I feel too gay


Nome: Dominik (parrebbe esser la traduzione dell'italiano "Domenico"; esso deriva dal tardo latino "Dominicus", basato sull'aggettivo "dominicus" che significa "del padrone", e in senso particolare "del Signore" [in ultimo dal sostantivo "Dominus", "padrone", "Signore"]. Venne usato sin dal quarto secolo col significato cristiano di "consacrato al Signore", sul modello del greco "κύριος" ["Kyrios", da cui i nomi "Cirillo" e "Ciriaco"] anche se successivamente il suo uso si ampliò ed andò ad interessare i bambini nati il giorno di domenica [ovvero il giorno consacrato al Signore]; tuttora il nome è usato perlopiù dai cattolici, anche in forza del culto di diversi santi, tra cui san Domenico di Guzman, fondatore dell'ordine dei Domenicani, san Domenico di Sora e san Domenico di Brescia. In Italia il nome è largamente diffuso, soprattutto al sud; si stima che nel ventesimo secolo sia stato il tredicesimo in ordine di popolarità.
Da "Domenegh", la variante lombarda del nome, e dalla sua abbreviazione "Menegh", deriva il diminutivo "Meneghin", che in italiano è traducibile come "Meneghino", ovvero il nome della maschera popolare milanese; col tempo, l'aggettivo "meneghino" è entrato nell'uso comune e serve ad indicare tutto ciò che riguarda la metropoli lombarda, persino il dialetto locale. L'uso nella lingua inglese cominciò verso il XIII secolo, in onore di san Domenico; la forma francese "Dominique" è usata anche al femminile.)

Cognome: Il cognome di Dominik risulta esser "Lewandowski"; largamente diffuso in Polonia, è oramai più che impossibile non intuire quale sia il suo Paese d'origine. Parrebbe esserne particolarmente legata, al punto da parlare quasi esclusivamente polacco, quelle poche volte che decide di aprir bocca per intrattenere spontaneamente una conversazione; non è una novità il suo esser ben presto arrivata a non apprezzare culture che si differenziano fin troppo dalla sua, non a caso nutre quasi del disgusto nei confronti del consumistico Paese americano.
Il Paese fu abitato inizialmente dai Celti nella Slesia e nella Polonia occidentale tra il IV e il I secolo a.C., quando comparvero anche i Germani; a partire dal V e VI secolo d.C. entrambi i popoli vennero assorbiti dalle popolazioni slave occidentali; tuttavia l'antico Regno polacco cominciò a prendere una forma unitaria solo nella metà del X secolo, sotto la dinastia dei "Piast", e per la precisione sotto Mieszko ("Miecislao"): infatti risulta che nel novecentosessanta, dopo aver riunito intorno alla rocca di Gniezno una prima rudimentale comunità nazionale, qui si scelse anche la bandiera che ancora oggi è quella della Repubblica di Polonia, un'aquila d'argento -di colore bianco- su sfondo rosso.
Secondo la leggenda si scelse questo tema a causa del ritrovamento di un nido di aquilotti durante i lavori di costruzione della città di Gniezno; Miecislao si convertì successivamente al cristianesimo, secondo alcuni per compiacere sua moglie, una principessa Boema, ma sicuramente anche per godere della protezione della Chiesa ed evitare la colonizzazione germanica.
Nel XII secolo la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel milleduecento vennero depredati dalle armate Mongole dell'Orda d'Oro: sotto la dinastia Jagellone, venne accordata un'alleanza con la vicina Lituania, e l'epoca d'oro arrivò nel XVI secolo con l'unione tra i due stati ("Unione di Lublino"), nella Confederazione polacco-lituana; durante il XVI secolo, a seguito delle vittorie contro la Russia, la Confederazione riuscì ad imporsi come una delle maggiori potenze in Europa: tuttavia la scarsa centralizzazione del potere regio e la natura elettiva di questo, la portò con il tempo ad indebolirsi fino a quando non venne letteralmente spartita dall'Impero austro-ungarico, dall'Impero prussiano e dall'Impero russo.
I sudditi polacchi godevano di grande libertà ed esisteva un sistema parlamentare, anche se i benefici di quest'ultimo erano limitati alla "szlachta" ("nobiltà"); da quel tempo i polacchi si sono dati il nome di Nazione della gente libera.
Nel milleseicento, la Polonia perse la Seconda guerra del nord contro la Svezia, e ciò diede inizio al cosiddetto "Potop" ("diluvio"), che si concluse nel milleseicentosessanta con la "Pace di Oliva", o "Oliwa"; vi furono inoltre numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel milleseicentonovanta.

Età: L'età di Dominik? Difficili a dirsi; se proprio vogliamo esser onesti, talvolta persino lei fatica a trovar risposta ad una domanda simile. D'altronde, qual è il senso di tener conto tanto ossessivamente degli anni che tanto lentamente si susseguono l'uno all'altro? Non è ben più produttivo trovarsi un hobby? Fissare il vuoto o collezionare aria sembra l'ideale! No?
Ma, tornando a noi, quanti anni potrebberlo mai venirle affibbiate? Quindici? Sedici? In non pochi stentano ad alzarle vagamente l'età, anche solo di un anno; eppure quei ventitrè anni paiono tanto carini, no?
Inoltre, le sue perle scarseggiano non poco, arrivando ad esser a stento due; tuttavia, dall'estate di due anni fa, ha iniziato a vivere perennemente al Campo

Aspetto fisico:

Che dire...Il motivo per la quale sua reale età desti tanta confusione è oramai più che palese! Andiamo, come potrebbe questa "ragazzina" tanto graziosa esser in realtà un'adulta totalmente formata? Impossibile, assolutamente impossibile. Talvolta persino lei, come già accennato in precedenza, fatica a rispondere quesiti riguardanti gli anni che le gravano sulle spalle; ammettiamolo, è tempo immemore che ella ha smesso totalmente di tener conto di questo! Nonostante questa stranezza, nonostante la perplessità che scatena in più e più persone, tuttavia, è impossibile negare il suo esser estremamente affascinante, per quanto tale "fascino" non rientri affatto nei canoni generli; la sua bellezza rasenta quasi la perfezione, al punto che sarebbe definibile come un quadro vivente, etereo quanto forse bambinesco.
Il delicato visino fanciullesco sfoggia tratti a dir poco amabili, estremamente graziosa nel loro esser impossibilitati dal venir immortalati a pieno, cosa spesso esaltata dalla candida pelle di porcellana che tende ad arrossarsi teneramente all'altezza delle guance, solcate da cenni di lentiggini, al punto da render a dir poco complicato il notare quanto realmente bianca essa sia; il piccolo nasino termina con una graziosissima punta all'insù, per quanto leggermente a patata mentre le morbide labbra perfettamente a cuore spiccano con il loro roseo non particolarmente calcato, ma non per questo meno "invitante".
I grandi occhi sarebbe paragonabili a quelli di un'adorabile cerbiatto, con la loro forma tipicamente occidentale: le sue sgargianti iridi spiccano per la loro tonalità paragonabile all'inchiostro, al punto da render totalmente impossibile da distinzione della pupilla, due specchi di puro ebano; i corti, setosi e lisci capelli appaiono spesso come scompigliati, ricadendole morbidamente dinnanzi alla visuale: la loro sgargiante tonalità smeraldinea, innaturale oserei dire, arriva in un attimo ad incorniciarle alla perfezione il volto angelico.
La sua corporatura non risulta particolarmente robusta, quasi per niente oserei dire, al punto che parrebbe renderla simile a quella di una ragazzina non pienamente sviluppata: il suo fisico sinuoso, snello, è tuttavia ben più atletico di quanto mai possa sembrare ad una prima occhiata; le sue curve femminee risultano esser maggiormente come quelle di un'adolescente in procinto di "sbocciare", ma ciò non fa altro se non accentuare la grazia e l'apparente innocenza che tanto involontariamente sfoggia.

Carattere: (Ohnno! Ho perso nuovamente la mia voglia di far "cose"! Mannaggia!
Let me out this a way,
You idiot will understand...
I'm not the damsel in distress.
I'm not your best friend
Or distraught and clueless;
I'm not like all the rest,
Just trying to get by:
Nope!
I'm the bad guy.
All these former human
That you see;
Each of them,
With shaking knees,
Has knelt before me.
So, I'm not your teammate
Or your partner in crime;
What am I, soul?
[They're the bad guy]
Oh, it's stellar,
To watch a monster
Turn to dust and die!
Oh, it's thrillin'
To be the villain;
I destroy their homes
And then I watch them cry...
'Cause I'm the bad guy!
Isn't it fantastic?
I see something,
I slash it!
And let me tell you why:
I've always had a weakness
For barrenness and bleakness.
I crush all your hopes
And then I watch you cry...
See, I find genocide rather fun!
I don't want your assistance
Or you crimination!
I'll erase this entire world
And bid you bye bye!
Why?
Come on, guess!
['Cause you're the...Bad guy?]
That's right!

▪ ▪ ▪

It's the same each
And every night
Glare at my scream
With two big bloodshot eyes.
I'm stuck self torturing;
My meds are failing me.
Internal clock in smithereens;
Can't fix it,
I'm hopeless.
My eyes are stapled open wide,
As I lay down on my side;
I am bouncing off these walls.
Notice my hands begin to twitch...
[Begin to twitch...]
Unprovoked assaulting of my
Conscius wit!
Me and the TV
Are enemies;
Sickening static surrounds my mind!
I'm losing time in realizing
That after days of thought,
That I'm stuck self torturing!
My meds are failing me.
Internal clock in smithereens;
Can't fix this,
I'm hopeless!
My eyes are stapled open wide,
As I lay down my side;
I am bouncing off these walls.
As I focus on the clock
Time stands still
But I cannot...
I just strap myself in bed!
I guess I'll sleep when I am dead!
Talk to myself,
Lying in darkness so content;
As the sun begins to rise,
I can barely shut my eyes!
This crazed delirious mess;
Laughing at everything I see.
My sanity is spent!
Just tell me where my time went,
I'm losing it.
Attention!
All insomniacs,
Please rise your right hand
And kindly repeat after me:
"I guess I'll sleep when I am dead"!
'Cause I'm stuck self torturing;
My news are failing me.
Internal clock in smithereens;
Can't fix jt,
I'm hopeless!
My eyes are stapled open wide,
As I lay down on my side;
[On my side!]
I'm bouncing off these walls!
[Off these walls!]
As I focus on the clock
Time stands
But I still cannot!
I just strap myself in bed:
I guess I'll sleep when I am dead!
[No! No! No!]
I guess I'll spleen when I am...)

Genitore mortale: Il genitore mortale di Dominik risponde al nome di Monika Lewandoski; passata a miglior vita alla sola età di trent'anni, durante la quale la polacca arrivava a stento i quindici. Informazione sulla vita -o sulla sua improvvisa stroncatura- della donna non sono reperibili, se non dalla figlia stessa, che tuttavia pare tutt'altro che intenzionata ad aprir bocca al riguardo; d'altronde, non sono affaracci altrui, no?

Genitore divino: Se vi è qualcosa, tra le numerose altre, che tende a colpire non poco è la scoperta del suo genitore divino; d'altronde, come ci si potrebbe mai aspettare che una ragazzina tanto adorabile, dall'apparenza estremamente innocente, priva di malizia sia in realtà figlia di Eros?

«Avventurato chi prova fa
della dea dell'amore con
temperanza e misura,
e con grande placidità
lungi dagli estri folli, perché
duplice è l'arco della beltà
che l'Amore (Eros) tende su di noi:
l'uno ci porta felicità,
l'altro la vita torbida fa.»

Eros ("Ἔρως") è, nella religione greca, il dio dell'amore fisico e del desiderio;
nella cultura greca "ἔρως" ("eros", l'amore) è ciò che fa muovere verso qualcosa, un principio divino che spinge verso la bellezza. In ambito greco, quindi, non vi era una precisa distinzione tra «la passione d'amore e il dio che la simboleggiava».
Eros appare in antiche fonti greche sotto diverse forme; nelle prime fonti (le "cosmogonie", i primi filosofi e i testi che si riferiscono alle religioni misteriche), egli è una delle divinità primordiali coinvolte nella venuta all'essere nel cosmo. Ma nelle fonti successive, Eros è rappresentato come il figlio di Afrodite, i cui maliziosi interventi negli affari di dei e mortali fanno sì che si formino legami di amore, spesso illecitamente. In definitiva, nei successivi poeti satirici, è rappresentato come un bambino bendato, il precursore del paffuto Cupido rinascimentale, mentre nella prima poesia e arte greca, Eros era raffigurato come un maschio adulto che incarna il potere sessuale e un artista profondo. Un culto di Eros esisteva nella Grecia pre-classica, ma era molto meno importante di quello di Afrodite:; tuttavia, nella tarda antichità, Eros era adorato da un culto della fertilità a Tespie. Ad Atene, condivideva un culto molto popolare con Afrodite, e il quarto giorno di ogni mese era sacro per lui.
Secondo Esiodo una delle più antiche fonti greche, Eros (il dio dell'amore) fu il quarto dio ad essere creato, dopo il Caos, Gaia (la Terra) e il Tartaro (il Abisso o Inferi). Omero non menziona Eros, tuttavia, Parmenide uno dei filosofi presocratici, fa di Eros il primo di tutti gli dei a nascere; i "Misteri Orfici" mostravano Eros come un dio delle origini, ma non del tutto primordiale, poiché era il figlio della Notte ("Nyx"). Aristofane, influenzato dall'orfismo, racconta la nascita di Eros:

«All'inizio c'erano solo Chaos, Notte (Nyx), Oscurità (Erebus) e Abisso (Tartarus). La Terra, l'Aria e il Cielo non avevano esistenza. In primo luogo la Notte oscura posò un uovo senza germe nel seno delle profondità infinite delle Tenebre, e da questo, dopo la rivoluzione dei lunghi secoli, scaturì il grazioso Amore (Eros) con le sue scintillanti ali dorate, rapide come i turbini della tempesta. Si accoppiò nel profondo Abisso con il caos oscuro, alato come lui, e così nacque la nostra razza, che fu la prima a vedere la luce.»

Nei miti successivi, era il figlio delle divinità Afrodite e Ares: è l'eros di questi miti successivi che diviene uno degli eroti; l'eros era associato con l'atletismo, con statue erette nei "gymnasia" e "era spesso considerato il protettore dell'amore omosessuale tra gli uomini". Eros è stato spesso raffigurato come colui che porta una lira o un arco e una freccia; era anche rappresentato accompagnato da delfini, flauti, galli, rose e torce.

«[Hera rivolta ad Athena] Dobbiamo avere una parola con Afrodite. Andiamo insieme e chiediamo a lei di persuadere il suo ragazzo [Eros], se è possibile, di lanciare una freccia alla figlia di Aeetes, Medea dei tanti incantesimi, e farla innamorare di Giasone...»

«[Eros] colpisce il seno delle domestiche con calore sconosciuto, e ordina agli stessi dei di lasciare il paradiso e dimorare sulla terra secondo forme prese a prestito.»

«Una volta, quando il figlio di Venere [Eros] la stava baciando, la sua faretra penzolava, una freccia sporgente, a sua insaputa, le aveva sfiorato il seno, spingendo via il ragazzo, infatti la ferita era più profonda di quanto sembrava, anche se inizialmente non percepita [e lei divenne] rapita dalla bellezza di un uomo [Adone].»

«Eros ha fatto impazzire Dioniso per la ragazza [Aura] con la deliziosa ferita della sua freccia, poi curvando le sue ali ha volato leggermente verso l'Olimpo e il dio vagava sulle colline flagellato da un fuoco più grande.»

La prima apparizione della nozione di Eros è nelle opere attribuite ad Omero; in tale contesto Eros non viene personificato, quanto piuttosto come principio divino corrisponde all'irrefrenabile desiderio fisico come quello vissuto da Paride nei confronti di Elena:

«ἀλλ' ἄγε δὴ φιλότητι τραπείομεν εὐνηθέντε
οὐ γάρ πώ ποτέ μ' ὧδέ γ' ἔρως φρένας ἀμφεκάλυψεν»

«Ma ora andiamo a letto e facciamo l'amore:
non mi ha mai preso il cuore un desiderio ("ἔρως" ) tanto possente»

O, ancora, lo stesso desiderio provato da Zeus per Era:

«Ἥρη δὲ κραιπνῶς προσεβήσετο Γάργαρον ἄκρον
Ἴδης ὑψηλῆς· ἴδε δὲ νεφεληγερέτα Ζεύς.
ὡς δ' ἴδεν, ὥς μιν ἔρως πυκινὰς φρένας ἀμφεκάλυψεν,
οἷον ὅτε πρῶτόν περ ἐμισγέσθην φιλότητι
εἰς εὐνὴν φοιτῶντε, φίλους λήθοντε τοκῆας.»

«Era raggiunse rapidamente la cima del Gargano,
sull'alto Ida, e la vide Zeus che raduna le nubi,
e quando la vide la passione ("ἔρως") invase il suo animo saggio,
come quando per la prima volta s'unirono nell'amore
e andarono a letto, all'insaputa dei genitori»

O, infine, ciò che rende tremanti le membra dei proci di fronte a Penelope:

«τῶν δ' αὐτοῦ λύτο γούνατ', ἔρῳ δ' ἄρα θυμὸν ἔθελχθεν,
πάντες δ' ἠρήσαντο παραὶ λεχέεσσι κλιθῆναι.»

«Ed ecco i ginocchi dei proci si sciolsero, furono sedotti da amore ("ἔρω")
bramarono tutti di giacere al suo fianco nel letto»

Tale desiderio irrefrenabile si spiritualizza nei lirici greci del VII/VI a.C. ma presenta comunque delle caratteristiche crudeli e ingestibili; manifestandosi improvvisamente, Eros agita in modo cupo le sue vittime:

«Ma per me Eros non dorme
in nessuna stagione:
come il vento di Tracia infiammato di lampi
infuria accanto a Cipride
e mi riarde di folli passioni,
cupo, invincibile,
con forza custodisce l'anima mia.»

«Eros che scioglie le membra mi scuote nuovamente:
dolceamara invincibile belva»

«Eros tremendo, le Follie ti furono nutrici:
per te cadde la rocca di Troia,
per te il grande Teseo, l'Egide, cadde, e Aiace Oileo,
il valoroso per la loro follia.»

«non è Afrodite, ma il folle e insolente Eros che come fanciullo gioca,
sfiorando il sommo dei fiori - ma che non me li tocchi - del cipero.
Eros di nuovo, a causa di Cipride, dolce mi invade, riscalda il cuore.»

In "Anacreonte" questo vissuto viene presentato come colui che colpisce violentemente:

«Ancora Eros m'ha colpito:
con un gran maglio, come un fabbro,
e mi ha temprato tuffandomi
in una fiumana invernale.»

Eros possiede un ruolo fondante in alcune teogonie orfiche: questo emerge già nella teogonia di tipo "parodistico", ma di derivazione orfica, presente in :Aristofane" (V-IV secolo a.C.) negli "Uccelli" (vv. Seicentonovantatre-settecentodue); tale brano è ritenuto il testo più antico attribuibile all'orfismo, «esso riproduce sinteticamente la forma scritta più antica delle teogonie orfiche, evocata anche da Platone, da Aristotele e trasmessa da Eudemo.»
Un frammento, che richiama Eudemo da Rodi (IV secolo a.C.) riprende la Notte come origine di tutte le cose e Eros al terzo posto:

«La teologia esposta nell'opera del peripatetico Eudemo come se fosse di Orfeo ha taciuto tutto ciò che è intelligibile, in quanto totalmente indicibile e inconoscibile [...] ha posto come principio la Notte, dalla quale inizia pure Omero, anche se non ha reso continua la genealogia. Infatti non si deve accogliere l'affermazione di Eudemo che inizi da Oceano e Teti: infatti egli sembra essere consapevole che pure la Notte è una divinità grandissima, a tal punto che anche Zeus la venera: "Infatti egli temeva di compiere azioni sgradite alla Notte veloce". Ma Omero stesso deve cominciare dalla Notte; invece mi pare di capire che sia stato Esiodo per la prima volta, narrando del Caos ad aver chiamato il Caos la natura inconoscibile dell'intelligibile e compiutamente indifferenziata e a far derivare da lì la Terra come il principio primo, se così si può dire, dell'intera generazione degli dei; a meno che il Caos non sia il secondo dei due principi, mentre la Terra, il Tartaro e Eros i tre oggetti dell'intuizione ed Eros è al terzo posto, in quanto contemplato secondo un ritorno. Questa espressione è impiegata pure da Orfeo nelle rapsodie: la Terra è al primo posto, in quanto per prima si è solidificata in una massa solida e stabile, il Tartaro a quello intermedio, perché già mosso verso una differenziazione.»

Nel complesso queste teogonie presentano un inizio caratterizzato da una sfera perfetta nella Notte cosmica, quindi una totalità rappresentata da "Phanes" ("Φάνης", "Luce", "vengo alla Luce", anche "Fane", "Protogono" "Πρωτογόνος", "Erichépaio" "Ἠρικεπαῖος") androgino e con le ali dorate, completo in sé stesso ma dai lineamenti irregolari, e, infine, da questa unità ancora perfetta un insieme di accadimenti conducono a dei processi di differenziazione. Quindi emerge Zeus in cui tutto viene riassorbito e rigenerato nuovamente per una seconda processione, dalla quale emerge Dioniso che, tuttavia, per una macchinazione di Era, sposa di Zeus, verrà divorato dai Titani. Zeus irato scaglia contro costoro il fulmine: dalla fuliggine provocata dalla combustione dei Titani sorgono gli uomini composti dalla materia di questa, mischiata con la parte dionisiaca frutto del loro banchetto.
Il tema di Eros/Amore è citato in Parmenide, ma in Empedocle acquisisce un ampio impianto teologico quando il filosofo siceliota pone accanto alle quattro "radici" ("ριζώματα"), poste a fondamento del cosmo, e motore del loro divenire nei molteplici oggetti della realtà, due ulteriori principi: "Φιλότης" ("Amore") e "Νεῖκος" ("Odio", anche "Discordia" o "Contesa"); avente il primo la caratteristica di "legare", "congiungere", "avvincere" ("σχεδύνην δὲ Φιλότητα", «Amore che avvince» ), mentre il secondo possiede la qualità di "separare", "dividere" mediante la "contesa". Così Amore nel suo stato di completezza è lo Sfero ("Σφαῖρος"), immobile ("μονίη") uguale a sé stesso e infinito ("ἀλλ' ὅ γε πάντοθεν ἶσος καὶ πάμπαν ἀπείρων"). Egli è Dio. Significativo è il fatto che Empedocle appelli Amore con il nome di Afrodite ("Ἀφροδίτη"), o con il suo appellativo di "Kýpris" ("Κύπρις"), indicando qui la «natura divina che tutto unisce e genera la vita»; tale accostamento tra Amore e Afrodite ispirò al poeta romano Lucrezio l'inno a Venere, collocato nel proemio del "De rerum natura". In questa opera Venere non è la dea dell'amplesso, quanto piuttosto «l'onnipotente forza creatrice che pervade la natura e vi anima tutto l'essere», venendo poi, come nel caso di Empedocle, opposta a Marte, dio del conflitto.

Arma:
~ Per quanto scontato ciò possa risultare, come potrebbe Dominik non possedere uno splendido arco? Sarebbe un oltraggio il contrario!
Esso parrebbe avere vaghi tratti d'oro sparsi qua e là per il legno biancastro, vecchi quanto ben tenuto; le sue grandi frecce, invece, terminano con una punta preoccupante affilata: anche solo sfiorandola si corre il rischio di recidersi la pelle.
Un arco è costituito da un elemento flessibile le cui estremità sono collegate da una corda tesa che ha la funzione di imprimere il movimento ad un proiettile, chiamato freccia; utilizzato come arma da caccia e da battaglia soprattutto nell'antichità, oggi viene utilizzato principalmente come attrezzo sportivo nella pratica del tiro con l'arco, nelle categorie di: tiro alla targa, tiro 3D e tiro dalla lunga distanza.
«τῷ οὖν τόξῳ ὄνομα βίος, ἔργον δὲ θάνατος»

«dell'arco, invero, il nome è vita, ma l'opera è morte.»
L'arma della donna, inoltre, appartiene alla categoria "Arco riflesso" o "composito"; esso è un termine moderno per indicare un tipo di arco tradizionale di origine millenaria costruito con materiali diversi tra di loro, legno o bamboo per lo scheletro centrale, corno sul ventre (la parte dell'arco rivolto verso l'arciere) e tendine sul dorso (la parte dell'arco rivolto verso il bersaglio), sia con leve rigide ("siyah") in legno, eventualmente rinforzate con osso, più o meno lunghe alle estremità dei flettenti come gli archi asiatici, sia senza leve rigide come l'arco egiziano, il tutto incollato con colla animale e rinforzato nei punti critici con avvolgimenti di tendine, seta, lino, canapa o rattan. Grazie alle caratteristiche di questi materiali l'arco composito, al contrario dell'arco in solo legno, se ben costruito, consente una costruzione molto riflessa, a "C" come l'arco turco o addirittura a "O" come l'arco coreano quando privi di corda, con conseguente forte precarica quando incordato e trazioni estreme durante il tiro. Anche gli archi di alcune tribù pellerossa potevano essere rinforzate con tendine ma senza corno;
~ Oltre al suo fedele arco, inoltre, possiede numerosissimi pugnali appartenenti alla categoria "Sfondagiaco"; alcuni di essi risultano esser costantemente indosso alla donna, la quale a stento permette a qualcuno di osservarli più a lungo di due secondi. Conosciuto anche con il nome di "smagliatore" fece la sua comparsa intorno al XIII secoloquesta nuova tipologia d'arma dettata dalle esigenze belliche: era lo sfondagiaco, coltello-pugnale a due tagli con lama molto robusta e punta rinforzata, spesso a brocco (lunga e acuminata). Veniva usato per penetrare il giaco, cioè la camicia di maglia di ferro indossata sotto la sopravveste e successivamente sotto l'armatura, con un micidiale colpo di stocco. Molto usato dagli "spazzini" dei campi di battaglia, che lo usavano per finire i soldati morenti prima di passare a spogliarli di ogni cosa di valore, in questo caso forse sarebbe più giusto però parlare di misericordia.

Poteri: Quali potrebbero mai esser i poteri della giovane polacca? Nemmeno lei nega quanto risulti facile sottovalutarli a causa del suo stesso genitore divine, eppure la sua capacità di manipolare l'amore, l'attrazione ed il desiderio sessuale altrui è estremamente particolare, pericoloso; lei, a differenza del Dio, non ha alcun bisogno di ricorrere ad archi di qualsivoglia tipo per "indirizzare" quello che potrebbe esser definibile come un malefico: uno sguardo, anche solo un tocco e la vittima si ritroverebbe irrimediabilmente ammaliata da chi più aggrada Dominik, in quanto i soggetti sono scelti dalla donna stessa. E dunque? Tutto qui? Ma assolutamente no! Sono piuttosto certa di aver già accennato a quanto il suo potere sia sottovalutato, nonostante i numerosi e differenti sbocchi che sfoggia: è perfettamente in grado di indurre alla follia la vittima, di condurla all'autodistruzione, persino di uccidere l'amato; ma la questione non finisce qui! E se dicessi che arriva ad esser in grado di esercitare un certo controllo -se non propriamente mentale- fisico su di esso?

Altro:
~ Parrebbe soffrire di una lieve forma di insonnia da quelli che oramai sono anni, seppur non mantengano una costanza rilevante; è tempo immemore, or dunque, che si ritrova nella fase detta "insonnia terminale", ovvero sia improvviso risvegli susseguiti da incapacità di riaddormentarsi.

«Chi soffre d'insonnia ha un unico desiderio: quello di dormire»

L'insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dall'incapacità di dormire nonostante l'organismo ne abbia il reale bisogno fisiologico; questo è associato a un cattivo funzionamento diurno, con sintomi quali stanchezza, irritabilità, difficoltà di apprendimento, mancato consolidamento della memoria, e una marcata perdita di interesse per lo svolgimento delle attività quotidiane. Il tutto ha un impatto psicologico non indifferente. Coloro che soffrono di insonnia lamentano di non essere in grado di prendere sonno o di dormire solo per pochi minuti, agitandosi nel letto durante la notte; se l'insonnia dovesse prolungarsi per più di alcune notti di seguito può divenire "cronica" e causare un debito di sonno che è estremamente nocivo per la salute dell'insonne. L'insonnia altera il naturale ciclo del sonno, che può risultare difficile da restaurare: alcuni insonni cercano di dormire nel pomeriggio o durante la sera, con il risultato di ritrovarsi molto vigili all'ora di dormire, aggravando l'insonnia. Spesso, inconsapevolmente, si spinge il corpo fino al limite, al punto tale che la privazione del sonno provochi gravi problemi fisici e/o mentali;
~ È particolarmente brava nel combattimento corpo a corpo, cosa accentuata dalla sua scarsa sensibilità al dolore; estremamente portata per la kickboxing, risulta esser un avversario non poco temibile. Sempre se ha voglia di combattere.
La kickboxing è nata in Giappone negli anni sessanta: in quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il "full contact karate", il "muay thai" thailandese, il "Sambo" russo, il "taekwondo" coreano, il "karate contact" ed il "sanda" cinese; i giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno ("karate full contact"); questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché negli anni settanta, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il "Full Contact Karate".
Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe; a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine "kickboxing" spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano "WKA" ed "ISKA".
Successivamente, sempre in Giappone, nel millenovecentonovanta venne organizzato un torneo chiamato "K-1", in cui "K" sta per "Karate", "Kempo" e "Kickboxing": in questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati; lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento e che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi. Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il "K-1 World Grand Prix", riservato ai pesi massimi e il "K-1 MAX", riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo.
Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipano atleti provenienti dal "muay thai", dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato "K-1 Style"

Orientamento sessuale: L'orientamento sessuale di Dominik? Anche lei faticherebbe a voler dare una risposta precisa a tale domanda; insomma! Saranno pur affari suoi ciò che desidera avere tra le proprie gambe, no? Non comprende il motivo per la quale in non pochi paiano così interessati nel venir a conoscenza della sua Omosessualità -seguita anche da una Poliamorosità spiccata- quando lei in primis fatica a provare anche solo un minimo di curiosità nei suoi confronti. Andiamo, è un cavolata! Una cavolata! Non si è mai realmente soffermata su un argomento di tale portata, in quanto da lei ritenuto estremamente futile e frivolo: bisogna ammetterlo, non ha certamente tutti i torti. La sua stizza nei confronti di chiunque si azzardi ad insisietere su questo è decisamente sensata, condivisibile!

sonoun_Lama_spastico Spero vada bene!

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