Capitolo 11

Non potete immaginare che emozione: oggi ho avuto la mia prima ecografia con ospiti: Lennart e Aimee-Lynn sono venuti ad accompagnarmi. Il piccolo, alla fine abbiamo ceduto alla curiosità, è un maschietto e sembra essere in perfetta salute. I miei esami sono perfetti e...dall' ecografia in 3D, stampata dalla ginecologa, sembra essere uguale a suo papà, che non ho mai visto emozionarsi in questo modo: a visita in corso, mi ha delicatamente preso la mano e mi ha detto: "Che meraviglia la vita! Ancora non ci credo che la natura abbia scelto noi per mettere al mondo questo splendore" visibilmente commosso. Poi, ha preso un tono scherzoso: "Se poi è uguale a me...garanzia di bellezza e successo" ha continuato con la sua solita modestia. Aimee-Lynn scoppia a ridere e io, invece, decido di sfidarlo rispondendogli: "Tra me e te non so chi abbia fatto più panchine, ma io almeno porto risultati!" sperando che comprenda il mio essere ironica e la mia volontà di buttarla sul ridere. Aimee-Lynn dice che questa risposta brucia. Lennart mi risponde: "Vedrai che diventerò un campione!" "Ma tu sei già il mio campione, tesoro!" ribatto io fissando le sue pupille che si dilatano. La dottoressa si intromette e ci dice che si vede che abbiamo un bellissimo rapporto e che il nostro principe crescerà in un clima sano e pieno d'amore. Finita l'ecografia, sempre lei ci chiede della nostra storia clinica e, sebbene non ci siano problemi e la gravidanza stia procedendo per il meglio, ci consiglia di monitorare il cuoricino del piccolo, ma solo per sicurezza, proprio come avevamo pensato noi. Usciti dallo studio, ecco che capita un imprevisto bello e buono: uno dei miei calciatori ha accompagnato la sua fidanzata proprio qui, ad un' ecografia. "Ma buonasera! Che ci fate voi qua?!" domanda esterrefatto. "No niente, un semplice controllo" cerco di salvare il salvabile. Ma lui risponde: "Guarda che abbiamo capito tutti sai, che voi due state insieme e abbiamo già accettato la cosa per il semplice fatto che siete discreti e tu, Arya, sei equa come sempre. Ora ho anche capito il motivo per il quale ti sei ammorbidita nei modi durante gli allenamenti e faccio i complimenti sia a te, che a Lennart!" conclude. A quella risposta, non so se essere sollevata o sprofondare. Ormai il nostro segreto è svelato, ma cerco di pregare il mio allievo di non comunicarlo alla squadra, perché vorremmo essere noi a farlo.
Il giorno seguente, mi reco al centro sportivo e li richiamo tutti in circolo. "Ragazzi, vi devo comunicare una cosa, ma spero che questo non vi distragga dagli ottavi di Champions e dal campionato. Mi auguro, inoltre, di non ritrovarvi al bar ad ubriacarvi come l' ultima volta. A meno che non vogliate ripetere la tortura, non ve lo consiglio." spiego cercando di mantenere un tono neutrale. Poi Lennart si avvicina a me. Sto tremando. Apro la bocca e provo a far uscire qualche suono dalle mie corde vocali: "In realtà...da qualche mese...vi stiamo allenando...in...due!" balbetto. Aleksej mi sottolinea che, effettivamente, anche il vice è un allenatore a tutti gli effetti, e che non capisce che altro ci possa essere dietro. Poi, ha un' illuminazione e viene ad abbracciarmi seguito dal resto della squadra, perché hanno capito la situazione. I ragazzi sembrano aver accolto al meglio questa notizia, e Lennart, si sente libero di baciarmi davanti ai suoi compagni. Sempre Aleksej, riprende la parola: "Ah ah! Sapevo che nascondevi qualcosa Lennart, ma non credevo una cosa così dolce, siete bellissimi e penso di parlare a nome di tutta la squadra...siamo sicuri che vostro figlio sarà un vincente, e sarà bello come voi due...io, in qualità di capitano di questo gruppo, mi sento in dovere di dirvi che da qui in poi, ci impegneremo a lottare per raggiungere più dei risultati richiesti, vincere e mantenere il gruppo squadra intatto. Chi è con me, metta la sua mano avanti!" e tutti si riunirono ascoltando le indicazioni del loro leader.
Il pomeriggio, finito il turno di lavoro, nel tragitto verso casa mi emoziono forse più del giorno prima: noi due stiamo passando per il famoso parco mano nella mano, quando sento il mio bimbo darmi i suoi primi calcetti. Ed anche qualche singhiozzo. Lennart se ne accorge perché mi fermo di colpo e mi accarezzo la pancia. "Ascolta papà, ci sono anche io" gli comunico, imitando la voce di un bimbo piccolo. Il mio ragazzo si inginocchia ad ascoltare. In quell' istante, mi ricordo di chiamare la mia amica per comunicarle l' evento e mantenere la promessa che ci siamo fatte. Tra l'altro, proprio stasera vengono i miei genitori e mio fratello a cenare a casa nostra per celebrare il lieto evento. Perché non avete festeggiato prima, chiederete voi lettori! Beh! Una serie di incastri ed impegni: avevamo festeggiato via Zoom, ma non è lo stesso che dal vivo. Ci incamminiamo verso il nostro appartamento perché io devo iniziare a cucinare per stasera tutte le portate e riordinare la casa, ma io inciampo e sono costretta a percorrere l' ultimo pezzo di strada utilizzando il mio ragazzo come stampella, perché mi fa male la caviglia. Vengo così accompagnata dal medico che mi rassicura, dicendomi che si tratta solo di una piccola storta e che sarebbero bastati pochi giorni di riposo dell' articolazione. A quel punto, dopo essere stata fasciata, ritorniamo finalmente a casa e Lennart mi presta le sue ex stampelle, offrendosi di cucinare lui, in modo da non farmi sforzare troppo. Nel mentre, crollo nel mio mondo dei pensieri e mi viene in mente un' idea brillante, anche ripensando ad alcuni brutti episodi sia notturni, che in campo, che Lennart ha vissuto e mi viene l' idea di prendergli un cucciolo. Dall' alto dei miei studi, so molto bene che la pet terapy potrebbe realizzare davvero i miracoli, quindi un gattino potrebbe fare al caso suo, specialmente perché è una specie di animale molto più legata all' uomo di quanto si immagini: pensate che i gatti sono in grado di percepire gli stati d' animo negativi e fanno le fusa per comunicare serenità e tranquillità al padrone.
Quando mi risveglio e torno nel pianeta degli esseri umani, gli propongo di adottare un micio, ma mi confessa di essere leggermente allergico a quelle creature che tanto amerebbe. Mi metto a smanettare con il telefono alla ricerca di gatti che non causino reazioni allergiche e ne parlo con Lennart, che acconsente a pieno. "Mi prendo una pausa dai fornelli" esclama lui, non rendendosi conto che gli ospiti stanno per arrivare. Si siede di fianco a me sul divano. "Come sta la mia principessa?" mi domanda. Continua a darmi fastidio la caviglia, ma mi sembra di sentire meno dolore rispetto a prima. Lui si inginocchia per terra ed allunga le mani. Per un attimo temevo mi stesse per porgere un anello di fidanzamento e chiedere di sposarlo, invece mi stupisce e smentisce le mie pare mentali, realizzando un delicato massaggio alla mia povera caviglia fuori uso. Devo dire che è piuttosto bravo e delicato e mi domando perché non abbia pensato alla carriera di fisioterapista, ma poi rimango zitta perché lui so che aveva il sogno di giocare a calcio fin da piccolo e io non vedo l' ora di concedergli il via libera per essere schierato in campo. Intanto, da brava allenatrice oltre che fidanzata, gli sto gestendo l' alimentazione, ovviamente con l' aiuto dell' amico nutrizionista del mio vice che gestisce anche altri dei miei ragazzi, gli sto fornendo degli allenamenti mirati anche per monitorare la condizione del ginocchio e lo sto spronando a prendersi cura della sua persona. C' è una cosa che nessuno sa: Lennart è anche uno che di natura sarebbe molto goloso di dolci, ma non lo ammette e li mangia di nascosto: quando me ne sono accorta, gli ho nascosto i biscotti e la spesa la faccio io da sola. Perché sono stata così severa? Perché, negli ultimi due o tre mesi, sta un po' ingrassando, e, di sicuro, questa situazione non lo aiuterebbe ad anticipare il suo rientro in campo. Credo anche abbia una dipendenza da zuccheri e che se li procuri quando non lo vedo: lo deduco, anche questo, dal fatto che sta iniziando a mettere su un po' di pancia. Anche se ad allenamento controllo sempre le tasche dei pantaloni e di giubbotti o felpe dei miei ragazzi, per assicurarmi che non abbiano Junk Food dietro e in casa cerco di controllarlo, ma, nonostante ciò, la sua forma fisica non è al meglio e vorrei riportarlo sulla retta via, prima che sia troppo tardi. Anche se l' ho già trovato con le mani nel sacco qualche settimana fa, la sua situazione non è migliorata chissà quanto.
A volte mi dice che sono troppo dura con i metodi usati nei suoi confronti: in effetti, privare un cibo che piace è un crimine psicologico a livelli atroci, mi rendo conto, ma lui sa che sto attuando certe misure a livello temporaneo ed è intelligente per capire che sto facendo tutto questo per il suo bene. Ricordo ancora la scena di un paio di settimane fa: ero in salotto e stavo riordinando la libreria, quando mi accorgo di sportine strane che mi incuriosiscono. Metto l' occhio dentro e noto la più grande varietà di biscotti mai vista prima, che sembra provenire dalla pasticceria sotto casa. Mi insospettì il fatto che fosse in una posizione così assurda e ben nascosta. Poi, sommai anche il fatto che, ultimamente, a letto le cose non stavano andando benissimo soprattutto in ambito "coccole" ed era una vita che non facevamo un bagno di coppia. Come se non bastasse, sembrava indossare solo tute larghe da diverso tempo, come avesse necessità di nascondere il suo corpo. Quando ho collegato la cosa, ho capito che stava nascondendo qualcosa e che si vergognava di qualcos' altro. Così, non appena rientrò in casa, gli dissi: "Che buoni i biscotti portati a casa!" ma mi guardò senza dire assolutamente nulla. Mi sa che avevo toccato una nota dolente. Mi avvicinai a lui, lo fissai negli occhi come se non aspettassi altro che una confessione da scandalo. Ormai ti avevo beccato, non potevi più sfuggirmi. Continuava a regnare il silenzio tra di noi e, dopo qualche minuto, gli comunicai la mia intenzione di farmi un bagno caldo e gli chiesi se gli avrebbe fatto piacere raggiungermi. Mi rispose che avrebbe preferito lasciarmi da sola. Risposi con un freddo "ok" e salii al piano di sopra, nel bagno magico disposto di vasca enorme e con l' idromassaggio, che però io non posso utilizzare fino al parto, perché non è raccomandato in quanto tende ad abbassare la pressione sanguigna e io ho la pressione leggermente più bassa del normale da quando sono nata. Ma niente, quel giorno, mi impedì di rilassarmi in mezzo a tanta schiuma colorata. Che relax! Fino a quando, Lennart cambiò idea e mi raggiunse, nudo, ma con le braccia davanti agli addominali, come fosse davanti ad un' estranea. "Quanti chili hai preso?" gli domandai direttissima, perché avevo capito. Entrò in vasca, e balbettò la seguente frase: "Almeno una decina sicuro! A volte ne mangio anche due sacchetti in un solo giorno, ma nell' ultimo periodo, mi sto sforzando di ridurre fino a smettere, perché so che non mi fa bene!" stringendo i denti ed abbassando lo sguardo subito dopo. Anche se a vederlo, sembrerebbe solo cinque o sei e glielo riferisco, anche se, riguardandolo, non ne sono più così convinta siano così pochi e penso possa avere ragione. Si fida perché sa che sono un cecchino con le misure. Allora capii che tutto quello che gli stava accadendo e l' idea che possa non esserci una via di uscita lo stava buttando giù anche più di quanto pensassi e aveva iniziato a trovare conforto in quei dolcetti deliziosi, nonostante si sentisse effettivamente meglio per altri aspetti.
Avere a che fare con un ragazzo fragile e sensibile non è sempre facile: bisogna sempre essere al suo fianco anche nelle proprie giornate storte, stare sempre attenti alle parole che si pronunciano per non abbassare ulteriormente la sua autostima...ma vi assicuro che è una ricchezza immensa perché si diventa più altruisti anche nei confronti delle altre persone e si diventa, in un certo senso, più sicure di se stesse perché si vuole essere un modello di riferimento per l' altra persona, convincendola a credere nei suoi mezzi, impari a conoscere meglio certe dinamiche psicologiche della gente e, di conseguenza, ti autoanalizzi.
Tornando alla narrazione, verso le 19:00 arrivano i miei genitori e mio fratello, che corre ad abbracciare il mio fidanzato perché lo vede come un idolo ed hanno stretto un rapporto di amicizia invidiabile, nonostante la differenza d' età: quelle poche volte che si vedono, scherzano insieme e se le raccontano ad oltranza. Devo ammettere che è stata una bella serata, nonostante il cibo cucinato non proprio perfettamente, ma glielo si può perdonare: dopotutto, tutti noi abbiamo qualche difetto, no?

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