Capitolo 23
Siamo ad agosto ed iniziano i campionati nella maggior parte dei paesi europei. A me manca la panchina, lo ammetto, ma tra un mese nasce la piccola Chloe e, al momento, è giusto che io mi prenda qualche anno per fare la mamma. Magari tornerò in panchina quando i bimbi saranno più grandi. Lennart lo trovo piuttosto bene e sembra aver accettato di essersi ritirato prematuramente da calciatore. Anzi, vi dirò di più, da quando ha a che fare con quei piccoli aspiranti calciatori, sembra sereno ed in pace con se stesso ed io sono davvero contenta di vederlo così: trovo che una questa nuova dimensione sia più adatta a lui, dal punto di vista del benessere psicologico ma ovviamente non glielo dirò mai in faccia perché comunque la vita gli ha stroncato un sogno vivido e concreto.
Tra le altre cose, c' è anche un' altra novità nella nostra famiglia: Thijs ha iniziato l' asilo e sembra essersi integrato alla grande. Vado a prenderlo e gli chiedo: "Com' è andata oggi? Ti piace? Raccontami che sono curiosa!" usando molta enfasi. Ride sotto i baffi. "Maestra mi piace...bimba carina giochiamo" dice. Lo interrompo subito perché non pensavo che a questa età si guardassero già le femmine. Hai capito il ragazzo!? "Hai una nuova amichetta Thijs?!" gli domando. Continua a ridere sotto i baffi. Capisco di avere una teppa furbetta anziché un bimbo. Andiamo ai campetti dove lavora papà e noto che alla caffetteria c' è Robin che è venuto a trovarci in compagnia di...Aimee-Lynn!!! Ma che storia è questa?! Che mi sono persa!? Ora vi causo uno shock di quelli atroci: Robin ha lasciato l' Atalanta in estate per tornare in Germania e giocare nello Schalke 04, a Gelsenkirchen. Ne ha approfittato per tornare ad Almelo a salutare i vecchi compagni dell' Heracles e ha incontrato per caso la mia amica, con la quale ha capito di possedere affari in sospeso. Così ha divorziato dalla moglie, che è rimasta a Bergamo con il piccolo e lui e la mia amica hanno iniziato a frequentarsi. Ma le sorprese non sono finite qua: siccome il campionato tedesco non è ancora cominciato, e nemmeno quello olandese, hanno fatto una macchinata e sono venuti qua, portandosi dietro sia mio fratello che il suo ragazzo Hakan. Mi siedo lì con loro perché è una vita che non li vedo e iniziamo a parlare di tutto ciò che mi sono persa in questi mesi. Ad un certo punto, veniamo interrotti da Lennart che mi chiama a rapporto per consigli tattici, ma decidiamo di andare da lui tutti e quattro. "Bella brudi! Come stai?!" domanda Robin dandogli un colpo sulla spalla. "A parte qualche rogna di salute che settantenne in casa di riposo scansati, tutto bene!" risponde. "E che oggi mi va bene che ho i bambini più grandicelli! Pensa quando ho quelli piccoli piccoli, che devo sempre correre loro dietro e il mio povero muscolo cardiaco è messo sempre a dura prova!" prosegue nel discorso. "Ma se ti capita ancora qualche attacco grave come l' ultimo?" chiede Lenny preoccupato. "Ragazzi miei! Se dovessi crepare mentre corro dietro a questi adorabili bambini, avrò la consapevolezza di essere morto facendo qualcosa che mi fa gioire, nell' ambito che più mi piace!" afferma Lennart deciso. "Questo è lo spirito giusto!" mi intrometto io, facendo seguire un bacino veloce sulle labbra. Thijs è a manina mia e sembra a suo agio in mezzo a noi grandi. Tra l' altro, mio fratello e i miei amici lo adorano tutti, in quanto vispo, sveglio, ma tenero. Arriviamo al campetto del centro sportivo in cui sta allenando Lennart, dopo averlo seguito per qualche minuto. Vedendo bambini più grandi, Thijs si esalta e domanda a papà se può giocare con loro. Gli promette che, alla fine della loro sessione, avrebbero fatto qualche tiro e passaggio, ma loro due perché quei ragazzini erano troppo grandi e competitivi per lui. Dopo pochi minuti, Lennart manda i bimbi alle docce e Thijs corre in centro al campo, in direzione del pallone. Suo papà si mette in porta e lo invita ad avvicinarsi e tirare, ma Robin si intromette nel gioco e gli consiglia di passarla prima a lui. Thijs è fortemente confuso, ma accetta. A vederli, Lenny pensa bene di aggregarsi anche lui a giocare, lasciandomi a bordo campo con Aimee-Lynn e Hakan. Noi tre decidiamo di farci un giro ed esplorare il centro sportivo da cima a fondo. Non mi ero mai resa conto di quanto fosse moderno e figo. Pensate che ha una specie di piccolo pronto soccorso per poter soccorrere i bimbi e i ragazzi che subiscono infortuni o malesseri. Proprio qui, abbiamo incaricato alla madre di Jakub, il ragazzino incontrato due mesi fa, il ruolo di segretaria, mentre il marito lavora alla caffetteria dove eravamo seduti prima a condividere chiacchiere e caffè. Ormai, quei due giovani signori sono diventati amici di famiglia e pensate che, per ringraziarci, ci hanno regalato un paio di scarpine in tessuto bianche e rosa per Chloe, nonostante non navigassero nell' oro. Dopo la passeggiata, torniamo al punto di partenza e notiamo che si stanno divertendo un sacco. In quell' istante, il mio piccolino cade e piange, ma, per fortuna, non sembra nulla di rilevante: Lennart gli fa capire che si è solo sbucciato un po', probabilmente a causa di un sassolino sull' erba. Lo prende in braccio e gli dice: "Adesso ti disinfettiamo, un bacino e passa tutto!" tentando di calmarlo. Lo passa a me, che ho sempre il "kit emergenza bimbi" e lo porto in bagno. Thijs sembra stare già meglio: non piange più e cammina sulle sue gambe fino in bagno. Almeno una botta o una sbucciatura l' abbiamo presa tutti nella vita ed anche loro servono a crescere. Thijs, prima di tornare a giocare, mi abbraccia e mi sussurra: "Grazie mamma" in maniera super cucciolosa. Poi sembra rivolgersi a Chloe e le domanda se avesse visto che ha un fratello forte! Vi confesso la verità: non oso pensare quando Chloe sarà nata! Ho paura che questo bel bambino che vive in casa con noi la vada a svegliare in qualsiasi momento per parlare con lei oppure giocare. Non fraintendete: i bambini è bene che siano curiosi, vivaci e che pratichino esperienze fin da molto piccoli! Beh... io la penso in questo modo, poi ho sentito in giro che ci sono mamme che preferiscono i figli quasi come se fossero imbalsamati.
Il piccolo Thijs riprende subito a giocare come se niente fosse accaduto. Anzi, i quattro decidono di dividersi in squadre da due per una gara di passaggi. Anche qua, nostro figlio sfoggia un' intelligenza e una furbizia fuori dal comune: Lennart era già pronto a fare coppia con lui, ma lui rifiuta con un bel: "Zio Lenny, palla! Voglio battere papà!" e Robin si permette di dire che questo bimbo è talmente tosto che gli ricorda qualcuno di loro conoscenza. "Io? Vero...?" si esalta mio marito. "In realtà parlavo di tua moglie" ride Robin. "Ma io sono tosto!" ribatte Lennart togliendosi la maglietta. "Se ti chiamavamo Leggenda in squadra, un motivo ci sarà, però tu, in fondo sei paziente con tutti e non ti arrabbi mai" conclude Robin. Lennart capisce che forse Robin ha ragione. La mini partita inizia, ma Thijs non sembra molto dotato con i piedi. Perlomeno, quel che traspaiono sono grinta e voglia di fare ed imparare. Inizialmente, Robin e Lennart sono in vantaggio, ma poi l' abbattimento di Thijs si tramuta in energia ed inizia la rimonta, che permette alla coppia zio e nipotino di vincere. "Vuoi imparare anche tu a giocare a calcio e seguire le nostre orme?" chiede Robin chinandosi verso Thijs, che ha già la risposta pronta: "Calcio non mi piace tanto, ma bambina dell' asilo sí!" esclama. Lennart prende la parola: "Vuoi migliorare nel calcio solo per farti notare da lei? Perché non le parli e basta? Oppure le chiedi di giocare con lei, magari con le costruzioni!" cerca di farlo riflettere. Thijs tace un attimo e sembra architettare uno dei suoi piani. Comunque, per la vittoria, Lennart mi propone di far assaggiare a Thijs la pizza per la prima volta e io concordo perché l' età e lo svezzamento completato, adesso gli consentono di assaggiare quasi tutto. Chiediamo anche agli altri di fermarsi, che accettano volentieri, ma propongono del sushi, così, prendiamo le ordinazioni in base a chi vuole pizza e chi sushi, e facciamo un bel pic-nic, al quale abbiamo invitato anche Jakub e i suoi genitori, proprio lì al centro sportivo, dopo la sua presunta chiusura. Un momento di allegria è sempre un bene trascorrerlo nelle proprie vite, specie con la propria famiglia, che è composta anche dagli amici, che sono i parenti che ci scegliamo e a cui affidiamo gli aspetti più divertenti e più intimi della nostra vita.
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