Capitolo 40

Manca sempre meno alla mia laurea e, novità di questi ultimi tempi: in futuro ci piacerebbe avere un bambino anche se stiamo insieme da poco più di due mesi. Sono i primi di aprile e io ho iniziato a scrivere la mia tesi, ma, essendo io una ragazza che, su certe cose, cambia idea ogni tre secondi, non vi dico l' argomento perché rischierei una figuraccia! Invece Lennart? Lennart, ormai, si allena senza sosta e, a volte, gli chiedo anche se è disposto a fare pausa, ma ogni volta mi risponde che lui vuole accelerare il più possibile il ritorno in campo. Credo che questa frenesia sia causa dello stress post traumatico, in seguito al periodo nero che ha vissuto, sommato alla paura di ricadere nel profondo degli abissi. Io sono davanti ad un computer come sempre, ma mi ricordo che devo andare a fare compere, così esco di casa e vado, prima che la lista della spesa diventi fronte e retro. Come se non bastasse, mi è venuto pure il ciclo, quindi la mia testa è avvolta da una nube di dolori atroci e le mie ovaie sembrano assatanate. L' unica cura a questo sono le coccole e il cioccolato: nemmeno le pastiglie apposite mi aiutano. Quando torno a casa dalla spesa, Lennart mi stava aspettando già da una ventina di minuti e capisce subito che è "quel periodo", non appena lo bacio per salutarlo. Questo perché, a sua detta, in quei giorni, chiedo le coccole in maniera diversa e più tenera e, ovviamente, lui impazzisce per la me più vulnerabile. Magari testasse lui i dolori che devo sopportare ogni mese!!! Mi piacerebbe proprio fare cambio: non perché vorrei essere un ragazzo, ma perché almeno si renderebbe conto di cosa significhi essere donna: le cerette, il parrucchiere per coprire la crescita, le mestruazioni, il parto che ancora non ho testato...no ok! Lennart che partorisce sarebbe un' immagine inquietante come poche. E non sono nemmeno sicura che possa sopravvivere all' atto. Ma come qualsiasi altro maschio: secondo voi, perché la natura ha scelto noi per mettere al mondo i figli, nella quasi totalità delle specie viventi? Mah, non so!
Però Lennart alle prese con i dolori mestruali, in questi momenti, sarebbe perfetto così impara ad essere contento quando le ho io. Quel dolcissimo bastardo...! Però, d' altro canto, se non ci pensasse lui a farmi stare meglio, sarebbero ancora più mortali le "comuniste", come le chiamo io perché rosse. Senza contare che, nonostante tutto quello che ha passato, riesce a mitigare i miei sbalzi d' umore da esse causati ed è impressionante la sua pazienza.
Nel mentre, scoppia il diluvio con tanto di fulmini e saette. Per fortuna, non sono a casa da sola perché a me questi eventi atmosferici spaventano un po': dovete sapere che, quando avevo tredici anni, ero al mare con i miei genitori e mio fratello, che all' epoca aveva solo 3 anni. Praticamente cos' è successo? Che Lenny stava giocando con me e le macchinine nel terrazzino della casetta che avevamo affittato ed ha iniziato a grandinare fortissimo, così l' ho tirato dentro appena in tempo per salvare la vita sia a me, che a lui, visto che, subito dopo, un fulmine si è scagliato proprio contro la suddetta terrazza. Da quel giorno, non sono più riuscita a togliermi quella scena dalla testa, nonostante nessuno fosse rimasto ferito. È per questo che, d' istinto, mi fiondo nelle braccia di Lennart che mi chiede: "Cosa c' è piccola mia!?" con tono dolce. In risposta, ottiene un: "Ho tanta paura!" con voce tremolante. Mi chiede come mai e io gli racconto la storia che ho appena spiegato a voi. Mi stringe ancora più forte a se e mi dice che non devo preoccuparmi perché sono al sicuro. Mi si accelera il battito perché sono in ansia. O forse perché sto connettendo il mio cuore al suo? Non lo so, è molto probabile che sia un mix di entrambe le cose. Dopo una decina di minuti, la tempesta sembra calmarsi. Vorrei farmi un bagno caldo rilassante, ma mi chiamano i miei genitori per sentire come sto. In più, scopro che il mio fratellino vuole venire a trovarci qui a Genova e non posso che esserne felice. Al sentire di quella notizia, mi passa tutta la tensione del momento e riprendo a sorridere. Finalmente avrei presentato Lennart alla mia famiglia e anche lui sembra entusiasta al riguardo. Ma non ho nemmeno il tempo materiale di prepararmi psicologicamente perché hanno trovato dei biglietti last minute per venire...settimana prossima!!! Oh maria santissima!!! Tutta questo sta accadendo così in fretta!!!
Il fine settimana seguente, mi reco a prenderli in aeroporto e Lenny mi corre in contro. "Ciao fratellino mio! Sei sempre più bello e mi eri mancato un sacco!" gli dico ricambiando l' abbraccio. Poi saluto i miei genitori e torniamo alla macchina, per guidare in direzione casa mia. Durante il tragitto, scopro che Lenny ha realizzato di essere molto bravo a disegnare e che gli piacerebbe studiare architettura. Sempre sostenuto che fosse un bel personaggio mio fratello: bravo a calcio, a scuola prende sempre ottimi voti e ora scopro che, in futuro, lui potrà disegnare e progettare la mia casa dei sogni, oltre che esordire nell' Heracles. Sono fierissima di lui, davvero. In quel preciso istante, capisco che il detto "Un nome, una garanzia" è proprio vero: tutti i Lennart sono dei personaggi interessanti ed intriganti.
Non appena saliamo in appartamento, loro rimangono sconvolti nel vedere l' aspetto del mio ragazzo. Ehm...perché?! Beh ecco...non avevo mai dichiarato la sua identità a loro per rimanere il più discreti possibile, vista la sua professione. Per fortuna, tutto procede liscio come la seta e riusciamo a chiacchierare senza creare atmosfera di imbarazzo. Ah post scriptum: i miei genitori si ricordano di Lennart ad Almelo!
Decidiamo di uscire e proponiamo loro un tour panoramico di Genova, che sembrano accettare senza pensarci troppo. Nel mentre, io vengo aggiornata dai miei genitori, che mi portano i saluti di Aimee-Lynn, dal momento che, loro due si sono trovati con i genitori di lei pochi giorni fa a fare aperitivo. Lenny, invece, sembra aver preso gusto a parlare con Lennart. "Ti ricordi di me?" gli chiede lui. "Ma certo, come potrei dimenticarmi di te: quando sono venuto ad assistere agli allenamenti per assistere alle future nuove reclute della mia ex squadra, tu sei quello che mi è rimasto più impresso e non perché avevo capito subito che eri il fratello della ragazza che ora è al mio fianco. Hai davvero tanto talento ragazzo! Non buttarlo mai via!" risponde lui, facendolo arrossire. Lenny si limita a ringraziare, ma il mio ragazzo lo invita a battere il cinque, aggiungendo: "E poi ti chiami come me, quindi stima doppia!" con tono scherzoso, ma altezzoso. Mio fratello ricambia il cinque e si capisce che i due sembrano trovarsi in sintonia. I miei genitori, invece, mi invitano a rallentare un po' il passo perché desiderano espormi la loro recensione su Lennart che, grazie al cielo, è positiva. "È proprio un bravo ragazzo, simpatico e per bene!" inizia mia madre. "Io e tua madre approviamo questa relazione, anche perché si vede che sei felice con lui!" aggiunge mio padre, concludendo con: "È proprio quello giusto, visto che sembra che stia creando un legame persino con tuo fratello, a cui non va mai bene niente e nessuno!" sotto forma di mezza battuta.
Dopo questo verdetto, raggiungiamo i due omonimi e la serata continua tra aneddoti e battute, fino a quando non raggiungiamo l' albergo in cui hanno prenotato una stanza, per non romperci le scatole, nonostante avessimo detto che sarebbero stati i benvenuti a casa nostra.
Bene, ora che il passo è stato fatto, mi rendo conto che la mia paura di presentarlo a loro era irrazionale e il nascondere la sua identità, è stata proprio una mossa stupida.
Ma, nonostante ciò, la nostra relazione non cambia di una virgola perché Lennart comprende il perché di queste scelte e sostiene che un giorno, non molto lontano, ricambierà il favore e mi presenterà alla sua famiglia che mi vede già di buon occhio per il modo in cui l' ho aiutato a riprendersi.

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