Capitolo 31

Sono ancora a casa del mio ragazzo dopo qualche settimana da quella partita.
Sono le 8:30 e sto seguendo una lezione online di chimica. Gollo si sta allenando e qualcosa mi dice che non ha minimamente sistemato il letto e che la finestra di camera nostra è ancora chiusa. Durante la pausa, vado a sistemare il tutto e trovo dei guanti distrutti. "Mannaggia, ma non poteva buttarli?" penso ad alta voce. Poi la mia concentrazione si sposta su altro: arriva una notifica sul telefono di Gollo, che è stato dimenticato sulla mensola. So che non si dovrebbe fare, ma mi viene spontaneo guardare e scopro che qualcuno della sua compagnia di amici, lo sta informando sulle condizioni di Lennart. Già gli avevano diagnosticato una grave forma di depressione agitata, rifiuta ancora i farmaci, la sua presunta ragazza sembra averlo abbandonato e quel che è peggio...è...non riesco nemmeno a dirlo! Scoppio a piangere perché capisco di essere stata troppo dura con lui. Non fraintendete: non passo le mie giornate a piangere sempre, anche se appare proprio questo. Io sto bene con me stessa ma sono molto sensibile a ciò che mi accade attorno. In quel momento, Gollo rientra in casa perché non è stato molto bene ad allenamento a causa di un semplice capogiro. "Amore...Cos' è successo?" domanda preoccupato. "Per sbaglio ho letto una notifica del tuo telefono e ci sono notizie terribili" spiego dandogli in mano proprio il dispositivo. Gollo diventa bianco e rimane pietrificato. Vorrebbe chiamare Robin, ma gli altri sono ancora a Zingonia. Mi abbraccia e mi confessa che spera che questa storia termini presto. "Ecco perché io non credo in Dio! Questa è un' altra delle dimostrazioni!" esclama lui. "Se Dio esistesse, non ci sarebbero alcun tipo di malattie ne fisiche ne mentali o, almeno, ci sarebbe una cura semplice ed efficace. Lennart noi ti impediremo di finirla qua! Tu risorgerai alla grande e i tuoi amici ti aiuteranno e ti sosterranno!" conclude alzandosi in piedi con gli occhi rivolti verso l' alto. Sì, avete capito! Purtroppo, un paio di giorni fa, ha tentato il suicidio con una poltiglia di medicinali a noi non noti. Per fortuna, un' infermiera l' ha colto con le mani nel sacco, proprio mentre la beveva ed è stato stimolato a vomitarla in tempo, in modo tale da permettergli la vita. "Posso essere sincero? Sei sicura di odiarlo e di non amarlo?" mi domanda Gollo accarezzandomi la schiena. Io, nel mentre, ho smesso di piangere e mi sono calmata. "No tranquillo, non lo odio più, questo è vero... è solo che gli ho dato dello stronzo, nonostante io avessi capito che era malato. Non riesco a darmi pace per questo. Proprio io che cerco di vedere il buono in tutti e di capire le loro anime prima di giudicarli." "Ho capito e ti credo, ma sappi che se ti rendi conto che tu per Lennart provi amore e non compassione non esitare a dirmelo che ti lascio andare." mi risponde. Io e Gollo ci baciamo e decidiamo di recarci in camera per guardare un film insieme stesi sul letto. Gli spiego dei guanti che ho trovato e mi dice di non buttarli perché sono stati i suoi primi guanti da professionista e vorrebbe trovare un posto carino per appenderli al muro, una volta incorniciati. Che idea super cute! Poi, il mio umore cambia repentinamente: mi metto le mani nei capelli e grido: "La lezioneeee!" come un' isterica disperata. Gollo ride e mi ricorda che per avere 21 anni sono messa malissimo. Non mi ero mai dimenticata di una cosa del genere. Mamma santa! Lo sapevo che fidanzarsi non avrebbe portato bene e mi sembrava strano che gli effetti collaterali non si fossero ancora mostrati. "Posso iniziare ad allenarmi con voi? Penso mi faccia bene per sfogarmi e non finire esaurita!" scherzo. Gollo fa una battuta a sua volta e mi fa intendere che le ragazze non sono ben viste dal mister.
Dopo il film, decido di farmi una lunga doccia per riflettere sulla vita in generale, sfruttando anche il fatto che mi devo lavare i capelli e mi ci vuole almeno mezz'ora, senza contare il tempo di asciugatura. D' altronde, una ragazza tosta come me, non può non avere capelli che la rispecchino in pieno. Prima di entrare in doccia, esco in accappatoio e mi reco da Gollo perché devo togliermi una curiosità: Che shampoo usa il suo compagno Sam Lammers per avere dei mossi così meravigliosi! Ma mi dice che nemmeno lui è più in squadra con loro e che non si ricorda nemmeno se si portasse il suo di shampoo. Doccia fredda. Ora devo rimediare con una calda. Entro, accendo il getto e scappo fuori a spogliarmi, in attesa che l' acqua si scaldi il più possibile e rientro. Mentre i miei capelli si bagnano, continuo a tormentarmi su cosa possa spingere una persona di 22 anni ad avere certi pensieri, quando, secondo l' opinione pubblica, dovresti avere il mondo in mano. Evidentemente, lui vede tutto nero e non trova una ragione per andare avanti nemmeno nella sua più grande passione. Chissà da cosa è partito tutto questo: se nessuno se ne era accorto fino a questa fase, significa che ha nascosto molto bene il suo malessere. Nessuno di noi può capire fino in fondo ciò che una persona pensa perché non è possibile, purtroppo, entrare nel cervello delle persone. Sarebbe bello poterlo fare e mettergli una vocina in testa che dice: "Forza che la vita è un dono e ci sono molte opportunità che ti aspettano" ma, purtroppo, le tecnologie non sono ancora così evolute. Nel mentre, dopo aver sciacquato lo shampoo e anche il balsamo, mi siedo sulla panca che abbiamo fatto instaurare nella cabina, con i piedi sotto l' acqua calda corrente, allo scopo di non congelarmi durante il tempo di posa della maschera nutriente. Vorrei mandargli un messaggio ma penso che non esistano parole opportune per questa situazione. Non so se sia meglio incoraggiare una persona o non farsi sentire. La risposta è scontata per coloro che hanno un rapporto sano con la persona che necessita di aiuto (non mi piace dire depressa) ma in questo caso non lo so. Intanto, finisco la doccia, mi asciugo i capelli e cerco il suo contatto Skype. Anzi no! Opto per scrivere un testo in brutta copia che sono indecisa se inviare come messaggio o come lettera.
Il risultato è una cosa semplice e non molto lunga:

Ciao Lennart,
Non so se accetterai le mie scuse, ma spero di riuscire a strapparti un sorriso, anche solo di pochi secondi, e ti dico che mi dispiace per come sono andate le cose tra noi fino ad ora e ci ho ripensato...vorrei rimediare e se c' è qualcosa che posso fare, lo faccio volentieri.
In questo momento vorrei essere lì e darti un abbraccio per farti capire che ci saranno giorni migliori e che tutto questo, in futuro, sarà un lontano ricordo che, quando guarderai, affronterai con un sorriso perché ricorderai ciò che ti ha insegnato.
Con affetto
Arya

Penso che una lettera sia troppo e quindi chiedo il numero a Gollo per inviargli il messaggio. Strano a dirsi, ma dopo l' invio mi sento più sollevata e riesco a godermi la cena con il mio ragazzo. Ma solo in parte perché sento che un altro colpo di scena possa essere proprio dietro l' angolo. Dopo cena, scopro che Lennart mi ha già risposto con un paio di cuoricini rosa e accettando le mie scuse. Inoltre, veniamo a sapere che, nonostante il trauma del tentato suicidio, oggi pomeriggio ha accettato per la prima volta di assumere un antidepressivo. Ma ancora le crisi di aggressività, violenza e pianto sono presenti tutti i giorni, così come i pensieri negativi. La "malattia invisibile" richiede un processo di guarigione molto lento e graduale e che potrebbe tornare o colpire a cicli nella vita di ognuno di noi. Ma chissà che questo piccolo traguardo non sia l' inizio di una nuova era. O almeno l' intravedersi di uno spiraglio di luce...

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