Oh yes
Nome: Jan (per quanto incredibile ciò possa risultare, esso è la versione polacca del ben più conosciuto "Giovanni"; esso deriva dal nome ebraico "יוֹחָנָן" ["Yochanan"], forma abbreviata di "יהוחנן" ["Yehōchānān"] grecizzato come "Ἰωάννης" ["Ioannes"], passato in latino come "Joannes" e poi "Johannes". Esso è composto da "Yehō-" [o "Yah", abbreviazione di "Yahweh", nonché il nome di Dio nella tradizione ebraica] e da "chānān" [o "hanan", dalla stessa radice di "Anna", che significa "ebbe misericordia", "ebbe grazia" o, ancora, "fu misericordioso"]: il significato complessivo può essere interpretato come "YHWH è misericordioso", "YHWH ha favorito", forse in riferimento alla nascita di un figlio lungamente atteso. Si tratta di un nome biblico, portato da due importanti personaggi neotestamentari a cui deve la sua iniziale fortuna: Giovanni il Battista, profeta considerato precursore di Gesù, e Giovanni, uno degli apostoli che è considerato anche l'autore del Vangelo di Giovanni e dell'Apocalisse. Grazie ad essi il nome venne adottato già dai primi cristiani: inizialmente conobbe più diffusione nell'Oriente cristiano, in particolare a Bisanzio [dove venne portato da otto imperatori bizantini]; cominciò ad essere usato comunemente anche in Europa occidentale dopo la prima crociata, ottenendo grande popolarità e finendo per essere portato da numerosissime importanti figure storiche, culturali e religiose, inclusi ventun papi e i sovrani di vari stati fra cui Spagna, Portogallo, Svezia, Danimarca, Austria, Francia, Borgogna, Inghilterra, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Russia ed Etiopia -anche se, va detto, la continuata popolarità del nome è stata sostenuta soprattutto dalla miriade di altri santi e beati così chiamati che si sono susseguiti dal Medioevo in avanti-.
In Italia, secondo dati raccolti negli anni settanta, è stato il secondo nome per diffusione, preceduto solo da "Giuseppe" e seguito da "Antonio"; è ben attestato in tutte le regioni [ma con la forma "Giovannico" tipica della Sardegna]. In Inghilterra divenne talmente comune che, nel tardo Medioevo, era portato da circa un quinto di tutti i maschi inglesi; nel XIV secolo rivaleggiava in popolarità con William, ed era utilizzato, al pari dell'italiano "Tizio", come appellativo per indicare una persona qualunque.
Da Giovanni e dalle sue varianti derivano numerosi cognomi patronimici italiani, ad esempio "Jannacci", "Iannarilli", "Zanetti", "Vanni"; lo stesso accade anche in altre lingue, ad esempio con "Johansson", "Johnson" e via dicendo) Klara (anche questo parrebbe esser la versione polacca di un nome tipicamente italiano, in questo caso "Clara"; esso deriva dall'aggettivo latino di età imperiale "clarus", ovvero "luminoso", "chiaro" [poi esteso, in senso figurato, a "illustre", "famoso"]: è quindi analogo per significato ai nomi "Fedra", "Niamh", "Jasna", "Zahra" e "Berta". Portato al maschile da alcuni fra i primi santi, si diffuse al femminile grazie alla devozione verso santa Chiara d'Assisi e, secondariamente, santa Chiara da Montefalco.
"Chiara" è, secondo l'ISTAT, uno dei nomi più diffusi tra le nuove nate nei primi anni del XXI secolo in Italia, essendo il terzo nome più scelto dai neo-genitori nel duemilaquattro e il quinto nel duemilasei. In inglese è in uso fin dal Medioevo, in origine nella forma "Clare", che venne per gran parte sostituita dalla forma "Clara" nel corso del XIX secolo; la variante inglese "Kiara" [che potrebbe anche essere un'alternativa a "Ciara"] prese ad essere usata nel millenovecentottantotto, quando il gruppo musicale "Kiara" cantò la canzone "This Time", e fu poi reso più celebre dal suo utilizzo nel film Disney "Il re leone II - Il regno di Simba". È ben attestato in tutta Italia, con una leggera prevalenza nel Nord e in Toscana)
Cognome: Il cognome della giovane donna corrisponde ad "Jankowski"; com'è oramai più che facile intuire, infatti, ella è di origini polacche. Estremamente legata alla madre patria, non è raro sentirla borbottare parole o intere esclamazioni nella sua lingua originaria, lasciando che spesso e volentieri il prepotente -ma allo stesso tempo delicato- accento prenda il sopravvento sui propri stessi sproloqui, rendendo a tratti incomprensibile ciò che viene detto.
All'apparenza non particolarmente patriottica, è però impossibile negare che si sia ritrovata spesso e volentieri a disprezzare culture che troppo si distanziavano da quella con la quale è cresciuta.
Il Paese fu abitato inizialmente dai Celti nella Slesia e nella Polonia occidentale tra il IV e il I secolo a.C., quando comparvero anche i Germani; a partire dal V e VI secolo d.C. entrambi i popoli vennero assorbiti dalle popolazioni slave occidentali; tuttavia l'antico Regno polacco cominciò a prendere una forma unitaria solo nella metà del X secolo, sotto la dinastia dei "Piast", e per la precisione sotto Mieszko ("Miecislao"): infatti risulta che nel novecentosessanta, dopo aver riunito intorno alla rocca di Gniezno una prima rudimentale comunità nazionale, qui si scelse anche la bandiera che ancora oggi è quella della Repubblica di Polonia, un'aquila d'argento -di colore bianco- su sfondo rosso.
Secondo la leggenda si scelse questo tema a causa del ritrovamento di un nido di aquilotti durante i lavori di costruzione della città di Gniezno; Miecislao si convertì successivamente al cristianesimo, secondo alcuni per compiacere sua moglie, una principessa Boema, ma sicuramente anche per godere della protezione della Chiesa ed evitare la colonizzazione germanica.
Nel XII secolo la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel milleduecento vennero depredati dalle armate Mongole dell'Orda d'Oro: sotto la dinastia Jagellone, venne accordata un'alleanza con la vicina Lituania, e l'epoca d'oro arrivò nel XVI secolo con l'unione tra i due stati ("Unione di Lublino"), nella Confederazione polacco-lituana; durante il XVI secolo, a seguito delle vittorie contro la Russia, la Confederazione riuscì ad imporsi come una delle maggiori potenze in Europa: tuttavia la scarsa centralizzazione del potere regio e la natura elettiva di questo, la portò con il tempo ad indebolirsi fino a quando non venne letteralmente spartita dall'Impero austro-ungarico, dall'Impero prussiano e dall'Impero russo.
I sudditi polacchi godevano di grande libertà ed esisteva un sistema parlamentare, anche se i benefici di quest'ultimo erano limitati alla "szlachta" ("nobiltà"); da quel tempo i polacchi si sono dati il nome di Nazione della gente libera.
Nel milleseicento, la Polonia perse la Seconda guerra del nord contro la Svezia, e ciò diede inizio al cosiddetto "Potop" ("diluvio"), che si concluse nel milleseicentosessanta con la "Pace di Oliva", o "Oliwa"; vi furono inoltre numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel milleseicentonovanta.
Età: L'età di Jan? Oh, difficile dirsi! Il suo aspetto che rasenta a stento quello di una sedicenne trae sicuramente non poco in inganno, per non parlare poi di questo o quel tratto che sprigionano una serietà immane per una ragazza talmente giovane!
Sbagliarsi su questo argomento è, per tanto, qualcosa che capita costantemente, giorno dopo giorno, al punto che talvolta persino lei si è ritrovata ironicamente ad interrogarsi su questo: che l'anagrafe le abbia mentito per tutto questo tempo? Che prospettiva orribile! Davvero davvero orribile!
Eppure ella parrebbe piuttosto certa di non esser più una "mocciosetta", se vogliamo esser onesti; d'altronde, vi è un'abissale differenza tra sedici e ventisei anni, no? Non può esser stata in errore per così tanto tempo, per quanto qualcuno voglia credere a ciò
Aspetto fisico:
Sì, insomma...È oramai palese il motivo per la quale Jan viene costantemente definita come infinitamente più giovane di quanto in realtà non sia! Andiamo, quella maledetta anagrafe deve per forza aver sbagliato qualcosa -un classico "incidente di percorso"- nel registrarla, altrimenti non si spiega come ella possa apparire tanto piccola agli occhi altrui nonostante il suo aver superato da non pochi anni la maggiore età! Come bloccata nel tempo che ella si limita a lasciarsi scivolare addosso come fosse acqua, forse definibile come "immune" ad esso, vi sono zero possibilità che la sua fisionomia maturi ulteriormente avendo sorpassato quegli anni critici da certamente non poco. Eppure, è non poco probabile che questa sua particolare "tendenza", questo bizzarro miscuglio di geni, esalti non poco la sua particolare quanto inusuale bellezza; perché, ammettiamolo, ella è dotata di un ammaliante fascino indiscusso, che sfora decisamente numerosi standard riguardanti ciò che canonicamente viene definito "attraente". Le gesta eleganti, lente, parrebbero particolarmente simili a quelli di un silenzioso felino, accostandole quasi un'aria eterea.
Il viso delicato, fanciullesco, sfoggia morbidi tratti "distanti", distratti: un chè di stizzito o severo sembra costantemente adombrarli parzialmente; la candida pelle di porcellana è estremamente similare a quella di una bambola di porcellana -immagine alla quale risulta avvicinarsi vagamente-, totalmente priva del più piccolo neo o lentiggine. Il piccolo, stretto nasino termina in una graziossima, infantile punta all'insù mentre le soffici labbra a cuore, seppur piuttosto sottili, spiccano con la loro lieve tonalità rosea, "invitante" oserei dire.
I grandi occhi dal taglio tipicamente occidentale potrebbero esser facilmente definibile come "da cerbiatto" nella loro apparente innocenza, talvolta forza smorzata dallo sguardo ben poco bonario -di scherno, forse- che spesso rivolge a chicchessia: le sue splendenti, vivaci iridi tendono ad esser di un insolito, vago colorito violaceo se osservati attentamente; i liscissimi, setosi capelli sfiorano appena la nuca generalmente scoperta, incorniciandole alla perfezione il visino angelico con quella tonalità ebano, più scura del petrolio stesso.
La sua corporatura risulta snella, forse addirittura "gracile" ad un primissimo acchito a causa della sua scarsa robustezza: eppure il suo fisico sinuoso è decisamente ben più atletico e resistente di quanto possa sembrare; la sua fisionomia dalla perfetta forma tendenzialmente a clessidra esalta le dolci curve femminee della donna che, per quanto non particolarmente sviluppate e forse ben più simili a quelli di un'adolescente in piena fase di sviluppo, non stonano assolutamente col contesto generale penalizzandola, anzi. Per finire, per quanto possa apparire il contrario rivolgendole un solo sguardo, Jan non spicca propriamente in altezza, sfiorando a malapena il metro e cinquantasei.
Carattere: (Mi sento vagamente raccomandata, lo ammetto. Ma vagamente. Vagamente.
You say:
"The price of my love's
Not a that you're willing to pay".
You cry
In your tea which you hurl in the sea,
When you see me go by!
Why so sad?
Remember we made an arrangement
When you want away!
Now you're making me mad!
Remember despite our estrangement,
I'm your man...
You'll be back!
Soon you'll see!
You'll remember you belong to me;
You'll be back!
Time will tell!
You'll remember
That I served you well!
Oceans rise, empires fall!
We have seen each other
Through it all!
And what push,
Comes to shove,
I will send a fully armed battalion
To remind you of my love!
You say:
"Our love is draining
And you can't go on"...
You'll be the one complaining
When I am gone!
And no!
Don't change the subject!
'Cause you're my favorite subject!
My sweet, submissive subject!
My loyal, royal subject!
Forever,
And ever,
And ever,
And ever,
And ever,
And ever...
You'll be back,
Like before!
I will fight the fight
And win the war!
For you love,
For you praise!
And I'll laugh until my dying days!
When you're gone,
I'll go mad!
So don't throw away
This thing we had!
'Cause when push,
Comes to shove,
I will kill your friends and family
To remind you of my love!
■ ■ ■
Show me how to lie;
You're getting better all the time
And turning all against the one:
Is an art that's hard to teach
Another clever word!
Sets off an unsuspecting herd
And as you get back into line;
A mob jumps to their feet.
Now dance!
Fucker, dance!
Man, he never had a chance
And no one even knew
It was really only you!
And now you steal away;
Take him out today!
Nice work you did:
You're gonna go far, kid.
With a thousand lies
And a good disguise
Hit 'em right between the eyes!
Hit 'em right between the eyes!
When you walk away,
Nothing more to say;
See the lightning in your eyes!
See 'em running for their lives!
Slowly out of line
And drifting closer in your sights;
So play it out
I'm wide awake:
It's a scene about me.
There's something in your way
And now someone is gonna pay
And if you can't get what you want;
Well, it's all because of me.
Now dance!
Fucker, dance!
Man, I never had a chance
And no one even knew
It was really only you!
And now you'll lead the way;
Show the light of day!
Nice work you did:
You're gonna go far, kid!
Trust, deceived!
With a thousand lies
And a good disguise
Hit 'em right between the eyes!
Hit 'em right between the eyes!
When you walk away,
Nothing more to say;
See the lightning in your eyes!
See 'em running for their lives!
Now dance!
Fucker, dance!
He never had a chance
And no one even knew
It was really only you!
So dance!
Fucker, dance!
I never had a chance.
It was really only you!
With a thousand lies
And a good disguise
Hit 'em right between the eyes!
Hit 'em right between the eyes!
When you walk away,
Nothing more to say;
See the lightning in your eyes!
See 'em running for their lives!
Clever alibis,
Lord of the flies!
Hit 'em right between the eyes!
Hit 'em right between the eyes!
When you walk away,
Nothing more to say;
See the lightning in your eyes!
See 'em running for their lives!)
Pro o contro il Governo?: Onestamente? La sua opinione politica in questo campo è non poco difficile da individuare; i suoi atteggiamenti e commenti nei confronti di questa bizzarra forma di Governo risultano esser estremamente mutevoli da momento a momento, da persona a persona. Perchè, siamo onesti, chi direbbe ad un fervente sostenitore di questa dittatura che in realtà ad egli fa altamente schifo? Jan sembra non spiccare per intelligenza -apparenza da lei talvolta sostenuta per puro svago, forse: venir sottovalutati è spesso molto produttivo, no?-, ma non è talmente idiota da strillare cose simili in faccia ad un soggetto simile!
O, almeno, si spera...Il fatto che sarebbe in grado di farlo unicamente per testare la reazione di questo è forse troppo scontata, reale, per poter esser ignorata. "Stupida" forse no, nemmeno "sprovveduta", ma quasi totalmente priva di paura sì, eccome!
Ma, tornando a noi: cosa pensa di questo benedetto Governo?
Ma è semplice! Ella, in realtà, non ne pensa assolutamente nulla!
Ok, ok, non fraintendiamoci: ovviamente ha delle idee riguardo questo, approvando o disapprovando degli atteggiamento, eppure me risulta particolarmente disinteressata, quasi lei non vi avesse niente a che fare; se le venisse posta una domanda simile, infatti, stenterebbe a dar risposta concreta
Altro:
~ Sin dalla più tenera infanzia le è stato insegnato a suonare la fisarmoica, attività nella quale mostra abilità particolari. Non a caso, ella possiede -com'è logico che sia- uno di questi strumenti, con molta probabilità il primo da lei mai retto; difficilmente è possibile vederla suonare tale oggetto e ancor più difficilmente permette a qualcuno anche solo di sfiorare il vecchio mantice consumato, ma ancora lustro e perfettamente intatto. Forse gran parte delle persone non è nemmeno a conoscenza della sua dote!
La fisarmonica (dal greco "ϕῦσα", "phȳsa", "soffio" o "mantice" e "ἁρμονικός", "harmonikòs", "armonico"), "accordéon" in francese, "accordion" in inglese e "akkordion" in tedesco (da "ἀχόρδιον", "achòrdion", "senza corde"), è uno strumento musicale aerofono con mantice ad ancia libera; è stata per lunghi anni, e in alcune zone lo è ancora, uno strumento folcloristico legato alla tradizione della danza popolare.
Il primo brevetto di un "accordion", termine oggi usato in molte lingue -pur con varianti grafiche- per indicare la fisarmonica, fu depositato il sei maggio del milleottocentoventinove a Vienna dal costruttore di organi e pianoforti Cyrill Demian e dai suoi figli Carl e Guido; ma colui che la trasformò a quella che si avvicina di più ai nostri giorni è stato Paolo Soprani. Le evoluzioni tecniche e costruttive dello strumento hanno sempre più perfezionato il suo timbro e la sua intonazione, favorendo la presenza dello strumento anche in ambiti musicali più colti.
La fisarmonica è dotata di due tastiere o manuali, il manuale di destra, detto anche "cantabile", può essere con tastiera pianoforte o con bottoni, mentre il manuale di sinistra, i "bassi" è a bottoni. La tastiera di sinistra è tipicamente costituita da due file di bottoni per il basso (chiamate, rispettivamente, dei "bassi" e dei "contrabbassi") dove ad ogni bottone corrisponde una singola nota grave e tali note sono disposte per ordine di quinta; seguono altre quattro file di bottoni tipicamente relative all'armonia: prima fila accordo maggiore, seconda fila accordo minore, terza fila accordo di settima di dominante (senza la quinta), quarta fila accordo di settima diminuita.
Queste file dell'armonia possono avere funzioni diverse a seconda del tipo strumento, ma in generale prevalgono due filosofie: quella dei "bassi standard" e quella dei "bassi sciolti o "free bass"; nella sistemazione a "bassi standard" le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" non suonano una singola nota ciascuno, bensì un accordo, e sono raggruppate in base alla triade o quadriade che consentono di formare in associazione col bottone di "basso" immediatamente allineato: l'usuale posizione di esecuzione prevede la posizione del quarto dito (anulare) sul "basso" (che tipicamente è la fondamentale dell'accordo), e del terzo e del secondo dito sugli adiacenti bottoni degli accordi.
Nella sistemazione a "bassi sciolti" ("Sistema bassi sciolti") invece anche le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" suonano una sola nota ciascuno, e complessivamente si osservano disposizioni tipicamente cromatiche delle note, anche se variegate rispetto alla fila dei bassi: è preferita nella musica colta in contrapposizione alla precedente che è invece tipica della musica tradizionale, e risulta la più diffusa. In ogni caso il pollice è l'unico dito che non viene utilizzato su questa bottoniera ma serve unicamente per equilibrare la mano e per premere il bottone laterale al mantice che, aprendo i fori dell'aria, permette una maggiore velocità di chiusura e di apertura del mantice stesso. Le fisarmoniche cromatiche possono avere da quarantotto a centoventi bassi: questo misura l'estensione complessiva delle file della bottoniera, e di conseguenza l'estensione complessiva dell'intonazione della stessa.
Le fisarmoniche si dividono in "bassi standard" e "bassi sciolti" in base al funzionamento della bottoniera della mano sinistra: nelle prime, come già detto sopra, la mano sinistra esegue l'accompagnamento (bassi e accordi), mentre nelle fisarmoniche a "bassi sciolti" è solitamente presente un meccanismo commutatore ("converter") che trasforma la bottoniera da "bassi standard" a "bassi sciolti", di modo che un singolo bottone esegua una singola nota, così da poter eseguire brani polifonici a due mani come su un organo o un pianoforte; pur essendo il sistema a bassi sciolti solitamente azionato dal sistema meccanico del converter, esistono anche modelli dotati di soli bassi sciolti. Il layout delle bottoniera a bassi sciolti può essere "per quinte" o "per terze minori, a seconda dell'intervallo formantesi tra bottoni contigui sulla stessa linea verticale. Il primo ("per quinte") ricalca la stessa logica dispositiva dei bassi standard, ma espandondela sulle ottave successive, il secondo ("per terze minori") riprende, in modo speculare, la disposizione del manuale destro dei modelli a bottoni.
Il cuore della fisarmonica è il Mantice, che viene azionato dall'esecutore per immettere l'aria necessaria a far vibrare le ance; il Mantice, mosso direttamente dalle braccia dell'esecutore, è il polmone della fisarmonica, il mezzo per ottenere l'espressione, come l'Arco per il Violino, il Tocco per il Pianoforte, il Respiro per gli strumenti a fiato. Esso è fatto di cartone pieghettato ricoperto di tela, tenuto insieme, negli angoli interni, da pelli morbide, le quali permettono qualsiasi movimento senza dispersione di aria, mentre le estremità di ogni singola piega sono coperte di pegamoide; gli angoli sono rivestiti di metallo. Siffatta costruzione ne garantisce la resistenza. Il mantice viene fissato alle due casse armoniche (lato bassi e lato cantabile) da spinotti o da viti.
Modo di usare il mantice: la mano sinistra, infilata fra la cinghia e la cassa armonica (lato bassi) regola i movimenti del mantice; solitamente si inizia con il mantice in aprire, ma, sia nell'aprirlo che nel chiuderlo, si deve porre attenzione che tale movimento avvenga in via lineare, con semplicità e naturalezza, evitando grandi movimenti a ventaglio. Va azionato con calma e dolcemente, così da dare la possibilità alle ance di vibrare con regolarità, ottenendone un suono omogeneo e gradevole. Va fatta speciale attenzione che, nell'invertire il movimento del mantice, tale azione venga avvertita il meno possibile. Sono da evitare forti pressioni o strappi violenti, almeno in un primo tempo;
~ Se osservata con maggiore è perfettamente possibile scorgere in lei un'ennesima particolarità: il suo ambidestrismo.
L'ambidestrismo è, com'è oramai ben risaputo, la capacità di poter usare indistintamente entrambe le mani o i piedi per compiere le azioni che normalmente si compiono con uno solo di essi; etimologicamente, il termine è composto dalle parole latine "ambi" ("entrambe") e "dexter" ("abile"), traducibile con "entrambi abili". L'ambidestrismo è dovuto a uno sviluppo simmetrico dell'area corticale motoria e dell'homunculus motorio di entrambi i lati nelle zone deputate al controllo neurale degli arti.
Gli ambidestri sono circa il cinque per cento della popolazione mondiale, contro l'ottantacinque dei destrimani e il dieci per cento dei mancini. Si tratta di una condizione normalmente presente dalla nascita, la cui manifestazione principale si concretizza in un elettroencefalogramma particolare; tuttavia, alcune persone, dopo essersi abituate ad usare anche braccio e gamba "sbagliati" con esercizio costante, hanno dimostrato di essere in grado di utilizzarli entrambi. È dunque importante che coloro che sono ufficialmente riconosciuti come ambidestri lo indichino nei documenti;
~ Per moltissimi versi, Jan potrebbe esser definita come "agnostica", in modo particolare nei riguardi della religione, da lei mai realmente praticata con fervore o anche solo cenni di interesse.
L'agnosticismo (dal greco antico "ἀ-", "senza", e "γνῶσις", "sapere", "conoscenza") è un atteggiamento concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha, o non se ne può avere, sufficiente conoscenza; in senso stretto è l'astensione sul problema del divino. L'agnostico afferma cioè di non sapere la risposta, oppure afferma che non è umanamente conoscibile una risposta e che per questo non può esprimersi in modo certo sul problema esposto. Nello specifico questa posizione è solitamente assunta rispetto al problema della conoscenza di Dio; in forme del tutto secondarie e in disuso può anche riguardare l'etica, la politica o la società.
Tale termine fu usato da Thomas Henry Huxley in un discorso durante una riunione della Società metafisica nel milleottocentosessantanove per descrivere la sua filosofia, che rifiuta tutte le richieste di conoscenza spirituale o mistica. I leader della chiesa paleocristiana hanno usato la parola greca "gnosis" ("conoscenza") per descrivere "conoscenza spirituale". L'agnosticismo non deve essere confuso con le opinioni religiose che si oppongono in particolare all'antico movimento religioso dello gnosticismo; Huxley usò il termine in un senso più ampio e più astratto. Huxley identificò l'agnosticismo non come un credo ma piuttosto come un metodo di indagine scettica, basata sull'evidenza. Negli ultimi anni, la letteratura scientifica che si occupa di neuroscienze e psicologia ha usato il termine "non conoscibile". Nella letteratura tecnica e di marketing, "agnostico" può anche significare indipendenza da alcuni parametri, ad esempio "piattaforma agnostica" o "hardware agnostico".
Il termine era stato utilizzato inizialmente da Agostino d'Ippona polemicamente, nella prima delle sue lettere ("Epistolae"), per indicare certi accademici della scuola Platonica che sostenevano che "alla natura umana è negata la conoscenza", allontanandosi dalla credenza dei Padri della Chiesa, gli esegeti cristiani, dove invece è supposta anche la conoscenza certa e vera, "per ricondurre gli uomini a ricercare la verità...Ognuno poi, distolto per quelle argomentazioni da ciò che di saldo e inconcusso aveva creduto di possedere..."
La posizione "agnostica" deriva nell'antichità da Protagora e successivamente dallo scetticismo, che praticava una simile ma più radicale sospensione del giudizio nell'epistemologia, ritenendo tutta la conoscenza umana sempre dubitabile e perfettibile. Chi dichiara inconoscibile l'esistenza di un dio allo stesso tempo risulta talvolta non convinto della sua esistenza, cosa che rientra in alcune definizioni di ateismo. Gli agnostici non sono necessariamente indifferenti al problema della fede e all'attività spirituale o religiosa; molti di coloro che stanno attivamente cercando una fede o sono in dubbio, hanno sostanzialmente una posizione agnostica, paragonabile al dubbio metodologico nella filosofia. Di converso, alcuni atei, pur essendo fondamentalmente scettici circa l'esistenza di una entità superiore, ritengono in via razionale che, così come l'esistenza di questa non si può dimostrare, non si possa neppure negare.
Il nome, coma già accennato in precedenza, fu introdotto nella modernità negli anni sessanta dell'ottocento dal naturalista britannico Thomas Henry Huxley, per descrivere la sua posizione rispetto alla credenza in Dio; il termine deriva come contrapposizione alle antiche dottrine cristiane gnostiche, che affermano che la conoscenza della realtà ultima ("gnosi") è interiore a ogni uomo. Posizioni agnostiche sono rinvenibili, nella cultura occidentale, sin dall'antichità, ma furono spesso oggetto di attacchi violenti. Diogene Laerzio riferisce che Protagora fu bandito dagli ateniesi e i suoi libri pubblicamente bruciati dopo che egli scrisse: «Intorno agli dèi non ho alcuna possibilità di sapere né che sono né che non sono. Molti sono gli ostacoli che impediscono di sapere, sia l'oscurità dell'argomento sia la brevità della vita umana.»
La posizione agnostica diviene permanente in vari filosofi "post-kantiani"; come dimostrò Immanuel Kant, nella dialettica trascendentale della critica della ragion pura, la ragione che pretende di parlare dell'incondizionato, il noumeno, cade in contraddizione, tanto per dimostrarne l'esistenza quanto per negarla;
~ Malgrado il suo particolare orientamento religioso, è a dir poco stupefacente -e forse "ingiustificata", almeno in apparenza- la sua vasta conoscenza dello yiddish, lingua che parla e comprende quasi come fosse polacco.
Lo "yiddish" ("ייִדיש", "yidish" o "אידיש", "idish", letteralmente: "giudeo/giudaico") o "giudeo-tedesco" ("Jiddisch" in tedesco) è una lingua germanica del ramo germanico occidentale, parlata dagli ebrei originari dell'Europa orientale; è parlata da numerose comunità in tutto il mondo ed è scritta con i caratteri dell'alfabeto ebraico. La lingua trae le sue origini dalla cultura degli ebrei aschenaziti, sviluppatasi nel X secolo in Renania, e poi diffusasi nell'Europa centrale e orientale; tra i primi nomi dello yiddish vi sono "loshn ashkenaz" ("לשון-אשכעתא") e "taytsh", per distinguerla dall'ebraico biblico e dall'aramaico, generalmente definiti entrambi come "לשון־קודש" ("loshn-koydesh"="lingua sacra"). Vengono usati anche "jargon" e "mame-loshn" ("מאַמע־לשון"="lingua materna"). Il termine "yiddish" non fu molto usato per definire la lingua e la sua letteratura, per lo meno fino al XVIII secolo.
È probabile che tale linguaggio, non troppo antico, sia sorto per evitare le persecuzioni, soprattutto "ad imitazione" delle altre lingue differenti dall'ebraico: è innegabile comunque la "coniazione" di nuove parole diffuse poi anche in quelle; la stessa "Qabbalah" della tradizione ebraica non nega la credenza in similitudini tra tutte lingue che, secondo la Torah, derivano dall'ebraico, indirettamente o direttamente, malgrado le difficoltà semantiche o fonologiche. La gematria ne presenta un esempio anche se quanto qui espresso riguarda un approccio differente, assai complesso. Si potrebbe altresì ammettere anche l'esistenza di parole in yiddish rivelate, quasi similmente al termine onomatopeico e/o all'ispirazione nella musica.
È stato anche proposto che l'origine del substrato germanico dello yiddish sia di fatto il gotico, che dai secoli IV al XVII sopravvisse in Crimea ("gotico di Crimea", parlata dai Goti di Crimea); l'elemento ebraico sarebbe entrato nello yiddish al tempo della conversione all'ebraismo dei cazari, dominatori di quell'area geografica fino al XIII secolo, avvenuta verso il V-VI secolo, ma questa teoria non è accettata dalla maggior parte degli studiosi. Un'altra teoria è che lo yiddish derivi dalla parlata degli abitanti slavi e baltici dell'area polacca, i quali si convertivano o si spacciavano per ebrei per non venire rapiti e venduti come schiavi, cosa non rara in quelle zone durante tutto il Medioevo.
_-Lawless-_ Spero ti piaccia!~
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