Capitolo 69

"Heron la caviglia no!" esclama Lennart piangendo dal dolore perché il piccolo si è messo a scuotere la caviglia infortunata con le sue manine. Syria lo prende e gli dà un colpetto sul sederino, sgridandolo per bene e facendogli capire che papà ha la caviglia fuori uso. "Come si dice quando si fa piangere papà?" conclude lei, ma Heron sembra... ridere!!! "Signorino! Io non ci trovo nulla da ridere! Forse non ti rendi conto di quanto soffre papà!" lo sgrida Syria una seconda volta. Poi, si rivolge a Lennart: "Ti ha fatto tanto male? Forza, ti consiglio di prendere un antidolorifico!" "Beh, si abbastanza...il tutore ha limitato un po' i danni, ma mi sento come se me l' avesse stretta! Perché si comporta così? Cos' abbiamo sbagliato con lui?" conclude lui esternando le sue preoccupazioni. "Me lo chiedo spesso anche io, ma oggi pomeriggio forse avremo delle risposte" ribatte Syria.
Proprio quel pomeriggio si tiene il test per verificare che Heron non soffra di autismo. La sala d' attesa sembra il luogo più macabro e freddo del mondo: le sedie e i tavolini neri non aiutano e la luce nemmeno. Il piccolo è molto irrequieto e sembra avere una crisi di nervi: continua ad agitare le gambe e chiede di andarsene. "Buono Heron, io e mamma siamo qua con te e ti divertirai tanto dopo!" gli dice Lennart mettendogli una mano sulla spalla. All' improvviso, Lennart nota che ci sono i colori e i fogli su un tavolino. "Dai che facciamo un bel disegno insieme!" esclama verso il suo bambino, che si reca a prendere i colori.
Il piccolo Heron si mette a disegnare mischiando colori e forme, ma non sembra dare un senso logico ad essi. Sembra quasi che voglia scaricare la sua tensione sulla carta tramite i pennarelli. Ma non solo sulla carta: inizia a scarabocchiarsi le braccia e il viso. Syria, sconvolta e sconcertata, lo porta di peso in bagno a lavarsi, ma la dottoressa li chiama proprio in quel momento. "Ci scusi, ma Heron si è scarabocchiato la faccia con i pennarelli e la mia compagna lo ha portato a ripulirsi!" spiega Lennart entrando nello studio. Mentre Syria ed Heron sono ancora in bagno, la dottoressa chiede a Lennart dove potesse averlo visto. Quando lui spiega che era un calciatore, lei si illumina e gli chiede se avesse mai giocato con un certo Marko Pjaca. Lui spalanca gli occhi e dice di avere un suo splendido ricordo, in quanto uno dei ragazzi che gli è stato più vicino quando è morta Arya. Inoltre, ogni tanto lo sente ancora. Ma ecco la vera rivelazione: Marko è suo cugino di secondo grado dalla parte materna! Il mondo è veramente piccolo, caspita!
Finalmente, Syria ed Heron arrivano. Syria si scusa infinite volte prima di accomodarsi. "Bene! Raccontatemi di questo splendido bambino!" li invita la dottoressa. Lennart parla perché Syria deve essere sempre pronta ad alzarsi nel caso in cui il loro figlio sfoghi la sua rabbia in modo strano. Gli episodi rilevanti sono quelli di aggressività, chiusura in se stesso anche con persone che conosce e che sembra spesso assente. La dottoressa spiega che sarebbe servita circa un' ora e un quarto per l' intero svolgimento del test e che avrebbero potuto decidere se rimanere oppure lasciare il piccolino da solo con lei. Forse pensano che sia meglio stare fuori in modo tale che il suo comportamento non venga influenzato da fattori esterni e si recano al centro commerciale che dista pochi minuti da lì. All' ingresso, notano che c' è la possibilità di noleggiare una sedia a rotelle come servizio per gli anziani, e a Lennart viene la brillante idea di chiedere a quella santa della sua compagna, di poter prenderne una in modo da poter riposare la caviglia ed evitare di sbilanciare il corpo. "Un ex calciatore, maniaco della salute e docente di educazione fisica, che dopo dieci giorni dall' infortunio alla caviglia desidera essere comodo su una sedia a rotelle non si è mai visto!" gli fa notare lei sorridendo. Ma Lennart sembra piuttosto preoccupato al riguardo, così lei si domanda se non avesse detto qualcosa di troppo. La verità è che lui ha preso paura questa volta. Ha paura di non guarire seriamente e teme che possa sentire dolore per sempre. "Non avrei mai dovuto sforzarla così tanto quella partita! Ma sentivo di doverlo fare per onorare Arya e la sua memoria ed è per questo che, al tempo stesso, sono contento di avere questa piccola rogna che mi ricorda di quanto sono stato forte in quel periodo. Ma a volte fa male... tanto male..." confessa lui recitando una specie di monologo teatrale. Syria sostiene che sacrificare un dolore fisico per amore sia un gesto molto romantico, soprattutto per il contesto che stava vivendo. I due si abbracciano. Poi, si rendono conto che è ora di andare a prendere Heron e iniziano a provare un sentimento di paura. Entrano nello studio della dottoressa temendo il peggio. "Bentornati signori, intanto vi comunico la bella notizia: il vostro cucciolo non è autistico!" inizia lei. I due genitori tirano un sospiro di sollievo. "Vi posso anche garantire che il suo ritardo cognitivo non è eccessivamente grave e che può migliorare ancora un po'... tuttavia, si è registrata una leggera regressione dal punto di vista emotivo, in quanto sembra vivere in una bolla protettiva e sembra volersi proteggere da tutti gli stimoli esterni. Ho la sensazione che abbia sia paura del mondo che lo circonda, sia un senso di angoscia molto profondo e questo spiegherebbe il perché tende ad attuare comportamenti aggressivi se sollecitato a fare qualcosa o ad aprirsi." continua nella sua spiegazione, aggiungendo anche che il suo consiglio sarebbe quello di coinvolgerlo in molte attività, giocare con lui e avvolgerlo con tanto amore. In più, al momento suggerisce di iniziare con una decina di sedute di terapia comportamentale, alle quali Syria e Lennart si mostrano favorevoli poiché contrari all' idea che un bimbo così piccolo possa assumere psicofarmaci. Usciti dallo studio, i tre si recano verso la scuola che il piccolo frequenta per parlare con Kai, consegnare il referto medico e fare il resoconto della diagnosi e della terapia scelta, approfittando anche per prendere uno dei pupazzetti preferiti di Heron che aveva lasciato a scuola la mattina precedente.
Il tardo pomeriggio, invece, la bella famigliola si reca a giocare a bowling, dove viene raggiunta anche da Hannah, perché si pensa che possa essere un modo per far scaricare ad Heron la tensione che ha dentro. Ed anche se alcune palle sono troppo pesanti per lui, quindi ha usato quelle più leggere, con l' aiuto della sua super mamma è riuscito a fare diversi punti, anche se ha vinto lei nella sfida a... tre! Esatto! Lennart non ha giocato, ma ha fatto l' arbitro: questo perché le scarpe da pista non reggono affatto le articolazioni, essendo di una stoffa leggerissima, e quindi potrebbe essere deleteria per la sua caviglia.
In quel momento, l' idea di abbattere birilli sembra rilassarlo e fargli tornare il sorriso, ma i primi giorni di terapia non sono per nulla rosa e fiori perché Heron è un bimbo un po' difficile, nel senso che è difficilissimo imporgli di fare qualcosa quando non ne ha voglia. Inoltre, il piccolo sembra non voler migliorare, quasi come si fosse ormai abituato alla sua bolla protettiva immaginaria.
Forza piccolino... un giorno capirai che c' è un mondo bellissimo che ti aspetta ed è pieno di persone che ti vogliono bene e non vedono l' ora di passare del tempo con te... ci sarà sempre qualcosa di nuovo da imparare! E ricordati che non sarai mai solo, qualsiasi cosa succeda e qualsiasi traguardo taglierai...

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