Capitolo 13

Iniziano i primi malumori in spogliatoio, perché Aleksej è squalificato due giornate in Champions League e non può giocare nemmeno il ritorno, dopo aver perso l' andata per 1-2 contro lo Shakhtar Donetsk. "Senza Aleksej non ce la faremo mai!" era la frase più ricorrente. A quel punto, Aleksej riunisce tutta la squadra in cerchio e mi chiede di testimoniare. Aspetta che tutti facciano silenzio. "Cari ragazzi! Io quella sera ho dato veramente di matto e non so più come scusarmi. Però non voglio più sentire che non ce la farete senza di me: un vero capitano non è colui che deve presenziare a tutte le partite, non è colui che deve sempre essere il migliore in campo e, men che meno un talismano o un Dio su cui fare affidamento. Un vero capitano sa di aver compiuto un lavoro da leader, quando la squadra affronta le difficoltà e si considera un gruppo, indipendentemente da chi c' è o non c' è in campo. È sbagliato pensare di essere dipendenti dal proprio capitano: io sono proprio come tutti voi e ognuno di noi deve mettere in campo le sue qualità, la sua grinta e i suoi valori: solo così si costruiscono i sogni!" recita tutto ad un fiato. Si alza un applauso che raramente ho sentito in vita. Sono sollevata nel vedere che vanno tutti d' accordo l' uno con l' altro e ci sono sempre nel momento del bisogno. Ormai siamo a marzo e anche i ragazzi arrivati a gennaio si sono ben integrati. Infine, ma a mio avviso molto importante anche questo, Lennart si sta aprendo con alcuni dei ragazzi, che lo stanno aiutando anche loro con i suoi problemi. In effetti, noto in lui una nuova sicurezza e mi auguro che sia un nuovo inizio per lui. Addirittura, tra di loro hanno iniziato un rito e, una sera alla settimana, si trovano a sfogarsi e a raccontarsela. Credo che per lui non ci sia un toccasana migliore, oltre al rapporto instaurato con la nostra gattina: pensate che da quando vive con noi, le sue fusa sono state una specie di miracolo poiché capaci di migliorargli il sonno e di ridurgli gli attacchi di nausea in maniera drastica. In sostanza, credo che questo periodo gli stia facendo bene e lo vedo sia in casa, che in allenamento, perché è più attivo, più regolare nella dieta e più energico e presente nella vita di tutti i giorni. Anche le sue abbuffate stanno diminuendo: in poche parole, non l' ho mai visto così in salute nell' ultimo periodo. Lui continua a ringraziare me, ma io esigo fargli capire che il merito è prima di tutto suo, perché ha avuto il coraggio di tirare fuori le palle ed affacciarsi sia alla verità, che alla vita di conseguenza.
A fine allenamento, io prendo in disparte Lennart e il mio vice, per discutere di quando sarei andata in maternità. Loro non hanno molto piacere che io partecipi alle trasferte internazionali, perché hanno paura che io non possa reggerle, dal momento che ho spesso attacchi di sonno o stanchezza, oltre a quella piccola storia della minaccia d' aborto che vi ho raccontato. Io, al contrario, sono determinata a restare in panchina fino all' ultimo. Lunedì abbiamo il volo di partenza per l' Ucraina e andare a giocarci il ritorno. Io devo essere presente a tutti i costi. "Se vuoi io sto a casa con te, visto che ancora non posso essere schierato" mi propone Lennart. Io gli dico che lui deve andare per il suo benessere e stare con i suoi nuovi amici. "Ma se succede qualcosa a te o a nostro figlio, non mi perdonerò mai per non essere stato al tuo fianco" continua. Lo prego di stare tranquillo. A quel punto, Aleksej arriva e mi avvisa che è ora di partire, così mi avvicino e comunico ai miei ragazzi la mia decisione di iniziare a riposare di più, ma che li avrei seguiti da casa lo stesso. Loro sono comprensivi più di quanto ci si possa aspettare e per fortuna. Lennart mi bacia in bocca e poi mi dice: "Amore, ci vediamo tra un paio di giorni! Fai la brava e stai serena che avrò cura di me." io sorrido perché ormai so che mi posso fidare a pieno. La sera stessa, mi reco nella nostra camera a guardare la partita, ma, ad un certo punto, verso gli ultimi dieci minuti, mi accorgo che...IL MIO RAGAZZO STA PER ENTRARE IN CAMPO?! COSA!? MA LO SAPETE CHE RISCHIAMO LA SQUALIFICA DAL TORNEO PER INGRESSO IRREGOLARE?!? E LA SUA SALUTE?! MI AVEVA RIBADITO DI ESSERE ANCORA INDISPONIBILE?!
Al termine della partita, ribaltato il risultato del turno di andata e, di conseguenza, dopo essere approdati ai quarti di finale di Champions, telefono subito al mio vice e mi faccio passare Lennart. Sono in panico e non riesco a festeggiare la qualificazione dei miei ragazzi. "Ma che cazzo ti è saltato in mente!? Non sei ancora in condizione atletica idonea, rischi di stare male se ti sforzi e, last but not least, lo sai che rischiamo una squalifica perché non saresti convocato, ma solo tesserato!?" "Stai tranquilla: primo, il mio ginocchio sta bene ormai; secondo, mi sono fatto inserire nella lista Champions dopo il girone, e poi, volevo farti una sorpresa ed era già concordata con il vice allenatore: qualche giorno fa sono stato alla visita di controllo e il medico mi ha detto che le mie condizioni cardiache sono molto migliorate, quindi posso provare, gradualmente, a riprendere a giocare e vedere come rispondono il mio cuore e il mio corpo. Ti confesso: oggi sono stato proprio bene ed è merito anche tuo, che non hai mai smesso di tartassarmi con l' allenamento". Io non so cosa dire: certo è, che ancora non è al massimo della forma ed ha sbagliato qualcosina a livello tattico, però sono davvero fiera di lui e credo che sia sulla strada giusta per tornare a livelli più alti dei precedenti.
La sera dopo il match, quando ritorna, mi chiede: "Mi scusi boss, mi può dire come ho giocato ieri sera? Mi merito un posto da titolare in futuro?" proprio entrando in casa. "Beh, devo ammettere che hai retto bene i dieci minuti più tre che hai giocato, ma hai osato poco e sbagliato qualche passaggio di troppo, oltre al fatto che se perdessi un altro paio di chili sarebbe meglio. Nel complesso, una prestazione buona per tutto quello che hai passato, essendo che sei fermo da luglio, ma bisogna puntare al top...in ogni caso, un buon inizio!" ma sembra un po' dispiaciuto, come se gli avessi frenato l' entusiasmo ed infatti il suo sguardo si intristisce. "Non è proprio quello che mi sarei aspettato di sentire...ma ti ringrazio per la critica costruttiva, la prossima volta mi impegnerò di più" mi risponde. Mi avvicino a lui e gli porgo una mano sulla spalla. Il tono mi si addolcisce: "Tutto ok?" gli domando. Mi fa cenno con la testa per dirmi di sì, ma io capisco che ci è rimasto male. "Amore...ti ho detto questo proprio perché ti amo! Stai uscendo da un periodo buio, quindi voglio spronarti a dare il meglio di te: sarei ipocrita se ti dicessi che sei stato perfetto e che sei stato divino. Ho visto tanto impegno ultimamente e la tua passione mi sembra che si sia riaccesa: stai lavorando davvero bene e fidati che è proprio così, se te lo dice l' allenatrice più severa di tutti i tempi! Sono fiera di te e sono sicura che avrai il tuo momento per tornare a brillare, non ti devi abbattere! Non sono l' unica a credere in te, pensaci un attimo: i tuoi compagni di squadra ti adorano, la tua famiglia è fiera di te, i tuoi amici storici ci sono anche in lontananza...e vedrai che conquisterai anche l' affetto dei tifosi, molto più velocemente di come hai fatto con il mio cuore. Senza contare che Thijs sarà orgoglioso di suo papà in ogni caso e sarà il suo più grande fan!" A quel discorso sembra reagire entrando in crisi e facendosi mille domande. Mi viene l' istinto di baciarlo sulle labbra, perché so che è un metodo per stordirlo e calmare il suo cervello che sta viaggiando senza sosta. Poi lo abbraccio e gli dico che va tutto bene. Sento il senso di famiglia più del solito e due cuori che battono come se ci fossimo appena conosciuti. Anzi, a dire la verità sono tre.
La mattina dopo, concedo ai miei ragazzi la mattinata di riposo e noi ci rechiamo a comprare i mobili per la camera del bimbo. Sono emozionata come una piccola di tre anni che vede per la prima volta la neve. Il passo più difficile, ammetto, è decidere i colori e la culla. Come puoi creare qualcosa per una persona che non si conosce? Non sai ne i suoi gusti, ne il suo standard di comodità.
Mentre guardiamo le camerette esposte, Lennart mi confessa le sue paure: "Credi che sia troppo passionale e possessivo? Ultimamente sto notando alcune differenze tra noi, anche pensando a ieri sera. Tu sei sempre così razionale, contenuta...io ti coccolerei in ogni istante!" "È una tua caratteristica, sei anche un toro di segno zodiacale!" ribatto io simpaticamente. "Cosa vorresti dire?" "No, scherzi a parte, dicono che i maschi torelli siano coccoloni e abbastanza gelosi, ma perché mi hai fatto questa domanda?" "Perché ho paura di trasmettere valori sbagliati a Thijs e di risultare, alla lunga, un padre soffocante. Non vorrei mai che, in futuro, si sentisse influenzato da me per le sue decisioni e non vorrei vivessimo in simbiosi: credo che il nostro compito sia crescere un ometto maturo, senza pregiudizi, indipendente e rispettoso." conclude. Mi prendo qualche secondo per riflettere. "Sinceramente...credo che sia una bella cosa il tuo mostrare amore. Semmai sono io che, a volte, sembro troppo fredda e distaccata. Quel che è certo, invece, è che sulla tua autostima c'è ancora un po' da lavorare, ma questo non significa che devi nascondere le tue fragilità a nostro figlio, anzi: non le dovresti nascondere a nessuno perché è mostrandosi in tutti i lati che si permette agli altri di conoscerti per quello che sei davvero. Quindi, non farti problemi e che non ti salti mai in mente di sopprimere e negare quello che sei: ci saranno sempre dei periodi di luce e di buio, ma in futuro avrai gli strumenti giusti per affrontarli al meglio, avrai le spalle più forti e quelle piccole debolezze che tanto detesti, saranno tue alleate e le apprezzerai. Non dimenticare che è anche grazie a loro se io e te stiamo assieme." spiego recitando un monologo quasi teatrale. "Come fai ad avere sempre le parole giuste per tutto e tutti?" mi domanda il mio ragazzo prendendomi la mano. Io non ho una risposta e gli faccio intendere che forse è una dote naturale.
Alla fine della conversazione, ci rendiamo conto che ancora non sappiamo che aspetto avrà la stanza dei sogni di Thijs, ma l' idea del verde chiaro e legno bianco ci stuzzica l' occhio parecchio e la accendiamo. In quel momento, però, la nostra felicità viene allarmata da un messaggio sul telefono di Lennart che dice "Emergenza Richiamami!" da parte di non ho capito chi.
Mi devo preoccupare? Staremo a vedere nel prossimo episodio...

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