Capitolo 76
È un pomeriggio di una domenica soleggiata ma freddina. Syria ed Heron sono andati a fare una passeggiata, quando, all' improvviso, il piccolo inizia a tirare su con il nasino e inizia a guardare il vuoto. "Piccolino che hai?" gli chiede la mamma preoccupata. Inizia a piangere. Syria lo prende in braccio. "Mettimi giù!" urla lui. Strano che sia così scontrosetto, dal momento che, di solito, le coccole sono sempre ben gradite. Si fermano e si siedono su una panchina. Syria prova a stringere la manina al piccolino, che, però, la ritira. Fiumi di lacrime scendono da quei due occhietti azzurri che indicano amore a prima vista. "Mami... potrò mai essere come gli altri? Sono bimbi belli...io sono bimbo diverso" domanda lui preoccupato. "Heron piccolino mio, ma tu sei un bambino come gli altri. Anzi no, tu sei speciale e vedrai che apprezzerai come sei un giorno" risponde dolcemente Syria. "No non è vero!" si lamenta lui, sottolineando come, ai suoi occhi sembrino più belli di lui. "Caro Heron, tutti noi, adulti e bambini siamo uguali ma diversi. Ed è proprio per questo che ognuno di noi è speciale ed unico a modo suo" spiega Syria, nella speranza di rincuorare Heron. Ma lui non sembra convinto. "Io uguale a papà, ma brutto!" piange lui. A quel punto, la mamma decide di far vedere a lui una foto di lui e Lennart vicini e sorridenti. "Papi scarso e bello! Heron brutto" piange il piccolino. Vedendo che il piccolo non accenna ad emettere un sorriso, lo accompagna a prendere un gelato, nella gelateria artigianale che rispetta sì, le sue esigenze alimentari, ma è anche famosa per essere molto buona. Non appena arrivano, lui si accorge che c' è qualcosa di molto meglio di un cono e, improvvisamente il suo sorriso a trentadue denti esce: in fila davanti a lui e Syria, c' è Leah con la sua mamma e Heron ne approfitta subito per darle un colpetto sulla spalla. Come prevedibile, le sue guanciotte diventano rosse come ogni volta in cui lei è più vicina di 10 metri rispetto a lui. Leah si gira e i due bambini si abbracciano mentre le mamme si presentano ufficialmente. Arrivati al loro turno, i piccoli optano entrambi per una una coppetta da una pallina al cioccolato con tanto di biscottino sopra. Le mamme, invece, si concedono un bel cono due gusti. Una volta pagato, i quattro si spostano nei tavolini fuori. Heron e Leah sembrano proprio divertirsi. "Hai i baffi cioccolatosi!" esclama lei. Heron ride e tenta di leccarsi i bordi delle labbra con la linguetta. "Heron la salvietta!" interrompe Syria. Le mamme continuano a conversare, ma i bimbi vorrebbero andare sulle altalene del parchetto dall' altra parte della strada, così si alzano anche loro dal tavolino e li prendono per la manina in modo da attraversare in sicurezza. Heron e Leah, però, cambiano subito idea e si mettono a correre ma lui si arrende subito perché capisce di non essere molto portato per la corsa, anche a causa della sua coordinazione. Proprio per questo, si mettono a salire e scendere dallo scivolo e sembrano divertirsi un mondo. Le mamme li guardano. "Leah mi ha parlato molto di Heron e mi ha detto che è il più gentile della sua classe" dice sua mamma. "Heron, invece, sembra averne parlato di più con suo papà, rispetto che con me. Ma prima, quando ho visto prima come si guardavano, ho capito che per lui è la sua prima amicizia sincera e sono molto contenta di questo" risponde Syria, sollevata dal fatto che il suo piccolo stia riuscendo a vivere una vita normale, quando, secondo le opinioni popolari, i bimbi diversamente abili spesso non hanno amici o una vita autonoma. Questo, come ben si è potuto constatare negli anni è un falso mito messo in giro dalle bocche di chi non presenta alcun tipo di sensibilità e, di conseguenza, non può capire il valore di nessuna persona. Ma, d' altro canto, si sa anche che è un terrore concreto il fatto che possano rimanere soli, ma il tutto si può risolvere con una buona educazione, tanti stimoli e coinvolgimenti per migliorare la crescita fisica, mentale e la percezione di se stessi.
Nel percorso verso casa, la situazione è completamente diversa e si respira tutt' altra atmosfera. "Simpatica e carina Leah, vero? Ho visto come vi divertivate" lo stuzzica lei. "Sì! Heron piace tanto Leah" risponde divertito. Syria spiega che è super contenta e fiera di lui che si stia facendo degli amici e si rende conto che sta crescendo, ma le sembra che lo stia facendo con una velocità superiore rispetto ad Hannah quando aveva la sua età. "Possiamo invitarla qualche volta?" chiede lui porgendo gli occhioni e si sente risponde che possono trovarsi anche tutti i giorni, se fosse per lei. Heron sta sorridendo ancora di più, dopo aver udito quelle parole.
Tornati a casa, Lennart li sta aspettando preparando la cena ed Heron gli corre in contro. "Ciao papiiii!" esclama sprizzando gioia e felicità da tutti i pori. "Ciao patatino di papi scarso! Come mai sei così felice ora?" gli chiede. In quel momento, Heron diventa rosso in viso per la seconda volta nel corso di quella giornata e si mette in "modalità muto" come non volesse rivelare dettagli, ma ci pensa la sua mamma e confessa che oggi ha incontrato la sua amichetta in gelateria e poi hanno giocato insieme. Ma di una cosa, però, Syria non è affatto contenta: vuole saperne di più su questa storia del "papi scarso" soprattutto perché le sembra strano che a Lennart stia bene un soprannome del genere, visto quello che ha passato in tempi precedenti. "Kamala ha fatto scoprire ad Heron che io giocavo a calcio e lui ha sentenziato dicendo che io ero scarso come calciatore. All' inizio ero sconvolto, ma poi mi ha confermato che sono il miglior scarso di tutti e gli ho dato il permesso di chiamarmi così" confessa Lennart, ma Syria ribatte che non vorrebbe che lo usasse finché è piccolino, in quanto potrebbe scappargli a scuola e magari venire a sapere che qualche genitore lo considerasse scarso sul serio, scatenando un giro di voci che potrebbero giungere a lui stesso. In sostanza, vorrebbe proteggere il suo compagno da un' ennesima ricaduta in attacchi depressivi, visto che ormai sono un po' di anni che la sua mente e il suo umore sono in pace. Heron, avendo assistito al discorso a tutt' orecchi, sta dalla parte di papà e dice che mamma è una guastafeste, ma il discorso si conclude con Syria che dice: "Non voglio più sentire quelle due paroline, intesi?" e si va a fare una doccia veloce prima di sedersi a tavola. Ma quel che lei non sa è che, finché lei si sta lavando, loro due fanno un piccolo giuramento papà-figlio e che, quando loro due saranno soli, Heron avrà il diritto di usare il nomignolo quando e quante volte desidera e si battono anche il cinque. D' altronde ha senso per quanto possa essere assurdo come accordo: ci sono infinite maniere di dimostrare amore e affetto e, a volte, nei legami speciali c' è un linguaggio speciale e segreto che è capito solo da chi vive quel determinato rapporto che sia di coppia, di famiglia, tra compagni di scuola... e questo caso è proprio uno di quelli...
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