Capitolo 17
Manca sempre meno al nostro matrimonio e siamo anche a buon punto con i preparativi. Senza contare che, strano ma vero, ho trovato un bell' abito che mi stia bene nonostante le forme da ragazza alle ultime settimane di gestazione. Sono seduta al tavolo del salotto per gestire i posti degli invitati: su questo argomento sono in crisi tranne per una cosa: mio fratello deve sedersi vicino a noi e stare a fianco di Lennart. Lo devo ad entrambi per il loro rapporto di amicizia e solidarietà che hanno l' uno con l' altro. Io sono emozionata, davvero...soprattutto se penso che ho passato la mia vita a sostenere che non mi sarei mai fidanzata. "Lennart...tutto ok?!" chiedo, notando che è chiuso in bagno da diversi minuti. "Si...più o meno" mi risponde timidamente. Mi reco nella stanza per controllare cosa stesse succedendo. Noto che è inginocchiato davanti alla tazza del water e, dall' odore, capisco che ha appena vomitato. Mi inginocchio a mia volta e appoggio la mia mano sul mio braccio. Mi guarda, io gli sorrido. "Sei preoccupato perché ci sposiamo? Cosa ti causa questi attacchi di ansia? Parlami! Sono un libro aperto." gli sussurro. Prima di iniziare a parlare, vomita nuovamente. Mi avvicino un po' di più. "Non mi va tanto oggi, voglio stare un po' da solo!" mi risponde con tono apatico. "Come posso aiutarti se non apri bocca?" rispondo a mia volta. Promette di parlarmene, ma oggi sembra proprio non aver voglia. Io so che forzare le persone non è mai una buona mossa, quindi sono tornata di là. So anche che, quando è in ansia per qualcosa, nei momenti peggiori vomita e desidera essere lasciato in pace, ma è più forte di me non fargli sentire la mia vicinanza.
Dopo un po', Lennart esce dal bagno e mi comunica la sua intenzione di andare a dormire. "Vado a letto!" sentenzia con la bocca piena, mentre mastica del pane per tentare di assorbire gli acidi. Mi sembra una buona idea, ma prima gli chiedo se posso abbracciarlo. Strano ma nega. Deve essere proprio ko. Nel frattempo, arriva a trovarmi la mia amica che suona il campanello e la faccio entrare. "Ciaoooo amica!"! grida quasi, non appena entra dalla porta. "Shh! Ti chiedo di parlare piano perché Lennart dorme o almeno ci prova!" la blocco io. Aimee Lynn si scusa, ma rimane stupita che fossero solo le quattro e mezza. "Già a letto?!" Mi chiede. "Si, non sta tanto bene! Dopo una vita ha avuto un attacco di ansia di quelli forti tipici suoi" "Vomito?" "Esatto, ha persino rifiutato un abbraccio." concludo io. Aimee Lynn si augura che si riprenda presto. Ci sediamo sul divano a parlare. "Mi raccomando, quando ci sarai tu nella prima parte del campionato, cerca di capire i ragazzi e di parlare con loro. Poi, se sbagliano, bastonali pure! E con Lennart stai attenta perché, come ben sai, è molto fragile: spronalo, motivalo, fagli notare dove sbaglia, ma cerca di non perdere la pazienza." spiego alla mia partner in crime, che comprende al volo. Mi chiede un po' d' acqua fresca e io le dico di prendersela come fosse a casa sua, io vado a vedere come sta Lennart. Salgo in camera in punta di piedi. Per fortuna sta dormendo ed è in compagnia della nostra micia, che gli si è affiancata per dormire a sua volta. Credo che quella gatta sappia esattamente quando lui sta male perché gli è accanto ogni volta. Gli tiro su la coperta per assicurarmi che lui stia al caldo almeno con lo stomaco. "Vedrai che presto ti sentirai bene e che i giorni migliori sono in arrivo" gli parlo sottovoce. Torno giù e confermo che il mio futuro marito sta dormendo e che non sembra aver avuto sintomi strani in questo arco di tempo. "Non voglio intromettermi, ma visto che siamo in confidenza e io so tutta la storia te lo chiedo: non è che Lennart si induca il vomito? Riflettici un attimo...l' hai mai visto vomitare? E poi...avendo anche passato crisi di binge eating, vorrà rimettersi in forma!" mi domanda. Silenzio di tomba attorno a noi. In effetti no che non l' ho mai visto vomitare in diretta prima di qualche ora fa, sebbene capisca quando è in ansia. Ed effettivamente ha ragione: ultimamente vuole essere in forma per giocare. Senza contare che si sarà sistemata la leggera aritmia, ma le crisi di vomito ci sono ancora: la prima era causata dall' ansia da prestazione, ma ora ho il dubbio delle seconde. Inizio ad impanicarmi e Aimee Lynn si scusa per aver parlato troppo. A sua grande sorpresa, la ringrazio perché potrebbe avergli salvato la vita. Io sono disperata perché non mi sono accorta della vera sofferenza del ragazzo che sto per sposare, ma solo dei sintomi e delle conseguenze. La mia amica mi consola e cerca di rassicurarmi dicendomi che magari è solo un suo ragionamento.
Dal momento che Lennart continua a riposare, decidiamo di uscire ed andare a far la spesa insieme. Proprio in quel momento, mi scrive il mio fratellino, chiedendomi se sono a casa perché vuole presentarmi il suo fidanzato, ma non posso in quel momento, quindi gli chiedo se può ripassare domani. Torno a casa e vedo che il mio ragazzo è sceso e si sta preparando qualcosa di caldo da bere. Lo raggiungo in cucina e mi affianco a lui senza dire nulla. "Possiamo parlare di un dubbio che mi è salito oggi? Ma, per caso, ti stimoli da solo l' emissione? Diciamo così." chiedo dopo qualche secondo di silenzio. Lui mi guarda un po' storto, come avessi sparato un eresia. "La risposta esatta è "in parte" a dire il vero" inizia. Sono angosciata per il seguito. "Durante il periodo delle abbuffate ci ho provato varie volte, perché mi vergognavo di come mi stava cambiando il corpo. Ma non ci sono mai riuscito perché non ho il riflesso faringeo e questo potrebbe avermi salvato, ripensandoci ora. Mentre l' ansia mi ha sempre colpito l' apparato digerente senza aiuti strani...ci sono abituato" conclude. Io che mi accorgo sempre di tutto, non ho mai realizzato che sto per sposare un ragazzo che ha sofferto di attacchi di bulimia. E che, a volte, ha ancora alcuni pensieri. O forse non volevo realizzare che la verità fosse proprio quella. Se non avessi un' amica che mi ha svegliata su questo fronte, forse ora non avrei altri strumenti per aiutarlo. "Tu stavi peggio di quanto immaginassi. Ti ho sgridato più volte per ciò che mangiavi privandotelo e non ho considerato che stessi combattendo un brutto mostro" quasi singhiozzo. "Piccola! Non devi assolutamente preoccuparti...è proprio dandomi una scossa che hai fatto sì che il peggio passasse. E poi...ormai ho più fiducia nelle mie capacità e più stimoli rispetto a qualche mese fa. Io posso finalmente dire di essermi quasi ripreso del tutto. Una persona molto speciale mi ha insegnato che con la volontà si può tutto e che è tutta una questione di testa ciò che ci accade nella vita e anche come ci sentiamo e percepiamo." mi risponde. La nostra conversazione continua senza ne paure ne pregiudizi e capisco che si sta mettendo in discussione come marito e come figura paterna, ma, al tempo stesso, vuole superare i suoi scogli mentali per essere più forte, pensare positivo e lasciarsi questi mesi bui alle spalle.
Il giorno dopo, decidiamo di incontrare mio fratello e il suo fidanzato al parco. Lenny e Lennart si abbracciano di gusto come di consuetudine e, intanto, il ragazzo di mio fratello si presenta a me: si chiama Hakan ed è figlio di padre turco e madre portoghese. Si sono conosciuti a lezione di geografia, ma lui ha un anno in più ed è ripetente. Conoscendolo, comprendo perfettamente che è un bravo ragazzo e molto intelligente, segno che la non bravura a scuola non è sinonimo di stupidità. Infine, è pure un bel ragazzo: alto, carnagione olivastra, occhi e capelli scuri...ma questo è un altro discorso!!!
Noi quattro, ci sediamo su una panchina lontana dalla gente e iniziamo a raccontarci come abbiamo conosciuto e come ci siamo innamorati delle nostre rispettive metà, anche raccontando aneddoti da ridere. Non appena giunge il tramonto, Hakan si rende conto che deve tornare a casa, ma prima chiede sia a me, che a Lennart una foto ed un autografo, che gli offriamo molto volentieri. Fa persino i complimenti ad entrambi: a me per la stagione e i titoli conquistati, mentre a Lennart per la prestazione e il goal in finale di Champions e gli suggerisce di continuare a credere in se stesso. Quando rimaniamo soli, ci fissiamo e lui mi confessa che per la prima volta si è sentito davvero amato dai tifosi e che ha capito che al mondo ci sono brave persone che ti sanno strappare un sorriso e ti fanno sentire e vedere positivo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top