Capitolo 19
Abbiamo vinto il campionato e la Champions e ora ci stiamo godendo le vacanze da vincitori e da sposati. L' unico problema è che non possiamo prenotare alcun viaggio perché io potrei partorire da un giorno all' altro. Sono alla fine e tra pochi giorni, in teoria, Thijs arriverà a farci compagnia. Confesso, sto passando questi ultimi giorni in preda ad un senso di angoscia assurdo. Lennart è un bravissimo marito ed ha persino imparato a cucinare in maniera decente: pensate che è un mese che non buttiamo via pentole o padelle a causa di bruciature o cose del genere.
In questi giorni mi è sempre attorno: la sua indole affettuosa non è calata per niente, ma ormai è un ragazzo forte, sano e ha iniziato a credere in se stesso, conquistandosi un posto da titolare nella mia squadra e ha persino dedicato un goal a me e a suo figlio durante l' ultima giornata di campionato, esultando recandosi in panchina per baciarmi in diretta tv e confermare la nostra relazione. Addirittura, il giorno dopo, sono venuta a sapere che il telecronista ha detto: "Ah ecco perché questo ragazzo è rinato! Lei non è solo la sua allenatrice, non ci posso credere, sono stupendi! Non avevo mai visto una scena simile in tutta la storia del calcio europeo...che meraviglia! Ci vorrebbero più allenatrici come lei: è proprio una vincente, è determinata e le sue squadre sono proprio belle da vedere per la qualità del gioco. Magari non fidanzate con un proprio giocatore, ma questo, se non compromette i risultati, allora va bene e, lo ripeto, è una cosa carinissima!"
Ma non è finita qua: quando Lennart è stato intervistato nel dopo partita, gli hanno fatto i complimenti e, sapendo quanto sono massacranti i miei allenamenti, gli hanno chiesto se mi avesse conquistata con la tattica. Lui ha negato ed ha ammesso di avermi conquistata con il potere della dolcezza, ma, in contrasto a ciò, mi ha simpaticamente definita una rompi anche in casa, cosa che non posso negare, ma ha detto che a lui piaccio un sacco così. Un' altra domanda a lui rivolta è stata riguardo la sua esultanza dalla quale hanno dedotto che stessimo per costruire una famiglia. Devo confessare che, dopo quel goal, ero un po' infastidita perché aveva spiattellato la nostra relazione a tutto il mondo, ma poi ho realizzato che sarebbe uscita comunque questa storia e sono stata addolcita dalle reazioni altrui e, onestamente, va bene così.
In questo momento siamo nel terrazzo con la piscina a rilassarci e a fingere di essere al mare. Siamo sul lettino e sono seduta in braccio a lui che mi sta chiedendo se sono pronta e mi inizia a massaggiare le spalle per evitare che mi irrigidisca troppo. Diciamo che è una tradizione quasi giornaliera, ma quel giorno non sembra funzionare e non capisco perché. Mi sento strana e ho dei dolori assurdi. "Lennart..." esclamo preoccupata. "Che sta succedendo?!" mi chiede. "Credo mi si siano rotte le acque, ho malissimo, portami in ospedale, ho le prime contrazioni! Cazzo che dolore!" e, neanche il tempo di finire la frase, mi prende su, andiamo in auto e mi accompagna in ospedale a tempo di record. Una volta arrivati, gli domando se se la sente di entrare con me e la risposta è affermativa, nonostante la sua paura di svenire. Le contrazioni sono sempre più frequenti e i dolori sono atroci. Lennart mi sta tenendo la mano e mi incita a spingere e respirare. L' ostetrica mi conferma che sta andando tutto per il verso giusto. A me sembra di morire, ma mi sto concentrando sulla frase "I dolori del parto spariscono subito vedendo il piccolo" ma non sembra funzionare molto. Non so se dico questo perché non ho mai avuto figli prima o perché sono spaventata dal momento, ma una cosa è certa: non vedo l' ora di scoprire che aspetto ha. Finalmente sta uscendo la testina e, dopo un paio d' ore, il grosso del lavoro sembra essere compiuto. Ultime spinte, dai Arya, sei forte! Lo sento piangere, ho le lacrime agli occhi. "Eccolo qui, ve lo ripulisco e poi ve lo presento! Vi anticipo una cosa: è proprio un bel cucciolino! Ma non c'erano dubbi con due genitori come voi!" ci svela la dottoressa. Lennart in quel momento mi bacia e mi ricorda quanto sia fiero di me. Dopo circa dieci minuti, ecco il nostro Thijs. "Come ti somiglia!" esclamo io guardando mio marito. "In realtà penso che assomigli più a te!" mi risponde. In effetti, è proprio un mix riuscito: carnagione scura come la mia e capelli biondissimi come i suoi. La forma degli occhi è la sua, ma non sappiamo il colore definitivo anche se entrambi li abbiamo azzurri. Non sappiamo descrivere a parole ciò che stiamo provando: da una parte siamo felicissimi, ma dall' altra, ci stiamo rendendo conto che è come se stesse partendo la nostra vita da zero. Ma questa data ce la segniamo per sempre sui nostri cuori: 28 giugno 2026 è nato il nostro principino. Doveva nascere il 5 luglio, proprio come il nostro amico Robin, ma forse è nato prima perché non vedeva l' ora di conoscerci, o forse perché magari sa di essere un talento in qualcosa e non poteva più aspettare di nascere e crescere per dimostrarcelo. Sappi, piccolino, che qualunque persona diventerai, saremo sempre orgogliosi di te e ti supporteremo.
La mattina seguente, Aimee-Lynn, i miei genitori, Lenny e il suo fidanzato vengono a trovarci. "Amoreeee!" esclama la mia amica, con quella classica vocina tipica di chi vede un bambino o un cagnolino. I miei genitori si congratulano con noi e ci chiedono se possono già prenderlo in braccio. Sono titubante, ma sono loro i nonni e hanno tenuto in braccio anche me e mio fratello appena nati, quindi acconsento. Poi anche Lenny si esprime: "Mi sento fortunatissimo ad essere zio a soli 16 anni! Anche se ormai hai una vita e non ti posso più rompere le scatole, sarai sempre la mia sorellona! Ps. Questo bimbo è bello come me, posso farmi un selfie per instagram!?" Mi chiede, ma la mia risposta è no. Ma non è finita qui: poco dopo entra anche Aleksej dichiarando di portarmi i saluti anche a nome degli altri e ci chiede se stiamo bene.
Così piccolo e già così deciso: Thijs non sembra molto gradire la gente e sta piangendo senza sosta. Non capisco se abbia fame o sonno. Non capisco proprio, ma è il mio compito decifrare i vari tipi di pianto perché non parlerà per un bel po' di mesi. Provo ad allattarlo, ma non serve. Lo faccio dondolare, ma non serve nemmeno quello e, infatti, non smette nemmeno se riposto sulla culla. Non appena torniamo da soli e dopo aver salutato i nostri ospiti, Lennart ha un' illuminazione: lo prende in braccio, si siede sul letto ed inizia a cantargli sottovoce una canzone vecchia di Chris Brown che ho sempre adorato: Don't Think They Know, in duetto con Aaliyah. Si addormenta in poco tempo e devo essere sincera: Robin aveva ragione a dire che ha una bella voce! Non a caso, mi metto ad armonizzare e a cantare le parti femminili. Sono commossa: ha tranquillizzato il nostro bimbo con una delicatezza rara.
Un paio di giorni dopo, torniamo a casa e la nostra gattina sembra gelosa. Suona il campanello. "Apri che è Robin!" mi urla da sopra. Robin con tutta la famiglia: una sorpresa meravigliosa.
Quella sera decidiamo di condividere un momento di allegria simboleggiato dalla pizza e dalle chiacchiere. A fine cena, mentre io cerco di calmare Thijs e di farlo addormentare, Lennart si alza in piedi e recita le seguenti parole: "Ho lottato tutta la vita per un posto da titolare che ho ottenuto grazie a mia moglie. Ora, però, ho capito una cosa più importante: non importa se vivi una carriera piena di trofei o fai il record di presenze, perché l' importante è aver realizzato il proprio sogno e dare sempre il massimo alla fine di mantenerlo vivo. E poi...l' unica squadra in cui vorrei essere sempre titolare è costituita dalla mia famiglia e i miei amici che mi sostengono sempre. Un team perfetto non è quello che ti fa vincere più titoli, ma quello che ti fa star bene con te stesso. E poi, Thijs mi rivolgo a te: quel che ti ricorderai non saranno solo i trofei vinti dalle squadre di tua mamma o le panchine di tuo papà: saranno l' affetto e i valori trasmessi, le esperienze che farai..."
Beh, che dire: qualcuno ha imparato una lezione importante e sono veramente fiera di quello che ha detto. Ha mostrato la sicurezza che ha cercato per un sacco di tempo e finalmente si vede che sta proprio bene con se stesso. Gli avevo sempre detto che sarebbe arrivato il suo momento per brillare, ed ora è una stella vera e propria. Ti amo amore mio, e non vedo l' ora di trascorrere il resto della vita con te.
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