Capitolo 57

Sono passate due settimane dalla notizia che mi ha trafitto il cuore. Come potete capire, non è un bel periodo: mio padre è ancora a casa sotto antibiotico, perché l' infezione non sembra voler sparire dalla sua gola, la febbre continua a salire e scendere e le placche sono ancora evidenti, tanto che il medico sta pensando di fargli togliere le tonsille perché sono infiammate anche quelle. Achraf, invece, è nel corso del suo primo ciclo di radioterapia. Questa scelta è avvenuta perché lui non ha mai visto di buon occhio la chemio, in quanto parecchio invasiva.
Oggi è la prima volta che ci vediamo da quando mi ha scritto quel messaggio doloroso. Sono nella sua stanza di ospedale e sembra parecchio stanco. Gli chiedo perché mi abbia inviato quelle parole e non abbia voluto che gli stessi vicino. Mi spiega che era preso da un attacco di rabbia e frustrazione che lo ha guidato a fare cose di cui si è già pentito. Poi aggiunge che mi ama tanto e mi chiede perdono per aver pensato, anche solo per pochi minuti, che io non fossi abbastanza forte da sopportare una sua eventuale morte. Io, a mia volta, gli prometto che sarei rimasta sempre al suo fianco e gli dico che non si deve preoccupare per la mia emotività, perché sarò anche molto fragile, ma lo amo, quindi non ci sarà nulla a separarci.
Questa storia mi ricorda tanto quella dei miei genitori, solo che loro prima si odiavano, ma è stata proprio la malattia di papà ad unirli e lo sbocciare del loro amore è stato l' antidepressivo che ha prevalso ed ha portato il mio amato papà ad essere il leone che è oggi, seppur con qualche momento di minor serenità, come quello di questi ultimi giorni: spero di sbagliarmi, ma mi sembra un po' strano ultimamente, come se gli fossero tornati alla mente certi ricordi. Magari parla poco solo per quelle cazzo di placche e mi sto facendo io dei castelli in aria, ma il mio sesto senso mi dice che c' è altro, soprattutto perché ho sentito piangere un paio di volte di recente e nessuno in casa sembra voler dire di essere stato lui o lei. Il problema è che, se il mio sesto senso è corretto, io mi devo mostrare molto forte perché già non è facile assistere ad un fidanzato malato di tumore, in più, in casa sono l' unica che sa di queste sue "piccole tristezze" e devo cercare di mantenere la calma nei confronti delle nuove arrivate in famiglia. Kamala! Tua madre ti ha passato lo scettro e ora devi renderle onore e mostrarle che sei forte!
Sono ancora da Achraf anche perché lo sto aiutando anche a restare al passo con il programma e lui ce la sta davvero mettendo tutta per avere quasi in tutte le materie il massimo dei voti. Tra lui e la mia gemella non so chi abbia avuto più exploit a scuola: lei fa ancora più impressione perché si è ripresa alla grande ed è la dimostrazione che una situazione familiare più tranquilla aiuta tanto. Senza contare che è diventata molto socievole e si è scoperta bisex. Ma questa è un' altra storia.
Scusate se mi sono dilungata, ma ora torno alla narrazione del momento che sto vivendo. Achraf, per la prima volta, mi racconta della sua esperienza oncologica apertamente: la prima volta gli è stato diagnosticato a febbraio dell' anno scorso un tumore al testicolo che, per fortuna era ancora al primo stadio, quindi è stato abbastanza semplice da trattare, solo che, più del tumore in se, è stata difficile da sopportare la chemio, in quanto gli ha prosciugato tutte le energie, causato perdita di capelli e parecchio vomito. Ora capisco perché vuole evitarla come la peste e provare cure diverse. Quel che non si spiega è perché proprio a lui sia capitata la recidiva, per di più in forma più aggressiva. E nemmeno io, dal momento che è una persona meravigliosa che non merita un' ingiustizia simile dalla vita. Ma perché le persone a me care devono sempre subire queste disgrazie. Inoltre, Achraf ha davvero bisogno di amore in questo periodo, e decido di rimanere da lui anche la notte. Se dovesse succedergli qualcosa durante la sua assenza, non me lo perdonerei mai.
Al momento, sono ai piedi del suo letto e gli sto stringendo la mano. Lo guardo negli occhi e noto che sono pieni di sofferenza. Questo brutto nemico lo sconfiggeremo insieme amore! Stavolta siamo due contro uno, non ci potrà sfuggire!
In quel momento, sopraggiunge...Syria! Pare visibilmente agitata. "Syria che è successo?" le chiedo spalancando gli occhi perché mi meraviglio di vederla lì. "Si tratta di tuo padre...hanno deciso di operarlo d' urgenza alle tonsille per toglierle, dal momento che l' infiammazione sembra peggiorata e l' infezione sembra resistere all' antibiotico più del previsto. Pensa che, durante il controllo medico, stava quasi piangendo dal fastidio quando gli sono andati giù con il sondino" risponde lei. Entro in uno stato di panico ed il mio fidanzato cerca di calmarmi. "Dai che andrà tutto bene!" mi sussurra lui. Devo essere sincera...invidio questo suo ottimismo anche se sta vivendo un incubo. "Ma adesso dov' è?" domando a Syria sperando di sentirmi dire che è guarito, ma non ci sono conferme e nemmeno certezze perché è finito sotto i ferri da pochi minuti. Credo di non essere mai stata religiosa come in questo istante e alzo lo sguardo al cielo, chiedendo al Signore se può fare qualcosa per salvare i due uomini a me più cari. Non so se lui abbia ricevuto la mia richiesta, ma sicuramente l' avrà ascoltata. La verità è che per noi credenti, l' atto della preghiera è un po' come i messaggi di whatsapp senza spunte blu: non sappiamo mai se Dio ha letto ed ignorato, se ha letto e sta pensando oppure se non ha proprio aperto la chat. Quel che è sicuro, è che pregare ci dà un senso di conforto e che solo l' attesa ci può fornire la risposta definitiva di Dio al nostro messaggio.
Dopo, non saprei dire quanto perché la mia percezione del tempo è sfasata, Syria torna in reparto e mi comunica che l' intervento è perfettamente riuscito e che domani sarebbe tornato a casa.
Sono molto combattuta ed indecisa: vorrei sia restare con Achraf, ma anche scendere a salutare mio papà. Il mio ragazzo si propone di accompagnarmi lui, ma io non vorrei mai si sforzasse troppo. Lui però insiste e vuole approfittare anche per salutarlo. Alla fine cedo e lo lascio venire con me. "Ciao Lennart, ho saputo che sei stato poco bene di recente, come ti senti?" "Sono un po' rintronato dall' anestesia, ma mi sembra di stare già meglio e non mi fa quasi più male deglutire. Raccontami di te...ho sentito qualcosa dalle mie figlie e in quel momento avrei voluto tanto abbracciarti" gli risponde lui, mettendo in mostra il suo lato confidenziale. Achraf risponde che non ha paura di niente questa volta perché lo spavento della novità ha effetto una sola ed unica volta. Dopo aver concluso la frase, ci saluta e torna in camera perché ha sonno. Gli auguriamo la buonanotte e, una volta che si è allontanato, papà mi dice che domani bisogna convocare una riunione di famiglia per una comunicazione di servizio. Io mi chiedo di che cosa possa trattarsi, visto che non me lo può anticipare. Boh, lo scopriremo!
Ne approfitto per chiedere informazioni su quei pianti misteriosi dei giorni scorsi e mi confessa che erano suoi, e che erano causati dal dolore faringeo. Mi fido e gli credo.
Il giorno dopo, mio papà è tornato a casa verso ora di pranzo, dopo essersi addormentato alle 19:30 della sera prima, svegliato alle 9:00 e aver superato i controlli medici post operatori.
Siamo tutti in cerchio: io, Syria, papà, Hannah e Aaliyah. Si tratta del primo raduno familiare con il nuovo cast e al completo. "Ragazze, so che vi sembrerà strano, visto che io e Lenny ci frequentiamo da mesi e non da anni, ma state per accogliere un fratellino o una sorellina" annuncia Syria contenta. Hannah e Aaliyah sembrano contente, ma io sono sconvolta. Avevano promesso di andare con calma, di non fare i ragazzini e molto altro. Siccome non voglio rovinare l' unica bella notizia di questo ultimo periodo, chiedo di quant' è e scopro che incinta si tre settimane. Mi congratulo, ma non sono convinta di questo bimbo per una serie di fattori.
Secondo i miei conti dovrebbe nascere a febbraio dell' anno prossimo ed ho nove mesi per prepararmi psicologicamente ad un evento che mi avrebbe stravolto nuovamente tutte le dinamiche della vita, ma stavolta in positivo...si spera...

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