Capitolo 26

Diversi mesi dopo essermi svegliata, sono tornata a studiare! Si sono sempre io, Arya! Nonostante tutto, non riesco ancora a fare a meno di pensare a ciò che ho vissuto nella vita parallela e quella lettera da parte di quel misterioso "Lenny!"
Ora è il secondo fine settimana di settembre e mi trovo a Bergamo, accompagnata da Robin e Gollo a fare una passeggiata per esplorare le mura della città alta. Tiro fuori la busta misteriosa. "Lo conoscete!?" domando io con tono quasi di mistero, sebbene sapessi la risposta e conoscessi perfettamente il giocatore. "Cazzo sì! È proprio lui! Assurdo come tipo!" esclama Gollo. "Ho detto io a lui di mandartela" aggiunge Robin. Racconto la mia relazione vissuta durante i miei cosiddetti "mesi di assenza" e mi dicono che sembra surreale. "Ma come mai hai avuto questo pensiero, Robin?" chiedo io. Mi spiega che è uscito il mio nome in un discorso e che gli ha raccontato un po' di me. "Mi ha anche promesso una chiacchierata, me lo presentate?" domando un po' ingenuamente. "Sai che non gioca più con noi, vero? L' hanno girato in prestito al Genoa l' estate scorsa ma non sembra essere molto felice. Non trova più tanto spazio e si comporta in maniera molto strana." mi spiega Gollo. Io esterrefatta e trasecolata, faccio capire che mi ero persa questa chicca. "Se vuoi posso provare a parlarci io e domani ti accompagniamo fino a Genova! Abbiamo giornata libera!" riprende la parola Robin. Io sono felicissima e mi reco a dormire sonni tranquilli, una volta giunta nella stanza degli ospiti, a casa di Robin.
Il giorno dopo, sono al settimo cielo perché sto per vedere il ragazzo che ho sposato nella vita parallela. Durante il tragitto, Robin guida e Gollo si occupa della musica, che, detta tra noi, fa proprio schifo. Una volta arrivati al porto di Genova, Robin parcheggia e attiva Google Maps dopo aver inserito l' indirizzo di casa di Lennart. Ci apre la porta e io mi sento quasi svenire dall' emozione. "Ciao ragazzi! Che bello trovarvi! Come state?!" saluta gli amici abbracciandoli. Poi mi indica e chiede: "Questa chi è?!" con tono sospettoso. "È la mia amica Arya, la ragazza di cui ti ho parlato!" cerca Robin di presentarmi a lui. "Oddio! Ora ricordo di averla già vista! Perché non mi avevi detto che era la pazza psicopatica che ogni tanto mi tagga anche nelle storie più stupide?" grida lui, quasi come volesse buttarci giù dal balcone. Io cerco di trattenere la calma, ma, non appena ci fa entrare, io scappo in bagno e scoppio in lacrime. "Lenny dai, perché l' hai trattata così?" chiede Gollo, mentre Robin viene a cercare di calmarmi. "Semplicemente non la sopporto! Io avrei una ragazza, più o meno, e non tollero le bambine esaltate che pensano di alzarmi l' autostima, ma in realtà mi disturbano e basta!" continua Lennart. "Si ma cerca di ragionare: lei crede in te e sono sicura che è sincera e non lo fa con secondi fini!" ribatte Gollo. Lennart abbassa lo sguardo e capisce che forse ha esagerato. Lui si reca in bagno da me, bussa e chiede se può parlarmi, ma Robin spiega che non conviene. Verso sera, decidiamo di fare una passeggiata nei dintorni, ma io e Lennart non ci rivolgiamo nemmeno uno sguardo. Io accelero un po' il passo per non stare vicina a lui, ma sento dei passi che mi seguono e una mano sulla spalla. "Ciao Arya, voglio chiederti scusa per prima. Sono stato stronzo e inopportuno." Ma non lo lascio nemmeno finire perché non voglio accettare le sue scuse. Devo fargliela pagare in qualche modo. "Suvvia ragazzi! Non fate i bambini! Cercate di chiarirvi!" esclama Robin ad un certo punto. "No!" rispondiamo in coro io e Lennart. "Qua, qualcosa mi dice che non si sopportano proprio!" sussurra Robin a Gollo. "Non era questo l' incontro che si prospettava" risponde l' altro. Dal momento che gli allenamenti sarebbero ripartiti il lunedì, ci fermiamo a dormire a casa di Lennart. Io resto sveglia tutta la notte a causa del nervoso e scoppio a piangere di nuovo verso le tre. In quel momento, sento dei passi venire verso la mia stanza e scopro che anche Lennart non se la passa meglio, non appena entra nella mia stanza. "Vattene via! Sei solo un bambino! Un vero uomo non fa piangere una donna di dolore!" grido a voce rauca, ma Lennart non sembra ascoltare. Si siede sul letto e cerca di pormi una mano sulla spalla. "Non mi toccare se devi stare qua!" ribadisco. Lennart ritira subito la mano, non appena termino la frase. "Non riesco a darmi pace! Sono un coglione senza cuore...non pensavo veramente quelle cose!" inizia a parlare. Io lo interrompo subito dicendo che se le ha dette, vuol dire che le pensa e gli rinfaccio che non credevo che scrivere delle botte di autostima, significasse asfissiare una persona. Silenzio di tomba regna tra di noi. Un silenzio assordante che permette di dare voce al mio pianto interno. "Comunque mi sto sentendo con una ragazza, o almeno così credo...quindi che non ti salti in testa di avere mezza possibilità con me per averti scritto quella lettera!" apre bocca lui. "Non c' è pericolo! Uno come te non lo vorrebbe nemmeno un topo di fogna con la peste. Sei figo, ma sei vuoto, montato e mi dispiace per quella povera ragazza che magari ti ama anche. Io ho bisogno di persone positive al mio fianco!" ribatto io nervosa. "E pensare che avevo un' immagine opposta riguardo te, ma già il fatto che tu non sappia se hai una ragazza o meno, fa capire quanto te ne frega delle persone e che ti importa solo di te stesso!" concludo io, cercando di prendere sonno. Evidentemente, Lennart vuole proprio farmi incazzare: cosa fa? Si distende di fianco a me e si addormenta. Ma non posso fargliela passare liscia: inizio a sfogarmi e a prenderlo a cuscinate e pugni. "Ma sei scema?!" urla Lennart svegliandosi di colpo. "Ringrazia che ti sto colpendo il corpo e non l' anima come hai fatto tu prima con me" ribatto. Finalmente riesco a farlo tacere! Soddisfazione personale! A quel punto, Gollo si alza, sfoggiando una faccia da assonnato di quelle significative e caratterizzata dai suoi occhi scuri, ma semi aperti...anzi, direi semi chiusi a fessura. Last but not least: indossava un pigiama dorato luccicante. Anche i suoi castani capelli sono degni di nota: corti si, ma lunghi quanto basta per essere ribelli. Ci chiede se possiamo finirla perché stiamo disturbando la quiete pubblica. "Dormici tu con questo essere ignobile!" esclamo io uscendo dalla porta e recandomi al piano di sotto, per dormire sul divano.
La mattina seguente, a colazione, l' attrito tra me e Lennart è ancora notevole. Robin pensa che, dall' alto dei suoi studi psicologici, io e Lennart non siamo così diversi e che semplicemente le nostre personalità non si comprendano fino in fondo. Lennart risponde che si tratta di differenze inconciliabili e di odio reciproco. Per la prima volta, mi trovo d' accordo con lui e mi secca ammetterlo. Io mangio solo un biscotto perché mi si chiude lo stomaco, e torno su in stanza a cambiarmi i vestiti. Lungo il percorso, mi fermo in un punto ad ascoltare la conversazione e questo è ciò che sento:

-Gollo: Sei stato odioso tra ieri ed oggi, ma cosa ti prende fratello!?
-Robin: Si esatto! A Bergamo eri sempre sorridente, disponibile, eri amato da tutti noi...
-Lennart: Io, in realtà, non ho sentimenti ragazzi!
-Robin: Non è vero Brudi! Questa persona che ho visto tra ieri ed oggi non è nemmeno l' ombra del vero Lennart!

Dopo questa affermazione, sento che qualcuno inizia a piangere, e capisco che è Lennart. Mi soffermo ad ascoltare il seguito.

-Lennart: La verità è che non sto bene qua! Mi mancate tutti! Qui i tifosi mi detestano e non fanno altro che spalarmi merda addosso ogni volta che tocco la palla. Il mister mi fa giocare sempre meno...
-Gollo: Hey Lenny, su con il morale che vedrai che tornerai a brillare
-Lennart: Ho dato di matto perché non sono più abituato che qualcuno mi faccia i complimenti! Ogni volta che ricevo sostegno mi chiedo dove sia il tranello!
-Robin: Non devi essere così duro con te stesso brudi!

Dopo questa frase di Robin, non ho più seguito perché mi sono andata a vestire per affrontare un nuovo giorno. Quando scendo, mi reco in cucina e chiedo se posso parlare con Lennart, che, nonostante la domanda "Cazzo vuoi?" si alza lo stesso e mi segue sul divano del salotto. "Ho ascoltato un po' della vostra conversazione" inizio io. "Non mi piaci per niente come persona, su questo non ho ancora cambiato idea, ma penso che tu ti sia costruito una corazza e tu faccia il duro per nascondere un disagio." continuo. Dopo qualche secondo, Lennart prende parola: "Nemmeno tu mi stai simpatica al momento, perché a mio parere, a volte sei stata un tedio, ma ti ringrazio per il sostegno. In effetti, tutti noi ne abbiamo bisogno." dice avvicinandomi la mano. "Perché quella mano non è al suo posto?" chiedo innervosita. "Voglio firmare un trattato di pace con te: entrambi siamo amici di Robin e Gollo, quindi ci rivedremo sicuro ed è opportuno che ci sia una convivenza civile tra di noi" si giustifica Lennart. Io stringo quella mano, ma giuro che non sarò mai e poi mai sua amica e lui fa altrettanto. In quel momento, Robin e Gollo ci raggiungono e sembrano meravigliati di vederci quasi pacifici nella stessa stanza.
Come riassunto del primo incontro, posso affermare che la realtà è ben diversa dal sogno e che Lennart non è per niente il ragazzo che mi aspettavo...anche se, forse, alcuni aspetti in comune con l' idea di lui che mi era apparsa nel sogno li ha ed anche se ho giurato quella cosa, ho paura a sapere come evolverà il nostro rapporto...

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