Capitolo 21
"Lennart! Lennart! rispondimi ti prego!" piango disperata sperando che si risvegli e aspettando l' ambulanza. Siamo a dicembre e nell' allenamento di oggi, dopo aver trascorso più di due mesi senza rogne, mi sembra di essere andata indietro di almeno due anni, due anni e mezzo: mio marito si è accasciato al suolo ed ha perso i sensi, dopo aver detto di non sentirsi bene per niente. Per fortuna, il trasferimento in ospedale avviene in fretta e furia e io so fare il massaggio cardiaco: non a caso, durante il tragitto ha aperto gli occhi, ma era pallido e stordito. Decidono di ricoverarlo per monitorarlo. Thijs è a casa con Aimee-Lynn, che si è offerta di fargli da baby-sitter in caso di bisogno. La tentazione di andarlo a prendere è forte, ma non so quanto gli faccia bene vedere suo padre in quello stato, avendo solo un anno e mezzo. Mi fanno entrare nella sua stanza per vederlo. È vivo per miracolo. Con le lacrime agli occhi gli prendo la mano e gli faccio sentire la mia presenza. In quel preciso istante, apre gli occhi dopo aver dormito. "Sei un angelo?!" mi chiede. Non posso fare altro che sorridere. Ci guardiamo. "Il cuore ti ha giocato un brutto scherzo questa volta!" esclamo io. "Ho semplicemente un cuore fragile in tutti i sensi! Non voglio che la mia carriera finisca così! Ho faticato tanto per arrivare al mio momento d' oro!" mi risponde con le poche energie che possiede. Temo che non giocherà più e questa volta sul serio: sarò anche sua moglie, ma io non me la sentirei di fargli praticamente attività agonistica. Avere una relazione con un proprio giocatore, come ben immaginate, è un' arma a doppio taglio: se da una parte, è visto come un ipotetico trattamento di favore nei confronti del diretto interessato, dall' altra sei predisposto a fare consulenze psicologiche per tutti gli atleti della tua squadra, proprio perché ne hai uno in casa.
In quel momento, arriva mio fratello con mia grande sorpresa. Non me lo aspettavo proprio! "Cognato! Ma cosa mi combini?!" gli domanda cercando di dargli il cinque. "Un momento di debolezza può capitare anche ai migliori!" è la risposta modesta di Lennart. "Comunque sappi che ti onorerò in campo e quando mi vedrai giocare, il tuo cuore guarirà in un attimo perché non avrà mai visto un attaccante forte come me!" continua mio fratello, cercando di rassicurarlo. Mio marito sorride, ma, in fondo, sa benissimo che in realtà il suo cuore non è mai guarito e non guarirà più. Probabilmente in questi due anni è stato solo in standby, perché preso da un attacco di bontà per fargli avere una carriera degna.
Alla sera, decido, dopo averci riflettuto molto bene, di andare a prendere Thijs e portarlo a salutare papà. Non appena lo vede, gli si precipita addosso e sale sul letto con lui. "Piano Thijs!" lo riprendo io. "Lascialo che stia qua, è bello sentire il calore e l' ingenuità di un bambino in questi momenti." mi tranquillizza Lennart. Thijs si accorge della tv accesa con la replica della finale di Champions 2026. Indica con la manina e poi guarda suo padre. "Eh sí, tesoro mio! Quello è proprio tuo padre nella partita più bella della sua vita! Il mio goal è stato dedicato a te e mamma!" si sente dire Thijs nella maniera malinconica più evidente che si conosce. "Papi triste" si limita a dire nostro figlio, come se volesse chiederci il motivo e volesse capire perché fossimo lì. "Beh, sai Thijs...tuo papà ha un cuore più sensibile di altri. Questo significa che ti vuole tanto bene!" mi rivolgo a lui, cercando di trovare le parole giuste per un bimbo della sua età. Thijs lo abbraccia e gli fa capire che l' affetto è reciproco. Poi vuole salire in braccio a me, che sono seduta a fianco al suo letto, e mi pone una mano sulla pancia. Non so perché, ma negli ultimi giorni è una pratica comune. In quell' istante, entra l' infermiera che mi aveva aiutato a partorire. "Come sei diventato grande!" esclama non appena lo vede. "Come procede ragazzi?! Sono venuta a controllare le condizioni di questo bel ragazzo qua e mi sono precipitata, non appena ho saputo il tutto" continua. Le sue condizioni sono stabili e sembra essere fuori pericolo. Poi si focalizza sulla posizione di mio figlio e mi domanda se è la prima volta che compie questo gesto. Rispondo con un titubante: "In effetti no!" e lei mi sfoggia un bel test di gravidanza, che in un primo momento mi sento di rifiutare perché non ho alcun sintomo. "Fidati di me! Tu per precauzione, domani mattina fallo! Poi magari non è così, ma provaci! I bambini hanno un fiuto inimmaginabile ed io ne ho visti tanti" mi convince.
La mattina seguente, ne approfitto della mattina di riposo concessa ai miei ragazzi, lascio Thijs con la mia amica e mi precipito in ospedale da Lennart, che sembra stare un pochino meglio. Ancora non ho mangiato e non sono andata in bagno. Ho troppa paura. Respiro profondamente e trovo le forze di andare a far uscire quel getto di pipì che mi avrebbe fornito una risposta. Attendo i canonici cinque minuti. Ho gli occhi lucidi: la famiglia si sta allargando di nuovo! Thijs stava tentando di comunicarmelo da giorni, e io non ho recepito il messaggio. Thijs sapeva già che sono incinta! Se ci pensate un attimo, sembra surreale ed incredibile.
Ritorno in stanza da mio marito, esordendo con un bel: "Congratulazioni per la doppietta, sei il calciatore del mese!" come metafora. Mi guarda malissimo. Poi si emoziona e capisce che sta per diventare padre ancora. Questa volta, il cucciolo è stato cercato, ma siamo spaventati per "problemi di cuore" più che con Thijs. Lennart mi fissa negli occhi e mi dice: "Temo che non potrò dedicare alcun goal a questa nuova vita dentro di te!" abbassando lo sguardo. Una lieta notizia avrà anche portato un po' di luce in questi due giorni tragici, ma è una luce che non brilla come dovrebbe a causa del terrore di entrambi. Per la prima volta, sono a corto di discorsi di incoraggiamento. Non so quale sia la scelta più opportuna: lasciargli una minima speranza di non appendere gli scarpini al chiodo oppure tagliare la testa al toro e dire che si deve ritirare per il suo bene? Non so proprio cosa fare e regna il silenzio. "Cambiamo discorso...come faccio a non essermi accorta che in me stava cambiando qualcosa? Con Thijs me ne ero resa conto subito e non lo accettavo. Ora credevo di essere diventata una donna più consapevole, ma è proprio vero che ogni esperienza è a se!" mi chiedo. Poi penso anche che questa sarà la mia ultima stagione in panchina perché con due figli diventa complicato e il contratto di Lennart è in scadenza a fine anno. Entrambi concordiamo che forse, una nuova esperienza è un toccasana per entrambi, ma realizziamo che dovremo compierla fuori dal campo. Mah, non so cosa abbia riservato il futuro per noi, ma, prima o poi dobbiamo scoprirlo. Una cosa è certa: le nostre carriere non sono stroncate, semplicemente hanno intrapreso nuove strade che, all' inizio, possono spaventare, ma poi comprendi che le soddisfazioni possono arrivare comunque.
Ah, dimenticavo...come comunicare a Thijs che diventerà un fratello maggiore? Beh...quando Lennart sarà dimesso ci penseremo, ma di sicuro andrà fatto in maniera divertente e facendogli capire che sarà ancora parte del nostro mondo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top