Capitolo 32
Hey! Cari lettori, sono Lennart e oggi ne vorrei approfittare del mio umore un po' più stabile e della mia lucidità per raccontarvi come sto!
Siamo a fine novembre e oggi ho ottenuto il permesso per andare a fare una passeggiata all' aria aperta, che da qualche giorno è parte integrante del mio percorso di guarigione. Adesso sto guardando il panorama fuori dalla finestra della mia insignificante stanza, ma non riesco a godermelo a pieno perché, a volte, i farmaci mi stordiscono. Dicono che sia normale in quanto sono a regime da pochi giorni. Mi mancano tanto i miei amici, il calcio, la mia famiglia...e soprattutto Arya: da quando la mia ragazza mi ha lasciato, con la scusa che non mi sarei meritato le sue attenzioni perché io sono stato poco presente con lei, ho riscontrato una confusione assurda tra i miei sentimenti e non riesco a mettere in ordine i file del loro archivio. Arya mi manca e tanto, ma non voglio che lo sappia perché sono sicuro che lei è tornata a godersi la sua vita. Me la immagino felice, studiosa, piena di grinta, ambiziosa e penso che ci sia la possibilità che lei abbia trovato qualcuno che, a differenza mia, l' abbia trattata come una regina fin da subito. Lei è questo che merita. Quando penso a lei, sento una sensazione di calma mista a nervoso e, a volte, mi scendono lacrime di rimpianti e rimorsi. Altre volte, invece, mi incazzo con me stesso, tutto e tutti e lancio addosso al muro, qualsiasi cosa mi capiti sotto mano: per dire, ieri ho rotto un bicchiere di vetro e ho un taglietto sotto il piede perché ho pestato una scheggia che non avevo notato. Potrei dare la colpa alla malattia, ma se ho perso la possibilità di stare con lei quando uscirò da questo posto, o perlomeno di avere una bella amicizia, la colpa è solo mia. Mi distendo un attimo sul mio letto e apro la galleria immagini del mio telefono, mentre aspetto la mia consulenza psicologica. La dottoressa arriva proprio nel momento in cui vedo una foto in cui vedo che appare proprio Arya in secondo piano e decido di ingrandirla. Non mi ero mai reso conto che anche lei fosse nelle mie foto. La psicologa si siede al bordo del mio letto. "È la tua ragazza?" mi chiede notando che continuavo a fissarla. "No, in realtà non abbiamo mai avuto ottimi rapporti e ci siamo chiariti da pochi giorni via chat" rispondo io. "Ti va di parlarmi di lei, oggi?" mi propone. Non so se accettare o meno. Ma forse parlarne apertamente mi potrebbe schiarire le idee.
-Lei: "Da dove vuoi partire?"
-Io: "Ci sarebbero così tante cose da raccontare"
-Lei: "Beh, per esempio raccontami che tipo è"
Io inizio a fornire una serie di qualità ed aggettivi positivi nei suoi confronti, ma vengo interrotto da una crisi esistenziale che porta la psicologa a dirmi: "Lennart...tu la ami questa ragazza, si vede!" e penso che quella frase abbia peggiorato il mio umore instabile. Quando mi chiede se Arya ricambia le chiedo cosa dovrebbe ricambiare e lei mi ripete che chiaramente ho dei forti sentimenti per lei che non voglio accettare. Credo di no, lei non ricambia...penso che ormai la friendzone sia assicurata, ma, ogni tanto, il mio intuito mi fa sospettare che io possa un po' piacere a lei. Altrimenti non si sarebbe aperta nei miei confronti in quel modo. "Quando esci da qua, tu vattela a prendere e dille ciò che provi, ma prima devi convincertene tu stesso. Io l' ho già capito che è così, ma devi prima trovare un equilibrio, prima di intraprendere una nuova relazione. Dico nuova perché mi sembra di capire che tu fossi fidanzato poco fa" conclude lei. "Sì, lo ero, ma ho commesso degli errori" mi limito a dire io. "Ricordati Lennart, che ogni esperienza serve e non esistono persone che entrano nella tua vita per caso" mi rassicura lei, aggiungendo che ognuna di esse ci insegna qualcosa.
Finita la consulenza, io ritorno a guardare fuori dalla finestra. Chiudo gli occhi e inizio ad immaginarmi il futuro. Ciò che vedo, non è a colori ed è avvolto nella nebbia. Sono tanto incasinato, lo ammetto. Nel mentre, vengo distratto da qualcuno che bussa: è mia sorella più giovane che è venuta a trovarmi e ha chiesto il permesso ai genitori di poter trascorrere un po' di tempo sola con me. Dovete sapere che lei mi ha sempre visto come un modello di riferimento e mi ha sempre voluto davvero tanto bene, quindi non mi stupirebbe se avesse pagato anche il viaggio di tasca sua, anche a costo di non avere più risparmi per le sue cose personali.
Io e lei, non ci vediamo da una vita e ci abbracciamo per diversi minuti. Le racconto quelle poche cose belle che mi sono capitate. Mi interrompe e mi dice che ogni tanto parla con Arya. Mi chiedo come sia possibile e, soprattutto, come abbia fatto a conoscerla. Pare si siano conosciute in chat e mi assicura anche lei che Arya è una brava ragazza e pensa che mi possa dare tanto. D' altro canto, lei realizza un attimo e mi chiede com' è possibile che io l' abbia conosciuta nel frattempo e pensa che non sia una semplice coincidenza. Secondo mia sorella, io e Arya saremo destinati a stare insieme: avete presente la leggenda giapponese del filo rosso? Ecco, lei crede che ci siano tanti fili al mondo che collegano le coppie anche a distanza e lei sono mesi e mesi che pensa che quello che parte dal dito di Arya sia lungo fino al mio. La cosa assurda è che lo pensava ancora quando le cose tra me e la mia ex andavano bene ed io non conoscevo ancora Arya. Assurdo questo, se ci riflettete su.
Per strapparmi un sorriso, mi ha portato un cartone che guardavamo io e lei quando eravamo più piccoli e, per fortuna, la mia stanza dispone di un lettore dvd, quindi possiamo guardarcelo. Nel mentre, i genitori ci avvisano che avrebbero fatto una passeggiata in centro e che sarebbero tornati per cena. Forse a loro conviene tornare dopo cena: già sto soffrendo di mio, in più mi dispiacerebbe se mi vedessero soffrire ancora di più perché il cibo è a dir poco tristissimo.
Il cartone sta andando, ma non sempre riusciamo a seguirlo perché parliamo un po' troppo. Ad un certo punto, mi viene in mente che lei avrebbe voluto farsi un tatuaggio, che però non vedo e lei mi spiega che quello poteva anche aspettare, ripristinare il mio sorriso no. Proprio quello che pensavo e che vi ho anticipato nelle righe sopra. È bello che qualcuno ti metta in cima alle sue priorità. Nel mentre, tornano i nostri genitori. Che bello avere la famiglia riunita anche se non al completo e solo per poche ore, ma mi hanno assicurato che anche i miei altri due fratelli sarebbero venuti a trovarmi.
Verso la notte, io ritorno da solo nei miei pensieri dopo aver preso le medicine. Non riesco a dormire perché la memoria del mio cervello è full. È stata una giornata di conversazioni che hanno messo a dura prova la mia anima. Mi stendo e appoggio la testa sul cuscino rannicchiando anche le gambe come se volessi simulare una posizione difensiva. Ma non riesco a spegnere la mia testolina e mi devo arrendere che hanno tutti ragione: "Arya, non sei tu ad esserti innamorata di me, ma ho capito di essere io che ti amo e non ho saputo trattenerti e dimostrartelo." mi ripeto tra me e me. Lei non lo saprà mai e questo mi lacera assai...
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