Capitolo 2

Spalanco gli occhi all'improvviso. "Aimee Lynn! Aimee Lynn!" cerco di chiamarla disperatamente. Mi guardo attorno. Tiro un urlo dalla potenza assurda. Non capisco dove sono: perché sono distesa su un....PRATO VERDE??? Oh cazzo! Come ci sono finita qui? Non saprei dare nessuna spiegazione valida. Ad un certo punto, si avvicina un ragazzo e io cerco di non farmi toccare a causa del terrore che provavo nei confronti della situazione. Una cosa è certa: questo giovane è bellissimo!!! Fisico scolpito e un metro e novanta di altezza, ricciolini biondi alla Vojvoda e occhi di un bellissimo nocciola brillante. Si presenta. Il suo nome è Aleksej Derkach ed è Ucraino. Scambiamo due chiacchiere e, al termine, telefono alla mia amica, che, grazie al cielo, risponde subito. "Aimee Lynn, che sta succedendo?" "Ciao cara! Dovresti saperlo meglio di me: l'allenatore della nuova squadra di Almelo si è dimesso ed hanno assunto te sentendoti parlare di tattica" "Aimee Lynn, stai bene?" "Sisi tu piuttosto non tanto: aggiungo anche che siete qualificati ai gironi di Champions League" e alla fine, svengo di nuovo ponendo fine alla conversazione nella peggiore delle maniere. Fino a ieri, ero una ragazza normalissima e ora, solo perché avevo confessato di voler essere allenatrice alla mia amica tramite annuncio ufficiale, mi state dicendo che lo sono improvvisamente??? No! No! No! No! Svegliatemi, datemi una sberla, non è possibile! A quel punto, torna Aleksej che vuole accertarsi delle mie condizioni e mi presenta il capitano della squadra: Dirk, di origini maliane, e dotato di un fascino africano pazzesco impreziosito da treccine e occhi neri lucenti. Alla fine del loro allenamento autogestito, continuo a non capire e non avendo il patentino non so da che parte girarmi. Mi viene l' idea di chiamare Robin e farmi raccontare dei suoi estenuanti allenamenti, ma non mi risponde. Sono abbandonata al mio destino e non so cosa farci. Rialzandomi, trovo un foglio con nomi e date di nascita. Ma chi sono ste persone? In 20 anni che seguo il calcio perché non li ho mai sentiti?? E soprattutto la squadra non la conosceva nessuno. Mi suona il telefono. È Robin! Rispondo. "Ciao bella, non ci sentiamo da una vita! Hai bisogno di consigli per giocare alla play contro tuo fratello?!" ridacchia. "No peggio! Devo allenare una squadra qualificata ai gironi di champions! Mi serve aiuto..." "Ah sisi ho sentito al telegionale! Complimenti vivissimi, davvero?!" Io basita. Io trasecolata. Ma seriamente lo sanno tutti tranne me? No basta mondo! Piantala di prendermi per il culo! Ti prego!
La conversazione procede con alcune dritte, ma io avevo bisogno di sedute concrete per imparare. Torno a casa per prenotare un Last Minute direzione Malpensa, dovevo recarmi subito dai miei zii. Subito! Ma anche qua non mancano le sorprese...mi guardo allo specchio e ho almeno ventisei anni a giudicare dal mio specchio. Mio fratello è un gran bel ragazzo adolescente. Oddio santo. Che cazzo sta capitando??? Aiutatemi!!! Guardo nel calendario e non ho sbagliato di tanto: improvvisamente sono finita nel 2025. NO BASTA! FERMATE IL GIOCO! E come se non bastasse devo anche gestire il calciomercato. No! No! No! In che realtà parallela sto vivendo???
Mi siedo in camera e accendo il computer. Finalmente mi siedo a cercare questi biglietti per l'Italia. Ho sete. Tanta anche. "Lennaaaart! Mi porti un bicchiere di acqua frizzante con il limone per favore?" gli chiedo. Ovviamente, da maschio adolescente e rompi scatole sbuffa, ma obbedisce. "Vado ad allenamento! Stanno pensando di farmi esordire in prima squadra!" mi dice. "Come scusa?! Ma è stupendo!" esclamo io esultando. Voglio abbracciarlo, ma mi dice che è troppo grande per le coccole. In quel momento arriva una notifica da...Lennart?! Con scritto "conosciamoci?!" Richiamo mio fratello all' ordine. Non deve essere ancora arrivato al campo perché mi risponde subito.


"Pronto Lennart?! Ma sei ubriaco?!"
"Che vuoi?"
"Mi hai scritto tu di conoscerci"
"Io?! Ma non credo proprio..."
"Ti mando lo screen?"
"Giuro non sono stato io"


Gli chiudo la telefonata su due piedi perché sono stufa che mi prenda in giro. Capisco l'adolescenza e capisco l' essere maschio, ma sono pur sempre sua sorella di dieci anni più grande: un po' di rispetto!
Continuo la mia ricerca per questi benedetti biglietti. Mi arriva un altro messaggio da Lennart e sono sempre più stranita. Ma perché mio fratello si allena con il telefono?! No Arya, non ha senso tutto questo. Apro il messaggio. Recitava le seguenti parole: "Non so se ti ricordi di me, ma sono l'amico di Robin e ho giocato anche io nell' Heracles sostituendolo quando si era trasferito a Bergamo, dove l' avevo raggiunto ormai 5 anni fa. Ora sono a Cagliari ed in scadenza di contratto, se hai bisogno ti do una mano con la tua squadra. Robin mi ha parlato tanto di te e sembri un tipo tosto".
Io rimango pietrificata sulla sedia senza svenire per l'ennesima volta e non capisco come abbia potuto reggere. Mi ha scritto Lennart Czyborra. Si. Avete capito bene. Lennart Czyborra. Ovviamente io accetto e scrivo subito alla dirigenza che lo vorrei allenare in squadra. Le mie ricerche mutano in "biglietti per Cagliari" ma i miei genitori non devono assolutamente venire a conoscenza di ciò. Oh che bello! Ecco un last minute con partenza datata 25/7, il che significa fra tre giorni, così avrei potuto spiegare la situazione ad Aimee Lynn. La contatto e mi dice che tra meno di un'ora sarebbe arrivata a casa mia con una vaschetta di gelato per festeggiare. Dopo dieci minuti suona il campanello ed io la apro con un sorriso a trentadue denti. Mi salta addosso. Dopo i festeggiamenti iniziali, saliamo in camera mia: una mansarda abitabile ed enorme sui toni del bianco e con il soffitto di legno chiaro, dotata di bagno e terrazzino con mini piscina gonfiabile. Lusso puro in sostanza. O almeno per quanto sia considerabile tale.
"Tu che non ti sei mai interessata ai ragazzi hai un'opportunità del genere! Non sai quanto ti invidio amica mia!" mi dice finché si riempiva il suo bicchiere di gelato alla nocciola. La mando simpaticamente a quel paese sebbene avesse ragione: lei era stata con tutti i più fighi del nostro vecchio liceo e non mi filava nessuno. Ma è anche vero che ero impegnata a terminare con il massimo dei voti e non avevo molta vita sociale all'epoca, quindi ci sta che io non provassi chissà che invidia per la mia amica. Poi sono del parere che una buona attesa ci possa presentare una persona adatta a noi. Dopo il discorso "ragazzi", ci spostiamo al discorso "futuro" e mi promette che fungerà da copertura con i miei familiari e dirà loro che sono andata dagli zii in Italia. Inoltre, aggiunge di essere fiera di me e dei traguardi che sto raggiungendo e mi aiuta a scrivere il messaggio per rispondere a Lennart (non mio fratello, sia chiaro) e chiedergli dove incontrarci dal vivo. Sembra tutto così strano. La mia vita è cambiata in un secondo e non capisco ancora come sia potuto accadere.
Arrivano improvvisamente le tre del pomeriggio e devo andare ad allenare i miei ragazzi. Aimee Lynn si offre di accompagnarmi e mi chiede di poter assistere. Acconsento. A fine allenamento, Aleksej si avvicina a me e prova a baciarmi, ma io respingo in quanto sono la sua allenatrice e esigo che venga rispettato il distacco professionale. Aimee Lynn mi dice che sono pazza ad aver rifiutato un bacio da un figo simile, ma io le rispondo che le regole sono regole. E poi non sono nemmeno in vena di smancerie perché c'è un altro pensiero che mi frulla per la testa: "Dov' è capitano Dirk? Strano che non si sia presentato. Senza avvisare per di più. Di solito è il primo che arriva e l'ultimo ad andarsene" mi ripeto. Per fortuna, anche la mia amica si accorge che un bacio sarebbe stato inopportuno in quel momento e che le preoccupazioni principali mie sono altre. In quel momento, mi sale l' angoscia del dover partire anche se mi fido ciecamente del mio vice allenatore. Mi auguro non succeda nulla durante la mia assenza, d' altronde si tratta di una settimana sola, che dovrebbe essere poca, ma abbastanza sufficiente per il nascere dei guai di ogni tipo. Poco dopo torno a casa e mi stendo sul divano del salotto a pensare a varie dinamiche. Non so perché, ma se Aimee Lynn iniziasse a provarci con Aleksej mi darebbe un leggero fastidio. Dopo però torno in me e penso ad alta voce: "Ripetiamo tutti insieme: Aleksej è come se fosse lo studente e tu la professoressa, quindi non si può nemmeno pensarla questa cosa".
Tutti questi pensieri mi stancano la mente, ma arriva un messaggio di Lennart che mi sottolinea il suo desiderio di conoscermi quando arriverò in Italia.
Per la prima volta in vita mia, ho i sentimenti impazziti e non riesco a dormire perché non riesco a spegnerli. O almeno a metterli in standby...

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