Capitolo 1

Salve a tutti! Sono Arya Kehrer, ho 20 anni. Sono olandese ma ho origini tedesche e marocchine e penso si capisca dal fatto che sono mulatta con capelli neri e occhi quasi trasparenti, color ghiaccio! Fino ad ora, ho frequentato il mio primo anno di università in Germania, più precisamente a Dortmund, città di origine di mio padre, ma ora sono in periodo di vacanze estive e sono tornata a casa dalla mia famiglia ad Almelo, situata in Olanda nel distretto di Twente, per chi non lo sapesse. È solo il primo giorno da quando sono rientrata e Lennart, il mio fratellino, mi ha già chiesto di portarlo a vedere l'amichevole estiva dell' Heracles, squadra locale. Lennart, oltre ad assomigliarmi tanto di aspetto, è un bambino curioso ed ha una proprietà di linguaggio spaventosa, soprattutto se si pensa che ha solo 10 anni e ha già le idee chiare sul voler fare il calciatore professionista. Beh, devo essere sincera! Anche io ho un sogno a tema: desidero fare il patentino da allenatrice! Ho già iniziato a studiare di nascosto dai miei genitori perché so già che non appoggerebbero mai questa follia! Ma sono donna e voglio provare a cambiare le cose in questo mondo prettamente maschilista...
Oggi è una giornata soleggiata e sto passeggiando per la strada a manina proprio di Lennart e in compagnia della mia migliore amica Aimee Lynn De Jong, dotata di un fisico da modella, i capelli biondo ramato e gli occhi verdi. Io e lei decidiamo di prendere qualcosa di fresco da bere nel caffè più famoso della cittadina, dopo un sano tour all'insegna dello shopping per il viale principale. Ci sediamo nell'ultimo tavolino libero all'esterno del locale con vista sulla piazza. Ad un certo punto, io e Aimee Lynn notiamo che Lennart inizia a correre come un razzo, come se avesse visto qualcuno di importante ed iniziamo a seguirlo, mollando i bicchieri pieni dei cocktail che ci avevano appena servito e scusandoci con il cameriere, che si è fatto una risata perché sa cosa significa avere un bambino piccolo a cui badare.
Cacchio oh! Il mio carissimo fratellino penso sia più veloce di Kylian Mbappé al meglio della forma. È decisamente proprio imprendibile! Fortuna vuole che la mia amica sia riuscita in qualche modo ad acchiapparlo, ma io? Beh ecco...che dire...sono rimasta leggermente stordita, ma non vi anticipo subito perché...
In ogni caso, Lennart è stato recuperato da quella santa della mia amica prima che facesse danni. Ho un dejavu improvviso: ricordo ancora quella volta in cui eravamo a ristorante con i nostri genitori e lui si mise a correre inserendo il turbo perché aveva visto in lontananza Robin Gosens. Sì, proprio quel calciatore dai lineamenti marcati, gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro. Ma che è successo quel giorno, vi chiederete voi lettori, dal momento che ti ricordi l'accaduto così bene? Ve lo spiego subito: in pratica, quella peste di mio fratello aveva solo cinque o sei anni, all'epoca, ed oltre ad essere già rapidissimo, di sicuro ci fece ottenere la prova di possedere una vista da falco che io mi sogno da sempre, dato il fatto che sono miope.
Nonostante le marachelle che combina, devo ammettere che se non fosse stato per lui, non avrei mai scattato quella foto che conservo ancora gelosamente nel mio telefono e non avrei mai iniziato ad avere fantasie calcistiche. Anzi, se proprio vogliamo essere precisi, volevo fare la cantante prima di quell'episodio, ma poi ho capito l'importanza di voler portare una rivoluzione almeno nel mio piccolo. Quindi presumo che stavolta abbia visto o Van der Water o capitan Pröpper. Ormai lo conosco: non ci sarebbe affatto da stupirsi se fosse così e non sarebbe di certo la prima e nemmeno l'ultima volta!
Pensate che potrei definire Lennart la mascotte dell'Heracles. Anzi, se devo essere sincera penso che anche la prima squadra pensi questo, dal momento che gioca nell'under 12 e che è un paraculo di prima categoria: sin da piccolo, ha sempre cercato di entrare nelle grazie di tutti e con successo e, non so come, è riuscito sempre a conquistare tutti. Ma proprio tutti. Dalle sue maestre, fino ai calciatori stessi, tanto che io con Robin sono in contatto ancora adesso, nonostante viva a Bergamo, ma ovviamente non posso di sicuro dirlo in giro. Questa cosa la sa solo la mia migliore amica!
Ah! Che stupida! Dimenticavo di avere un altro segreto: sebbene io abbia queste conoscenze, sono in realtà tifosa dell'Ajax ed ho sempre ammirato Matthijs De Ligt come potenziale pilastro della difesa olandese. Infatti non ho preso molto bene il suo trasferimento presso la Juventus, ma purtroppo è la vita e il concetto di bandiera sta sparendo. Ormai è impossibile che si giochi in una squadra tutta la carriera. Ma non è tutto: avendo gli zii che abitano in Italia, a Milano, mi sono affascinata alla storia europea del Milan. Cavolo! Sette champions non sono per niente poche! Poi, sempre i miei zii, quando ero andata a trovarli anni fa, mi avevano accompagnata a San Siro. Un'emozione indimenticabile, sebbene la squadra non fosse già più nei suoi anni d'oro. Ma il fascino rossonero mi si è consolidato quando mi sono stati mostrati spezzoni delle partite del Milan degli olandesi. Wow ragazzi che calcio! Ma, ovviamente, l'ultima volta che, quest'anno ho fatto videochiamata con loro durante il lockdown cosa scopro? Che Achraf Hakimi, uno dei pochi calciatori marocchini che è sbarcato a Milano che sponda ha scelto? Quella dell'Inter! Che nervoso!
So cosa vi starete chiedendo: se io non ho altro da fare che stare qua a raccontarvi com'è nata la mia passione calcistica. Effettivamente vorrei scusarmi con voi lettori per essermi dilungata un po' più del previsto. Dov'eravamo rimasti? Ah sisi! Ora ricordo: stavamo parlando di come eravamo riuscite io e Aimee Lynn ad acchiappare la piccola peste.
Dovete sapere che sono inciampata rincorrendo Lennart, ma devo aver sbattuto la testa e sono svenuta per qualche secondo. Ma al mio risveglio cosa sarà mai successo di così strano?
Beh, di sicuro non siamo tornate al bar a terminare i drink, ma forse, da un certo punto di vista meglio così: quello che vi sto per narrare nelle prossime vi porrà la seguente domanda in testa: ma che cavolo avevano messo in quel cocktail? Io non vi saprei rispondere, ma posso testimoniare i suoi effetti collaterali...

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