Capitolo 70
"Lennart! La caviglia è compromessa ormai! O ti operi, o in futuro ti troverai senza!" esclama il fisioterapista senza filtri, durante l' ultima sessione di riabilitazione. Quelle parole rimangono nella testa di Lennart per giorni e giorni. Preso dal panico, lui va a farsi una tac e... purtroppo... non ci sono buone notizie: la distorsione della caviglia si è ormai cronicizzata, oltre al legamento parzialmente lesionato, gli altri sono indeboliti e sfilati e la situazione della cartilagine non è migliore, in quanto consumata. In sostanza, sta pagando i conti dell' aver maltrattato la povera articolazione per anni, non preoccupandosi delle conseguenze e sicuramente, questa quarta (a sua detta) distorsione ha dato il colpo finale. Anche il suo medico, dopo aver visto i referti, non ha lasciato molto scampo e sostiene che sia necessario intervenire. "Non c' è nient' altro che io possa fare senza ricorrere alla chirurgia?" domanda lui disperato. "Nonostante anni di miglioramenti delle tecniche curative purtroppo no... e poi stai tranquillo che ormai sono interventi poco invasivi che si svolgono in anestesia locale e in meno di un' ora!" risponde il medico cercando di rassicurarlo.
Dopo quella notizia che è sembrata un pugno nello stomaco, Lennart si dirige a scuola per tornare al lavoro. Qui incontra Syria in atrio. "Amore ma che hai? Hai una faccia sconvolta!?" domanda lei preoccupata. "Si tratta della mia caviglia... è distrutta e questo è l' esito." risponde lui. "Oh mamma santa, non immaginavo" "Mi consigliano di operarmi al più presto perché rischierei di perderne l' uso alla lunga, ma io non vorrei sinceramente subire un intervento" conclude lui. Syria cerca di farlo ragionare e di fargli capire che sarebbe la soluzione migliore per una serie di motivi non solo di salute: dalla postura fino all' autonomia. E poi, le articolazioni sono difficili da guarire completamente, quindi, visto che la sua povera caviglia sinistra non regge più, forse è il caso di farla curare e di rieducarla a fare bene il suo lavoro.
Dopo la conversazione, entrambi si recano nelle rispettive classi. Lennart sembra accolto molto bene, essendo finalmente rientrato dopo due settimane. "Prof ma che le è successo?!" domanda una studentessa. "Cari ragazzi, oggi vi voglio dare una lezione, quindi aprite il libro di teoria sulle articolazioni. Vedete? Ho ucciso la mia caviglia giocando con il mio bimbo, ma è stata solo l' ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e adesso rischio un intervento." spiega lui. "Inoltre... vi voglio insegnare a prendervi cura del vostro corpo perché vi accompagnerà per tutta la vita! Io l' ho realizzato solo a 46 anni, quando mi sono sentito dire che, alla lunga, rischio di aver problemi seri a camminare." continua. "Cavolo prof, ci dispiace! Ma siamo sicuri che lei si rimetterà in fretta!" esclama un altro studente. La lezione inizia e, quando arrivano a leggere i capitoli riguardo i traumi, Lennart interviene con: "Ragazzi non prendete esempio da me: se vi fate male, correte ai ripari il prima possibile: io, quando avevo 23 anni ho giocato più di dieci minuti di partita con la caviglia storta per amore e, da quel giorno, per anni mi ha tormentato sia per il fastidio, ma anche per le ricadute." e gli studenti sembrano incidere le parole nei loro cervelli. Ad un certo punto, sempre lo stesso studente che ha appena parlato, scusandosi per essersi permesso, ma gli dice: "Prof, lei si operi, ascolti il nostro consiglio. Anche se ci farà morire di fatica ancora di più nelle sue ore, una volta che starà meglio, lo diciamo per il suo bene. Le vogliamo bene, si fidi di noi" e Lennart pare visibilmente commosso.
A fine mattinata, Syria e Lennart si recano a prendere Heron qualche minuto prima. Notano che il loro piccolo sta correndo sul campetto della scuola, insieme al suo insegnante. In quel momento, il nostro bel biondo pensa che sia la sua compagna che i suoi studenti abbiano pienamente ragione. "Vedere Heron correre mi ha fatto capire una cosa... che se non mi decido a curare la caviglia non potrò più correre e giocare con lui. Il tempo trascorre molto velocemente e nessuno mi restituirà i momenti con mio figlio. Senza contare che stiamo pure per diventare nonni e vorrei essere capace di essere un nonno sprint anche per il nipotino o nipotina" dice a Syria con gli occhi lucidi. Lei gli stringe la mano e gli spiega che era questo il discorso che voleva sentirsi dire, ma Lennart rovina tutta l' atmosfera con la sua modestia: "Anche perché diciamocelo: sono un nonno proprio figo!" esclama fiero.
Poco dopo, Kai li raggiunge con Heron in braccio, e spiega che oggi è stato molto bravo in classe, ma anche che si è agitato all' improvviso ed è per questo che lo ha portato a correre sul prato per sfogarsi. Inoltre, Kai aggiunge che, pian pianino, sta imparando anche a leggere, anche se tende a leggere parole singole e non le abbina per frasi intere, ma, con calma, ci si arriverà." e finito di parlare, Kai mette giù il piccolo che corre ad abbracciare i suoi genitori. "Complimenti patatino mio! Un altro piccolo tassello da aggiungere all' album dei traguardi" gli sussurra Syria con delicatezza. Una volta saliti in macchina e sistemato il piccolo sul seggiolino, proprio lui e dal nulla, se ne esce con: "Papi giochiamo calcio?" ma a Lennart scende una lacrima perché gli duole dover rispondere che non può, così si decide a tirare fuori il telefono e prenotare l' intervento. Non può perdere altro tempo e nemmeno continuare a rischiare di farsi male. Heron fa i capricci perché non si capacita di aver ricevuto un responso negativo alla sua richiesta. Allora, Syria inizia a raccontargli una storia: "Heron, oggi ti racconto la storia del piedino arrabbiato!" e lui cambia umore ed emette una risatina. "C' era una volta, un piccolo piedino che si chiamava Toby e viveva in un villaggio abitato da altri piedini. Un bel giorno, Toby stava facendo una passeggiata per andare a trovare la sua amichetta, ma nel tragitto, incontrò un sasso e cadde facendosi male. Lui si arrabbiò moltissimo perché voleva portare il regalo alla sua amica, ma non ci riuscì perché si era fatto la bua e gli faceva male camminare. Così, si recò dal medico che gli impose riposo e tornò a casa sua. Ma non appena la sua amica seppe che Toby non stava bene, andò da lui e con tanto tanto amore, lo aiutò a riprendersi e il loro rapporto si rafforzò, tanto che diventarono amici per sempre" racconta lei, facendo sorridere anche il suo compagno. "Questa è la storia del piedino di papà ed ha bisogno anche del tuo amore per tornare a giocare con te, ma avrà bisogno di riposare e di restare tranquillo" aggiunge lei. "Dopo bacino a papà" risponde Heron sorridendo. "Sì, piccolino! Puoi dare tutti i bacini a papà che vuoi!" si intromette Lennart che ha appena fissato la data dell' operazione tra tre settimane.
Nel periodo di attesa, Lennart rispetta la cura che comprende: riposo, sana alimentazione e un leggero allenamento del resto del corpo per mantenere la forma fisica alla quale tiene molto. Ma la cura più importante sono i bacini e le coccole del piccolino di casa. D' altronde, una delle prime cose che si insegnano ai bambini è proprio che i bacini sono curativi e sono il rimedio più semplice e privo di effetti collaterali che risulta adatto a qualsiasi cosa. E anche se è semplicemente una leggenda creata apposta per i piccoli, è sempre bello credere alla magia. Anzi... ancora più bello è crederci per aiutare gli altri a sentirsi meglio...
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