Capitolo 28
Il primo martedì di ottobre è arrivato e io dovrei andare a lezione nella succursale dell' università. Il problema è che la partita è domani e Lennart e compagni sono già atterrati. Madonna santa non so che strade fare. Mi addentrerei per le strade più improponibili di Dortmund, anche a costo di finire in un quartiere a luci rosse, pur di non incontrarlo. Mi vesto, prendo i miei libri, inserisco le cuffiette nelle mie orecchie con un po' di sano pop scoppiettante e inizio a camminare in compagnia di me stessa. Ad un certo punto, noto una stradina con l' indicazione dell' uni di li a poco, e decido di entrarci. "Qua dovrei essere al sicuro!" penso. Anche se mi trovo in una zona del centro che non conosco e che sembra abbandonata a se stessa. Improvvisamente, vedo un ragazzo, più o meno della mia età, vestito di nero che si avvicina e decido di approfittarne per chiedere informazioni, ma inizia a prendermi per il polso e a stringerlo. "Lasciami stare!" urlo. Mi spinge al muro e mi chiede di dargli dei soldi, altrimenti mi avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale anche in pubblico se avesse voluto. Non sembra esserci nessuno attorno a noi che mi possa salvare, ma, all' improvviso..."Mollala o te la vedi con me!" sento gridare minacciosamente da in fondo alla strada. All' inizio noto solo che è un giovane ragazzo ma non riesco a focalizzare bene perché sono concentrata a proteggermi da questo delinquente. "Biondino dalla mano monca, non mi fai paura!" esclama lui. Mi si accende una lampadina: "Lennart!? Sei tu?!" domando in preda al panico. "Senti belloccio! Io sono un calciatore professionista e, nell' immaginario comune io mi interesserei solo di soldi e materialità. Ma una persona in pericolo la aiuto! Abbiamo un cuore anche noi e se non vuoi finire male, ti conviene sparire dalla faccia della terra. Se non la smetti, ti spacco tutti i denti anche rischiando la mia mano sana e abile. Ci siamo capiti?! Sono anche io un bad boy, quindi io e te dovremmo capirci" si rivolge lui al ragazzaccio, che sembra essere spaventato. Io mi siedo per terra in stato di shock. Lennart si precipita a chiedermi se sto bene, ma appena mi guarda in faccia: "Arya!? Ma cosa ci facevi da sola da queste parti!? Noi abbiamo l' hotel non molto lontano, ma lo dovresti sapere che alcune vie sono pericolose." dice sorpreso. "Perché hai fatto questo!? Io e te non siamo amici e non lo saremo mai!" ribatto io piuttosto spazientita. "Semplicemente ho visto una persona che stava subendo violenza ed ho voluto aiutarla. Nulla di meno, nulla di più." si giustifica lui. "Comunque sono passata di qua perché non volevo incontrarti ed ho pensato che fosse più facile tramite le stradine ingarbugliate." confesso io abbassando lo sguardo. "Posso abbracciarti?" mi domanda lui, come se volesse tenermi al sicuro non so per quale suo scopo personale. "Non esiste!" ribadisco io, mettendo in chiaro che non sono disposta ancora a fidarmi di lui, sebbene abbia compiuto una buona azione nei miei confronti, pur non avendo fatto caso che si trattasse di me. "Almeno posso accompagnarti per un tratto di strada fino in dipartimento?" mi domanda come se volesse fare un atto di carità. Io sono una donna forte e non basta una galanteria per far costruire un palazzo di fiducia tra due persone. Apprezzo il tentativo, ma decido di recarmi da sola a lezione perché è dalla somma di molti atteggiamenti che si definisce il carattere di una persona e si costruisce l' idea che di essa abbiamo. Tornata in stanza, scopro che Robin e Gollo sono venuti a sapere dell' accaduto e che, secondo loro, sono stata troppo severa perché lui ha commesso un bel gesto. So anche che c' è rimasto molto male per la mia reazione. "Lui con te vuole continuare la tregua che vi siete promessi" mi spiega Gollo. "Perché continui a respingerlo?!" domanda. Io, strano ma vero, non riesco a rispondere a quella domanda. Robin: "Arya...ti stai innamorando di lui e rifiuti l' idea?! Sii sincera per favore! Dal momento che non riesci a rispondere, mi viene il sospetto." "Nono è solo che non riesco a fargli capire che se un giuramento di non amicizia è stato fatto, ci sarà un perché?!" contesto io. "Se si innamora di me saranno cazzi!" specifico. In quel momento, noto che qualcun altro sta entrando in chiamata! Riconosco un certo accento olandese, dal momento che lo sono di nascita anche se non di sangue. "Vuoi un meme o una pizza cara mia? Entrambe aiutano il buon umore!" mi domanda. In quel momento, capisco che è l' olandese più simpatico della terra: Marten De Roon! Non lo avevo mai conosciuto di persona, ma i miei amici hanno reputato che fosse il ragazzo ideale per farmi un po' ridere dopo la batosta. Avete presente quei trentenni con la faccia da ragazzino birichino, con il ciuffo castano e lunghetto stile fine anni 2000 e con l' espressione che fa capire che sembra sempre che ne stia per combinare una grossa!? Eccovi la descrizione di questo ragazzo fantastico. Tra battute e chiacchierate leggere, mi aiuta a distrarmi da tutti i pensieri che mi frullano in testa. Alla fine della chiamata, Marten mi promette una bella pizza fatta da lui per quando tornerò in Italia. Mi avevano detto che lui era una fonte inesauribile di allegria, ma non pensavo così tanto. Penso che, una volta ritirato da calciatore, si possa dedicare alle parodie, o agli sketch comici. Sale su la mia coinquilina e mi dice che c' è un tizio mascherato che desidera vedermi. Io scendo e...indovinate chi è? Lennart, ovvio. "Come ci sei arrivato fino a qui!?" domando. "Ho seguito il tuo profumo e mi ha portato fino a qua!" tenta di fare una battuta, ma che viene mal riuscita. "Scherzo! Ho fatto un po' di ricerche, ho parlato con due uccellini ed ho capito che i ragazzi fuori sede del dipartimento di scienze ed alimentazione sono in questo stabile!" si spiega lui. "Dopo quello che ti è successo oggi, sono venuto a chiederti come stai sia fisicamente, che dal punto di vista psicologico. Subire un aggressione non è mai una passeggiata, come non lo è partecipare attivamente!" continua. "Come mai tutto questo interesse nei miei confronti!?" chiedo diretta e sospettosa. "Così! Per sistemare le cose e mostrarti che ho un cuore...ultimamente sono violento nei modi, me ne rendo conto: il pugno, parole poco carine, prima ho rotto un vaso in stanza in albergo perché l' ho preso a calci..." risponde lui, che viene subito fermato perché il mio intuito mi dice che il sottotitolo è "Arya mi piaci da impazzire! Sto pensando di lasciare la tipa con cui mi sento perché ho perso la testa per te. Non solo...quando mi sei attorno mi si annebbia il cervello perché non capisco più chi sono" e lo ripeto con la vocina "gnegne" dentro la mia testa. La mia impressione è che io non abbia sbagliato di tanto, nell' istante in cui mi chiede se mi va di andare a vedere la sua partita. Non posso acconsentire. Lennart sta compiendo davvero troppi passi verso di me e il distacco deve essere ancora netto, per quanto mi riguarda. È già tanto se gli permetto di darmi del tu. Tutto questo interessamento da parte sua mi spaventa e non poco. Ho paura che si stia approfittando del mio lato più vulnerabile che è impreziosito da una bontà infinita. Perché non riesci ad accettare il fatto che non ti voglio attorno. Lennart perché?! E in tutto questo, mi scende una lacrima dall' occhio, non appena esce dalla porta d' ingresso del palazzo. Perché Lennart mi fai stare così? A peggiorare il tutto, ci si mette pure la mia coinquilina, che dice di essere scesa alla caffetteria per un tè e dice di aver assistito all' ultima parte della scena. "Sicura di non essere innamorata di quel ragazzo? Ho visto qualcosa tra di voi, se posso permettermi...." mi domanda. "No Chiara...io lo detesto, e lui sostiene che io non gli stia simpatica, ma lo conosco perché abbiamo amici in comune ed oggi mi ha tirata fuori dai guai. Ed è venuto a sincerarsi delle mie condizioni senza autorizzazione! L' ho detto! L' ho detto! Odio il fatto che sia stato proprio lui!" rispondo io, in visibile stato confusionale. "Mi sa che qualcosa non torna in questa storia" ribadisce lei. E temo possa avere ragione...
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