Capitolo 15
Sono le cinque del mattino del tre maggio.
Oggi è il compleanno di Lennart e voglio preparargli una colazione speciale: una bella torta elaborata!
Vi ricordate che, ad inizio libro avevo detto di non saper cucinare? Ecco, in realtà a me piace molto smanettare in cucina. Al primo appuntamento con il mio attuale ragazzo gli avevo portato la colazione a letto solo perché era infortunato, dicendogli che ero impedita in cucina solo per mettere in chiaro che non sono la ragazza stereotipata. La vera frana in ambito è lui!
Ora mi chiedo: gliel' ho portata a letto perché, inconsciamente, provavo qualcosa per lui già all' epoca sebbene lo avessi appena conosciuto? Ripensandoci, forse è la prova che il colpo di fulmine, in amore, esiste.
Forse è proprio così, io ho iniziato a provare dei sentimenti per Lennart, nel momento in cui mi aveva offerto la camomilla per dormire, la prima volta che mi aveva ospitata a casa sua. Semplice: lo negavo a me stessa non so per quale motivo. Non ascoltare il proprio cuore, a volte, è deleterio...ma si può sempre rimediare!
Sto cercando di impastare il più in silenzio possibile, anche perché mio fratello vive ancora da noi e non ha ancora avuto il coraggio di affrontare i nostri genitori ed entrambi stanno dormendo beatamente.
Terminata la cottura in forno, ormai sono le sette e mezza e decido di portargli una fetta a letto, per fargli una sorpresa: questa torta è una specie di crostata cioccolato e pere, con una crema segreta inventata da me. Entro in camera con il vassoio. "Buongiorno amore! In onore del nostro primo incontro ti porto una colazione fatta con le mie mani a letto! È un dolce speciale per una giornata speciale: Tanti auguri campione mio!" annuncio entusiasta. Mi siedo di fianco a lui che mi bacia in bocca. "Grazie a te, mia principessa!" mi risponde. Poi noto che ha lo sguardo perso a fissare la torta. "Qualcosa non va? Ho usato ingredienti che non ti piacciono?" domando preoccupata. "No è solo che mi è passato un brutto pensiero per la testa!" si limita a dirmi. Gli porgo la mia mano sulla mia spalla e lo invito ad aprirsi. "Ho paura di ricominciare ad abbuffarmi se la mangio!" spara tutto d' un fiato. Gli stringo la mano il più forte che riesco. "Quanto tempo è che non hai una crisi?" gli chiedo. Mi confessa che all' inizio di aprile è caduto in tentazione un paio di volte perché non è riuscito a trattenere i suoi istinti. In una delle due volte si è addirittura finito il sacchetto di meringhe del mio cassetto delle decorazioni per torte. Da questo episodio, in cui si è reso conto di aver toccato il fondo, ha iniziato a vedere il cibo, in particolare il dolce, come un nemico di cui aver paura. Aggiunge anche che, certi momenti sono stati molto difficili per la sua paura di non saper gestire la sua fame emotiva e di perdere la forma di nuovo e si è negato tutti i piaceri culinari, non sgarrando mai alla dieta. Almeno i suoi pensieri negativi si stanno riducendo, ma a volte tornano anche per qualche secondo. Continuo a stringere la sua mano. "Tesoro...dai che andrà tutto per il verso giusto! Sei stato forte fino ad adesso. Anzi, tu sei un ragazzo forte, ma è solo che, a volte, non ti rendi conto di quanto tu lo sia. Nelle ultime settimane ti avevo visto proprio bene, ammetto...non pensavo ti tornassero in testa certe dinamiche, ma già il fatto che tu sia riuscito a dirti "no" in buona parte delle situazioni e che tu riesca a parlarne con le persone a te care, significa che stai guarendo e che sei sulla buona strada. Ma sai, a volte bisogna soddisfare il proprio palato, perché altrimenti ci si ricasca di sicuro. Mi rendo conto che possa sembrare un controsenso, ma se a te piacciono certi sapori, è bene gustarli ogni tanto e togliersi la voglia. Con questo discorso non ti sto obbligatorio a mangiare, ma ti sto solo fornendo un supporto morale. E comunque sappi che non sei solo ed ogni volta che avrai bisogno di aiuto, sarò sempre al tuo fianco." dico cercando di rincuorarlo. A quel punto, assaggia un pezzo di torta e ammette che è davvero squisita. "Ti sembra normale che io sia giù di corda, il giorno del mio compleanno? Grazie per avermi tirato su con questa bontà e avermi fatto capire che posso mangiarla senza sensi di colpa!" mi chiede ed afferma. "Beh può capitare: nessuno ha il controllo delle proprie emozioni!" mi limito ad esclamare. Devo fare qualcosa! Almeno un sorriso glielo devo strappare: lo noto che mi sta rispondendo così, solo per ripagare gli sforzi della mia sorpresa e vedo il timore della ricaduta nei suoi occhi. Prima di andarmene, gli sfoggio una piccola chicca che, almeno, lo fa sorridere: "Ricordati sempre che una mentalità flessibile è la miglior medicina in questi casi. Quando senti che stai per perdere il controllo, pensa alla seguente frase: "Se sto giocando da schifo, vale la pena che io mi faccia espellere apposta? O provo a salvare la prestazione in corso e tornare sulla retta via?" Lo stesso accade con il cibo: se hai voglia di qualcosa gustatelo e torna subito in carreggiata. A volte andrà bene, altre volte meno, ma non devi preoccuparti perché siamo umani, e a tutti può capitare di cadere a volte!" e lo abbraccio. "Mi sento già meglio e più sollevato! Sei la migliore ragazza che mi sia potuta capitare!" mi sussurra in un orecchio. Io penso di essere diventata rossa più di una mela ma non ho uno specchio a portata di mano. "Però ora preparati! Sarà anche il tuo compleanno, ma non si salta l' allenamento!" esclamo cambiando il tono. Mi risponde con un "Nooooo" come farebbero i bambini, quando la maestra dice loro che non vanno in gita perché si sono comportati malissimo.
Arrivati al campetto dopo aver accompagnato mio fratello al suo, mi trovo una bella sorpresa: Aimee-Lynn è passata a salutarmi e mi annuncia che sta seguendo un corso base di allenamento per aiutare il mio vice mentre sarò in maternità. Ma come posso non amare un amica che ha sempre detestato il calcio, che fa questo per me??? Semplicemente un mito! Io mi fermo a parlare un attimo con lei e faccio cenno ai ragazzi di fare riscaldamento autonomo. Tra le altre cose, devono anche impegnarsi il doppio perché avremo vinto il campionato con un paio di giornate da anticipo, ma ci aspettano le semifinali di Champions e l' ultima giornata di campionato settimana prossima. Senza contare che oggi è pure domenica ed abbiamo giocato ieri come anticipo, ma bisogna allenarsi il più possibile e non c'è tempo per troppi giorni di riposo. Credo che in questo momento mi stiano detestando tutti, ma sono dei professionisti: testa bassa e lavorare.
Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, decido di affidare l' ultima parte di seduta di allenamento al mio vice perché c' è una questione più importante da risolvere: mio fratello mi chiama e mi dice che ha trovato il coraggio di parlare con mamma e papà, ma vorrebbe che presenziassi pure io. Arrivati nella mia vecchia casa, ci sediamo al tavolo in cucina con dei crostini preparati da nostra madre come snack, allo scopo di sentirci a nostro agio. "Ci dispiace molto, per come ti abbiamo fatto sentire!" inizia mia madre rivolgendosi a Lenny. "È che non ce lo aspettavamo proprio: siamo caduti nello stereotipo del ragazzo omosessuale propenso alla femminilità e tu sei sempre stato un maschiaccio" continua. Lenny scoppia a piangere per la situazione e io cerco di consolarlo. Mia madre si inginocchia davanti a lui e implora perdono. Prega che lui torni a casa e gli dice, a nome sia suo che di papà, che sono stati molto in pensiero per lui in questi giorni e che sarà sempre il suo bambino indipendentemente da qualsiasi cosa. Inoltre, mio padre interviene dicendo che non vedono l' ora di conoscere il suo ragazzo, non appena ammette di star frequentando un suo compagno di scuola.
Stasera, decidiamo di non festeggiare a ristorante, ma a casa a lume di candela perché questo ultimo trimestre di gravidanza mi causa più sonnolenza dei due precedenti. Subito dopo la cena, gli consegno il mio regalo di compleanno, del quale sembra proprio entusiasta: gli ho comprato, in anteprima sfruttando una prevendita, le nuove scarpe da calcio futuristiche e con una tecnologia super protettiva dagli infortuni. Pensate che hanno alle spalle ben cinque anni di progettazione. Mi bacia in maniera molto appassionata. Poi, decidiamo di passare alla serata vera e propria. Anche se, per ovvie ragioni, tra cui le complicanze di cui vi avevo parlato, non possiamo avere rapporti passionali, riusciamo a passare una delle notti più belle solo coccolandoci davanti ad un bel film, seguito da una bella serie di chiacchierate notturne sugli argomenti più disparati: alcuni leggeri, altri più seri e mi dice anche che sono riuscita a trasformare una giornata storta caratterizzata dal cattivo umore, in uno dei compleanni più belli della sua vita. Inoltre, ci rendiamo conto entrambi che, a volte, basta poco per essere felici e beati e che il sesso, nelle relazioni, non è tutto. Ricordatevi gente, le chiavi di una relazione solida, matura e duratura sono anche altre: bisogna sentirsi bene con la persona amata e sempre rispettarla e sostenerla. Nessuno di noi merita di essere trattato come un oggetto o di soffrire e subire ipocrisie.
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