Capitolo 30
Da quando io e Gollo ci frequentiamo, la mia vita sembra più felice e io mi vedo persino più bella! Lo ammetto, ora ho un po' più di curve, rispetto a qualche mese fa, ma ho recuperato un po' di tono muscolare e sono ben distribuite. La cosa che mi importa di più è che io sono più rilassata e anche i miei amici sembrano essersene accorti. Ho capito che non importa se faccio un allenamento in meno o mangio una pizza in più, ma è l' equilibrio tra corpo e mente che conta. I miei esami stanno migliorando, anche se non sono ancora tornata ai primi tempi, quando prendevo solo 29 o 30. Ma, anche delle medie, mi interessa un po' meno e mi basta sapere di aver dato il massimo.
Sono tornata a Bergamo e mi trovo al Gewiss, in attesa che inizi il posticipo di Serie A contro il Verona. Sono seduta nella tribuna riservata agli inviti e non sembra esserci nessun essere sospetto. Nonostante questo, mi sento un pesce fuor d' acqua perché non conosco nessuna moglie, tranne quella di Robin e decido di sedermi vicino a lei. Sempre un piacere vederla, era davvero tanto tempo. Le spiego il perché fossi finita lì, dal momento che non se lo aspettava e le ho pregato di non aprire bocca con nessuno sulla mia relazione con Gollo. Lei recepisce senza chiedermi spiegazioni. Nel frattempo, ha segnato proprio Robin il goal dell' 1-0. Poco dopo aver esultato, vista la confidenza, mi dice che ha saputo che ho conosciuto Lennart. "Ti prego non parliamone" la interrompo io. "Oh non credevo fosse un brutto tasto...Robin non mi ha detto nulla al riguardo." si scusa lei.
Io: "Nono tranquilla, è solo che non corre buon sangue tra di noi: ci hanno presentati e non è scattato il feeling che si aspettavano tutti. Ora è un paio di settimane che non ci sentiamo ed è meglio così: ci scambiavamo energie negative a vicenda. È violento anche: pensa che non siamo mai riusciti a concludere una conversazione senza che almeno ad uno di noi non salisse il nervoso."
Lei: "Che brutta storia che mi stai raccontando! So che sta passando un brutto periodo lui, ma non pensavo fosse diventato così aggressivo! Ti ha messo per caso anche le mani addosso?"
Io: "No per fortuna no, ma mi ha attaccata verbalmente e colpisce oggetti oppure li lancia contro il muro"
Lei: "Ma stai scherzando!? Questo non è il Lennart che conosciamo noi"
Io: "Me lo dite tutti che è un bravo ragazzo, ma io ho potuto conoscere solo questo suo lato e quindi puoi ben capire i miei dubbi."
Lei: "Sisi capisco bene! Mi auguro che lui possa ritrovare se stesso e che tra voi il rapporto migliori. Ora cambiamo discorso se vuoi. Mi sembra di capire che si tratti di una ferita aperta."
Io la ringrazio ma l' atmosfera si alleggerisce perché la squadra ha raddoppiato con goal di Marten, circa all' 80' minuto. A fine partita, aspetto il mio ragazzo all' uscita da brava fidanzata. Stranamente, Gollo è il primo ad uscire e mi bacia sulla bocca. "Sono stato bravo amore!?" mi domanda. "Super come sempre!" rispondo io accarezzandolo in viso. "Wow Gollo! Finalmente con una bella tosa!" scherza uno dei suoi compagni, ma non riesco ad identificare chi. A quel punto, Robin esce e sembra allarmato: "Arya! Gollo! Seguitemi che dobbiamo parlare! È urgente, si tratta di Lennart!" esclama. "Oddio che cazzo gli è successo!?" chiede Gollo. Io penso che questo ragazzo non me lo toglierò più dal corso della mia vita. Mi devo rassegnare. Robin ci prende in disparte e ci comunica che Lennart è stato arrestato perché ha partecipato ad una rissa usando pesantemente le mani. Come se non fosse sufficiente, gli hanno anche riscontrato la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue.
"Mi stai prendendo in giro, vero?" domanda Gollo al suo amico. "No bisogna che facciamo qualcosa ed al più presto! Ha bisogno di aiuto e bisogna agire prima che capiti il peggio" risponde Robin. "Robin! Prendi la macchina che andiamo da Lennart, subito!" ordina Gollo. "Tu vuoi stare qua e andare a casa o vuoi venire con noi?" mi chiede lui, ma nemmeno il tempo di rispondere che Robin consiglia che io debba venire perché potrei essere l' asso nella manica. Io sto zitta tutto il tragitto perché la situazione so già che mi metterà a disagio. Di nuovo in quella casa ci tocca mettere piede. Per fortuna, Robin ha un passepartout che porta sempre con se, solitamente come porta fortuna, quindi riusciamo ad entrare senza suonare. Lo troviamo inginocchiato davanti al divano, a piangere con la testa appoggiata su di esso. Robin e Gollo si chinano di fianco a lui e pongono ognuno una mano sulla spalla di Lennart sul loro lato.
Lennart (singhiozzando): Che ci fate qua amici miei? Sto rischiando almeno sei mesi di carcere e me li merito tutti.
Gollo: "Siamo qui per aiutarti, Lenny! Stai perdendo il controllo di te stesso e hai bisogno di aiuto seriamente. Ma finché non lo ammetti tu per primo, non ne verrai mai fuori da questa situazione"
Robin: "Temo che delle sedute psicologiche non siano sufficienti e credo sia necessario il ricovero. Sei troppo instabile Lennart! E non credo tu sia sempre lucido quando combini qualcosa. Quant' è che assumi sostanze?"
Lennart: "Di che parli?"
Nel mentre, io mi reco in cucina a prendere dell' acqua e mi accorgo di un raccoglitore sul tavolo che mi permetto di sfogliare. Scopro che sono riportati analisi sia del sangue, che delle urine, che riportano dei valori anomali e la presenza di sostanze strane. Esatto, anche quelle delle ultime settimane e noto che questi valori sono in crescendo. La porto a Robin mentre Gollo accompagna Lennart in bagno, proprio perché fatica a reggersi in piedi, a causa della temporanea mancanza di coordinazione motoria, probabile effetto collaterale di chissà quale robaccia sintetica ha assunto. "Saremo anche in conflitto io e lui, ma ha una carriera intera davanti e sono d' accordo sul fatto che debba essere aiutato subito" mi esprimo dopo ore di silenzio stampa. Gollo esce dal bagno: "Accompagniamolo in ospedale! Ha acconsentito al ricovero dopo aver vomitato un po' di sangue. Temo che stia anche sviluppando un' ulcera allo stomaco o qualcosa di simile. Sto dietro io con lui, non preoccupatevi!" Non appena arriviamo, Lennart viene immediatamente ricoverato ed attaccato alla flebo perché disidratato. "Ma io merito il carcere!" continua a gridare. "No Lennart, pensa a curarti come prima cosa. Noi saremo sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada. Anche in un momento in cui ti sembra di non meritare niente e nessuno hai bisogno degli amici!" risponde Robin. Mentre attendiamo la dottoressa che sembra essergli stata assegnata, cerchiamo di tenerlo tranquillo, ma invano poiché si mette a scaraventare i cuscini del suo letto per terra, come se avesse delle scariche elettriche che colpiscono il suo corpo e lo conducessero a compiere quella precisa azione. "Ragazzi! Potete uscire un attimo?" chiedo io con estrema calma e gentilezza. Loro sono titubanti, ma acconsentono perché vogliono capire dove vorrei andare a parare. "Sono stata io a condurti in questo stato? Mi sento tanto in colpa sai?! Non vado fiera quando la mia presenza rovina una persona, anche se questa non è compatibile con me." inizio io. Lui mi dice di stare calma e tranquilla e che non mi devono passare per l' anticamera del cervello certe idee. Pensa che sia una serie di fattori esterni a me ad averlo portato ad esplodere. Non so se lo abbia detto solo perché non gli sembra carino incolparmi in faccia o perché lo pensa davvero, ma, in un certo senso, la cosa mi rincuora. "Forse siamo un po' amici?!" mi domanda lui. Io sorrido, ma gli raccomando di non allargarsi troppo perché di strada ne deve fare ancora tanta. In quel momento, giunge il medico che mi sbatte fuori dalla stanza e ci salutiamo. Robin si congratula con me e Gollo per non aver fatto trasparire la verità sulla nostra relazione, anche se, quando arriverà il momento giusto per comunicargliela? Mah...se anche le sue condizioni migliorano, temo che se la notizia dovesse arrivargli, possa fargli e farsi del male in qualunque circostanza di questo periodo della sua vita, sia che lo scopra da noi, sia che lo venga a sapere da terzi.
Caro Lennart, noi ti saremo vicini sempre (sì, pure io: questa storia mi ha aperto un po' il cuore anche nei tuoi confronti) e confidiamo in una tua completa rimessa in sesto. So che adesso ci odierai per averti convinto ad andare in ospedale, ma almeno sei al sicuro ora. E in futuro ci ringrazierai...
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