che i rimedi che le erano stati consigliati non funzionano. Prova a camminare in giro per il suo appartamento, ma non serve a nulla nemmeno questo. Si reca a fare una doccia tiepida e si siede sulla panchina con le gambe leggermente divaricate per favorire il rilassamento muscolare. Inizia ad accarezzare la sua pancia e prova a parlare a sua figlia.
"Piccola mia... non vedo l' ora di conoscerti sai? Chissà che aspetto avrai, cosa farai, quali saranno le tue passioni... ti posso dire che quando ho scoperto che saresti arrivata, avevo già percepito un legame speciale con te e avevo già capito quanto felice mi ha reso la notizia di diventare la tua mamma" quasi canticchia lei con una voce limpida. Proprio in quell' istante, la bimba sembra aver capito l' amore materno e si mette a tirare un sacco di calcetti e sembra che, ad un certo punto, inizi a ricambiare le carezze alla pancia di Kamala. Lei si emoziona ed ha gli occhi lucidi. I fastidiosi crampi sono solo un ricordo che è già svanito nell' aria. Poco dopo, la piccola riprende a tirare calci, ma questa volta senza grazia, quasi come volesse dire: "Mamma... ma perché non ho ancora un nome?" ed evidentemente, l' impressione non è solo dell' autrice, ossia mia, ma anche Kamala la intende allo stesso modo. "Non ti preoccupare piccolina..." inizia. "Non appena vedrò il tuo bel viso, ti saprò dare il nome perfetto per te e che ricalcherà la tua personalità!" continua a parlarle sempre con la mano sulla sua pancia. Che nome sceglieranno per la piccola? Questo lo scopriremo tra poco, ma quel che è sicuro è che tutti in famiglia la stanno aspettando con gioia. E in qualità di mascotte della famiglia, almeno per i primi tempi sarà lei la star sotto i riflettori. Ma chissà come si modificheranno le dinamiche familiari visto che è già noto che al baby zio Heron non piace questo elemento...

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