Polonia is love


Nome: Włodzimierz (abbreviato con "Wlad" o "Wladimir", seppur spesso contro la stessa sua volontà: esso risulta esser la versione italiana del  nome "Vladimiro", derivante dal nome in Antico slavo ecclesiastico "Vladimiru", che è composto da un primo elemento proveniente da "vlasti" o "volod", "governare" [presente anche nei nomi "Ladislao" e "Vsevolod"] e da un secondo elemento che viene ricondotto a diverse parole, fra cui "miru" o "mir", "pace" ma anche "mondo" [comune a molti altri nomi, come "Dragomir", "Radomir" e "Miroslavo"] oppure mer, "grande", "famoso"; il significato viene quindi indicato rispettivamente con "governo della pace" [oppure "pace che governa"], "governo del mondo" o "governare con grandezza"
Altre interpretazioni lo indicano come proveniente dalla lingua germanica, da "Valdomar" o "Waldemar", composto da "walt", "potenza", e "mar" o "meri", "celebre": il significato sarebbe quindi "potenza celebre" o anche "celebre re"; alcune identificano però lo stesso "Waldemar" come un derivato germanico di Vladimir, e quindi col medesimo significato.
In Italia rappresenta una ripresa ottocentesca dal russo "Vladimir"; la grafia con la "W" non ha riscontro in nessuna lingua slava, salvo il polacco "Włodzimierz", comunque non pertinente)

Cognome: Il cognome di Włodzimierz risulta esser "Kowalski"; come di può esser già intuito, ella non è affatto americana, bensì è nata a Varsavia, capitale della Polonia: è estremamente legata al suo Paese d'origine, quasi esageratamente, al punto da parlare quasi esclusivamente la sua lingua natia, capendo con qualche difficoltà anche l'inglese più basilare.
Il Paese fu abitato inizialmente dai Celti nella Slesia e nella Polonia occidentale tra il IV e il I secolo a.C., quando comparvero anche i Germani; a partire dal V e VI secolo d.C. entrambi i popoli vennero assorbiti dalle popolazioni slave occidentali; tuttavia l'antico Regno polacco cominciò a prendere una forma unitaria solo nella metà del X secolo, sotto la dinastia dei "Piast", e per la precisione sotto Mieszko ("Miecislao"): infatti risulta che nel novecentosessanta, dopo aver riunito intorno alla rocca di Gniezno una prima rudimentale comunità nazionale, qui si scelse anche la bandiera che ancora oggi è quella della Repubblica di Polonia, un'aquila d'argento -di colore bianco- su sfondo rosso.
Secondo la leggenda si scelse questo tema a causa del ritrovamento di un nido di aquilotti durante i lavori di costruzione della città di Gniezno; Miecislao si convertì successivamente al cristianesimo, secondo alcuni per compiacere sua moglie, una principessa Boema, ma sicuramente anche per godere della protezione della Chiesa ed evitare la colonizzazione germanica.
Nel XII secolo la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel milleduecento vennero depredati dalle armate Mongole dell'Orda d'Oro: sotto la dinastia Jagellone, venne accordata un'alleanza con la vicina Lituania, e l'epoca d'oro arrivò nel XVI secolo con l'unione tra i due stati ("Unione di Lublino"), nella Confederazione polacco-lituana; durante il XVI secolo, a seguito delle vittorie contro la Russia, la Confederazione riuscì ad imporsi come una delle maggiori potenze in Europa: tuttavia la scarsa centralizzazione del potere regio e la natura elettiva di questo, la portò con il tempo ad indebolirsi fino a quando non venne letteralmente spartita dall'Impero austro-ungarico, dall'Impero prussiano e dall'Impero russo.
I sudditi polacchi godevano di grande libertà ed esisteva un sistema parlamentare, anche se i benefici di quest'ultimo erano limitati alla "szlachta" ("nobiltà"); da quel tempo i polacchi si sono dati il nome di Nazione della gente libera.
Nel milleseicento, la Polonia perse la Seconda guerra del nord contro la Svezia, e ciò diede inizio al cosiddetto "Potop" ("diluvio"), che si concluse nel milleseicentosessanta con la "Pace di Oliva", o "Oliwa"; vi furono inoltre numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel milleseicentonovanta.

Età: Insomma...L'età di Włodzimierz è più che intuibile! Certo, ha spesso trovato svago nel fingersi ben più giovane -o grande, a seconda delle situazioni- di quanto sia in realtà, ed è ben poco difficile non cadere nelle sue messinscena a dir poco "strabilianti"! È un'attrice nata, certo, eppure resta il fatto che sia ancora una giovane sedicenne, estremamente prossima al compimento dei diciassette anni!

Aspetto fisico:

Che dire...Non ci son più premesse da fare sull'età, ciò mi pare ovvio, eppure bisogna ugualmente ammettere che il detto "non tutto è ciò che sembra" si addice alla perfezione alla giovane Włodzimierz: perché sì, non è assolutamente "un ragazzino" come potrebbe apparire a primo impatto; non è raro che venga scambiata per un membro del sesso opposto, e non vi è nemmeno da chiedersi il motivo! Il suo non sfoggiare tratti né prettamente femminili né maschili desta non poca confusione in chiunque! Nonostante ciò, è innegabile che ella sia dotata di un certo fascino bizzarro, inusuale, di una bellezza che non rientra nei canoni comuni e per questo assolutamente ammaliante.
Il viso morbido, delicato, dai tratti estremamente androgeni quanto austeri, furbeschi: essi vengono esaltati alla perfezione dalla carnagione candida, quasi biancastra, da morto oserei dire; il naso dritto, sottile, è dalla punta graziosamente all'insù mentre le dolci e sublimi labbra a cuore esaltano col loro colorito rossastro una lunga cicatrice che si staglia sul bordo sinistro della bocca.
I grandi, grandissimi occhi dal taglio tipicamente occidentale potrebbero esser paragonati a quelli di un felino, "crudele" potrei quasi dire, cosa che pare esser avvalorata dal rossore che li circondano a causa del poco sonno: le sue iridi sarebbero definibili come puro ebano, talmente scuro e gelido da esser impossibile distinguere la pupilla; i soffici capelli scarmagliati le incorniciano alla perfezione il visino adorabile con la loro tonalità inchiostro.
La sua corporatura non risulta estremamente robusta, anzi, seppur sia ben più atletica di quanto possa apparire ad un primo sguardo: il suo fisico sinuoso, elegante, potrebbe esser invidiabile nonostante la mancanza dei tipici standard ritenuti spesso "attraenti"; la sua fisionomia vagamente a clessidra valorizza involontariamente il suo scarseggiare di curve tipicamente femminili, per quanto non siano totalmente assenti. Per finire, sfortunatamente, non spicca in altezza: un metro e cinquantacinque raggiunto grazie ad una botta di culo incredibile!

Carattere: (Non sono riuscita a trovare la voglia di scriverlo, ma giuro di averci provato:
Look out,
They're closing in on you now.
Wake up,
Or you'll wake up six feet down;
Nobody's got your back in this town:
Knock 'em in the teeth now!
Out here there's no negotiation,
No room to start a conversation.
Before you get a taste it's taken,
Never let ya guard down.
Get back,
Put your hands up;
Kinda messed up,
But it's tough luck
And I'm sorry,
But I don't feel bad for you:
'Cause I know if,
You could switch this
You'd be dishin' out the same shit, Sayin' sorry, but I don't feel bad.
Now I know!
There's no one I can trust;
I used to think there was:
Tell me that I'm cut throat
I think your got your eyes closed.
Feel the fear
And swallow back the tears;
Let weakness disappear!
There's nobody
But me here:
The killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
Where did,
All of the good people go?
They hide,
Behind the bars on windows;
In hopes,
They can forget we're close.
Tryna get some of what they've got;
Cause I,
Used to believe in justice.
A place,
Where there was better judgment!
But now,
I'm feeling so disgusted
By the have it's
And the have nots.
Get back,
Put your hands up;
Kinda messed up,
But it's tough luck
And I'm sorry,
But I don't feel bad for you:
'Cause I know,
If you could switch this.
You'd be dishin' out the same shit, Sayin' sorry, but I don't feel bad.
Now I know!
There's no one I can trust,
I used to think there was.
Tell me that I'm cut throat,
I think your got your eyes closed.
Feel the fear
And swallow back the tears;
Let weakness disappear,
There's nobody
But me here:
The killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
Knock 'em in the teeth now;
Never let ya guard down.
Get some of what they've got,
Have it's and the have nots.
Knock 'em in the teeth now;
Never let ya guard down.
When they step in your house!
[Knock]
[Knock]
Knock 'em all the fuck out!
Now I know:
There's no one I can trust,
I used to think there was.
Tell me that I'm cut throat;
I think your got your eyes closed.
Feel the fear
And swallow back the tears;
Let weakness disappear
There's nobody
But me here:
The killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
Feel the fear
And swallow back the tears;
Let weakness disappear,
There's nobody
But me here:
The killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror.
[Killer in the]
[Killer in the]
Killer in the mirror)

Paura: Beh...Le cose la giovane teme sono ben poche, praticamente nulle, ma si può tranquillamente affermare che ella soffra di una lieve forma di Agorafobia sin dalla più tenera età, per quanto ella la tenga ben celata.
L'agorafobia (dal greco "αγορά" ["piazza"] e "φοβία" ["paura"], etimologicamente "paura della piazza") è la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all'aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione; questo lo porta a sentire il bisogno di una via di fuga immediata verso un luogo da lui reputato più sicuro.
L'agorafòbico cerca di evitare luoghi pubblici o luoghi non familiari, ha difficoltà ad uscire di casa e viaggiare: la gravità dell'ansia e dei comportamenti evitanti sono variabili; l'agorafobia è una delle manifestazioni ansiose più invalidanti, in quanto chi ne soffre spesso diventa completamente dipendente dalle mura domestiche, oppure è costretto ad uscire di casa solo quando è accompagnato.
L'oggetto dell'agorafobia può riguardare l'uscire di casa, l'entrare nei negozi, nei luoghi pubblici, il viaggiare da soli nei bus, nei treni o negli aerei; gli attacchi di panico possono riguardare la paura di avere un collasso o di essere lasciati senza aiuto in pubblico, oppure derivare dalla mancanza di un'uscita di sicurezza immediata (una delle caratteristiche chiave delle situazioni agorafobiche). Il timore delle conseguenze sociali di una crisi di panico dovuta ad agorafobia spesso diviene esso stesso un'ulteriore causa di difficoltà emotiva; il timore di uscire dalle mura domestiche e di relazionarsi con il mondo esterno, evidenzia una difficoltà a confrontarsi con eventi, persone, situazioni nuove e sconosciute, privi di quella "protezione", in questo caso rappresentata dall'ambiente familiare, dove l'individuo non rischia di immergersi nell'anonimato della caotica folla

Talento:
~ Risulta esser un'arciera -e anche una cecchina, se vogliamo esser onesti- a dir poco temibile: pratica tale sport sin dalla più tenera infanzia, sfoggiando una mira ed una precisione a dir poco sorprendenti, frutto anche degli insegnamenti di una persona alla quale ella era particolarmente legata; possiede dunque anche un'arco piuttosto vecchio, quanto in buono stato, ed alcune pistole donatale da chi l'ha introdotta in questo "mondo".
L'arco è un'arma da lancio e un attrezzo sportivo: un arco è costituito da un elemento flessibile le cui estremità sono collegate da una corda tesa che ha la funzione di imprimere il movimento ad un proiettile, chiamato freccia; utilizzato come arma da caccia e da battaglia soprattutto nell'antichità, oggi viene utilizzato principalmente come attrezzo sportivo nella pratica del tiro con l'arco, nelle categorie di: tiro alla targa, tiro 3D e tiro dalla lunga distanza.
Dal greco:
«τον τόξ νομα βίος, ργον δ θάνατος» ossia «dell'arco, invero, il nome è vita, ma l'opera è morte.»
Secondo la legislazione italiana è considerato un "attrezzo sportivo" per cui il suo acquisto, detenzione, porto, trasporto e uso non sono vincolati da nessun obbligo di licenza dispensata da alcun corpo di "P.S." o autorità competente; l'uso che se ne fa deve essere collegato all'attività sportiva connessa, per non incorrere nella sanzione penale di uso di arma impropria.
In alcuni paesi scandinavi questo oggetto è considerato un'arma, quindi detenibile ed usabile previo porto, rilasciato dalle autorità competenti;
~ È un'abile chitarrista, più precisamente, apprezza come strumento le chitarre elettriche:
la chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up; il segnale viene quindi prelevato all'uscita e convogliato in un amplificatore acustico affinché il suono dello strumento sia reso udibile.
Dal punto di vista organologico, la chitarra elettrica appartiene alla famiglia dei cordofoni (precisamente, tra i liuti a manico lungo); non è considerata un elettrofono perché non genera il suono per via elettrica o elettronica mediante una circuiteria: tuttavia, l'elettronica non è una componente accessoria ma fa intrinsecamente parte dello strumento stesso partecipando in maniera imprescindibile all'emissione, non trattandosi della semplice amplificazione di un suono acustico. Quello che viene infatti trasdotto in un segnale elettrico e amplificato non è il suono acustico, ma il campo elettromagnetico oscillante generato dalle corde vibranti.
La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono; con la nascita delle orchestre jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche: diversi costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore, con un timbro simile a quello della chitarra acustica.
Lloyd Loar, progettista alla "Gibson" dagli anni venti del novecento, condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel millenovecentotrenta realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra lap steel chiamata "frying pan guitar", in due modelli ("A22" e "A25").
Nel millenovecentotrentacinque la Gibson iniziò la produzione del modello "ES 150", una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a "f" sulla tavola e un unico pick-up; il modello riscosse un grande successo: finalmente la chitarra, grazie all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti.
Inoltre, c'è da aggiungere che da anni ella possiede una splendida Fender Stratocaster di colore "rosso mezzanotte".
La Fender Stratocaster, informalmente anche "Strat" o, in Italia, "Strato", è una chitarra elettrica "solid-body" (priva di cassa armonica) ideata da Leo Fender negli anni cinquanta e tuttora prodotta dalla "Fender Musical Instruments Corporation";  assieme alla "Gibson Les Paul" è considerata la chitarra elettrica per antonomasia, per la sua popolarità e la sua diffusione, come per l'influenza esercitata sul panorama musicale e sull'immaginario collettivo.
Nelle intenzioni di Fender, alla base della creazione di una nuova linea di chitarre che affiancasse il successo del modello "Telecaster", c'era l'aspirazione a realizzare una chitarra che introducesse innovazioni sia di carattere tecnico (fra le quali un maggior numero di pick-up e l'introduzione della leva del vibrato), sia di carattere progettuale (l'abbandono della tradizionale forma della chitarra verso soluzioni più ergonomiche); il risultato è un progetto rivoluzionario: grazie alla forma innovativa, alla leggerezza dello strumento e alla maggiore facilità ad accedere alle note più acute della tastiera dovuta alla particolare forma scavata della spalla, la Stratocaster è considerata la più evoluta fra le chitarre elettriche dell'epoca.
Il montaggio di una leva vibrato di nuova concezione integrata nel corpo della chitarra ha permesso di sfruttare originali effetti sonori, mantenendo un notevole sustain; inoltre, la nuova concezione del ponte con sellette regolabili per lunghezza ed altezza delle corde permette una regolazione accurata dello strumento.
Una ricerca attenta fu eseguita nella disposizione dei pick-up, piazzando i due superiori perpendicolarmente alle corde, mentre quello al ponte presenta un'angolazione di circa venti gradi in grado di enfatizzare i toni alti; i primi pickup ad essere stati utilizzati furono in "Alnico 3" ma già alla fine del millenovecentocinquantasei vennero sostituiti da quelli in "Alnico 5". Le modifiche immediatamente successive furono suggerite dai musicisti dell'epoca, che, spostando il selettore in posizione intermedia si accorsero che ne nasceva un suono nasale particolarmente interessante (tipico di due pick-up in parallelo); in seguito alle numerose segnalazioni la Fender alla fine degli settanta del novecento sostituì il selettore a tre posizioni con uno a cinque posizioni che permette, in maniera semplice, di utilizzare anche due pick-up contemporaneamente: questa è, in pratica, l'unica modifica tecnica considerevole al modello originale.

Cotta: Attualmente pare non avere alcuna cotta, forse a causa del suo totale isolamento dalla comunità o dal fastidio che le provoca avere più di una persona che le "ronza" attorno, chi può dirlo?

____ticci__toby____ Spero vada bene!


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