Capitolo 29

Sto guardando la partita da sola, sdraiata sul letto, accompagnata da una scatola di fazzoletti e ingozzandomi di pop corn e patatine. È tutto il giorno che piango a dirotto senza motivo e mi meraviglio che il mio pc funzioni ancora e non sia inondato di lacrime. Verso la fine del primo tempo, entra Chiara in camera. Chiara è la mia coinquilina ed è figlia di italiani. È alta, con le curve tipiche mediterranee, ha i capelli castani lisci e lunghi fino a metà schiena e due occhi neri lucenti. Si tratta di una delle poche persone vere qui all' università e sono molto grata di averla in stanza con me. "Tutto bene? Mi sembri molto giù, perché piangi?" mi domanda a voce bassa avvicinandosi. Non so cosa rispondere. Lei sostiene che in realtà io sia intrappolata in una sorta di gabbia divisa tra amore e odio e mi fa notare che se Lennart mi fosse completamente indifferente, non starei ne guardando la partita, ne piangendo da ore. Che cazzo mi sta succedendo? Puro atto masochista? Quella bestia di satana chiamata amore? Semplice odio per me stessa che supera quello per lui? Boh...
Io sono sempre stata del parere che il vero amore non fa soffrire e continuo a convincermi di ciò. Guardatemi: da quando quel tizio è entrato nella mia vita non ho più superato un esame, non riesco più a studiare, sono vulnerabile, esco poco, non controllo la mia alimentazione, non faccio più sport e ho preso almeno due o tre chili... praticamente una trasandata con i capelli a posto sono. Un' immagine bizzarra, no? Devo assolutamente riprendere la mia solita grinta, altrimenti è la fine. Lennart mi sta disintegrando, ma è come se una forza suprema non volesse togliermelo di torno. E non so per quale motivo. Come se non bastasse, nella partita che sto guardando, proprio lui si becca un doppio giallo e, una volta uscito dal campo, si toglie le scarpe e le lancia brutalmente dentro il sottopasso che porta agli spogliatoi. "Come mai sei così incazzato con il mondo, Lennart?" mi domando. "È forse colpa mia?" e riprendo a piangere come una fontana. Chiara mi mette una mano sulla spalla e mi dice che forse è meglio se stoppo la diretta della partita e mi dedico ad altro. Credo che lei possa avere ragione, ma qualcosa mi spinge a vedere il match fino alla fine.
Il giorno seguente, mi reco all' albergo dove risiede lui con i suoi compagni perché devo parlargli prima che parta. Lo riesco a beccare appena in tempo. "Non so perché, ma mi aspettavo di vederti" esclama lui non appena si accorge di me. "Non lo so, Lennart! Tu mi causi qualcosa di strano! Mi sto consumando da quando ti conosco e ogni volta che provo a staccarmi da te, tu riappari. È come se ci fosse una forza magnetica che ci avvicina." ma non riesco a finire la frase perché lui mi bacia e dice: "Sei l' unica persona che riesce a calmare i miei istinti violenti, anche se non mi piaci e ti considero ossessiva. Non so cosa sia, ma sei magnetica e mi calmo solo se ti penso."

Io: "Io credo che questa relazione non identificabile non faccia bene a nessuno dei due: io sto perdendo me stessa e tu non stai bene! Devi schiarirti le idee e non puoi essere così manesco. Devi sfogare la rabbia in qualche modo! Ho visto ieri sera cos' è successo: credo che tu stia soffrendo tanto e ti stia tenendo tutto dentro. Ma non posso aiutarti se non aiuto prima me stessa!"

Lennart: "Non è che, in realtà non vuoi proprio più vedermi?"

Io: "Forse è la soluzione migliore per entrambi"

Lennart: "Mi rendo conto di essere stato un emerito ebete la prima volta che ci siamo visti, ma sto cercando di migliorare per me stesso"

Io: "Non è vero che te ne rendi conto e che ti stai impegnando per non essere più così perché se sei impulsivo di natura e non ti curi di prestare attenzione a ciò che fai, lo sarai sempre e io non credo al ragazzo stronzo che cambia. Soprattutto se cambia per amore: alla lunga, la vera natura viene fuori!"

Lennart (con tono alterato): "Beh sai che ti dico? Tu non riesci ad accettare il fatto che io stia cercando di rimediare ai miei errori e meno ancora...che ti sei innamorata di me e che ti stai sabotando proprio perché vuoi essere diversa e credi nell' immagine di te stessa come donna forte ed indipendente. Invece anche tu sei caduta nella trappola dello stronzo: se non fosse così, non ti sarebbe mai attraversato di testa di preoccuparti per me e penseresti che io sia manesco e basta. Non saresti nemmeno venuta oggi, se tu davvero non mi sopportassi proprio e volessi stare alla larga da me."

Io (sull' orlo di piangere): "Lennart, ti prego, basta!"

Lennart: "Qualcuno doveva sbatterti in faccia la sola ed unica verità!"

Io gli tiro una sberla sulla guancia e riesco a farlo stare zitto. Poi se ne va perché la squadra torna in aeroporto e forse è un bene se non ci vediamo più. Da una parte, mi sento sollevata ma dall' altra sento un profondo senso di vuoto. E se Lennart avesse ragione? Quell' incontro mi ha lasciato ancora di più in confusione. Lui è diretto, scomodo e fastidioso, ma quel che è peggio è che ha messo in discussione i miei principi, attraversando la mia pelle solo con le parole. Ma che poteri magici ha quel ragazzo?
Torno al dormitorio e scopro che Robin e Gollo hanno trovato un volo di emergenza, per venire a soccorrermi. Ancora mi chiedo come abbia potuto cascarci il mister alla scusa "Morto amico in comune" o una cosa simile. "Tu vieni in albergo con noi stasera e ti sfoghi apertamente! Dobbiamo rimetterti in sesto! Purtroppo Marten non è potuto venire perché ha avuto un piccolo imprevisto con le bimbe, ma ti farà sentire il suo appoggio e ti saluta tanto!" mi comunica Robin. In tarda serata, siamo nella loro stanza futuristica, che per fortuna non è parte dell' albergo dove risiedeva la nazionale u-21. Io racconto tutto e mi dicono "Sei nella merda!" in coro. Nemmeno loro riescono a rassicurarmi. "Senti Gollo, te lo devo proprio dire: io provo qualcosa per te da quando ti ho conosciuto ed ora non so che mi stia capitando!" butto fuori io tutto ad un fiato. Robin cambia espressione e non sa cosa dire. Gollo: "Wow! Sono onorato! Perché la cosa è reciproca ma ho sempre avuto paura perché non pensavo che tu fossi interessata in una relazione! E poi...non sono mai riuscito a trattenere una ragazza a lungo e in un paio di occasioni ho anche tradito. Ma sono cresciuto e penso di poterti rendere felice, quindi, cara Arya, se vuoi possiamo iniziare a frequentarci. So che non ci vedremo tutti i giorni, ma sarò presente!" mi assicura. Robin pensa che stiamo facendo una cazzata enorme perché, secondo lui, non sono pronta per intraprendere una relazione. Senza contare che se lo viene a sapere Lennart sarebbe un disastro senza precedenti. "E quindi?! Dove sarebbe il problema?!" ribatto io avendo già cambiato il mio umore in meglio ed essendomi spostata sulle gambe di Gollo, che è seduto sulla poltrona di fronte al letto. "Robin ha ragione!" inizia Gollo. "Se venisse fuori che tra noi due c' è feeling, Lennart andrebbe su tutte le furie perché, se non lo hai capito, tu un po' gli piaci e la sua rabbia è sempre più ingestibile ed è molto fragile in questo periodo." continua. "Beh ma così impara a comportarsi bene fin dall' inizio! E poi non posso costringermi a provare dei sentimenti positivi se non c' è un rapporto sano alla base" mi esprimo io. "Su questo hai ragione! Io esco un attimo a riflettere e vi lascio soli! Non fate troppo i porcellini voi due! Non voglio che lasciate sangue e sperma ai poveri signori delle pulizie!" conclude Robin uscendo dalla porta. Ovviamente, non lo ascoltiamo e io e Gollo ci diamo dentro spegnendo tutte le luci e tenendo accesa solo quella più fioca per creare atmosfera: lui attua con passione e delicatezza che contrastano con la mia energia e con la mia necessità di sfogo. Senza contare che io ho pure un piccolo succhiotto sul collo. Evidentemente, non ci rendiamo conto del tempo che passa perché Robin rientra e...ci trova nudi sul letto. "Ragazzi, vi prego!" si limita a dire. Per fortuna ci stavamo solo coccolando, quindi abbiamo potuto risparmiargli i dettagli di quanto è accaduto durante la sua assenza. Per concludere la nostra prima sessione di sentimenti fisici, ci concediamo una bella e lunga doccia insieme, dopo aver scoperto che Robin non ha avuto nessuna idea migliore di quella di nascondere al loro amico la nostra relazione.
Ma io ho un bruttissimo presentimento...

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