I feel like I'm dying


Nome: Melina (potrebbe trattarsi del femminile di "Mel", oppure potrebbe derivare dal greco "μελι" ["meli", cioè "miele"], termine su cui sono basati anche i nomi "Melissa" e "Pamela". In italiano può risultare anche dall'abbreviazione di nomi come "Carmelina", diminutivo di "Carmela")

Cognome: Il cognome di Melina risulta essere "O'Sullivan", ossia un cognome poco diffuso in Irlanda, Paese natio della donna; più precisamente, ella è nata a Dublino.
L'Irlanda (in irlandese: "Éire"), è uno stato membro dell'Unione europea, costituito come repubblica indipendente e sovrana, che ricopre approssimativamente cinque sesti dell'omonima isola situata a nord-ovest della costa occidentale dell'Europa; l'unico Stato con cui l'Irlanda confina è il Regno Unito, che mantiene la sovranità sul rimanente sesto dell'isola, conosciuto come Irlanda del Nord, comprendente sei delle nove contee della provincia storica dell'Ulster.
Lo Stato, inizialmente Stato Libero d'Irlanda, è stato fondato il sei dicembre del ventidue come un dominio all'interno dell'Impero Britannico a seguito del trattato anglo-irlandese, che ha concluso la guerra d'indipendenza irlandese.
Ha guadagnato una maggiore sovranità attraverso lo Statuto di Westminster del 1931 e con la crisi seguita all'abdicazione di Edoardo VIII nel trentasei.
Una nuova Costituzione venne introdotta nel 1937, costituendo l'Irlanda come uno Stato completamente sovran; l'ultimo legame formale con il Regno Unito è stato interrotto nel quarantanove quando l'Oireachtas (il parlamento nazionale) ha approvato il Republic of Ireland Act, dichiarando l'Irlanda una repubblica: di conseguenza, l'Irlanda ha lasciato il Commonwealth britannico.
Durante il governo britannico e l'indipendenza iniziale, l'Irlanda era uno dei Paesi più poveri in Europa occidentale con un forte flusso emigratorio: l'economia protezionista è stata aperta alla fine del cinquanta e nel settantatrè l'Irlanda entrò nell'Unione europea. Negli anni ottanta una crisi economica ha portato l'Irlanda ad avviare riforme economiche su larga scala contribuendo nuovamente a una forte emigrazione; la rapida crescita dell'economia irlandese nel corso degli anni novanta le è valso il nome di "Tigre celtica", durato fino alla crisi finanziaria globale.
L'Irlanda è classificata dal "Press Freedom Index" tra i primi posti per la libertà di stampa e per libertà economica; raggiunge anche una buona posizione per quanto concerne il suo sistema d'istruzione, la libertà politica e la democrazia.
L'Irlanda è membro dell'OCSE, dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e dell'ONU.
La sua popolazione è di poco più di 4,5 milioni di abitanti; la capitale è Dublino, situata al centro della costa orientale: altre città importanti sono Sligo, Galway, Limerick, Waterford e Cork.
Tra il V e il IV secolo a.C in Irlanda si insediarono i gaeli, una popolazione di origine celtica; dopo il quattrocento ebbe inizio l'opera di evangelizzazione del paese a cura dei primi missionari cristiani, tra cui il monaco Patrizio, diventato poi patrono dell'isola.
Nel XII secolo gli inglesi ne cominciarono la conquista e nel 1541 il sovrano inglese Enrico VIII si proclamò re d'Irlanda; successivamente la nascita del Partito irlandese e il manifestarsi di volontà autonomiste, il parlamento inglese riconobbe l'identità nazionale d'Irlanda, ma fu solo nel ventuno, a seguito di scontri sanguinosi, che le ventisei contee del sud del Paese. ottennero l'indipendenza.
Le sei contee del nord, a forte presenza protestante, restarono unite alla Gran Bretagna formando l'Irlanda del Nord; dal primo gennaio dell'ottocento fino al sei dicembre del ventidue del novecento l'Irlanda fece parte del Regno Unito (di Gran Bretagna e Irlanda).
Durante la grande carestia, la popolazione dell'isola crollò del 30% passando da oltre otto milioni a meno di sei milioni; un milione di irlandesi morirono di fame e/o malattia e altri 1,5 milioni emigrarono, in particolare verso gli Stati Uniti.
Negli anni settanta dell'ottocento un'importante figura della politica irlandese fu Charles Stewart Parnell, leader del Partito Parlamentare Irlandese: fu il principale partito che cercò di ottenere l'Home Rule con una limitata autonomia nazionale, dal Regno Unito.
Nelle elezioni generali britanniche del dicembre, all'inizio del novecento, il partito indipendentista Sinn Féin conquistò settantatrè dei centosei seggi della Camera dei Comuni che si assegnavano in Irlanda.
Nel gennaio del diciannove, nel novecento, i membri del parlamento eletti per il "Sinn Fein" rifiutarono di prendere possesso del loro seggio a Westminster ed insediarono un parlamento irlandese fuorilegge, il Dáil Éireann: egli proclamò immediatamente ed in via unilaterale l'indipendenza della Repubblica irlandese, che però non ottenne alcun riconoscimento internazionale.
Dopo l'aspra guerra di indipendenza i rappresentanti del governo britannico e l'Aireacht dell'Eire nel ventuno negoziarono il Trattato Anglo-Irlandese.
In ambito internazionale fu riconosciuto uno Stato irlandese con il nome di "Stato Libero d'Irlanda", "Saorstát Éireann" in gaelico: il nuovo Stato avrebbe dovuto coprire in teoria l'intera isola, ma le due parti concordarono che l'Irlanda del Nord potesse scegliere se rimanere sotto il Regno Unito, e così avvenne; il Dáil approvò il trattato di pace.
Le ventisei contee rimaste entrarono a far parte dello Stato Libero, che avrebbe avuto lo status di dominion all'interno dell'Impero britannico; aveva un Governatore generale, un Parlamento bicamerale, un gabinetto chiamato Executive Council ed un Primo ministro.
Una parte del movimento indipendentista, guidata da Éamon de Valera, non accettò gli accordi con il governo britannico, in quanto non garantivano l'unità dell'isola e mantenevano i citati legami costituzionali con il Regno Unito: ne conseguì una guerra civile, che si concluse con la sconfitta della fazione contraria agli accordi.
Il ventinove dicembre del tremtasette fu promulgata una nuova Costituzione, la "Bunreacht na hÉireann"; Sostituì l'Irish Free State con un nuovo Stato, "l'Éire" o, in lingua inglese, "Ireland".
Sebbene questa struttura costituzionale dello Stato prevedesse un presidente invece che un re, non era una repubblica effettiva: il re, infatti, rimaneva il simbolo politico che rappresentava la nazione.
Il "Republic of Ireland Act", dichiarò l'Éire una repubblica, uscendo dal Commonwealth e dando al Presidente della Repubblica anche quel ruolo di rappresentanza effettivo.
Durante la seconda guerra mondiale l'Irlanda, dissestata dalla recente guerra d'indipendenza sfociata poi in guerra civile, scelse un'attenta e cauta neutralità, anche perché intimorita dalle ritorsioni britanniche in caso di alleanza con l'Asse; Dublino venne però bombardata per errore dalla Luftwaffe il trentuno maggio del quarantuno da aerei tedeschi che erano diretti a bombardare il porto di Belfast e ciò spinse molti irlandesi ad arruolarsi come volontari nell'esercito inglese.
L'Irlanda abbandonò il Commonwealth nel quarantanove quando divenne una repubblica, ed aderì alle "Nazioni Unite" nel cinquantacinque e successivamente alla "CEE" -ora "Unione europea"-.
I governi irlandesi hanno spesso auspicato una pacifica riunificazione dell'isola e hanno cooperato con la Gran Bretagna per dissipare i violenti conflitti fra i gruppi paramilitari nel Nord Irlanda, conosciuti come i Troubles.
Un accordo di pace per l'Irlanda del Nord, conosciuto come Good Friday Agreement o Accordo di Belfast, approvato nell'ottantotto con referendum in entrambe le nazioni, è in fase di attuazione.
Nel duemilaotto con un referendum popolare, il popolo irlandese si è espresso contro la ratifica del "Trattato di Lisbona", bloccando l'approvazione della Costituzione europea e creando una impasse all'interno dell'Unione, che si è però risolta con un ulteriore referendum, il due ottobre duemilanove che ha invece sancito l'approvazione del documento.

Età: Qui c'è da aprire un'enorme parentesi: Melina non è propriamente definibile come una persona "viva", per così dire; insomma, possiamo tranquillamente affermare che ella sia letteralmente un cadavere-fantasma ambulante, della quale la reale età di aggira intorno alla cinquantina.
Tuttavia, ella pare mostrare fisicamente tra i quindici ed i diciassette, oscillando non poco tra queste età: è piuttosto difficile dargliene una precisa, a dire il vero, non tanto per la disgiunzione che vi è quella anagrafica

Aspetto fisico:

Che dire...Insomma, innanzitutto c'è da premettere che quasi nessuno riesce a comprendere se ella sia effettivamente una donna o un uomo, per ovvie ragione direi, ma la maggioranza tende verso quest'ultima opzione: Dio Mally.
Nonostante l'enorme confusione che ella tende a creare, anche a causa del viso che ne nessuno pare avere mai avuto l'opportunità di vedere, bisogna ammettere che ella è in grado di emanare "un'aura" di fascino a dir poco ammaliante; che sia il potere del mistero? Insomma, lei è una tipa oscura e tormentata!
Al disotto dell'ingombrante maschera, a discapito degli abomini la gente crede che vi sia, il suo viso si presenta con tratti morbidi, giovanili quanto armoniosi, seppur una perenne nota di severità le si sia dipinta eternamente in volto, esaltata dalla carnagione mortalmente pallida; il naso dal setto stretto mostra una punta graziosamente all'insù, uno dei pochi tratti che potrebbero quasi ricondurre ad un ché di infantile in lei, mentre le sottili ma estremamente morbide labbra si distaccano notevolmente dal colorito della sua pelle grazie allo sgargiante rosso-ciliegia di cui sembrano maliziosamente "costituite".
Gli occhi sono l'unica cosa di effettivamente visibile del suo viso: essi sono dal taglio tipicamente occidentale, paragonabile a quelli di un cerbiatto per quanto risultano amabilmente grandi e mostrano uno sgargiante quanto ipnotizzante azzurro cristallineo, quasi innaturale seppur invidiabile; i capelli scendono disordinatamente fin sotto le spalle, superandole di appena un paio di centimetri: essi sono di una spettacolare quanto a dir poco riconoscibile tonalità azzurra, non estremamente scura.
La sua corporatura si presenta come snella, esile quasi, per quanto atletica e soda essa risulti: è innegabile che essa sia dotata di una sinuosità ed eleganza stupefacente, che pare quasi mostrare una certa distaccata "purezza" in lei, accentuata dalla poca formosità di Melina, paragonabile a quella di una ragazza in pieno sviluppo; per finire, sfortunatamente, non spicca troppo in altezza, superando di due/tre centimetri il metro e sessanta.

Carattere: (Ho perso un polmone, scusate, ora rimedio:
Play us like pawns and
Relentlessly confine
Into living up to gender roles
And having absent minds.
Don't you this it's funny
How they tell us to live?
Don't you think it's funny how we're all delinquent kids?
Like, hush now
Don't say, don't say...
Hush boy, gush boy
Don't say a word
Throw on a jersey and no one gets hurt.
Hush girl, hush girl
Just bay your eyes
Play our little game, play our little game.
Bounded all thoughts and corrected
Common sense;
You're raising suicidal with your predetermined titles like:
"A mess, distressed, I'm unimpressed,
You're excess, a dress is all you'll ever be."
Gender roles impose control and deceive progressive time.
Welcome to the land of the broken minds...
Hush boy, hush boy
Don't say a word
Throw on a jersey and no one gets hurt.
Hush girl, hush girl
Just bay your eyes
Play our little game
Play our little game.
Hush boy, hush boy
Don't say a word
Throw on a jersey and no one gets hurt.
Hush girl, hush girl
Just bay your eyes
Play our little game
Play our little game.
We feign opulence just
To get me by put on false confidence
Just to feel alive.
They can't hurt me anymore,
There Is nothing left to break of me
There is nothing left to take of me.
'Cause baby it's easy to fake a smile
When you've been doing for a while;
Baby it's easy to fake a smile
When you've been doing it for a while.
Hush boy, hush boy
Don't say a word
Throw on a jersey and no one gets hurt.
Hush girl, hush girl
Just bay your eyes
Play our little game
Play our little game.
Hush boy,
Oh, hush boy...
Hush girl,
Oh, hush girl...
Play our little game
Play our little game
Play our little game
Play our little game
Play our little game
Won't you play with me?

◆◇◆

Every breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
I'll be watching you
Every single day
Every word you say
Every game you play
Every night you stay
I'll be watching you
Oh can't you see
You belong to me
My poor heart aches
With every step you take
Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
I'll be watching you
Since you've gone I been lost without a trace
I dream at night I can only see your face
I look around but it's you I can't replace
I feel so cold and I long for your embrace
I keep crying baby, baby, please
Oh can't you see
You belong to me
My poor heart aches
With every step you take
Every move you make
Every vow you break
Every smile you fake
Every claim you stake
I'll be watching you
Every move you make
Every step you take
I'll be watching you
I'll be watching you
[Every breath you take, every move you make, every bond you break, every step you take]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you
[Every move you make, every vow you break, every smile you fake, every claim you stake]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you
[Every breath you take, every move you make, every bond you break, every step you take]
I'll be watching you
[Every single day, every word you say, every game you play, every night you stay]
I'll be watching you.

Sì, ero indecisa)

Storia: (Ci tengo a precisare che, in questo caso, i testi non sono unicamente legati o al carattere o alla storia, eh:
I tried to leave all that behind me;
When they call my name
T

he Demon comes:
But am I to blame?
I tried to be good,
I really did...
Not sure I could.
Leaving two worlds
Broken, unfurled,
Couldn't take any more crying.
Been disposed of,
Learned about L.O.V.E.;
Lights above, from stars slowly dying:
I once knew light
Burning bright,
Shadows invade
I've lost the dawn
Sunlight's gone,
Left this dismal grave.
I remain still
Power of will
Leavers me here to keep on trying;
I know, somehow
There's no point now
To try and stop the hate, the dying.
I finally see
Neither world, cares for me
I'll stand my ground
No one can
Stop me now.
No hopes, no dreams
I have nothing
Death is all that can define me.
The end's calling
No more stalling
Stars will fade, but I'll keep shining)

Nome da killer: Melina non ha un vero e proprio nome da killer, in quanto non si è mai auto-denominata in alcun modo, specialmente perché parla raramente; tuttavia, sin dalla più tenera età ella è stata soprannominata "Sally's Face", non è chiaro se questo sia o meno un nomignolo dispregiativo, ma si pare tendere maggiormente per il sì.
Il motivo di quel "Sally"? Beh, si tratta con molta probabilità dell'abbreviazione del suo cognome

Frase da killer: Melina ritiene semplicemente idiota il pronunciare frasi casuali o dal dubbio significato prima o dopo un assassinio, dunque è totalmente sprovvista di una "frase ad affetto"; aggiungendo il fatto che ella risulti essere ben poco loquace, c'era da aspettarselo, suvvia! Quasi nessuno l'ha mai sentita pronunciare più di due parole ad alta voce!

Creeepypasta o Proxy?: Cosa? Se vogliamo essere onesti, Melina pare non esser nemmeno a conoscenza di questi due termini!
Originariamente, tuttavia, sarebbe dovuta diventare uno dei numerosi Proxy di Slenderman, ma pare esser riuscita a scappare da questa sorta tramite la morte; ella potrebbe esser definibile come una "Creepypasta"

Umano o Creatura?: Ella sarebbe teoricamente un'umana o, se proprio vogliamo esser precisi, "un'anima tormentata", come si sarà già potuto intuire

Arma o poteri: In quanto fantasma Melina non ha effettivi "poteri" degni di nota: certo, è in grado di fluttuare e divenire intangibile -non visibile e/o intoccabile- per un lasso di tempo variabile, ma le sue vere capacità nascono sin da quanto ella era in vita; i suoi sensi risultano essere sempre allerta, dall'udito estremamente fine, mentre le se doti fisiche -quali una velocità ed un'agilità quasi animaleschi- paiono essere accentuate dalla sua pressoché assente sensibilità del dolore.
Tuttavia, sì, possiede un'arma: come capita continuamente, ella porta sempre con sé un coltello da cucina ben nascosto nella larga felpa -uno degli oggetti alla quale più tiene dopo la maschera che non toglie mai-; esso presenta delle lieve macchie di sangue qua e là, ma non appartengono assolutamente alle sue "vittime"

Altro:
-In passato ha sofferto, e talvolta capita che ne soffra ancora, di una lieve forma di depressione.
Il disturbo depressivo maggiore (in inglese, "Major depressive disorder", "MDD"), noto anche come depressione clinica, depressione maggiore, depressione endogena, depressione unipolare, disturbo unipolare o depressione ricorrente (nel caso di ripetuti episodi) è una patologia psichiatrica o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli (anedonia); questo gruppo di sintomi (sindrome) è stato identificato, descritto e classificato come uno dei disturbi dell'umore nell'edizione del 1980 del manuale diagnostico edito dall'American Psychiatric Association.
Il disturbo depressivo maggiore è una malattia invalidante che coinvolge spesso sia la sfera affettiva che cognitiva della persona influendo negativamente in modo disadattativo sulla vita familiare, lavorativa, sullo studio, sulle abitudini alimentari e riguardo al sonno, sulla salute fisica con forte impatto dunque sullo stile di vita e la qualità della vita in generale.
La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite dal paziente, sul comportamento riportato da parenti o amici e un esame dello stato mentale: non esiste attualmente un test di laboratorio per la sua diagnosi. Il momento più comune di esordio è tra i venti ed i trent'anni, con un picco tra quest'ultimo ed i quaranta.
Tipicamente i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi e spesso, in maniera complementare, anche con la psicoterapia: l'ospedalizzazione può essere necessaria quando vi è un auto-abbandono o quando esiste un significativo rischio di danno per sé o per altri.
Il decorso della malattia è molto variabile: da un episodio unico della durata di alcune settimane fino ad un disordine perdurante per tutta la vita con ricorrenti episodi di depressione maggiore.
La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel corso dei secoli, anche se è tuttora considerata incompleta: le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici.
Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni farmaci e/o sostanze, è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi; la maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose.
In Italia la depressione colpisce, secondo uno studio condotto congiuntamente dalla "AIFA" (Agenzia Italiana del Farmaco) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, circa undici milioni di persone, che quotidianamente assumono farmaci contro tale patologia; la percentuale di italiani che soffrono di depressione arriverebbe, dunque, secondo tale studio, quasi al 20% della popolazione, con una incidenza di quattro volte la media europea.
Nella antichità, il medico greco Ippocrate di Coo descrisse la condizione di melanconia (in greco "μελαγχολία") come una malattia distinta con particolari sintomi mentali e fisici e caratterizzò tutte le "paure e scoraggiamenti, se durano a lungo" come sintomatici di essa.
Questa descrizione è simile al concetto, tuttavia più ampio, che si attribuisce alla depressione oggigiorno, a cui sono stati inclusi un raggruppamento di sintomi di tristezza, sconforto e scoraggiamento, spesso paura, rabbia, deliri e ossessioni.
Il termine "depressione" è stato derivato dal verbo latino "deprimere", che significa "premere verso il basso"; fu utilizzato fin dal XIV secolo e nel 1665: l'autore inglese Richard Baker lo utilizza nelle sue Chronicle per far riferimento a qualcuno che ha "una grande depressione di spirito". Anche Samuel Johnson gli attribuisce un simile significato, nel 1753. Il termine viene utilizzato anche nel campo della fisiologia e dell'economia: un primo utilizzo come riferimento a un sintomo psichiatrico, fu per opera dello psichiatra francese Louis Delasiauve nel 1856 e, a partire dal 1860, il termine compare nei dizionari medici per far riferimento a un abbassamento fisiologico e metaforico della funzione emotiva.
Anche se "melanconia" è rimasto il termine dominante nella diagnostica, il termine "depressione" è cresciuto d'utilizzo nei trattati di medicina e, lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin potrebbe essere stato il primo ad usarlo come termine generale, facendo riferimento ai diversi tipi di malinconia, come stati depressivi.
Sigmund Freud, paragonò lo stato di melanconia al lutto, nei suoi scritti Lutto e melanconia del 1917. Egli teorizzò che la perdita di un "oggetto", come ad esempio la perdita di un rapporto a causa della morte o dell'interruzione di un rapporto amoroso, si traduce in una perdita del "soggetto" e l'individuo depresso ha identificato con l'oggetto di affetto attraverso un inconscio processo narcisistico chiamato "investimento libidico dell'ego"; il risultato di tale perdita comporta gravi sintomi malinconici più profondi del lutto, non solo il mondo esterno viene visto negativamente, ma lo stesso viene compromesso.
Il declino della percezione di sé da parte del paziente si rivela nella convinzione della sua colpa e della propria inferiorità e indegnità: egli ha anche sottolineato che le prime esperienze di vita siano un fattore predisponente.
La prima versione del "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali" ("DSM-I", 1952) parlava di "reazione depressiva", mentre il "DSM-II" (1968) di "nevrosi depressiva", definita come una reazione eccessiva al conflitto interno o a un evento identificabile; esso includeva anche la psicosi maniaco-depressiva tra i maggiori disturbi affettivi.
A metà del XX secolo, i ricercatori hanno ipotizzato che la depressione fosse causata da uno squilibrio chimico nei neurotrasmettitori del cervello, una teoria basata sulle osservazioni fatte nel 1950 sugli effetti della reserpina e dell'isoniazide nel modificare i livelli dei neurotrasmettitori della famiglia delle monoamine che riguardano i sintomi depressivi.
Il termine "disturbo depressivo maggiore" è stato introdotto da un gruppo di medici statunitensi a metà degli anni settanta come parte delle proposte di criteri diagnostici basati su modelli di sintomi (chiamati "Research Diagnostic Criteria", strutturati sulla base dei precedenti "criteri di Feighner"), che poi hanno costituito il "DSM-III" del 1980.
Per mantenere la coerenza, "l'ICD-10" utilizza gli stessi criteri, con modifiche solo minori, ma utilizzando la soglia diagnostica riportata nel "DSM" per segnare un episodio depressivo lieve, con l'aggiunta di categorie soglia più elevate per episodi moderati e gravi;
-Seppur ella lo tenga nascosto, è una talentuosa pianista.
Il primo modello di pianoforte fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698; per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome "pianoforte", "piano-forte", ed anche "fortepiano", come risulta dalle locandine coeve dei concerti di Beethoven ed altri grandi compositori dell'epoca in cui il pianoforte andò affermandosi.
La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo: l'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore; nel clavicembalo, infatti, le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica, anche per questo motivo, pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia.
Il pianoforte non ebbe successo in Italia, ma l'idea finì molti anni dopo in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermann nel 1726 ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, il quale ne diede un giudizio fortemente critico; successivamente, probabilmente a seguito dei miglioramenti tecnici apportati da Silbermann, lo stesso Bach risulta però aver personalmente favorito la vendita di alcuni pianoforti del costruttore, come risulta da un vero e proprio contratto di intermediazione firmato nel 1749.
I pianoforti di Silbermann piacquero molto a Federico II di Prussia che, per arricchire i propri palazzi, ne comprò sette per settecento talleri (secondo la testimonianza di Johann Nikolaus Forkel, Federico acquistò negli anni più di quindici pianoforti Silbermann).
Alla bottega di Gottfried Silbermann si formò Johann Andreas Stein che, dopo essersi reso indipendente, perfezionò ad Augusta, in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori; nel 1777 ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, il quale fu entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento: i figli di Stein si trasferirono in seguito a Vienna, dove crearono una fabbrica di pianoforti.
In Italia, tra i non molti che si dedicarono alla costruzione dei pianoforti -in precedenza tutti costruttori di clavicembali- nel periodo napoleonico e della Restaurazione, sicuramente fu degna di fama la famiglia Cresci, di origine pisana, trasferitasi nella seconda metà del '700 a Livorno.
Il musicologo Carlo Gervasoni, nella sua opera "Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica", ossia del 1812, menziona i pianoforti "Cresci" come paragonabili in qualità e sonorità agli "Érard" francesi, che andavano per la maggiore nella capitale imperiale Parigi.
La meccanica dei Cresci era di tipo viennese, cioè del tipo dei pianoforti di Joseph Böhm, Conrad Graf e Johann Schant; la scuola viennese era sicuramente la più importante e sviluppata tra gli ultimi decenni del settecento e i primi dell'ottocento.
Non fu un caso che tanto Mozart, quanto Beethoven o Franz Joseph Haydn, tutti in qualche modo legati a Vienna, sviluppassero per primi le incredibili potenzialità del nuovo strumento; quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui esso andò affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie nobili. Inoltre il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva il suo uso solo in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute.
Fu in epoca romantica, dal 1840 in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'intero con funzioni di telaio, consentì l'incremento della sonorità, grazie a più corde con tensioni maggiori e casse armoniche più grandi (ed andarono affermandosi i "coda" e "gran coda", che all'epoca andavano da duecentoventi a duecentosessanta centimetri). E anche il peso aumentò progressivamente sino ai seicento chili ed oltre di inizio novecento (strutture in ghisa).
Questo incremento della potenza sonora del pianoforte ne consentì l'uso nei grandi teatri o nelle sale da concerto, ma trasformò profondamente la sua qualità sonora; ascoltare un brano di Beethoven suonato con un pianoforte viennese della sua epoca, o Liszt e Chopin con un Érard o Pleyel del periodo romantico, ci permette di comprendere veramente cosa volesse esprimere il compositore.
Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di inizio ottocento: oggi è molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al 3° quarto dell'ottocento, a causa della grande diversità della struttura e quindi della timbrica rispetto al pianoforte attuale.
Non è, tuttavia, sempre facile distinguere nettamente fra l'una e l'altra tipologia, perché non si tratta di due strumenti diversi, ma del medesimo strumento, che ha subito gradualmente una profonda evoluzione; tanto più che all'epoca non si è mai avvertito un vero momento di stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si può facilmente desumere dai documenti e dai testi.
I primi pianoforti verticali, più economici e meno ingombranti, furono creati forse nel 1780 da Johann Schmidt di Salisburgo e nel 1789 da William Southwell di Dublino.
I costruttori francesi più famosi, Sébastien Érard e Ignace Pleyel, furono i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento; l'Érard, in particolare, era uno strumento di relativamente grande potenza sonora e di suono deciso (e potremmo dire "più moderno"), che dava particolare risalto espressivo. Franz Liszt ne fece il suo preferito. Ad Érard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti, tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia sonora ed era relativamente più faticoso e difficile da suonare, perché permetteva molte sfumature interpretative ed aveva una maggiore sensibilità. Era il pianoforte romantico per eccellenza.
Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narri che, quando era stanco, suonasse l'Érard, perché il Pleyel "gli chiedeva troppo.").
Nel 1861 i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella.
All'inizio del XX secolo la Steinway & Sons di New York brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità del Novecento; un valido costruttore italiano di pianoforti è stato Cesare Augusto Tallone.
Attualmente, il costruttore italiano che è assurto a rinomanza mondiale è Fazioli.

Orientamento sessuale: Per quanto sia difficile identificare l'Orientamento sessuale di Melina a causa della sua apparenza Asessuale-Aromantica, ella risulta essere tuttavia Omosessuale Omoromantica; certo, nemmeno lei pare essere a conoscenza di ciò, anzi, ne risulta essere totalmente disinteressata: perché mai dovrebbe importarle?
C'è anche da aggiungere che ella è Poliamorosa, ossia in grado di provare attrazione romantica per più donne contemporaneamente; e sì, sorprendentemente è disponibile ad una relazione

-Singulxrity- Spero vada bene~

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top