Capitolo 3

Sono passati alcuni giorni e finalmente sono atterrata a Cagliari. Chiamo mio fratello per dirgli che sto bene e che il volo è puntuale. Bene ragazzi! Già all'aeroporto la prima sorpresa che mi costringe, per il resto della storia a chiamare il mio fratellino caro e amato, con il nomignolo che usano i suoi amici, ossia "Lenny". Beh, come avrete capito, Lennart è venuto a prendermi personalmente per accompagnarmi a casa sua ed evitare che io prendessi i mezzi e ci mettessi ore ad arrivare. Mai stata tanto sorpresa in vita mia: un calciatore dei cinque principali campionati europei in esclusiva è un sogno irreale anche se nella realtà. Senza contare che sono salita pure su una Porche nera con i sedili rivestiti in pelle. Arriviamo a destinazione senza parlare perché io mi ero persa nella sua struttura fisica perfetta come quella di una divinità greca, nel suo ciuffo biondissimo e nei suoi occhi celesti...il tutto impreziosito da un contrastante look da bad boy. Madonna mia che tentazione. Cosa che non mi posso assolutamente permettere. In quel momento avrei solo voluto portarmelo a letto, ma mi sono ricordata che sono lì esclusivamente per lavoro. Dopo che mi ha mostrato la mia camera, spaziosa, luminosa e con un letto king size, ci sediamo in cucina a parlare di tattica, ma anche di altro. È proprio in quella conversazione che scopro che non sarebbe stata una buona idea portare Lennart nella mia squadra perché era stato appena operato a causa di una lesione totale del legamento crociato del ginocchio. Lennart si reca un attimo in bagno e io inizio a pensare a chi valutare per costruire una difesa d'esperienza per la Champions League nelle vicinanze. Suona il campanello. "Apri!" grida Lennart dal bagno. "Oddio che sorpresa! Ciao Robiiiiiiin! Ma che ci fai qua?!" esclamo correndo ad abbracciarlo non appena raggiunge la porta dell'enorme appartamento che occupa l'intero piano del condominio e che vi descriverò man mano che mi dilungo nel racconto. Mi spiega che si è recato in un villaggio non molto lontano per le vacanze e che ha pensato bene di passare a salutare il suo ex compagno di squadra.
In quel momento, Lennart esce dal bagno con i pantaloni giù e con una faccia confusa. "Ah si che voi due vi conoscete. Avevo resettato la cosa per un attimo! Non pensavo che ad Almelo ci si conoscesse proprio tutti! Brudi! Non mi hai mai detto come vi siete incontrati e come avete iniziato a parlarvi di fatto" esclama quasi stupito. "Si ed è stato esilarante: praticamente il suo fratellino, che all'epoca non so nemmeno se andasse alle elementari, è venuto a chiedermi una foto e da lì abbiamo iniziato a parlare. Senza contare che ho fatto anche il babysitter per un periodo a Lenny!" spiega Robin rispondendo all'amico. "Lenny?!" chiede Lennart. "Sì, si chiamerebbe come te" aggiungo io.
Ma non è l' unica cosa di cui essere sorpresi: noto che c' è un bambino adorabile a manina di Robin. Quest'ultimo ce lo presenta come suo figlio di due anni. Ma che bello questo bel biondino dagli occhi azzurri. Devo dire che mi fa un certo effetto: ho avuto una cotta per lui in passato, non appena ci siamo conosciuti, ma lui era già bello che fidanzato con la sua attuale moglie. Ora ha pure un figlioletto. "Ciao piccolino!" lo saluto io con la classica voce da ebete di quando si vede un bimbo piccolo o un cucciolo di qualsiasi specie. Il bambino si nasconde dietro a papà Robin poiché timidissimo. "Dai saluta!" gli sussurra con un tono dolce dolce. Allora il bimbo tira fuori la manina e me la porge per stringerla. Caro che amore!!! I miei occhi presentano le pupille a forma di cuore adesso. "Scusate mi devo stendere, il ginocchio ha smesso di reggere per adesso" ci interrompe Lennart. Ci spostiamo in un salotto con un divano enorme in pelle bianca e un televisore al plasma super tecnologico. Come se non bastasse, la porta finestra era l' ingresso del terrazzo magico con diverse tipologie di piante e una piscina riscaldata dotata di idromassaggio. Ragazzi un appartamento da sogno e standard a cui non sono abituata affatto. Mi permetto di accendere la TV sui canali di sport. Divento bianca (o forse verde) non appena leggo che è scomparso Dirk Dupont, il capitano dell'Almelo FC e che nessuno ha sue notizie. Lennart e Robin si accorgono del mio malessere e mi chiedono se voglio tornare con un last minute pagato da loro. Rispondo che non c'è bisogno. Scoppio a piangere. "Come posso aiutarti?" chiede Robin preoccupato. Rispondo affermando che mi sento in colpa a trovarmi lì e che avrei dovuto indagare sull'assenza di Dirk subito. E aggiungo che forse non c' è modo di aiutarmi ora come ora. Perdere nel nulla il pilastro del centrocampo a tre settimane dal campionato è una tragedia sia psicologica, che tatticamente parlando. In quel momento chiama Aimee Lynn, ma sono troppo affranta per rispondere. Decido di spegnere il telefono e cercare di distrarmi un attimo, ma non è facile. Si è fatta ora di cena e Robin deve tornare dalla sua compagna e dagli amici con cui si sono recati in vacanza. Devo ammettere che è sempre un piacere rivederlo e anche se ci sentiamo non tutti i giorni, lo reputo un buon amico ancora adesso ed, inoltre, è pure rimasto umile e con la testa sulle spalle. Sono davvero fiera del suo percorso.
Io non ceno perché non ho fame. Esigo rimanere da sola e mi chiudo in stanza. Mi siedo sul letto stendendo le gambe e accendo Netflix. Dopo circa un quarto d'ora, spengo la TV, non mi aiuta nemmeno quella a sollevare il morale. Passano i minuti e mi stendo a fissare il soffitto. Sento bussare. Non emetto nessun suono. "Va un po' meglio?" mi domanda Lennart sottovoce. Non rispondo nemmeno stavolta e lui apre la porta. Si siede sul mio letto e mi dice di respirare in maniera profonda. Lo guardo negli occhi. Anzi, ci fissiamo l'un l'altro. Mi chiede se può dormire con me stanotte ma io declino la proposta. "Robin mi aveva detto che eri una con le palle, ma non pensavo fino a questo punto!" esclama riuscendo a strapparmi un sorriso. "Vado in cucina e ti preparo una camomilla, credo tu ne abbia bisogno per dormire! Comunque vedi che sono riuscito a farti sorridere!" continua. Stavolta accetto, ma ribadisco la mia volontà di dormire da sola.
La mattina seguente, mi sveglio verso le 8:00 e sono alle prese con i miei capelli, che sarebbero ondulati, ma vivono spesso di vita propria. Mi accorgo che il proprietario di casa non è ancora sveglio, così decido di preparargli la colazione da servigli a letto, per non fargli sforzare troppo il ginocchio e compensare la fatica della giornata precedente. Con una cucina dai fornelli elettrici ed elettrodomestici futuristici, la mia unica paura e far danni e anche tanti. Ci metto circa quaranta minuti a racimolare qualcosa di decente e bilanciato nei macronutrienti, ma riesco nell'impresa e poso le pietanze su un vassoio. Udite udite! Riesco a portarle anche senza spandere. Wow ragazzi! Si fanno progressi! "Buongiorno cara!" mi saluta assonnato non appena entro. "Buongiorno!" rispondo. "Ah sappi una cosa! Se non avessi un ginocchio distrutto te la saresti preparata da solo la colazione. Io sono negata in cucina!" gli spiego mettendolo sia sull'attenti ma cercando una conversazione amichevole. "Mi sembri più allegra oggi!" mi fa notare lui. La mia risposta è affermativa, ma solo perché non ho ancora attivato il telefono. Ho paura ad accenderlo e ho il terrore di trovarmi brutte notizie. Nel mentre, Lennart mi spiega anche che ha parlato con il suo mister e che mi insegnerà alcune tattiche di allenamento, ma anche che purtroppo non mi può accompagnare, perché avrebbe sostenuto la visita di controllo del ginocchio, che era più dolorante degli altri giorni. Notizia positiva? Le istruzioni, per fortuna, sono chiare: ho l' indirizzo di dove è situato il posto e arrivarci sembra semplice. Mi vesto ed esco di casa. Finalmente accendo il telefono per ascoltare la musica nei mezzi pubblici. È proprio vero che quando non puoi rispondere ti chiama il mondo: oltre ad un messaggio di Robin che mi chiede come sto, visto il momento di crisi del giorno prima, ho ricevuto una mail dalla dirigenza e dal mio vice, che mi comunicano l'acquisto di un doppio colpo dal Milan per sistemare la difesa. Si tratta di Sandro Tonali e Alexis Saelemaekers. Ragazzi che notizia: sono due dei giocatori che avevo richiesto.
Ma la mia euforia si spegne non appena mi accorgo delle innumerevoli chiamate perse da mio fratello, da Aimee Lynn e dai miei genitori. Non so che pensare se non che "Cazzo che ansia!"...

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