Capitolo 55
Questi giorni sono diversi per me. Tutto è cambiato in fretta e sono spaesata, sebbene appaia più tranquilla del previsto. Recuperare il classico rapporto delle gemelle omozigoti è una missione molto complicata. Ma voglio impegnarmi al massimo perché sono convinta che questo potrebbe aiutare Aaliyah a imparare a fidarsi delle persone avendo dei riferimenti positivi. Al momento, quelle poche manifestazioni di contatto fisico sono avvenute con papà, perché, a mio avviso, è stato colui che le ha sprigionato un' essenza al profumo di protezione, sapendole trasmettere il messaggio che lui non le farà mai del male. Con Syria, invece, è ancora freddina: questo può essere dovuto al fatto che è una figura femminile che conosce da poco, con cui non ha legami di sangue e vuole testare che non abbia una natura malvagia come "quella là". Tra le altre cose, Aaliyah ha iniziato anche ad avere dei colloqui con la psicologa del liceo, che abbiamo scoperto essere molto qualificata e con un curriculum da spavento, ma penso che tre incontri non siano ancora sufficienti per fornire dei risultati concreti. Anche se, il fatto che veda papà come una figura positiva, penso che sia un buon inizio. Io ed Hannah abbiamo già promesso ai nostri genitori che li avremmo aiutati a darle il più affetto possibile. Qualcuno penserà che la vogliamo viziare...beh, forse è un po' così, ma d' altronde, vista la sua storia, sarebbe giustificabile e lo fareste pure voi.
Ora, mentre Hannah è a casa di Julia per aiutarla con matematica, io e Aaliyah ci troviamo in un parchetto, vicino alla palestra dove si allena nostro papà. Ci stiamo dondolando sulle altalene proprio come se volessimo recuperare un' infanzia insieme che ci è stata negata. Ci scambiamo informazioni che all' ascoltatore esterno sembrano assurde per due sorelle, come il piatto preferito o che materie hai scelto a scuola. Scopro che lei non ha un cibo preferito perché non sa cosa voglia dire mangiare qualcosa di veramente buono e che le piacerebbe diventare scrittrice o giornalista e che studia italiano. Pensate che coincidenza: papà ha giocato in Italia e lei ha scelto proprio quella lingua da studiare. Io, al contrario, sono molto incerta sul mio futuro: è vero che ho tre anni davanti, ma il tempo passa molto in fretta. A quel punto, stanche di dondolarci, iniziamo a giocare come due bimbe piccole, andando a saltare sui gonfiabili. Tanto, essendo noi piccoline e mingherline, ci avrebbero scambiate per, al massimo, ragazzine delle medie. Evidentemente, abbiamo un po' esagerato con il baccano: sentiamo una voce femminile e non giovanissima gridare di smetterla. Ci guardiamo attorno e...cazzo è la vicepreside! Inoltre, capendo chi siamo, minaccia di chiamare nostro padre. Noi ridiamo perché sappiamo che se lo porterebbe a letto, ma, essendo compagno di una sua collega, non avrebbe mai il coraggio di contattarlo. Ma...colpo di scena: dopo una decina di minuti, Lennart sopraggiunge veramente e noi diventiamo serissime. "Ciao ragazze!" ci saluta lui, dicendo che ha appena finito allenamento. "Qualche problema?" ci domanda vedendo le nostre facce inquietate. Restiamo zitte. Poi scoppiamo a ridere a causa del silenzio imbarazzante. "Mi fa piacere vedervi così allegre, ma qualcosa mi dice che avete già iniziato ad architettare qualcosa unendo le vostre menti gemelle. E questo mi fa un po' meno piacere perché ho il sospetto che siate pericolosette voi due insieme, solo dal fatto che vi siate suscitate ilarità a vicenda guardandovi e basta" ci avvisa. Poi, il tono si fa più serio: "Dai ragazze...che avete combinato? Non fatemi arrabbiare che lo vengo a sapere lo stesso." ci dice, sembrando che stia iniziando ad incazzarsi. A quel punto, ci limitiamo a confessare la verità e lui si sbatte una mano sulla fronte. "Ma davvero pensavate che la vostra adorata vicepreside mi avesse chiamato nel bel mezzo del pomeriggio?" ci domanda. La verità? Assolutamente sì che eravamo convinte. Ma ecco il guaio: quella donna scende davvero dal suo appartamento e nostro padre inizia già a recitare il segno della croce. In pratica, il povero Lennart viene accusato di non saper fornire un' educazione adeguata, in quanto noi abbiamo disturbato la quiete pubblica. Il problema è che non è più l' orario di riposo da almeno un' ora, quindi non stiamo violando alcuna regola della buona convivenza. Infine, io e Aaliyah, ci dobbiamo spostare per non riderle in faccia, non appena lei, dall' alto dei suoi almeno sessant' anni, pronuncia le seguenti parole: "Beh, ma le accuse si smontano subito, visto che sei sexy da morire e saresti il papà dei sogni di ogni ragazza! Con quel fisico poi da modello poi..." per poi andarsene volendo imitare le modelle di Victoria's Secret, ma apparendo solo ridicola. Non appena si allontana, lui ci raggiunge nella casetta di legno dove ci eravamo nascoste. "Siete contente!? Avete anche il papà sexy, cosa volete di più dalla vita!" esclama lui divertito ed esasperato. "Scherzi a parte...hai mai pensato ad una carriera di modello?" domando io incuriosita. "Beh ragazze...me lo avevano proposto, ma non ho sempre avuto un bel rapporto con il mio corpo. O almeno, non sufficiente da metterlo in mostra. E poi...non credo che mostrarsi sia fondamentale nella vita: le persone ci devono accettare per come siamo davvero, non per come appariamo. E se non ci accettano? Beh, tanti saluti. Ci sono molte altre persone a cui andiamo o potremmo andare bene" risponde, dandoci uno dei suoi soliti preziosi insegnamenti. "In effetti è vero, nessuno di noi è perfetto, ma a volte è proprio il difetto a renderci unici: per esempio, Achraf, un giorno, in un mio momento di crisi esistenziale, mi ha detto che se fossi più alta, non avrei l' armonia che creano le forme del mio corpo. Da quel giorno, ho iniziato a guardarmi in maniera diversa e ora apprezzo il fatto di essere piccolina" confesso, suscitando i sorrisi di sorella e papà, che ammettono che è bello sentirmelo dire. Ma notiamo che Aaliyah non sembra molto a suo agio con questo discorso e ci spostiamo su qualcosa di più leggero. Vero che oggi si è lasciata andare di più, ma forse non è ancora pronta per affrontare certi discorsi, quindi non insistiamo.
Quando torniamo a casa, io e lei ci chiudiamo in bagno e, per la prima volta ha il coraggio di mostrarmi i lividi sul suo corpo, causati da sberle e frustrate degli anni in cui ha vissuto con il mostro. "Ti prego non lo raccontare a nessuno, nemmeno a papà...ma è questa la spiegazione per cui non mi piace molto parlare di imperfezioni" mi supplica lei con le lacrime agli occhi. Poi, aggiunge anche che si sente un po' in colpa e a disagio per sembrare di mostrare preferenze nei confronti di nostro papà, ma spiega che le viene naturale perché sa quello che ha subito e, dopo la storia della sua spalla, con lui si sente al sicuro poiché sa bene che non ripeterebbe mai un simile crimine addosso a nessun' altra persona. Io, a mia volta, cerco di calmarla. Vorrei tanto darle un abbraccio, ma ancora non se la sente di riceverlo da altre persone. "Sai Aaliyah, noto che fai fatica a fidarti anche di me, che sono stata educata da papà. Cosa posso fare per mostrarti che non tutte le donne sono violente o da ricovero, diciamo così" le chiedo nella maniera più dolce e pacata che conosco. Silenzio di tomba. Anzi. Silenzio da pensiero. Un' idea, però sorge a me: apro il rubinetto della vasca e sostituisco la luce artificiale con la luce delle candele. "Che stai progettando?" "Aaliyah, siamo gemelle e dobbiamo recuperare molte tappe della nostra crescita. Un bagno insieme è un metodo naturale per entrare in sintonia su tutti i fronti. Specialmente perché siamo state nove mesi in un ambiente liquido insieme. In teoria, è già dalla gestazione che i gemelli iniziano a sviluppare il loro sistema di comunicazione". Lei sembra titubante, ma, alla fine, acconsente. Entriamo in vasca sedute una di fronte all' altra e, più che rilassarci, conversiamo e giochiamo, proprio come avevamo fatto al parco, ma stavolta ci schizziamo e ci lanciamo della schiuma a vicenda. Ad un certo punto, la porta si apre improvvisamente e...niente! Papà Lennart si è presentato, davanti a noi, senza pantaloni e mutande, illuso di poter fare pipì. "Papà non sei gradito in questo bagno. E poi non hai usato la parola d' ordine, quindi ciaooo!" scherziamo in coro ridendo. "Scusate principesse, vado nell' altro bagno" risponde chiudendo subito la porta.
Da quel giorno, il rapporto tra noi due è migliorato ogni giorno sempre di più e si è aperta anche con Syria ed Hannah. Sono migliorati anche i suoi voti e le sue relazioni con i pari a scuola e lei è più serena e sorridente. Sono davvero fiera dei suoi progressi e sono felicissima che il destino ci abbia riunite. Mah, chissà quali vicende ed avventure vivremo insieme?! Non lo so, ma quel che è sicuro è ci saremo sempre l' una per l' altra e adesso tu hai la dimostrazione di cosa significa essere amata per davvero.
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