La tentazione di taggare determinate persone è estremamente forte


Nome: Reyna (è la versione, probabilmente inglese, del più conosciuto nome "Rayna"; vi sono diverse interpretazioni sull'origine di tale nome: può costituire una variante bulgara del nome "Regina", oppure la forma femminile del bulgaro "Rayno" o infine una variante di "Reina" [dal Yiddish, "pulito/puro" o dallo spagnolo, "regina"])

Cognome: Questo è un tasto piuttosto dolente, "confusionario" oserei dire: il cognome di Reyna, secondo l'anagrafe almeno, corrisponde ironicamente a "Lovelace"; che appellativo orribile, non è vero? Così...Così...Disgustoso, a dir poco disgustoso!
È questo uno dei motivi per la quale nessuno è a conoscenza di ciò: preferisce spacciarsi per "Dremurr"; un cognome innocuo quanto adorabile a primo impatto, magari scelto totalmente a caso!
In realtà la giovane è ben più ingegnosa e molto meno superficiale rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare: non ha scelto tale "nome" per puro caso, per la sua assonanza graziosa, quanto più sembra esser stato inventato di sana pianta dalla Speciale; le sue lettere vanno a formare la bizzarra parola "Murder"

Età: Difficile, molto molto difficile!
Voi che età le dareste ad un primo impatto? Sono certa che non sapreste darmi una risposta precisa ed onesta: non è raro che qualcuno arrivi ad affibbiarle quindici anni, probabilmente a causa dell'aspetto giovane, simile a quello di un insetto bloccato eternamente in una goccia d'ambra; in realtà la giovane dovrebbe mostrarsi come una sedicenne/diciassettenne, seppur essa non sia propriamente la sua reale età. Avendo vissuto già vissuto in un Anello, infatti, ella arriva oramai a raggiungere i venticinque anni; gli effetti del presente, il tempo in cui non ha potuto crescere, però, non risultano essersi abbattuti su di lei, non gravandole mai sulle spalle

Aspetto fisico: Come iniziare...Beh, mi pare scontato ribadire come ella risulti fossilizzata nel tempo: nonostante esso scorra inesorabile, nonostante il suo non vivere in alcun Anello, sembra che qualcosa le impedisca categoricamente di invecchiare; ciò potrebbe anch'esser in minima parte dovuto al suo patrimonio genetico, considerando l'apparenza giovanile che alcuni suoi parenti preservavano. Tuttavia, è innegabile ammettere quanto ella risulti affascinante: un'aura di "austera" bellezza l'avvolge, cosa di cui ella in primis è disinteressantemente a conoscenza.
Il viso morbido, dai tratti armoniosi ed eleganti, fini direi, risultano vagamente severi, accigliati quasi, cosa esaltata dal candore mortale della sua pelle di porcellana, totalmente priva della più minima imperfezione; il naso dal setto stretto presenta una punta graziosamente all'insù, unico tratto riconducibile a qualcosa di vagamente infantile, mentre le morbide labbra dalla forma deliziosamente a cuore sono non poco carnose quanto rosee -rosse, oserei dire-, un contrasto non indifferente col suo incarnato niveo. I grandi occhi dal taglio tipicamente occidentale potrebbero esser paragonabili a quelli di un cerbiatto, quasi valorizzati dalle lieve occhiaie nerastre che li contornano: le sue iridi sono di un gelido color ebano, talmente scuro da esser impossibile distinguere le pupille; i setosi capelli scendono in una lunga e folta cascata paragonabile al petrolio fino ai fianchi, talmente lisci da sembrare innaturali.
La sua corporatura si presenta come snella -esile, quasi- seppur sia difficilmente notabile una certa tonicità in lei: il suo fisico tipicamente a clessidra sembra esser dotato di un'elegante silenziosità e di una sinuosità invidiabili, esaltate dalle forme amabilmente generose; per finire, c'è da ammettere che la "dolce" Reyna non spicca propriamente in altezza: un metro e sessanta di pura voglia di morire, che tenerezza!

Carattere: (Non esiste canzone più perfetta di questa:
The secret side of me, I never let you see
I keep it caged but I can't control it
So stay away from me, the beast is ugly
I feel the rage and I just can't hold it
It's scratching on the walls, in the closet, in the halls
It comes awake and I can't control it
Hiding under the bed, in my body, in my head
Why won't somebody come and save me from this, make it end?
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I've become, the nightmare's just begun
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster
My secret side I keep hid under lock and key
I keep it caged but I can't control it
'Cause if I let him out he'll tear me up, break me down
Why won't somebody come and save me from this, make it end?
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I've become, the nightmare's just begun
I must confess that I feel like a monster
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster
It's hiding in the dark, it's teeth are razor sharp
There's no escape for me, it wants my soul, it wants my heart
No one can hear me scream, maybe it's just a dream
Maybe it's inside of me, stop this monster
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I've become, the nightmare's just begun
I must confess that I feel like a monster
I feel it deep within, it's just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I've gotta lose control, here's something radical
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

◆◇◆

E

very breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
I'll be watching you
Every single day
Every word you say
Every game you play
Every night you stay
I'll be watching you
Oh can't you see
You belong to me
My poor heart aches
With every step you take
Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
I'll be watching you
Since you've gone I been lost without a trace
I dream at night I can only see your face
I look around but it's you I can't replace
I feel so cold and I long for your embrace
I keep crying baby, baby, please
Oh can't you see
You belong to me
My poor heart aches
With every step you take
Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
I'll be watching you
Every move you make
Every step you take
I'll be watching you
I'll be watching you
[Every breath you take, every move you make, every bond you break, every step you take]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you
[Every move you make, every vow you break, every smile you fake, every claim you stake]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you
[Every breath you take, every move you make, every bond you break, every step you take]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you)

Storia: (La cosa è molto simbolica, eh:
I tried to leave all that behind me;
When they call my name
The Demon comes:
But am I to blame?
I tried to be good,
I really did...
Not sure I could.
Leaving two worlds
Broken, unfurled,
Couldn't take any more crying.
Been disposed of,
Learned about L.O.V.E.;
Lights above, from stars slowly dying:
I once knew light
Burning bright,
Shadows invade
I've lost the dawn
Sunlight's gone,
Left this dismal grave.
I remain still
Power of will
Leavers me here to keep on trying;
I know, somehow
There's no point now
To try and stop the hate, the dying.
I finally see
Neither world, cares for me
I'll stand my ground
No one can
Stop me now.
No hopes, no dreams
I have nothing
Death is all that can define me.
The end's calling
No more stalling
Stars will fade, but I'll keep shining)

Abbigliamento: Oddio...Non che Reyna presti troppa attenzione a ciò che indossa, ad essere onesti: per quello che ne sa potrebbe star indossando un pantalone di pelle umana e nemmeno accorgersene!
Tuttavia, è innegabile che il suo vestiario risulti estremamente semplice: enormi felpe dedite ad avere milioni di tasche interne, pantaloni standard -la quale è spesso costretta a tirar su a causa della loro grandezza- e anfibi; tutto ciò è caratterizzato da un unico elemento comune: il nero, ovunque. Ovunque.

Potere: Il potere di Reyna è difficile da spiegare, in quanto non servirebbe un anno intero per descriverlo appieno!
Partiamo tuttavia dalle basi: ella è in grado di manipolare a proprio piacimento le ombre; un potere dall'apparenza abbastanza semplice, banale quasi, sono più che sicura che abbiate già udito di qualcuno che ironicamente trattava tale potere: è tuttavia definibile come "raro" nel mondo Speciale.
La sua abilità ha non pochi sbocchi in più e più ambiti: non è solo capace di muoverle a proprio piacimento o creare oggetti con esse, anzi! Ad esempio è in grado di sentire e vedere attraverso di esse, talvolta addirittura parlare col loro ausilio, e non solo!
Ma ciò che più risalta è il sui forte legame con esse: quasi nessuno lo sa, ma le ombre risultano esser effettivamente delle creature pensanti, a sé stanti, con una loro lingua; potrebbero esser definiti quasi come degli spiriti, in grado di esser udite unicamente da Reyna, sono molto più letali di ciò che appaiono.
Inoltre, c'è da aggiungere che ella ha sempre con sé una sorta di mini-nuvoletta, un nube quasi, totalmente nera; essa è a tutti gli effetti un'ombra quasi diversa dalle altre, dalla giovane rinominata "P.A.".
Potrai star qui a parlare per ore ed ore della sua peculiarità, di tutte le sfumature che presenta, di quanto sia in realtà un potere "mortale", a tratti anche gestito da creature di natura maligna; potrei farlo, certo, ma sarebbe impossibile apprenderlo appieno, totalmente impossibile, ma è mio dovere specificare una cosa già di per sé difficile da notare: Reyna, non possiede più quasi niente di umano.
"In che senso?", è normale chiedersi ciò, e la risposta è più che ovvia; questo suo essersi distaccata fin troppo da quel poco di umanità che ancora possedeva, tuttavia, le ha portato anche dei vantaggi: spesso pare risultare immune a non poche peculiarità, esattamente come le sue amate ombre. Un'esempio eclatante sarebbe il controllo della mente che talvolta si è tentato di esercitare su di lei: come puoi farlo su un'ombra? Su quello che sembra esser diventato?

Cosa pensa dei Normali?: Beh...Insomma...Questa è dura, davvero dura! Non poteva esserci domanda peggiore!
Reyna considera i Normali al pari dei Speciali, e ciò è effettivamente un insulto per entrambe le "razze": non li apprezza, non li considera, per lei non esistono, così come non esiste gran parte della gente all'infuori di una cerchia a dir poco ristretta; non vi è un effettivo motivo per tanto astio, seppur di "astio" non si possa pienamente parlare, non solo nei loro confronti, ma è certo che se mai dovesse avvenire una strage ella potrebbe esser tra i carnefici o eventualmente a godersi lo spettacolo con un sacchetto di pop corn in mano

Altro:
-Sembra soffrire di una forma ben celata, quanto considerevole, di Misantropia.
La misantropia (dal greco antico: "μίσος", "mísos", "odio" e "νθρωπος", "ànthrōpos", "uomo, essere umano") è un sentimento e un conseguente atteggiamento d'odio, disprezzo o mancanza di fiducia nei confronti del genere umano, caratterizzato talora dall'isolamento materiale o morale dagli altri; essa comunque non implica necessariamente sadismo, masochismo o depressione, o una disposizione antisociale e sociopatica verso l'umanità.
Benché i misantropi non esprimano fiducia per l'umanità in generale, tendono ad avere relazioni personali normali con altri individui. la misantropia può essere motivata da sentimenti di isolamento o alienazione; essa può assumere talvolta forma di arroganza culturale, quando una persona prova avversione verso l'umanità per una superiorità mentale sugli altri.
Può assumere diversi aspetti anche "temporanei", specialmente in individui affetti da forti depressioni o da altri disturbi; l'aspetto più comune è classificabile come un desiderio di solitudine, alienazione o anche sentimenti estremi non necessariamente legati a qualche disturbo, come il distruggere gli oggetti o fare del male alle altre persone, spesso attraverso la violenza.
La misantropia difficilmente riesce ad attecchire completamente nella personalità di una persona: nei misantropi estremi spesso non esiste rimedio o soluzione in grado di far cambiare pensiero, mentre può essere una valvola di sfogo per quelle persone non propriamente misantrope, ma che ne abbracciano tale sentimento solo per questioni temporanee e provvisorie, spesso correlate appunto a disturbi psichici oppure a filosofie personali.
La misantropia tende a rivelarsi nell'individuo prettamente durante il transito dall'età medioadulta (quaranta-cinquant'anni) alla terza età, anche se non rari sono i casi di misantropia adolescenziale, essendo l'adolescenza un periodo di grande arricchimento mentale e filosofico: infatti, molte persone nell'età compresa dai sedici ai ventun'anni con problemi psichici o eccessiva emotività personale sono inclini alla misantropia. In ambito psicologico un misantropo può talvolta essere sofferente di disturbi della personalità (ad esempio l'evitante, schizotipico, schizoide, paranoide), di depressione, fobia sociale o disturbi come l'hikikomori.
Rappresentazioni di misantropia sono comuni nella satira e nella comicità, anche se rappresentazioni estreme sono generalmente rare, espressioni sottili sono più comuni, specialmente quelle che evidenziano i difetti e i limiti dell'umanità.
In casi estremi, i misantropi possono ritirarsi dalla società, diventando eremiti; spesso vengono esclusi da certi tipi di società o altamente penalizzati, in quanto visti diversi o semplicemente dei folli. Tuttavia, la misantropia è stata largamente emancipata da numerosi filosofi e sociologi della storia umana, come Platone, Diogene di Sinope, Aristotele, Jonathan Swift, Immanuel Kant, Arthur Schopenhauer o Emil Cioran;
-Per quanto ciò risulti esser qualcosa di sconosciuto a chiunque, in quanto ben poco mostrato da Reyna, ella è una pianista estremamente talentuosa.
Il primo modello di pianoforte fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698; per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome "pianoforte", "piano-forte", ed anche "fortepiano", come risulta dalle locandine coeve dei concerti di Beethoven ed altri grandi compositori dell'epoca in cui il pianoforte andò affermandosi.
La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo: l'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore; nel clavicembalo, infatti, le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica, anche per questo motivo, pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia.
Il pianoforte non ebbe successo in Italia, ma l'idea finì molti anni dopo in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermann nel 1726 ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, il quale ne diede un giudizio fortemente critico; successivamente, probabilmente a seguito dei miglioramenti tecnici apportati da Silbermann, lo stesso Bach risulta però aver personalmente favorito la vendita di alcuni pianoforti del costruttore, come risulta da un vero e proprio contratto di intermediazione firmato nel 1749.
I pianoforti di Silbermann piacquero molto a Federico II di Prussia che, per arricchire i propri palazzi, ne comprò sette per settecento talleri (secondo la testimonianza di Johann Nikolaus Forkel, Federico acquistò negli anni più di quindici pianoforti Silbermann).
Alla bottega di Gottfried Silbermann si formò Johann Andreas Stein che, dopo essersi reso indipendente, perfezionò ad Augusta, in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori; nel 1777 ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, il quale fu entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento: i figli di Stein si trasferirono in seguito a Vienna, dove crearono una fabbrica di pianoforti.
In Italia, tra i non molti che si dedicarono alla costruzione dei pianoforti -in precedenza tutti costruttori di clavicembali- nel periodo napoleonico e della Restaurazione, sicuramente fu degna di fama la famiglia Cresci, di origine pisana, trasferitasi nella seconda metà del '700 a Livorno.
Il musicologo Carlo Gervasoni, nella sua opera "Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica", ossia del 1812, menziona i pianoforti "Cresci" come paragonabili in qualità e sonorità agli "Érard" francesi, che andavano per la maggiore nella capitale imperiale Parigi.
La meccanica dei Cresci era di tipo viennese, cioè del tipo dei pianoforti di Joseph Böhm, Conrad Graf e Johann Schant; la scuola viennese era sicuramente la più importante e sviluppata tra gli ultimi decenni del settecento e i primi dell'ottocento.
Non fu un caso che tanto Mozart, quanto Beethoven o Franz Joseph Haydn, tutti in qualche modo legati a Vienna, sviluppassero per primi le incredibili potenzialità del nuovo strumento; quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui esso andò affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie nobili. Inoltre il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva il suo uso solo in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute.
Fu in epoca romantica, dal 1840 in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'intero con funzioni di telaio, consentì l'incremento della sonorità, grazie a più corde con tensioni maggiori e casse armoniche più grandi (ed andarono affermandosi i "coda" e "gran coda", che all'epoca andavano da duecentoventi a duecentosessanta centimetri). E anche il peso aumentò progressivamente sino ai seicento chili ed oltre di inizio novecento (strutture in ghisa).
Questo incremento della potenza sonora del pianoforte ne consentì l'uso nei grandi teatri o nelle sale da concerto, ma trasformò profondamente la sua qualità sonora; ascoltare un brano di Beethoven suonato con un pianoforte viennese della sua epoca, o Liszt e Chopin con un Érard o Pleyel del periodo romantico, ci permette di comprendere veramente cosa volesse esprimere il compositore.
Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di inizio ottocento: oggi è molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al 3° quarto dell'ottocento, a causa della grande diversità della struttura e quindi della timbrica rispetto al pianoforte attuale.
Non è, tuttavia, sempre facile distinguere nettamente fra l'una e l'altra tipologia, perché non si tratta di due strumenti diversi, ma del medesimo strumento, che ha subito gradualmente una profonda evoluzione; tanto più che all'epoca non si è mai avvertito un vero momento di stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si può facilmente desumere dai documenti e dai testi.
I primi pianoforti verticali, più economici e meno ingombranti, furono creati forse nel 1780 da Johann Schmidt di Salisburgo e nel 1789 da William Southwell di Dublino.
I costruttori francesi più famosi, Sébastien Érard e Ignace Pleyel, furono i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento; l'Érard, in particolare, era uno strumento di relativamente grande potenza sonora e di suono deciso (e potremmo dire "più moderno"), che dava particolare risalto espressivo. Franz Liszt ne fece il suo preferito. Ad Érard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti, tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia sonora ed era relativamente più faticoso e difficile da suonare, perché permetteva molte sfumature interpretative ed aveva una maggiore sensibilità. Era il pianoforte romantico per eccellenza.
Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narri che, quando era stanco, suonasse l'Érard, perché il Pleyel "gli chiedeva troppo.").
Nel 1861 i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella.
All'inizio del XX secolo la Steinway & Sons di New York brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità del Novecento; un valido costruttore italiano di pianoforti è stato Cesare Augusto Tallone.
Attualmente, il costruttore italiano che è assurto a rinomanza mondiale è Fazioli;
-Risulta avere delle lievi tendenze cannibalistiche, per quanto esse siano ben celate quasi anche all'inconscio di Reyna stessa.
"Cannibalismo", sinonimo di predazione intraspecifica, è un termine che indica la pratica del mangiare i propri simili. "Antropofagia" (dal greco "νθρωπος", "uomo" e "φαγω" "mangio") è un termine che indica un organismo carnivoro che si nutre, preferenzialmente o meno, di esseri umani; si tratta in maggioranza, ma non solo, di grandi predatori al più alto livello trofico della catena alimentare. Il termine cannibalismo, senza aggettivi, è largamente impiegato in etologia per indicare l'atto di mangiare membri della propria specie.
In senso generale antropofagia è sinonimo principalmente di cannibalismo umano;
-Sin dalla più tenera, una cosa sembra averla portata a distinguersi ulteriormente dagli altri: il dolore; sembra esser totalmente incapace di provarne: potrebbe arrivare a rompersi un braccio senza non accorgersene! 
E questo non è certamente qualcosa di positivo

Orientamento sessuale: Che dire...È piuttosto difficile definire appieno l'orientamento sessuale della giovane, principalmente perché lei è la prima a non essersi mai curata di ciò: eterosessuale? Bisessuale? Di cosa stiamo parlando?
Per lei sono argomenti totalmente sconosciuti!
Non è dunque raro scambiarla per una persona Aromantica, in quanto la scarsa compatibilità che mostra a primo impatto nei confronti di relazioni romantiche; onestamente? Come può la gente non comprendere il suo essere Polisessuale Omoromantica Poliamorosa?
"E che diamine è"?, vi starete chiedendo, "Il nome di una qualche strana malattia?"; nonnò, guardate il ditino, "nonnò": ella è sessualmente da determinate identità di genere, seppur non tutte, ma è romanticamente interessata al proprio sesso.
Tuttavia, c'è anche da aggiungere che la possibilità che ella si innamori di più di una donna contemporaneamente non è totalmente impossibile; c'è anche da aggiungere che ella sembri possedere delle lievi tendenze Autosessuali, ossia potrebbe eventualmente provare attrazione sessuale nei propri confronti e sì, è disponibile per una relazione

Cle0706HP Spero vada bene!

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